parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Domenico Starnone, Fare scene, 2010

concordanze di «il»

nautoretestoannoconcordanza
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2010
tra il xvi e il xvii secolo, ma avevo
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che depresso si osservava il ventre gonfio, le gambe
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Erano decenni che passavo il mio tempo così: ronzii
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e lei sopra, nuda; il tutto con una sua
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i polpastrelli, la schiena, il collo. ¶ Una volta, a
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pagine, mi disse che il nocciolo del film – le
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a Roma per frequentare il centro sperimentale, mentre Giorgio
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facendo gli occhi rossi, «il mio amico la settimana
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a Nello, gli riproposi il progettino di Raggalli, ma
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facciamo così: tu scrivi il soggettino, lo firmiamo e
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un megafono. ¶ «Comunque buttano il sangue», dissi io intristito
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vuole ingiustamente cacciar via il loro insegnante migliore. ¶ «Mi
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perché se ne parlasse. Il colpo grosso fu un
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un’intervista a Raggalli. Il sindacalista diceva che le
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come nella serie televisiva. Il dirigente diceva che il
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Il dirigente diceva che il serial aveva molto esagerato
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sulla condizione operaia oggi. ¶ Il giorno dopo ricevetti una
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da Alda. ¶ «Hai visto il Corriere?», mi chiese. ¶ Cercai
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cosa che significava che il mio amico sprizzava talento
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tutti i pori, che il fidanzato Vincent era un
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che negli ultimi tempi il suo nuovo patrocinato era
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un po’ di soldi. Il contratto nuovo per il
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Il contratto nuovo per il sequel sui postelegrafonici – contratto
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contratto d’oro, visto il successo – glielo stava seguendo
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al più presto anche il progetto operaio, così lo
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la nostra agente e il produttore: Nello aveva bisogno
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assistemmo in silenzio annoiandoci, il produttore si rassegnò. Capì
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mi intromisi io, «anche il titolo giusto: La fine
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dev’essere una donna, il pubblico ormai è solo
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solo femminile». ¶ «Certo». ¶ «E il film deve far ridere
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lo sai com’è il mio cinema e che
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All’uscita, ancora sotto il portone, Raggalli e io
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forse discutere non è il verbo giusto: accavallammo le
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soprattutto, che alla fine il nostro protagonista non fugge
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solo essere contenti che il progetto finalmente decolli». ¶ Raggalli
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Di meno? E perché?» ¶ «Il progetto è ostico». ¶ «Chi
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Non voglio essere sottopagato. Il produttore faccia il produttore
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sottopagato. Il produttore faccia il produttore e rischi: non
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sui suoi profitti regalandogli il mio lavoro». ¶ «Non gli
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se non firmavo prima il contratto. Così mi sottrassi
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se non che, considerando il costo complessivo del film
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impuntatura non si farà il film». ¶ «Ah, ora è
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mi impunto?» ¶ «Be’, è il tuo contratto che non
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Nello sa difendere benissimo il lavoro dei suoi collaboratori
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dei suoi collaboratori, vedrai il battage, vedrai i festival
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a quarantacinque». ¶ «Ah. Escluso il tuo dieci per cento
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incassai la rata firma. ¶ «Il soggetto dev’essere semplice
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doveva correre dall’avvocato. «Il trattamento invece lo vorrei
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paonazzo dei vivi e il biancore livido dei vampiri
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immaginarsi i film? ¶ Guardando il cadavere di mia nonna
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una volta che durante il filmluce avevo aperto gli
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lei s’era seduto il pizzicato con il suo
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seduto il pizzicato con il suo vassoio delle caramelle
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può filmare, mi chiedevo, il gelo della fronte di
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altro essere vivente-morente il cui presente è ordinato
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di ciò che passa il mio tempo. ¶ Posseggo due
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vanno in giro per il pianeta. ¶ Ho un cellulare
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sul serio in crisi il marito dicendogli che il
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il marito dicendogli che il naso gli pende verso
