Gian Pietro Lucini, Revolverate, 1909

delle amene letture, ¶ se il desiderio cresce sfogliando il

il desiderio cresce sfogliando il Tempietto e Nana; ¶ siamo

Tempietto e Nana; ¶ siamo il riempitivo logico e positivo

sane ed avariate, rinnoviamo ¶ il sangue nelle vene della

le fiaccole ed attizzare il rogo. ¶ Per queste mani

queste mani che plasmano il domani ¶ e che sanno

e che sanno abruciare il presente, ¶ per questa mente

e intemerata; ¶ Poeta per il ritmo e le fantasime

adipe, ¶ vili nell'abitudine, il desiderio di libertà. ¶ Perché

nello spazio sconfinato, ¶ che il cielo non basta a

riscatto, s'inferociscono, sopra il lungo servire. ¶ Si serrano

bagnate di luce: ¶ fremita il corpo alla brezza che

Morte. ¶ Amor che suda il corpo, ¶ Amor che suda

corpo, ¶ Amor che suda il mondo, ¶ Amor che annega

si uccida; ¶ abbia ragione il teso muscolo pugnace: ¶ la

Noi stesse, ¶ per demolire il maschio, l'amante, tutto

maschio, l'amante, tutto il mondo... ¶ le mani convulse

aggressive ed intrise... ¶ tra il rantolo ed il riso

tra il rantolo ed il riso... ¶ Oh! sí, perché

riso... ¶ Oh! sí, perché il bacio rinnova l'Universo

rispettan l'etichetta e il protocollo ¶ al cenno della

scure, la bipenne, ¶ polverizzate il simulacro postribolare; ¶ e vada

e piú giulivo è il clangor militare. ¶ Incessu patuit

e candida. ¶ Spira ambrosia il Suo fiato, ¶ fu incoronata

Ed Essa incede, agitando il ventaglio ed approva:... ¶ orrore

e di champagne, ¶ sopra il clangor dell'aulica fanfara

Amore caro alla Castità, ¶ il piú bel fiore e

della conca incastonate, ¶ sembrano il metallo freddo dell'iridi

primi fiori, quando tripudia il sole, ¶ quando la vita

ha condannata a scomparire. ¶ Il tuo vagire rimena l

ma come, in oggi, il drappo colorato ¶ diminuisce il

il drappo colorato ¶ diminuisce il simbolo; ¶ come pende, si

sangue anemico. ¶ Questo è il solo colore che persista

sian dispensiere della novella; ¶ il cielo a notte risplenda

esisti con maggiore aggettivo, ¶ il tuo diritto è divino

buja avventura della vita, ¶ il perché di una gioja

pace. ¶ In pace? Come? ¶ Il cielo è molto oscuro

e nero per ricoprire il sole. ¶ La terra non

le braccia piccine attendono il domane ¶ per stendere le

ti stanno a lato; ¶ il gendarme, sul canto della

coscienza intollerante? ¶ Convien chinare il capo a penitenza; ¶ Domeneiddio

quella Fede che tira il giubbetto, ¶ Fede, bandiera; rida

Sarà quel che sarà. ¶ Il 22 di Novembre del 1902. ¶ Per

squittire, quasi un singulto: ¶ il mondo è bujo come

mondo è bujo come il penetrale del ventre materno

ventre materno: ¶ per distinguere il mondo, in sull'alterno

razza, gloria della Nazione, ¶ il Fantolino è nato maschio

culla, e non turbare ¶ il benefico sonno alla mammina

vi rifiuterà, ¶ non è il chiuso zenana officinale, ¶ non

chiuso zenana officinale, ¶ non il dicterion-gineceo permesso ¶ delle

valsente negativo ¶ si fabricò il bel dogma dell'imperativo

collaudate e rispettate sotto il lucernario ¶ al libero contatto

strade; ¶ vi si interdice il suolo e l'aria

alle porte, mammane: ¶ oggi, il vizio pandemio che bulica

all'oscuro, in secreto, il trescone ¶ onta e ribrezzo

l'Olimpo non è il Bordello, ¶ è meno utile

piú apprezzato; ¶ non è il tinello della galanteria, ¶ ma

tinello della galanteria, ¶ ma il festino orientale dell'inversione

di Giunone ¶ e per il seguito della divina Plebe

nascosti perché distintivi ¶ tra il muschio e le vallette

fianchi e si comprime il ventre ¶ asciutto e intatto

