parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli increati, 2015

concordanze di «in»

nautoretestoannoconcordanza
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2015
quanti bottoni ci sono in questa veste, ci saranno
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2015
slacciare anche diversi bottoni in una volta sola, allargando
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2015
denudato dalle sue mani in questa stanza bombardata e
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2015
stanza bombardata e scentrata, in questo mondo devastato dalla
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2015
sverginata!» mi sussurra ancora, in un soffio. ¶ Si solleva
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2015
che stringe la pezzolina in un po’ d’acqua
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baciarmi ancora di tanto in tanto, premendo forte la
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2015
i nostri piedi. ¶ Arriviamo in fondo, continuiamo a camminare
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fiori che stanno marcendo in mezzo a tutta questa
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2015
Adesso tremo un po’, in questa serra bombardata piena
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2015
a sussurrare, col cuore in gola. «Perché sono sbucati
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2015
di essere morto qui, in questa serra, una notte
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2015
muovono contro di me in questa serra e in
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2015
in questa serra e in questa villa e in
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in questa villa e in questo mondo bombardati dagli
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poco finendo. ¶ Ci spostiamo in ciò che resta delle
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i nostri piedi. Arriviamo in cima, entriamo nella mia
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mobile che c’era in fondo al letto c
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2015
cose si riflettevano come in uno scudo di bronzo
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tutti e due immobili, in piedi. Sento la linea
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2015
dell’acqua tiepida, come in un’acquasantiera, hai lasciato
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da parte a parte, in una nuvola di lana
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la Dirce ti lavava in mezzo al cortile, con
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sono arrivato proprio qui, in questa stanza...» le sussurro
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centro vibrante «quel pomeriggio in cui erano andati via
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sono tornato di nuovo in cortile, con la mia
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Poi sono arrivato qui, in questa stanza che adesso
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filo delle imbastiture, eri in piedi, immobile, con il
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sono qui. ¶ Si china in avanti, afferra con la
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vicino il suo corpo, in questo mondo che ho
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che mi hanno accolto in questo parco e in
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in questo parco e in questa villa bombardati dagli
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perché è tutto spaccato in due, perché ciò che
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dopo viene prima, verrà! ¶ In che mondo sono, in
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In che mondo sono, in che mondo siamo, saremo
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perché è tutto spaccato in due? È perché sei
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sei anche tu spaccata in due?» ¶ Mi viene contro
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testa. ¶ «No...» mi risponde, in un soffio, con la
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dalle sue cavità segrete in tutto questo infinito buio
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sul corpo dell’altra in respirazione nel buio, e
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contro l’altra, frontali, in ciò che resta di
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e di questa villa, in questa notte che sta
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con la sua voce in posti così profondi della
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come un unico corpo in formazione nel buio. ¶ E
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che resta del pavimento, in questa villa e in
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in questa villa e in questo mondo bombardati e
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fossimo tutti e due in una stanza calda, in
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in una stanza calda, in una reggia calda, tutti
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me che la guardavo in mezzo a tutti quegli
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con gli occhi abbassati in mezzo alle altre ragazze
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notare tra le altre in mezzo a quella palpitante
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e che la scegliessi in mezzo a tutte le
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premere contro le mie in quello stretto abitacolo che
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muovo. ¶ Faccio qualche passo in avanti, alzo finalmente gli
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L’asfalto è sollevato in più punti e sbriciolato
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domando continuando ad avanzare in questo mondo profanato e
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spigoli di tetti ancora in piedi, sospesi su edifici
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ad aspettarmi, da sola, in ciò che resta della
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esterno, che è rimasto in piedi mentre tutto il
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della villa è ancora in piedi, mentre tutte le
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sotto la volta. ¶ Vedo in un solo istante tutta
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villa è per metà in piedi e per metà
