parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paolo Cognetti, Il ragazzo selvatico, 2013

concordanze di «il»

nautoretestoannoconcordanza
1
2013
si mise a rosicchiare il muschio tra le rocce
2
2013
sul rivale, usando tutto il loro peso per dare
3
2013
pietre picchiate tra loro. Il vecchio ormai era l
4
2013
strade del fondovalle, dove il sole non sarebbe arrivato
5
2013
ero stato bambino, anzi il complesso di appartamenti che
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2013
quella mattina, insofferente verso il luogo a cui stavo
7
2013
sporgenti alla cui base il terreno era stato pulito
8
2013
fuori buste e contenitori, il padre mi scrutò con
9
2013
vestiti, un telo impermeabile, il sacco a pelo, una
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2013
in cucina, l’accendino, il coltello, carta di giornale
11
2013
libri, la penna e il quaderno. Volevo spingermi più
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2013
un peso. Come sempre, il peso poteva essere la
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2013
da casa? Addio, disse il ragazzo selvatico al domestico
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2013
e prese di nuovo il sentiero che saliva. ¶ Bivacco
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2013
saliva. ¶ Bivacco ¶ Giù per il pendio inghiottito dalla frana
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2013
ampia fascia scura segnava il punto in cui si
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2013
lasciando nell’aria soltanto il gorgoglio di una corrente
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2013
ero arrivato sentii avvicinarsi il temporale. Saranno state le
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2013
tra le pareti e il tetto lasciava passare un
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2013
un po’ di luce. Il focolare stava al centro
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2013
pietre piatte a delimitare il braciere, in un angolo
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2013
braciere, in un angolo il perno girevole per appendere
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2013
perno girevole per appendere il paiolo. Poi una mensola
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2013
a dilaniarlo, pensai, perché il pavimento era cosparso di
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2013
abbastanza luce da scoprirlo. Il temporale ora faceva un
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2013
di pavimento per stendere il sacco a pelo, poi
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2013
di vino sarebbero stati il menu della serata. Sotto
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2013
così provai a prolungarla il più possibile, masticando a
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2013
possibile, masticando a lungo il pane e bevendo il
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2013
il pane e bevendo il vino a piccoli sorsi
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2013
piccoli sorsi. Invece poi il temporale si calmò. Trovai
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2013
temevo di affumicarmi usando il focolare. Quando ricominciò a
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2013
libro di Primo Levi, Il sistema periodico, che è
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2013
Sopra di me incombeva il profilo del monte che
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2013
a pelo. In Ferro, il quarto racconto del libro
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2013
i vestiti, le mani, il passo, la lingua e
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2013
le mani, e conoscere il suo mistero attraverso le
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2013
le rocce, i torrenti, il vento, la neve. In
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2013
migliorarsi; più oscuramente, sentiva il bisogno di prepararsi (e
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2013
gravava sull’Europa. Era il suo luogo, quello per
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2013
marmotte di cui imitava il fischio e il grifo
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2013
imitava il fischio e il grifo: in montagna diventava
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2013
con la terra e il cielo, in cui confluivano
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2013
cielo, in cui confluivano il mio bisogno di libertà
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2013
me nella baita. Forse il fantasma di un pastorello
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2013
era irremovibile, voleva proseguire. “Il peggio che ci possa
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2013
luci erano scesi verso il rifugio barcollando per il
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2013
il rifugio barcollando per il freddo e il sonno
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2013
mio maestro di montagna: il primo che mi aveva
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2013
con la fatica e il freddo, con la distanza
51
2013
di abbandono che era il mio vero mal di
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2013
avrei seguito ovunque. ¶ Poi il nostro rapporto aveva vissuto
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2013
gioiosa. A sedici anni il mal di montagna mi
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2013
soccorso, correvamo giù per il ghiacciaio trascinando un ferito
