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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Renzo Bistolfi, Il segreto del commendator Storace ovvero, quando si dice morire sul più bello, 2019

concordanze di «il»

nautoretestoannoconcordanza
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suolo. ¶ Una smorfia grottesca. ¶ Il commendatore prese un altro
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altro lungo respiro, trattenne il fiato e gonfiò le
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cruciale della messa, quando il campanello tintinna e il
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il campanello tintinna e il silenzio è assoluto, cerchi
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un violento starnuto. ¶ Poi il fiato gli sfuggì piano
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all’altro.» ¶ Monsignore sollevò il retro della sottana e
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cielo e si fece il segno della croce. «Andiamo
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diciamo sciocchezze. Intanto è il Padreterno che dispone e
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rifletterci sulla possibilità che il commendatore glielo avesse fatto
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Aveva persino fatto venire il pronipote dall’America. Mica
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avere qualcosa in testa il commendatore, ma va a
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rami lucidi. ¶ Però... Però il commendatore voleva dire una
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alzò un dito verso il soffitto. Eccolo lì l
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intervento dell’Altissimo. Sissignore. Il suo piano non è
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a finire le palanche.» ¶ Il sacerdote si fermò e
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un altro coperchio, intinse il dito nell’intingolo che
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infine annuì soddisfatta. ¶ «E il funerale?» ¶ Monsignor Malacalza contò
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Pescetto, dicevo, dice che il commendatore c’aveva più
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non resistette oltre, allungò il collo verso i fornelli
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avete presi?» ¶ «È stato il figliolo della Battistina. Ha
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boschi, e assolse mentalmente il figlio della Battistina per
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benedetto uomo, visto che il figlio della Battistina ha
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neh! Di sera! Povero il mio fegato!» ¶ «Oh quante
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rimbrotto. ¶ La donna agitò il cucchiaio di legno verso
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cucchiaio di legno verso il sacerdote. «Ma andiamo! Grande
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Lui aveva appena ricevuto il suo bravo salvacondotto: un
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mai ci fosse voluto il bicarbonato. ¶ Capitolo 9 ¶ Il maresciallo
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voluto il bicarbonato. ¶ Capitolo 9 ¶ Il maresciallo Galanti uscì dal
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avviò, calcandosi in testa il cappello d’ordinanza poiché
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impartire la benedizione. Infine il cadavere era stato trasportato
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Poco dopo era arrivato il dottor Cabella per redigere
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dottor Cabella per redigere il certificato di morte. ¶ Un
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Mezz’ora più tardi il commendatore era già composto
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l’insieme aveva ricordato il bianco e nero irreale
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colonne scure del letto, il morto in abito nero
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e la cravatta nera, il volto bianco e cereo
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Nella confusione del momento il solo a non aver
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e increduli, era stato il pronipote. ¶ A Galanti quel
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Assunta si stagliava contro il cielo plumbeo come una
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dietro la schiena, eresse il busto e continuò a
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perché era chiaro che il commendatore stava per rivelare
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ma sicuro. ¶ Lui e il commendatore non potevano dirsi
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e stimarsi. O meglio, il maresciallo stimava il commendatore
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meglio, il maresciallo stimava il commendatore e si era
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fatto l’idea che il sentimento fosse reciproco. Quindi
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fosse reciproco. Quindi se il commendatore aveva fatto addirittura
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aveva fatto addirittura venire il pronipote dall’America e
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mente: per quale motivo il commendator Storace, il quale
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chitarra. Poi c’è il tenore, che noi chiamiamo
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tenore, che noi chiamiamo il primo perché è quello
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è quello che comincia, il baritono che chiamiamo il
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il baritono che chiamiamo il controbasso, e i bassi
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da donna?» ¶ «Quello è il contralto, che noi chiamiamo
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la signorina Ersilia Pittaluga, il maresciallo Primo Galanti e
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di lì a poco. ¶ Il sacerdote infatti si piantò
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di mestiere. ¶ Lo fece il cavalier Damonte, un ometto
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cameratesco e piegò lievemente il capo su un lato
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bello nella vita?» ¶ «Facevo il commesso in un grande
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con modestia. «Prima facevo il carpentiere e prima ancora
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carpentiere e prima ancora il portiere d’albergo.» ¶ Il
