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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Magalotti, Lettere su le terre odorose a monsignor Leone Strozzi, 1705

concordanze di «in»

nautoretestoannoconcordanza
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1705
Francia, l’Inghilterra, e in oggi infin l’Alemagna
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un Cavaliere così grande in se stesso e nella
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facesse concepir l’impegno in termini troppo significanti. Intanto
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fare un piccolo tentativo in Amburgo, per vedere se
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sovviene d’aver veduto in certe sue scatole) mi
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mi dicono, a pigliar in cambio di quello della
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asserito che si cavi in Sassonia vicino a Leipsich
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vicino a Leipsich, e in tanta abbondanza che se
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facciata d’un palazzo in campagna, e che, quando
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se ne faccia sentire in distanza considerabile, e così
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mia semplicità, che consiste in mostrare d’aver per
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luogo la state, formati in vasi grandi, e ripieni
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sarebbe facile il vedere in alcuni, de’ quali mi
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inaudita, e poco credibile in sì fatti generi, trattandosi
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residenza, che credo sarà in Galleria nella Stanza delle
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Illustriss. esserne state fatte in Firenze, non so se
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E che siano fatte in Firenze lo convince il
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che questo ha eccitato in me di poter contribuire
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me di poter contribuire, in quel modo che io
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così desiderabile al mondo in un Signore, che avrà
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signori cognata e cognato, in materia di sentir lodi
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un povero caporale riformato, in oggi non buono ad
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Io non farò poco in questa guerra a fare
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notizie, e altre sono in impegno di mandare a
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poterle scrivere di mano in mano quello che mi
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de i Buccheri, datami in Vienna dalla Contessa di
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notato di mio pugno, in un mio antico scartafaccio
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naturale della sua grandezza in due tele distinte, in
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in due tele distinte, in una da dritto e
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una da dritto e in un’altra da rovescio
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naturale, è il tenerli in cassette di cipresso. Del
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bambagia tenuta a profumare in uno scatolone per più
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balsamo bianco, avvertendo, tanto in questa che nella prima
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per forza; e poi in ogni vaso ho tenuto
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cipresso, adattata a incastrare in una piccola intaccatura fatta
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una piccola intaccatura fatta in giro alle sponde della
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trasmutare; perché col tempo, in quella clausura, la fragranza
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capelli, bastando il mettere in uno di essi un
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d’ora, poi versarla in un altro, e così
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e così ex hoc in hoc profumarli tutti con
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faccia questo giuoco, consumerà in tutto una mezza libbra
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vista i miei debiti. In tanto soddisfò a quello
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d’avere un genio in tutto uguale all’obbligo
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o più tosto svogliati. In somma io mi sento
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morbidezze del secolo, e in conseguenza a perpetuarne la
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S. Illustriss. di vedere in uno, disposto sopra una
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di sorbire quella bevanda. In un altro tutto l
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l’arredo del the, in un altro tutti i
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i profumi da inverno, in un altro tutti quelli
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e così di mano in mano. Tutto il male
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potesse trasformare i quadri in bassi rilievi, o almeno
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rilievi, o almeno almeno in medaglioni, con far servire
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delle Dame più insigni in questa voluttuosa liturgia. ¶ Credo
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d’averli a passare in città, dove, né pur
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sa molto bene che in queste materie, benché si
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assunto primario, il quale in simili casi ha a
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il pretesto, quando compariscono in tavola, non son guardate
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tavola, non son guardate in viso. Per esempio: o
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Porcellane, ci vuol pure in su la credenza qualche
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tant’altri chiàiti suscitati in questo proposito. Ma lasciando
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uno particolarmente che stia in Italia, dove, quando averà
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nostro primo pensiero: parlo in noi, perché l’affetto
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ho praticato questa ragionevolezza in nicchi, in disegni, in
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questa ragionevolezza in nicchi, in disegni, in medaglie, e
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in nicchi, in disegni, in medaglie, e talora in
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in medaglie, e talora in qualche piccolo cammeo, quanto
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quanto più doverò largheggiare in fogli di carta, e
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di carta, e forse in sogni doppiamente mattutini? Il
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Illustriss. potesse far vedere in anima e in corpo
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vedere in anima e in corpo il pezzo da
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mio equivoco. Io avevo in capo ch’ei parlasse
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del bolo, che poi in sustanza è la medesima
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che parte questa notte, in un involto diretto a
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ritratto delle Porcellane, che in oggi diventa una freddura
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a vederlo iermattina qui in camera, e inteso a
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Genova ho fatto consegnare in una cassettina diretta a
