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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Cosimo Giorgieri Contri, Le orme del satiro, 1920

concordanze di «il»

nautoretestoannoconcordanza
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1920
com'era a raggiustare il cappello di tulle che
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1920
cappello di tulle che il vento sbatteva. ¶ – Allora stasera
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1920
stasera al Casino! – disse il tenente congedandosi. ¶ Nel ritrarsi
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1920
come un arabo, elegante, il quale teneva gli occhi
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1920
Mamma, prendiamo con noi il signor Manteri. ¶ Questi parve
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1920
po' incerta che Noemi il giorno prima ne aveva
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1920
lui. Ce lo porti. ¶ Il barone chinò la tuba
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1920
di aver creato, dopo il cavallo, delle cose così
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1920
ancora la toeletta per il pranzo, la novità di
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1920
Cuneo, aveva rotto, dopo il colloquio con sua madre
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1920
forte. Egli aveva traversato il colle di Tenda, fra
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1920
Mentone; poi gli ulivi, il mare... ¶ Respirò a pieni
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1920
dimenticata, e ne risillabò il nome come quello di
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1920
particella di lei, tutto il suo fascino immaturo, ma
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1920
in qualche desiderio inespresso, il ricordo disse anche: Sì
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1920
buon'ora! E scomparso il piccolo fantasma bruno, la
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1920
fatto battere a martello il cuore. Adesso, no. Ah
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1920
suoi anni di giovinezza. Il cielo versava una luce
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1920
fino a lei quando il ballo fosse cessato. Aveva
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1920
giovine a lui ignoto, il figlio unico della cartella
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1920
cui i capelli pesavano. Il viso pareva sfuggirlo a
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1920
di quel valzer. Ma il corpo egli non lo
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1920
rotonda come un'anfora; il busto breve pareva posare
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1920
donne l'amplesso o il sacrificio. Sempre brutalmente, Marco
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1920
aspettasse di esser ghermito. ¶ Il discorso si avviò, con
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1920
aveva neppur visto Marco. Il seno, dopo il ballo
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1920
Marco. Il seno, dopo il ballo, le ansava leggermente
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1920
più femminile del corpo, il sesso ingentilito... ¶ – Non hai
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1920
ingentilito... ¶ – Non hai visto il conte? ¶ Ella si voltò
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1920
aggiunse: ¶ – Che vuole! È il primo tributo che pago
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1920
Ella si divertiva seguendo il rotolìo della palla sul
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1920
inquietudine che pareva, come il tappeto verde su cui
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1920
mani, infantilmente. Aveva vinto. Il gruppiere le mandò una
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1920
non trovava niente: tutto il suo essere pareva addormentato
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1920
Almieri che temeva per il suo carnato. – Andiamo! Andiamo
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1920
un'ora tramontano. Anche il sole tramonta. Il recinto
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1920
Anche il sole tramonta. Il recinto selvaggio, battuto dal
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1920
E dei: ¶ – Mia cara, il cavallo di X... ¶ – Ma
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1920
X... ¶ – Ma non vedi? Il cavallo di G... in
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1920
era detto: – In tutto il giorno ella non mi
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1920
un'attenzione concentrata. Tutto il suo corpo pareva tendersi
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1920
stato accanto. A fianco? Il pensiero si precisò: gli
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1920
doveva empire di vanità il cuore della fanciulla. ¶ – Vuoi
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1920
nel mio calessino? Mando il groom a piedi. ¶ Ed
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1920
scesi in giardino, dopo il pranzo, un pranzo trionfale
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1920
in onore della vittoria. Il giardino trionfava di primavera
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1920
Le piaceva la cornice, il luogo, il momento: e
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1920
la cornice, il luogo, il momento: e le pareva
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1920
Sapeva che ella aveva il sonno facile e pronto
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1920
troverebbe addormentata? ¶ Salì, traversò il salottino dove un ultimo
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1920
era la casa, quello il focolare, che sua madre
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1920
origliare un istante, sentì il fruscìo di una pagina
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1920
di espiazione, costretta durante il giorno, per la necessità
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1920
s'è fatta accendere il fuoco? Quando non si
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1920
lei, quasi suo malgrado, il suo vecchio cuore freddo
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1920
La madre lo guardò: il suo sguardo divenne un
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1920
