Pietro Gori, Le basi morali dell'anarchia, 1902

l'istinto di procreazione. ¶ Il primo ha la sua

alimentazione, respirazione, moto, ecc. – il secondo nei bisogni sessuali

e per la specie: il bisogno di alimentarsi, ed

bisogno di alimentarsi, ed il bisogno di procreare. La

due primitivi diritti umani; il diritto di vivere e

diritto di vivere e il diritto di amare. ¶ Ma

di amare. ¶ Ma sinchè il diritto rimane come astrazione

reale. Ogni individuo, per il solo fatto della sua

della sua nascita, ha il diritto alla vita, da

ha diritto di attingere il necessario dei bisogni propri

uomo invece di conquistare il benessere lottando contro i

tema di esagerare, che il primo stimolo all'omicidio

è la genesi e il protoplasma della guerra, presso

appetito di poter divorare il proprio simile, vinto ed

alle rozze anime primitive il sentimento di solidarietà. ¶ D

tribù, città, regione, nazione – il duplice istinto di conservazione

individuo cessò di mangiare il suo nemico vinto – quando

una bestia, utile con il suo lavoro a mantenere

suo lavoro a mantenere il vincitore nell'ozio. ¶ La

privilegi feudali, lasciando solo il denaro dominatore del mondo

campo economico e politico il proletariato combattente non può

può logicamente contrapporre che il principio della solidarietà. ¶ Dalla

rivoluzione del 1789 in poi il principio individualista, dal campo

a quello morale, ebbe il suo più vasto trionfo

aveva proclamato in astratto il diritto dell'individuo alla

quelle che ora formano il contrasto più aperto con

civili e politici. ¶ II. ¶ Il concetto della libertà, nella

esiste nel mondo morale il libero arbitrio, se non

giacchè lo sfruttamento e il dominio di classe non

delle due forze dominatrici: il danaro e il potere

dominatrici: il danaro e il potere) sta subentrando, nella

della nuova anima sociale, il principio del mutuo appoggio

un tempo, che fu il diciannovesimo secolo. ¶ Splendida perchè

Cosicchè può dirsi , che il colossale edificio della civiltà

edificio della civiltà borghese, il quale avrà pure un

sul lavoro, o per il lavoro, fosse trasfusa nelle

grande officina sorge trionfale il principiò giuridico nuovo di

constatazione, essere esso soltanto il produttore d'ogni ricchezza

chiaro e determinato: liberare il lavoro del parassitismo padronale

schiavitù economica che prende il nome di salariato. ¶ E

socializzazione della fatica senza il godimento del prodotto, per

delle forze proletarie compirà il lento lavorìo di cotesta

della specie – trovino alfine il modo di conciliarsi dopo

modo di conciliarsi dopo il lungo dissidio; dove l

l'uomo, per conquistare il suo benessere non debba

sarebbe la libertà – bensì il perpetuamento della tirannide, sotto

d'esso ammalata, tutto il corpo sociale ne risente

Per quanto si dica il contrario, la morale ufficiale

Ferrero. – Che cosa è il male, e che cosa

e che cosa è il bene ? chiedeva un viaggiatore

di cotesti selvaggi. Ed il selvaggio rispondeva con convinzione

selvaggio rispondeva con convinzione: «il bene è quando io

moglie di un altro – il male è quando un

intrinsecamente ed oggettivamente, per il bene od il male

per il bene od il male che essa reca

un principio astratto ed il più delle volte bugiardo

tutti i giorni, per il pane, si rivolta e

sua potenza si dibatte il dolore (questo pallido compagno

compagno dell'uomo) allora il giudizio sarà, per l

propria vendetta trasversale per il fatto di un solo

cotesti perseguitati, che esplode il lungo dolore compresso nell

ormai periodici a traverso il mondo, una moltitudine, e

rivelata, quasi sempre, sotto il comune rapporto, di una

non è vero) sarebbe il caso di ricordare con

legge, come delinguenti comuni: il che non impedì, che

