parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovanni Crisostomo Trombelli, Le favole di Fedro liberto d'Augusto [traduzione da Fedro], 1735

concordanze di «il»

nautoretestoannoconcordanza
1
1735
util racchiuda la novella, ¶ Il potrà solo disvelar l
2
1735
Che non per ira il ciel punisce i rei
3
1735
spesso tarda la vendetta il fatto ¶ Con gli empj
4
1735
l’odio, che ha il forte a le ricchezze
5
1735
inchina; al venir Pluto il figlio ¶ De la fortuna
6
1735
cagione al Padre, che il richiede, ¶ N’adduce: Odio
7
1735
ragion corrompe. ¶ FAVOLA XII. ¶ Il Leone regnante. ¶ QUanto d
8
1735
retto avviso! ¶ S’approva il detto; pur veggiam non
9
1735
de le fiere fattosi il Leone, ¶ Per conseguir di
10
1735
conseguir di giusto Prence il nome, ¶ Oltre al natìo
11
1735
a tutte rende ¶ * * * * * * * ¶ Manca il rimanente, intorno e che
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1735
Chiesto da un altro il vecchio, così parla: ¶ *Prometeo
13
1735
testè parlai: ¶ E che il loro impastò, d’onde
14
1735
Per adattarlo, ove bisogno il chiede. ¶ Allorchè Bacco di
15
1735
cena ¶ L’invitò, così il nettare gli piacque, ¶ Che
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1735
barba a le Caprette il dono: ¶ Quasi le mogli
17
1735
e gli ornamenti, ¶ Quando il vigor lor manca, abbian
18
1735
a noi. ¶ FAVOLA XVI. ¶ Il Piloto e i Naviganti
19
1735
subito seren l’arreca il giorno, ¶ Di fosco, e
20
1735
e mesto, allor che il cangia in lieto. ¶ Reso
21
1735
cangia in lieto. ¶ Reso il Piloto dal periglio accorto
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1735
gli umani ¶ Strazj soggetta. Il pan, ch’a lor
23
1735
destinaro. ¶ La fama intanto il lor fallir palesa; ¶ Sicchè
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1735
a’ secondi, ad essi il podice ¶ Di replicato e
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1735
chieggono, l’impetrano. ¶ Siede il gran Padre, e la
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1735
i Cani, ¶ Poichè giugne il rumor loro improvviso, ¶ E
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1735
Non dèe, soggiugne, rattenere il Prence ¶ Gli Ambasciatori, e
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1735
si rilascian tosto. Ecco il perchè. ¶ I Can’, che
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1735
XVIII. ¶ L’Uomo e il Serpe. ¶ TArdi si pente
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1735
appena, ¶ Che l’uccise: il perchè chiesto: a’ malvagi
31
1735
XIX. ¶ La Volpe e il Drago. ¶ TErra scavava per
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1735
un Drago ¶ Appiattati guardava. Il vide appena, ¶ Che, di
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1735
o doni? E’ tale il mio destino. ¶ Se audace
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1735
d’erede, a cui il suon di cetta, ¶ E
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1735
incenso, ¶ Cui de’viveri il prezzo elice il pianto
36
1735
viveri il prezzo elice il pianto; ¶ E purchè a
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1735
aggiungasi, ¶ Con sordidi spergiuri il cielo stanchi: ¶ E purchè
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1735
pur di lode degno il mio lavoro; ¶ Esopo mi
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1735
Esopo mi fu duce, il resto è mio. ¶ Ma
40
1735
dire impresi. ¶ FAVOLA XXI. ¶ Il Naufragio di Simonide. ¶ DOvunque
41
1735
va, seco ha dovizie il Dotto. ¶ * Simonide d’illustri
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1735
men sentir di povertade il peso, ¶ Per le chiare
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1735
a gir, u’ stabilito il prezzo, ¶ Le lodi in
44
1735
Che in Geo nascesse il vuol comune sentenza) ¶ S
45
1735
di prezzo, e chi il danajo ¶ De la vita
46
1735
Di tue ricchezze prendi? Il tutto ho meco. ¶ Rari
47
1735
