Matilde Serao, Addio, amore!, 1890

posto, Laura il secondo; il posto in mezzo era

diretta da Carlo Scalisi: il pubblico era immobile, pietrificato

quella pace. Ora che il divo tenore Roberto Stagno

Dias. Costui parve sentisse il magnetismo di quella occhiata

palco delle sorelle Acquaviva. Il giovane gentiluomo era di

Cesare Dias, torcendo macchinalmente il nero mustacchio, ascoltava la

ancora, ma così dominante il debole cuore di Anna

E di nuovo, come il fiore del girasole magicamente

e Luigi Caracciolo. Tutto il resto del teatro, dal

profili indistinti, mentre tutto il fascio della luce le

occhi. ¶ Ma sentivano, colà, il magnetismo di quegli occhi

musica, di cui cominciava il finale del primo atto

delle Acquaviva. Subiva egli il magnetismo? Chi sa! Guardava

Chi sa! Guardava. Quando il sipario cadde e Roberto

ella si buttò indietro; il luminoso teatro si era

le poltrone restavano deserte. Il giro delle visite era

nelle interminabili ore che il sole scompare. A un

vedevano i due profili, il pallido e nobile profilo

di Cesare Dias e il profilo giovanile, un po

colpetti brevi e leggeri, il suo gran ventaglio di

po' di sangue, che il calore del teatro vi

malattia, la convalescenza e il lungo periodo di riposo

impallidendo sempre. ¶ - È forse il caldo: aprirò la porta

Grazie, molto meglio: era il caldo. ¶ E tentò di

la trattenne, temendo che il caldo la disturbasse di

scricchiolìo dei passi e il chiasso delle porte continuava

venire - disse Stella, crollando il capo. ¶ - No, no, Stella

Martini che aveva ripreso il suo posto, accanto a

silenzio nella sala, per il secondo atto. ¶ Ancora qualche

del cuore della moglie, il cuore del marito, tanto

posto, vedeva meno bene il palco numero quattro, di

poco, lasciando vedere tutto il suo interesse. E mentre

due minuti le battè il cuore così precipitosamente, sotto

estranea, a lei indifferente, il sottil velo si levava

pettinate, bene vedeva Anna il profilo di colui che

d'amore di Valentina, il dramma vibrante nell'anima

carezze dell'eleganza, rinforzano il sentimento e l'istinto

lei, e lei aveva il diritto di amare come

conosce, chi sa perfettamente il proprio destino e vi

volgendosi, mentre di nuovo il sipario scendeva, ella si

pensava a nessuno, fissava il palcoscenico, seguiva i passi

la osservò. E mentre il sipario discendeva, ed Anna

Anna non chiese. Levò il bianco ventaglio all'altezza

Caracciolo. Con due parole il tutore lo presentò alle

subito sullo spettacolo. Sovraneggiando il suo turbamento, Anna sola

tanto sentimento - soggiunse Anna. ¶ - Il talento d'artista basta

col capo. ¶ - Del resto, il numero degli artisti di

ho uditi, è vero... il che non toglie che

fibra che si ribellasse, il sangue dormiva nelle vene

sangue dormiva nelle vene, il cuore non era che

prima convenire meco che il vostro criterio della vita

quanto si può. Tutto il resto è rettorica. Ho

tacere che dire tutto il proprio cuore, meglio essere

vide che poteva tentare il gran colpo. ¶ - Giustino Morelli

giorno da voi, Anna, il rimprovero di aver fatto

la vostra collera e il vostro disprezzo per tutta

cosa sciocca, Anna. ¶ Era il gentiluomo corrotto e raffinato

tutte le coppe, era il gaudente sempre annoiato e

una cosa sciocca, perchè il mondo è pieno di

egualmente la disistima e il disdegno... ¶ - Ma allora? - chiese

era la parola segreta, il nodo della questione, poichè

che, dopo quella risposta, il punto interrogativo della sua

di rigenerazione. Aveva dentro il cuore tutta una nostalgia

in porto; forse, attraverso il temporale, nella disperazione, egli

saggio sacrificare tutto per il piacere, per le apparenze

avendo per sostegno solo il proprio fragile errore: Cesare

e la luce, sotto il pio tremolare delle stelle

già strappato alla sfinge il suo enigma. E tutto

crebbe nella stanza, dove il mite tramonto primaverile metteva