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2013
Tornati dal rifugio imitavo il mio maestro: provavo a
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2013
quasi senza peso), avere il suo stesso atteggiamento di
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2013
o di dare istruzioni. Il Quattromila era facile, dopotutto
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2013
fino a sera, solo il bianco indistinto del ghiaccio
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2013
della nebbia, eppure era il ricordo più bello che
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2013
sapermi di là, oltre il colle, a fare l
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2013
fin dal primo incontro, il giorno dei libri e
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2013
metri. Una sera dopo il lavoro mi invitò da
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2013
più. Quando gliene domandai il significato, Remigio mi spiegò
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2013
Remigio mi spiegò che il foglio stava lì da
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2013
misi in ascolto con il rispetto che si prova
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2013
stesso senso di soggezione. Il padre di Remigio era
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2013
ce n’erano - finché il loro rapporto non era
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2013
carattere, o forse era il figlio che, cresciuto, si
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2013
caccia gli era venuto il disgusto. La passione, come
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2013
tempo prima di morire il padre gli aveva lasciato
71
2013
padre gli aveva lasciato il rudere di una baita
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2013
una stanza di sopra, il tetto in scandole di
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2013
aveva trovato da sé il significato, e per alleviare
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2013
lunghe estati a ristrutturare il rudere. Aveva deciso di
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2013
tavole, una fune e il trattore. Erano alberi che
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2013
con cura come tutto il resto: ogni legno, ogni
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2013
pietra della casa, perché il lavoro fosse fatto a
78
2013
borraccia né scarponi, solo il mio bastone e scarpe
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2013
e scarpe leggere come il vento. Dopo tre mesi
80
2013
in gran forma: superai il bosco e i primi
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2013
mattino, appena prima che il sole spuntasse dalle creste
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2013
spuntasse dalle creste e il giorno cominciasse davvero. Nessun
83
2013
uno dei due sentì il pericolo, drizzò le orecchie
84
2013
qualcosa li aveva allarmati. Il più prudente partì per
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2013
quello dell’età adulta, il cielo era limpido, di
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2013
montagna. Era quella montagna, il Monte Rosa che adesso
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2013
agli occhi, a unire il mio presente e il
88
2013
il mio presente e il mio passato. ¶ Poi vidi
89
2013
vette, perché amano sorvegliare il loro regno dall’alto
90
2013
e nella luce abbagliante. Il branco era composto da
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2013
muoversi a malapena. Aveva il manto spelacchiato e due
92
2013
cui non reggeva più il peso, che lo costringevano
93
2013
china. Appena fui avvistato, il capo stambecco si alzò
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2013
mettersi tra me e il resto del branco. Mi
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2013
dietro di lui, mentre il vecchio per raggiungerli dovette
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2013
per un minuto, finché il capo stambecco decise che
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2013
è chi munge con il pollice piegato dentro al
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2013
poco delicato. Preferiva usare il palmo della mano. Il
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2013
il palmo della mano. Il secchio del latte poi
100
2013
soltanto un goccio per il caffè del mattino. A
101
2013
I piatti di legno, il paiolo di rame. Gli
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2013
Gli attrezzi per fare il formaggio appesi sopra la
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2013
e l’abbracciava per il collo: quella era Morgana
104
2013
ovunque: sveglio, riservato, affettuoso, il più intelligente che avesse
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2013
tenne a spiegarmi che il pastore - il berger - è
106
2013
spiegarmi che il pastore - il berger - è quello delle
107
2013
una differenza da poco. Il pastore è un nomade
108
2013
e dorme dove capita, il vaccaro invece è un
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2013
Quand’era bambino lui, il villaggio era già abbandonato
110
2013
le stoviglie. Lì trovavo il sapone, la spazzola, la
111
2013
pasta. Dal bosco spuntava il muso di un capriolo
112
2013
e perfino un divano, il bagno, l’acqua corrente
113
2013
i muri dritti e il tetto tutto intero e
114
2013
aveva visto in cascina, il bambino che l’aveva
115
2013
dicevo io (lassù anche il bere e il mangiare
116
2013