nuotando; i più sommerge ¶ Il grave peso, e ciò
48
1735
S’avviene, e appena il suo parlar lo addita
49
1735
consola: ed in grandezza il vinci, ¶ Ed in beltade
50
1735
vinci, ¶ Ed in beltade. Il collo pur t’adorna
51
1735
Sì vario n’è il color) più gemme intessono
52
1735
talento ¶ Divise i pregi il fato: a l’Usignuolo
53
1735
fato: a l’Usignuolo ¶ Il canto, a te beltà
54
1735
Se a destra è il Corvo, e la Cornacchia
55
1735
NIun altro servo avea il padron d’Esopo, ¶ Cui
56
1735
alcune case ¶ Ricerca Esopo il fuoco, al quale accenda
57
1735
casa ritorna. Un Saccentino ¶ Il vede, e perchè, dice
58
1735
ora col lume, ¶ Che il pianeta maggiore è nel
59
1735
in fretta parte. ¶ * Se il motto a rilevar l
60
1735
Con baje intrattener pure il volea. ¶ FAVOLA XX. ¶ L
61
1735
più d’uno deluse il primo aspetto: ¶ Sicchè rado
62
1735
io nol finga, mostrerà il racconto ¶ De’ Topi e
63
1735
e dispregia. ¶ FAVOLA III. ¶ Il Cavallo, e il Cignale
64
1735
III. ¶ Il Cavallo, e il Cignale. ¶ IN quel guado
65
1735
solea un Cavallo, ¶ Mentre il Cignal s'avvolge, il
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1735
il Cignal s'avvolge, il turba e mesce. ¶ Quindi
67
1735
mesce. ¶ Quindi vien lite: il Destrier d'ira acceso
68
1735
soccorso ¶ Chiesto, sul dorso il toglie, e al Cignal
69
1735
Cui trafigge con dardi il Cavaliere. ¶ Indi al Destrier
70
1735
possa; ¶ E suo malgrado il freno vuol, ch'ei
71
1735
in mano. ¶ FAVOLA IV. ¶ Il Poeta. ¶ CHe sovente in
72
1735
Che in molti insieme, il mio racconto insegna. ¶ * Morì
73
1735
ma con patto ¶ Ch’il retaggio ugualmente a lor
74
1735
loro. ¶ Allor poscia ch’il tutto avran consunto, ¶ Cento
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1735
chi intenda; ¶ Nè come il prezzo sborsino, se nulla
76
1735
eseguir s’accinge, ¶ Ed il popol le applaude, che
77
1735
popol le applaude, che il desio ¶ Sa de le
78
1735
gli orticelli ¶ Deliziosi, e il vin serbato ottenga ¶ Colei
79
1735
ameni. ¶ Sì fia che il lor retaggio a lor
80
1735
vendero, avrà la madre ¶ Il denar, che lasciolle il
81
1735
Il denar, che lasciolle il vecchio astuto. ¶ * Ed ecco
82
1735
uom, palese. ¶ FAVOLA V. ¶ Il combattimento de’ Topi, e
83
1735
agevol scampo. ¶ FAVOLA VI. ¶ Il Poeta. ¶ TU che nasuto
84
1735
brani del fratello, e il varco ¶ A la fuga
85
1735
punture lor andarne esente. ¶ Il dissi a tal (se
86
1735
VIII. ¶ La Volpe e il Becco. ¶ QUando un astuto
87
1735
a cui l’uscita, ¶ Il margo un cotal poco
88
1735
Che saziar non puossi il piacer mio. ¶ Scende il
89
1735
il piacer mio. ¶ Scende il barbuto: allor la Volpicella
90
1735
pozzo, e nel pantano il lascia. ¶ FAVOLA IX. ¶ De
91
1735
l riprendi. ¶ FAVOLA X. ¶ Il Ladro che spoglia l
92
1735
l’Altar di Giove ¶ Il lume accese, onde spogliarlo
93
1735
vita, ¶ Allor che giunga il destinato giorno, ¶ Vo’ che
94
1735
Vo’ che ne paghi il fio. Ma perchè il
95
1735
il fio. Ma perchè il fuoco, ¶ Per cui Religione
96
1735
non più si accende il sagro fuoco ¶ A la
97
1735
al figlio nel petto il ferro immerge. ¶ Portano intanto
98
1735
ferro immerge. ¶ Portano intanto il lume; il figlio vede
99
1735
Portano intanto il lume; il figlio vede, ¶ E la
100
1735
La giusta pena, e il ferro, di che armollo
101
1735
Augusto ch’ei, disciolto il nodo, ¶ Porti a la
102
1735
calunnia avvolte ¶ Sgombrate, e il ver ne la sua
103
1735
fonte appreso: ¶ Paghi (dice) il Liberto, che n’è
104
1735
i neri delitti avesse il vecchio ¶ Sollecito ricerco, e
105
1735
mia brevità, lungo è il racconto. ¶ FAVOLA XI. ¶ L
106
1735
di ch’era privo, il punge e morde. ¶ E
107
1735
quegli; ma tu, stolto, il danno ¶ D’avversa sorte
108
1735
a l’uom, ch’il suo fallir gli adduce
109
1735
gli adduce. ¶ FAVOLA XII. ¶ Il Pollo alla gioja. ¶ MEntre
110
1735
che non le gioje, il cibo estimo, ¶ A che
111
1735
A colui si dirige il mio racconto ¶ Che non
112
1735
apprende de’miei detti il senso. ¶ FAVOLA XIII. ¶ Le
113
1735