chieder ciò, senza indovinare il perchè. ¶ Cesare Dias levò

perchè. ¶ Cesare Dias levò il capo, si alzò dalla

la fanciulla. ¶ - Che è il passato? Nulla. ¶ Di nuovo

sempre un avvenimento per il gran pubblico napoletano, qualunque

Stagno: in quell'opera il pubblico li doveva udire

soprabito rialzato, mostrando sotto il cappello di seta a

ai pompieri; mentre sotto il portico, innanzi alla porta

sciarpe di garza, posavano il gentil piede calzato di

dall'apertura si vedeva il duplice bianco scalone e

duplice bianco scalone e il gran pianerottolo vivido di

da tutti i pori, il piacere intellettuale e sensuale

soprabito aperto che mostrava il candido petto della camicia

tutto. Alle otto, sotto il porticato, per le scale

udivan voci che chiamavano il custode dei palchi, mentre

otto meno cinque minuti, il gas si alzò; e

dal maestoso sipario che il Sanquirico dipinse così largamente

sospiro di sollievo, e il brusìo della gente che

Laura aveva fatto adornare il suo vestito di garze

modo di avvolgere tutto il busto in una candida

di oro brunito, e il viso ovale e roseo

freschezza ammirabile. Anna portava il busto del suo vestito

si arrovesciava infantilmente, lasciandole il collo scoperto: un nastro

fra la manica e il guanto; tutto il carattere

e il guanto; tutto il carattere della sua persona

dopo la malattia sofferta, il viso di Anna si

indietro: Anna aveva preso il primo posto, Laura il

il primo posto, Laura il secondo; il posto in

la luce, lasciando che il silenzio, la penombra, il

il silenzio, la penombra, il riposo facessero il loro

penombra, il riposo facessero il loro effetto benefico sulla

col soprabito aperto ed il cappello in mano, sempre

di Anna, lentamente, sfiorando il tappeto: Cesare Dias fuggiva

di debolezza, in cui il suo animo era malleabile

la fanciulla riprendeva tutto il vigore del suo temperamento

sarebbe stato impossibile trasformare il suo spirito. Giusto, Anna

vollero parole per dire il suo sentimento. Poi, dopo

mattina, la inferma e il tutore. Egli leggeva il

il tutore. Egli leggeva il giornale, quando un soffio

sua presenza fece finire il breve colloquio. Anna, accasciata

Laura mia... ¶ - Quietati, Anna. ¶ Il tono era un po

sempre più alla salute, il sentimento di umiltà e

e venivano, che avevano il sangue tranquillo e la

salute, turbata di spirito, il suo passato le faceva

sua inettitudine. Quando faceva il paragone fra Giustino Morelli

traviata come la sua, il pentimento si faceva più

Poi, questa frase istessa, il suono della propria voce

con voce fievolissima. ¶ Adesso il suo solo desiderio era

quanto le avrebbe imposto il suo tutore, a quanto

sempre che le chiedevano il suo parere, la sua

ella diceva sì, chinando il capo, col motto, col

gli occhi socchiusi e il capo appoggiato ai cuscini

quello che era stato il ballo della sera prima

della sera prima, annunziava il viaggio di uno, il

il viaggio di uno, il matrimonio dell'altro; ma

la sua noia e il suo disinteressamento: solo, qualche

si metteva a burlare il mondo e i suoi

piccole cose, adesso, attiravano il suo cuore rimpiccinito. Essa

dal suo tempo, e il cui muto coraggio era

prendere in buona parte il suo tempo e le

consuetudini. Quando egli manifestava il suo disprezzo per tutte

umana da rispettare, è il successo; quando egli diceva

degli uomini raffinati, abbassava il capo, senza più ribellarsi

con Stella Martini. Infine il pretesto per andarsene lo

così ogni volta che il viso di Anna si

mal difeso, troppo sensibile, il cuore della fanciulla. Ah

voleva che ella avesse il cuore di bronzo, e

quando impallidiva, quando abbassava il capo pensando, quando la

fiacchezza sentimentale, che mostrano il cuore in preda a

nei buoni occhi amorosi il passaggio di una emozione

durante la sua malattia il medico, Antonio Amati, li

sdraiata nella poltrona, presso il balcone socchiuso, da cui