anche il bere e il mangiare regrediscono allo stato
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2013
di qualche altro bicchiere. ¶ Il 29 giugno, San Pietro, patrono
118
2013
stalla. Gabriele aveva passato il pomeriggio a riempire il
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2013
il pomeriggio a riempire il rimorchio di rami secchi
120
2013
Verso le dieci accese il falò nello stile dei
121
2013
strofinò un fiammifero e il fuoco divampò in un
122
2013
incendio possa diventare assordante, il suo calore intollerabile anche
123
2013
cercando altri fuochi come il nostro. Ne contammo tre
124
2013
di cui nemmeno sapevamo il nome. Quelle fiammelle gialle
125
2013
dopo l’altra. Anche il nostro fuoco ammutolì. Ricominciai
126
2013
ammutolì. Ricominciai a sentire il vento nell’erba, il
127
2013
il vento nell’erba, il gorgoglio del torrente, i
128
2013
che mi concedeva. Con il sentiero avrei dovuto fare
129
2013
palmi delle mani. Lanciandosi il loro richiamo rauco i
130
2013
nel bosco. ¶ Fieni ¶ Venne il mese di luglio. Quando
131
2013
nel tardo pomeriggio, quando il sole aveva seccato il
132
2013
il sole aveva seccato il fieno falciato il giorno
133
2013
seccato il fieno falciato il giorno prima. Ormai valeva
134
2013
fosse stato prezioso: passava il rastrello dopo l’imballatrice
135
2013
che qualcun altro subisse il trattamento al posto suo
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2013
calli del manovale e il collo bruciato del contadino
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2013
la pelle irritata per il fieno che mi pungeva
138
2013
campi intorno a noi. Il bruno rossastro di quelli
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2013
quelli non ancora falciati, il biondo dove il fieno
140
2013
falciati, il biondo dove il fieno seccava al sole
141
2013
fieno seccava al sole, il verde tenue che prendeva
142
2013
verde tenue che prendeva il suo posto alla fine
143
2013
lilla e viola sotto il cielo di luglio, e
144
2013
e di molti villaggi, il mio maestro di montagna
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2013
accorta di me: annusava il terreno intorno al fuoco
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2013
era scappato o solo il grasso rappreso. Poi da
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2013
che le aveva portato il mio odore, alzò la
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2013
I suoi occhi riflettevano il bagliore delle braci. Io
149
2013
da molte notti conosceva il mio odore. Si dileguò
150
2013
Io andai a raccogliere il sacco a pelo, lo
151
2013
tra un uomo e il suo prossimo. ¶ La compagnia
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2013
troppo spesso, senza avere il tempo di acquisire nuovo
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2013
in questo modo perdiamo il rispetto reciproco. ¶ Ho sentito
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2013
camion, grossi autocarri per il trasporto bestiame che comparvero
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2013
della strada. Nervose per il viaggio, e forse eccitate
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2013
più anziani portavano ancora il gilet di velluto e
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2013
gilet di velluto e il cappello di feltro, un
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2013
trasloco in piena regola il loro: cambiavano casa per
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2013
inizio di giugno regnava il giallo del tarassaco, e
160
2013
la mattina potevo spiare il pastore anziano che spostava
161
2013
l’erba. Poco dopo il pastore giovane apriva il
162
2013
il pastore giovane apriva il portone della stalla, e
163
2013
giornata era finita. ¶ Ma il cambiamento più grande, nella
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2013
al giorno (a dire il vero, anche se non
165
2013
e Lampo. Black era il più vecchio, un gran
166
2013
faceva accarezzare. Lampo era il più giovane, un border
167
2013
nelle mani. Stava imparando il mestiere, ma era alle
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2013
una: una mattina, sotto il diluvio, i sette vitelli
169
2013
e tutti insieme superarono il confine del pascolo, gettandosi
170
2013
una tavola imbandita. Allora il pastore giovane lanciò un
171
2013
vitelli, guardò Lampo, guardò il padrone che bestemmiava agitando
172
2013
padrone che bestemmiava agitando il suo ombrello, poi entrò
173
2013
se ne andò verso il bosco. Il pastore giovane
174
2013
andò verso il bosco. Il pastore giovane gridava: Billy
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2013
erba che doveva essere il pasto dell’indomani. Veniva
176
2013
mio balcone Mozzo finì il suo biscotto, si stiracchiò
177
2013
stendere la pasta con il mattarello quando sentii un
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2013
che scappavano in giù. Il pastore non era uno
179
2013
imprecare. Allora mi slacciai il grembiule, spensi il fornello
180
2013
slacciai il grembiule, spensi il fornello sotto l’acqua
181
2013
acqua della pasta, presi il bastone e uscii, tutto
182
2013
quello cominciò a risalire. Il secondo gli andava dietro
183
2013
la baita, poi aspettai il pastore zoppo sperando che
184
2013
via delle mani enormi, il fisico da scaricatore, gli
185
2013
al trattore era partito il freno a mano, lui
186
2013
e mi avviai per il sentiero verso il mio
187
2013
per il sentiero verso il mio appuntamento. ¶ Estate ¶ Stagione
188
2013
sovversivo, mi disse stappando il vino, quando provai a
189
2013