litiganti impone. ¶ Somigliante è il colore, uguale è il
114
1735
il colore, uguale è il corpo; ¶ Sicchè da lor
115
1735
Chi far non possa il mele, e chi lo
116
1735
chiaro. A l’Api il frutto lor si renda
117
1735
renda. ¶ * Di buon grado il racconto omesso avrei, ¶ Se
118
1735
scherno. ¶ Se n’avvide il buon vecchio, che potea
119
1735
fatto, o ser saputo? ¶ Il Popolo s’affolla. Il
120
1735
Il Popolo s’affolla. Il derisore ¶ Pensa, e ripensa
121
1735
tosto infranto; ¶ Ma se il rallenti, fia che forza
122
1735
sciolta rieda. ¶ FAVOLA XV. ¶ Il Cane all’Agnello. ¶ A
123
1735
capre ¶ Ove, gli dice il Can, folle t’aggiri
124
1735
Poscia cader dal ventre il lascia, io cerco. ¶ Io
125
1735
sicchè io n’abbia, il latte. ¶ Pur chi ti
126
1735
Ch’ognor del macellajo il colpo attenda. ¶ Come vuoi
127
1735
Non da le leggi, il mio racconto addita. ¶ FAVOLA
128
1735
avvien, che lo scortese il fio, ¶ Che sua alterezza
129
1735
qualche cavo tronco dorme il giorno, ¶ Toglieva il sonno
130
1735
dorme il giorno, ¶ Toglieva il sonno un’incivil Cicala
131
1735
sì le parla. ¶ Giacchè il tuo dolce armonioso canto
132
1735
di Febo udirmi sembra il plettro, ¶ Dormir mi vieta
133
1735
plettro, ¶ Dormir mi vieta, il nettare vo’ bere, ¶ Che
134
1735
a grado, ¶ Vieni che il beveremo. La Cicala, ¶ Ch
135
1735
alta Quercia a Giove, il Mirto ¶ A Venere, l
136
1735
Febo piacque. ¶ Gradì Cibele il Pino, Ercole il Pioppo
137
1735
Cibele il Pino, Ercole il Pioppo. ¶ Stupì Minerva, che
138
1735
A lor piacesser, e il perchè ne chiese. ¶ Sì
139
1735
sue l’Ulive eleggo. ¶ Il gran Padre a lei
140
1735
o figlia, ¶ Di saggia il nome, onde ciascun t
141
1735
s’imprenda. ¶ FAVOLA XVIII. ¶ Il Pavone a Giunone. ¶ MAl
142
1735
a Giunone. ¶ MAl soffrendo il Pavon che a se
143
1735
fosse a l’Usignuolo il canto, ¶ Con Giunon si
144
1735
beffe incontra. ¶ La Dea il consola: ed in grandezza
145
1735
lor disse, ¶ Se vittima il periglio non rimova: ¶ Altri
146
1735
dà moglie. ¶ FAVOLA IV. ¶ Il Capo della scimmia. ¶ FRa
147
1735
del sapor ne chiese. Il Macellajo: ¶ Qual è il
148
1735
Il Macellajo: ¶ Qual è il capo, tal è il
149
1735
il capo, tal è il sapore ancora. ¶ * Arguto egli
150
1735
è anzi che vero il motto: ¶ Spesso virtude in
151
1735
in cui se accetti il colpo, ¶ Premio ne avrai
152
1735
Sel crede, e scaglia il sasso; ¶ Ma s’ingannò
153
1735
Su una forca pagonne il giusto fio. ¶ FAVOLA VI
154
1735
tu pigra! ¶ Vuoi che il collo col mio stilo
155
1735
E perchè non affretti il tardo passo? ¶ Cui l
156
1735
al vento. ¶ FAVOLA VII. ¶ Il Cane, e il Lupo
157
1735
VII. ¶ Il Cane, e il Lupo. ¶ LIbertà quanto è
158
1735
Fermi si salutaro. Primo il Lupo: ¶ Onde tal liscio
159
1735
onde sì lauto cibo, ¶ Il ventre ti distese? Io
160
1735
ria fame astretto. ¶ Semplicemente il Can: Fia ugual tua
161
1735
sorte, ¶ Se ugual servizio il mio padron n’ottenga
162
1735
ottenga. ¶ E qual? Custode il dì sia de la
163
1735
più agevol fora sotto il tetto ¶ Viver agiato, e
164
1735
s’accorge, ¶ Che roso il Can da la catena
165
1735
da la catena ha il collo. ¶ Onde è ciò
166
1735
saperlo. ¶ Poichè sembro feroce, il dì mi legano ¶ Perchè
167
1735
chiegga, mi si porta il pane; ¶ Da la mensa
168
1735
pane; ¶ Da la mensa il padron l’ossa mi
169
1735
Così senza fatica empiomi il ventre. ¶ Ma se d
170
1735
io perdo. ¶ FAVOLA VIII. ¶ Il Fratello, e la Sorella
171
1735
Sorella. ¶ SPesso a mirarti il mio racconto insegna. ¶ * Un
172
1735
di sua età costume il porta) ¶ Prendevan giuoco, a
173
1735
S’affaccian. Sue bellezze il fanciul vanta. ¶ Ella nol
174
1735
e a grave oltraggio il reca. ¶ Corre al padre
175
1735
uomo) i femminili arredi. ¶ Il buon padre li bacia
176
1735
rei costumi; e tu il tuo volto ¶ Vinca con
177
1735
comun d’amico è il nome. ¶ * Picciola casa fabbricossi
178
1735
piacer mi roda.) ¶ Come il costume il vuol, talun
179
1735
roda.) ¶ Come il costume il vuol, talun del volgo