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il portiere d’albergo.» ¶ Il cavaliere lo squadrò con
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tranquilla, ma vagamente sospettosa, il tono tradiva una sfumatura
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Tanto valeva togliersi subito il cruccio dell’interrogatorio. «Non
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la necessaria confidenza. Per il momento poteva anche bastare
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può finire a fare il barbone pur avendo un
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sicuro, ma io per il momento non so quale
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rendeva conto che, per il momento, non avrebbe potuto
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manciata di anacardi tostati. ¶ Il maresciallo Galanti, un uomo
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sguardo benevolo e rassicurante. ¶ Il fuoco ardeva ronfando nella
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gran stufa di maiolica. Il bagliore del lampadario cadeva
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sulla quale era rannicchiato il commendatore. ¶ L’infermiera arrestò
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al centro della sala. ¶ Il vecchio fece scivolare lo
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fatale. Perlomeno così sostiene il dottor Cabella.» Ridacchiò sommessamente
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dal mio pronipote Nicolò, il nipote di mio fratello
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Jole arrossì ed eresse il busto, inorgoglita. ¶ «Poi c
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è l’autorità costituita, il maresciallo Galanti, comandante dei
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buon compagno di ramino.» ¶ Il maresciallo fece scattare i
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le sue estreme unzioni.» ¶ Il sacerdote gli rivolse un
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sorriso bonario e alzò il bicchiere in segno di
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sapere quando dovremo partire...» ¶ Il commendatore ricambiò il sorriso
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partire...» ¶ Il commendatore ricambiò il sorriso del sacerdote con
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sarcastica. «C’è poi il mio amministratore, il cavalier
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poi il mio amministratore, il cavalier Damonte, un uomo
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Damonte, un uomo fidato, il quale al momento buono
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momento buono sarà anche il mio esecutore testamentario.» ¶ Il
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il mio esecutore testamentario.» ¶ Il cavaliere chinò la testa
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e tornarono a fissare il vecchio con sguardi diffidenti
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vecchio con sguardi diffidenti. ¶ Il commendator Storace a quel
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Ed eccoci qua, allora.» Il vecchio fece saettare di
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fu un sommesso mormorio. ¶ Il commendatore intercettò uno sguardo
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lasciate perdere. Non è il caso di prendersela adesso
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dire che avevate ragione: il carattere impossibile della mia
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visite al minimo indispensabile, il maresciallo invece non era
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voluto tornare sull’argomento.» ¶ Il commendator Storace tacque e
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almeno così credo. Cioè il motivo per cui quel
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dirvi che...» ¶ Ci fu il rumore di qualcosa che
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l’appunto dirti qualcosa. Il denaro lo avresti avuto
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adesso che sono qui?» ¶ Il vecchio fece un cenno
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quel che ti pare.» ¶ Il commendator Storace allungò la
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a Nick, poi fissò il vecchio con uno sguardo
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sopra la biblioteca. Aveva il soffitto basso, ma era
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Quella porta lì è il guardaroba. Se ha bisogno
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bisogno di qualcosa suoni il campanello che c’è
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alle sette e mezzo. Il commendatore mangia pochissimo e
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cui lo aveva veduto, il commendator Storace era più
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da matti. ¶ Comunque. Se il Padreterno gli concedeva la
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una volta la settimana, il mercoledì sera, a giocare
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si deve e fumava il mezzo toscano che il
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il mezzo toscano che il maresciallo non mancava mai
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un morso e posò il rimanente sul piattino. Inutile
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aspettava al varco reggendo il tabarro nero. ¶ «Allora monsignore
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monsignore, a quanto pare il commendatore si è ripreso
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uno scatto, si mise il mantello sulle spalle e
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l’atto di dolore. ¶ Il maresciallo Primo Galanti, comandante
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in pace. E poi il commendator Storace non era
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Però, era strano... Lui il commendator Storace lo conosceva
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non fosse diventato matto. Il che poteva anche essere
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che alle volte, quando il cuore si ferma e
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ad aiutarmi a fare il nodo a questa dannata
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a fare e disfare il nodo più volte, perché
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sarebbe riuscita ad accontentare il marito al primo colpo
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Chissà cosa ne pensava il dottor Cabella? Ma si