commenta, ¶ alla terra sonora, il secreto amoroso ¶ che lo

infrolliti de' lerci usurai, ¶ il grugno intrufolato delli eroi

etichetta de' notai, ¶ e il sogghigno che rialza i

fiera e inconturbata, ¶ ed il valore che vi insempra

sterile e fiera manda il saluto; ¶ colle Vestali ai

revulsioni d'amare, ¶ rullando il ventre nel giro de

rossa e dolorosa. ¶ Spasima il cuore, farnetica la mente

se stesso alla brama ¶ il calice intatto che vuol

boccheggiar sul sesso; ¶ tutto il corpo a pretender l

di bontà. ¶ Perché conosco il vostro pensiero strozzato ¶ tra

al ricordo, ¶ di tra il frutteto opimo, l'anitre

molle, senza freschezza; ¶ conosco il sogno biondo e troppo

di cui or viene il liceista in traccia, ¶ goffe

bitorzoli in faccia, ¶ seguendo il tuo sguardo svagato, ¶ pregiando

artifizi che gli uccidono il sogno, ¶ oh, quanto sciocco

se insapida di grazie il momento ¶ sull'offertorio sciapo

gramaticali. ¶ Ma so, Gretchen, il pianto di mezza notte

di mezza notte ¶ tra il sito de' cosmetici e

abeti minacciosa ¶ non vieta il canto al rosignolo: ¶ un

dentro a un parco, ¶ il crepuscolo indugiagli sui vetri

tramonto, ¶ tu che concedi il tuo corpo come un

lungo, lucido, acuto, come il tuo bacio che morde

acciajo come un pugnale, il tuo spillone, ¶ eretto e

Dica la nenia tutto il bene ed il male

tutto il bene ed il male; ¶ voli in delirio

l'incanto della poesia; ¶ il vostro spirito, smarrito al

dalla doppia prigione." - ¶ (Mormora il canto basso, tra il

il canto basso, tra il ridere e l'affanno

schiacciati ed i frusti, ¶ il disgusto e la nausea

danza de' fianchi protendiamo il ventre: ¶ assorba l'ingordigia

ansino i fianchi, ¶ e il corpo s'inrugiadi di

contro alla notte: ¶ vedete il teschio; ecco la Morte

ufficio di natura. ¶ Siamo il semplice amore e la

ed attuali imperatrici. ¶ Trionfa il nostro imperio dal primo

a Noi, venite! ¶ Siamo il piacere completo e soddisfatto

scardina e detuona; ¶ china il capo, passa presto: ¶ rialzate

come sarà, ¶ a giudicare il Secolo col fuoco, ¶ De

accende e si protende ¶ il desiderio unanime. ¶ Danza, or

e audace sentimento, ¶ sopra il rombo del cannone, ¶ balla

G. CARDUCCI, Alla Rima. ¶ Il Patto colonico ¶ Tuum auxilium

monotono ufficio di machina. ¶ Il cervello non vive. ¶ Li

prati; ¶ e per quando il rovajo insidioso e arguto

allentino ¶ su braccia denutrite (il cervello non conta) ¶ che

mani terrose possano sopportare ¶ il peso della marra lucida

miserie; ¶ e se bevete il vino, ¶ ricordate la mano

che dispiccò dal tralcio ¶ il liquido rubino che vi

inebria; ¶ e se mangiate il pane ¶ lasciate che anche

falce benigna; ¶ non irritate il pungolo ¶ sapiente georgica alabarda

s'invermigli, ¶ e ritto il pungolo vibri in sul

Demiurghi insieme e Schiavi, ¶ il principio e la fine

fine, ¶ germinazione e messe, ¶ il frutto e le promesse

produce, ¶ chi vi porta il sorriso rappreso di rugiada

limpide perle dei petali, ¶ il liquido argento dell'acque

di fame". ¶ - "A suggellare il Patto tra il presente

suggellare il Patto tra il presente e il futuro

tra il presente e il futuro, ¶ come vuole la

ci apprestereste ad inchiostro il vostro sangue? ¶ Macchie di

Oh Signore, volete rispettare il demoniaco cerimoniale? ¶ E chiedete

le vene nostre e il sacrificio, ¶ di qualche vita

qualche vita, Signore, e il probante ausilio della Morte

di professione sono come il fumo: insistono ad aria

ed infastidiscono; ma se il vento soffia si disperdono

gridar la rivolta ¶ contro il governo del Padreterno. ¶ Bufere

