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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Benvenuto Cellini, Vita di Benvenuto di Maestro Giovanni Cellini fiorentino, scritta, per lui medesimo, in Firenze, 1562

concordanze di «il»

nautoretestoannoconcordanza
1
1562
a Palazzo, ei chiamò il vescovo de' Bartolini, che
2
1562
me la voleva pagare il giusto suo prezzo. Questi
3
1562
uomini dabbene subito trovorno il detto Bandinello, e fattegli
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1562
uomini aggiunsono e dissono: - Il Duca ci ha detto
5
1562
che quella fatica meriti -. Il detto rispose che l
6
1562
lo riferirno al Duca, il quale si adirò malamente
7
1562
basta che io facevo il mio meglio a lasciarmi
8
1562
quel più premio. ¶ XCVIII. ¶ Il Duca mi fece intendere
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1562
Fiore; e per essere il detto coro impresa del
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1562
al mondo d'architettura (il disegno si era di
11
1562
per non gittar via il resto dei mia migliori
12
1562
e sanza altra conclusione il detto Piero si partì
13
1562
a trovare 'l Duca, il quale mi si mostrò
14
1562
mostrò alquanto sdegnato meco; il quali io pregai che
15
1562
egli era di necessità il fare a quel coro
16
1562
Sua Eccellenzia aveva scelto il manco bello. Un giorno
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1562
più bello da vedere. Il Duca mi rispose, che
18
1562
dell'arte. O che il Duca conoscessi che io
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1562
XCIX. ¶ In questo tempo il gran marmo del Nettunno
20
1562
era stato portato per il fiume d'Arno e
21
1562
molto peggio, come fece il detto marmo alle man
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1562
veduto che io ebbi il bellissimo marmo, subito presi
23
1562
a Caiano, dove era il Duca e la Duchessa
24
1562
trovandogli tutti a tavola, il Duca con la Duchessa
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1562
io mi missi attrattenere il Principe. E avendolo trattenuto
26
1562
trattenuto un gran pezzo, il Duca, che era innuna
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1562
resoluti che l'abbia il Bandinello, questo sarà causa
28
1562
Bandinello, e disse: - Dimandane il Duca, che anche Sua
29
1562
che ebbe la Duchessa, il Duca, che era sempre
30
1562
bel marmo apposta per il Bandinello, e così io
31
1562
così io voglio che il Bandinello l'abbia, e
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1562
parole per suo servizio -. Il Duca mi disse che
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1562
quel mirabil Michelagnolo Buonaroti, il quale aveva fatto un
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1562
Sensone con quattro figure, il quale saria stato la
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1562
opera del mondo; e il vostro Bandinello ne cavò
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1562
fatte e tutte rattoppate: il perché la virtuosa Scuola
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1562
lo dettono al Bandinello, il quale lo guastò, come
38
1562
gli è del Bandinello, il quale lo guasterebbe, di
39
1562
buon iudizio saprà scerre il meglio, e in questo
40
1562
Eccellenzia illustrissima -. Ascoltato che il Duca mi ebbe benignissimamente
41
1562
perché tu mi di' il vero, e io lo
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1562
detto modello. ¶ C. ¶ Come il Duca venne a Firenze
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1562
quello che aveva fatto il Bandinello e anche degli
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1562
Eccellenzia lodò molto più il mio da gran lunga
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1562
essendo venuto a Firenze il cardinale di Santa Fiore
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1562
Santa Fiore, e menandolo il Duca al Poggio a
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1562
Caiano, innel passare, per il viaggio, e vedendo il
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1562
il viaggio, e vedendo il detto marmo, il Cardinale
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1562
Duca da mia parte: il quale gli prese; di
50
1562
bellissima, di state, e il viaggio e il paese
51
1562
e il viaggio e il paese dove io nonnero
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1562
un giovane mio lavorante, il quale era dal Bagno
53
1562
ed evidentemente si conosceva il gran pericolo esser vero
54
1562
esser vero. Io presi il disegno e subito mi
55
1562
del Palagio del Podestà: il quale, subito ch'e
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1562
Allora io gli dissi il tutto, e gli mostrai
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1562
quel poco del disegno; il quale mostrò di averlo
58
1562
gli era di necessità il rimediare a una cotal
59
1562
una cotal cosa presto, il Duca stette così un
60
1562
el Duca d'Urbino, il quale n'ha da
61
1562
mi feci vedere e il Duca, dipoi un poco
