Cesare Balbo, Vita di Dante, 1839

così di Dante, contro il popolo, e i versi

capitolo, ed anzi tutto il canto XVI del Paradiso

dibattersi de' Grandi contro il popolo dovette esser messer

pruove e in punire. Il processo venne innanzi al

e bontà. E ricevendo il processo un suo giudice

messer Simone condannato. Onde il Podestà essendo ingannato, sciolse

I cittadini che intesono il fatto, stimarono l'avesse

a una voce: Muoia il podestà; al fuoco, al

giustizia. E tanto crebbe il furore, che il popolo

crebbe il furore, che il popolo trasse al palagio

era co' Priori, udendo il grido della gente, disse

voglio andare a campare il Podestà delle mani del

a cavallo, credendo che il popolo lo seguisse, e

sue parole. Ma fu il contrario, chè li volsono

per abbatterlo del cavallo: il perchè si tornò a

in piazza, credendo attutare il furore; e crebbe sì

arnesi del Podestà. Fuggissi il Podestà in una casa

messer Baldo dell'Ammirato, il quale avea molti adversari

cose in quel furore. Il Podestà e la sua

fu in gran fortuna; il quale avea menata seco

essendo nascosi e celati. ¶ «Il dì seguente si raunò

dì seguente si raunò il consiglio, e fu deliberato

fe, e partissi.»220 Anche il Villani reca i medesimi

porta ¶ Del gran Barone, il cui nome e 'i

detto dall'arte sua il Beccajo; e successero nuovi

solamente ciò che dice il Villani all'anno 1293: che

nel popolo, per iscemare il potere dei Grandi, accrescendo

non è possibile che il facesse per incominciare così

l'ordine loro: e il farsi da molti de

Boccaccio con parole, secondo il solito suo, declamatorie, e

in qual anno dopo il 1293 il facesse; se vi

qual anno dopo il 1293 il facesse; se vi parteggiasse

da principio, e tra il 1293 e il 1297 all'incirca

e tra il 1293 e il 1297 all'incirca, fosse co

elegante ma meno parolaio. ¶ Il Filelfo, posteriore d'oltre

Repubblica sua quattordici ambascerie. Il non trovarsi tal memoria

non si voglia fare il medesimo di tanti fatti

uomini di stato, come il Petrarca e Boccaccio; onde

noi, di buon diplomatico. Il fatto sta, che l

sovente esercitato, la specialità, il mestiero, per così dire

di Dante, fu appunto il diplomatico. Nè perciò s

e ripatriavano appena terminato il negozio a cui erano

di Vanni Barducci, che il Re era per mandare

perchè s'intromettesse; e il Papa così fece, e

fece, e riamicò loro il capitano, per 20,000 fiorini ch

re di Francia Filippo il Bello, poterono essere per

papa Bonifazio perchè Filippo il Bello re di Francia

d'Angiò; questi rinunciasse il reame di Aragona, conferitogli

anno 1293. Fu egli, poi, il matrimonio di Dante conseguenza

dell'aver esso lasciato il pensiero della gentildonna consolatrice

Eliseo, Bernardo e Beatrice.189 ¶ Il nome dell'ultima, mostra

questi sono molto posteriori. Il Villani, Benvenuto e Leonardo

nulla; e Boccaccio è il solo antico che ne

quale, dopo aver narrato il gran dolore di Dante

esser soleva; intanto che il suo aspetto non che

a racconsolare lo sconsolato. Il quale, comechè insino a

non solamente de' dolori il traessino, ma il recassino

dolori il traessino, ma il recassino in allegrezza, ragionarono

fu sposato.190 » Dopo questo, il Boccaccio, uomo tutto diverso

dover tor moglie; anzi il lodo molto, ma non

affetto a lei, resti il biasimo su lui solo

i biografi, per iscusare il loro protagonista, versan accuse

biografie son pure istoria; il primo dover della quale

costante sua Nella. Dante il ritrova in Purgatorio a

in Purgatorio a scontare il peccato della gola, nel

fino all'ultimo; posciachè il Poeta si meraviglia di

andar mostrando colle poppe il petto. ¶ Quai Barbare fui

fui, ¶ Ancor fia grave il memorar presente. ¶ Di quella

due amici su per il monte, Dante domanda a

o forse Riccarda, prese il velo nel monistero di

