Alberto Moravia, L'esperimento, 1942

l’uno all’altro. Il carattere dello studente impediva

i suoi rapporti con il mio amico inclinavano alla

meglio fissazioni, che dominavano il suo spirito torbido e

annientati. Questa pretesa irritava il mio amico che gli

vennero al seguente accordo. Il mio amico avrebbe preso

l’onore, la famiglia, il rango, la nazione, la

studente avrebbe cercato con il contegno imperturbabile di dimostrargli

animo granitico. A dire il vero la proposta strana

e per un pezzo il mio amico rifiutò di

due contendenti si affrontarono. ¶ Il mio amico era molto

preso individualmente. Si aspettava il mio amico di vederlo

rimase immobile e sereno. Il mio amico ora provava

magnanimo incitamento a continuare. Il mio amico allora, perso

che aveva conosciuto quando il padre, la madre e

degne di rispetto; e il mio amico mi disse

quali, come mi disse il mio amico, sarebbe stato

zappi un orto infruttifero, il mio amico passò allora

e nel suo carattere. Il mio amico vedeva la

nazione e la religione. Il mio amico per una

quegli improperi, mi disse il mio amico, sarebbe bastato

antagonista. Restava la religione. Il mio amico dichiarò ad

ombra del rancore. Ora il mio amico si accorse

si accorse subito che il contegno dello studente verso

familiarità delle loro conversazioni. Il mio amico gli ricordò

mio amico gli ricordò il solenne impegno di confessare

assicurò con energia che il suo animo era sereno

tutto di farsi vedere. ¶ Il mio amico ardeva dalla

in faccia avesse avuto il potere di ferirlo. Ma

salutarlo. ¶ Passarono alcuni anni. Il mio amico fece un

di incontrarvi fu proprio il suo antico compagno di

orgoglioso, chiuso, freddo, scontroso. Il mio amico non aveva

sicurezza di rapporti. Domandò il mio amico quale fosse

e irreparabili cose che il mio amico gli aveva

tra i tanti insulti il mio amico quasi senza

della contesa, aveva insinuato. Il mio amico gli aveva

A guisa di conclusione il mio amico mi disse

e casuale osservazione. Poi il mio amico partì e