un istante, acutamente: poi il suo sguardo si velò
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1920
spense. Ella si fece il segno della croce, parve
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1920
suo malumore di tutto il giorno. ¶ – Capisco, capisco... – ribatté
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1920
un paesaggio azzurro, e il sole, e l'anima
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1920
questo gli avessero detto, il suo cuore sarebbe balzato
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1920
anglo-sassone, ad esempio; il suo temperamento italiano aggiungendovi
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1920
in ambienti luminosi: e il marito preso dagli affari
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1920
complicato e fine, lusingava il suo essere antico, quel
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1920
non aveva egli accettato il primo invito, che indirettamente
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1920
non aveva mai provato il tedio delle lunghe giornate
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1920
delle lunghe giornate invernali, il bisogno di tuffar l
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1920
gente eteroclita e trascurabile. Il lusso degli ambienti inquadrava
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1920
amare. Più in là il campo del tennis era
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1920
Di giorno c'era il concorso ippico, almeno. Esse
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1920
come gonfia di rimpianto. Il marzo al suo termine
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1920
e incanta di malinconia. Il cielo era sereno con
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1920
pronta al richiamo. Era il suo primo viaggio invernale
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1920
giorno: ancora con tutto il fascino di quello ch
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1920
come un gran giglio; il suo carnato si addolciva
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1920
delle trasparenze incantevoli, sotto il leggero color d'ambra
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1920
dai dolcieri: poi, quando il mezzogiorno avanzava, ella prendeva
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1920
mezzogiorno avanzava, ella prendeva il Corso dell'Imperatrice, sostando
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1920
alcun poco a empirsi il cuore e gli occhi
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1920
conduceva all'albergo, sotto il sole caldo. E arrivata
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1920
a fiorire... ¶ Nel pomeriggio, il suo grido gioioso risuonava
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1920
dava a loro tutto il tempo che la sua
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1920
di essersi tramenato tutto il giorno, trovava modo di
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1920
era così bella che il difetto svaniva, fuor che
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1920
che le illuminava tutto il volto. Allora la signora
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1920
del giorno decisivo: e il recinto pareva riempito d
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1920
creasse una passeggera dimestichezza. Il luogo pareva una radura
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1920
nel suo nudo pianeggiamento. Il vento scompigliava i capelli
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1920
tra i palchi. Era il vecchio barone Enguer, sportsman
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1920
sua tuba grigia, che il vento non faceva oscillare
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1920
per la conversazione. Difatti, il barone si lanciò a
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1920
quasi la sua contentabilità, il suo bell'equilibrio. Le
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1920
le membra, per rompere il corso di quel terribile
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1920
magro e lungo? Ah! il frutto acerbo! ¶ Ella si
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1920
la semifolla, accorreva verso il centro del recinto, quali
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1920
discutere, quali a congedarsi. Il tramonto scendeva, un tramonto
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1920
Ella parve guidarlo verso il sofà, vi si sedette
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1920
con la voce bassa il senso di quella comunanza
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1920
accennare altre parole. Ma il discorso non poté continuare
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1920
sulla fronte piccola. ¶ – Portate il caffè al conte. ¶ Elia
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1920
grazia veloce. ¶ Questa volta il padre la seguiva. Pratico
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1920
A proposito, devo scrivere il suo nome nell'elenco
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1920
degli amministratori, e vorrei il titolo preciso... Devo mettere
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1920
avuto de' bei caratteri. ¶ Il sorriso cessò. Parve a
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1920
sovra un gambo vermiglio. ¶ – Il suo com'è? – insisté
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1920
pensò Marco. Intendeva dire il carattere o il nome
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1920
dire il carattere o il nome? E di essere
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1920
pontificante come un pedagogo il suo fastidio crebbe. ¶ E
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1920
per un momento, Andreini, il quale pareva accaparrare tutta
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1920
ritramava. Per certi uomini, il principio di un amore
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1920
racchiudono maggior interesse, che il dopo, che il tutto
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1920
che il dopo, che il tutto? È l'istinto
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1920
la feccia.... ¶ Nel congedo, il battito delle ciglia si
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1920
notò più nulla; neppure il saluto di Noemi, che
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1920