62
1562
l'altro giorno. Venuto il desiderato giorno, me n
63
1562
modo a dire: - Dice il Duca che vuole saper
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1562
parole ingiuriose; e io il simile feci allui. L
65
1562
disse: - Benvenuto, tu faresti il tuo meglio a fare
66
1562
che pensa' di fare il mio meglio per usare
67
1562
che e' ne risultò il mio peggio, perché, con
68
1562
certo modo di fare, il quale si era buono
69
1562
di Girolimo degli Albizi, il quale era commessario delle
70
1562
e' sarebbe pur bene il porre qualche sesto a
71
1562
io mi dico. Come il Duca s'adira poi
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1562
Duchessa m'aveva parlato, il quale disse che aveva
73
1562
quattrini io gitterò via il Perseo e così si
74
1562
io rimettevo in lui il tutto, e che quello
75
1562
Vostra Eccellenzia illustrissima -. Allora il Duca disse: - E ancora
76
1562
giudicherete -. Di modo che il detto Girolamo fece una
77
1562
quali in tutto concludevano il detto prezzo. Il Duca
78
1562
concludevano il detto prezzo. Il Duca la sottoscrisse molto
79
1562
male che io avevo. Il Duca ordinò che e
80
1562
scudi d'oro innoro il mese, insino alla detta
81
1562
perché lui non continuava il mio pagamento si era
82
1562
ribaldo -. Io mi maravigliai il sentirgli dire una cotal
83
1562
resto di mia salari, il quale mi pareva che
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1562
notabile, imperò io rappiccherò il filo per un poco
85
1562
Io pensai di fare il mio meglio, quando io
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1562
remedio di placare alquanto il Duca, perché certi pochi
87
1562
all'accordo dell'Albizi, il Duca s'era molto
88
1562
ragioni, io vidi venire il Duca in tanta stizza
89
1562
lasci troppo vincere da il tuo interesso; imperò io
90
1562
opera mi sia stimata il suo prezzo, non essendo
91
1562
la sapessi fare? - Allora il Duca crebbe in maggiore
92
1562
Vostra Eccellenzia illustrissima che il mio maestro Michelagnolo Buonaroti
93
1562
mia opera ha 'uto il maggior premio che io
94
1562
Eccellenzia illustrissima con tutto il cuore -. A queste parole
95
1562
A queste parole rispose il Duca e disse: - Anzi
96
1562
queste mie collorose parole il Duca subito con gran
97
1562
possibile; di modo che il Duca si era contento
98
1562
seguitavo d'andarvi; e il Duca aveva di sorte
99
1562
che mi ha ordinato il Duca dureranno di molti
100
1562
entrando al mio solito, il Duca, che doveva ragionare
101
1562
prese per la cappa il signor don Grazìa, fanciullino
102
1562
un tal bambino; dove il Duca maravigliandosi, disse: - Oh
103
1562
baie di poco momento, il principe e don Giovanni
104
1562
bellissimo vedere. Avendolo inteso il Duca, e' se ne
105
1562
e cotai simil cose, il mio Duca se ne
106
1562
me gli feci incontro. Il quale con quelle sue
107
1562
casa? - Di nuovo disse il Duca: - Nell'orto della
108
1562
ringraziai Sua Eccellenzia, e il simile la Duchessa, con
109
1562
dove le sono, aspettai il giorno seguente, me n
110
1562
e' non fussi stato il Duca che virtuosamente m
111
1562
quanto all'entrare per il Palazzo. ¶ LXXXIX. ¶ Torna'mi
112
1562
di già avevo condotto il Perseo, e me l
113
1562
asino, cotesto si è il suono delle tue sporche
114
1562
corsi per un bastone. Il quale presto si ritirò
115
1562
tenevo un mio fanciullino, il quale mi facessi segno
116
1562
quel pecoron mastro Buaccio. ¶ Il caso e i versi
117
1562
i versi andorno per il palazzo, e il Duca
118
1562
per il palazzo, e il Duca e la Duchessa
119
1562
occhi a Bernardone, avvedendosene il suo figliuolo mastro Baccio
120
1562
quale gli esce per il naso: ei fece una
121
1562
gran bravata. ¶ XC. ¶ Quando il Duca intese che tutta
122
1562
disavvantaggio; e così malcontento il giorno seguente io la
123
1562
stimavo più, si era il valente pittore Iacopo da
124
1562
e più di lui il suo eccellente Bronzino, pittore
125
1562
che non gli bastò il farvene appiccare parecchi, che
126
1562
me ne mandò per il suo Sandrino insino a
127
1562
quel suo bel modo, il quale è rarissimo, che
128
1562
sollicitavo di finirla. ¶ XCI. ¶ Il mio Duca, con tutto
129
1562
questo poco del contento, il quale sarà cagione che
130
1562
male di questo popolo. Il mio Duca, che gli
131
1562
e' nonnera ancora chiaro il giorno, vi si ragunò
132
1562
che e' saria impossibile il dirlo, ettutti a una
133
1562
chi meglio ne diceva. Il Duca stava a una
134
1562
di buona voglia -. Così il detto messer Sforza mi
135
1562
popoli mi mostravano con il dito a questo e
136
1562
quel gran re Francesco, il quale mi dava mille
137
1562
scudi d'oro per il mio piatto, e di
138
1562
uomini arebbono voluto rappiccare il filo alle cerimonie; dove
139
1562
al mio signor Duca; il quale con gran piacevolezza
140
1562
voglio che e' passi il giorno di domane -. A
141
1562
giornate pellegrinando, sempre ringraziando il mio immortale Iddio, il
142
1562
il mio immortale Iddio, il quale sempre aiuta chi
143
1562
mi ritornerò asservirla -. Subito il Duca lietamente mi disse