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parte della legnaia è in piedi, l’altra non
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giù, si è conficcata in un punto lontano del
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lunghe schegge, oppure spaccati in due, in verticale. ¶ Provo
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oppure spaccati in due, in verticale. ¶ Provo a fare
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e con il Nervo in tuta da motociclista che
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un bicchiere d’acqua in mano prima di coricarsi
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fermavano attorno alla massa in fiamme con quei loro
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gli anatroccoli che camminavano in fila, dinoccolati, gli uccelli
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poi le mangiavano ancora in fiamme nel folto dell
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2015
merlata, che è ancora in piedi, pericolante e scentrata
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cinta è stato colpito in più punti, è franato
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passo di danza entrando in zone musicali differenti, e
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lo sfioravo di tanto in tanto con le dita
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terracotta, che è ancora in piedi sul suo piedistallo
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precipitati. ¶ Poi, all’improvviso, in questa immensa desolazione, mi
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mi chiedo, col cuore in gola. ¶ Chiudo gli occhi
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guardo, mentre si allontana in questo assoluto silenzio. ¶ Un
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da un certo punto in poi non c’è
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al cortile. ¶ Ci cammino in mezzo, senza fiatare. ¶ Adesso
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2015
o che si fracassano in silenzio contro il mio
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sopra un abisso. ¶ Sono in cima. Dal varco della
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2015
Faccio un piccolo salto in avanti, per raggiungere il
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che si sta lavando in un mastello di legno
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fumante e di schiuma, in mezzo a tutta questa
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2015
accostate. ¶ Si alza improvvisamente in piedi, per farsi vedere
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2015
con la gola chiusa, in un soffio. ¶ Non mi
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2015
L’avrà fatta scaldare in quel pentolone che vedo
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2015
che vedo luccicare là in fondo, su quel fornello
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gas, dal tubicino schiacciato in qualche punto del muro
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2015
adesso la vedo, immobile, in piedi, di fronte a
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2015
chiederle ancora, col cuore in gola. ¶ Mi guarda, mi
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2015
vasodilatazione dell’acqua calda in cui è stato immerso
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2015
che si sta vestendo in questa cucina bombardata «che
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dentro il tuo corpo, in mezzo a quegli altri
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rimasti per un po’ in silenzio, abbracciati. “Oppure, oppure
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2015
anch’io, all’improvviso, in quel buio dove stavamo
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2015
inclinando sempre di più, in una curva, sembra che
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2015
suo fianco. Sarà balzato in piedi, avrà cercato i
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2015
della casa, nelle cassettiere, in cerca di qualcosa da
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nudo prima di correre in strada, e di raggiungere
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2015
Chissà se ci troveremo, in mezzo a tutti questi
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2015
nostri due corpi saldati in un unico blocco. ¶ Poi
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2015
sta correndo all’impazzata in una nuvola di scintille
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volando contro di noi, in direzione opposta, sempre più
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faccio coricare a faccia in giù sul tetto traballante
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2015
cerco con gli occhi, in mezzo a questa ressa
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quei proiettili che perforavano in un istante tutta la
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camion, trattori...” mi viene in mente all’improvviso “e
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al terreno. ¶ Adesso sono in cima. ¶ Mi arresto all
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cercando di non guardare in giù, nei varchi tra
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Sì, sì...” mi viene in mente all’improvviso, mentre
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ancora sollevata, col cuore in gola, perché ho capito
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piede nel vuoto. ¶ Rimango in bilico per un istante
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il piede alla cieca in cerca dell’altra traversina
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sotto mentre sto annegando in fondo all’abisso, annegherò
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c’è un punto in cui non so che
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2015
uscito dall’altra parte, in una zona del fiume
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nudi sopra l’asfalto, in mutande, tremando per il
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caldo, dopo essere stato in quella turbinosa acqua gelida
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che poi avevo attraversato in diagonale il cortile, sotto
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solo che mi guardava in silenzio, assorta, con gli
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correre fino al punto in cui le rotaie sono