chiedergli, ancora, come fossero il suo nome e il
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1920
il suo nome e il suo carattere... ¶ V. ¶ L
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1920
ironica, che gli chiedeva: il suo com'è?; l
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1920
esclamò la contessa ridendo. ¶ – Il pranzo, buono? – interruppe Bardosi
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1920
amico delle sere prima: il soffio di primavera che
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1920
primavera che penetrava sotto il portone. Il tempo si
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1920
penetrava sotto il portone. Il tempo si era cambiato
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1920
erano giuocate al caffè. Il nome di Andreini ricorse
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1920
qualcuno. ¶ – Non credo – rispondeva il commensale del prognostico catastrofico
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1920
Vive col suo stipendio. ¶ Il commensale del prognostico fece
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1920
e di maturità, che il giuoco, le donne, i
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1920
vistoso, l'occhio fiero, il torace aggiustato nell'uniforme
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1920
un rimpianto lo tenne, il rimpianto delle impossibilità. ¶ – Ci
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1920
impossibilità. ¶ – Ci divertiremo! – concluse il tenente, gonfiando il torace
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1920
concluse il tenente, gonfiando il torace. ¶ Lo sguardo della
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1920
sguardo della signora Almieri, il battito leggero delle sue
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1920
Poi si diresse verso il teatro Carignano, tanto per
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1920
sonnecchiava in un angolo: il sipario era alzato. ¶ Marco
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1920
Marco di lontano rivedeva il suo profilo che adesso
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1920
poco timido, lasciando pendere il suo braccio come in
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1920
pelliccia grigia le cingeva il collo, come un cerchio
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1920
di nebbia da cui il fiore della sua testa
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1920
in ogni suo gesto, il dono della grazia. ¶ Doveva
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1920
poter baciare cogli occhi il suo sorriso... ¶ Una giovinetta
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1920
aveva conservato nel cuore il tipo della fanciulla di
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1920
lieto ancora, di vedere il palco vuoto... ¶ Strano! – pensò
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1920
partenza fosse una posa. Il suo istinto di riserbatezza
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1920
suo istinto di riserbatezza, il suo timore degli atti
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1920
per ritornare; voleva rivedere il suo profilo. Poi la
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1920
grandi passi, tornando verso il teatro; e allora pensò
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1920
Vedere... Una bella cosa. ¶ Il pittore un po' lezioso
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1920
ballo, sempre prodigalmente scollata, il suo bel sorriso sulle
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1920
opera che seduceva per il colore e la vivezza
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1920
le donne con cui il pittore parlava, si voltarono
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1920
aveva le braccia e il collo velati, di un
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1920
voltato la testa verso il quadro, furono i suoi
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1920
meno. ¶ – Vede, Noemi, – disse il pittore continuando il discorso
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1920
disse il pittore continuando il discorso con lei – il
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1920
il discorso con lei – il tono della carne... ¶ – Noemi
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1920
della carne... ¶ – Noemi! – chiamò il signor Almieri. Poi, a
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1920
istitutrice salutò degnamente, mostrando il suo viso a occhiali
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1920
si era già alzata. Il maggiordomo impareggiabile era apparso
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1920
assenti, salvo che per il numero. ¶ La tavola era
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1920
del resto – pensò Marco. ¶ Il malumore gli durava, neppure
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1920
una voce neutra come il suo viso: ¶ – Che magnifiche
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1920
rose!... ¶ – Sembrano finte! – rincalzò il marito, seduto alla sinistra
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1920
della signora Almieri. ¶ E il luogo comune, immemoriale, inevitabile
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La conversazione cominciava male. Il signor Almieri, cui certo
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1920
oggi, con suo cugino il marchese Casero... Un uomo
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1920
alla fine del pranzo... ¶ Il marito sorrise e si
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1920
L'ombra del collo, il petto... C'era un
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1920
sé stesso, anche per il modello, in quelle parole
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1920
in quelle parole. E il modello ascoltava, concento, con
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1920
E le spalle e il petto lodati dall'artefice
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1920
Pure, vicino, egli vedeva il suo profilo perfetto, seguiva
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1920
una curva squisita. Solo il polso forse era un
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1920
La signora non rilevò il sorriso: chiese a Marco
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1920