144
1562
detti a messer Sforza, il quale gli dette in
145
1562
si fussi mostro per il passato. Innun tratto e
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1562
un dei sua segretarii, il quale parlando all'orecchio
147
1562
di molta importanza, subito il Duca si rizzò e
148
1562
Sua Eccellenzia illustrissima, disse il paggio alla Duchessa: - Il
149
1562
il paggio alla Duchessa: - Il Duca ragiona e ride
150
1562
disse: - Io voglio che il Duca me lo comperi
151
1562
m'è di necessità il dirle, sappi Vostra Eccellenzia
152
1562
mie parole lei disse: - Il mercatante me lo dà
153
1562
era ritirato 'l Duca. Il quale subito che e
154
1562
quel che io scrivo, il Duca mi si volse
155
1562
mme non parrebbe fatica il comperarle, sì per piacere
156
1562
di dirne, dando loro il maggior colore di verità
157
1562
onor del mio Perseo, il quale io ho promesso
158
1562
Vostra Eccellenzia illustrissima. ¶ LXXXIV. ¶ Il Duca, avendo conosciuto che
159
1562
parole, subito io dissi il vero di quanto io
160
1562
ho grandissima voglia, e il vostro Benvenuto ha ditto
161
1562
non n'ha veduto il più bello -. Allora il
162
1562
il più bello -. Allora il Duca disse: - Io nollo
163
1562
di tremila scudi? - Allora il Duca disse: - Signora, il
164
1562
il Duca disse: - Signora, il mio Benvenuto m'ha
165
1562
e che e' sia il vero, or vedete questa
166
1562
di Italia; ma perché il mio Perseo si era
167
1562
travaglio io mi ritrovavo. Il Duca aveva comandato a
168
1562
chiamò quel Bernardone sensale, il quale lei s'era
169
1562
aveva fatto a mme; il quale disse: - Signora mia
170
1562
questo vezzo in mano. Il Duca, subito che e
171
1562
levassi d'inanzi. Allora il detto ribaldone con quella
172
1562
ei la sonava per il suo nasaccio d'asino
173
1562
e così egli gonfiò. Il Duca gli dette parecchi
174
1562
un vostro fidel servitore, il quale cerca di far
175
1562
da Sangallo, scultore, detto il Margolla, fu dato la
176
1562
e a Giovanbatista, chiamato il Tasso, fu data la
177
1562
fanno al mio proposito. Il Duca, che veramente è
178
1562
resolutosi, chiamò Lattanzio Gorini, il quale si era un
179
1562
ebbi cominciato a dire, il Duca infuriato mi si
180
1562
me; sì che osserva il disegno che io t
181
1562
verrà meglio a mostrare il modo che io l
182
1562
fatica gli davo addintendere il modo che io volevo
183
1562
mi parrà manco fatica il far quistione con esso
184
1562
con esso teco, che il fare questo bastione a
185
1562
sua: e io cominciai il mio bastione. E come
186
1562
un capitano da Cesena, il più gentil galante uomo
187
1562
quel lione di bronzo, il quale si vede nelle
188
1562
mani o i piedi; il Duca pigliava piacere di
189
1562
passando innanzi parecchi sere, il Duca mi misse innopera
190
1562
se io mi sviavo il giorno dal Perseo, che
191
1562
seguirebbe parecchi inconvenienti; e il primo, che più mi
192
1562
dua notabili inconvenienti. E il primo si era che
193
1562
di verso l'orto il cielo mi spigneva tant
194
1562
quanto tu puoi, perché il metallo sarà presto in
195
1562
tanto sbigottito, con tutto il suo bravo cuore lei
196
1562
camera un certo omo, il quale nella sua persona
197
1562
come coloro che danno il commandamento dell'anima a
198
1562
e viddi tutto rappreso il metallo, la qual cosa
199
1562
tetto arriparare al fuoco, il quale per la maggior
200
1562
che io ebbi dato il rimedio attutti questi gran
201
1562
mezzo pane di stagno, il quale pesava in circa
202
1562
migliaccio dentro alla fornace, il quale, cone gli altri
203
1562
era due ore innanzi il giorno; e come se
204
1562
forse per loro scusa, il detto maiordomo lo scrisse
205
1562
scrisse subito al Duca, il quale era a Pisa
206
1562
poi seguitai di scoprire il resto, e trovai l
207
1562
dove io trovai venuto il calcagno; e andando innanzi
208
1562
detti tanti diversi accidenti il metallo si era più
209
1562
a Pisa a trovare il mio Duca; il quale
210
1562
trovare il mio Duca; il quale mi fece una
211
1562
possa al mondo; e il simile mi fece la
212
1562
stupenda e più meravigliosa il sentirla contare a mme
213
1562
me, allora io pregai il Duca, che mi lasciassi
214
1562
favore al suo imbasciadore, il quale era Averardo Serristori
215
1562
messo innun suo scrittoio, il quale era molto riccamente
216
1562
altre belle cose; ma il detto scrittoio nonnera fatto
217
1562
conosciuto tanti anni per il maggiore orefice che mai
218
1562
che se l'avessi il suo ragionevol lume, la
219
1562
avevo mostrata al Duca, il quale la lesse con
220
1562
per la qual cosa il Duca mi si mostrò
221
1562
oro innoro, i quali il detto Bindo me gli
222
1562
mi messi a fargli il detto ritratto. E perché
223
1562
volsi pigliare e per il medesimo gliele rimandai, e
224
1562
quel suo ritratto e il bronzo ancora, e ci
225
1562
giunse messer Averardo Serristori, il quale era imbasciadore del
226
1562
che ei poteva lasciare il suo Urbino, il quale
227
1562
lasciare il suo Urbino, il quale ubbidirebbe benissimo quando
228
1562