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Illustriss. alcune poesie, che in lode de’ Buccheri neri
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Regnier des Marais, sono in obbligo di far pervenire
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ambra per assegnargli poi in quartiere perpetuo il più
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Se le pare temerario in se stesso, la supplico
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questa sorta vi metteva in un posto dove non
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dal Cramoisy, e legato in marrocchino color di fuoco
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quello d’essere accolto in porpora solamente a i
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recondito necessario, che abbiate in casa, passerà quel famoso
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che io non sono in grado di potere sperare
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Una cassetta di Buccheri in mano a Giannettone cocchiere
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vi risolviate a mandarmela in occasione del passaggio di
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passo di tanti fiumi in tempi così rotti, e
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quelli che le leggono, in virtù del quale vengano
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onnipotenza del vostro spirito in aver saputo ricavare tante
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fo giustizia, mi sento in obbligo d’accomunarvi per
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abbiate difesa, voglio mettervene in considerazione una, che quando
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dell’obietto. Sapete voi in che confusione m’avete
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per un ricordo trovato in una cartuccia, che serviva
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passando d’una cosa in un’altra, non arrivai
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arrivai a quell’epifonema. «In somma, avverate in voi
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epifonema. «In somma, avverate in voi il detto di
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è poi grandissima, mentre in sustanza io mi accomodavo
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buona fede, e che in vendetta della cilecca, che
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genio della sig. Marchesa in fare scrivere in una
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Marchesa in fare scrivere in una causa di tanto
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paese ridotte a bicchieri, in uno de’ quali, in
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in uno de’ quali, in specie, veramente enorme, mi
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son trovato a bere in Oxford, nel Collegio, se
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averebbono potuto farmi giuoco in un modo o in
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in un modo o in un altro a i
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col motivo di avere in quella vestito la giornea
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Lettera mostro di maravigliarmi, in aver potuto raccogliere dalla
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leggerle tutte. Anzi, vedete in fin dove è arrivata
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citato da Elio Lampridio in Eliogabalo, che mi par
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di cui racconta che in myrrhinis et onychinis minxit
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myrrhinis et onychinis minxit. In Plinio ancora mi hanno
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alla dignità di dama, in non potere stravolgere un
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ritenerli tutto il giorno in corpo. Vedete se il
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At Hercule iam etiam in potu addunt, tantique amaritudo
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importa. Io sono contentissimo in veder contento voi, che
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la cosa andasse troppo in lungo (soggiugne il Priore
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paia fatica l’aggiugnere in margine di questo indice
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quella tavola sinottica posta in fine dell’ultima lettera
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ultima lettera, dove ridico in dieci righe tutto quello
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che ho detto, riducendolo in spuma, in un grosso
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detto, riducendolo in spuma, in un grosso tomo. Vi
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e come pochissimo opportuna in giorno di Martedì Santo
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Falconieri, che mi parla in queste lettere della venuta
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mia disgrazia, questi attributi in me non vanno del
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alla vostra de’ 12 scrittami in giustificazione del ritardo della
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irregolarità de’ vostri arbitrii in consegnargli cosa della quale
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della vostra avarizia, intimandomi in forma assai intelligibile che
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ne aspettate la decima in tante pastiglie. Quietatevi, che
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averete, e le averete in una forma così nuova
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almeno fingere un deliquio in sentirla. Questo è tutto
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inaudito, che avete avuto in sorte, di vedervi Accademico
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istorie dall’altra mattina in qua, che il gran
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trovo altro esempio che in Urbano VIII che, con
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dire. Il fatto sta in vedere, se non averà
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e servitori va tanto in là, che vogliano scartabellare
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questa infilzata di spropositi in camera vostra, una volta
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camera vostra, una volta in cento, che ci si
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meno a lasciarli sodisfare in tutti quei modi che
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più minchionato, suo danno. ¶ In una selvaccia, che avevo
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Buccheri, non ci avevo in fe’ buona questi due
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Plinio, che ne ha in corpo un altro di
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Teognide, e poco altro, in pura qualità d’erudizione
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quell’erudizione, che io in verità non ho in
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in verità non ho in capitale, almeno a quel
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quel segno che bisognerebbe in oggi per fare spicco
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Ciampoli: ¶ D’industre calamaro in seno oscuro ¶ Noi pescherem
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quando io mi trovassi in capitale la ventesima parte
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che n’abbia vedute in casa, e che abbia
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se ne trova scritto in tanti luoghi, o bene
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sapete che la Critica in oggi è così raffinata
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che ne sono uscite in un semplice foglio volante
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resto, si fa scopare in ogni modo...