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Cabella? Ma si sapeva, il commendatore faceva qualsiasi cosa
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retta al dottor Cabella. ¶ Il fatto era che qualcosa
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Jole ne sapeva niente, il che era tutto dire
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prima o poi. ¶ Per il pomeriggio comunque poco male
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niente, o quasi, benché il nipote avesse parlato di
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Dunque: lei, la Pescetto, il cavalier Damonte, il maresciallo
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Pescetto, il cavalier Damonte, il maresciallo Galanti e monsignor
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e monsignor Malacalza. Più il nipote misterioso. Cosa stava
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puntuale come le tasse. ¶ Il cavalier Damonte si aspettava
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genere. Fin da quando il commendatore gli aveva fatto
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gli aveva fatto inviare il denaro in America a
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resto era fatto così, il commendatore: prendere o lasciare
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con qualche amico, recitava il biglietto. Una cosa davvero
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strana. Erano mesi che il commendator Storace pencolava tra
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inquieta curiosità. ¶ Doveva impiegare il tempo che intercorreva dalla
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CORALE CASIMIRO CORRADI. ¶ Sotto il pergolato due campi da
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costruzione di legno costituiva il bar, il pavimento cosparso
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legno costituiva il bar, il pavimento cosparso di segatura
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cosparso di segatura e il bancone rivestito di zinco
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bassi lo seguiva, accompagnando il canto. Un uomo faceva
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con voce da soprano. Il risultato era magnifico, anche
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Cosa cantano?» ¶ «Questo è il trallalero, un canto popolare
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da buon cristiano, perché il buon cristiano mette peccati
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suoi confronti, come se il commendatore lo considerasse a
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sua corte. ¶ «Quando verrà il momento anche lei sarà
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aveva capito un granché... ¶ Il commendatore gli aveva fatto
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campane a morto per il momento. Guardi che non
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la mia barca per il momento è ancora in
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dubbio. ¶ Intanto, però, finora il Padreterno lo aveva accontentato
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Avrebbe dovuto pensarci. ¶ Aprì il breviario e cominciò a
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la messa in Albis il mattino di Pasqua, monsignor
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grave dilemma. ¶ A lei il monsignore non la dava
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la testa pesante e il naso chiuso. Il suo
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e il naso chiuso. Il suo vicino di cabina
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solito. Fuori dell’oblò il mare appariva nero e
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alba del 13 ottobre, sabato, il giorno del suo arrivo
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mezzo circa. Ha tutto il tempo di fare cola
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la sveglia a tutto il bastimento per impartire le
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in mezzo alla rada. ¶ Il pilota del porto, simile
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e rossi mossero verso il vapore lanciando un fischio
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Scese lo scalandrone, percorse il molo spazzato dal vento
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via Gramsci, e prenda il tram numero uno.» ¶ Un
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e corde che toglieva il fiato: un vecchietto dal
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si mise a osservare il panorama che sfilava lento
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certo punto tirò fuori il telegramma e lo rilesse
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volta. ¶ Caro Nicolò sono il fratello di tuo nonno
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Damonte era arrivato anche il vaglia, con l’importo
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storte avrebbe potuto pagarsi il viaggio di ritorno. ¶ «Prossima
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piazza... lo vede laggiù il circolo della musica? È
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e accanto a quella il palazzo che cercava. ¶ Era
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cravatta mal annodata e il colletto della camicia le
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male in arnese. ¶ «Desidera?» il tono era formale e
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e scostante. ¶ «Credo che il commendator Storace mi attenda
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accomodi. Vado ad avvisare il commendatore.» ¶ Nick si guardò
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vasto ma più intimo, il soffitto dipinto a nuvole
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pesanti mensole incurvate sotto il peso dei libri. C
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Nick ne scorgeva appena il dorsale e, a guardar
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rinsecchita posata sul bracciolo. ¶ Il vecchio, imbacuccato in una
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forza di volontà e il suo carattere, andremo d
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si limitò a fissare il vecchio con i suoi
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malato, praticamente un rudere. Il medico mi ha detto
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devi più preoccuparti per il denaro perché ne avrai
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ne avrai a sufficienza.» ¶ Il vecchio tacque. Restò in