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mi è capitato ieri. ¶ Il padre della psicoanalisi era
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lo sguardo consueto, per il teorico dell’inconscio i
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non mi interessa né il doppio, né il sosia
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né il doppio, né il sosia, né le credenze
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le credenze animistiche, né il perturbante. Sono colpito invece
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che riproducono non solo il loro volto di prospetto
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dire frontalmente), non solo il profilo buono e quello
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nuca, la loro schiena, il loro fondoschiena, le loro
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In questo nostro tempo il protagonista della famosa favola
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gli toccasse di vedere il proprio didietro? ¶ Credo di
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qualsiasi luogo pubblico, inganno il tempo guardando l’ambiente
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la mano destra non il mio corpo, come si
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fa di solito, ma il suo. Avrei potuto usare
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suo. Avrei potuto usare il pronome di prima persona
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l’attaccatura dei capelli, il colore brizzolato, il collo
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capelli, il colore brizzolato, il collo, la forma delle
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signore ho messo sia il mio modo di immaginarmi
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con James Stewart, sia il modo di immaginarmi da
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signore ho messo anche il mio sguardo infantile su
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delusione si è sommato il fastidio di me, di
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a casa molto nervoso. ¶ Il nervosismo, mentre stamattina fisso
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subito, per sempre, dentro il capacissimo cestino elettronico. Non
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Mi ha spaventato piuttosto il dileguarsi della figura dentro
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Perciò, tanto per sondare il terreno, telefonai a un
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un amico che fa il produttore – uno che si
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ma lui tenne fermo il suo no e ci
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Campanella in sei puntate. Il regista secondo lei non
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Campanella s’era fatto il nome di Sergio Castellitto
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chiacchiere tanto per sondare il terreno, come se ne
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mi bloccò subito: ¶ «Raggalli? Il regista? Raggalli, bello mio
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Che c’entra adesso il fidanzato». ¶ «C’entra: dimmi
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più. Ti consiglio per il tuo bene di fare
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Tanto lo sapevo che il problema non erano né
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Bordeaux che aveva abbandonato il suo paese per amore
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i colori; poi, dopo il pranzo e un sonnellino
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storia in costume dove il musicista John Dowland, ormai
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di musica inglese tra il xvi e il xvii
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il superiore. Disse che il fotografo non era stato
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in mente un cane, il cane detto in dialetto
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ne fosse stato lui il proprietario – sì, lui, nostro
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era un vero artista – il prodotto sarebbe stato migliore
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giurate della pittura, e il solo sospetto che per
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paesaggi. Ed era così: il tempo libero lo passava
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di un manifesto che il sindacato gli aveva commissionato
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gli aveva commissionato, dove il ferroviere sindacalizzato che invitava
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del movimento. Fu lui il primo a disegnarmi sul
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al cinema per questo. Il cinema secondo lui mostrava
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cinema secondo lui mostrava il tempo che passa proprio
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in stronzate – ora, dopo il proiettore, aveva comprato una
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veniva più in mente il cane da presa, ma
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A Pasqua si faceva il film, a Natale si
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a Natale si faceva il film, al mare – ora
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andavamo noi – si faceva il film. Si faceva il
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il film. Si faceva il film anche se si
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persone famosissime in tutto il mondo, ricche, abbaglianti. ¶ In
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quella macchinetta, si incollava il pezzo dove si voleva
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un’impressione di casualità, il sospetto che era stato
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Con la nostra vita il cinema non si poteva
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sì che era proprio il cinema in casa. ¶ Mi
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madre, proprio men­tre il film stava per cominciare
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Cominciai a uscire. Passavo il pomeriggio, la sera e
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Walter, me, se stesso, il suo desiderio di smarginarsi