un nomato Farinata, scalò il monistero, e rapita a

verginità; e che coperto il corpo di lebbra, e

i più affettuosi; e il sono così, che bastano

Paradiso. È poi tenuto il verso 106 dagli interpreti, come

immaginare qual uomo fosse il capo di tutta questa

della sua casa, dice il Villani, erano gentili huomini

Questo messer Corso fu il più savio, il più

fu il più savio, il più valente cavaliere e

l più bello parlatore, il meglio pratico et di

sua superbia fu chiamato il Barone; chè quando passava

terra, molti gridavano viva il Barone, e parea la

sua terra. La vanagloria il guidava; molti servigi facea

e avendo a cena il cognato e facendo assaggiare

cognato e facendo assaggiare il vino dallo scalco, «Non

primo amico di lui, il quasi maestro e compagno

pur testè avea dedicato il libretto della Vita Nova

libretto della Vita Nova, il diletto suo Guido Cavalcanti

toccano; e conchiuderai, che il matrimonio di Dante colla

par quasi certo; ma il volercisi addentrar più, sarebbe

cittade, ¶ Come del corpo il cibo che s'appone

future generazioni. Firenze fu il Comune, la città, che

del governo guelfo durante il maggior fiore di esso

contro Arezzo, fecervi correr il pallio sotto le mura

pallio sotto le mura il dì di San Giovanni

questo. Sollevossi di nuovo il popolo contro ai nobili

intendessero essere grandi» (Dante, il cui antenato Cacciaguida era

che condusse a spiarli il marito. Il quale, sforzato

a spiarli il marito. Il quale, sforzato l'uscio

Ugolino, non metteremo qui il canto di Francesca, pur

sorte offerì a Dante il doppio argomento, su cui

cui poggia sì alto il pregio dell'italica lingua

dolore.152 » Narra egli quindi il pianger di lei duramente

secondo l'usanza, e il proprio aspettare e interrogare

interrogare quelle donne, e il pianger suo del dolore

infermò egli gravemente, e il proprio pericolo lo fece

intollerabile, giunsemi un pensiero, il quale era della mia

a cui guardando verso il cielo, parevagli «vedere moltitudine

camera, e guardar verso il cielo; «e sì forte

la quale era lunga il mio letto, credendo che

mio letto, credendo che il mio pianto e le

alquanto riconfortato, e conosciuto il falso imaginare, risposi a

che veduto avea, tacendo il nome di questa gentilissima

reca nella sua narrazione il principio; poi s'interrompe

esso, secondo le età, il sesso, le condizioni, la

versi che fa tra il suo dolore, e al

sia, la mia donna il si vede, ¶ Ed io

in tal modo. ¶ Ma il maggior suggello di verità

più amorosamente; tanto che il core consentiva in lui

fine. ¶ Rivolse Dante, secondo il solito, questi suoi combattimenti

per me fu perduto il primo diletto della mia

sanare, provvide (poichè nè il mio nè l'altrui

credere che fossero stati il solo conforto suo, così

quanto ivi troviamo, epperciò il suo amor nascente alla

a un tempo e il dolore dell'amor perduto

dell'amor perduto, e il pericolo di quello nascente

già invaghito quando incominciò il Poema. E poi, a

ci restino di lui. Il Buti, lettore o professore

ond'è poi che il nostro sommo, amorosissimo e

di che parliamo, tra il dolore della sua donna

conflitti, e, diciam pure, il disordine dell'animo* dell

tutta la storia e il libro dell'amore suo

importanti di tutte per il seguito della vita: «Appresso

questo intanto, narrandovi egli il suo innamoramento per la

riferite od accennate, contiene il libretto un commento di

di ciascuna di queste. Il quale parrà forse freddo

è certamente, colla Commedia, il più importante di tutti

od anzi guida tutto il Poema, e risplende principalmente

e poi in tutto il Paradiso. E quindi i

Ma avendo noi veduto il primo pensiero dell'Inferno

è a dire che il pensiero primo allor concepito

Canzone «Voi che intendendo il terzo ciel movete,» ma

qualunque modo intese, venne il secondo, rinnovato e più