ch'egli sarebbe difficile il potersi partire. Allora io
229
1562
un Signore giustissimo e il più amatore delle virtute
230
1562
che era da Urbino, il quale era stato seco
231
1562
che d'altro: e il perché si vedeva, che
232
1562
a Palazzo per visitare il Duca; e Sua Eccellenzia
233
1562
battendo le mani, disse: - Il Duca è a Castello
234
1562
né sapere né immaginare il perché quella bestia si
235
1562
cosa voleva dire questo; il quale così sorridendo, disse
236
1562
similmente di Michelagnolo Buonaroti il tutto. Il quale mostrò
237
1562
Michelagnolo Buonaroti il tutto. Il quale mostrò alquanto sdegno
238
1562
contra di me cone il Duca, il quale non
239
1562
me cone il Duca, il quale non gli riuscì
240
1562
altri nella detta guardaroba, il Duca venne al suo
241
1562
A queste mie parole il Bandinello venne in tanta
242
1562
ei: - Or di' su -. Il Duca e gli altri
243
1562
fussi tanta per riporvi il cervello; e che quella
244
1562
le sue poppe e il resto di quei muscoli
245
1562
è 'l maggiore e il più incomportabile errore che
246
1562
pare che gli abbia il fuoco sotto. ¶ LXXI. ¶ Questo
247
1562
conoscere che io dicevo il verissimo. A un tratto
248
1562
Oh sta' cheto, soddomitaccio -. Il Duca a quella parola
249
1562
basso e umile omicciattolo, il quale né potrei né
250
1562
tu non mi mandi il marmo insino accasa, cèrcati
251
1562
sì che perdonatemi -. Allora il Duca disse al Bandinello
252
1562
abbia promesso 'l marmo? - Il detto Bandinello disse che
253
1562
disse che gli era il vero. Il Duca mi
254
1562
gli era il vero. Il Duca mi disse: - Va
255
1562
portato un marmo accasa; il quale io dimandai chi
256
1562
io lavoravo, io facevo il modello: e gli era
257
1562
che io lo lavoravo, il Duca veniva a casa
258
1562
e lavoravo via sicuramente. Il Duca mi domandava del
259
1562
io avevo fatto per il detto marmo; al quale
260
1562
acciò che io restaurassi il suo Ganimede antico, qual
261
1562
ell'altre cose per il Ganimede; e mi providdi
262
1562
aveva penetrato tanto che il detto marmo si era
263
1562
e mezzo. E perché il detto Narciso era posato
264
1562
di, o sì veramente il giorno delle feste, solo
265
1562
Raffaello de' Pilli, cerusico, il quale prese dua pipioni
266
1562
innel mio occhio; per il qual sangue subito mi
267
1562
Narciso, ma tiravo innanzi il Perseo colle sopra ditte
268
1562
con grande speranza tiravo il mio Perseo a fine
269
1562
tanto bello, che (vedendolo il Duca aqquel modo e
270
1562
di bronzo, o che il Duca da per sé
271
1562
mediante l'avere restauratole il bel Ganimede di marmo
272
1562
fatto dua uscite per il bronzo, perché questa difficile
273
1562
benissimo riuscite, solo per il grande animo che sempre
274
1562
Con gran difficultà stette il Duca a udire queste
275
1562
così mi affliggevo. Subito il Duca disse: - Or dimmi
276
1562
di questo piè diritto, il quale si è quaggiù
277
1562
A queste mie parole il Duca mezzo adirato subito
278
1562
lo faccia per saccenteria il contraporsi a ogni cosa
279
1562
erano alla presenza facevano il simile, e' cominciò a
280
1562
arei fatto andare, dove il mio ramo, che va
281
1562
quel mezzo in su, il fuoco che monta sicondo
282
1562
io non ne scrivo, il Duca, scotendo il capo
283
1562
scrivo, il Duca, scotendo il capo, si andò con
284
1562
l'aspettavo, io vestivo il mio Perseo di quelle
285
1562
lavoranti avevano bene inteso il modo mio, il quale
286
1562
inteso il modo mio, il quale si era molto
287
1562
fuoco, perché più presto il detto metallo piglia il
288
1562
il detto metallo piglia il suo calore e con
289
1562
volevo lasciare in dietro il mio Perseo e ancora
290
1562
Piero di Martino, orafo: il quale lo cominciò male
291
1562
mesi, e veduto che il detto Piero non vi
292
1562
cominciato, come io dissi, il resto dell'argento che
293
1562
io gli avevo dato. Il Duca che intese qualcosa
294
1562
questi romori, mandò per il vaso e per i
295
1562
casa, attendevo a lavorare il giorno e la notte
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m'impediva al finire il mio Perseo. A queste
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pagare i lavoranti de il mio; perché, avendomi fatto
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fatto pagare certi lavoranti il Duca da Lattanzio Gorini
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qual cosa io domandai il detto Lattanzio, perché e
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dissi: - Così vi venga il canchero e a voi
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mi tornava in memoria il mio bello stato che
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un mio figliuolino naturale, il quale tenevo abbalia con
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io trovavo 'l Bandinello, il quale soleva andare ogni
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di San Domenico, appunto il Bandinello entrava dall'altro
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comare mi aveva affogato il mio unico figliolino; il