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vedere tanti film, ero il suo primogenito, dovevo continuare
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l’autore e nemmeno il titolo. Quella lettura fu
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sentito parlare: la sceneggiatura. ¶ Il personaggio del giallo, se
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amabili, divertenti. A fare il film – conclusi in quattro
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indiscutibile: chi scriveva era il primo, il primo in
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scriveva era il primo, il primo in assoluto, a
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in assoluto, a vedere il film; tutti gli altri
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erano una folla – vedevano il film solo se si
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so, avrebbe potuto accompagnare il dottore nella camera dove
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primo colpo d’occhio il medico avrebbe potuto esclamare
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recuperarlo in sale come il Tosca, al corso Garibaldi
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a piazza Carlo III. ¶ Il cinema Imperiale mi piaceva
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di pistoleri; proprio mentre il protagonista sparava gridando, comparve
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comodi o che pagavano il biglietto soprattutto per mettersi
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qualche ora. Quando cadeva il buio volavano insulti, risate
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fondo della sala, lungo il pavimento inclinato, fin sotto
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della tavola rotonda e Il settimo sigillo, piaceri diversi
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sette mari, di Ivan il Terribile ma anche di
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vivere e morire come il barone rampante sopra gli
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mi capitasse di leggere il libro di Sillitoe, La
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maratoneta, e quando, appunto, il giovane maratoneta, un povero
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volta c’era stato il cinema Stadio. Stentavo a
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liberarmi del contrasto tra il colorito paonazzo dei vivi
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brevissimo tempo che durava il film sullo schermo. Come
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lo invitammo più, ma il ragazzino non se l
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sofisticate strumentazioni, avrebbe calzato il mondo. ¶ Questo non successe
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aveva un padre come il nostro? Chi ce l
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tanti film? Chi aveva il cinema nel corridoio? ¶ Eravamo
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ora di buttar via il ruolo di ferroviere e
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mia madre. Quanto odiava il mio genitore il commercio
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odiava il mio genitore il commercio e i commercianti
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difetti: non gli piaceva il colore, non gli piaceva
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colore, non gli piaceva il parafango, ma poi diceva
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Utrillo, e già organizzava il viaggio in automobile, lo
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anonimi, firmava orgogliosamente con il cognome a stampatello, in
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a un certo punto il mio genitore fece un
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raffinati e passarci tutto il mese di luglio per
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luglio per far fare il mare ai bambini che
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per l’epoca, per il nostro ambiente, fu una
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girellando tutto abbronzato per il paesetto di mare lungo
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al cinema, sostituivano bruscamente il colore fiammante per indicare
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è la data: 1954, e il timbro del fotografo. ¶ Il
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il timbro del fotografo. ¶ Il marroncino esalta le zone
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di noi figli, forse il fastidio per la messinscena
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unica che sorride, e il sorriso stride con lo
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i desideri così oltre il loro punto di partenza
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che, allontanandomi da loro il più possibile, quasi strappandoli
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per quello che erano. ¶ Il risultato è che in
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carne addosso a parte il piccolo Walter, mette la
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che non è proprio il suo e quello sguardo
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che non è proprio il suo, ma che lo
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da quando ha conosciuto il padre dei suoi bambini
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disperatamente all’obiettivo più il futuro desiderato che l
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anni – e perciò è il tempo atteso insieme e
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Cosa non da poco, il fotografo era un vero
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prezzo di favore, fissiamo il giorno e fateci questo
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padre – erano molto lunghi. Il fotografo prima ci avrebbe
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se no ci rovinate il film». ¶ «Non vi rovino
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2010
Pensate questo: quando morirete, il più tardi possibile, noi
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acconsentì molto contenta. Venne il giorno che si girò
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giorno che si girò il film. Il fotografo ci