garantiva. Gabriele capì perfettamente il mio discorso. Solo quando
190
2013
donne gli piaceva fare il duro. Eppure ero convinto
191
2013
verso sera. Poi spalancava il portone della stalla, apriva
192
2013
spallate e tirarle per il collare in quel caldo
193
2013
che presto sarebbe stato il suo turno. Mi chiesi
194
2013
fosse la madre o il padre. ¶ Al ritorno ricominciò
195
2013
i capelli umidi e il vento che li ghiacciava
196
2013
che stavo almeno recuperando il buonumore. Capitai in una
197
2013
io mi fermai, posai il bastone, mi sedetti lì
198
2013
in testa da tutto il giorno scelsi proprio De
199
2013
due versi per vedere il suo muso rispuntare dalla
200
2013
vibrare di suoni, era il mio cuore; e allora
201
2013
subito si nascose, presi il bastone e ricominciai a
202
2013
ricominciai a scendere verso il mio orticello. ¶ Notte ¶ Continuavo
203
2013
un buon rapporto con il buio. Da bambino ne
204
2013
un viale in cui il flusso di traffico non
205
2013
automobili scorrere sul soffitto, il giallo dei semafori lampeggiare
206
2013
giallo dei semafori lampeggiare, il blu delle ambulanze, il
207
2013
il blu delle ambulanze, il verde di una farmacia
208
2013
acuti di uccelli sopra il mormorio continuo del fiume
209
2013
quando la luna calava il buio era assoluto, e
210
2013
buio era assoluto, e il silenzio così profondo da
211
2013
acqua scorrere nella fontana. Il vento che agitava le
212
2013
le cime dei larici. Il verso di un capriolo
213
2013
i selvatici e io il predatore, ma nel mio
214
2013
ma nel mio letto il buio invertiva i ruoli
215
2013
borraccia di vino, presi il sacco a pelo e
216
2013
accesi un fuoco contro il muretto della mulattiera, feci
217
2013
sfilavo dallo spiedo con il pane e accompagnavo a
218
2013
vino. Alle dieci, calato il buio, srotolai il sacco
219
2013
calato il buio, srotolai il sacco a pelo e
220
2013
uscire dal sacco, alimentando il fuoco con la legna
221
2013
bosco. Restai a finire il vino guardandola bruciare. ¶ In
222
2013
gran bisogno di dimostrare il mio coraggio. Andai con
223
2013
loro. A mezzanotte imboccammo il sentiero e passammo la
224
2013
pila che avevamo. Poi il bosco finì, ma finì
225
2013
ma nessuno voleva essere il primo a proporre di
226
2013
ci sembrò di sentire il suono di un organo
227
2013
un organo. Poi scorgemmo il bagliore di una finestrella
228
2013
infreddoliti. Per non spaventare il musicista mio padre e
229
2013
in quelle condizioni conservavano il loro spirito goliardico. Davanti
230
2013
luce al pianterreno e il padrone di casa venne
231
2013
quell’alba: chi era il musicista misterioso? Come aveva
232
2013
un buon rapporto con il buio. Allora mi sembrava
233
2013
terra umida, in bocca il sapore aspro del vino
234
2013
e sotto la schiena il sacco a pelo era
235
2013
a letto o riattizzare il fuoco e aspettare l
236
2013
di virilità: ma se il nemico da combattere ero
237
2013
prato. Mi voltai verso il punto in cui avevo
238
2013
sacco a pelo, vidi il profilo inconfondibile di una
239
2013
inconfondibile di una volpe. Il muso affilato, le orecchie
240
2013
foltissima e lunga quanto il corpo. Non si era
241
2013
sull’isola deserta “ero il signore assoluto del feudo
242
2013
o imperatore di tutto il territorio che possedevo”. Rappresentavo
243
2013
quello caduto in rovina, il nobile possidente e il
244
2013
il nobile possidente e il fedele guardiano, l’oste
245
2013
l’oste, l’ubriacone, il giudice, lo scemo del
246
2013
in casa per tutto il giorno, la stufa accesa
247
2013
loro primavera interrotta. Trovai il racconto in cui Rigoni
248
2013
le sette di sera il cielo si schiarì e
249
2013
e dalla finestra guardavo il bosco senza notare nulla
250
2013
imparato ad avvicinarli, con il tempo, o se loro
251
2013
fidati di me. Per il momento potevo solo seguire
252
2013
segni della mia presenza, il fumo del camino, la
253
2013
lo steccato, allontanandosi verso il torrente. Sopra le orme
254
2013
trovai un larice caduto. Il tronco si era spezzato
255
2013
ultimo mese: in inverno il larice è spoglio, trattiene
256
2013
un lutto inevitabile. Sentivo il suo battito accelerato nel
257
2013
accelerato nel mio palmo, il solletico delle sue zampe
258
2013
dormire. Ma la fame, il sonno, erano solo un
259
2013
nella notte, sarebbe diventato il pasto di una volpe
260
2013
ancora all’uccellino, bevendo il caffè e osservando la
261
2013
vedendo quell’uomo avvicinarsi il cuore cominciò a battermi
262
2013
battermi veloce. Era Remigio, il mio padrone di casa
263
2013
mia presenza lassù: durante il nostro unico incontro gli
264
2013
e facemmo a pezzi il larice caduto. Della neve
265
2013
i grossi ceppi contro il muro della baita che
266
2013
Se l’estate farà il suo dovere, pensai guardandolo
267
2013
amico con cui dividere il piacere del fuoco. ¶ Orto
268
2013
tutta la pioggia e il sole che aveva preso
269
2013
mi sedetti a leggere il capitolo di Walden sul
270
2013
perché dovevo coltivarli? Solo il cielo lo sa. Questo
271
2013
lo sa. Questo fu il mio curioso lavoro per
272
2013
e questo sarebbe stato il mio lavoro quotidiano”. ¶ Incantato
273
2013
parole di Thoreau, studiai il pascolo che scendeva fino
274
2013
anno dai pastori. Prendeva il sole dalle nove di
275
2013
sembrava già di vedere il rosso dei pomodori, il
276
2013
il rosso dei pomodori, il giallo dei fiori di
277
2013
Rotta la crosta, per il resto della giornata zappai
278
2013
di come stava venendo il mio orticello, ma quando
279
2013
Jones di De André. Il pezzo in cui dice
280
2013
zappa e rastrello, presi il bastone e decisi di
281
2013
un certo punto abbandonai il sentiero, perché tutto il
282