180
1735
egli rispose. ¶ FAVOLA X. ¶ Il Poeta sopra il Credere
181
1735
X. ¶ Il Poeta sopra il Credere, e non Credere
182
1735
Credere, e non Credere. ¶ IL credere egualmente è periglioso
183
1735
egualmente è periglioso, ¶ Che il non creder: gli esempli
184
1735
gli esempli in breve il mostrano. ¶ A la madrigna
185
1735
arrenda, ¶ Un sollecito esame il tutto indaghi, ¶ Anzi che
186
1735
con vecchj ¶ Esempj favolosi il persuada, ¶ Ciò narrerò, ch
187
1735
ver la moglie, e il figlio, ¶ Cui preparata avea
188
1735
ch’altamente sa che il cuor gli pugne, ¶ Ch
189
1735
la moglie ¶ Dorme, ch’il figlio vuol ch’ivi
190
1735
che non pote ¶ Rattener il furor, ch’il cuor
191
1735
Rattener il furor, ch’il cuor gl’ingombra, ¶ S
192
1735
uom, nulla avvertendo, ¶ Purchè il dolor de l’onta
193
1735
indarno: ¶ Poscia a se il chiama. Ei pronto si
194
1735
Nequizia a forza unita il tutto atterra. ¶ * Trasse l
195
1735
l’alte stelle innalza il volo, e a piombo
196
1735
orzo l’altro. ¶ Superbo il primo per lo ricco
197
1735
Dimesso l’altro, chetamente il segue. ¶ Quand’ecco i
198
1735
l’infelice è forza; ¶ Il vil peso de l
199
1735
hanno in dispregio. ¶ Mentre il compagno de la sorte
200
1735
perigli esposte. ¶ FAVOLA VIII. ¶ Il Cervo, e i Buoi
201
1735
fuor de’ folti boschi il Cervo, ¶ Da fiero cacciator
202
1735
cacciator che a morte il cerca, ¶ Tal ha timor
203
1735
lacciatemi, a lui soggiugne il Cervo: ¶ Quando il vorrà
204
1735
soggiugne il Cervo: ¶ Quando il vorrà fortuna a’ boschi
205
1735
Buoi la fronde arreca ¶ Il bifolco, nè il Cervo
206
1735
arreca ¶ Il bifolco, nè il Cervo ivi discopre. ¶ Vengono
207
1735
tanti ¶ (Fra quali evvi il fattor) nessun l’osserva
208
1735
morte, ¶ A render grazie il Cervo s’accingea. ¶ Bramiam
209
1735
tua vita in periglio: il dice appena, ¶ Che ritorna
210
1735
dice appena, ¶ Che ritorna il Padron da cena, e
211
1735
a l’eccelse corna il Cervo ascoso. ¶ Ei chiama
212
1735
Ei chiama la famiglia: il prende, e uccide. ¶ * La
213
1735
se racchiude: ¶ Vede acuto il Padron ne le sue
214
1735
mi spinse. ¶ Che se il Lazio mie cure e
215
1735
Se condannarmi invidia imprenda; il merto ¶ Fra se stessa
216
1735
Se poi tue orecchie il mio lavor diletti, ¶ E
217
1735
a vita trasse, ¶ Costante il soffrirò; finchè conosca ¶ Fortuna
218
1735
soffrirò; finchè conosca ¶ Fortuna il suo delitto, e rossor
219
1735
la forza pervenga. ¶ Ma il tuo ingegno non merta
220
1735
casa, e amici; e il corpo stanco, ¶ E la
221
1735
Memnosine ¶ Di nove figlie il nobil Coro a Giove
222
1735
acquisto apprezza, ¶ Nulla cura il vegliar le notti intere
223
1735
condotto a lui davanti, ¶ Il terzo Libro de le
224
1735
consagro, ¶ Mel recherò, se il leggi, a gran ventura
225
1735
Sì di sua sorte il fan cauto i perigli
226
1735
con novelle si sottrasse. ¶ Il varco aprimmi Esopo; io
227
1735
a mia sventura. ¶ Se il testimon, l’accusator, il
228
1735
il testimon, l’accusator, il giudice ¶ Non fosse un
229
1735
andrei. ¶ Che se taluno il suo sospetto inganni, ¶ E
230
1735
se ciò tragga, ove il comune io purgo, ¶ Porrà
231
1735
scusa ascolti. ¶ Nessun addito. Il pubblico costume ¶ Io sol
232
1735
se Anacarsi Scita, o il Frigio Esopo, ¶ Eterna fama
233
1735
giusto onor rapisca? ¶ Nè il primo già sarò, cui
234
1735
chiara lode è degno il mio lavoro. ¶ * Alfin t
235
1735
Pastori. ¶ SOglion gli offesi il contraccambio rendere. ¶ * Inavvedutamente una
236
1735
lusinga ¶ Di morta ritrovarla il dì vegnente, ¶ Ogni timor
237
1735
FAVOLA III. ¶ Esopo, e il Villano. ¶ CHe più d
238
1735
Uom pratico, ¶ È proverbio; il perchè non v’ha
239
1735
insegnerà pria d’altri il mio racconto. ¶ * Fuvvi già
240
1735
Mesto ricorre per consiglio. Il capo ¶ Del padron si
241
1735
imprudenti estolle. ¶ FAVOLA XXIII. ¶ Il Cane fedele. ¶ UN’improvvisa
242
1735
col cibo amicarsi possa il Cane, ¶ Un pan gli
243
1735
Un pan gli porge. Il Cane a lui rivolto