anteriore all'anno 1293, verso il principio del quale avvenne

cui non fu scritto il libro della Vita Nova

tre nipoti, Ugolino detto il Brigata ed Arrigo ambi

con ira di fuoruscito il nuovo podestà, subito, addì

giacevano da nove mesi il vecchio e i cinque

garzoni ed innocenti.123 » Così il Villani quasi contemporaneo; ma

del misfatto dall'Arcivescovo; il quale, podestà o no

esattezza di particolari, Dante il giovane poeta riceveva dalle

eragli succeduto di nome il fìgliuol suo Carlo Novello

suo Carlo Novello, o il II; ma non di

prigione del suo rivale, il Re di Aragona. Seguirono

anno 1289. Era con esso il figliuolo primogenito di lui

per eredità della madre il regno d'Ungheria, ma

e privati. E spento il principe poi, era cantato

onorano amendue, e infuturano il giovane principe più che

dicesti: ¶ Voi che intendendo il terzo ciel movete, ¶ E

dimandato chi sia, continua: ¶ il mondo m'ebbe ¶ Giù

Di quella terra che il Danubio riga ¶ Poi che

uscire all'incontro. Ebbe il Re molto per bene

immediatamente.132 ¶ Arezzo, Guelfa come il rimanente di Toscana fino

di Ubertino de' Pazzi, il quale v'avea fatto

in Romagna; e, secondo il costume, i Guelfi uscitine

Valdesa: sì che fu il numero cavalli mille trecento

furono attellati dinanzi. Allora il Vescovo, che aveva corta

per stare bene fermi; il perchè io vi consiglio

fare. Gli Aretini assalirono il campo sì vigorosamente e

Assai pregio v'ebbe il Balio del Capitano, e

de' nimici fu morto il Vescovo, e messer Guglielmo

e altri valenti huomini. Il conte Guido non aspettò

conte Guido non aspettò il fine, ma senza dare

a dì 11 di giugno 1289, il dì di San Barnaba

così viva del Compagni. Il Villani narra in modo

si vedono aver portato il vanto della giornata, aggiugne

altri particolari importanti per il seguito di nostra storia

di quelle osti, dove il valor personale potea tanto

buon estimatore parrà qui il fatto di messer Vieri

accennato da Leonardo Aretino; il quale, narrato quel conversare

parte dei Fiorentini addivenne il contrario; chè per essere

che non fu questo il primo fatto d'arme

appresso al vincitore, e il poeta cittadino ¶ Ben tetragono

nel Purgatorio. Vedemmo ucciso il capitano degli Aretini Buonconte

Caduto trafitto in Arno, il corpo di lui non

sale dove 'l freddo il coglie. ¶ Giunse quel, mal

fecervi correr un pallio il dì di S. Regolo

solo frutto dell'impresa, il castello di Caprona.145 E

osservato da altri:147 tutto il canto di Ugolino sembra

fu scritto allora, o il fu in altra lingua

Caprona, gli fu dato il secondo dei due temi

Boccaccio, essere stato mandato il bel Paolo invece dello

marito Gian-Ciotto, e il bel cognato, e lo

o di tempo; ma il nome largamente sparso e

che così fecero, niuno il fece meglio che Dante

di lui. Così giovasse il grande esempio a non

del trivio e quadrivio. Il trivio comprendeva grammatica, rettorica

grammatica, rettorica e dialettica; il quadrivio aritmetica, geometria, musica

quale poteva essere senza il confronto così necessario colla

intenditori».92 Così ci dice il Villani contemporaneo; ma noi

che pur ci dice il Villani, che Dante fu

poichè questo, senza dubbio, il faceva in volgare.93 E

durassero quasi più che il suono dileguato della sua

e moderata di lui, il quale non si avanzò

più o meno sotto il nome di Scolastici. Tuttavia

quella di san Tommaso. Il quale non solo negli

età, e semplificò così il ragionamento nelle applicazioni alla

che Corrado III imperadore; il quale, irretito da uno

quanto sapevasi allora, basti il dire che dei primi

primi matematici dell'età, il quale attendeva alla quadratura

all'età di Dante. Il quale non mirava al

d'ogni dove sotto il cielo, speculare dolcissime veritadi

delle stelle fisse, e il nono o primo mobile