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sia successo proprio allora, in quel punto dove non
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2015
Chi ero io, che in seminario mi guardavo da
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2015
io sono morto allora, in quel fiume, e non
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2015
non quando sono arrivato in quel luogo che percepivo
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2015
continenti dei vivi e in quelli dei morti, per
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le loro dense acque in certi punti infinitamente profondi
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2015
adesso sta scorrendo là in fondo mentre ci annego
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me, durante una notte in cui mi pareva di
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di me, nella serra in penombra, i suoi occhi
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non mi avevano composto in una delle stanze del
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2015
che si indovina là in fondo. ¶ Faccio gli ultimi
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che certi pomeriggi raggiungevo in bicicletta, da solo, uscendo
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è nessuno, sto camminando in un mondo bombardato e
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dico continuando a camminare in questa devastazione “il tabaccaio
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l’unghia e metteva in una bustina di carta
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2015
impietrito. ¶ Mi guardo attorno, in questo varco di mondo
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domenica, e si fermava in mezzo alla piazza, e
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i ragazzi di Ducale in preda alla giovinezza si
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golfini che si impennavano in certi punti dei loro
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quella ragazza che lavorava in una fabbrica di lampadine
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gola. ¶ I soldati sparano in alto con le loro
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le loro nuove armi, in segno di esultanza, si
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2015
avevo mai visti così, in piena luce. Devo averli
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2015
ad avanzare da solo in questo mondo che devo
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quel giorno...” mi viene in mente all’improvviso, continuando
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improvviso, continuando a spostarmi in questo finimondo inclinato, con
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attorno senza vedere niente, in quel mondo che non
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era inaspettata quell’apparizione, in quel momento, in quel
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apparizione, in quel momento, in quel mondo. Poi ho
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2015
uno di quei pomeriggi in cui la villa era
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2015
foglie. Mi sono alzato in piedi, irresistibilmente, ho cominciato
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2015
a muovere la testa in quell’aria, e stavo
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spazio, esplodendo di tanto in tanto quando attraversavano quella
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volavano sempre più fitte in una stessa direzione, come
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2015
dai loro corpi ammassati in un unico blocco e
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e bagnato. Sono arrivato in cima. Ho guardato dentro
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stava facendo il bagno in un mastello, al centro
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2015
Pesca sporgeva dalla vita in su dall’acqua insaponata
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bassa per l’emozione, in un soffio. Lei mi
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sorriso. Si è alzata in piedi, improvvisamente, di fronte
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Ha ripreso a lavarsi in piedi, e io scorgevo
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perché mi è venuta in mente solo adesso, così
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2015
all’improvviso, mentre cammino in questo mondo sconvolto dalla
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mi era mai venuta in mente prima, non mi
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ai finestrini ti arrivavano in faccia frammenti neri oppure
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proprio una stazione, là in fondo. Si vedono anche
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2015
da qui molti tracimati in attesa sotto una pensilina
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2015
alla massa dei tracimati in attesa di stare sul
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2015
avvicina. ¶ Si alzano tutti in piedi, gridando. ¶ Il treno
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2015
treno irrompe, passa fulmineamente, in una scia di vento
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rossi e uno zaino in spalla, sola, in disparte
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zaino in spalla, sola, in disparte, che non si
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2015
vapore, stavolta. Avanza piano, in una nuvola di fumo
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2015
se ne stava sola, in disparte. ¶ Si sta già
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pioli dei gradini. ¶ Arriva in cima, si tira su
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2015
con una gamba stretta in un paio di jeans
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2015
Adesso sono anch’io in cima, ci stiamo muovendo
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2015
corsa. ¶ «Che cos’hai in quello zaino?» le grido
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2015
stata, se ci sarà, in qualche punto della vita
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2015
Si vedono, di tanto in tanto, delle scintille scaturite
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2015
frugare e a baciare in quella stanza buia dalle
