parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Cesare Pavese, La luna e i falò, 1950

concordanze di «in»

nautoretestoannoconcordanza
1
1950
Matteo girava le vigne, in quei giorni si sentí
2
1950
tutta la casa era in rivoluzione, che Silvia sbatteva
3
1950
L’Emilia diceva che in quella casa la meno
4
1950
messa, ce l’avevano in casa, tenevano un prete
5
1950
diceva tutti i giorni in una stanza. Ma questo
6
1950
vecchia s’era sposato in Francia, erano morti i
7
1950
giallo, andava a Canelli in carrozza e dava da
8
1950
era sempre acceso, sempre in festa, e la vecchia
9
1950
donne, ufficiali, deputati, tutti in carrozza a tiro da
10
1950
ciondolavano sul terrazzo o in giardino – non avevano un
11
1950
dalla Mora, di entrare in quel parco sotto i
12
1950
veniva la stagione che in mezzo alle albere di
13
1950
visto la lepre scappare in un solco. Sono i
14
1950
i giovanotti di andarci in biroccino fino a Agliano
15
1950
infreddolite con un fazzoletto in testa e il cestino
16
1950
e Arturo si alzava in piedi, salutava seccato, la
17
1950
e che parlava soltanto in italiano, ma s’intendeva
18
1950
che faceva l’uomo in gamba e raccontava quanti
19
1950
giorno o quella volta in Acqui che s’era
20
1950
a suonare l’organo in chiesa. A un certo
21
1950
e tante stelline fredde in cielo. Nuto diceva: – Vagabondi
22
1950
che carogne erano stati in guerra gli ufficiali come
23
1950
far niente. ¶ Ma neanche in quegli ultimi anni avrei
24
1950
vestirle. Io le condussi in biroccio fino alla svolta
25
1950
fra le altre carrozze in quel cortile – vista da
26
1950
vivo e mi lasciarono in mezzo ai platani un
27
1950
Su tutte le porte, in quella sala, c’erano
28
1950
per quella strada adagio, in mezzo ai bambú misti
29
1950
uomo era un morto in piedi, un nipote dei
30
1950
ragazzo come lui andare in festa alla Stazione… Ci
31
1950
c’è? li incontra in casa tutti i giorni
32
1950
suo padre è morto in quel modo tragico… ¶ – Però
33
1950
di segheria che girava in motocicletta, si faceva salir
34
1950
l’aveva già presa, in casa sua nello studio
35
1950
su quella motocicletta o in una riva tra le
36
1950
quel Cesarino, quel morto in piedi, non lo so
37
1950
e li avevo intravisti in mezzo alle gaggíe, m
38
1950
era parso che Irene, in piedi, leggesse in un
39
1950
Irene, in piedi, leggesse in un libro e Cesarino
40
1950
tastiera. Quando Irene andava in visita dalla vecchia, si
41
1950
piú servitori né domestiche in casa, le bastavano le
42
1950
e Silvia li piantava in faccia a suo padre
43
1950
biglietto, piantare la mano in un certo modo sul
44
1950
che potevi tornare, entrare in quel carrozzone delle tendine
45
1950
e Matteo si trovavano in un casotto di vigna
46
1950
ci moriva. Mandarono Santina in Alba con Silvia dai
47
1950
giorno entrò una monaca in cortile; Cirino disse – Non
48
1950
quanta gente deve viverci in questa valle e nel
49
1950
e ragazzi, che andavano in festa, alla fiera, alle
50
1950
attraverso il Belbo. Era in quelle sere che una
51
1950
facevano gridare e rotolarmi in terra perch’ero povero
52
1950
che tutti erano andati in festa a Canelli, anche
53
1950
di piangere. Mi misi in caccia di cavallette e
54
1950
avessi osato, avrei fatto in giardino un massacro di
55
1950
loro, – pensavo, – bastardi». Entrai in casa per mangiarmi un
56
1950
sul ripiano dell’armadio in mezzo alle cipolle c
57
1950
saremmo svegliati, saremmo usciti in cortile, e avrei ancora
58
1950
L’inverno si rientrava in cucina con gli zoccoli
59
1950
di cascine col morto in cantina. ¶ Dall’autunno a
60
1950
aia al sole, rompeva in due la sigaretta e
61
1950
di Gaminella. Nuto rovistava in quella cassa – c’era
62
1950
Matteo che aveva studiato in Alba. Ce n’era