la signora, come se il dire che non la
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1920
anni! ¶ Quella cifra empì il cuore di Marco, come
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1920
fondo del suo cuore il desiderio; e il leggero
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1920
cuore il desiderio; e il leggero profumo si ridiffondeva
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1920
gracilità del busto e il collo magro, troppo bruno
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1920
si annodava, fusa dopo il piccolo gelo di prima
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1920
artificiosamente nelle sue parole il ricordo di quella sera
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1920
per quel forzato mutismo, il desiderio della bella donna
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1920
un bel concorso – disse il giovane ufficiale. – Ci sono
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1920
non ci vengono? – disse il giovane arditamente. ¶ – Dove? Dove
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1920
di franchi, buoni per il vicino Montecarlo... ¶ – Fra una
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1920
Montecarlo... ¶ – Fra una settimana; il quindici di marzo. ¶ – È
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1920
rose di fuori – ammonì il padrone di casa – e
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1920
s'imporporava come se il sorriso muovesse tutto il
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1920
il sorriso muovesse tutto il suo giovane sangue e
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1920
pur già voluttuosa: mentre il collo nell'atto palpitava
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1920
andare anche te! – suggerì il marito, imparzialmente. – Una settimana
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1920
una luce trattenuta, come il sorriso delle labbra, ma
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1920
più profondo, più ambiguo. Il mistero di quello che
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1920
Su quest'ultimo complimento, il pranzo era finito. La
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1920
un altro salotto per il caffè. ¶ Adesso era Marco
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1920
Lo devo! Si ricordò il viso pallido e amaro
194
1920
Giovanna quell'ultimo giorno, il suo gesto scoraggiatole l
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1920
era venuto in villa, il mattino e la sera
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1920
a poco a poco, il ricordo del viso amaro
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1920
violento di carezzare ancora il suo seno nudo, egli
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1920
si foggiava in mente il pensiero di mille pericoli
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1920
senza di lei. E il giorno dopo, senza pensarci
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1920
quella porta... ¶ Poi che il pianerottolo era scuro, egli
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1920
ammucchiati stoffe, vestiti, tutto il materiale del suo lavoro
202
1920
particolari del colloquio. Era il suo primo vero contatto
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1920
quell'ira finiva dunque il loro amore? A lui
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1920
aderisce alla sua bocca, il calore del suo corpo
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1920
ne vergognava... Era stato il solito idillio di studente
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1920
divertimenti, i salotti, tutto il mondo consueto e suo
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1920
ch'ella chiamava tranquillamente il suo «amico». Ma era
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1920
donna che formava tutto il servizio di Giovanna. E
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1920
accoglienza era cortese: ma il giovane credé di sentirvi
210
1920
sorridente, come combattuta fra il piacere di vederlo e
211
1920
piacere di vederlo e il timore di qualche seccatura
212
1920
di là che finisce il cómpito di scuola... È
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1920
così lontana da lui, il suo spirito di eleganza
214
1920
Guarda chi c'è!... Il signor conte... ¶ Ella si
215
1920
Chiamami signor Marco! – corresse il giovane carezzandole ancora i
216
1920
sorrise più franca: e il suo sorriso la imbellì
217
1920
contenta... Adesso lasciamola. Finisci, il signor... il signor Marco
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1920
lasciamola. Finisci, il signor... il signor Marco. ¶ Spontaneamente, con
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1920
saliva: lo riconobbe. Era il cavaliere Suardi, l'«amico
220
1920
suo pensiero. Quella sera, il colloquio con sua madre
221
1920
come se si facesse il deserto, come se la
222
1920
per la meditazione sentimentale il disprezzo involontario che si
223
1920
utili lo sport e il giuoco, l'amore per
224
1920
e per gli altri il guadagno: ma il sentimento
225
1920
altri il guadagno: ma il sentimento? E non lo
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1920
violenti. ¶ Camminò ancora con il suo passo misurato, tranquillo
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1920
sotto gli alberi. Poi, il senso di quella inutilità
228
1920
suo palco. ¶ Delle piante, il profumo, e il caldo
229
1920
piante, il profumo, e il caldo più forte, quanto
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1920
un maggiordomo noto per il suo «stile», già cameriere
231
1920
faccie conosciute di Landi il pittore, di Andreini. Poi
232
1920
pittore, di Andreini. Poi il padrone di casa gli
233
1920
dall'altra sera: ricordava il suo colorito acceso e
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1920
non ricordando: ¶ – Mio marito. ¶ Il marito si chinava, con
235
1920
sera, caro conte... ¶ Ma il caro conte si era
236
1920
ritrovava sulle sue labbra il profumo... Ella gli disse
237
1920
un poco, come se il freddo fosse una rivincita
238
1920
ne intese a mezzo il nome... ¶ – L'avvocato Ardano
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1920
quella di Andreini. Solo il pittore non si mosse
240
1920
moglie, di Landi – disse il marito traendolo con sé
241
1920
durato poco. Era venuto il collegio, poi il servizio
242
1920
venuto il collegio, poi il servizio militare; poi la