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tutti Nick», lo interruppe il giovane con la sua
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la sua voce infantile. ¶ Il vecchio lo soppesò un
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pare, ne hai tutto il diritto. Ciononostante io e
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perdono prima di morire.» Il volto magro si storse
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avanti e rotta verso il porto.» ¶ Nick sorrise, si
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Come devo chiamarla? Zio?» ¶ Il vecchio fece un ghigno
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brusco. «Esatto, questo è il punto. Devo per l
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opposto si era udito il fischio dei rimorchiatori. Di
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ultimo fischio di saluto. Il vapore aveva risposto con
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Nick aveva fatto vibrare il cuore. ¶ Quasi subito dal
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della chiglia era salito il rimbombo sordo delle macchine
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spingendo la nave verso il mare aperto. ¶ Le luci
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baluginio luminoso a rischiarare il cielo, in fondo alla
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cominciato a tremare per il freddo e l’umidità
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ora cominciava a perdere il lustro, la ragionevolezza, spalancandogli
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gola gli faceva male. Il vicino continuava a ronfare
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valigia e ne estrasse il foglio. Accese la lampadina
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basso della cabina, finché il sonno, misericordioso, non se
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diavolo d’un uomo!» ¶ Il dottor Cabella tirò fuori
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tirò fuori dalla borsa il ricettario, sedette al piccolo
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po’ si udì solo il grattare della vecchia stilografica
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L’infermiera annuiva, calava il timbro a tampone sulle
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apponeva la firma. ¶ Dopodiché il dottore declinò le consuete
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controlli battito e pressione. Il cardiotonico quattro volte al
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quattro volte al dì, il resto come sempre. Se
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la preservava dai sentimentalismi. ¶ Il medico sorrise. «Difficile prevederlo
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Una cosa è sicura: il prossimo attacco non lo
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Ormai siamo agli sgoccioli. Il suo cuore è come
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incepperà del tutto. Eppure...» Il medico prese la borsa
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al capezzale del malato. Il medico attraversò la stanza
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mie spalle, voi due? Il mio spogliatoio ormai è
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di brodo di pollo...» ¶ Il commendatore sputò la cannula
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la cannula in bocca il commendatore bofonchiava. «Mi andrebbe
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Lo dica alla Jole!» ¶ Il dottor Cabella sorrise a
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gentilezza e determinazione, ma il malato la precedette. Sputò
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la cannula e protese il collo. ¶ «Su, su, cara
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a far pipì: se il gorgonzola non lo posso
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farò una ragione. Ma il brodo no, mi faccia
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brodo no, mi faccia il santo piacere, quello se
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riscalda anche un po’.» ¶ Il commendatore ridacchiò di nuovo
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rilassa. Bah! E poi il tè, mai capito cosa
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rum come si deve!» ¶ Il vecchio tossì e rivolse
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le orecchie. ¶ «Alé!» fece il commendatore, borbottando come se
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va bene: vada per il brodo di pollo.» ¶ L
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casa, gli aveva sciorinato il menu e lui, anziché
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di assenso. ¶ Poco dopo il vespro monsignor Malacalza era
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vi fosse stata. ¶ Ricapitolando: il commendator Lisandro Storace era
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fortuna in Argentina. Dopodiché il commendatore era tornato in
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affari da Genova, mentre il fratello se ne occupava
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quello... Un uomo riservato il commendatore, sul quale non
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arciprete dell’Assunta, insomma, il parroco del commendatore. Sì
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se, come gli ricordava il suo buon confessore, un
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La questione era che il commendator Storace, uomo retto
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E allora (eccolo lì il tarlo) lui non ne
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sua vita di peccatore. Il che dal suo punto
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al volo, facendo ballonzolare il seno voluminoso. Si avvicinò
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al letto e afferrò il polso del paziente. Poi
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poco la loro fissità, il velo opaco che gli
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che non è ancora il momento di suonar le
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e professionale, gli sollevò il busto accostandogli il bicchiere
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sollevò il busto accostandogli il bicchiere alle labbra. ¶ Il
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il bicchiere alle labbra. ¶ Il commendator Storace voltò il
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Il commendator Storace voltò il capo di lato con