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si girò il film. Il fotografo ci riprese mentre
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facevamo una corsa verso il mare e ci tuffavamo
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fu più ripresa. Quando il fotografo si accorse che
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mio padre e filmò il cartello con la parola
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2010
io guardammo per tutto il tempo la cinepresa. Mio
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Mio padre ebbe persino il permesso di esaminarla. Non
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fianco, in movimento. ¶ Passò il tempo, tornammo dalla villeggiatura
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ormai. Una mattina arrivò il pacchetto col film. Mio
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girò la chiavetta e il fascio di luce ci
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padre cominciò a fare il superiore. Disse che il
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2010
Tarzan, né quando aveva il corpo massiccio di Johnny
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cui sono abbastanza sicuro. Il sesso, che non mi
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rivelazione in Totò Tarzan. Il canale che mi portò
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a vedere Totò Tarzan, il corpo mingherlino coperto da
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ragazza?», mi interrogava amichevolmente il mio genitore per capire
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sia l’attore che il personaggio: li detestava entrambi
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passaggio mio padre raggiungeva il suo obiettivo vero, che
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2010
del film, ma poi il suo grado di immedesimazione
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2010
strillava in cucina, per il corridoio, nel cesso: io
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2010
aver visto al cinema il suo futuro. ¶ Quando era
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la gelosia era come il cinema, diceva, e a
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2010
Mio padre aveva visto Il cucciolo con piacere, e
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i quadri commerciali: arriva il negro Zubbònnn, ballando allegro
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negro Zubbònnn, ballando allegro il baiònnn, la stessa canzone
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forte anch’io: arriva il negro Zubbònnn, ballando allegro
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negro Zubbònnn, ballando allegro il baiònnn, e quando giocavo
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tra l’armadio e il letto un negro Zubbònnn
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2010
Totò, a conti fatti, il tramite inconsapevole tra la
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alberi dei primi e il comodo ramo dei secondi
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2010
in quell’attore che il bacio che lui diede
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2010
riuscito a utilizzare tutto il materiale preparatorio. Il resto
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2010
tutto il materiale preparatorio. Il resto, specialmente ciò che
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2010
le loro forme e il loro tepore – provavo un
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2010
a volte, lì sotto il tavolo, quasi per risarcirli
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2010
occhi strabiliante. Io avevo il compito avventuroso di andare
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nell’occhio. Fu chiamato il medico di famiglia (costava
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2010
sentimenti. ¶ Mia madre ridusse il suo lavoro di sarta
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2010
delle sue opere migliori: il ritratto di Geppe malato
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2010
bene e meglio, accese il proiettore e impiegò parecchio
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2010
fare in modo che il fascio di luce finisse
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2010
che stava facendo: ero il più grande, disse, e
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2010
lo mandava via. Per il tuo bene, gli diceva
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2010
tuo bene, gli diceva. Il proiettore infatti emanava insieme
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L’obiettivo era avere il buio di una vera
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2010
ma niente da fare, il chiarore sfiammava comunque dai
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2010
e girò la manopola. ¶ Il fascio di luce volò
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2010
vero, era verissimo, avevamo il cinema in casa. Muto
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2010
troppo poco nero. E il proiettore faceva un gran
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2010
gran rumore, motorino, ventola, il fruscio della pellicola. Ma
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2010
si trattava di cinema, il cinema nel nostro corridoio
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2010
ne fui entusiasta, diventai il responsabile del proiettore. Quando
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2010
papà era a fare il ferroviere, organizzavamo proiezioni per
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2010
che tutto andasse per il meglio. Geppe mi ciondolava
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2010
tanto diceva senza parere: il proiettore è mio, papà
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2010
prima fila a guardare il film. ¶ Ma dopo gli
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2010
stava prendendo lo scontento. Il proiettore mi infastidiva. Sentirne
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2010
proiettore mi infastidiva. Sentirne il fracasso e l’alito
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2010
me era da sempre il brevissimo tempo che durava
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2010
Detestavo sia quello tra il primo e il secondo
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2010
