Vittorio Alfieri, La congiura de' Pazzi, 1789

il palazzo della signoria in Firenze ¶ ATTO I ¶ SCENA

troppo è ver!) che in peggio. ¶ Raimondo ¶ Dimmi, deh

omai ne può? che in vece forse ¶ del vergognoso

alti spirti, avrei ¶ posto in non cal ricchezze, onori

sempre salda ¶ d'uno in altr'anno veder radicarsi

diedi ¶ la lor sorella in sposa. Omai securi ¶ di

penne ¶ delle tiranniche ali in salvo porre. ¶ Raimondo ¶ Schermo

non ti volli ¶ disobbedire in ciò: ma, vedi or

non fren mi avresti, ¶ in altra terra, o figlio

semi ¶ fin dall'infanzia in te: talor, nol niego

mia patria morire, o in un con essa. ¶ Raimondo

RAIMONDO ¶ Raimondo ¶ ... Non oso in lui fidarmi... A queste

patria un dì? Quanto in servir fa dotto ¶ la

suoi figli ei trema. In petto l'ira, ¶ per

doma ¶ la sua fierezza in lui: ch'io tel

mia popolare dignità? che in bando ¶ irne dovrem da

aver di pace ¶ stromento in me, son io per

Pari a lor odio, in petto io l'odio

acquistar puoi tu? Lusinga in core ¶ non accogliere omai

intera libertà non entra ¶ in questo popol vile: a

nata, ed allevata io in grembo ¶ di nascente tirannide

e moglie, e suora; in chi ti affidi, ¶ se

chi ti affidi, ¶ se in me non fidi? ¶ Raimondo

tacer, se il voglio. In mente ho sempre ¶ te

Bianca ¶ Eppure ¶ ti leggo in volto da fera tempesta

io forieri ¶ di pace in te. ¶ Raimondo ¶ Lieto non

son; ma crudi ¶ disegni in me non sospettare. ¶ Bianca

volgiamo altrove il piede: in queste stanze ¶ porre tal

Lorenzo ¶ Fratel, che giova? in me finor credesti: ¶ a

par forse, che possanza in noi ¶ scemi o per

giogo, ¶ che noi tenerlo in principesco aspetto ¶ possiam securi

pesare. Acchiuse ¶ già Cosmo in sé la patria tutta

il dobbiam noi; ma in vista ¶ moderati ed umani

semi ¶ di libertà, che in cor d'ogni uomo

vogl'io? La scure in Roma ¶ Silla adoprò; ma

i gran mezzi, ¶ onde in ciascun si cangi a

di chi regna; e in fine, ¶ quel che riman

Ciò tutto già felicemente in opra ¶ posero gli avi

stolte gare istesse. ¶ Apertamente, in somma, un sol si

E mal sicura. ¶ Lorenzo ¶ In mente, ¶ tant'è, fermo

sediziosi detti: ¶ così vedrassi, in che vil conto io

or supplichevol voi mirate in atto. ¶ Meglio, il so

ria crudele ¶ necessità soggiacqui. In voi me poscia, ¶ la

a oltraggiar Raimondo, ¶ e in lui me pur d

se tal dritto è in voi, perch'uomo impari

e tu il chiedi? In suon tremendo ¶ tacitamente imperiosi

noi da te sprezzare in somma. ¶ Già un voler

sei cauto: ¶ di frenarlo, in mal punto ora ti

ei dica: ognor sta in noi l'udirlo. ¶ Giuliano

d'oltraggi ¶ degno farmi in tal guisa? Odi: queste

acquista ¶ anco tal volta in soggiacer, se a nulla

ogni ardir de' nemici. In tranquilla onda ¶ poco innante

regno, de' suoi schiavi in mente ¶ lasciar cader pur

farei. Ma, perché darmi ¶ in moglie a lui, se

come ¶ quel traditore ha in te trasfuso intero ¶ il

se opreran suoi detti ¶ in cor d'altrui, tu

nodo ¶ voi mi allacciaste; in cui già da molti

vendetta. ¶ Oh! ben sapeste in un la possa e

d'esser madre?... ¶ Ma in somma il sono; e

andianne. — E tu, che in cor tiranni ¶ reputi noi

vien quant'io promisi. In armi ¶ già d'Etruria

il trarre ¶ gli altri in temenza; e fra i

dì l'avanzo, essi in bagordi e in sozza

essi in bagordi e in sozza ¶ gioia il trarran

di morir, ch'è in noi; ¶ io ciò tutto

sacro ¶ voler di Roma: in cor senil possenti ¶ que

il braccio ti arresti; in breve poscia ¶ dalle nostr

natural lor dritto ¶ posto in oblio, non san d

te. Liberi spirti ¶ tornare in Grecia a libertade, o

Grecia a libertade, o in Roma, ¶ laudevol era, e

E tu mal giungi ¶ in suol, cui meglio è

a noi ti guida? In salvo, lunge ¶ dai tiranni

vengo. ¶ Dall'infame letargo, in cui sepolti ¶ tutti giacete

Guglielmo ¶ Arme inutile appieno: in noi non manca ¶ il

che esporti ¶ mi tocca in brevi e forti detti

m'impon di ritornarti in mente, ¶ ove tu possa

l'altrui presente e in un la tua viltade

tuo cenno. ¶ Ormai sta in te degli oppressor la

