Luigi Pirandello, Pasqua di Gea, 1891

habe, begrüsste ich noch in meinem letzen Gesange die

träumte vielleicht von Liebe; in neckiseher Art weckte mich

verliess, wandte sie sich in der Ferne noch einmal

di Gea. ¶ Nun gut! in dieses wunderschöne Rheinland gekommen

und Gedanken hervor, und in jedem Gefühle, jedem Gedanken

widwen. Nimm es hin in Erinnerung dieser unvergesslichen Stunden

Erinnerung dieser unvergesslichen Stunden, in Erinnerung eines ita1ienischen

e tutte, d'ora in ora, ¶ co 'l nitido

vaghe passeggiere, ¶ che seco in lungo ei mena ¶ e

Egli ha una scure in mano ¶ il nume mio

uguale. ¶ Però non regna in vano ¶ sopra la terra

che cada, ¶ la quale in lor non versi ¶ balsamica

fede ¶ che si professa in lei, ¶ la fredda chiesa

infausto segno, ¶ che venga in terra il regno ¶ di

ami ¶ quest'alma terra in fiore, ¶ e agogni di

Tu, mesto profano! ¶ Ove in piú copia il piano

dietro a Te verrò. ¶ In questa pena lunga ¶ di

del pensier mio. ¶ Ma in questo ignoto asilo, ¶ dimmi

felici tuoi fiori? ¶ Raggiante in bel sereno ¶ il cielo

brume sgombrerà, ¶ e ovunque, in terra, in cielo, ¶ nel

e ovunque, in terra, in cielo, ¶ nel vecchio cuore

Melb austera ¶ valle selvaggia! In mezzo ¶ al solitario orrore

strana paura ¶ di questa in torno austera, ¶ attonita natura

querce superbe, ¶ e sentí in lei mancare ¶ l'amor

tuo crine ¶ certo; forse in eterno posi ¶ a quest

fianco? sposa ¶ gli fosti in vita? Parmi ¶ di veder

ognuna ¶ cerca furtiva e in pianto ¶ ogni svolta ogni

Ricordi il lieto giorno, ¶ in cui la tua figliuola

i tanti morti, ¶ che in vano or cerchi attorno

sí! ¶ XI ¶ Quanti qui in basso siamo, ¶ corriamo tuttavia

sentiero. ¶ Come un armento in fuga ¶ c'incalza il

primavera, ¶ di nuove voglie in petto ¶ il cuor ci

a quello dice ¶ ridendo in mezzo ai fiori ¶ che

contare, ¶ o giovinetta, quanti ¶ in questo punto sono ¶ che

lesto, deponete ¶ un bacio in quella mano! ¶ Non c

dammi tutto a bere ¶ in fin ch'ebbro ne

ogni altro amante: ¶ oh in ver, par che si

il biondo dei capelli. ¶ In vano di cinabro ¶ v

v'incendiate il labro, ¶ in vano v'imbiaccate ¶ le

matto, ¶ ch'abbia ragione, in fondo; ¶ colpa è del

la vecchia madre ¶ piange in lasciar la figlia ¶ sola

quasi per forza, e in pianto. ¶ Entro del cuor

notte! ¶ Gli occhi lucenti in viso ¶ osa or levargli

e quanto l'ama ¶ in quel nome le dice

solo e breve giorno! ¶ In grembo a la gran

fiori ¶ cosí, penso, sarete ¶ in una a noi non

tremanti stelle. ¶ Piú nulla in cuor mi sento, ¶ nulla

come tutto tace, ¶ e in Te fiducïosa, ¶ in Te

e in Te fiducïosa, ¶ in Te sicura dorme ¶ la

alito le sfiora; ¶ ella in te, Notte, dorme. ¶ Sognano

baciare ¶ le palpitanti foglie, ¶ in onda di rugiada ¶ purissima

anch'essi, dormigliosi, ¶ sorgono in loro stelo. ¶ Or tutto

terra e cielo, ¶ ravvivasi, in un solo ¶ palpito immenso

piena gola, ¶ si leva in alto, e chiama ¶ per

volgendo ¶ tra l'erbe in fior si perde. ¶ Trema

s'allontana. ¶ C'è in lui, pare, una pena

calma che si vede ¶ in un corpo malato ¶ quando

richiama quello già svolto, in chiave diversa, in Mal

svolto, in chiave diversa, in Mal giocondo, Momentanee VIII

eterno!" ¶ susurran l'aure in torno, ¶ quasi oppressanti. "Eterno

la morte, forse; ¶ forse in braccio a l'amore

sarà per me fatale. ¶ In van le antiche larve