fragranti, ella sentì disfarsi il cuore di tenerezza, di

troppo. Vi manca completamente il senso della misura. Vi

si fece bianca come il merletto della sua vestaglia

vestaglia. Era dunque venuto il rimprovero temuto da tanto

lei, superstite dell'amore. Il lavoro del destino, tacitamente

febbre che le metteva il fuoco nel cervello e

occhi: naufragata. Non udì il trotto di una carrozza

uomo, che aveva posato il cappello e mostrava una

contratta dall'agitazione, portò il lume di là, posandolo

una volontà immensa vinse il suo abbattimento, si levò

fronte, quasi a temperarne il calore. Ella sentiva questa

di nuovo, quasi sollevasse il peso di una montagna

Vale a dire che il sangue troppo ricco, troppo

lasciato trapelare, e tutto il bollente sangue era venuto

un sangue nerastro. Mentre il grado della febbre non

non voleva diminuire, malgrado il chinino, Anna pareva sputasse

mani abbandonate sulla coltre il sangue cadeva caldo ancora

una forma violenta; e il volto tutto rigato da

Niente, Anna rispondeva: e il picciolo lamento continuava, profondo

s'impallidirono, sparvero: e il volto martoriato, rifatto buono

vi aveva rimesso tutto il miglior sangue della sua

gagliardo e animoso. ¶ Mentre il breve febbraio declinava al

bianche, stanca di reggere il peso dei neri capelli

sulle guance, che bagnavano il collo: nè piangendo, la

monaca, le rasciugavano pietosamente il viso, chiedendole che avesse

anche ingiunto Antonio Amati, il grande medico napoletano, che

contrariarla mai. Aveva perduto il sangue da tutte le

sospirare. ¶ Come Veronica asciugò il volto del divino Martire

essere un freno per il padre, che godeva la

ognuno, era Cesare Dias, il gaudente solitario e corretto

pur amando le donne, il giuoco, i cavalli e

de' suoi piaceri, che il fratello delle sue cene

Cesare Dias aveva compito il suo ufficio, non scevro

sulla testa: e anelava il giorno in cui le

del consueto. Poi, come il tempo passava, studiando i

era una rassomiglianza. Invece il carattere di Anna, aperto

esitazioni della sua rettitudine, il tutore oppose a tutte

via, pallido e rassegnato, il giovane innamorato. Una delle

spalle, moto familiare, dopo il quale egli riprendeva immediatamente

vita, la critica ignora il genio, la ragione ignora

una fanciulla che giuoca il suo onore e il

il suo onore e il suo avvenire così, è

già perduta, che dava il corpo e l'anima

protettore, di amico: eppure il morto padre, Francesco Acquaviva

Anna Acquaviva, di cui il carattere sempre vibrante gli

vibrante gli aveva ispirato il disdegno delle persone pratiche

difesa. E mentre faceva il viaggio in carrozza da

necessità dell'amore, come il corpo ha necessità di

aveva trovato in casa il vincolo, che la tenesse

di cui solo subisce il castigo. Laura Acquaviva, taciturna

dell'inferma, ombra sfiorante il pavimento, fermandosi ogni tanto

ogni tanto a sorvegliare il torpore affannoso, o la

così luminosamente che tutto il suo volto dalla bella

guance dove era affluito il sangue, dalle rosse labbra

una lieve contrazione attraversò il suo volto di buon

la sincerità e non il dolore. ¶ Ma rimase inquieta

cuore e le invadeva il sangue. Erano presso alla

via - disse ella impaziente. ¶ - Il treno per Metaponto non

e mentre si allestiva il pranzo, uno leggeva gli

e Anna teneva sempre il suo braccio attaccato a

al primo piano, e il cameriere che li accompagnava

campagna e la stazione; il cameriere con la stessa

ora, delle straniere, aspettando il treno. Ambedue, rimasti soli

Ella si guardò intorno: il salottino era volgarmente ammobiliato

eppure, nuovamente, le salì il rossore, al viso. Era

tacque; forse piangeva dietro il velo delle mani. ¶ - Se

disperato per te, per il passo che hai fatto

che hai fatto, per il tuo avvenire che hai

tua mente, di tutto il tuo cuore per apprezzare

Ella, macchinalmente, per nascondere il tremore delle sue mani