chiedi? Hai posto ¶ dunque in oblio tu già, che

io non le infonda in petto ¶ l'ira mia

ira mia tutta; e in un di me, de

il dubbio stato irrequieto, in cui ¶ viviam tremanti? ¶ Guglielmo

ho pur troppo, e in quella etade appunto ¶ atta

de' Medici a danno. In queste mura ¶ li porrem

all'altro il vieta. In lor non entra ¶ pietà

sciolto ¶ il regio intrico: in lor vantaggio, amici ¶ si

dirti oserei giammai, che in re ti affidi? ¶ Raimondo

al mio furor che in petto ¶ serrai tanti anni

Metà dell'opra ¶ sta in trucidare i due tiranni

altro non manca. ¶ Già in alto stan gli ignudi

speme, ¶ tutto hai ridesto in me. Canuto senno, ¶ viril

fia presto il tutto. ¶ In te, nell'ira tua

istesso, ¶ se intorno miri, in ciascun volto è pinto

costui di Roma? e in queste soglie il piede

come osa porre? Egli in non cale or dunque

pur, s'ei torna, in lui l'audacia nasce

ch'emendare invan vorriasi. In prima ¶ Guglielmo udiam, s

licenza antica, ¶ e sbigottito, in nostra man depose ¶ di

sempre ¶ mal sen contende in detti. ¶ Giuliano ¶ Odimi or

Or dimmi; ¶ forte adoprarci in risparmiar tumulti, ¶ scandali, e

tanto or più, che in vie maggior periglio ¶ ti

dimmi: ¶ se ti trovassi in seggio, e il poter

sempre ¶ far maggior scherno in occupar lo stato, ¶ che

potrebbe, ¶ s'io fossi in voi; ma oprar, soltanto

noi sua norma. ¶ Lorenzo in sé tutti rinserra i

e ciò che manca in lui, ¶ in me soverchio

che manca in lui, ¶ in me soverchio è forse

sculta ¶ la tua temenza in tuoi più menomi atti

non è più saldo in onda scoglio, ¶ di quel

di quel che sieno in lor proposto immoti ¶ e

e timor di tiranno in lance porre, ¶ altri nol

fia il miglior; che in queste ¶ mura abborrite a

Giulian, che fai? Spendi in parole il tempo, ¶ quando

il tempo, ¶ quando altri in opre?... ¶ Giuliano ¶ Alla evidente

dall'austro armata gente? in vero ¶ non belligera gente

timido, astuto, crudo: ¶ quale in somma esser debbe, ed

rabbia ¶ e il senno in un del mio figliuol

minor del non temerli. In essi ¶ di me sospetto

Ma, dimmi; ¶ come già in parte or traspirò l

il nemico venìa. Ma in armi Roma ¶ suona or

giungeremo intanto... ¶ Guglielmo ¶ Ma, in un sol loco, e

di queste mura escano in campo, ¶ al tempio entrambi

che al punto stesso, in cui trarremo il ferro

udito il segnal, se in armi corri ¶ dove fia

voi! — Sol dubitai, che in queste ¶ vittime impure insanguinar

armava ei stesso. Appenderassi in voto ¶ questa, ch'io

Raimondo ¶ Io 'l volli in ciò pur compiacer, bench

ferire, il sacro punto, in cui, ¶ tratto dal ciel

assai, diffida ¶ di Bianca: in cor di donna è

accanto! — ¶ Perché ti spiaccio? in che ti offendo? Or

guardo, e ogni atto ¶ in me tel dice. Or

duol mi addoppia ¶ vederti in pianto consumar tua vita

consumar tua vita; ¶ e in pianto vano. Ogni uomo

sì; non i rimedi. In core ¶ tu covi alto

Raimondo ¶ ... Che vai dicendo?... In cor, nulla rinserro,... ¶ tranne

ombre, e tu già in piè balzavi, ¶ com'uom

di caldi ¶ baci empiendogli, in atto doloroso ¶ inondar loro

or d'altissimo affare in cor non serri? ¶ Raimondo

Ah! se nol versi ¶ in questo sen, dove?... ¶ Raimondo

pargoletti miseri, qual fato ¶ in questa morte, che nomiam

detti!... I figli... oimè!... in periglio?... ¶ Raimondo ¶ Ove periglio

io il volessi, ¶ ho in me forza da tanto

che al volto alternamente in folla ¶ ti si affaccian

ti scongiuro; almeno ¶ schiudimi in parte il tuo pensier

da mortal periglio ¶ e in ciò mi acqueto: o

mi acqueto: o, se in periglio vivi, ¶ lasciami al

me diffidi, ¶ svenami; se in me credi, ah! perché

svenami tu: da me in null'altra guisa ¶ sciolto

ciel! di vita anco in periglio stanno ¶ i fratelli

il sangue risparmiar... Barbari; in voi ¶ nulla può la

veggo ¶ perché tacea Raimondo: in ver, ben festi ¶ di

felice io moro, ¶ se in libertà lascio, e securi

figli miei!... ¶ Raimondo ¶ Tu in ferrei lacci, o padre

sol ti serbai, perché in veder tua morte, ¶ pria