243
1920
forte sulle sue spalle il peso della dominazione materna
244
1920
infatti s'ingolfava sotto il portone. Così dolce. Marco
245
1920
Aveva tempo. Poi, come il soffio si rinnovò, un
246
1920
guardava la sua città, il cui vecchio cuore pareva
247
1920
in casa mia?» Poi il pensiero s'era volontariamente
248
1920
buona? ¶ – Sempre. Canepa è il primo cuoco d'Italia
249
1920
si affacciò, si protese. Il soffio tepido di primavera
250
1920
Lontane le primavere che il soffio risuscitava: morte in
251
1920
di Marco: ed era il più delle volte un
252
1920
sé, sola. Riconobbe subito il suo passo leggero, la
253
1920
parve esitare, indugiare, attardando il passo; poi, sotto un
254
1920
questi non osò interrogare. Il suo sguardo seguiva le
255
1920
quel personale ventenne, e il viso così puro di
256
1920
ovale, quasi luminoso sotto il cappello nero... E quando
257
1920
quel portamento di signora... ¶ Il silenzio pesava. Marco interruppe
258
1920
domani... ¶ Fece per riprendere il passo in su. Marco
259
1920
ella se lo confessasse, il prestigio del titolo, unito
260
1920
ultima, la teneva per il giovine che le parlava
261
1920
in ogni suo atto il segno delle abitudini onde
262
1920
le tremavano un poco. Il fiume era scuro, con
263
1920
La primavera notturna aiutava il desiderio a sbocciare. I
264
1920
tigli erano così profumati, il Valentino invitava. E più
265
1920
Napione, oltre Po, lungo il canale Michelotti. Ella pareva
266
1920
era meglio non mostrare il suo dolore, per non
267
1920
per non fargli sentire il peso della loro relazione
268
1920
tristezza inconscia e come il bisogno generoso di aiutare
269
1920
portavano allora, egli vedeva il piccolo piede ben calzato
270
1920
per la prima volta il desiderio, nella gelosia, si
271
1920
ultime, nascere in lei il brivido supremo... Ella gli
272
1920
non disse nulla. E il convegno, quando si lasciarono
273
1920
Adesso ella aveva lasciato il magazzino e si era
274
1920
una sua piccola operaia; il portinaio, da uomo accorto
275
1920
i capi della città. Il loro amore sfidò tutte
276
1920
carina... Sotto la veletta il suo viso per il
277
1920
il suo viso per il freddo fioriva, e la
278
1920
un regalo di lui, il suo seno tepeva quand
279
1920
ella si abbandonò inebriata... ¶ Il primo? Ella non lo
280
1920
che rendevano quasi necessario il nido, il riparo... ¶ E
281
1920
quasi necessario il nido, il riparo... ¶ E quest'altra
282
1920
parve espandersi in tutto il suo essere. Qualche rimprovero
283
1920
e ne vide uscire il commesso che voleva sposarla
284
1920
lì inaspettata, mentre ancora il giorno prima non gli
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1920
Come andarono lieti per il solito viale! Pareva quasi
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inutilmente... ¶ – Ah! Ma sanno? ¶ Il pensiero che sapevano gli
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i commenti, i rimproveri. Il suo viso espresse il
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Il suo viso espresse il suo rammarico. Giovanna interpretò
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come per installarvisi meglio. Il pittore esitò un istante
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propizia... Non ho avuto il coraggio di perderla... ¶ – Un
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l'invito a pranzo... il personaggio... Era sul serio
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amici... Ci troverà anche il pittore Landi... Signore no
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dei gruppi irruppero, e il piccolo ridotto si empì
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baraonda. Ella voltò vivamente il capo, contrariata, ma già
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affrettarono, inseguiti. Marco sentiva il suo braccio premerlo, con
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molto. Un desiderio fisico, il solo che durasse vivo
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malgrado lo sport, malgrado il mondo, malgrado i viaggi
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pelliccia sul domino; e il suo corpo riappariva un
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veniva verso di lei. Il cavalier Suardi, il suo
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lei. Il cavalier Suardi, il suo amante, quasi marito
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da quanto? Marco evitò il gruppo, passò oltre... Era
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Giustino apparve frettoloso: ¶ – Signorino, il telefono! ¶ – Chi è? Rispondi
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Rispondi te... Ho fretta... ¶ – Il signor tenente Andreini... Chiede
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tenente Andreini... Chiede se il signor conte stasera va
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andato via, suo cugino, il signorino Ettore... E il
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il signorino Ettore... E il cavaliere... ¶ Marco s'incamminò
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specchiere, consolle e poltrone. Il primo era più vuoto
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sgabello basso, Ettore Cavero, il cugino, parlava animatamente, agitando
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indifferenza che doveva parerle il colmo della finezza esteriore
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preoccupava di chiedersi se il suo lavoro non fosse
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spenta di rigidità militare. Il cavaliere Bardosi, antico amico
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una vita metodica tra il Club dove andava tutte
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andava tutte le sere, il suo appartamentino di scapolo
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tutta la mattina, e il salotto della vecchia amica
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quel ritornello. E conosceva il rotar di quegli occhi
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metodica di lui, tra il club e la casa
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e la casa, e il salotto di sua madre
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allora vi trovava ancora il conte, il quale però
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trovava ancora il conte, il quale però scompariva quasi