accende ed impazza. ¶ Erto il Tribuno, nel furor politico

teste riverse e commosse. ¶ Il firmamento è tutto incendiato

piú duttile e sicura:... ¶ il voto. - A me, per

squillan la fanfara ¶ che il buon tempo prepara, in

condanna; ¶ e darò tutto il sangue in contro ai

sulle machine lucide, ¶ per il lucido aratro. ¶ Umanità bambina

epos de' Semidei. ¶ Semidio, il Tribuno, ¶ apre le braccia

ripiega le sue, ¶ fieramente, il Tribuno ed aderge la

in sopra piú, ¶ valvola il meeting di sicurezza, ¶ per

tra la corona ed il berretto frigio. ¶ Da chi

fervorino di socialista, ¶ trova il suo conto nella partita

dell'urna politica ¶ tra il sí ed il no

tra il sí ed il no sovversivo, ¶ Deputato, a

sinecura ai farabutti". ¶ Vacilla il corpo del Tribuno peso

speranza e voce, ¶ tutto il Tribuno all'arringo feroce

d'un pyiama anche il David di Michelangiolo: come

quale avrebbe dovuto sfilare il corteggio e la pudicizia

paragone. - Del resto, era il tempo in cui il

il tempo in cui il Grosso si vedeva rifiutare

vigilia dentro una catedrale, il cadavere di un Giovanni

lavoro; ¶ si ha rotondato il ventre. ¶ Da Nazareno critico

del paradiso, ¶ perché anche il sogno servisse a qualche

al Parlamento. ¶ L'altro, il Battista, selvaggio e libertario

sul Giordano, avea battesimato. ¶ Il guadagno gli fu che

e statutaria ¶ hanno appeso il civismo alla forca, ¶ perché

delle sconfitte africane. ¶ Tutto il resto si fece in

Già l'Asino e il Bue, fanno due. ¶ Stanno

istoria! ¶ L'Asino e il Bove, ¶ hanno fatto le

dell'Unione. ¶ Non pregio il kake-walk selvaggio e

e rauco, ¶ da quando il Leopardo d'Albione il

il Leopardo d'Albione il danzò, ¶ nel welt insmeraldato

mi mareggia alcun poco il minuetto, ¶ da quando, per

son stanco d'ammirare il solito portento ¶ d'una

ricchissima. ¶ Non mi regge il cuore ¶ a venerare questa

dal sangue, ma anche il disincrostante ¶ piú efficace e

lo stomaco, ¶ ti patisce il fegato ¶ se te la

può dire? ¶ Conviene patire il silenzio, ¶ e non dimenticare

quanto nocive, venerabili. ¶ Zitto. - Il telone fremita, ¶ sta per

inedite: ¶ han verniciato ieri ¶ il mostaccio ai buffoni; ¶ e

di moda; ¶ han prediletto il verde-pallido-acqua-di

Nilo, ¶ l'azzurro ed il rosato; lo stile liberty

tira la moda tra il giallo sporco e il

il giallo sporco e il bruno, ¶ vi convoca il

il bruno, ¶ vi convoca il grugno unto salesiano. ¶ Mandiamo

imbecilli schiamazzatori, ¶ ne scapita il decoro della Nazione. ¶ Lasciatevi

prima donna. ¶ Poco fa, il tesoriere strofinò, ¶ coi marenghi

adirarti, riposa ed attendi, ¶ il programma è tutt'uno

servono due pugna e il tuo muso ringhioso? ¶ L

codesto vaudeville; ¶ ma se il passo si muta all

E che? ¶ Non conosci il perché che governa l

governa l'alzarsi ed il discendere ¶ di un telone

passo della danza, ¶ anche il ballo danzato dalle stelle

Fiamma, Stella, ambo sorelle! ¶ Il fuoco alle mortelle arde

libertà, ¶ non si consuma il sangue. ¶ Fiamme, splendete lungo

sangue. ¶ Fiamme, splendete lungo il sentiero: ¶ bisogna rischiarar questo

la terra e bolle il cuore, ¶ non vi è

Ama la pecora ed il caprone; ¶ punta le corna

caprone; ¶ punta le corna il toro. ¶ Sta l'uomo

le pugna contratte, ¶ lacera il velo della infecondità, ¶ uccide

luce ai culmini sfoggia il sincero ¶ potere della Vita

Vita irrefrenata: ¶ dov'è il cammino che ne vi

bizza del pitocco: ¶ esaspera il sesso delle prostitute, ¶ arma

riusciti a pontificare, ¶ dopo il dominio breve, si preparano

