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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paola Capriolo, Mi ricordo, 2015

concordanze di «in»

nautoretestoannoconcordanza
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2015
tenda nel deserto, come in una fortezza assediata. ¶ L
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professore, separandomi da voi in un momento simile. Ma
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timidezza di un allievo in visita o la gaffe
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nome.» ¶ «Io non commercio in preziosi, per mia disgrazia
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sono passati da tempo in altre mani, un ricordo
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Non resta che sperare in bene…» ¶ «Sì, non resta
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questo. E noi speriamo in bene per lei, mio
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due mani e salì in soffitta. Non che temesse
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bambina le rare volte in cui aveva dovuto avventurarsi
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cui aveva dovuto avventurarsi in quell’inospitale stanza dalle
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travi le pendevano incontro, in un minaccioso scintillio, le
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ripescarlo tra le cianfrusaglie in vista di un nuovo
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di cose, quello stanzone in penombra dove i sedimenti
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del lutto. ¶ La porta in cima alla scala non
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e che raccontava sempre, in tono di mesta fierezza
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freddo e quasi risentito in cui la mamma l
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Sonja lo ricordava appeso in salotto, sopra il camino
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come i naufraghi sperduti in mezzo all’oceano affidano
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nella soffitta, nella cantina, in questi dimessi, appartati sacrari
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fatto, o forse perché, in cuor nostro, lo sappiamo
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si parla di emigrare in America o in Palestina
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emigrare in America o in Palestina, come se ancora
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i libri che ho in casa: altri non posso
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scarnificate dal tempo, era in realtà un ragazzino di
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di aver mai visto in casa durante la sua
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figurare; e bisognava vivere in un mondo diverso, un
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di sua madre, o in casa, qualche volta, se
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cuore mi è balzato in gola per la gioia
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copertina color avorio risaltavano in nero il titolo e
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ardore aprii il volume in cerca del frontespizio, sicura
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dedicato il libro ufficialmente, in caratteri di stampa, come
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un incontro col pubblico in libreria. Lei, invece, non
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a caratteri di stampa: «In ricordo di A.». Come
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di A.». Come sarebbe, «in ricordo?». Io, Maestro, sono
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il libro, sia pure in questa forma quasi clandestina
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la mancanza) e sostituirla in cuor suo con il
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stato tentato di infilare in una poesia, tanto meno
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patrocinio statale per pagarsi in tempo di guerra il
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però, nei rari momenti in cui ancora posso concedermi
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pene del suo popolo in esilio. Uno specchio impuro
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a me. Una volta, in un’epoca più felice
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sabbia, e accampati lì in mezzo come vascelli nell
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immaginazione, da questa cittadella in cui mi trovo rinchiusa
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un giorno all’altro in attesa del peggio; e
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ho dubbi. Ormai viviamo in un tale isolamento, in
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in un tale isolamento, in una tale condizione di
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mio dottorino, che tornato in città per una licenza
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appena sceso dal treno, in divisa, con il volto
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a quell’età. ¶ Salì in camera e frugò nel
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e frugò nel cassetto in cerca dell’album che
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un fragile altare domestico, in ciascuna delle sue dimore
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tutte le caratteristiche individuali in un uniforme stile dell
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a questo, mentre guardava in macchina sforzandosi con aggraziata
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di questa città, riconoscesse in lui una chiara impronta
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della compassione. Di Tristan, in effetti, non hanno avuto
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non hanno avuto pietà. In quelle stesse ore in
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In quelle stesse ore in cui le vetrine crollavano
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cui le vetrine crollavano in frantumi, i libri bruciavano
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ricorderà, era uscita ringhiando in giardino e lì era
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eravamo scesi di nuovo in salotto per attendere insieme
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la veglia. Papà uscì in giardino per ringraziare di
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non si reggeva più in piedi dalla stanchezza, finì
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noi ci reggevamo più in piedi dopo quella notte
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e così ci ritirammo in silenzio ciascuno nella propria