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2015
buia dalle finestre sbarrate, in quella casa abbandonata dove
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2015
Lo accarezzavo, al buio, in questo mondo mai visto
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mi veniva dentro, più in fondo, sempre più in
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2015
in fondo, sempre più in fondo, ma io non
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2015
chiesto ancora, col cuore in gola. “Sono immortale” mi
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2015
me. Io piangevo, piangevo, in quella stanza buia, su
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2015
le gambe, nel buio, in quel letto dove stavamo
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2015
dello Yemen, dell’Oman, in quelle irte di grattacieli
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2015
immortali, perché possano tradurre in un linguaggio percepibile dai
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combatte nel Medio Oriente, in Libano, Siria, Israele, nella
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tendopoli dei profughi palestinesi, in Giordania, però adesso i
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deserti. ¶ E si combatte in Africa, dalle città arabe
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da uomini immortali avvolti in mantelli blu e che
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favolose regioni degli Ashanti, in tutte le terre percorse
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2015
del Niger, nel Sudan, in Etiopia, nel Kenia, in
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2015
in Etiopia, nel Kenia, in Tanzania, in Angola, fino
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2015
nel Kenia, in Tanzania, in Angola, fino al Mozambico
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2015
Tutta l’Africa è in preda a questa guerra
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2015
all’indietro, non solo in avanti, deve mangiare all
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2015
le parole per dirle? In che lingua le sto
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2015
poli di questo pianeta, in Groenlandia, in Antartide, nelle
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2015
questo pianeta, in Groenlandia, in Antartide, nelle estreme estancias
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2015
sue acque nere messe in movimento dalle groppe lucide
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di Buenos Aires e in quelle di Montevideo, nella
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2015
che scrutano l’orizzonte in cerca di vivi e
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2015
si lanciano a capofitto in quelle nebbie ascensionali per
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2015
degli immortali che salgono in silenzio dal basso, con
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2015
a Città del Messico, in quella città che un
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2015
da ragazzi e ragazze in corsa che imbracciano le
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2015
orizzontali del Sud e in quelle vertiginose dell’Est
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2015
nella Georgia, nell’Arizona, in mezzo ai deserti e
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2015
Nord, a New York, in quelle dell’Ovest, a
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2015
Los Angeles, e poi in quella città spaziale di
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2015
espanderanno di colpo, andranno in pezzi, come una diga
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2015
a pregare, mentre correvo in quella notte nera e
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Oh, che possa arrivare in tempo per aprire di
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2015
Ma perché dovevo arrivare in tempo? Per fare che
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2015
era quella donna imprigionata in un bozzolo di carta
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2015
tormentavano e la profanavano in quella reggia tumorale accecata
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2015
ai lati, di tanto in tanto, grandi self-service
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2015
braccio attorno alle reni, in quella grande casa in
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2015
in quella grande casa in cui eravamo stati invitati
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2015
cui eravamo stati invitati, in quella reggia, le terrò
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2015
addentravamo e ci smarrivamo in quegli spazi che passavano
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2015
di luce e luce in luce... Ma dov’era
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2015
su cui sono balzato in quella sede piena di
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2015
se è stato dopo, in che dopo è stato
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2015
che dopo è stato, in quello che viene prima
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2015
che viene prima o in quello che viene dopo
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Cosa ti sarà successo, in questa guerra mai vista
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2015
che sparano proiettili genetici in grado di colpire ogni
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2015
c’era qualcosa là in basso da rendere immortale
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2015
La mia veste sventola, in questo mondo dove sto
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2015
è un paese, là in fondo, sprofondato dietro una
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2015
gli rispondo, col cuore in gola. ¶ I soldati sparano
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Sì, sì” mi viene in mente all’improvviso, imboccando
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2015
e che è entrato in retromarcia dentro la sala
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2015
nel lavandino...” ¶ Sono arrivato in fondo. ¶ Non si vede
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2015
Faccio ancora qualche passo in avanti, nella sala saturata
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2015
città, che sta tornando in mano agli insorti, ai
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2015