63
1950
n’era di scritti in latino come il libro
64
1950
piano usciva sul terrazzo in mezzo ai tigli. A
65
1950
bene. L’aveva studiato in Alba da bambina. Chi
66
1950
corsa – quell’anno andava in bicicletta e il figlio
67
1950
ascoltava con le labbra in fuori come avesse imboccato
68
1950
Ma si vedeva anche, in distanza, sul profilo del
69
1950
palazzina del Nido, rossa in mezzo ai suoi platani
70
1950
acqua del bagno, giravo in cucina. Teresa era la
71
1950
sergenti che mi pigliassero in giro quando parlavo. Io
72
1950
Io la guardavo dritto in faccia – ho sempre fatto
73
1950
sapere se quando andavo in licenza al paese mi
74
1950
vuole. Bisogna che vada in un posto che il
75
1950
pensavo soltanto quando avevo in braccio una donna. Qualche
76
1950
anno dopo – stavo già in America – mi accorsi che
77
1950
fabbriche delle conserve, chi in un ufficio – Rosanne era
78
1950
allo stesso modo che in città gli spazzini puliscono
79
1950
e dormivano, si divertivano in città. Di dove uno
80
1950
capra, una riva. Correvano in macchina, in bicicletta, in
81
1950
riva. Correvano in macchina, in bicicletta, in treno, a
82
1950
in macchina, in bicicletta, in treno, a lavorare come
83
1950
Facevano tutto a squadre, in città, anche i carri
84
1950
Come si fosse messa in mente ch’io potevo
85
1950
ragazzi la salutavano gettando in aria il berretto e
86
1950
stagione andavamo alla costa in automobile e prendevamo il
87
1950
colori, sorbiva la bibita in calzoncini nelle piscine, si
88
1950
capito che non erano in gamba, che col loro
89
1950
Ci sono molte contadine in questa valle che sanno
90
1950
una di loro scendeva in cortile, passava in mezzo
91
1950
scendeva in cortile, passava in mezzo alle zappe, alle
92
1950
alle bestie, e veniva in giardino a tagliare le
93
1950
nei beni, sui sentieri, in scarpette, parlavano con la
94
1950
tra noi, nella cucina, in mezzo ai filari, ne
95
1950
ricamavano i cuscini, che in chiesa avevano la placca
96
1950
placca sul banco. Ebbene, in quella vendemmia, nei giorni
97
1950
e nell’inverno stava in Alba. Ci prendevamo a
98
1950
i calzoni. Un pugno in testa e una parola
99
1950
con buse. Tutto mancava in quella casa. Non mangiavano
100
1950
il manzo a calci in faccia, masticava la polenta
101
1950
decisi Nuto a venire in Gaminella per guardare quella
102
1950
e non ci tenne in cortile neanche un momento
103
1950
le ragnatele. Dissi: – Aspetto in casa un momento, – e
104
1950
quello scalino. ¶ Non feci in tempo a guardarmi intorno
105
1950
rannicchiata di fianco, mezzo in camicia, coi piedi neri
106
1950
della meliga, e sfogliavamo, in quell’odore secco e
107
1950
che c’eravamo veduti in un’altra occasione. Nella
108
1950
mai vista, s’arrivava in un posto nuovo – insomma
109
1950
quanti ce n’è in queste vigne? ¶ A me
110
1950
suonare il bombardino, portarmi in festa a Canelli, farmi
111
1950
disse, – crede perché sta in Alba e porta le
112
1950
o venendo da Canelli, in quei momenti mi fermavo
113
1950
già andato diverse volte in bicicletta, e mi fermavo
114
1950
biglie colorate ci stanno in due soldi, mi vergognai
115
1950
e prendevano la bibita in diversi posti – tutto questo
116
1950
e l’età entrava in quella casa di Villanova
117
1950
lui. – Non tutte girano in carrozza. ¶ Con Nuto venne
118
1950
io arraffavamo una bottiglia in cantina, e poi ce
119
1950
le donne sono fatte in un modo, tutte cercano
120
1950
Hanno un bel vivere in un buco o in
121
1950
in un buco o in un palazzo, il sangue
122
1950
apposta, per confondermi, ma in quel momento per darmi
123
1950
che l’aspettassero. Irene in biroccio passava sotto il
124
1950
la signora Elvira rientrava in casa con la piccola