Delle magiche frode seppe il giuoco. ¶ Vedi Guido Bonatti

duranti quei secoli barbari, il primato della musica; e

XI, le fece fare il passo del nominare le

i biografi, e principalmente il Boccaccio. «Sommamente si dilettò

luoghi della Commedia, ove il Poeta si mostra sensitivo

mosse me a far il simigliante. ¶ Oi ombre vane

sue note; ed ecco il veglio onesto,107 ¶ Gridando: che

mente mi ragiona, è il primo verso d'una

amicizia che era tra il Poeta e il compositore

tra il Poeta e il compositore. Ma che questi

d'amorevolezza, ei mette il maestro tra i dannati

Veniamo anzi a Brunetto. Il quale nato, non si

in lingua d'oil il suo poema intitolato il

il suo poema intitolato il Tesoro, zibaldone o enciclopedia

e in nostro volgare il Tesoretto, che è una

sentenze morali; e poi il Pataffio,* che è una

in tutto, che fu il maggior uomo di lettere

differenza tra esso e il maggiore della seguente! È

oggi l'aver avuto il secondo per iscolaro. ¶ Ma

ed ora diconsi università. Il primo di tali studii

pare, intorno ad Irnerio; il quale verso il principio

Irnerio; il quale verso il principio del secolo XII

Nè Bologna stessa e il suo studio furono costanti

del medesimo Odofredo, verso il principio del secolo XIII

amore, che fu sempre il primo de' suoi pensieri

ne determinano qualunque sia il rimanente. A Dante furono

A Dante furono tali il 1289 e 1290, ventiquattresimo e venticinquesimo

esuli ed oppressi. Nel 1285 il conte Ugolino della Gherardesca

anche prima, quando diede il nome di Linguadoca a

adesso, e comprese sotto il nome comune di lingue

lingua cantata in tutto il settentrione Romanzo ed anche

trovatori; fra' quali tutti, il Dante vanta come principale

e in somma tutto il mondo cristiano. È fatto

nel cielo di Firenze, il quale tuttavia era il

il quale tuttavia era il medesimo e prima e

e più non produsse il medesimo effetto; altri nelle

e nel commercio fiorentino, il quale fu evidente effetto

tanta nuova civiltà. ¶ Ma il vero è, che una

Ma Firenze ne trasse il frutto principale, o perchè

la nascita di Dante. Il quale il rammenta con

di Dante. Il quale il rammenta con poca lode

quelle arti. Dino Frescobaldi il troveremo fedele ed ufficioso

speciali di letteratura: e il Dante disprezzato è l

introduce di niuna maniera il nome di lui nel

età, n'è riputato il primo poeta dopo Dante

colui che tutti pongono il primo.73 ¶ Ma per noi

primo.73 ¶ Ma per noi, il più importante di tutti

è certo Guido Cavalcanti, il primo amico ed il

il primo amico ed il compagno di tutta la

di Farinata degli Uberti, il glorioso capo Ghibellino della

poi Guido Cavalcante; e il vedremo trar Dante con

intento allo studio.»76 E il Boccaccio, che pur ne

migliori loici che havesse il mondo, ed ottimo philosopho

animo gli capeva che il valesse... Ma perciocchè Guido

Iddio non fosse.»78 Anche il Sacchetti narra una novella

e n'aveva poi il lembo della gonnella inchiodato

poesie, «se questo (osserva il buon Tiraboschi) fu l

non può mai essere il caso qui, chè ei

tutti e due, e il diceva. ¶ Nel Purgatorio egli

vegg'io, diss'egli, il nodo ¶ Che 'l Notaio

età. E tal certo il possiamo dir noi; e

superbia qui si paga il fio ¶ Ed ancor non

umane posse, ¶ Com' poco il verde in su la

ed ora ha Giotto il grido, ¶ Sì che la

non era nato ancora il sommo dei novellatori; e

fatta memoria, a compiere il novero degli scrittori che

diffondersi quindi in tutto il mondo moderno cristiano. Del

Pisa venute a mezzo il secolo XIII in Firenze

non è assunto nostro il ragionarne; ma vedesi in

pitture condotto a casa.87 Il Vasari poi riferisce, che

lo afferma Leonardo Aretino, il secondo dei Biografi di

intanto che v'ottenesse il primo. Ma vedesi che

che mi sembra compiere il ritratto della vita colà