tra il primo e il secondo tempo, sia quello
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2010
bianco – proprio dopo che il perfido maggiordomo, mettiamo, diceva
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2010
diceva alla povera fanciulla: il conte l’aspetta, può
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2010
Ideal, dove si compiva il prodigio del soffitto che
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2010
che si apriva mostrando il cielo, e mia madre
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2010
ma forse non era il cinema Ideal, era il
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2010
il cinema Ideal, era il Diana o chissà quale
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2010
niente che non fosse il film, e perciò desideravo
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2010
ultima scena del film. Il perfido maggiordomo diceva decine
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2010
nero o in technicolor: il conte l’aspetta, può
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2010
quanto avevo già visto il seguito probabile della pellicola
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2010
a luci accese. Ma il migliore, sempre, era il
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2010
il migliore, sempre, era il film che ricominciava quando
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2010
parte degli spettatori, infatti, il film non era finito
256
2010
di quest’altro intervallo il buio si rivelava traditore
257
2010
cosa eccitantissima che era il prossimamente – prossimamente su questo
258
2010
La carica dei Kyber, il toro che caricava anche
259
2010
Ideal: sta facendo ancora il filmluce. ¶ M’immagino che
260
2010
promettente, aveva dentro sia il film che la luce
261
2010
parola giusta per spiegarsi il piacere del cinema. Invece
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2010
quale piacere. Diventò presto il vocabolo dell’insofferenza, la
263
2010
era solo che, poiché il filmluce aveva bisogno del
264
2010
le palpebre abbassate. Poiché il risultato non è stato
265
2010
durante gli intervalli e il filmluce, nel buio dietro
266
2010
esempio, che si chiama Il delfino verde. Lì ho
267
2010
se sono certo che il film era in bianco
268
2010
orrore: ecco, è esattamente il maremoto del Delfino verde
269
2010
per gridargli: ti ricordi il cinema Stadio, ti ricordi
270
2010
cinema Stadio, ti ricordi Il delfino verde, lo dicevo
271
2010
io che era vero, il mare si alza, si
272
2010
c’era un delfino, il delfino era verde sebbene
273
2010
lettere: Là dove scende il fiume, Lo sperone nudo
274
2010
molto prima che venisse il momento di andare a
275
2010
mi incantava, forse è il titolo italiano di western
276
2010
mòrmoni. ¶ Poi ho visto il film con mia nonna
277
2010
doppiatori pronunciavano mormóni, con il giusto accento; tuttavia non
278
2010
quando giocavo a fare il cowboy, sceglievo tra i
279
2010
sono quasi sempre assegnato il corpo di James Stewart
280
2010
di Montgomery Clift. Forse il volto, le membra, l
281
2010
possa esclamare: ah, ecco il motivo di tutto quel
282
2010
di quel tempo erano il punto di congiunzione tra
283
2010
a causarmi al cinema il primo intenso turbamento sessuale
284
2010
che mi tenevano insieme il corpo. Fu uno sfinimento
285
2010
aver fatto colazione con il pane fresco bagnato nel
286
2010
della fantasia, di premersi il seno e dare uno
287
2010
perché diventò di colpo il punto di sbocco di
288
2010
io l’abbia fatto. Il problema era però che
289
2010
di destra, poi per il lato sotto lo schermo
290
2010
lo schermo, poi lungo il corridoio di sinistra, poi
291
2010
raggiunto al buio mentre il film scorreva sullo schermo
292
2010
inganno allora mi piaceva: il nascondiglio, la fuga strisciando
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me era già cominciato il film. Ma oggi, mentre
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ansia e guardava sotto il letto e correva in
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opportuno sgattaiolavo via, sento il peso del tradimento che
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in momenti in cui il film lo emozionava molto
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intenzioni o soffiasse provocatoriamente il fumo della sigaretta dalla
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mi auguravo che arrivasse il momento in cui io
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Fumava molto, mentre guardava il film, e avvertivo il
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il film, e avvertivo il raschio dei cerini, vedevo
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vedevo brillare la fiammella, il cerchio rosso della cartina
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sedile e scalciava contro il sedile davanti; si teneva
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portava a passeggio per il buio, gli dava da
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tanto per non disturbare il resto del pubblico, ma
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sbucciata, persino l’uva; il diritto di leggere in
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a lei finivo dentro il tempo che scorreva nel
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la fatica di trattenere il film, di respingere, attardandomi
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campagna che spirava per il Vomero ancora all’inizio
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che, nella giungla dentro il cinema, continuava a fluttuare
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oggi si percepisce ancora il cambiamento all’entrata o
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la fretta di dimenticare il mondo disordinato da cui
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movimenti senza commento musicale. Il tempo dello schermo era
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mia nonna raccontava che il diavolo in for­ma
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si capiva che era il diavolo in persona, io
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in persona, io vedevo il diavolo come uno sgorbio
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sant’Antonio marrone con il saio, e la signorina
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Per esempio, quando Mario, il giovane protagonista di «Naufragio