dal piffero plebeo ¶ fischia il suono del momento; ¶ ma

di spavento; ¶ ma determina il tamburo ¶ il rullar aspro

ma determina il tamburo ¶ il rullar aspro e sicuro

Dalla picca si dispicca il sangue vivo, ¶ e quel

impastaron la farina con il sangue de' Signori. ¶ E

nella istoria, ¶ perché smentisca il racconto bugiardo, ¶ ripagato ad

Ho conservato in me il rappresentante ¶ delle nostre virtú

nostre virtú; ¶ ho elevato il brigante ¶ a nazionale instituzione

immemoriali, ¶ che lustran tutto il mondo, dai canali di

casi dell'azzardo. ¶ E il giardino sbocciato delle Dame

tutt'i lorgnons, ¶ sporgo il petto guerriero, ¶ e mi

tabella del Bertillon, ¶ tra il cervello di Dante e

compiacenti e coralline. ¶ E il regale piacere della lotta

incoronare ¶ di lauri foschi il mio augusto sembiante. ¶ E

oceano ¶ che sofrono lontano ¶ il mio amor per udita

gabbia ¶ m'hanno rubato il doppio scapolare ¶ della miracolosa

di sul petto tra il nudo e la camicia

topico ¶ comune ed immortale: IL MUSOLINO! ¶ grassatore, nobile e

Gente, chi voglia udire ¶ il mirabile ardire delli Imbecilli

un Pazzo ¶ che squassa il suo berretto insonagliato, ¶ e

Femine in coro, per il sonoro componimento, ¶ decentemente vengono

sono molto ringhiosi: ¶ hanno il fegato verde d'invidia

la Storia Naturale spiega il Natale ¶ dell'una e

L'Imbecilli si soffiano il naso: ¶ noi non siam

della loro onestà. ¶ Soffiansi il naso ed asciugansi l

un grazioso giuocherello; ¶ preparano il giubbetto a chi diffida

vertebre. ¶ L'Imbecilli hanno il catarro: ¶ essi aggiogano al

anzi a stuolo per il mio paese, ¶ molte pretese

foggiare un intrico contro il Pensiero. ¶ Ed ho veduto

un Generale ameno ¶ ricondurre il sereno sulle tombe ¶ col

applauso alli Imbecilli: ¶ mentre il mio stomaco, si mareggiava

le nozze che appresta il Protocollo ¶ e chi si

una nera parabola ¶ fa il suo Paraclito: e la

s'affibbia un piviale. ¶ Il pivial fa strascico lungo

e simbolo di carità! ¶ Il vario e ricco sajo

al fondo mare. ¶ Ora il mar, che fan seccare

scossa popolare, ha fruttato il rosso; ¶ l'Imbecille china

rosso; ¶ l'Imbecille china il dosso, e lascia svampare

smorfia al viso dimostra il paradiso ¶ delle monde coscienze

borghesi. ¶ L'Imbecille è il Proteo ballerino ¶ per le

l'ugna nasconde sotto il velluto, ¶ il danno è

nasconde sotto il velluto, ¶ il danno è conosciuto se

tirano al grigio: hanno il cuor ligio alle galere

solite rose colle spina, ¶ il solito torrente per la

di speranze. ¶ Testè rinacque il bambolo Gesú ¶ biondo di

del civico baliatico, tra il Bove e l'Asinello

la coda, ¶ ha smarrito il cammino: è lenta a

vassallaggio, pari con pari. ¶ Il villaggio è la reggia

lo riassorba, ne penetra il Mondo. ¶ Livide angoscie sul

suonare le campane; ¶ davan il suono delle anime nostre

tra l'infimo ed il massimo. ¶ Portiam bandiere rosse

Destino; ¶ lo comandiamo; arrechiamo il tesoro ¶ dell'indiscussa fraternità

Quindi..."" - ¶ - "Quindi, si sà, il velluto de' tuoi geroglifici

il Gallo protervo incresta il nervo della sua sapienza

esizio del pajolo. ¶ Ma il Gallo, unico, sfida ¶ sul

poema di rossi perché. ¶ Il Gallo è un seccatore

un seccatore, ¶ ed è il terrore del vicinato, ¶ qualcuno

nel fiume, ¶ e quando il prato è mal sicuro

coccodè in fregola, ¶ domandano il motivo ¶ al rosso distintivo

pretender di piú, ¶ tutto il mondo è cosí; per

un critico capriccio ¶ volere il sole se piove o

bestemmiando, ¶ chiricchichí repubblicano, ¶ sopra il pantano delle coscienze putride