2013
il sentiero, perché tutto il versante in ombra era
283
2013
minaccia di pioggia e il vento freddo avevano tenuto
284
2013
torrente. Avevano quasi tutte il tetto sfondato, la parete
285
2013
prelude al crollo. Superando il senso di abbandono entrai
286
2013
aperta con sollievo. ¶ Risalendo il pendio raggiunsi la cima
287
2013
dall’altra parte vidi il lago di cui avevo
288
2013
precipitando senza controllo. Sembrava il numero di un pilota
289
2013
tra il prato e il nido e mi tenevano
290
2013
Non abituato all’altitudine, il cuore batteva più veloce
291
2013
gli occhi spalancati fissavo il soffitto e pensavo: questa
292
2013
nel camino. Questo è il motore del vecchio frigorifero
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città sarebbe venuto istintivo il pensiero di un ladro
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non chiudevo occhio per il resto della notte, finché
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ad alzarmi e mettere il caffè sul fuoco. ¶ Topografia
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ogni burrone, ogni versante, il paesaggio di montagna si
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con un altro profilo. Il monte è, da solo
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le mie esplorazioni. Presi il sentiero che partiva dalla
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e la neve prese il posto del prato. L
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torbidi di fango. Dove il sentiero si incurvava verso
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così. ¶ Avevo pensato che il senso di solitudine sarebbe
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solitudine sarebbe aumentato con il tempo, invece accadde il
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il tempo, invece accadde il contrario: dopo i primi
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resina degli abeti, pulire il prato intorno alla baita
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neve sciogliendosi regalava sorprese: il teschio di una marmotta
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ruote di un trattore. Il buco di un topolino
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la mia stagione sotto il sole sarà un gioco
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archeologici e incerte deduzioni. Il posto in cui abitavo
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un metro che costeggiava il bosco, affiancata ogni tanto
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scalpello dagli antichi pastori. Il ruscello là sotto, a
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in cui veniva portato il latte dopo la mungitura
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dosando a mio piacere il caldo e il freddo
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piacere il caldo e il freddo, quando lo facevo
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brina. ¶ Da molti secoli il terreno che avevo intorno
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la segale e pascolare il bestiame, poi per fare
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terre alte, e così il bosco aveva riconquistato terreno
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stati spianati, e così il luogo aveva assunto le
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cosa molto semplice: che il paesaggio intorno a me
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torrenti, era in realtà il prodotto di molti secoli
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forma che aveva. Nemmeno il ruscello né certi alberi
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certi alberi maestosi. Perfino il pascolo in cui mi
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tempo si era seminato il grano. Ma non era
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scomparire. Io che sognavo il ritorno dei lupi e
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le mie esplorazioni assunsero il carattere di un’indagine
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carattere di un’indagine, il tentativo di leggere le
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animale da cortile. Siccome il villaggio era disposto in
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Avevo l’impressione che il presente, lassù, da molto
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delle quattro baite aveva il suo numero civico. A
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comunale doveva aver ricevuto il compito di registrare tutti
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possedevano una targhetta con il numero. Il mio era
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targhetta con il numero. Il mio era l’uno
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tornerò qui ad aspettare il postino che arranca su
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che arranca su per il sentiero. La baita con
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la stalla grande aveva il numero due, quella girata
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quella girata all’incontrario il tre, quella intonacata di
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quella intonacata di bianco il quattro. Ma lì abitavano
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In quel momento immaginare il futuro mi sembrava un
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la mia ricompensa? Passavo il tempo tra librerie, negozi