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posto suo, io vedevo il mare in tempesta, la
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a un’onda schiumeggiante, il bastimento, Mario coi capelli
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ciò che vedevo – e il divertimento era proprio quel
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su inizio e fine: il film, nel sentire comune
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di orientarti, tanto poi il film ricominciava, il biglietto
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poi il film ricominciava, il biglietto era valido per
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era valido per tutto il pomeriggio e tutta la
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dire lui e lei, il protagonista maschile e la
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col vicino e vedere il film in compagnia scambiando
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iss?» ¶ «Quello che tiene il cappello». ¶ «E éss chi
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secondario come se fosse il protagonista e poi scoprire
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se non avessi capito, il film già passato sarebbe
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che terminava con: «Contemplò il suo volto pallido in
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un finale come «Contemplò il suo volto pallido in
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diverso da: «Quando rialzò il capo, girò uno sguardo
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uno sguardo sul mare: il bastimento non c’era
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si sa bene che il racconto della vita non
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non ne conosceremo mai il finale? Va bene, dunque
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è di speciale: Contemplò il suo volto pallido in
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coi bottoncini bianchi e il ditale d’oro, con
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quadri di Utrillo. ¶ Ma il cinema – eh sì, il
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il cinema – eh sì, il cinema – mi piaceva più
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qualsiasi altra cosa, e il momento che veramente mi
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facevano più a sopportare il casino dei nostri giochi
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di me che ero il suo nipote preferito. Mi
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nipote preferito. Mi puliva il naso, mi sciacquava la
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si chiamava cocco. Poiché il cocco tendeva a scombinarsi
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una figurina buia, consumata, il cui solo tratto luminoso
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Per uscire invece metteva il meglio che aveva, mutande
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senza buchi o rammendi, il vestito scuro delle grandi
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Se io protestavo per il tempo che impiegava, diceva
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guagliù, venite a dare il bacio a papà, divertitevi
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e a ’o pizzicato. ¶ Il pizzicato era un uomo
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me ne ricorderei: era il lavoro che speravo di
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da grande. In effetti il pizzicato ce l’ho
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ciappette, grogrèn. Portava verso il mercato di Antignano e
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merito di aver dato il nome al cinema. Giravamo
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verso via Luca Giordano. Il cinema si trovava poco
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d’estate mi compravo il gelato. ¶ Tutti posti notissimi
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bruciava gli occhi. Affrettavo il passo, mi tiravo dietro
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automobile prima di vedere il film. ¶ Non ho nessuna
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e mi faceva battere il cuore scostare la tenda
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cercavo mia nonna, ma il buio intanto era diventato
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battuta. Così, sostando dentro il nulla, tornavo con gli
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Era lei ad abbassarmi il sedile e a costringermi
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madre ha ventisette anni, il mio genitore, che non
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ma ha appena premuto il pirulino della macchina fotografica
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con l’indice e il mignolo della mano sinistra
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mano sinistra abbandonata lungo il fianco (avevo il tic
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lungo il fianco (avevo il tic delle corna in
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fermo in posa. Per il resto siamo cinema che
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alla mia passione per il cinema. ¶ La nostra posa
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aria. Mia madre gridò il suo nome allarmata, mio
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continuare a correre ruotando il braccio. ¶ Quel movimento che
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stanze di casa, per il corridoio, per le scale
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la bocca e ruotando il braccio. Non so mio
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prendere quota ruotando forsennatamente il braccio. Una volta mi
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sono convinto. Mentre ruotavo il braccio, vedevo l’elica
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sentivo e rifacevo giocando il rumore dell’aereo, ero
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rumore, incastonati nelle ali. ¶ Il 1948 quindi, forse la fine
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ammalavo sempre di più. Il cinema offriva esperienze portentose
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Tanto per capirci, se il bambino di Coleridge avesse