125
1950
da lei – a tenerle in tasca, le perdevo. Me
126
1950
è meglio quattro soldi in mano che un milione
127
1950
mano che un milione in banca. Poi l’Emilia
128
1950
alla festa, al tirasegno, in sciocchezze. Fu allora che
129
1950
adesso era meglio. ¶ Anche in questo, Nuto era piú
130
1950
questo, Nuto era piú in gamba di me. Lui
131
1950
niente. Sarà che cominciava in quegli anni a suonare
132
1950
questa parola di Nuto in questi tempi, certi giorni
133
1950
strade vedi i fogli in mano alla gente neri
134
1950
padre, mi disse, era in piazza che guardava una
135
1950
uscimmo nel sole, passammo in mezzo ai banchi delle
136
1950
stoffe e delle angurie, in mezzo alla gente, ai
137
1950
nei fossati. Lui teneva in mano il coltello, lo
138
1950
e mi era servito in campagna per segare i
139
1950
stato sul treno o in corriera. Piú che sul
140
1950
gli sarebbe piaciuto andare in bicicletta, ma Gosto del
141
1950
a raccontargli di quando in California circolavo in camioncino
142
1950
quando in California circolavo in camioncino, e stette a
143
1950
occhi di Cinto, ricominciare in Gaminella come lui, con
144
1950
cose che gli passavano in mente mentre arrancava per
145
1950
vivi ch’erano ancora in pericolo, per quelli che
146
1950
adesso donnette e negozianti in paese, il sangue era
147
1950
sempre imbronciato. La moglie in casa dava il latte
148
1950
che cosa ci trovavo in questi paesacci. ¶ – Dovevate farla
149
1950
dello Spirita. Ci venivamo in novembre a rubargli le
150
1950
Il paese è tutto in mano a quel prete
151
1950
gli rispondi? ¶ – Vuoi rispondere in chiesa? Quest’è un
152
1950
lo puoi soltanto fare in chiesa. Se no, non
153
1950
gente apposta? Parlate, trovatevi. In America fanno cosí. La
154
1950
era andato sempre peggio. In quei giorni sí che
155
1950
la voglia per mettersi in guerra. Si capisce, in
156
1950
in guerra. Si capisce, in tutto quel quarantotto s
157
1950
io mi vedevo Gaminella in faccia, che a quell
158
1950
un tempo avevo avuto in corpo (un mattino, in
159
1950
in corpo (un mattino, in un bar di San
160
1950
vendemmia, il tornar solo in trattoria quando qualcuno ti
161
1950
me. Per dire tutto in una volta, ero un
162
1950
grande – ci si stava in tanti e nessuno ti
163
1950
quelli che c’erano in chiesa. Sotto i tigli
164
1950
parasole e quando stavano in casa li aggiustavano nei
165
1950
Angiolina a denti stretti, – in qualche posto andremo. – Ci
166
1950
piangevo. Le ragazze erano in casa e non uscivano
167
1950
passai con gli zoccoli in spalla, il mio fagottino
168
1950
fagottino, e quattro funghi in un fazzoletto che l
169
1950
trovati io e Giulia in Gaminella. ¶ Chi mi accolse
170
1950
la cucina non avevano in terra il battuto ma
171
1950
battuto ma il cemento. In cucina c’era un
172
1950
lampada a petrolio, tutti in cucina – le due donne
173
1950
sopra, il massaro andò in stalla e restai solo
174
1950
si stava al caldo in cucina o nella stalla
175
1950
domenica andavo a messa in paese coi ragazzi del
176
1950
di neve, la vedevo in mezzo ai rami secchi
177
1950
di spogliare le canne. ¶ In Gaminella non ero niente
178
1950
e i padroni eravamo in piú di dieci a
179
1950
l’Emilia li serviva in tavola. ¶ Cirino m’insegnò
180
1950
guadagnava i suoi marenghi. In primavera, quando spargemmo il
181
1950
si fermassero a discorrere in fondo alla vigna. E
182
1950
che li lasciassi fumare in pace la cicca. – Sta
183
1950
e quello, mi tenevano in cucina mentre impastavano e
184
1950
mi raccontava che nemmeno in paese lui ci andava
185
1950
leggeva il giornale. ¶ Anche in casa di Nuto dicevano
186
1950
quando era stato soldato in Africa e che tutti
187
1950
sempre a Canelli, sempre in giro sul biroccio, sempre