cominciò la divisione tra il popolo e grandi, e

convenia».89 ¶ CAPO QUINTO. ¶ STUDI; IL TRIVIO E IL QUADRIVIO

STUDI; IL TRIVIO E IL QUADRIVIO; LA FILOSOFIA; LA

di Giovan Villani*) è il solo contemporaneo tra' biografi

accigliati, di voler trapassare il presente capitolo: se non

nol concede Dante stesso, il quale scrisse dell'amor

fine, aver quindi avuto il suo primo pensiero, quindi

tanto ci fece impietosire il Manzoni, mostra in qual

sapere, che vivendo Alighieri il padre e suoi consorti

cittadino, che fondò poi il grande ospedale di s

poco più che compiuto il suo ottavo anno, ed

era presso a compiere il nono, quando ella apparve

lo spirito della vita, il quale dimora nella segretissima

Infra li quali era il giovine nominato Alighieri; il

il giovine nominato Alighieri; il quale (siccome i fanciulli

li padri seguitare) Dante, il cui nono anno non

figliuola del sopradetto Folco, il cui nome era Bice

occhi del nostro Dante; il quale, ancorachè fanciullo fusse

Nel cui cospetto viene il dir presente, ¶ «In ciò

E questo fu quasi il principio dell'amistà tra

Dante fu Guido Cavalcanti, il maggiore tra i poeti

di Dante44 non solo il sonetto in risposta di

non questo, che manda il poeta fanciullo quasi disennato

Dante, belli sempre almeno il primo e l'ultimo

a narrare, come perdendosi il suo spirito in tali

della veritade; tanto che il suo segreto fu creduto

è dolore alcun, quanto il mio, grave: ¶ «E prego

ogni modo, questa volta il sonetto, come ei lo

questo viaggio gli venne il pensiero di prendere per

alcune parti mi negò il suo dolcissimo salutare, nel

del suo dolore, e il ritrarsi, e il piangere

e il ritrarsi, e il piangere, e l'addormentarsi

sempre stata Beatrice come il suo primo, così il

il suo primo, così il suo principal affetto e

cui «era conosciuto alquanto il suo segreto per lunga

detto dai biografi; ma il più diligente di tutti

anni.54 ¶ E qui, lasciando il giudicio stretto dell'amor

Amore mi reggesse senza il fedele consiglio della ragione

d'allora in poi il saluto a Dante; ch

a Dante; ch'ella il fuggì nelle compagnie; e

degli occhi? Chè certo il fine di cotale amore

mio amore fu già il saluto di questa donna

altro parlare è stato il mio? E proposi di

intelletto d'Amore,59 ¶ e il Sonetto, ¶ Amore, e 'l

core. ¶ Sì che bassando il viso tutto smore, ¶ E

fanciulli meravigliosi e precoci il nostro Dante, innamorato e

modo, la prima vocazione, il primo studio di lui

Frai quali tutti poi, il Muratori, siccome al solito

essi sono settentrionali; e il meno mescolato e più

e più latino, è il sardo, come l'osservò

distinzione delle lingue per il segno dell'affermazione, oltre

sua; l'anno e il mese appunto, che Carlo

impresa che mutò poi il regno e l'Italia

pianta astrologica; e trovando il sole in Gemini, predisse

a quegli astri benigni il proprio ingegno; e giunto

qual che si sia, il mio ingegno! ¶ Con voi

porrei qui, se fosse il luogo di dire delle

ai sogni, poi, narra il Boccaccio, che essendo gravida

vide* qual dovea essere il frutto del ventre suo

delle frondi dell'albero, il cui frutto l'avea

uomo più, ma pavone il vedea divenuto. Della qual

le giunse, che ruppe il sonno: nè guari di

di tempo passò, che il termine debito al suo

e partorì uno figliuolo, il quale di comune consentimento

in Roma, vi fu, il giorno dell'Epifania dell

e di Sicilia, facendogliene il solito omaggio. Mosse quindi

croce per lui; passò il Garigliano, abbandonato a tradimento

mandava messi a Carlo; il quale rispondeva: Dite al

punta; ed allora lasciato il campo vergognosamente dai Baroni

Baroni Pugliesi, Manfredi, spronato il cavallo in mezzo alle

dì furono a trovarne il corpo. Finalmente, riconosciuto da

per mandato del papa, il vescovo di Cosenza il

il vescovo di Cosenza il trasse di quella sepoltura