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la mattina, lo trovassimo in attesa sui gradini e
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ancora mite, benché fossimo in novembre, le gelate notturne
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la stanza al momento in cui lo vedemmo ricomparire
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che succede?» ¶ «Tristan… Restate in casa.» ¶ Non aveva bisogno
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che così. Come quando, in collegio, il professore di
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cani morti? Mi venne in mente il sindaco, che
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controllare il diabete e in occasione delle feste non
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ansiosa trama di compromessi in cui da tempo mi
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passeggero sino alla villa in riva al fiume. Sonja
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gli stringeva il braccio in una presa salda e
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come tutto appariva sereno, in quella luce… Forse per
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distaccato di un forestiero in visita turistica. ¶ «Ora siamo
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visita turistica. ¶ «Ora siamo in centro, signore, nella zona
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cullante abisso del passato in cui la malattia l
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tutto sembrava diverso, riconciliato. In quella luce, persino gli
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installata, come ultimo ritrovato in fatto di modernità, una
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più vasta è entrata in guerra, noi siamo entrati
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guerra, noi siamo entrati in guerra… contro chi? Mi
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contro chi? Mi vengono in mente alcuni nomi, Baudelaire
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lettere che mi scrive in fondo non esprime altro
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che amo, prediligo, rileggo in continuazione. Un poeta i
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sopra questo abisso. Sì, in fondo sarebbe pura ingratitudine
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una stranamente docile, immersa in un suo quieto mondo
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però i suoi ordini in quel linguaggio bizzarro cui
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l’ammalata…» ¶ «Ammalata… È in casa mia sorella? Domandi
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mai visti.» ¶ «Potrebbero essere in cantina.» ¶ «Non c’è
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Non c’è cantina, in questa casa.» ¶ «Sì che
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Sì, signore: qui fuori, in fondo al corridoio, c
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IV ¶ Mi ha presa in parola, a quanto vedo
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piacere; ma quante persone, in realtà, avevo intorno, una
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essere nuda, esposta, vulnerabile in una misura di cui
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nella nostra casa come in una tenda nel deserto
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bastone. Poi cadde dritto in avanti, come un soldatino
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istinto: come accade sempre in questi casi. Un tale
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rifornito le famiglie più in vista della città di
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povera ninfa, unica rimasta in quell’improvviso cerchio di
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E se ne andò in tutta fretta appoggiandosi al
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così privo di rapporti, in fondo, con ciò di
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avessi il minimo dubbio in proposito, perché continuerei a
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nella sua anima. Così, in un estremo lampo di
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e di flanella, portava, in quell’avventuroso avamposto, ciò
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infine il vecchio ritornò in sé. Appena appena: quanto
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no, come le viene in mente? No che non
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lontana somiglianza con quelle in uso nel mondo dei
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la luce si trasfigura in rimpianto… gli dèi che
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si attardano sulla soglia in un lento gesto di
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non riesco a ritrovare in me quasi nulla. Percepisco
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la paura ci risospingano in casa. ¶ Sì, perché dall
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ninfa ha dovuto trasformarsi in formica, in ape laboriosa
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dovuto trasformarsi in formica, in ape laboriosa. Questa metamorfosi
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ebbe inizio il giorno in cui papà, raggiungendoci in
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in cui papà, raggiungendoci in salotto prima di pranzo
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pausa prima di continuare. «In realtà,» disse infine «l
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bisogno di nuovi vestiti. ¶ «In che cosa spenderei troppo
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un nuovo impiego. Ma in tempi come questi non
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che non osava guardarla in faccia. Così mia madre
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è vero, il tempo in cui la mia vita
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Però che vertigine, trovarsi in casa da sola… Trovarsi
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il vecchio era ancora in pericolo di vita, le
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una frettolosa cena consumata in cucina si infilava diritta
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cucina si infilava diritta in camera sua per dormire
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pensando alla prossima visita in ospedale. Ma poi, nei
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reparto gliel’aveva annunciato in modo sbrigativo e formale
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non è parente», ma in tono di assoluta certezza