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il mio unico figliolino; il quale mi dette tanto
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che mai non senti' il maggiore. Imperò mi inginocchiai
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al mio solito ringraziai il mio Iddio, dicendo: - Signor
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fatto della necessità virtù, il meglio che io potevo
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questo tempo dal Bandinello, il quale aveva nome Francesco
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el suo maestro, cioè il Bandinello, e che lui
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accetto; e potria essere il mal marmo per lui
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e non si ricorda il gran pericolo che lui
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digli che io vorrò il marmo a suo malgrado
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venne quel capriccio, e il Duca aveva quasi finito
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misura e 'l diamante, il quale valeva in circa
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anello si era per il dito piccolo della mano
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le qual cose facevano il detto anellino: e anche
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si ricorderebbe di me. Il detto anellino la lo
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non avevo fatto per il passato. ¶ LXIX. ¶ Un giorno
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e appressatomi un poco, il Duca mi chiamò, e
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si conviene a mme il rattoppare le statue, perché
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e che, nell'uscire il detto, entrò il Bandinello
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uscire il detto, entrò il Bandinello. Vedutolo 'l Duca
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Che andate voi faccendo? - Il detto Bandinello, sanza rispondere
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la sua dispiacevol cicalata, il Duca disse: - O Benvenuto
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illustrissima si è tutto il puro vero, e quello
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che lui è composto -. Il Duca mi stette a
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io dicevo queste cose, il Bandinello si scontorceva e
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certe stanze basse, e il detto Bandinello lo seguitava
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dietro e così seguitammo il Duca, tanto che Sua
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si misse assedere, e il Bandinello e io stavamo
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stanza di sopra. Così il detto Bandinello cominciò a
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Signore, quando io scopersi il mio Ercole e Cacco
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fatti, i quali dicevano il peggio che immaginar si
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e dissi: - Signore, quando il nostro Michelagnolo Buonaroti scoperse
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di nulla, perché essendo il maiordomo tanto grandissimo suo
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mal pedante, giudicai che il mio meglio fussi di
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messer Lorenzo de' Medici, il quale subito mi prese
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casa sua, dov'era il signor Priore delli Strozzi
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a Fiorenze a servire il mio gran Duca. Quando
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io dissi queste parole, il signor Priore e messer
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mi dissono: - Tu faresti il meglio a tornartene in
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quale io risposi che il cuor mio mai non
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di menare un poco il mio corpo a zonzo
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che io gli finissi il suo Perseo. Così mi
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delle terre da gittare il bronzo. E se bene
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mi mettessi a gittare il mio Perseo, io volsi
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che mi aveva fatta il Duca, con mio ordine
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qualche errore; e così il primo getto ch'io
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pareva alli amici mia il dovere che io altrimenti
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veramente da pazzi; perché il bronzo, di poi che
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ch'hanno saputo lavorare il bronzo. Questo getto piacque
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non diffidi di me; il perché di nuovo le