delle nuove armi genetiche in mano ai vivi prima
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2015
si combatterà, d’ora in poi!» ¶ Si gira di
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2015
istante prima. ¶ Ci sono, in certi angoli delle strade
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2015
dove, mi hai portato in quella discarica grande, nel
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2015
fianchi di quelle montagne in putrefazione, tirando fuori a
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2015
un’altra parte e in un altro corpo? E
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2015
mio biografo!» mi viene in mente di colpo. «Il
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2015
che arrivassi a portarlo in quel cimitero con lo
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2015
era sul cavalletto, stava in piedi solo perché c
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2015
manubrio, lo hai ficcato in una cassa vuota che
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2015
sigillato i suoi resti in uno di quei forni
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2015
si abbracciano sollevando molto in alto le loro nuove
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2015
sempre così, quando sono in un punto che sembrava
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2015
il mondo è spaccato in due? Ma, se il
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2015
il mondo è spaccato in due, e se anch
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2015
Perché da quel punto in poi la riunione è
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2015
tutti si sono alzati in piedi improvvisamente rovesciando le
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2015
parte della città abbandonata in massa dagli immortali. ¶ Stiamo
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2015
velocità vertiginosa il disco in fiamme del sole. ¶ 25 ¶ Che
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2015
quello che sta succedendo in questo momento nel mondo
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2015
e zone di confine in mano agli insorti, mentre
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2015
cui escono di tanto in tanto delle voci esaltate
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2015
verso le grandi città in mano agli immortali per
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2015
mentre abbiamo già messo in moto e stiamo già
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2015
tutti stanno fuggendo come in un turbine. E si
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2015
dell’Italia settentrionale è in mano ai vivi e
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2015
ogni cosa. Milano è in mano agli immortali, ma
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2015
case e palazzi, mandano in frantumi le bifore, sollevano
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2015
d’acqua. Trieste è in mano agli insorti, mentre
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2015
intero Trentino sono già in mano agli immortali calati
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2015
quelli dell’Est resistono in mano ai vivi e
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2015
i loro peana cantati in lingue scandinave, slave, che
278
2015
Stati baltici sono ancora in mano ai vivi e
279
2015
mentre a Mosca sono in corso violenti combattimenti. Spagna
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2015
isole italiane sono ancora in mano ai vivi e
281
2015
attacchi degli immortali e in qualche punto di questo
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2015
e i vivi prima in guerra rivoluzionaria tra la
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2015
subissate gridare e cantare in lingue mai sentite prima
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2015
inventate. Si sta combattendo in Asia, nelle sterminate città
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2015
e che si chiamano in un finimondo di luci
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2015
combattendo anche a Sidney, in Australia, nelle zone centrali
287
2015
si stanno immobilizzando, perché in questa prima e ultima
288
2015
volta che si sentono in bocca quella lingua immobilizzata
289
2015
in piedi, da fermo, in mezzo a tutti gli
290
2015
anche allora nelle sedi, in cui si stabilivano i
291
2015
da un’altra biro, in un’altra riunione che
292
2015
impressionante silenzio. ¶ Siamo tutti in piedi, immobili, al buio
293
2015
rimarremo per sempre così, in silenzio, immobili, al buio
294
2015
a bassa voce, ancora in piedi, nel buio. ¶ Mi
295
2015
vedrò» riprendo a dire in questo assoluto silenzio di
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niente. Io ho visto in una sola interminabile notte
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che viene dopo e in quella che viene prima
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mentre azionavo il mantice in un anello di evidenziati
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di mitra, sono entrato in una città conquistata e
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ho chiuso gli occhi in un bivacco di insorti
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un’altra voce invisibile in qualche punto di questa
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calce buia. ¶ Sono ancora in piedi, mi pare, con
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intensità del sisma. ¶ Guardo in basso verso i drappi
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snidare gli insorti? E in che insurrezione siamo? In
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in che insurrezione siamo? In che storia siamo? In
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In che storia siamo? In che mondo siamo? Perché
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combattendo tra di loro, in questo continente, nel mondo
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quello che ho visto in pieno inverno nella Russia
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nella Russia della rivoluzione, in quella villa, da quello
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da un’altra parte, in un’altra dimensione, anche
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siamo tutti qui, immobili, in questa sede oscurata dove
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gli sussurro, col cuore in gola. ¶ «Benno!» mi risponde