Gallo politico ed inurbano. ¶ Il Gallo canta. ¶ Ora, in

Ora, in un vespero, il Cuoco al Pollajo ¶ venne

grassa cena) ¶ e tra il greggie mirò quel Gallo

e per tre volte il becco ¶ fe' sanguinar le

e officiose ¶ "Peste!" bestemmia il Cuoco, e allenta il

il Cuoco, e allenta il pugno. ¶ Il Gallo si

e allenta il pugno. ¶ Il Gallo si rialza e

afono cappone, melenso ermafrodito. ¶ Il Gallo canta ancora per

canta ancora per tutto il vicinato ¶ il suo rosso

per tutto il vicinato ¶ il suo rosso peccato sobillatore

queste pretese d'insegnare il mio canto ¶ a tutti

dentro allo strame. ¶ Ma il mio duro corpaccio ¶ vi

vigilatore, ¶ avviso di lontano, il nibbio, la faina, la

la faina, la volpe, il traditore; ¶ noto e bandisco

piume rosse e nere". ¶ Il Gallo canta ancora ¶ rivolto

è finita... C. CARDUCCI. ¶ Il nostro imperialismo è una

Melisanda fu contessa franca. Il Cantastorie sa che non

rullano, a festa, per il mare a Voi ¶ solleciti

sfolgorante di bellezza, Altezza. ¶ Il fez vi pesa sopra

Jaufré Rudel. ¶ D'oltre il mare, Signora, ebbi l

tutte, in giusto onore, ¶ il turbato Signore e vi

e la paura. ¶ Ve' il Bosforo inquieto che schiumeggia

nobile e speciosa. ¶ Ascoltate il consiglio dell'amico; ¶ attender

porcellini ¶ ed or professa il Re; ¶ Jaufré rimodernato, ha

sopra ai perché. ¶ Eccovi il mio codazzo d'ingegneri

avidi, macilenti a contendersi il pane, ¶ come fanno ad

dissenteria, ¶ aspettandomi, Amica, ed il male d'amore? ¶ Quanto

buona grazia, ho regalato ¶ il segno piú maschile e

ho fatto tutto per il buon cuore, ¶ per semplice

pel solecchio; ¶ posar per il loggione in pompa magna

soggezione. ¶ Su via, gettate il velo; ¶ calpestate il turbante

gettate il velo; ¶ calpestate il turbante. ¶ Oh stellare sembiante

Oh stellare sembiante tra il franco e il saraceno

tra il franco e il saraceno! ¶ Oh, parente, o

al porto. ¶ Oh, sfolgori il bel riso barbaresco ¶ alla

dell'italica gente! ¶ Tutto il resto è una baja

una baja ¶ Jaufré Rudello il signore di Blaja ¶ è

Ho difeso e difendo il mio onore: ¶ bel gesto

purezza e d'onestà, ¶ il nome del casato, decorato

il sudore si dilegua il liscio, ¶ s'immela alla

Qui i fraks raggiustano il busto ai Signori ¶ a

ed i diademi ¶ rialzano il prestigio dei frigidi cuori

e di soda ricchezza; ¶ il rubar nelle Borse e

smalto della camicia insaldata, ¶ il gesto porge grazioso e

altra a paragone, ¶ per il trionfo del parvenu. ¶ Questo

impiumato a morione. ¶ Sono il Saccard, il Rocambole allegro

morione. ¶ Sono il Saccard, il Rocambole allegro e dispensiero

facile; ¶ ed ho dimenticato il nonno girovago merciaio, ¶ ed

nonno girovago merciaio, ¶ ed il padre usurajo, e lo

servile e venale. ¶ Dimenticai il rigagnolo e la fogna

e apocrife, ¶ per avere il maniero, come si usa

convitai le attrici ed il principe in voga; ¶ e

sparato, - ¶ sono, nella parata, il piú grande di tutti

e Imperiale Borghesia. ¶ Sono il piú forte, ebreo, o

multiforme, preferisco mostrarmi ¶ come il biondo padrone delle fabriche

ma bramo rimutare; ¶ che il sesso fa quando gli

incremento della civiltà, ¶ secondo il gusto, il costume e

civiltà, ¶ secondo il gusto, il costume e l'istante

conservarmi la pace ed il diletto, ¶ malthusiano convinto e

pago l'anima e il corpo colla tirchia cambiale

magro capitale. ¶ Pagare è il gesto archetipo; ¶ saldar colle

che porge, con malizia il sí ed il no

malizia il sí ed il no, ¶ sopra l'intrico

ragna ordita ad uccellare ¶ il mio vizio insistente, bagascione

la Santa Religione; ¶ vanto il liberalismo del Corrier della

spampanati al vento ¶ attestano il trionfo della prudenza e

trionfo della prudenza e il grosso dividendo. ¶ Suonin le

nelle pieghe del gonfalone, ¶ il volto glabro, pallido d

antonomasia, ¶ vero Padrone, ¶ sono il campione dell'italianità. ¶ La

sgherri - ". ¶ Canzone, compiaciti, accogli il Peana. ¶ Ama, riamato, questo

ripeti sempre la palinodia: ¶ "Il Galantuomo viva della propria

onestà: ¶ dopo di noi il diluvio! Sarà quel che

le mattine nella Corte. ¶ Il buon sole di Ottobre

le ali pigre, ¶ aprono il becco, rauche nel grido

Dio imminente e fatale, ¶ il coltel di cucina giustiziere

scomodarsi ¶ pel gesto cruento. ¶ Il rigagnolo presso gorgoglia e

e ingarbugliano ¶ alleanze tra il fango dei pantani, ¶ e

sfoderato ¶ sul pentaclo sovrano il "mac-benac, qua, qua

la paura s'assicura il consiglio prudente, ¶ tornano tra