e fu seppellito lungo il fiume del Verde, ai

una piaga a sommo il petto. ¶ Poi sorridendo disse

E dichi a lei il ver, s'altro si

questa sia di monsignore il Re, questa della Regina

re Manfredi pe' Ghibellini, il quale, occupata la piazza

poi volle invano tornare il giorno appresso. Rientrarono quindi

a Firenze; ed ordinato il governo sotto XII Buoni

avea dovuto lasciarsi usurpare il trono di Puglia da

di Puglia da Manfredi, il bastardo suo zio;* ma

gettando prima dal palco il guanto suo, che fu

rivolti a disperazione; quindi il sospirar de' Siciliani alla

muoverli Giovanni da Procida il grande esule Siciliano; e

Siciliano; e trovatili tardi, il congiurare di lui co

ordiva e tardava questa, il sorgere repentino e più

luogo la gran novella, il sollevamento di tutta Sicilia

VIII. 73-75. ¶ chi sa, era il tempo allora, più che

Fino a quel tempo il popolo di Firenze, i

i XIV Signori, diedero il governo stesso ai propri

poche variazioni durante tutto il tempo della vita di

o tranquillità maggiore vennero il commercio, le arti, le

e sopra gli altri, il nostro Dante. Il quale

altri, il nostro Dante. Il quale «nella puerizia sua

a cose eccellenti. Quindi il padre suo Aldighieri perdè

uomo eccellente».38 Di Alighieri il padre siamo per vedere

altrui. ¶ Vita Nova, p. 30. ¶ Il Boccaccio, il quale (oltre

Nova, p. 30. ¶ Il Boccaccio, il quale (oltre a un

irreprensibile cittadino, e così il dissi. Grande ma non

vincitrice e persecutrice, non il mutar dalla vinta alla

superbia ed ira Ghibellino. Il gran peccato di Dante

di Dio, e che il Poeta gli avesse pronunziati

quella nebbia tra cui il ritrassero gli antichi, io

questa utilità dell'esercitare il giudicio sulle azioni compiute

come è la nostra. Il Villani e il Boccaccio

nostra. Il Villani e il Boccaccio, soli fra' contemporanei

per quanto io sappia, il Filelfo non v'aggiunsero

alla nostra età, che il Pelli ne raccolse le

fare Ghibellini per forza, il quale fu il Corazza

forza, il quale fu il Corazza Ubaldini da Signa

che vogliono essere, che il farne più per forza

che ella n'avea il nome di Lupa, e

per volgere in fuga il nemico; insolita copia di

afferma, che fu allegro il volto di lui, e

uomo di essere potente. Il primo per retaggio di

Firenze i conti Guidi. Il secondo modo era de

e se ne contentassero. Il terzo modo di potenza

potenza, più frequente tra il fine del 1200 e il

il fine del 1200 e il principio del 1300, origine poi

i capitani nei Comuni. Il capitano era inferiore, e

dal podestà; sovente era il medesimo. Qualunque era ardito

Romagna, divise con lui il primato de' Ghibellini in

della propria Parte. Quindi il vedremo separarsi da essi

egli, dovea aver piaciuto il vil modo de' Bianchi

sua Parte, e lasciò il nuovo amico e la

principale Scarpetta degli Ordelaffi, il già compagno d'Uguccione

e Bernardino da Polenta, il fratello di Francesca, il

il fratello di Francesca, il compagno d'arme di

sforzo si ruppe contro il misero castello di Pulicciano

un villano, al Podestà. Il quale, quando il vide

Podestà. Il quale, quando il vide, lo domandò: «Siete

lui; e tanto procurò il podestà; che gli fu

che gli fu conceduto il tagliargli la testa. E

spiegato dal buon Dino il progresso dell'unione de

del nome, e soprannomato il Monaco; un guerriero d

loro delitti, ognuno secondo il sesso suo. Famosissima fu

figlie di quell'Ezzelino il Monaco, detta Cunizza; maritata

amante vissuta con Sordello il famoso Trovatore, poi con

me si fece, e il suo voler piacermi ¶ Significava

rifulgo ¶ perchè mi vinse il lume d'esta stella

rimembranza di Dante, e il 24 accennare che anche Beatrice

amarono i cari nostri. Il colle, il castello poi

cari nostri. Il colle, il castello poi ivi accennato