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librerie, negozi di ferramenta, il bar davanti a casa
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davanti a casa e il letto, a contemplare il
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il letto, a contemplare il cielo bianco di Milano
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Reclus. Mi colpì specialmente il viaggio di Chris McCandless
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e ne aveva adottato il manifesto: “Andai nei boschi
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profondamente e succhiare tutto il midollo della vita, vivere
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miei ricordi più felici. Il giovane uomo urbano che
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così nacque in me il desiderio di andare a
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un po’ di soldi, il necessario per vivere qualche
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dai centri abitati e il più in alto possibile
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desideravo. In primavera trovai il posto giusto nella valle
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boschi di conifere cedono il passo ai pascoli estivi
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e d’inverno, ma il 25 aprile, quando io ci
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era niente se non il bosco, i prati e
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Aosta a sud, verso il Gran Paradiso; e poi
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che gorgogliava. Sarebbe stato il mio mondo per un
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mi riservava. Quel giorno il cielo era di un
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ricominciare a scrivere, con il tempo. Ma adesso avevo
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un maglione e accendere il fuoco, così spinsi la
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chiuse per mesi, con il gelo come unico padrone
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le case, per sentire il tempo che passa? O
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occhiata a tutto. Adesso il senso del ritorno non
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ma l’olfatto, era il profumo di resina a
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gocciola nelle grondaie. Se il fine di una casa
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linfa in un albero, il fuoco come sangue in
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racconti dei vecchi: era il luogo in cui rimpiangeva
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di non essere nato, il legame tra la sua
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e la sua terra, il senso di patria che
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curarsi dalla guerra come il Nick Adams di Hemingway
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per cinquant’anni, con il bosco davanti alla finestra
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libri, i miei quadri, il mio vino, i miei
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la stalla, ora avevo il bagno e la camera
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di sopra la cucina, il divano, un tavolo con
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facciata una targa ricordava il soggiorno della regina Margherita
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sala da ballo, e il suo tetto invaso dalle
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in cui si serviva il tè nel pomeriggio. L
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aprile del 1986 gli diedero il colpo di grazia: una
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cui le cucine avevano il secchiaio di pietra, e
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acqua correvano giù per il prato scoprendo una terra
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dal ventre bianco e il dorso scuro stavano lì
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stavano lì a becchettare il terreno ai margini della
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di loro avevano fatto il nido proprio sopra il
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il nido proprio sopra il trave di colmo della
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riparato e buio tra il trave e il tetto
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tra il trave e il tetto. Volavano avanti e
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avanti e indietro tra il prato e il nido
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per il freddo e il sonno. ¶ Anch’io mi
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io mi alzai quando il cielo cominciò a impallidire
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e pensando a come il tempo riusciva a restringersi
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non finire mai. Avvolsi il sacco a pelo e
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scarponi e lasciai lì il giornale con cui avevo
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con cui avevo acceso il fuoco, pensando che qualcun
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i denti, la faccia, il collo, finché fui del
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stava sorgendo limpida, con il lago ancora in ombra
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bordi e pieghe come il segno di un gessetto