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Tutta robaccia inutile.» ¶ «Ma il dottor Cabella si è
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si è raccomandato di...» ¶ «Il dottor Cabella non ha
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cosa mi fa male.» ¶ Il commendatore sospirò di nuovo
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daccapo gli astanti. Quindi il respiro riprese, lo stridore
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occhiata sgomenta al sacerdote il quale annuì con solennità
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quindi prese con sé il chierichetto, povero bambino, che
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di scatto e fissò il vecchio senza aprir bocca
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dopo mi manderà qui il cavalier Damonte», aggiunse il
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il cavalier Damonte», aggiunse il commendatore in un sussurro
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alito dell’aldilà, ma il tono non ammetteva repliche
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che mai, avevano attraversato il salone d’ingresso ed
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sulla parete opposta, sormontava il lungo e lucidissimo tavolo
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centro dal ripiano intarsiato. ¶ Il cavalier Damonte si era
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adesso vederlo così... ha il suo bel caratterino, d
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poi...» aveva aggiunto pestando il piede sul tappeto Aubusson
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tappeto Aubusson che copriva il pavimento, «finché i tappeti
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Pittaluga, riprendendo a sgranare il rosario. ¶ A quel punto
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man forte nel deviare il discorso dall’argomento proibito
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fatto un bel cambiamento il commendatore, da quando gli
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Pescetto aveva prontamente riannodato il filo del discorso. ¶ «Vorrei
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E taglia subito via il discorso!» ¶ Damonte era intervenuto
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un argomento tabù. Per il resto...» ¶ «Per il resto
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Per il resto...» ¶ «Per il resto», lo aveva interrotto
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che ci abbia perso il cuore, da tanto si
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cosa c’entra adesso il contrabbasso?» ¶ Tutti gli occhi
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la linea di galleggiamento. Il vibrare delle macchine gli
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branda conteneva a malapena il suo corpo allampanato e
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arrivato: piuttosto erano stati il raffreddore e il naso
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stati il raffreddore e il naso tappato a strapparlo
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cercò di far arrivare il fiato fin dove sapeva
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dove sapeva lui, aprendo il più possibile la cassa
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sembrò di respirare normalmente. ¶ Il piccolo specchio incastrato nella
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corvini e arruffati e il grosso naso arrossato, che
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e si soffiò rumorosamente il naso nel fazzoletto che
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fazzoletto che teneva sotto il guanciale. S’era buscato
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imbarcato sul Giulio Cesare, il transatlantico in partenza per
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aveva guardato in basso. Il cemento della banchina, lucido
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umidità, gli aveva rimandato il riflesso delle luci della
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che lo avevano allevato, il coro dell’orfanotrofio, nel
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sbracciavano, gridando saluti, sventolando il cappello. ¶ Nessuno lo aveva
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un malato grave. «Caro il mio monsignore, sono quasi
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osservò con occhio critico il grande san Sebastiano del
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rimordere la coscienza per il cattivo pensiero e si
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lei ha chiamato subito il dottor Cabella.» Scosse il
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il dottor Cabella.» Scosse il capo. «È già tornato
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già tornato tre volte il dottor Cabella e anche
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non si sa quando il padrone tornerà, e se
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tornerà, e se troverà il servitore addormentato e il
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il servitore addormentato e il lume spento...» citò il
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il lume spento...» citò il reverendo, lasciando teatralmente in
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vero...» ¶ «Eh lo so, il cuore. Può fermarsi in
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in qualunque momento», convenne il reverendo scrollando la testa
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scrollando la testa. ¶ «Sì, il cuore», annuì Jole con
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chiara, dicono tutti che il cuore lui non ce
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per questo», affermò filosoficamente il sacerdote, «è la legge
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consolle. ¶ «Ahi!» si lamentò il bambino. ¶ «Non toccare! Che
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mani lì.» ¶ «Uffa!» protestò il chierichetto, mettendo un muso
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allora, andiamo a compiere il nostro dovere.» ¶ La fantesca
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dovere.» ¶ La fantesca riprese il catino e lo precedette
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porta e gli cedette il passo. ¶ Lì per lì
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stanza, in penombra, troneggiava il monumentale letto impero, a
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sopracciglia a cespuglio e il colorito grigiastro. Respirava rantolando