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un lanciere. Mite, malgrado il suo aspetto, e timido
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d'allora: quello era il suo divertimento? E Marco
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Bene? ¶ – Peuh! Peuh! ¶ – Ma il Regio? ¶ – Mediocre! – mormorò Marco
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lui. – Che dite? ¶ Ma il gesto conquistatore di Bardosi
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lo denigravate... ¶ – Io? – bofonchiò il cavaliere. – Io dicevo soltanto
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contro la fiamma viva, il lungo corpo dinoccolato, curvato
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Tra la paura e il desiderio, bisognerebbe decidersi, mamma
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i capitali ci sono, il lavoro è pronto. Si
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pronto. Si capisce che il pubblico abbia fiducia. Si
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Dicono, almeno!... ¶ – Non fate il gesuita... l'ipocrita! – corresse
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sfuggire quella parola che il suo clericalismo disapprovava. – Come
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ritirò di nuovo verso il sofà... ¶ Marco aveva trasalito
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o fuggitivi. Ella aveva il fiuto come di un
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lo irritava profondamente, malgrado il rispetto, come un senso
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A che ora è il pranzo? – chiese la contessa
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Presa in contraddizione fra il suo spirito di presunzione
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di presunzione araldica e il suo rispetto per le
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I. ¶ Marco chiuse il libro di colpo e
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tardi... ¶ Guardò: le sei. Il pranzo era alle otto
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come mai imbruniva così? Il crepuscolo di quella bella
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carrozze, i trams, tutto il movimento della vita aerale
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discretamente mondano, abitudinariamente elegante. Il resto della giornata era
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scopo. La sera era il meglio. ¶ Quella sera la
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suoi gran capelli biondi, il suo carnato d'aurora
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suo carnato d'aurora, il suo sorriso infaticabile. Si
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sorriso infaticabile. Si ricordò il modo bizzarro in cui
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ricordò la sua voce, il suo sorriso, l'invito
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L'aveva fatta costruire il signor Almieri stesso, con
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un tempo che consente il pronto livellamento delle classi
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gli agi, conservando insieme il disprezzo di tutti gli
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Marco chiamò: ¶ – Giustino! ¶ E il suo vecchio servo comparve
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servo comparve sulla soglia. ¶ – Il signorino ha chiamato? ¶ – Sì
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Giustino. Preparami da vestirmi. Il frac. ¶ Giustino scomparve di
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e aveva sempre rimandato il provvedimento... ¶ Anche quel giorno
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madre. E, come sempre, il bisogno di non turbare
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Sua madre? – rispose Giustino. – Il Cavaliere: poi suo cugino
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Cavaliere: poi suo cugino, il signor Ettore. ¶ Doveva andare
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dopo.... ¶ Involontariamente Marco curò il suo vestirsi, più di
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già di qualche ruga il suo viso regolare di
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ancora abbondantemente fornita. Facendosi il nodo della cravatta, Marco
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denuda, per offrirsi. E il suo profumo, quel profumo
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consistenza e verità. Leggera? Il suo passato era incerto
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la bautta e sotto il domino, in quella sera
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veglione al teatro Regio, il gran veglione, l'unico
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infatti ricordava benissimo che il barone Enguer un giorno
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aveva più saputo nulla. Il personaggio, chi era? Era
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gli mise violentemente sotto il naso un enorme mazzo
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scontento cresceva in lui, il senso confuso di aver
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e con suo marito. ¶ Il senso di placidità diventava
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l'acconciatura provocante, malgrado il seno quasi scoperto, Giovanna
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Tu non hai visto il marito di Paolina? ¶ – Io
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poi, avendo guardato intorno, il suo viso s'illuminò
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suoi occhi parvero illanguidirsi, il suo seno si sollevò
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non lo pensò. Cessato il piccolo brivido di desiderio
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a vent'anni, forse il primo... Uhm! Forse che
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guardavano. Non esitò; contò il numero, salì due scale
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li presentò: ¶ – Mio marito. Il pittore Landi... Si conoscono
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conoscono? ¶ Marco conosceva sì il celebre pittore, gran paesaggista
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corta barbetta grigia e il collo insaccato nelle spalle
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che alla persona: ¶ – Carlo, il conte Marè... ¶ Marco pensò