188
1950
che adesso era entrata in casa, e per quanto
189
1950
era mai andato piú in là di Acqui. Aveva
190
1950
si chiudevano di sopra in una stanza, e l
191
1950
era il sole, e in fondo verso Canelli la
192
1950
Gaminella strapiomba sull’acqua in mezzo a rovi e
193
1950
sempre. ¶ Passai la mattinata in banca e alla posta
194
1950
del Salto trovai Nuto in grembiale, che piallava e
195
1950
piallava e fischiettava, scuro in faccia. ¶ – Cosa c’è
196
1950
balconi, o li mandavano in Germania. ¶ – Che c’è
197
1950
la ferrata mi torna in mente. Fiutavo già quello
198
1950
paura e irritarmi. Andavo in giro in camioncino sulle
199
1950
irritarmi. Andavo in giro in camioncino sulle strade statali
200
1950
non sarei mai arrivato in nessun posto. Non ero
201
1950
con la squadra ferrovieri in otto mesi ero arrivato
202
1950
otto mesi ero arrivato in California. Molti paesi vuol
203
1950
s’impannò il camioncino in aperta campagna. Avevo calcolato
204
1950
Allora cominciai a spaventarmi. In tutto il giorno non
205
1950
dal treno, che hanno in tutto il mondo. Un
206
1950
pensare che mi trovavo in fondo all’America, in
207
1950
in fondo all’America, in mezzo a un deserto
208
1950
cani continuavano a urlare, in quel mare grigio ch
209
1950
un treno. ¶ Mi venivano in mente tante cose che
210
1950
e li avevano ritrovati in una conca distesi, ossa
211
1950
fosse stata un’epoca in cui la gente si
212
1950
la gente si ammazzava, in cui nessuno toccava terra
213
1950
tapini avrebbero fatto tappa in una conca – alla stazione
214
1950
Possibile nascere e vivere in un paese come questo
215
1950
mi dicevo che nemmeno in un deserto questa gente
216
1950
questa gente ti lasciano in pace. Se domani avessi
217
1950
cabina, mi feci su in una coperta e cercavo
218
1950
che i californiani erano in gamba, quei quattro messicani
219
1950
saputo. Accamparsi e dormire in quel deserto – donne e
220
1950
deserto – donne e bambini – in quel deserto ch’era
221
1950
dicevano a bassa voce in piazza, sono i rossi
222
1950
bastato per far chiudere in galera, magari per far
223
1950
accordo. Mi chiesero come. In quell’anno, dissi, ero
224
1950
anno, dissi, ero ancora in America. (Silenzio). E in
225
1950
in America. (Silenzio). E in America facevo l’internato
226
1950
facevo l’internato. (Silenzio). In America che è in
227
1950
In America che è in America, dissi, i giornali
228
1950
e i soldi come in Russia. E chi protesta
229
1950
Nuto venne anche lui in paese a sentire, e
230
1950
da Asti. Nella riunione in canonica il parroco aveva
231
1950
c’erano piú sovversivi in paese, decisero di dare
232
1950
li prendono, li calano in un pozzo e gli
233
1950
ha fatto la predica in chiesa… Di prediche su
234
1950
venire anche i Battuti, in casacca gialla, uno strazio
235
1950
di vigne, aveva mandato in giro le bambine a
236
1950
insegna dell’Anticristo, e in suo nome s’erano
237
1950
Disse anche una parola in latino. Farla vedere ai
238
1950
l’avversario fosse sconfitto. In troppi comuni d’Italia
239
1950
riparlò di questa storia, in paese. Quel parroco era
240
1950
paese. Quel parroco era in gamba. Batté il ferro
241
1950
Poteva succedergli come succede in questa valle a tanti
242
1950
bella mattina si trovava in una stanza cosí, si
243
1950
una lettera che andava in città, andava lontano, e
244
1950
delle lettere a Genova, in America, maneggiavo dei soldi
245
1950
sarei di nuovo stato in mare, a correr dietro
246
1950
servitore. Avevano una villetta in paese, con un giardino
247
1950
era consumati da scapolo in città; la gran famiglia
248
1950
se ero stato anche in Francia, e beveva il
249
1950
a tempo. Mi venne in mente ch’era un
250