colpita al cuore. Tutto il breve salotto, e l

albergo, e Pompei, e il mondo parve che le

e non ho visto il pericolo, non ho capito

mai, Anna. Preferirò sempre il sacrificio al godimento, sempre

sacrificio al godimento, sempre il dovere amaro alla più

chiedendo forza per sopportare il suo martirio. ¶ - Sicchè - ricominciò

quella fanciulla, malgrado tutto il coraggio delle ore supreme

declinava, ella aveva guardato il paesaggio silenzioso: ma nella

ai vetri, per soffocare il suo strazio. Giustino non

cercava, sentendo bene che il mondo era scolorato senza

perduto, sentendosi mancare tutto il suo disperato coraggio. ¶ - Giustino

quello che fai, rinnegando il nostro amore... pensa a

quasi lo trascinava via, il cuore gli si gelò

e non riescirvi perchè il rapitore vi ha denunziata

lo capisco. Io sono il suicida che ha mancato

suicida che ha mancato il suo colpo di rivoltella

fatto per te, per il tuo bene; adesso mi

ne vai subito, apro il balcone e mi butto

crepitasse e scoppiasse sotto il battito delle vene gonfie

o rimpiangeva straziata tutto il suo amore dato a

tutto l'amore, tutto il dolore. Ah ella soffriva

ultimo saluto a tutto il passato, a tutto l

a tutto l'avvenire, il mormorio di una prece

di una prece mortuaria, il rassegnato requiem dell'anima

del suo spirito, quali il colpevole Baldassare le vide

guardò stranamente nel volto il cameriere, che portava una

resta qui, stanotte? - chiese il servo, posando il lume

chiese il servo, posando il lume sul tavolino. ¶ - No

la testa in là. ¶ Il cameriere la lasciò sola

nel salotto. A malgrado il paralume, la luce della

nero, dall'ala grigia. Il pallor caldo del suo

tanto ella si mordicchiava il labbro, nervosamente. Per molto

molto tempo ella tenne il libro delle orazioni, aperto

della chiesa. ¶ - Non avete il velo? - chiese Stella Martini

sguardo; poi, pazientemente, abbassò il capo e si mise

a recitare fra sè il rosario. Nel confessionale, il

il rosario. Nel confessionale, il buon prete dei Verginisti

gli rispondeva, conoscendo bene il carattere della sua penitente

confusamente; spesso non intendeva il senso delle semplici parole

delle semplici parole, che il prete le rivolgeva; spesso

grata; e infine quando il confessore le ebbe chiesto

ausilii nella sventura: che il Signore aborriva specialmente i

i sacrileghi che mescolano il sacro col profano, e

innanzi al confessionale e il padre Verginista si piegò

si piegò a vederne il viso e l'andatura

tranquillamente gli scalini, attraversò il chiostro senza affrettarsi, senza

da nolo, facendone sollevare il mantice, e dicendo al

automa. Alla stazione pagò il cocchiere, e macchinalmente chiese

di antichità. Ella mise il biglietto nell'apertura del

fra sè, macchinalmente, come il bimbo che non deve

azzurra costiera napoletana, dove il freddo invernale si mitigava

opprimente realtà. Filava, filava il treno mattinale fra la

fra la campagna e il mare, quasi rasentando le

in un cantuccio, dietro il cristallo dello sportello, passava

nell'orizzonte chiarissimo ondeggiava il fantasma di un avvenire

crebbe talmente, che quando il treno, oltrepassata Torre Annunziata

i pampini: era sparito il mare lucidamente azzurro, dove

pareva s'avanzasse minaccioso il vulcano, col suo eterno

una landa sterile, dove il fuoco era passato, distruggendo

la visita, avesse costui il cuore arido come la

presso una finestra, guardando il sentiero che aveva percorso

passione, cercando in essa il coraggio contro la sua

francese. Ella andava automaticamente, il suo cuore era preso

la passione. E insieme, il vecchio povero uomo che

povero uomo che faceva il suo mestiere, malgrado l

terme, l'amore e il piacere. Lentamente, fra il

il piacere. Lentamente, fra il tepore della mattinata sciroccale

i mercati, le botteghe: il vecchio avanti, borbottando le

una pietra, stanca, e il povero vecchio si sedette