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sembrava che si avvolgesse in un cerchio di intangibile
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degenza del vecchio, entrò in salotto e con mano
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e sorridendo si increspavano in una piega malinconica. ¶ «Sei
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Eppure c’era sempre, in ognuna delle combinazioni di
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Mai così limpidamente come in queste lunghe serate. Ricordo
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prima di farsi suono, in un iridescente ventaglio di
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ma sta accadendo davvero? In questa notte che non
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sentito emettere dai tempi in cui era cucciolo. Aprii
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Quando fui da basso, in anticamera, scoprii di non
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Loro, per favore, rientrino in casa. È tardi, quasi
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torreggianti colonne che illuminano in modo tanto sinistro il
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perché non lasciarlo dormire in pace? E perché turbare
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solito, oggi, la visita in ospedale; più difficile «stimolare
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non sarebbero state più in grado di articolare. ¶ Quando
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distrarsi andò nello studio in cerca di un libro
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nello stato d’animo in cui si trovava, con
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è che nessuno sia in grado di prevederle tutte
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si è così fortunati, in quella che lei chiama
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frattempo lei è stato in viaggio, così mi scrive
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all’estero, o meglio, in quella che ormai, per
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la voce che eravamo in cerca di una nuova
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propagandistiche» destinate a esaurirsi in breve tempo; intanto però
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scopo del suo viaggio in Germania? ¶ VI ¶ Quel pomeriggio
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soffriva a stare chiuso in casa. Perciò, appena il
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a Sonja di portarlo in giardino, sperando che dal
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che si dimostrò ancora in grado di reggere senza
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da quando si trovavano in giardino, faticava non poco
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cani impazienti che tirano in continuazione il guinzaglio, correva
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ancora stata rimossa, ma in quella luce sembrava davvero
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vecchio era caduto frantumandosi in mille pezzi. ¶ Per un
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istante lui la guardò in silenzio con aria confusa
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Che sbadato,» disse poi in un tono strano, quasi
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prendere la scopa: farò in un attimo, non mi
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non mi piace vedere in giro tutti quei vetri
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che non mi venga in mente la mossa giusta
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ricambiò il suo saluto. In compenso le sembrò che
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gli tendeva le labbra in un ghigno grottescamente esagerato
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si precipitò di nuovo in casa, verso il telefono
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stia restringendosi di giorno in giorno. Proprio ora che
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basso il cielo. E in quest’angustia, ho raggiunto
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ho raggiunto l’età in cui si comincia a
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comunitaria, una fiducia… ma in che cosa, Maestro, in
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in che cosa, Maestro, in chi? In questi paonazzi
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cosa, Maestro, in chi? In questi paonazzi Gauleiter, atavicamente
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istinto? Proprio lei, che in Cantami, o Nulla aveva
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2015
stazione ferroviaria; niente viaggi in Germania, nessuna possibilità di
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lei deve aver fatto in questi mesi, e di
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ruolo di professore associato in precedenza ricoperto da un
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Quando gli ho manifestato, in proposito, la mia ammirazione
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2015
Ogni mattina, deve guardarsi in faccia, e io spero
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2015
ciò non è niente; in questo niente, però, mi
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2015
lì, dopo tanti anni: in quella bianca, linda sala
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2015
sole immergendo la stanza in una verde, ovattata penombra
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tanto, perché sto così in pena? diceva a se
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simpatico. A odiarlo, però, in quel momento non riusciva
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vecchio prostrato sulla carrozzina in quella posa contorta, non
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di qualsiasi abitudine e in grado di scalfire anche
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perché non lo accompagna in reparto e non dà
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di legno, gli puntava in faccia uno sguardo atterrito
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dottorino era di turno in ospedale. Lei sa com
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Lei sa com’è, in certe ore del pomeriggio
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della chiusura. Camminavo appunto in una simile calca, quando
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2015
paurosamente. Doveva aver inciampato in un tombino o in
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in un tombino o in qualche altro ostacolo, e
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po’ se ne tornasse in casa tutta frastornata.» ¶ «No