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un aereo, a considerare il davanzale non un davanzale
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ma una pista per il decollo? ¶ Mio fratello, meno
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molto. Correva anche per il cinema, fregandosene dello spettacolo
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io cercavamo di guardare il film, si è messo
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piccolo piccolo, saettava lungo il corridoio di destra, poi
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ulteriore, poi mi espose il piano che aveva escogitato
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e si sarebbe disattivato il reticolato ad alta tensione
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rendevano gradevolmente colorato. Chiusi il libro e cercai, senza
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all’alba». ¶ «Gli danno il Leone d’oro?» ¶ Rise
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Già mi pareva che il film fosse venuto meglio
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Rai, Nello, gli attori, il direttore della fotografia, ma
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un agente più adeguato. ¶ Il film uscì in settanta
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e mezzo su cinque. Il Corriere gliene diede tre
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due settimane. C’era il giallo, c’era il
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il giallo, c’era il musical, due operai. Andò
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quindi non si meritava il genio di nessuno dei
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dei suoi clienti, nemmeno il mio – sono andato a
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mostrare ai due innamorati il campionario di personaggi femminili
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alla fine ha vanificato il concetto stesso di campionario
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sentirsi obbligata a esercitare il suo fascino anche sugli
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capito che era bella, il pessimo rapporto con la
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rapporto con la madre, il legame forte col fratello
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studiato per diventare fisioterapista, il numero di uomini con
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stava scherzando, se diceva il falso o la verità
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non sapevamo cosa dirci, il trillo del mio cellulare
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sempre una noiosa intrusione. Il suo, devo dire, squillava
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di più. Lei guardava il display in silenzio per
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scrittori saccenti, e perciò il suo dove sei era
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e la malavoglia. Quando il filo della scrittura si
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La malattia più devastante, il decesso più brutale, sullo
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pensato, ha detto: ¶ «Eccolo il soggettino». ¶ «Non capisco». ¶ «Facciamoci
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senza impegno, solo perché il tema ci divertiva. Anche
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imporre quella piccola novità, il disorientamento degli spettatori (il
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il disorientamento degli spettatori (il film è finito o
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di protesta. Come costruire il personaggio dell’innovatore? Timido
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ma bisognava riflettere, valutare il pro e il contro
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valutare il pro e il contro, capire se alla
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anni Sessanta – e lui, il regista, contro il parere
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lui, il regista, contro il parere di tutti, non
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tra loro sono complicate, il conflitto privato si coniuga
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sentire: tira e molla, il tizio riesce ad abolire
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che qualcosa non va, il falso sta dilagando nel
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chi contava che, se il progetto si stava ingorgando
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la finzione dilagante per il mondo era pochino, dovevamo
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fuori posto, mentre lui, il mio partner, ha ancora
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otto aveva travisato tutto il nostro progetto e aveva
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e l’ansia, e il dolore, io che le
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pochezza. ¶ Disordinare, dunque. ¶ Sfregiare il racconto. ¶ Cercare un altro
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lo so. Dovrei avere il coraggio di gridare basta
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della battezzata, della redenta, il viso d’un bel
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che offre a Tancredi il segno della pace. Passa
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delle mammelle, di lì il ricamo degli- ¶ Non so
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silenziosa o ci fu il solito dibattito tra passatisti
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di amici, seppe che il parere era stato largamente
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quel periodo, di chiamare il suo film La fin
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originario di Bordeaux, bravissimo. Il critico risultò essere intimo
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amico dell’ottimo Vincent, il quale, pur avendo rotto
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Raggalli – aveva visto sia il film di sei anni
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noi. Per lui naturalmente il mondo era la Francia
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problema». ¶ «Meno male che il film comunque funziona». ¶ «Forse