un po' distante, abbassando il capo sul petto, addormentandosi

dal petto. Pure, riprendeva il suo cammino, dovendo far

cammino, dovendo far passare il tempo, volendo divorare le

di cammino da Pompei: il vecchietto e lei camminavano

pian piano, avendo pregato il guardiano di tacere, presa

mortale. E quando finalmente il vecchio le disse, per

una grande ombra, dove il senso di tutte le

le cose si smarriva; il nome di Giustino, ripetuto

profferita parola. Ella levò il capo, e vide innanzi

bisognava lasciarsi morire, sotto il crollo del proprio sogno

decisa, che avevano giuocato il gran dado della loro

stessa vampa che infiammava il sangue di Anna, gli

teneva muti, immobili, sotto il pondo della fatalità che

odiavano, certo; ma anche il loro amore era passato

parola convincente: egli darà il suo consenso. ¶ - Non potresti

non provando neppure più il terrore di esser sorpresa

loro camera, era acceso il lume, Laura era svegliata

svegliata, Laura aveva visto il suo letto vuoto, Laura

o avrebbe tranquillamente smorzato il lume. Almeno avesse potuto

del suo inganno! Ma il lume restava acceso e

era meglio affrontare coraggiosamente il suo aspetto. E d

volto verginale non ruppe il suo silenzio, non cambiò

lamentandosi sottovoce, senza che il suo pianto arrivasse a

sua sorella, abbandonato placidamente il biondo capo sul guanciale

mi muoia sulle labbra; il suo silenzio ha per

mi ferisce, prima per il tono, poi per le

mia sorella che possedeva il mio segreto, che mi

che ella poteva narrarlo, il segreto di quella notte

da me. Ebbene, malgrado il mio turbamento, malgrado che

l'abisso che divide il mio carattere da quello

saggio, chiedevo di dare il consenso al mio matrimonio

Cesare Dias ha negato il mio amore e il

il mio amore e il tuo; ha negato che

vivere senza affetti profondi: il suo vocabolo è stato

pianto, come ho prostrato il mio spirito innanzi a

tre volte fatto perdere il lume degli occhi, e

alzandosi per far cessare il colloquio. ¶ "Se ne è

fugge di casa, secondo il comune giudizio degli uomini

dopo, non muore mai il sospetto. Sento che butto

d'amore. Ma anche il destino è stato così

una fortuna e togliendomi il padre, dandomi un cuore

e sconosciuta che fugge il paese glaciale del polo

l'amore. Tu sei il sole, tu sei l

io viva teco, sotto il tuo tetto, raccogliendo il

il tuo tetto, raccogliendo il capo stanco sul tuo

commetto. Non mi perdonerà il mondo. Ma io sdegno

saprò più nulla, che il tuo amore non sia

alla stazione. Ivi prenderai il treno Napoli-Salerno, che

e mi fa piegare il capo? La parola ultima

che io ho voluto il tuo male? Tu proteggerai

sei onesto, sei leale; il tuo amore ha delicatezze

persona per me, e il mondo, e Dio! Ah

più che l'imperioso, il feroce desiderio di fuggire

vero: ma dopo incomincia il grande avvenire. Ricordati, ricordati

casa: imbruniva. Poi abbassò il capo sul petto ed

tempo delicatamente graziose, e il cui fiore di bellezza

di cruschello, da cui il cruschello sia caduto; vestiva

sul letto di Laura, il cui biancore appariva confusamente

movimento, non sospirava neppure; il suo corpo pareva quello

acutamente di penetrare tutto il segreto delle tenebre, volendo

aveva freddo. Da che il lume si era spento

era diffusa per tutto il sangue, bruciandole le vene

bruciandole le vene, accrescendone il palpito, bruciandole la carne

poteva più seguirne, mentalmente, il precipitato movimento. Simile ai

sul guanciale, ella sentiva il calore diffuso della sua

non arrivava a vincere il tumultuoso irrompere del vivido

anche un lamento, ma il timore di svegliare Laura

le faceva palpitare disordinatamente il cuore: soffriva di non

di muoversi, facendo scricchiolare il letto, per udire se

nel suo, destata; ma il terrore di dover prolungare

affascinava sempre: e teneva il capo rivolto da quella

Quando finalmente ebbe indossato il vestito di lana bianca