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lassù, a sgranare, meravigliato, il ghiaccio tra le dita
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un’ottima gita, pagammo il conto e ce ne
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avuto, neppure alla lontana, il sapore di quella carne
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quella carne, che è il sapore di essere forti
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sei di mattina, illuminando il muro di fronte al
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in quella luce improvvisa, il sacco a pelo ridotto
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a bruciarlo per tutto il giorno, eppure riusciva a
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lì: sulla stufa facevamo il caffè, cucinavamo, stendevamo i
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la civiltà del mulo il colle era fuori da
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ero stanco di girare, il posto mi piaceva ma
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notte e in effetti il rifugio non aveva l
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con loro per tutto il tempo che volevo, senza
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volta durante l’estate il vento la consumava, così
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tempo lassù. Quando arrivai il rosso era quasi finito
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una traccia sfilacciata contro il cielo. Quando me ne
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lo spirito del colle, il nostro vivere su un
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mi respingeva appena mettevo il naso fuori dalla porta
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montagna: la avvistavamo con il binocolo mentre saliva per
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binocolo mentre saliva per il sentiero, ne commentavamo le
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caffè. Invece lei raggiungeva il colle, toccava il muro
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raggiungeva il colle, toccava il muro del rifugio, girava
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Ogni due giorni impastava il pane che poi cuoceva
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in cucina, e parlare il meno possibile. Davide aveva
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si metteva a intagliare il manico di un coltello
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durare fino a settembre. Il burro, le uova e
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burro, le uova e il formaggio ce li procuravamo
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cronica mancanza di ragazze, il nostro problema principale era
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testa di Davide e il gasolio andava centellinato. Così
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se arrivavano ospiti accendevamo il generatore, altrimenti il pomeriggio
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accendevamo il generatore, altrimenti il pomeriggio era un lento
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estate e inverno, con il compito di battere la
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di averne capito anche il motivo. Eravamo stati spinti
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mettevo due coperte sopra il sacco a pelo. Ci
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casa. ¶ Era facile perdere il conto dei giorni che
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alba capitava di vedere il mare di nuvole dall
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alto, proprio come se il nostro mondo fosse separato
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pietraie, arrivava a lambire il pendio terminale e infine
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Chiusi in cucina ascoltavamo il cavo metallico della bandiera
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della bandiera sbattere contro il pennone, e quel tintinnio
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avvistavamo dall’alto con il binocolo. Andrea li chiamava
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ne sono? ¶ Se trovi il lago, può essere che
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sempre in quota. Che il lago ci fosse o
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di avere un corpo, il senso di armonia che
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sentito cominciare a invecchiare. ¶ Il lago misterioso esisteva davvero
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e un momento dopo il lago mi aveva strappato
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aveva strappato tutto. Ecco il pesce che non c
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di riserva ma tanto il cielo si stava coprendo
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improvviso alle mie spalle. Il sole proiettava sulle nuvole
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poco, perché quasi subito il sole si oscurò e
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Dentro lo zaino avevo il bottino della battuta di
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davanti al rifugio aprii il barattolo delle esche, e
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la durezza delle relazioni, il che ci portava entrambi
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slanci e grandi ritirate. Il silenzio e la solitudine