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di tutto, non crede in niente, anche a villa
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dall’altra, hanno riprogrammato in vitro le cellule avviate
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e le hanno trasformate in staminali pluripotenti in grado
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trasformate in staminali pluripotenti in grado di suddividersi ancora
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e a proliferare, uguali in tutto e per tutto
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e della sua morte, in quella villa immersa nella
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o credono di vedere, in quella linguetta che entra
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dall’esportazione di capitale in confronto con l’esportazione
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di ribosomi che elaborano in proteine le sequenze trasmesse
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che poi si trasformano in batteri, in amebe, in
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si trasformano in batteri, in amebe, in funghi impudichi
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in batteri, in amebe, in funghi impudichi, in spugne
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amebe, in funghi impudichi, in spugne, in meduse che
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funghi impudichi, in spugne, in meduse che galleggiano con
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dell’orizzonte del mondo, in ascidie e poi in
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in ascidie e poi in cavolfiori e poi in
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in cavolfiori e poi in uomini vivi e in
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in uomini vivi e in uomini morti e poi
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uomini morti e poi in immortali... Ma che evoluzione
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ancora parlare d’amore, in questo mondo travolto dalla
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qualcuno, che è balzato in piedi. ¶ Balzo in piedi
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balzato in piedi. ¶ Balzo in piedi anch’io, trascinando
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ragazza con il morbillo in abito da ballo di
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non riesco a distinguere in mezzo a questo fragore
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col resto della famiglia in quella cantina da chi
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chi sarà, ma che in realtà dirigeva ogni cosa
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dice una nuova voce in mezzo ad altre teste
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che si sono spostati in piena notte con te
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notte con te, stipati in quella macchinina gialla che
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dal fumo dei lacrimogeni, in canottiera, con le braccia
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e che si mischiavano in quei baci invisibili, aerei
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sopra dei nostri corpi in corsa con le canottiere
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e delle nostre teste in fiamme.» ¶ «Io sono il
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mense dei piumanti o in altri piccoli alberghi, che
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solo, che si addormentava in piccoli letti mentre tu
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letti mentre tu dormivi in qualche casa occupata, in
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in qualche casa occupata, in qualche rifugio. Che ti
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rifugio. Che ti arrestava in una piccola caserma, che
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vero che stavano venendo in massa per liberarti dai
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a camminare da solo in mezzo a tutta quella
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sul treno mentre andavi in quella città straniera con
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mentre salivi col Gatto in cima a quella cattedrale
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lui ti spingeva continuamente in avanti, ti sbilanciava, per
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dire, seduto sul letto in mezzo a questo anello
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chinandosi verso di me in questo anello buio di
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secondo piano, perché è in programma una grande riunione
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allargato. ¶ Provo ad alzarmi in piedi, sul pavimento che
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altoparlanti, bandiere. ¶ Ci guardiamo, in piedi sul pavimento che
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di fronte alla vetrata in pezzi, mentre io ti
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perché sono già stato in questa sede se la
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intanto tocca di tanto in tanto con la punta
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varco della vetrata, rimango in silenzio per un po
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acqua, intingendo le dita in una scodella appena riempita
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fare scorta di cibo in qualche negozio preso d
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d’assalto dagli insorti, in qualche supermercato con la
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continua a guardare sorridendo in questa poca luce che
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del vice, da vicino, in questo spazio freddo e
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per la prima volta in questa sede, entrerò?» lo
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quando sono stato trasferito in questa sede deserta e
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candidatura inevase? Quando andavo in cerca di chi le
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al mio corpo inclinato in avanti nella corsa? di
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dove, di quella ragazza in abito da ballo di