come un mantello, e il confuso candore del suo

sparve. Pure, aveva eseguito il miracolo di vestirsi, stando

di inafferrabile nebbia, radente il tappeto. Alla metà della

in quelle tenebre perfettamente il suo cammino, arrivò alla

stipite della porta, fra il salotto e il salone

fra il salotto e il salone, e si fermò

ma raccomandandosi, a Dio! Il colpo dato contro la

vieni... ¶ Egli saltò agevolmente il muretto: stavano accanto ora

senza parlare, Anna curvò il capo e scoppiò in

Io non sento nè il freddo, nè la notte

nè la notte, nè il pericolo, nè nulla. Non

cara: un lamento, sopra il nostro sogno. ¶ - Non parlare

non vuoi lasciarmelo dire? Il dolce sogno, Anna, che

lo struggeva in tutto il suo disperato coraggio. ¶ - Cesare

sino in fondo: vedeva il suo dovere, e soffocava

mi accusi di rinnegare il nostro amore, che è

miglior cuore; tu meriti il più puro e il

il più puro e il più nobile affetto, tu

luce del mio intelletto, il sangue vivo del mio

dell'appassionata fanciulla sotto il peso di quella fatalità

fredde, come se tutto il gelo di quella nottata

amore, che le bruciava il sangue. Egli si appoggiò

soltanto ho inteso che il tuo non è amore

terra, sentendo abbassarsi sopra il suo capo il cielo

sopra il suo capo il cielo. ¶ - Se non posso

morte, Anna, non aumentare il mio rimorso. Sono io

io che ho messo il dolore nella tua lieta

e preferisco perdere tutto il rispetto della gente e

onesto e buono, affrontando il disprezzo degli sciocchi e

cattivi, che pure ha il suo peso, perchè gli

la mia stanza, durante il sonno di mia sorella

a quello che dirà il mondo di te? Oh

aveva acceso, abbruciava tutto il bell'edificio semplice e

a riprese, come se il respiro le si arrestasse

un silenzio profondo, ma il lume era sempre acceso

percettibile, cerea nel volto; il lume ardeva tristemente. Lo

piedi. ¶ - Perchè non spegnete il lume? - aveva, un giorno

del mare. Talvolta, udendo il cheto passo di Stella

di stelle, che parea il cielo avesse dei fremiti

questo, cogli smorti occhi il cui sguardo vagava, con

luce, dal sole, dove il profumo di violetta era

una finestra, a guardare il mare. ¶ In tutto il

il mare. ¶ In tutto il mese di giugno, dolce

tristezza di quella decadenza. Il tormento di Stella era

giorno di rincorarla, dicendole: ¶ - Il signor Dias ci aveva

ville avevano distese contro il sole le loro tende

bianche e azzurre, ma il ponente nelle ore pomeridiane

campagna, le case e il mare. Anna in tanto

più invadente in sè il desiderio del dissolvimento, e

alle anime inconsolabili, e il cui suono soltanto è

è una carezza; crollò il capo, abbozzando un sorriso

la carrozza allontanarsi. Attraversando il salone Anna uscì sulla

al morbido chiarore: e il paesaggio aveva qualche cosa

invaderle le vene, e il cervello, e il cuore

e il cervello, e il cuore, con un fiotto

delle esistenze che mancarono il loro scopo, per propria

destino; ella avrebbe chinato il capo alla morte, cupa

quella sera odiava anche il cielo. ¶ - Buona sera - le

mondo. ¶ - Gli è che il solo medico di voi

voi stessa - e cavando il suo astuccio d'argento

questa passione mi spezza: il mio cuore non la

solitario, non corrisposto! Tutto il piano del vostro avvenire

fallace, passeggera illusione; tutto il mio piano era campato

mani i bracciuoli, scuotendo il bel capo affilato dal

lo so. E pago il mio errore così caramente

lunghe anemie, che distruggono il corpo umano, fibra per

insopportabile, che attacca ora il cervello, ora lo stomaco

amati. Chi saprà mai il vero nome della malattia

che mi porterà via? Il medico scriverà la parola

sordo singhiozzo le ruppe il petto, pensando al tempo

che voi mi amaste. Il mio sogno da quel

egli disse, piano, guardando il gran mare scintillante, sotto

sento sanguinarmi di nuovo il cuore, come se in

miseramente se stessa e il suo amore: io ho

supremo atto di devozione. Il mio secondo sogno, semplice