1950
questo tapino che dormiva in un tinello coi contadini
251
1950
era sempre cortese, sempre in ordine, sempre signore, e
252
1950
Grato e gli stavano in casa soltanto per la
253
1950
padroni di tenuta, lasciavano in gerbido una parte dei
254
1950
risposi che non ero in paese per fare affari
255
1950
perché altrimenti sarebbe finito in casa d’altri, perché
256
1950
un pezzo di terra in questi paesi. Lei, dove
257
1950
Ho voluto che qui in cima alla collina la
258
1950
mi ricordavano la conca in cima alla vigna di
259
1950
tutto finiva nel vuoto. ¶ – In tutte le campagne, – gli
260
1950
tardi, ch’ero atteso in paese, che a quell
261
1950
raccontavo come si pesca in alto mare e si
262
1950
quanti giorni si sta in mare, lui mi ascoltava
263
1950
un morto di fame in campagna. Non potrà mai
264
1950
se ti portavano ancora in braccio… ¶ – Giuro che mi
265
1950
padre. Basta che vada in piazza la domenica, sugli
266
1950
Ma è inutile mandarlo in America. L’America è
267
1950
cavarsela. Finché non va in mezzo alla gente, verrà
268
1950
ignorante e bisognerebbe fucilarlo in piazza. Ma prima di
269
1950
po’, ma lo chiamarono in segheria e io discesi
270
1950
giornata colorita, serena), prendevo in un’occhiata sola la
271
1950
palazzina del Nido, rossa in mezzo ai suoi platani
272
1950
voglia di essere ancora in quella vigna della Mora
273
1950
piú, perché mi tornavano in mente tanti fatti, tante
274
1950
la spedisco col figlio in paese. Voglio che crescano
275
1950
lui, capirmi con chiunque in paese, dovevo parlargli del
276
1950
Genova, i soldi, scritti in faccia e chiusi in
277
1950
in faccia e chiusi in tasca. Queste cose piacevano
278
1950
se compravo la corriera. In piazza mi presentarono al
279
1950
parlò di una cappelletta in rovina; al segretario comunale
280
1950
comunale, che mi prese in disparte e mi disse
281
1950
e mi disse che in municipio doveva esserci ancora
282
1950
ch’ero già stato in Alessandria, all’ospedale. Il
283
1950
cosa poteva fare? – ma in quella casa succedevano cose
284
1950
alla Madonna della Rovere, in una cascina dietro ai
285
1950
piú giovane era morta in un campo ammazzata dal
286
1950
non aveva piú nessuno in casa che gli desse
287
1950
di me. Mi restò in mente l’Angiolina distesa
288
1950
era piú movimento era in piazza – un nuovo bar
289
1950
Nuto scavezzacollo e tanto in gamba che c’insegnava
290
1950
borbottò: – Siamo troppo ignoranti in questo paese. Comunista non
291
1950
e vendeva i peperoni in piazza. Beveva e poi
292
1950
un aiuto. – Credevo tornando in Italia di trovarci qualcosa
293
1950
già la loro parte in inverno. ¶ – Dico niente. Hai
294
1950
verde per andare tutto in tralcio. È un caldo
295
1950
L’aveva fermato Nuto in piazza in mia presenza
296
1950
fermato Nuto in piazza in mia presenza e gli
297
1950
mi aveva detto: – Tu in Gaminella non mangiavi tutti
298
1950
aver fatto il Valino in tanti anni – sessanta? forse
299
1950
piú vecchi erano morti in guerra – non gli restava
300
1950
donne. Che altro faceva in questo mondo? ¶ Dalla valle
301
1950
questa trave invecchierò. Morirò in questa stanza». ¶ Arrivai sotto
302
1950
cane impazzí. Si buttò in piedi, ululava, si strozzava
303
1950
era seduto un ragazzo, in carnicino e calzoni strappati
304
1950
una gamba divaricata, scostata in un modo innaturale. Era
305
1950
sotto il sole, aveva in mano una pelle di
306
1950
gamba per traverso, fu in piedi e strisciò verso
307
1950
sa dov’erano? Se in qualche luogo erano vive
308
1950
all’Orto – Mentina era in letto che esclamava e
309
1950
mi zoppicava dietro e in un momento fummo al
310
1950
e mi disse che in fondo alla riva ce
311
1950
interessato. Lo portai fino in fondo alla vigna. Non