La Corte è sottosopra; il turbulento, ¶ vi suscita querele

rossi bargigli ¶ sgarra tra il candido de' miti Conigli

disertare pei campi ¶ dietro il richiamo del libero amore

fuoco del tramonto, intende ¶ il tond'occhio sfidando: ¶ ed

tond'occhio sfidando: ¶ ed il raggio discende alle lucide

Eroe nobile e intiero. ¶ Il Gallo è un seccatore

l'altra bestia, ¶ integrava il motivo primo e divino

per farsi divorare. ¶ Ma il Gallo protervo incresta il

Tempo - e Gloria incalzo - il mio valore; ¶ ed alla

Fiero, iracondo, tenace, cortese: ¶ il Bene e il Male

cortese: ¶ il Bene e il Male abburatto e distillo

palese. ¶ Solaro di Varazze, il 28 di Dicembre 1907. ¶ Per chi

che lambe e impingua ¶ il rivolo inquinato dai veleni

e di fumi, ¶ tra il vacillar di fiamme porporine

pei quali non sorride il sole, ¶ schiavi curvi alla

della ricca città ¶ e il pudor permaloso della verginità

d'astrusa prosodia?... ¶ Varazze, il 27 di Marzo 1908. ¶ Scherzi ¶ Che

le si può togliere, il suo bel sole, il

il suo bel sole, il suo bel cielo ed

suo bel cielo ed il suo bel mare; guarda

imbruta nella sua indolenza. Il cuojo bovino delle tue

della vespa; ed allora il pachiderme politico s'irrita

vanno in amore, ¶ inforco il destriero, risuono ¶ di sproni

tutto per voi e... il resto oh,... m'amies

col fluido d'eleganza, il magnetismo e l'attrazione

cavalcata mattutina mi eccita, ¶ il fruscio delle gonne mi

puntar l'ago contro il ditale, ¶ e il filo

contro il ditale, ¶ e il filo dentro ad un

cappuccina, ¶ primo ad accoglier il sole a mattina, ¶ erto

vasetti ¶ dove sfiammavano insanguinando il verde ¶ garofani plebei, garibaldini

della silente machina, ¶ svolgendo il filo del mobile rocchetto

sul ritmo dell'ordigno, ¶ il batter nell'arterie, dal

farfalla splendida multicolore; ¶ e il bigio bozzolo che l

mi presento come vuole il costume; ¶ tutto quanto posseggo

grassa della gente. ¶ Eccovi il volto che il rossetto

Eccovi il volto che il rossetto avviva, ¶ oh! quante

triste e smorto: ¶ sbatte il ventaglio ed agita le

ordine, la disciplina, ¶ ed il burocrata a me vicino

profumati ¶ delle mie coscie; ¶ il mio piedino detta la

teso segna una vittima; ¶ il monosillabo condanna a morte

mani propino affusolate, ¶ che il manicure mi ha raccomandate

complicità ¶ non so tenere il broncio; ¶ sporgo sempre il

il broncio; ¶ sporgo sempre il bocchino: ¶ risuggelliam la pace

l'oblío che rinchiude il secreto dell'anima ancora

Signore, finché mi regge il cuore ¶ dentro a questa

scenderò larva crepuscolare, ¶ se il sol di mezza notte

rondinella delle strade. ¶ Sarò il rifiuto della grande Città

argento a pungere ¶ contro il fango, la carne ed

fango, la carne ed il cuore; ¶ sarò l'ombra

oggi a dimani sarò il vituperio ¶ de' vostri ricchi

col veleno, ¶ che distilla il mio sesso e che

sulla vostra famiglia, ¶ come il castigo, come l'uragano

vanno colla tristezza ¶ e il lungo brivido di mezza

L'estetica ironia stelleggia il cielo ¶ oscuro, in curva

sciupa parole alate ¶ sopra il belletto delle labra esangui

allevati in serra, ¶ sotto il sudore si dilegua il

per le Venarie: ¶ testè il cerbiatto e il daino

testè il cerbiatto e il daino cadder, squarciato il

il daino cadder, squarciato il petto, ¶ al piombo indifettibile

dí, ¶ ch'hanno squarciato il ventre ed agonizzano, ¶ tra

se un Vescovo rifiuta il rituale ¶ della croce, dell

piú; ¶ respiri e batte il cuore, palpitano le palpebre

cortina, ¶ che ti chiudeva il giorno. ¶ Or volgi la

di omaggio entusiaste, ¶ è il tripudio servile e interessato

servile e interessato, ¶ è il rotto rantolo dell'agonia

tempesta di Luciferi; ¶ è il cozzo delle lotte millennarie

L'ineffabile allegria ¶ rompe il cingolo di corda del

Viva a Te, per il perché dei genitali! ¶ Viva

succinta e corretti! ¶ Tutto il resto è una baja

baja, ¶ di nessunissima autorità. ¶ Il mattino è fragrante e

Casa, ma non permettere il vaticinio: ¶ oggi la gente

s'indorano le grappe, il mosto cola; ¶ stride il

il mosto cola; ¶ stride il torchio, nel sole, sulle

l'acidulo vinello arrubinato: ¶ il Fantolino è nato. ¶ Il

il Fantolino è nato. ¶ Il 22 di Settembre del 1904. ¶ Ora

Settembre del 1904. ¶ Ora ¶ Per il 23 di Novembre 1908: ¶ quando duemila

antro pur balza ¶ E il pezzato destriero annitrí ¶ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .…Ardi