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labbra cianotiche del malato. ¶ Il dottor Cabella, in piedi
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di nero che sgranava il rosario raggomitolata su un
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letto. ¶ Infine c’era il cavalier Francesco Damonte, l
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che aleggiava nella stanza. ¶ Il dottor Cabella ricomparve quasi
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a infilarsi la giacca. ¶ Il medico agguantò la borsa
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agguantò la borsa, prese il cappello e si diresse
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al letto e scosse il capo. «Per quanto, ormai
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ritirarsi un attimo... forse il commendatore vuole confessarsi.» ¶ La
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La signora Pescetto fissò il sacerdote per qualche secondo
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sua volta, fece scomparire il rosario nella tasca della
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di non rivederla viva. ¶ Il corteo lo chiuse il
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Il corteo lo chiuse il cavalier Damonte, il quale
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chiuse il cavalier Damonte, il quale, essendo di modesta
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un tacchino, ficcandosi sotto il braccio la cartella di
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consunto. ¶ L’infermiera controllò il polso e scosse la
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Malacalza tolse dal collo il sacchetto di seta viola
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seta viola, ne estrasse il vasetto dell’olio santo
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non fosse stato per il ritmico, pesante rantolare del
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Allora l’arciprete aprì il rituale alla pagina segnata
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ebbero un fremito e il rantolo si affievolì di
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si affievolì di parecchio, il respiro divenne più rado
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più rado e irregolare. ¶ Il sacerdote guardò il moribondo
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irregolare. ¶ Il sacerdote guardò il moribondo con occhio clinico
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fine del rito se il malato fosse risultato ancora
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braccia. «Oh, santa pace!» ¶ Il moribondo sussultò, aprì la
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di un gufo impagliato. ¶ Il chierichetto, spaventato a morte
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TAVOLA DEI PERSONAGGI ¶ Il Nizza: vecchio ubriacone originario
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immobili del commendator Storace. ¶ Il dottor Cabella: medico condotto
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casa del commendator Storace. ¶ Il signor Celesia: vecchio tassista
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quella sera aveva alzato il gomito. ¶ Il Nizza l
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aveva alzato il gomito. ¶ Il Nizza l’ultimo cicchetto
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levante. D’altra parte il campanone dell’Assunta aveva
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suonato l’una. ¶ Ma il Nizza non aveva voglia
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Decise perciò di rimandare il fatale incontro e prendersi
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andare su e giù il pomo d’Adamo nel
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un certo rischio. ¶ Sissignore. ¶ Il colmo dei colmi che
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Aveva sposato un capostazione (il Nizza mimò una riverenza
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è un uomo... ¶ Appoggiò il mento alla mano e
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mento alla mano e il gomito al ginocchio, ma
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gomito al ginocchio, ma il braccio gli scivolò e
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gli scivolò e perse il sostegno, quindi il Nizza
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perse il sostegno, quindi il Nizza si aggrappò allo
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incipriata! ¶ E gli piaceva il sapore delle sigarette fatte
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le finestre alte e il portone ad arco, con
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sulla terrazza di fianco. ¶ Il Nizza aguzzò la vista
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effetto ottico che finora il vino non gli aveva
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tre, dalla Topolino sbarcò il maresciallo Galanti: il Nizza
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sbarcò il maresciallo Galanti: il Nizza lo conosceva bene
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ramanzina. ¶ In quel momento il portone si aprì e
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nero, che si reggeva il capo con la mano
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un momento all’altro. ¶ Il Nizza spalancò gli occhi
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carabinieri sparirono nel portone, il maresciallo bloccò la figura
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del palazzo. ¶ Ci fu il grido di un uomo
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grido di un uomo. ¶ Il Nizza non sapeva più
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sapeva più che fare: il pacchetto delle cartine gli
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immobile, come a fissare il vuoto, oscillando. Alle sue
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e cercò di afferrarla. ¶ Il Nizza sbarrò gli occhi
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La prima figura spiccò il volo e piombò sul
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l’autobotte dei pompieri, il trambusto aumentò ancora. ¶ Il
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il trambusto aumentò ancora. ¶ Il Nizza non riusciva più
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Quando riaprì gli occhi il cielo gli sembrò più
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nella ghiacciaia del macellaio. Il portone del palazzo di
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loggione del Teatro Verdi. ¶ Il Nizza si fece forza