312
1950
le radici franate, travolte in Belbo – eppure a guardarsi
313
1950
gente che la girava in carrozza e gli uomini
314
1950
delle stanze dove stavano in quindici, in venti, come
315
1950
dove stavano in quindici, in venti, come all’albergo
316
1950
giorno. Anche noi ragazzi in quei giorni facevamo delle
317
1950
capra. Io la portavo in pastura. D’inverno quando
318
1950
avevano sepolto i partigiani in Gaminella. Era tutto scorticato
319
1950
acqua l’ha portato in basso e il Pa
320
1950
tre anni, no? E in casa – gli chiesi – anche
321
1950
casa – gli chiesi – anche in casa ci avevano lavorato
322
1950
Valino mi disse che in casa stavano le donne
323
1950
su per la riva in mezzo alle foglioline delle
324
1950
nessuno aveva fatto niente in campagna, e se tutti
325
1950
e si drizzò. Cinto, in fondo alla riva, adesso
326
1950
la costa, coi salici in braccio. Non si voltò
327
1950
voltò nemmeno quando fu in cima. Mi parve d
328
1950
del Morone. Si vedevano in cima, sopra i rovi
329
1950
il muretto della riva, in mezzo alle gaggíe. Cinto
330
1950
un mazzo di carte in mano a uno che
331
1950
uno che teneva banco in piazza, e mi disse
332
1950
le terre. Ero stato in un paese, gli dissi
333
1950
capra ci aveva portati in giro tutto il pomeriggio
334
1950
Valino mi lasciasse entrare in casa. Ma per Nuto
335
1950
di Canelli, alle colline in fondo al cielo. È
336
1950
cosí, dice Nuto – che in confronto con me non
337
1950
for C. ¶ Ripeness in all ¶ I. ¶ C’è
338
1950
ragione perché sono tornato in questo paese, qui e
339
1950
Canelli, a Barbaresco o in Alba. Qui non ci
340
1950
mi ci hanno portato in un cavagno da vendemmia
341
1950
possibile passare tanti anni in quel buco, su quei
342
1950
cercando le mele rotolate in fondo alla riva, convinto
343
1950
dire non essere nato in un posto, non averlo
344
1950
sulle cime. E piú in basso anche questa era
345
1950
tartufi e si portano in Alba. C’è Nuto
346
1950
capacita. Qui tutti hanno in mente che sono tornato
347
1950
del mondo. Nuto che, in confronto con me, non
348
1950
per farcela a vivere in questa valle non bisogna
349
1950
a suonare il clarino in banda oltre Canelli, fino
350
1950
e grosso. Neanch’io in paese conoscevo nessuno; ai
351
1950
Il paese è molto in su nella valle, l
352
1950
le tragedie, le promesse in riva a Belbo. C
353
1950
del mio primo salario in mano, m’ero buttato
354
1950
si prendevano, si ridevano in faccia e ballavano insieme
355
1950
di Genova e che in paese ormai raccontavano che
356
1950
mi disse, – sei tu. ¶ – In America, – dissi, – c’è
357
1950
della Mora, del lavoro in cascina, lui che ha
358
1950
poi la sera veniva in cortile a vegliare con
359
1950
piacere cacciare la faccia in un secchio d’acqua
360
1950
bisognava sentire. Mi tornavano in mente le cene di
361
1950
fuoco, e mi tornava in bocca quel sapore, sentivo
362
1950
preferiva la musica. Mettersi in gruppo – a volte succedeva
363
1950
avuto notizie fresche addirittura in America – quanti anni fa
364
1950
ferrovieri e di stazione in stazione ero arrivato in
365
1950
in stazione ero arrivato in California e vedendo quelle
366
1950
A vedermi la zappa in mano, – dicevo, – quelli di
367
1950
Ma non si zappa in California. Sembra di fare
368
1950
soli sotto le stelle, in un baccano di grilli
369
1950
Io avrei voluto portarmela in quella campagna, tra i
370
1950
donne, chiedeva di entrare in un altro locale. Per
371
1950
toccare – avevamo una stanza in un vicolo di Oakland
372
1950
meglio una bottiglia, – dissi in dialetto, a labbra strette
373
1950
girato, perché era venuto in America. – Ma se sapevo
374
1950
stata discussione, fughe, bottiglie in testa, e secondo lui