244
1735
La Rana crepata e il Bue. ¶ CHi dal destino
245
1735
ha scarsi beni, ¶ Se il grande imitar vuol, ruina
246
1735
Rana in un prato il Bue fu visto; ¶ E
247
1735
a’ figli, ¶ Se ancora il Bue ne la grandezza
248
1735
chi maggior fia, chiede. Il Bue ripetono. ¶ Sdegnata alfin
249
1735
estinta giace. ¶ FAVOLA XXV. ¶ Il Cane e il Cocodrillo
250
1735
XXV. ¶ Il Cane e il Cocodrillo. ¶ SE stesso a
251
1735
inganno. ¶ L’altro dice, il farei, se quel desio
252
1735
la può la volpe; ¶ Il famelico augel nulla n
253
1735
Tutto col becco agevolmente il prende, ¶ E si pasce
254
1735
Cui tormenta ria fame, il collo lambe. ¶ Sì allor
255
1735
ti lagni, ¶ Ch’altri il tuo esempio in danno
256
1735
tuo rivolga. ¶ FAVOLA XXVII. ¶ Il Cane, il Tesoro e
257
1735
FAVOLA XXVII. ¶ Il Cane, il Tesoro e l’Avoltojo
258
1735
l’Aquila. ¶ NOn dispregi il possente un uom del
259
1735
non previsto apre vendetta il varco ¶ * Ingegnoso pensier. L
260
1735
cui de la prole il rischio affanna, ¶ Supplice i
261
1735
fratel, gli dice. Egli il saluto ¶ Rigetta, e d
262
1735
l’Asin risponde, estratto il pene) ¶ Se in altro
263
1735
e farlo in brani ¶ Il Cignale; ma pur l
264
1735
da gli stagni è il lor soggiorno? ¶ Nè natura
265
1735
ecco a noi funesto il lor furore. ¶ FAVOLA XXXI
266
1735
lor furore. ¶ FAVOLA XXXI. ¶ Il Nibbio e le Colombe
267
1735
ratto volo le Colombe, ¶ Il Nibbio predatore avean deluso
268
1735
che fatta lega insieme, ¶ Il comando io n’ottenga
269
1735
che eran rimase: ¶ Tale il volemmo, s’è crudel
270
1735
noi fe’ dono, ¶ Talchè il comun fallire si corregga
271
1735
variando, apporti, ¶ Vo’ che il lettor in buona parte
272
1735
lettor in buona parte il prenda. ¶ Mia brevitade questo
273
1735
la lode. ¶ FAVOLA I. ¶ Il Giovenco, il Leone e
274
1735
FAVOLA I. ¶ Il Giovenco, il Leone e il Cacciatore
275
1735
Giovenco, il Leone e il Cacciatore. ¶ A rigettar de
276
1735
dabben colà perviene; ¶ Ma il Leon vede appena, e
277
1735
Leon vede appena, e il piè ritira. ¶ Ei mite
278
1735
Averne parte. Francamente prendila. ¶ Il bue divide, e fa
279
1735
che si crede, ¶ Che il pulisca lor cura, di
280
1735
III. ¶ L’Uomo, e il Cane. ¶ UN Uomo a
281
1735
quercia annosa ¶ Fatto avea il nido. Una selvaggia Scrofa
282
1735
figli pasce: ¶ Qual timida il dì tutto osserva, e
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1735
colle fabbricò Lucullo, ¶ Sicchè il Mar di Sicilia a
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1735
soggetto, e da lunge il Tosco mira; ¶ Fra gli
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1735
amene iva a diporto, ¶ Il terren caldo inaffia. Ma
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1735
terren caldo inaffia. Ma il Padrone ¶ Punto nol cura
287
1735
In un altro vial il suo Signore ¶ Precorre, ed
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1735
astuzia di costui comprende il Duce, ¶ E quale nel
289
1735
pur fuggito. ¶ FAVOLA XII. ¶ Il Cervo alla fonte. ¶ SPesso
290
1735
E chiaro vel dimostra il mio racconto: ¶ * Presso ad
291
1735
passa, e folta selva il cela; ¶ E la turba
292
1735
XIII. ¶ La Volpe e il Corvo. ¶ SI pente in
293
1735
vergogna suo mal grado il segue. ¶ * Mangiar volea sovra
294
1735
sovra alto ramo assiso ¶ Il cacio tolto a una
295
1735
tolto a una finestra il Corvo. ¶ La volpe il
296
1735
il Corvo. ¶ La volpe il vede: o come belle
297
1735
L’ingannevol Volpetta avidamente ¶ Il cacio addenta. Allor s
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1735
addenta. Allor s’avvide il Corvo, ¶ Ma tardi, e
299
1735
l’accortezza. ¶ FAVOLA XIV. ¶ Il Ciabattino fintosi Medico ¶ A
300
1735
ciance di grand’uomo il grido ottenne. ¶ Il re
301
1735
uomo il grido ottenne. ¶ Il re de la città
302
1735
un bicchier chiede, e il vero ¶ Così n’esplora
303
1735
che non arte, o il saper suo, ¶ Ma la
304
1735
stoltezza altrui sì chiaro il fece. ¶ Allor al popol
