Lorenzo Marone, La primavera torna sempre, 2020

progetti troppo lunghi ¶ arricchisci il tuo tempo e non

Mi volto a guardare, il vico è vuoto e

mattine d’inverno che il Vesuvio, col cocuzzolo imbiancato

nonostante indossi la mascherina. Il rione vuoto nemmeno nei

nemmeno nella controra, quando il sole pesa sulle spalle

anziana signora, c’ha il tuppo in capa e

tuppo in capa e il seno troppo grande le

nun pò venì, fa il turno in ospedale, è

Gennaro mi tiene aperto il conto.” ¶ “Grazie, anima mia

ho dovuto portare fuori il cane che si è

e strana. C’hai il carattere di tuo padre

sua,” e si fa il segno della croce. ¶ “Ora

carte dopo cena. ¶ Gennaro il salumiere ha già preparato

salumiere ha già preparato il sacchetto con la spesa

Salutamela, quella c’ha il figlio che fa l

neomelodico, da quelle basse il telegiornale, qualche volta la

brezza mi porta sotto il naso il profumo di

porta sotto il naso il profumo di ragù, che

mi vede e cala il cesto, dentro c’è

la pasta e lascio il pane, la saluto, lei

la saluto, lei ritira il panaro, che qui hanno

le dico senza voltarmi. ¶ “Il tempo di prendermi quest

prima che sparisca dietro il palazzo” la sento dire

La mascherina mi toglie il respiro, cerco le chiavi

cerco le chiavi, apro il portone, l’androne è

da giorni sul cavalletto, il sole taglia in due

impolverati, dalle finestre arriva il rumore delle stoviglie, la

e caffè, e appendo il resto alla maniglia della

è sdraiato sul pavimento, il corpo in casa e

aria serena che porta il mare. Mi ci metto

voglia di chiamare mamma. Il telefono squilla una sola

mà,” dico cacciando fuori il fumo. ¶ Una signora nel

la guerra vera caccia il peggio dalle persone. Questa

a questo servono, no? Il dolore ci fa fare

sul marmo del balcone, il vento che risale dal

risale dal Vesuvio porta il fumo a danzare fra

videochiamata, Arturo voleva mostrarmi il suo robot preferito. È

videochiamate adesso, anche Kevìn, il figlio di Patrizia, mi

ma se ti chiama il tuo guaglione e ti

rovescio in un piatto, il sugo denso mi profuma

appetito. Lo scarpariello era il piatto semplice dei Quartieri

semplice dei Quartieri Spagnoli, il nome deriva da “scarparo

in molti. Alzo ancora il volume dello stereo, poi

ha ritirato la spesa, il sacchetto è ancora lì

è ancora lì, suono il campanello del mio vicino

fissa da lontano, prende il sacchetto e ci guarda

speranza.” ¶ “Mò non fate il classista. Una femmina di

per quel che riguarda il non pensare, ti assicuro

impossibile, non possiamo stutare il cervello, nemmeno volendo. O

li salva nessuno, nemmeno il Padreterno, neanche la fede

dicere. A volte perdo il senso del tutto, forse

che non capisco più il significato del tutto? Che

domande. Fai come Alleria, il tuo lavoro giornaliero per

che dovremmo fare tutti, il nostro compito quotidiano e

o una libellula perdessero il tempo a chiedersi il

il tempo a chiedersi il perché della loro esistenza

solo vostro, a voi il mondo non vi contamina

forse vuole mangiare, forse il refolo di sole ha

sole ha già lasciato il balconcino e per il

il balconcino e per il resto della giornata ci

film? Non ricordo nemmeno il titolo...” ¶ “Cosa diceva?” ¶ “Che

hai i tuoi modi, il tuo caratterino, ma sei

passo una mano sotto il naso gocciolante di pianto

faccio solo per ripagare il debito, perché mi porti

stanco mai, a dire il vero,” sussurro al pianerottolo

alla bocca. Mi godo il pasto e ogni tanto

sigaretta accesa e compongo il numero di mia madre

posto adatto a costruire il nido. Potrebbe essere la

è venuta ad avvisare il quartiere che stanno arrivando

balconcino, poi scompare puntando il mare. ¶ Fa quel che

e, quando ho visto il suo esempio, è venuta

la voglia di dare il mio contributo, come posso

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