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son venuto qua? Poi il fascino della donna lo
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non aveva mai visto, il bel viso fresco, di
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cui gli occhi mettevano il contrasto di due pietre
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svelate dal domino, ma il collo nudo, leggermente pieno
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respira... ¶ Si alzò, prese il braccio di Marco. Pareva
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alzò di scatto. Ma il tumulto del suo cuore
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pensiero non posavano. Prese il cappello, i guanti, la
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per uno sgombero, entrava il sole, l'aria, il
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il sole, l'aria, il caldo. Un ronzio di
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luoghi solitari, abbandonati, turbava il silenzio. Marco esitò, poi
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chiarissero. Era così chiaro il crepuscolo, e la vita
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e di agire così? Il delinquente che torna a
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che torna a rivedere il luogo della sua colpa
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luogo della sua colpa, il maniaco che ritenta quello
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ritenta quello a cui il suo pensiero senza freni
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fianco e gli dettasse il da farsi. ¶ Se fosse
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per cui egli esisteva! Il pensiero della continuità delle
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parola benedetta che sciogliesse il tetro incanto in cui
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detto in agosto... ¶ Ritentò il campanello. E di lontano
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di nuovo taciturno, riprese il discorso tranquillamente: ¶ – Povero Marto
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selce è percossa. Guardava il viso di Giovanna, tranquillo
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Non ti senti bene? ¶ – Il caldo – balbettò lui. – La
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Poi disse, come seguendo il filo d'un suo
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nel tuo interesse, per il tuo egoismo. Era una
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riconoscere d'un tratto il diritto eterno del padre
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potere maschile nella famiglia. Il suo istinto materno, da
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sai. Certo, ognuno ha il suo orgoglio. E io
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orgoglio. E io ho il mio. E forse, se
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tristezza di rimorso. Tutto il passato parve risorgere. Ed
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anche le parole e il tono volgari gli parvero
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Anch'io ho avuto il mio primo, tuo fratello
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tua madre... Quantunque... ¶ E il cicalìo continuava, volgaruccio, un
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anche; come se, passato il timore, preso ormai un
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chiamo... ¶ Udì di là il suo passo decrescere. Poi
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Poi, una porta aprirsi, il passo tornare... Sentì una
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nemica crudele che calpestava il suo cuore come un
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perso! Noemi! urlò disperatamente il suo amore. Poi, come
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per quella traccia visibile, il senso della comunanza della
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automatismo che solo reggeva il senso della correttezza, diventato
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da tanti anni natura. Il suo spasimo continuava: pareva
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Un ricordo gli traversò il pensiero: del giorno in
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verso di lei, verso il suo amore? ¶ Volse a
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si aggirava, cercando forse il rifugio d'una notte
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potuto saziarla? ¶ Ed ecco, il tormento si riprecisò. Risentì
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trascorsa da così poco, il peso dolce di un
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capelli e della giovinezza, il fremito e l'alito
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suoi occhi dove, sotto il cruccio e il rimprovero
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sotto il cruccio e il rimprovero, pareva piangere una
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dunque? Ma dunque? E il tempo passava; i minuti
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dei suoi sentimenti. ¶ Guardò il fiume, adesso, chiaro nell
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Pure, per l'atto il pensiero si destò. Riposarsi
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Qualunque via scegliesse era il dolore. Allora? Una improvvisa
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insorse. Lui, Marco Marè, il conte Marè di Pralbuono
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vecchia querce, sua madre! Il pensiero che ci fosse
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pensiero che ci fosse il prete non lo turbò
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mise accanto al meccanico. Il pomeriggio d'estate cadeva
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caldo dai lastrici mozzò il respiro a Marco. Ma
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Quando fu arrivato sotto il portone di casa sua
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di circostanza dove appariva il disegno di compiangere rispettosamente
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nel salottino c'è il cavaliere... ¶ – Ah! ¶ Volle proseguire
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poi si ravvisò... Traversò il primo salotto e presso