305
1735
al popol radunato disse ¶ Il saggio re: qual è
306
1735
lui fidar non dubitate il capo, ¶ A cui nessun
307
1735
al vecchio pastore. ¶ SE il Principe si cangia, un
308
1735
cangia, che del Prence il nome; ¶ Che ciò sia
309
1735
chiede, ¶ Se doppia soma il vincitor gl’imponga? ¶ No
310
1735
imponga? ¶ No, gli risponde il Vecchio. E che m
311
1735
s’ugual n’ho il peso? ¶ FAVOLA XVI. ¶ Il
312
1735
il peso? ¶ FAVOLA XVI. ¶ Il Cervo e la Pecora
313
1735
Un moggio di frumento il Cervo chiese. ¶ Essa che
314
1735
che inganno teme: suole il Lupo ¶ Rapir, risponde, e
315
1735
FAVOLA XVII. ¶ La Pecora, il Cane e il Lupo
316
1735
Pecora, il Cane e il Lupo. ¶ PEna incontra chi
317
1735
lei lo chiese. ¶ Citato il Lupo in testimonio, attesta
318
1735
pochi andaro, ¶ Che vide il Lupo ne la fossa
319
1735
ebbe danno. ¶ * Già scorso il tempo, ed imminente il
320
1735
il tempo, ed imminente il parto, ¶ Su la terra
321
1735
meglio, ¶ Di natura deponga il grave incarco? ¶ Perchè veder
322
1735
risponde) ¶ Come, ove nacque il mal, guarir si possa
323
1735
adopra, ¶ Ed a schifarli il mio racconto insegna. ¶ * Fra
324
1735
ottien; ma allor ch’il luogo vuol per l
325
1735
l’altra, ¶ Essa dice, il darò, se il tuo
326
1735
dice, il darò, se il tuo valore, ¶ Me insieme
327
1735
pria creparo, anzi che il cuojo ¶ Ad assaggiar alcun
328
1735
lor giugnesse. ¶ FAVOLA XXI. ¶ Il Leone vecchio, il Cignale
329
1735
XXI. ¶ Il Leone vecchio, il Cignale, il Toro e
330
1735
Leone vecchio, il Cignale, il Toro e l’Asino
331
1735
gl’infingardi ancora. ¶ * Privo il Leon di forze, e
332
1735
viver suo, ¶ Qual fulmine il Cignal, col dente acuto
333
1735
Poco ne va, che il Toro, del nemico ¶ Il
334
1735
il Toro, del nemico ¶ Il ventre con le corna
335
1735
Se per me tu il facessi, io l’avrei
336
1735
Riconosca diretto a se il racconto ¶ Chi sovvenendo altrui
337
1735
adorno. ¶ Due pregi ha il libricciuol; il riso move
338
1735
pregi ha il libricciuol; il riso move, ¶ E con
339
1735
E con saggio consiglio il viver regge. ¶ Se’ alcun
340
1735
gli sovvenga. ¶ FAVOLA I. ¶ Il Lupo e l’Agnello
341
1735
l Lupo eran venuti. Il Lupo ¶ Al fonte più
342
1735
che ingorda fame ¶ Punse il ladron a ricercar tal
343
1735
Agnel risponde: affè, riprende il Lupo, ¶ Che villania il
344
1735
il Lupo, ¶ Che villania il padre tuo mi disse
345
1735
retto ¶ Santo primier costume il fren le tolse, ¶ Nè
346
1735
non è, mal soffre il giogo: ¶ Raccontò questa novelluccia
347
1735
Giove ¶ Con tai grida il richieser, ch’e’ ridendo
348
1735
l’improvviso ¶ Cader, sgomenta il pauroso gregge. ¶ Ma poichè
349
1735
Una alza a caso il capo, il guata; e
350
1735
a caso il capo, il guata; e l’altre
351
1735
altre ¶ Aduna, e mostra il rege: arditamente ¶ Salgonvi sopra
352
1735
una. ¶ Vorrian fuggire; ma il timor le arresta, ¶ Nè
353
1735
pietà a Giove: ma il gran Padre: ¶ Poichè un
354
1735
La Cornacchia superba e il Pavone. ¶ Per insegnarci, anzi
355
1735
Ver le antiche campagne il volo indrizza, ¶ Ove acerba
356
1735
ed infelice. ¶ FAVOLA IV. ¶ Il Cane che porta la
357
1735
Capra, la Pecora, e il Leone. ¶ CHi di forza
358
1735
serba; ¶ E ben chiaro il dimostra il mio racconto
359
1735
ben chiaro il dimostra il mio racconto. ¶ Una Vacca
360
1735
mole preda. ¶ Ne fa il Leon le parti, e
361
1735
guisa ¶ Lo sleal tutto il Cervo a se destina
362
1735
così dire imprese: ¶ Volea il Sole ammogliarsi, quando altissime
363
1735
petulanza Giove, ¶ Ne richiese il perchè. Ora se tutti
364
1735
è priva! ¶ * A coloro il narrai, cui se fortuna
365
1735
senno avara. ¶ FAVOLA VIII. ¶ Il Lupo e la Gru
366
1735
ricompensa attendi, ¶ Doppio è il tuo errore: a’ rei
367
1735
premio propose a chi il traesse. ¶ Alfin la Gru
368
1735
dal giuramento indotta, ¶ Fidando il lungo collo al Lupo
369
1735
dolor gli toglie. ¶ Chiesto il promesso premio; il Lupo
370
1735
Chiesto il promesso premio; il Lupo: ingrata, ¶ Da che