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sarà, e quando ero in questa sede non avevo
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Restiamo tutti e due in silenzio. ¶ Ci guardiamo e
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vice, a bassa voce, in un soffio. ¶ «Sì, ci
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della sede, nel buio, in questa città assediata dagli
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città assediata dagli immortali, in questo continente mai visto
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dove sono già stato, in questo mondo che non
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muoviamo verso la rampa in legno che scende al
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far tremare ogni cosa, in questo mondo. ¶ Siamo al
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di teste e corpi in piedi attorno a una
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posto. Continuo a cantare in piedi, da fermo, in
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parte di questa stanza in cui non si vede
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della valanga di carri in corsa e di canti
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una delle pareti, piegato in due in tutto questo
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pareti, piegato in due in tutto questo buio, perché
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sua volta nell’aria in cerca della mia mano
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Sta annaspando anche lei in cerca della mia mano
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stanno continuando a combattere in un’altra parte del
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la testa spinta molto in avanti, nel buio. ¶ Da
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dalla strada potesse distinguere in questo fragore universale di
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bisbiglia e piange qui in alto. ¶ «Chi sono gli
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che viene dopo né in quella che viene prima
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uno contro l’altro in quel piccolo spazio buio
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perché sento ogni tanto in mezzo alle altre anche
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stragi, e rifugiati qui in attesa che i carri
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testa ancora più spinta in avanti, in questa selva
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più spinta in avanti, in questa selva di braccia
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carri continua a passare in fondo alla strada e
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ci sono dei momenti in cui sembra cessare del
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nero che c’è in fondo alla stanza, verso
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immortali che ci cercheranno in ogni angolo della terra
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venendo avanti due jeep in perlustrazione, affiancate. ¶ Ci sono
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che si indovina là in alto. ¶ Arrivo in cima
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là in alto. ¶ Arrivo in cima. Mi guardo attorno
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stanno correndo all’impazzata in zone molto lontane della
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viene prima e non in quella che viene dopo
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che suonava l’organo in mezzo a quell’anello
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che veniva a piangere in piena notte con sua
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restare là da solo in attesa di un nuovo
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braccia allargate per tenermi in equilibrio e non scivolare
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dico continuando a camminare in bilico sopra i tetti
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con le braccia spalancate in quest’aria della notte
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di braccia, sollevo molto in alto un ginocchio per
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piano inclinato. ¶ Mi alzo in piedi, a poco a
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a bisbigliargli anch’io, in tutto questo buio. «Io
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siamo tutti e due in piedi, sul piano del
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mai, non mi reggo in piedi, sono sfinito.» ¶ «Vieni
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risponde la sua voce, in un soffio. «Stavamo aspettando
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Tutti chi?» faccio ancora in tempo a dire. ¶ Mi
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chiusi e le labbra, in tutto questo buio, nel
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di fronte a te in tutto questo buio che
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vegliare sul tuo sonno in questa sede piena di
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morti e i vivi, in questo sfondamento di faglia
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questo sfondamento di faglia, in questa tracimazione universale e
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questa tracimazione universale e in questa prima e ultima
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davvero, quando mi portavi in giro dai clienti con
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avevi veramente incontrato tracimando in questa sede che all
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e che è finito in quella villa dove ha
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quella camerierina che era in realtà Anastasia Romanova, la
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fossimo in sogno e in fiamme dentro lo stesso
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Sono stato anch’io in quell’anello di corpi
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allontanavo, ci giravo attorno in cerchi sempre più larghi
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strabica che c’era in quel posto nel mondo
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verso la grande fiamma in giri sempre più stretti
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peso, verso la massa in fiamme, anche la levatrice