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opera, che non fu il modello, sì come io
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questo, Signor mio, sia il vero, io so che
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Donatello, e chi fu il gran Leonardo da Vinci
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e chi è ora il mirabil Michelagnol Buonarroti. Questi
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a non lasciare andare il Bandinello, anzi dateli sempre
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altro desiderio non era il mio, se non di
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voler far tal cosa, il Duca con tante belle
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che al mio solito, il Duca mi disse: - Tu
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mi disse: - Tu sia il malvenuto -. Alle quali parole
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mio, cotesto non è il mio nome, perché io
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in altro -. A questo il Duca disse che diceva
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quattro parole: egli è il vero che e' mi
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che mandassi per esse; il perché il detto Giorgio
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per esse; il perché il detto Giorgio venne per
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da altri; e trovando il vero, mi castighi a
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misura di carboni -. Vedutomi il Duca in grandissima passione
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come ho fatto per il passato -. A questo io
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Sua Eccellenzia mi disse: - Il diamante mi costò 25 mila
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tu? - Perché, Signor mio, il tal dì, alle tal
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E che questo sia il vero, domandate ser Domenico
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e non ne voglio il quarto: e gnene dico
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ciò che dice -. Subito il Duca si levò in
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e mandò per Bernardone, il qual fu necessitato a
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Vinezia, e io trovai il Duca, e dissi: - Signore
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bargello -. A queste parole il Duca mi si volse
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come hai fatto per il passato, e non dubitar
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parlare. Attesi a finire il suo gioiello; e portatolo
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la mia fattura quanto il diamante, che li aveva
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salvo 'l vero, perché il detto Bernardone disse che
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A queste mie parole il Duca mi diceva: - Fa
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quello che gli diceva il Bandinello. Avvedutomi di questo
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m'affaticavo, si ammalò il marito della mia sorella
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e grande: questo fu il primo gran travaglio che
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andassi male, essendo carico il mio orto di molte
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non voleva lavorare, impediva il giovane che non lavorassi
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era per la Duchessa, il quale Sua Eccellenzia faceva
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Veniva a ogni poco il Duca in questa guardaroba
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alle cose di Francia. Il Re non poteva inghiottire
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che e' fussi stato il vero certe magagne, che
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iscrivevo rigorosamente, quale era il maggior piacere che potevano
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Maestà a dar loro il mio castello, in quel
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aveva dato a me. Il Re, qual era persona
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mi fussino mandati per il mio buon ritorno; - però
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me non è conseguito il cambio promissomi, d'altro
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portai al mio Duca, il quale ebbe molto piacere
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tavola né per punta. Il nostro Duca, che si
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non conferiva nulla con il suo compagno, il ditto
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con il suo compagno, il ditto Antonio Landi. Questo
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ero tanto domestico con il mio Duca, un giorno