375
1950
Lui li aveva seguiti in bicicletta, sotto la luna
376
1950
un altro pezzo. Nuto, in mezzo, portava tutti col
377
1950
costa. Capii nel buio, in quell’odore di giardino
378
1950
trovava una ragazza strangolata in un’automobile, o dentro
379
1950
dentro una stanza o in fondo a un vicolo
380
1950
dalla strada, per andare in città. Aveva una voce
381
1950
città. Aveva una voce, in distanza, come quella dei
382
1950
dove andare? Ero arrivato in capo al mondo, sull
383
1950
come te, non andavo in America, – dissi. – Sai com
384
1950
destino. Tu a Genova, in America, va’ a sapere
385
1950
al cinema invece che in festa, dànno il grano
386
1950
un giorno si guarderanno in giro e anche per
387
1950
dissi, sbarcando a Genova in mezzo alle case rotte
388
1950
tante memorie, spariti cosí in una notte senza lasciare
389
1950
tutto se ne vada in un falò d’erbe
390
1950
che la gente ricominci. In America si faceva cosí
391
1950
Belbo – ai nostri tempi in quell’ora in paese
392
1950
tempi in quell’ora in paese non c’eravamo
393
1950
stato imbarcarmi per andare in America, se ripresentandosi l
394
1950
per morto di fame. In paese non sarei stato
395
1950
avevamo continuato a lavorare in caserma, nelle bettole e
396
1950
mi dava da mangiare in cucina. Su quel discorso
397
1950
padrone, non so – e in due giorni mi aveva
398
1950
un bastimento che andava in America. Cosí era stato
399
1950
Tra pochi giorni tornavo in viale Corsica. Per quest
400
1950
la madama era entrata in casa per far parlare
401
1950
il Valino era andato in paese. ¶ Ma poi la
402
1950
fuori con la lampada in mano, senza vetro. Era
403
1950
lui, con una corda in mano. Cinto, sempre stringendo
404
1950
stato, nascosto, e vedeva in alto contro le foglie
405
1950
pareva di essersi svegliato in quel momento, non si
406
1950
Era aperto e acceso in cucina, le donne ci
407
1950
brutto sangue. Sentii dire in paese che la madama
408
1950
il Valino era morto in peccato mortale, non volle
409
1950
volle saperne di benedirlo in chiesa. Lasciarono la sua
410
1950
nere delle donne, chiuse in un sacco. Tutto si
411
1950
del Morone, col velo in testa, andarono coi morti
412
1950
la Rosina era vissuta in peccato mortale. Ma questo
413
1950
fin che Irene fu in pericolo, io cercavo di
414
1950
a benedirla. Perché, quando in gennaio finalmente uscí e
415
1950
la portarono magra magra in biroccio a sentir messa
416
1950
non era tornata subito in gennaio da Alba, e
417
1950
che andavano al mercato in Alba dicevano che Matteo
418
1950
Crevalcuore passava certi giorni in piazza sulla moto come
419
1950
treno, e si fermarono in giardino a toccare le
420
1950
madre e figlia, rosse in faccia dalla camminata. ¶ Chi
421
1950
che cosa avevano fatto in Alba, che cosa aveva
422
1950
voglia rispondeva che stavano in una bella casa coi
423
1950
dicesse bastardo. Ero conosciuto in molte cascine là intorno
424
1950
ragioniere veniva alla Mora in bicicletta, era un biondino
425
1950
s’incontrava con lui in una villa di conoscenti
426
1950
alla Croce Bianca, era in buona col podestà e
427
1950
per i castelli, fino in Acqui. Credo che Lugli
428
1950
sarto, portava una pipetta in bocca, aveva i denti
429
1950
sentí – ch’era stato in Inghilterra e doveva tornarci
430
1950
uscissero dai piedi, tornassero in Alba. Pover uomo, era
431
1950
era incinta davvero. ¶ XXIX. ¶ In quei giorni venne un
432
1950
si capí ch’era in calore, le tornò il
433
1950
lui solo, ch’erano in molti, che la vecchia
434
1950
Nuto, che venne allora in licenza per il grano
435
1950
Cesarino non tornò. ¶ Io in quei giorni ero sempre
436
1950
messa col velo nero in testa – la matrigna, Silvia
437
1950