forza rivoluzionaria che rovesciò il mondo pagano. Perchè il

il mondo pagano. Perchè il sentimento rivoluzionano, come diceva

sieno governative, e portino il bollo dello Stato, insistono

violenza legale, non è il male. Questo non è

male. Questo non è il delitto, secondo la morale

nuoce. ¶ Perché, come rispondeva il selvaggio: «Il bene è

come rispondeva il selvaggio: «Il bene è quando io

moglie di un altro, il male è quando un

spasmodica lotta millenaria, tennero il piede sui vinti ed

ciò che si crede il bene? ¶ Gli omicidi politici

sin nella bibbia, ed il fatto di Giuditta, che

di una educanda isterica. ¶ Il mito di Roma si

una burla innocente, uccide il fratello Remo, è, nella

preistoria della eterna città, il divo Quirino – il venerato

città, il divo Quirino – il venerato nei secoli. Eppure

di molti altri paesi. ¶ Il classicismo di Roma e

sue rappresentanze, si arroga il diritto di patentare quelle

quei violenti, che incarnano il principio che a lui

Milano a quello contro il Duca di Parma) sono

Genova, Balilla, ha pure il suo monumento, per avere

per avere saputo lanciare il primo sasso contro gli

contro una prepotenza paesana. Il movente fu identico: lo

cotesti Gavroches del proletariato, il monumento della vittoria. ¶ La

violenza non può formare il substrato dottrinario di verun

che per questo diventasse il principio teorico delle loro

di liberazione, non era il fine, bensì il mezzo

era il fine, bensì il mezzo: il fine restava

fine, bensì il mezzo: il fine restava sempre quello

Così pure quando contro il vecchio regime, scricchiolante sui

rivoluzionarie che chiusero convulsivamente il secolo passato – i partiti

violenze permanenti, che come il mezzo spietato, ma necessario

di schiacciare per sempre il dispotismo. ¶ Certamente che il

il dispotismo. ¶ Certamente che il 14 luglio e il 10 agosto

che il 14 luglio e il 10 agosto furono il corollario

e il 10 agosto furono il corollario storico ineluttabile della

la forza contrastava loro il passo, in nome dei

nome dei privilegi. Ma il fine era, o doveva

governo, facendo del boja il primo funzionario dello Stato

imporsi con la forza – il nuovo stato di cose

antico regime, e preparò il terreno per la dittatura

essi violano del pari il mio diritto ed io

nascere dal mio lato il diritto di legittima difesa

difesa. Ed ecco sorgere il concetto morale della violenza

come sento del pari il diritto di ribellarmi alla

forma di violenza brutale. ¶ Il diritto di legittima difesa

e nella società, è il fondamento morale delle rivoluzioni

parola, non è che il mezzo per farla trionfare

non potrà mai essere il contenuto filosofico dell'anarchia

perchè la violenza è il substrato morale di ogni

di ogni potere politico, il quale sotto qualsiasi forma

autoritario, che si arroghi il diritto di governare la

società, la coazione è il solo argomento persuasivo che

governati! Coazione nel chiedere il concorso dei cittadini alle

nell'imporre ad essi il tributo di sangue, che

dispetto della significazione volgare, il concetto di anarchia, come

che l'ordine ed il bene pubblico non sieno

pubblico non sieno che il risultato spontaneo di tutte

questa magnifica certezza: che il bene di ciascuno non

l'ordine cosmico è il prodotto spontaneo delle forze

autoritario, subentrerà irresistibilmente – come il soffio rianimatore delle stagioni

vedrà allora, dopo che il meriggio dei fatti compiuti

sugli umani diritti schiacciati. ¶ Il principio della solidarietà, passato

di secoli che insanguinò il mondo – rinverdiranno nella realtà

Platone a Kropotkine – che il disordine sociale soltanto ed

disordine sociale soltanto ed il principio della lotta hanno

sopra essi la luce, il calore, la vita. ¶ Pietro