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in una poltrona, vide il vecchio ufficiale. ¶ – Finalmente! Marco
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Speriamo! – mormorò Bardosi. ¶ – E il medico? ¶ – Viene alle sei
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un'ora. Ah! Ecco il canonico che se ne
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Tu, figliuol mio? – disse il sacerdote. – Va, ti aspetta
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mani di Dio! – disse il prete. – Offrite a lui
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prete. – Offrite a lui il vostro dolore, figliol mio
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capì: volle interrogare. Ma il prete già lo spingeva
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spalle, tracciando su lui il segno della croce... ¶ E
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sentore di farmaci. Vide il letto monacale in fondo
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lei, in ginocchio, notò il suo volto. Emaciato, cereo
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Qualcuno ha potuto pensare... Il mondo è cattivo... Non
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Una tristezza lenta empiva il cuore di Marco. Come
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più vivo ancora che il suo istinto filiale: il
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il suo istinto filiale: il suo istinto umano. ¶ Reagì
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si slanciò con tutto il suo affetto, verso quella
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L'ho fatto per il tuo avvenire... Allora credevo
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tumulto, come di tutto il suo sangue scosso, empiva
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un'angoscia improvvisa, come il terrore d'un peccato
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invocazione che Marco sentì il suo dolore perdersi. Passò
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riprendeva. Crescevano i brividi: il suo corpo si raggricchiò
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campanello disperatamente... ¶ – C'è il medico! – disse la cameriera
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1920
piangendo, lo trasse verso il letto. ¶ – Chiudi la porta
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Marè. Guardava l'aria, il sole, le cose, come
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le può più godere. ¶ – Il testamento? Sai che c
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Ettore, anche per scuotere il silenzio... ¶ – Non so; bisognerà
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era lontana. ¶ – C'è il cavaliere... ¶ Macchinalmente, Marco fe
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non c'è che il divertimento. E Marco su
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suo scrittoio, guardava distrattamente il cumulo di lettere, di
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dorato nel fondo. E il suo nome scritto così
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più, come se tutto il suo sangue colasse da
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con una intuizione che il dolore aveva destato in
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mani come per attanagliare il pensiero. Da tre giorni
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le parole funebri, rivedeva il viso cereo e ardente
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Doveva occuparsene, doveva assumere il peso di quella vita
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allora... Ma allora? E il pensiero più doloroso, quello
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in lui avesse avvertito il pericolo. Poi pensò: Perché
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perderebbe Noemi... ¶ Di nuovo il pensiero di perderla tornò
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altri sapessero... Certe desideravano il matrimonio: ma in quelle
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aspettava... ¶ – Giustino! ¶ – Comandi – disse il servitore accorso. ¶ – Preparami le
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accorso. ¶ – Preparami le valige. ¶ – Il signor conte riparte? ¶ – Sì
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di orgoglio, di nuovo, il pensiero di essersi così
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permesso che nessuno penetrasse il suo segreto... Nessuno! neanche
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che gioia umiliarle tutto il suo amore; ma per
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indifferenza, ah! no, meglio il silenzio... ¶ Tutto ad un
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Tutto ad un tratto il silenzio, intorno, fu rotto
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per la stradina. Aveva il sole in faccia e
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così, sorridendo, e portandogli il sole nei suoi occhi
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egli quasi ne sentiva il respiro. E a lui
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di una indiscrezione. Vedeva il carnato delle sue braccia
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ferro della sua picozza il compagno frangeva il ghiaccio
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picozza il compagno frangeva il ghiaccio della fontana dove
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morto. Certo ella vide il suo pallore perché un
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Marco era caduto. – Sono il tuo schiavo – pregò mutamente
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sua fuga, uscì. Prese il viale andando a caso
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parlarle! e.. Dirle finalmente il suo amore, sapere se
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I ripari erano crollati, il torrente travolgeva. ¶ Camminava, adesso
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della canzone della capigliatura. Il suo cuore, i suoi
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i suoi sensi ardevano. Il torrente diceva sempre: Parlarle
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lo schianto, anche, che il dubbio, il freddo... Ma
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anche, che il dubbio, il freddo... Ma quando? Non