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vi mostrerrà un diamante, il quale e' dimostra aver
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io son certo che il Duca vorrà il vostro
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che il Duca vorrà il vostro consiglio; se voi
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ho detto di sopra, il Duca veniva ogni giorno
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di otto giorni dappoi, il Duca mi mostrò un
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desinare questo ditto diamante, il quale io ricognobbi per
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divario a' gioiellieri a il pregiare una gioia, di
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che io dicessi solo il mio parere. Io non
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ischericata. A queste parole il mio Signore, che s
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avvedde che io dicevo il vero, fece un mal
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scudi, mi credevo che il Duca l'avessi aùto
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aùto per quindici mila il più, e per questo
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che io gli dicessi il vero, pensai di mantenerlo
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falsa oppinione, e pòrtogli il diamante, dissi: - Diciotto mila
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ispeso -. A queste parole il Duca levò un rumore
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di Vostra Eccellenzia -. Rizzatosi il Duca con un poco
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Domenico Poggini, orefici; e il Bachiacca ricamatore, ancora lui
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quindici o manco. Ma il Duca vuol tenere la
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volevo che la stessi. Il Duca, che più volte
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favore delle mie saccenterie, il suo maiordomo, che continuamente
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lacciuolo per farmi rompere il collo, e perché gli
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gli avevano ancora indettato il bargello, il quale era
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ancora indettato il bargello, il quale era un certo
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far di queste cose il Duca lo cacciò poi
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la ditta Gambetta con il suo figliuolo, e mi
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io ho peccato teco - il qual piagnendo disse che
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Allora la madre, scotendo il capo, disse al figliuolo
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nascosto in casa, perché il bargello ne cercava, e
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io non volevo pigliare il figliuolo in casa, se
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strada il duca Pierluigi, il quale mi squadrò e
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che sapevo che tutto il male che io avevo
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mi dette passione assai il vederlo; e non conoscendo
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presenza, che io era il primo uomo del mondo
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osteria e trovai che il sopra detto Duca m
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presi di buona voglia il mio cibo; da poi
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ancora a balia: trovai il marito suo, il quale
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trovai il marito suo, il quale per vari accidenti
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e dorure franzese per il valore di più di
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quattro scudi d'oro il mese, ancora continuamente pigliavano
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le sue figlioline. ¶ LIII. ¶ Il nostro Duca di Firenze
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trovare, solo per fare il debito mio, per essere
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lui piacque: ché veggendomi il detto Duca, dipoi fattomi
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inteso che così era il vero; e da poi
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che io dicevo così, il mio Duca si scontorceva
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mi messi a fare il detto modello, e in
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istudio e arte. Venne il Duca a Firenze e
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meglio l'opera, che il modello, più di tre
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non piccola contesa, perché il Duca sempre diceva che
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scritti, ma sì bene il tutto consiste che io