a quelle contrade è il fratello di Cunizza, Ezzelino

di Cunizza, Ezzelino terzo, il più famoso ed ultimo

ultimo di quella schiatta; il quale dopo il padre

con ciò che dice il Compagni delle condannagioni fatte

esso alcuna volta fece il cavallo, il quale usava

volta fece il cavallo, il quale usava di cavalcare

e da questo trasse il soprannome. Fu uomo di

persona grande, con tutto il ritratto di costui, tanto

del Sacchetti, che viene il sospetto fosse la medesima

persona. Ad ogni modo, il Boccaccio ce lo fa

rideva di tutti costoro il Boccaccio. Ma, tanto sono

questo stesso Ciacco è il primo Fiorentino posto da

Dante nell'Inferno, e il primo che acerbamente vi

ciò nel Canto VIII, il primo come vedremo dei

le mani, ¶ Per che il maestro accorto lo sospinse

quasi di vil cognazione, il Donati. Ancora aggiungono ivi

Donato ¶ Che 'l suocero il facesse lor parente. ¶ Parad

vilissima dell'aver perseguitato il fuoruscito, sembra chiaramente accennata

come inteser male taluni, il Poema; il quale nè

male taluni, il Poema; il quale nè era allora

accostandosi alla bottega dove il fabbro aveva i ferri

l'arte, piglia Dante il martello e gettalo per

così gittò molti ferramenti. Il fabbro, voltosi con un

l'arte mia, dice il fabbro, e voi guastate

guastar le mie. – Disse il fabbro: Oh che vi

Disse Dante: Tu canti il libro, e non lo

tu me la guasti. Il fabbro gonfiato, non sapendo

Lancilotto, e lasciò stare il Dante.337 ¶ Un'altra volta

e andava dietro cantando il libro di Dante; e

trovo in un moderno, il quale non cita onde

tengono bello se non il vano parlare. Sforzasi Dante

di Plinio, credeva tosse il lionfante; – Or bene, riprese

a' nostri dì sperimentato il piacere d'aversi un

in qualunque altra sollecitudine il pugnesse; intantochè più volte

avrebbe risposto al dimandante: il che molte volte, essendo

s'udisse, da quelli il potea rimuovere. E, secondo

col petto; e messosi il libretto davanti, quello cupidissimamente

che muovere di quindi il vedesse, nè alcuna volta

la morte di Beatrice, il matrimonio, e la composizione

Dante torna parecchie volte il Boccaccio, e chiamala apertamente

e chiamala apertamente per il suo nome: «tra cotanta

fece della propria confessione, il più bel canto che

scaglione in scaglione tutto il monte del Purgatorio, quando

col rispitto ¶ Col quale il fantolin corre alla mamma

rivolgendo a Dante stesso il parlare per punta, ¶ Che

uomo: chi voglia conoscere il poeta, ricorre al Poema

chi le perde: ondechè il perderle fu sempre dato

da privata pietà; poi il sublime esilio, il sublime

poi il sublime esilio, il sublime ritorno di Camillo

si potrebbe dir esilio il vagar di tutti qua

nell'esilio, che non il figliuolo nel principato. I

sua gente fu fatto il contrario: chè, per consiglio

messer Musciato de' Francesi, il quale insino di Francia

si ragunarono; et quasi il popolo fu sanza capo

et coloro che reggeano il Comune. In questo, messer

questo, messer Corso Donati, il quale era sbandito e

rubello, come, era ordinato, il dì medesimo venne a

suoi amici fu fatto il simigliante, sì che senza

suoi amici, dicendo viva il barone, che così era

prigioni; et ciò fatto, il simile fece al palagio

narrazione abbiamo incontrato finalmente il nome di messer Vieri

quali giuravan loro che il signore si tenea tradito

non giurò messer Carlo il vero; perchè di sua

malvagi consiglieri, che avete il sangue di così alta

sua fede, e falsando il nome della real Casa

real Casa di Francia! Il maestro Ruggieri, giurato alla

chè così era ordinato. Il contado ardea da ogni

della Città, vedendo multiplicare il mal fare, chiamarono merzè

fare; e però lasciarono il priorato.»309 Ma già, addì

Ma già, addì 7, raunavasi il consiglio sotto un nuovo

Cante Gabrielli da Gubbio, «il quale riparò a molti