371
1735
di mia gola impune il capo ¶ Traesti, non se
372
1735
mercè chiedi? ¶ FAVOLA IX. ¶ Il Passere, e la Lepre
373
1735
se medesimo. In brieve il mostro: ¶ * Fra gli artigli
374
1735
morte in van gemente il tragge. ¶ Benchè di vita
375
1735
schernivi, ¶ Con pari duolo il tuo destino or piagni
376
1735
or piagni. ¶ FAVOLA X. ¶ Il Lupo e la Volpe
377
1735
frode, ¶ Se poscia dice il ver fe non si
378
1735
Con brieve favoluzza Esopo il mostra. ¶ * Accusata di furto
379
1735
XI. ¶ L’Asino e il Leone, che vanno a
380
1735
volta inganni, ¶ Da chiunque il conosce è avuto a
381
1735
col giumento; ¶ Di fronda il copre, e che con
382
1735
tentan fuggir; ma impetuoso ¶ Il Leone le assale, e
383
1735
indi stanco, a se il richiama, ¶ Ed a lui
384
1735
che ti sembra? ¶ Tanto, il Leon soggiugne, che se
385
1735
destina. ¶ Con la tabella il vitto accattan gli altri
386
1735
a caso s’incontrò il Poeta, ¶ E meco, disse
387
1735
che resta? ¶ FAVOLA XXII. ¶ Il Monte Partoriente. ¶ VIcino a
388
1735
con alte grida, ¶ Tutto il mondo tenea sospeso un
389
1735
intrattengo; ¶ Nulla fatico, ed il miglior mi godo. ¶ Ch
390
1735
mi ricorda, allor che il grano ¶ Per il verno
391
1735
che il grano ¶ Per il verno sollecita raccolgo, ¶ Veduta
392
1735
hai pronto, ove bisogno il chieggia; ¶ Ciò che vuolsi
393
1735
Mi disfidi la state, il verno taci, ¶ Allor che
394
1735
verno taci, ¶ Allor che il freddo intirizzita a morte
395
1735
tua alterigia doma. ¶ * Segna il racconto quei che finte
396
1735
studj ¶ Fra gli uomini il narrai; or quanto i
397
1735
parlai poc’anzi, ¶ Stabilì il prezzo, e in loco
398
1735
la feconda ¶ Vena frenando il corso, qual si suole
399
1735
e l’onta alto il trafigga, ¶ Per non farsi
400
1735
le tazze, l’apparato ¶ Il convito, la casa empion
401
1735
ad un servo, che il Poeta ¶ Faccia sì, che
402
1735
Simonide ¶ In fretta parte: il piede ha fuori appena
403
1735
la vita. ¶ FAVOLA XXV. ¶ Il Poeta. ¶ MOlto ancor mi
404
1735
rimane, e ad arte il lascio ¶ Pria perchè esser
405
1735
Cotai studj seguir, abbiane il come. ¶ Benchè sia ricca
406
1735
noi, ¶ Mancar vedrassi chi il lavor ne imprenda. ¶ Quel
407
1735
tuoi, ¶ Tanto ne ruba il tempo, immantinente ¶ Se li
408
1735
rechi, più ancor godronne il frutto. ¶ Finchè un po
409
1735
etade ¶ Or or mancante, il tuo soccorso appresta. ¶ Che
410
1735
allor che morte ¶ Imminente il comun tributo esiga? ¶ Ma
411
1735
un reo convinco ottenne; ¶ Il merta ben, se un
412
1735
ben, se un innocente il chiegga. ¶ Queste son le
413
1735
ciò che fe, che il giusto ammette ¶ E allegrezza
414
1735
chiedi, qual è? dirallo il tempo. ¶ Lessi fanciul cotal
415
1735
restasse altrui la messe: ¶ Il mio pensier quando entro
416
1735
fama indi ritrarre? ¶ Ha il suo pensar ciascun, ha
417
1735
molte autore: ¶ Nuovo è il racconto, è la materia
418
1735
lode ottenni. ¶ De’ Dotti il plauso di ritrarne io
419
1735
di ritrarne io bramo. ¶ IL POETA. ¶ SE in avvenir
420
1735
in avvenir d’Esopo il nome incontri; ¶ Poichè a
421
1735
accresca a l’opra, il posi. ¶ Siccome avvien, ch
422
1735
folla, ¶ Come costume ha il volgo, a lui s
423
1735
De la mutata sorte il cuor lor punga; ¶ A
424
1735
cura, ¶ Perchè ad essi il mancar non sia dannoso
425
1735
Commedie illustre autore, ¶ Menandro, il di cui volto è
426
1735
è la veste: ondeggia il passo; ¶ Molle d’unguenti
427
1735
Molle d’unguenti è il crine. Il vede appena
428
1735
unguenti è il crine. Il vede appena: ¶ Chi è
429
1735
si cangia tosto. ¶ Manca il rimanente. ¶ FAVOLA II. ¶ I
430
1735
II. ¶ I Viandanti, e il Ladro. ¶ FAcean viaggio due
431
1735
Masnadier gli assale, ¶ Chiede il danaro, o lor minaccia
432
1735
minaccia morte. ¶ Lo afferra il prode, e forza a
433
1735
opposta, ¶ L’uccide incauto. Il vede l’altro appena
434
1735
gittata ¶ La Penola, che il braccio rattenea, ¶ Ove è
435
1735
braccio rattenea, ¶ Ove è il ribaldo? (dice:) mostrerogli ¶ Con