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quale ho sempre tenuta. Il detto rescritto diceva così
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sta a venderla, e il pregio che se ne
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un certo suo maiordomo, il quale si domandava ser
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pagatore secco e sottile, il quale si chiamava Lattanzio
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quante migliaia di ducati il Duca aveva gittato via
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mia danari, avevo segnato il sito della bottega, e
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di legno per cominciare il Perseo grande. Questo Tasso
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eccellentissimo valente uomo, credo il maggiore che fussi mai
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lui, lo trovai dopo il desinare di Sua Eccellenzia
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a Lattanzio Gurini; e il detto Lattanzio aveva condutto
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curavo più di servire il Duca, e che io
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le volevo lasciare acconcie il meglio che io potevo
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Essendomi resoluto di spedirmi il più presto che io
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della mia professione. Disse il maiordomo: - Al Bandinello si
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ti contenti di questo, il tuo salario è fatto
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contra mia voglia rappiccai il filo e mi messi
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lavorare, faccendomi di continuo il Duca i più smisurati
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messo a lavorare per il duca di Firenze; e
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perché questo uomo era il miglior del mondo, molte
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servire Sua Maestà. Trovato il Re in còllora, e
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erano in prima, per il che, non ritornando, loro
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questo e' facevano tutto il loro sforzo perché io
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bottega per cominciarvi drento il Perseo, io lavoravo in
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innella quale io facevo il Perseo di gesso, della
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Quando io viddi che il farlo per questa via
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che troppo mi offende il ricordarmene. Cominciai la figura
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l'arte, altro che il naturale]. Cercavo di pigliar
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volentieri sarebbe venuto, ma il Bandinello subito m'impediva
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Polo gli voleva dire il modo che voleva tenere
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volendo dire al Re il modo che lui voleva
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tenere. Dimandatolo di nuovo il Re, e lui, per
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meritavo bene. A questo il Re per conpagnia si
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Aveva in questo tempo il Re quietata la guerra
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in molta tribulazione. Avendo il capo ad altro il
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il capo ad altro il Re che ai piaceri
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ditto luogo e trovai il Re che era indisposto
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quel luogo. A questo il Re non rispose nulla
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io non ebbi mai il maggior dispiacere: pure in
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io veddi benissimo disposto il Re, io pregai Sua
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facessino di mestiero per il mio ritorno. Pregavo Sua
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farne degno ancora me. Il Re, mentre che io
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sguardo terribile; io pure, il meglio che io potevo
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andare insino in Italia. Il ditto Cardinale mi disse
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mi tratterrebbe benissimo con il Re. Io dissi al
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Sua Signoria reverendissima. Allora il Cardinale mi disse, che
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e in caso che il Re non si contentassi
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me ne darebbe avviso; il perché, non mi scrivendo
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come m'aveva detto il Cardinale, feci di mirabil