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i sogni dei corpi? In quale fuoco, in quale
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corpi? In quale fuoco, in quale luce, in quale
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fuoco, in quale luce, in quale visione, in quale
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luce, in quale visione, in quale sogno? Che cos
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unico grande cervello seminale in fiamme, e intanto sognano
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e dalla mia luce. In che cosa stiamo ardendo
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sono un cervello seminale in sogno e in fiamme
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seminale in sogno e in fiamme, loro chi sono
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insorti e di sogni, in questo avamposto conquistato dentro
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tra vita e morte, in questa città espugnata, indovinata
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Qualcuno si è allontanato in silenzio dal grande cerchio
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suo posto di combattimento in attesa di nuovi assalti
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nel pugno, tutto avvolto in una coperta per difendersi
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le braccia. Mi alzo in piedi, provo a fare
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fare qualche passo, piegato in due sulla linea della
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uomini che sollevano molto in alto le armi. ¶ Hanno
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qualche istante mentre scompaiono in questo velo di neve
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mentre si scendeva tutti in fila verso il refettorio
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e la città brillava in fondo alla pianura come
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Continuo a camminare così, in questa parte di mondo
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sarà successo?” mi domando in questo mondo improvvisamente silenzioso
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case fossero state abbandonate in massa. ¶ “Chissà perché saranno
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gli occhi tutt’intorno in questa desolazione. ¶ Mi fermo
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porte spalancate, di tanto in tanto, sporgendomi dalla strada
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più lontane e segrete, in questa notte che non
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altra volta e come in un’altra vita.” ¶ Imbocco
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spegne. ¶ Esco di nuovo in strada, riprendo a camminare
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strada, riprendo a camminare in questo assoluto silenzio, in
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in questo assoluto silenzio, in questa notte buia. ¶ “Eppure
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ci sono già stato in questi luoghi!” continua a
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su una macchinina gialla, in sella a una motocicletta
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il mondo?” ¶ Mi sposto in mezzo alla strada deserta
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fermo, mi guardo attorno, in mezzo a tutto questo
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ancora per un po’ in mezzo a questa strada
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bottiglie di liquori sono in frantumi. ¶ Il rumore sta
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finestre rotte, anche lui in ascolto di questo suono
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a frugare col muso in qualcuno di questi sacchi
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al primo piano. Sono in una grande stanza, evidenziata
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fino al pavimento. ¶ Guardo in strada. ¶ Sta facendo irruzione
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farmi vedere. ¶ Guardo ancora in basso, senza sporgere troppo
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di scatto, perché faccio in tempo a vedere che
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all’improvviso, nel buio, in mezzo a tutto questo
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cercando di spostarmi ancora in avanti in questa ressa
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spostarmi ancora in avanti in questa ressa di corpi
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al loro comandante tracimato in sogno nella loro vita
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parti. ¶ Qualcuno è salito in armi sui predellini e
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sui parafanghi, sta sparando in aria reggendosi con l
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di muovere qualche passo in avanti, sul mondo che
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lesionata che si allarga in fondo alla strada su
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Ci sediamo anche noi, in cerchio. Il comandante tiene
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degli insorti di Reval, in Estonia. Anche allora era
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dieci si erano riuniti in compagnie, le compagnie in
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in compagnie, le compagnie in battaglioni di 150 insorti. Ci
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dopo credendo di essere in quella che viene prima
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più di 400 uomini, avevamo in tutto 100 pistole parabellum con
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tra Taps e Iuriev, in modo di impedire l
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e molti non erano in casa. Così ci siamo
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ci siamo trovati solo in 227. Ma abbiamo iniziato ugualmente
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battaglione di questo reggimento in soccorso agli insorti. Il
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però non sono rientrati in città in aiuto degli
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sono rientrati in città in aiuto degli altri insorti
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l’invio di truppe in Sassonia, primi piani per