guerra, ogni lido! ¶ Uno il cuore, uno il patto

Uno il cuore, uno il patto, uno il grido

uno il patto, uno il grido: ¶ Né stranier, né

alla tua potestà, ¶ rinnovare il prodigio ¶ rutili, schiette e

Te. ¶ Solaro di Varazze il 25 di Novembre 1908. ¶ Commemorazioni ¶ Ogni

groviglio de' serpenti, ¶ tra il ruggir delle belve frenetiche

inghiotte neonati, ed ha il tuono per voce, ¶ Baal

e pinacoli, ¶ indici sopra il cielo, termini sulla terra

cielo, termini sulla terra. ¶ Il primo basalto squadrato ed

pastore, o pecorella. ¶ Svolgesi il fumo dalle stipe e

sé la Terra e il Dio autoctono. ¶ Pei quattro

la calma dimora, ¶ se il focolare splende di rutili

altipiano ¶ donde scoscende sdrucciolando il fiume, ¶ che rispecchia le

Nocchieri. ¶ La Terra sommette il suo ventre flavo e

e flavo del frumento: ¶ il Cielo immenso è la

Vivan li Dei; tutto il Mondo è divino ¶ a

riflesso del greco pensiero; ¶ il cielo sgombro, puro s

dentro a cui muore il giorno, la parola trova

esatta, racchiude l'idea, il sentimento, un corpo, ¶ l

coro a battuta. ¶ Sogghigna il Fauno, ¶ dal folto, la

barba, ¶ la nuda giovinezza il doppio Ermafrodito. ¶ E risuonavan

comandavano al Tempo, ¶ vaticinando il futuro dalla Fatalità ¶ seduta

la coppa ed invita; ¶ il banchetto è cosparso di

Febo l'immenso scopre il suo volto, ¶ lacera il

il suo volto, ¶ lacera il velo delle nubi, appare

dall'Epopea: ¶ Sofocle chiama il Fato sopra Edipo e

mondo romano: ¶ "Morto è il Gran Pan, è morto

dal Tempio di Serapide, ¶ il vento scoronò; e videsi

scoronò; e videsi brillare il serto ¶ tra il nembo

brillare il serto ¶ tra il nembo di polvere, precipitar

confusa di Nomadi, ¶ lungo il Giordano, per Galilea, portava

bimbi ignudi: ¶ non piú il buon vin dell'Isole

Isole dispilla ¶ dall'anfora il coppiere ai conviti; ¶ non

e lingueggia di fuoco il profumo. ¶ Sopra Antinoe costrutta

di martiri. ¶ Fauno è il Dimonio col Centauro rossigno

col Centauro rossigno e il Satirello ¶ puzzolente di fregola

amante; ¶ e non sapesti il dolore della Madre, ¶ che

armati al Moria, ¶ tra il pianto delle tue plurime

fresco fiore umano, ¶ non il vivere eletto, esercitato in

che insegna Dio e il Dimonio ¶ reggere il mondo

e il Dimonio ¶ reggere il mondo ed ogni creatura

Apocrifi, ¶ da Porfirio innovando il magismo, ¶ Carpocrate, maestro di

d'indulgenze a braccare il peccato rimuneratore, ¶ colla grazia

tra le squarciate nuvole ¶ il primo raggio del dí

rive della marina, ¶ postilla il cielo di colonnati, ¶ punge

perle alle Panaghie; ¶ sgretolano il mosaico delle iconi. ¶ Impari

sanguina la fronte sudata, ¶ il seno puro e ansante

dibatte la giovane, difende il dipinto, ¶ seminuda ad arco