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smoking?» ¶ Eh sì, avevo il problema dello smoking, ma
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giorno si seppe che il film era stato escluso
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almeno un premiuccio collaterale. ¶ Il film fu preso a
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disse con fermezza che il titolo andava cambiato. La
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bimestrale tipo Alternative per il socialismo, ma non per
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Non ottenemmo alcun risultato. Il produttore un pomeriggio tagliò
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nelle sale subito dopo, il 15 settembre. ¶ Sbarcai al Lido
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settembre. ¶ Sbarcai al Lido il 3, solo. Mentre aspettavo l
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bruscamente un forte vento, il cielo diventò viola e
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genere stillavano acqua. Guardai il mare piatto e la
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con l’amore mostrando il viso non fotogenico di
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che t’è sembrato il film?» ¶ Allargò le braccia
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terrazza affollata rivolta verso il mare, vidi Nello, Raggalli
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tutto – lei, i figli, il paesaggio – era dentro una
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Nello intanto, torvo, fissava il mare. Era seduto accanto
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un’espressione mite, e il padre, professore di letteratura
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di quando Francesco Petrarca, il grandissimo Francesco Petrarca, in
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una lunga doccia, ma il dolore non passò, anzi
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volente o nolente, amavo il cinema, e amavo i
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tutto sommato amavo anche il film di Raggalli. Avevo
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che ci posso fare? Il cinema per me, tutto
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cinema per me, tutto il cinema, è una necessità
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erano già sfogati fischiando il film, decisero, grazie soprattutto
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Raccontò la sua vita, il suo amore, disse che
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suo amore, disse che il film era molto aderente
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ammise che lei e il marito oltre che operai
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di Clorinda Sanchez fece il resto. ¶ Anche la proiezione
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Anche la proiezione per il pubblico nella Sala Grande
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applauso di assoluto consenso. ¶ Il film cominciò. ¶ Per centodue
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del film, anzi: importante il tema affrontato; ottima la
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roba fatta apposta per il cinema e la televisione
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tortura andavo sul sicuro. Il problema era raccontare i
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i ventisette anni che il filosofo aveva passato in
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sul pagliericcio a fissare il soffitto, in un’altra
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altra ancora mentre faceva il pazzo e si rovesciava
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un detenuto che era il doppio di lui? Cosa
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Google, individuando qual era il modo migliore per raggiungere
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modo migliore per raggiungere il mare e battersela con
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dall’aria sveglia, apparentemente il leader della classe, mi
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paia di occhi intenti. Il mio interlocutore studiò il
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Il mio interlocutore studiò il disegno per qualche istante
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problema non è questo; il problema è che sa
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sul set e fa il bello e il cattivo
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fa il bello e il cattivo tempo». ¶ «È normale
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No, non è normale. Il film ha dieci giorni
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dieci giorni di ritardo, il piano di lavorazione è
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l’operaio vuole fare il ballerino». ¶ Trasecolai. ¶ «Il ballerino
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fare il ballerino». ¶ Trasecolai. ¶ «Il ballerino?» ¶ «È così». ¶ «Ma
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operaio che vuole fare il ballerino? Peggio per lei
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per lei. E se il film alla fine sarà
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sarà un casino, vedranno il casino che farò io
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tagli alla sceneggiatura, recuperò il tempo che aveva sperperato
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aveva sperperato e finì il suo film puntualissimo, nove
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Robby (così si chiamava il montatore). Nello chiese cupo
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si era preparato, avviò il film con un gesto
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esagerato, come se premesse il pulsante della sedia elettrica
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e uscì dalla saletta. ¶ Il primo montaggio di Robby
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non le immagini e il dialogo, le cui battute
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nel tentativo di controllare il disagio. ¶ Di tanto in
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dall’ansia e mandava il suo emissario perché gli
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di una che sembra il cattivo delle comiche di