436
1735
cotal aita ¶ Recato avestù, il prode a lui soggiugne
437
1735
creduto a le parole il core, ¶ Più valor ne
438
1735
tue folli minacce, e il ferro ascondi, ¶ Se chi
439
1735
diè grave ceffata. Essa il dileggia: ¶ Se morte dar
440
1735
lungi da offesa è il mio pensiere. ¶ Ma te
441
1735
avvertita offesa, ¶ Quella che il caso fe’, punir si
442
1735
E’ sì ’l rigetta: il don mi fora grato
443
1735
a pochi. ¶ FAVOLA V. ¶ Il Giullare, e il Villano
444
1735
V. ¶ Il Giullare, e il Villano. ¶ SPesso i mortali
445
1735
tenaci, ¶ Finchè chiaro argomento il fallo scopra. ¶ * Cura d
446
1735
la cittade aduna; ¶ Fassi il teatro a la gran
447
1735
La stessa novità silenzio: il capo ¶ Repente in sen
448
1735
seno asconda. ¶ Ch’apra il mantel si grida. Ei
449
1735
si scopre: d’applausi il ciel rimbomba. ¶ Vide il
450
1735
il ciel rimbomba. ¶ Vide il gioco un villan, e
451
1735
l’avrà vinta; e il dì vegnente, ¶ Che molto
452
1735
farlo, accerta. ¶ Maggior fassi il concorso; prevenuto ¶ E’ il
453
1735
il concorso; prevenuto ¶ E’ il volgo a favorir del
454
1735
a favorir del primo il giuoco; ¶ Tal che al
455
1735
s’asside. ¶ Ecco entrambi: il Giullar primo grugnisce; ¶ Suona
456
1735
Suona a l’intorno il plauso, e un lieto
457
1735
lui strigne l’orecchia il Villan furbo, ¶ E n
458
1735
ed alte grida. ¶ Che il Giullar molto meglio imita
459
1735
Giullar molto meglio imita il verre, ¶ E che l
460
1735
scacci, ognuno esclama. ¶ Apre il seno il Villano, e
461
1735
esclama. ¶ Apre il seno il Villano, e mostra il
462
1735
il Villano, e mostra il porco. ¶ E sì additando
463
1735
quai giudici voi sete. ¶ IL POETA ¶ MOlto da dir
464
1735
offendono le arguzie. ¶ Per il che, coerede dabbenissimo, ¶ Nome
465
1735
tal favella: ¶ Favorir volea il ciel, ma nol consente
466
1735
a vuoto adatto è il motto ¶ FAVOLA VII. ¶ Il
467
1735
il motto ¶ FAVOLA VII. ¶ Il Principe trombettiere. ¶ CHi per
468
1735
prende ¶ Opinion, ch’oltre il dover lo estolle; ¶ Agevol
469
1735
a guarir mentre incomincia; il volgo ¶ De’ spettator’, qual
470
1735
lor desio ¶ E capriccioso il vuol, lo attende al
471
1735
l’atteso giorno: ecco il teatro ¶ Fremer per lui
472
1735
attende, altri assicura. ¶ Tolto il sipario, terminati i tuoni
473
1735
tuoni, ¶ Qual peregrin costume il vuol, parlato ¶ Avean gli
474
1735
gli’Iddii; allor che il noto canto ¶ Al Trombetta
475
1735
o Roma: hai salvo il Prence: Voce ¶ Risuona, che
476
1735
Prence: Voce ¶ Risuona, che il teatro empie di gioja
477
1735
onor suo lo reca il buon Trombetta, ¶ Ed a
478
1735
baciamani. ¶ L’ordine Equestre il folle error conosce, ¶ E
479
1735
s’intuoni ¶ Di nuovo il canto: al suolo il
480
1735
il canto: al suolo il buon Trombetta ¶ Si profonde
481
1735
Che chiegga la corona il volgo stima; ¶ Ma poichè
482
1735
la veste, e bianco il piede; ¶ Che presolo pe
483
1735
L’Occasione dipinta. ¶ LIeve il corso, la man di
484
1735
Nè pur se Giove il segua, afferrar puote; ¶ La
485
1735
ci diero. ¶ FAVOLA IX. ¶ Il Toro, e il Vitello
486
1735
IX. ¶ Il Toro, e il Vitello. ¶ TOrnar per foro
487
1735
tu nascessi ¶ Io già il sapeva. * Il motto a
488
1735
Io già il sapeva. * Il motto a quello è
489
1735
e ammenda. ¶ FAVOLA X. ¶ Il Cacciatore, e il Cane
490
1735
X. ¶ Il Cacciatore, e il Cane. ¶ UN Can, cui
491
1735
accetto, ¶ Con l’etade il primier valor perdette. ¶ Un
492
1735
e si rinselva. ¶ Irato il cacciator, lo sgrida. Il
493
1735
il cacciator, lo sgrida. Il vecchio ¶ Sì latrando soggiugne
494
1735
deluse ¶ Non l’animo, il valor: ciò che già
495
1735
ciò scriva ben, Fileto, il vedi. ¶ A P P
496
1735
C E ¶ FAVOLA I. ¶ Il Nibbio malato. ¶ DA molti
497
1735
offra voti. ¶ Ella, dice, il farò, ma temo, in
498
1735
repente ¶ Si lancia, e il piglia. Risero gli Dei
499
1735
ugual costume. ¶ FAVOLA IV. ¶ Il Leone, e il Sorcio
500
1735
IV. ¶ Il Leone, e il Sorcio. ¶ A Non offendere