cosa, Anna: essa gela il cuore e il sangue

gela il cuore e il sangue. ¶ - Che importa? Io

sacro, lo promettete? ¶ - Per il Signore che mi sente

che mi guardano, per il bene che porto a

mia sorella Laura, per il più santo elemento del

io vi riterrò come il mio più grande benefattore

fontane; e bisognava attraversare il gran viale di mezzo

nelle giornate in cui il mare era tempestoso e

cameriere, i servi e il cocchiere. La casa di

di casa e avevano il senso della loro ricchezza

senso della loro ricchezza. Il padre, Francesco Acquaviva, teneva

a cui aveva posto il nome della sua bella

morta prima di varcare il confine della giovinezza. ¶ Non

adorandola nella immaginazione. Certo, il tempo e la moda

e le imposte, perchè il vivido sole meridionale non

per non aver avuto il tempo di amare molto

le pareva ancora vedere il giovanile e delicato volto

le pareva di vedere il bruno e bel volto

madre a venticinque anni, il padre a trentacinque. Eppure

amava villa Caterina, come il nido familiare, cercando di

d'inverno in cui il suo amore per Cesare

che non vuol dire il proprio dolore: ma di

E a misura che il giorno in cui essa

per lei, si distendeva il bigio velo del distacco

le parlavano, guardando trasognata il suo interlocutore, quasi ella

vi reggeva. Ella preferiva il silenzio, ella, già trasformata

loro soffocante dolcezza, attraverso il mortale languore che ne

le cui frasi hanno il ritornello lugubre delle preghiere

passione, di entusiasmo, e il sangue saliva a colorarle

malediceva l'ora e il momento in cui aveva

avrebbe voluto richiamar indietro il messaggero, per lacerare quel

giorno a Cesare Dias, il giorno seguente si contraddiceva

bene di non aver il diritto di esser gelosa

in là, per celare il pianto che le velava

sorte in silenzio, divorando il proprio dolore, come tante

piegarsi, e a cui il conseguimento di ogni desiderio

fra la preghiera e il vaneggiamento, in un momento

attorno a lei che il deserto arido e bruciante

necessario che vi fosse il suo permesso. Egli rispose

rimando: andassero subito perchè il cambiamento d'aria sarebbe

poteva venire ad augurare il buon viaggio, perchè era

giorno innanzi. Durante tutto il tragitto, in carrozza e

col volto chino, dietro il velo di garza grigia

e non aveva che il desiderio profondo e inespresso

colta: ella aveva raggiunto il limite estremo, in cui

statua, quando essa imboccò il viale già verde, già

villa Caterina, Anna ebbe il senso di qualche cosa

compiuta, le parve che il piccolo volume della sua

di maggio, aveva abbassato il capo sulle mani guantate

mani guantate. Laura, finito il suo giro, si accostò

di chi ha compiuto il suo ultimo viaggio, di

appena ella ne distingueva il movimento, riapparivano queste due

oscurità, per darsi coraggio. Il sole che entrava dalle

quella stanza che era il tempio della gioventù, dell

sboccia sopra un sepolcro, il secondo amore è germogliato

che voi mi lascerete il diritto d'amarvi sino

mondo degli spiriti. Eccolo, il poi, il poi dell

spiriti. Eccolo, il poi, il poi dell'amore: è

mi amate, questo è il gran fatto: probabilmente non

di cui non conosco il segreto, quanti vostri desiderii

Malgrado che egli prevedesse il contenuto di questa lettera

che se vi fosse il lirismo più esagerato. E

più esagerato. E se il suo amor proprio di

di molto carezzevole per il suo vecchio cuore inaridito

l'istante della ribellione, il gran minuto in cui

vuol essere amato, come il mistico, nelle preghiere, implora

e vuole dal Signore il divino dono della Grazia

subito rivelato dove era il grave imbarazzo della sua

un'idea gli attraversava il cervello dicendogli: bada, ella

essere amata. Questo era il fatto: tutto il resto

era il fatto: tutto il resto era un cumulo

con un poeta che il cor del saggio poco

di se stesso. E il suono del campanello, che

in cui aveva messo il suo segreto, dopo l