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su a fatica, rialzò il bavero del cappotto logoro
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Già. ¶ Ma tutto questo il Nizza più o meno
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si domandano: «Perché?» ¶ Capitolo 1 ¶ Il vasto appartamento era immerso
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nella loro perfezione recano il germe dell’agonia, dell
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socchiusa, attraversò in fretta il salone e sparì in
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e stola ripiegate sotto il braccio ed era seguito
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di tanto, ma insomma, il commendator Lisandro Storace doveva
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oppure si ripigliava, rimandando il transito a data da
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tenere tutti appesi, sollevare il mondo in quel modo
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da arrecare a lui il più grande incomodo. ¶ Del
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del Padreterno, e rallentò il passo. Giunto accanto al
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dall’artrite, si accarezzò il mento ornato da tre
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di fronte, avrebbe colto il lampo di un sorriso
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Dico solo che se il giovinotto in questione per
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a fissarla, immobile. Aspettava il resto. ¶ Infatti la donna
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arciprete di Sestri, mica il medico condotto, e dunque
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famiglia e specchiata moralità!» ¶ Il sacerdote rilassò le labbra
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chiave l’ufficio, sollevò il lembo della talare e
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dibattendosi come un epilettico, il letto zuppo di sudore
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Jole gli aveva portato il vassoio della colazione: caffè
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mani in saccoccia e il collo incassato nelle spalle
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freddo per davvero». ¶ Difatti il cielo era luminoso, terso
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appena l’arciprete: dopo il funerale era andato a
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cominciò a far andare il ferro avanti e indietro
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all’arciprete, sa? E il restauro del campanile, e
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Lo ha visto no, il testamento? In fin dei
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oro, come diceva sempre il commendatore! Anche a lui
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là, nell’ingresso, prenderà il via va fra pochi
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fuori, sulla piazza, dove il vento faceva turbinare le
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è andato senza finire il discorso...» Jole aprì le
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esempio si potrebbe ritrovare il tassista che l’ha
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mi ha persino fatto il nome di quel tassista
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in giro a leggere il vento, allora è meglio
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come sia, Jole!» intimò il giovane con appassionata veemenza
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un bambino petulante. ¶ Attraversarono il primo salone. ¶ «Su, dunque
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pranzo dall’arciprete ...» ¶ Attraversarono il secondo salone. ¶ «Perciò ne
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argento. ¶ Capitolo 21 ¶ Era stato il cavalier Damonte a condurre
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cucina, come fosse stato il lattaio che portava il
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il lattaio che portava il conto della settimana. Infatti
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della settimana. Infatti, appena il cavaliere aveva varcato la
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la soglia di casa, il giovane si era istintivamente
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era istintivamente diretto verso il regno di Jole. ¶ Jole
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era una settimana che il giovanotto abitava lì e
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e vendere la casa, il che a lei non
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con piglio deciso attraverso il salone grande, camminando a
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borsa di cuoio sotto il braccio. ¶ La stanza era
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La stanza era fredda, il fuoco spento, il tavolo
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fredda, il fuoco spento, il tavolo ingombro di libri
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per la prima volta il giorno del suo arrivo
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antichi, gli pareva che il fantasma dello zio galleggiasse
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chiuse la porta, tolse il soprabito e si diede
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altro. Poi Damonte accese il fuoco nel camino, sgomberò
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fuoco nel camino, sgomberò il tavolo creando un sufficiente
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intimo. ¶ Sembrava fosse lui il padrone di casa. ¶ C
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aveva detto che era il suo uomo di fiducia
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Lunedì vedrò di organizzare il trasporto del san Sebastiano
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Sono all’incirca centosettanta. Il commendatore era un vero
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scalone. «Nell’ammezzato tra il pianterreno e il piano
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tra il pianterreno e il piano nobile invece c
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di sicurezza, in fondo. Il resto dell’ammezzato fa
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com’è stato gentile il suo signor zio a
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anche dopo. Come tutti!» ¶ Il giovane parve riflettere con
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lei, la signorina Pittaluga, il maresciallo e l’arciprete