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buon nascondiglio temporaneo. Anche il vino aiutava, finché non
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tempi: d’inverno faceva il maestro di sci in
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guadagnava da vivere per il resto dell’anno. Il
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il resto dell’anno. Il rifugio non era un
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quota elettiva fosse fondato il nostro legame. Confondevo le
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ci era nato, sentiva il mio stesso bisogno di
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di scegliere da sé il proprio posto nel mondo
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spiaggia del sud con il sole, il vino bianco
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sud con il sole, il vino bianco, il pesce
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sole, il vino bianco, il pesce, i limoni. C
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neve e a tutto il resto. Qualcosa mi diceva
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così tanto da portare il nome della sua famiglia
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del rifugio e prendemmo il solito sentiero. C’è
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con leggerezza, e lasciammo il sentiero agli amici che
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la prima volta e il punto in cui potevo
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potevo vedere dall’alto il lago che non c
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nessuno dei due sentì il bisogno di parlare. ¶ Lui
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la più buona: firmammo il libro di vetta con
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avrebbe conservati. ¶ Nebbie. E il tonfo dei sassi ¶ dentro
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che non mi prenda ¶ il freddo. ¶ Io penso ¶ al
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vive ¶ in te, oltre il tuo piano ¶ gesto; al
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silenzio, ¶ che in tutto il cielo disteso ¶ al di
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guardavo in alto verso il filo del crinale e
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una grande pietra piatta. Il dolore arrivò poco dopo
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andare via, così per il ritorno avevo deciso di
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quel giorno si celebrava il patrono, e i pastori
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restare in quota, trovando il modo di aggirare la
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neve ghiacciata nei canaloni. Il tempo era il solito
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canaloni. Il tempo era il solito enigma. Restavo a
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Era la pena per il mio peccato di presunzione
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la fine. ¶ Adesso osservavo il cielo, invidiando le nuvole
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sarebbe stata irreversibile: invece il mio vecchio io spuntava
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accendere un fuoco sotto il temporale, a zappare e
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una mucca e imballare il fieno; ma non avevo
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era fatta più spessa, il corpo più forte e
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su quel sasso, decretai il fallimento della mia avventura
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e mi venne istintivo il sospetto che la preda
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tristezza, però mi consolava il pensiero che fossero stati
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pensiero che fossero stati il cibo di qualcun altro
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di averla ancora. Aggirai il punto in cui ero
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ricominciai a salire con il ritmo di prima, due
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da lassù scorsi finalmente il villaggio che cercavo. Una
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sotto di me, con il bestiame che pascolava nei
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godermi la musica e il sole. ¶ Autunno ¶ Stagione della
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simili per quella casa. Il teschio di stambecco che
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giugno, e che chiamavo il dio di Fontane, ancora
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di Fontane, ancora sorvegliava il suo regno dal davanzale
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gradini d’ingresso, posai il bastone accanto alla porta
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Più tardi, mentre stendevo il bucato fuori, incontrai il
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il bucato fuori, incontrai il pastore mio vicino, che
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da mettere nella grappa. Il sottobosco adesso era punteggiato
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tirai fuori di tasca il mio quaderno. Restai lì
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quaderno. Restai lì con il naso in su a
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2013
le chiome degli alberi, il gioco del sole tra