che le tenevano chiuse in belle ville con un
438
1950
si svegliava l’indomani in una cascina di boscaioli
439
1950
veniva accusato e messo in prigione, ma poi un
440
1950
pezzo, le aveva raccontate in Gaminella la Virgilia a
441
1950
quando diceva che vivere in un buco o in
442
1950
in un buco o in un palazzo è lo
443
1950
non aveva ancora detto in che stato era tornata
444
1950
stata perché le rimase in tasca il biglietto del
445
1950
meglio se restava zitella in casa a far la
446
1950
si ficcava il cucchiaio in bocca. I conti col
447
1950
dappertutto. ¶ Ma Arturo fu in gamba e s’impose
448
1950
cavallo, e alla domenica in chiesa dava l’acqua
449
1950
di sposarsi stava già in casa dal mattino alla
450
1950
far scene. Lo sposò in novembre, l’anno dopo
451
1950
di andare a vivere in una casa nuova, si
452
1950
unica volta che venni in licenza da Genova, la
453
1950
Irene viveva a Nizza in una stanza dove Arturo
454
1950
boccone e poi saltare in bicicletta. Nuto era già
455
1950
voler chiacchierare. Di tanto in tanto lei mi parlava
456
1950
da bella ragazza, e in quei momenti mi pareva
457
1950
si sentivano di tanto in tanto gli schianti delle
458
1950
vedeva tutta la collina in faccia e le vigne
459
1950
mai nessuno. Erano venuti in festa sui carri, sulle
460
1950
sui carri, sulle vetture, in bicicletta e a piedi
461
1950
donne vecchie che entravano in chiesa, di uomini che
462
1950
di uomini che guardavano in su. I signori, le
463
1950
le vedemmo che ridevano in mezzo ai loro amici
464
1950
vino, che friggeva ancora, in una scodella e lo
465
1950
la bandiera è nostra. ¶ In quel momento, sull’uscio
466
1950
della madonna. Si misero in fila davanti alla chiesa
467
1950
piaceva su quello spiazzo, in mezzo ai platani, sentire
468
1950
sul biroccio, di essere in festa con loro. ¶ Andai
469
1950
corsa passò due volte, in discesa e in salita
470
1950
volte, in discesa e in salita, sotto i platani
471
1950
grosso com’era, picchiò in terra la testa; tutti
472
1950
ragazze non ne venivano in quel cortile, sicuro. ¶ A
473
1950
e contavo le stelle in mezzo ai platani. Vidi
474
1950
nel buio della strada in discesa andai adagio, ascoltando
475
1950
s’era fatta su in una sciarpa, Silvia parlava
476
1950
Cinto se lo prese in casa Nuto, per fargli
477
1950
cosa da decidere: portarlo in Alessandria all’ospedale, che
478
1950
protestò ch’erano già in troppi nella casa del
479
1950
la giacca e guardò in su. – Andiamo attraverso, – borbottò
480
1950
sulla strada di Gaminella in mezzo alle gaggíe. ¶ – Non
481
1950
stagione. ¶ Se sono cresciuto in questo paese, devo dir
482
1950
cresciuto speravano di aggiustarsi in una grossa cascina e
483
1950
andava lei a ritirare in municipio il mio scudo
484
1950
dire non essere nato in Gaminella, non essere sbucato
485
1950
tornai la prima volta in paese, venni quasi di
486
1950
vede la cima – e in cima, chi sa dove
487
1950
baccano e qualcuno svolava in libertà sulle viti. – Un
488
1950
Passi Silvia, è morta in casa. Ma Irene con
489
1950
delle pietruzze e guardò in su. – Non vuoi che
490
1950
che andiamo a Gaminella in alto? Andiamoci, è presto
491
1950
il sole. C’erano in cielo delle lunghe strisce
492
1950
che domani sarei stato in viale Corsica e mi
493
1950
Corsica e mi accorgevo in quel momento che anche
494
1950
Mi fermai a guardare in giú nella valle. Fin
495
1950
s’è fatta accompagnare in festa a Bubbio. C
496
1950
quei pianori. Di tanto in tanto si guardava intorno
497
1950
dietro il cinema, guardava in su se le tendine
498
1950
il suo posto salire in automobile e girare la
499
1950
che fossi anche tu in Germania… Dev’essere brutto
500
1950
Santa non avrebbe parlato in strada con un Nuto