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già, poi c’era il cavalier Damonte.» ¶ «Sì, quel
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Nicolò si soffiò rumorosamente il naso diventando tutto paonazzo
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insinuare?» ¶ Nicolò si passò il fazzoletto sotto il naso
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passò il fazzoletto sotto il naso e fissò sulla
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lungo silenzio imbarazzato, durante il quale Nicolò ebbe l
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La differenza d’età, il fatto che la signora
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la donna, «penso che il problema fosse il carattere
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che il problema fosse il carattere. Il carattere e
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problema fosse il carattere. Il carattere e la differenza
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sia successo quel giorno, il giorno della partenza?» ¶ Gioconda
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Poi, come al solito, il baccano è finito com
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le porte sbattere e il portone aprirsi, sono andata
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deve aver aspettato che il pandemonio finisse, prima di
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una macchina di piazza. Il tassista e il commendatore
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piazza. Il tassista e il commendatore hanno caricato un
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signora Pescetto provò nuovamente il bisogno di fornire una
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visone, un mantello e il cappello rosso, quello dalla
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mormorando frasi smozzicate, brandendo il fazzoletto e strizzando gli
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colonia nell’aria, usando il vaporizzatore che teneva sulla
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per l’impeto con il quale le posò sul
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modo doveva pur sfogare il nervosismo che le si
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Ci mancava solo questo. Il pronipote di poca salute
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per venire a ficcare il naso qua, senza alcun
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per lo meno. Però il ragazzo era bene che
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Avrebbe dovuto pensarci. ¶ Capitolo 19 ¶ Il campanone dell’Assunta prese
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Assunta prese a suonare il mezzogiorno trascinandosi appresso il
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il mezzogiorno trascinandosi appresso il sagrestano per due metri
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che stava giusto sotto il campanile, dove non si
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sospesa, incantata, e trattenesse il fiato in attesa del
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l’acciottolio delle stoviglie, il mormorio delle voci, il
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il mormorio delle voci, il suono di qualche radio
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Aveva qualcosa di magico il mezzodì di Sestri, quello
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sospiro di riposo. ¶ Quando il campanone cessò di suonare
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confidenza, loro due. E il figliolo non era malato
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pure. Contenti loro... ¶ Ma il ragazzo, dunque. Convocarlo in
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arcivescovo lui, e neppure il sindaco o il maresciallo
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neppure il sindaco o il maresciallo dei carabinieri, per
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c’era e dopotutto il ragazzo non gli aveva
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gli aveva mica chiesto il posto allo SCI! Perciò
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lo fecero sussultare e il battente si aprì, prima
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prima che lui avesse il tempo di rispondere. ¶ Bertina
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troppo!» ¶ L’arciprete scrollò il capo. «No, è che
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di passeggiare e puntò il dito contro la perpetua
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all’arciprete, si accomodò il grembiule e si concentrò
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è stato è stato, il commendatore è andato, pace
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in America!» ¶ Non era il caso di insistere. ¶ Nicolò
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uscì dalla cucina, attraversò il salone d’ingresso e
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salone d’ingresso e il salone grande, entrò nell
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Nicolò pensò che tutto il piano inferiore, ad eccezione
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le lenzuola candide e il materasso di piume lo
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d’acqua bollente e il bicarbonato per i suffumigi
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della piazza, si udiva il cigolio di qualcosa che
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mise a letto sotto il piumino d’oca, ma
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ogni sera lo assaliva il timore di quell’incubo
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riuscito a descrivere chiaramente il disturbo: lo aveva ascoltato
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tra lo scettico e il dubbioso, e ogni volta
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Allora mise da parte il libro e spense la
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ritirava nel proprio alloggio, il gemito della porta che
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a nulla. ¶ Nel buio il bagliore dello sportello della
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sguardo sospettoso, da rapace. Il naso a becco, la
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di venuzze blu, completavano il ritratto di una donna
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nei fatti altrui, io.» ¶ Il giovane si soffiò rumorosamente
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giovane si soffiò rumorosamente il naso e non mollò
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dicevo, signorina, che magari il giorno in cui la