cade, spezzata ed insozzata: ¶ il Bulgaro preme la donna

del pigro mattino, ¶ ed il fumo del Tevere chiuso

all'avvento, ¶ per entro il cuor della romanità; ¶ Pietro

tutto questo fu tuo; il tuo nome s'imprime

da lungi protesse ¶ Filippo il Bello al latrocinio; ¶ spinse

festini salaci, ¶ se preme il padre la figlia e

la figlia e sommette ¶ il papa, nelle stalle alli

Esicati accolti a contemplarsi il bellico, ¶ oziosi di preghiera

sempre ed ancora; ¶ approssima il futuro coll'amore: ¶ questo

coll'amore: ¶ questo è il grande lavoro che incalza

nel tuo dolore, ¶ tutto il dolore del mondo; ¶ se

risponde, ¶ ciascuno è ferito; ¶ il tuo pianto singhiozza e

legge presiede, completa, rinnova ¶ il moto indefinito della Costanza

dismaga sé stessa e il suo pensiero. ¶ "Il Mistero

e il suo pensiero. ¶ "Il Mistero è per Noi

Noi; ¶ la Natura assicura il miracolo a questa nostra

all'Europa gridando; ¶ tra il doppio mare e la

quando? ¶ Al gran sommovimento ¶ il Vulcano darà lave e

insulto del carnefice ¶ e il rauco sghignazzare delle scorte

balioso prete sovrano. ¶ Ed il Cristo vedeva uscir dalle

fiato. ¶ Rideva astuta faina il biondo Pio, ¶ inquadrando il

il biondo Pio, ¶ inquadrando il pugnale alla croce, ¶ moschettier

Vienna prendeva voce. ¶ Onde il Rabbi, l'Italia, col

giusto e sicuro ¶ è il tuo Popolo e nostro

ne 'l mio cuore il sole ¶ De le immortali

di erranti barricate; ¶ tutto il Popolo insorto. ¶ Cattaneo, che

d'onta; ¶ e trepido il Casati ed inquieto, ¶ attendendo

a sventolare d'oltre il Ticino. ¶ E fiamme e

invidie, ¶ la Patria combattente, ¶ il Popolo, magnifico guerriero. ¶ Quindi

fuga notturna e ignominiosa, ¶ il Maresciallo nascosto in un

d'incendio a proteggere il vinto, ¶ inutile, austriaca crudeltà

dalla Schiavitú: ¶ giungevano, recando il cuore avvampato ¶ come una

scede d'Haynau e il frustino, ¶ la gozzoviglia, la

gozzoviglia, la fiera ed il bottino ¶ necrofilo ed estremo

semplici Maestri comacini; ¶ seppe il Lario e il Verbano

seppe il Lario e il Verbano, protetti ¶ dai greppi

greppi prealpini e riccioluti, ¶ il tumulto, la mischia ed

tumulto, la mischia ed il rantolo, ¶ se il giovanetto

ed il rantolo, ¶ se il giovanetto, accosciato languente e

dell'ontano, accostava, ¶ strisciando, il corpo e all'erba

e i roveti; ¶ seppe il Ticino e specchiò tra

celere fuggir della corrente, ¶ il crepitar rovente e ripetuto

e accolsero, ¶ sdrajati, come il grano falciato a maturanza

li eserciti, guadata, ¶ recando il saluto ai nemici, ¶ dai

della carica urlata ¶ ed il risponder della cannonata. ¶ V

accenti e inusitati ¶ come il nuovo pensiero; ¶ il Carme

come il nuovo pensiero; ¶ il Carme secolare canti il