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quando le scrivevo che in questa città le cose
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prima all’ultima, avvolte in un nastro di raso
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saranno tigli tedeschi, ciliegi in fiore della Grande Germania
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Proprio niente, devo supporre. In compenso sembra che importi
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di cui le scrivevo in quella lettera. Ora aspirano
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povero Tristan è caduto in disgrazia (il macellaio non
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potrò mettermi il cuore in pace e ricominciare a
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Ieri pomeriggio eravamo tutti in casa, a rimuginare ciascuno
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2015
notte insonne, e io in salotto, seduta sulla dormeuse
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2015
il cuore mi balzò in gola. Raccolsi il libro
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sfuggito di mano cadendo in malo modo sul parquet
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rivolgeva uno sguardo fermo, in cui non scorgevo traccia
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facciamo due passi qui in giardino?» ¶ Non ne avevo
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2015
gesto coraggioso. ¶ Uscimmo dunque in giardino, tra i roseti
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tu volessi, saresti ancora in tempo a sposarti… a
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ho proposto l’avevo in mente già da prima
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sempre su di me, in modo assoluto: sai che
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un po’ freddo. Rientriamo in casa, per favore, andrò
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legato a sua madre. In tali occasioni (che si
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non la menzionava mai in modo esplicito, non diceva
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quasi che di donne, in quei momenti, ai suoi
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ciò. Solo una volta, in un accesso particolarmente maligno
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2015
non trovarvela: tanto grande, in fondo, non doveva essere
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ragazza) si era imbattuta in poche righe dedicate a
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riconobbe subito: solo lei, in casa, aveva l’abitudine
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n’era nemmeno uno; in compenso si sprecavano gli
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2015
strofe. ¶ Ma cosa scriveva, in fin dei conti, questo
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equilibrio. Eccomi dunque ritornata in me, o quasi, e
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a consultarlo di nascosto, in barba a tutte queste
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famosa operetta viene messa in cartellone tutti gli anni
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di esasperarmi ha suscitato in me una rassicurante sensazione
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grande scena del ballo in maschera nella villa del
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promettendo di restare tali in eterno, se domani se
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Quanta malinconica ironia, Maestro, in questo «se», quale struggimento
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questo «se», quale struggimento in questa nostalgia d’amore
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ma lo lasciai fare: in quel momento mi sarebbe
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2015
tutti si fossero sbracciati in quel ridicolo saluto a
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2015
dottore si è imbattuto in alcuni ex compagni di
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2015
mostrarmi forte e serena in modo che lei, scrivendomi
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2015
non si sentisse troppo in imbarazzo, e invece l
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2015
problemi. Che m’importa, in realtà, di quei goffi
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2015
sentivo parlare soltanto quando, in occasione della Pasqua o
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figure familiarmente esotiche, antiche in ogni gesto, abbigliate secondo
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2015
chissà come avevamo ancora in casa, o quando il
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2015
ne tenesse sempre uno in grembo, il collo piegato
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cronaca dell’ultima guerra in Medio Oriente e l
240
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nero, la mamma è in difficoltà, e la mano
241
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sopracciglia che si univano in modo bizzarro sopra la
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la fronte, mentre reggeva in precario equilibrio la tazza
243
2015
lo dice nel senso in cui l’intendono qui
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2015
del dottore» o alludono in mia presenza, con goffa
245
2015
gelosia (forse per questo, in un patetico tentativo di
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2015
scaffali della biblioteca cittadina, in cerca, non c’è
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2015
possederli, non semplicemente averli in prestito per qualche fuggevole
248
2015
casa: o dovremmo accontentarci in eterno del vecchio Schiller
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2015
e commentava per noi in tono particolarmente sconsolato. A
250
2015
Norimberga? Qui non siamo in Germania, grazie a Dio
251
2015
l’estate si congeda in grande stile esibendo una
252
2015
affabile e vagamente letargica, in cui respiro giorno dopo
253
2015
quanto è strana.» ¶ Erano in camera, nella camera dove
254
2015
E gliel’ha lasciato in eredità?» ¶ «Non so. Almeno
255
2015
letto e la sedia… In realtà non mi importa
256
2015
che fossi? A scuola, in un’ottima scuola religiosa
257
2015
quella sera, alle sei in punto (la lettura era
258
2015
un notturno di Chopin: in omaggio alla luna che
259
2015
specchiarsi nel fiume e in omaggio, soprattutto, alla mia
260
2015
inviò alla sorella rimasta in Polonia questo notturno che
261
2015
come una lunga lettera in musica, dove in fondo
262
2015
lettera in musica, dove in fondo le dice e
263
2015
quando si trovava ancora in patria, e in particolare
264
2015
ancora in patria, e in particolare la breve reminiscenza
265
2015
desiderio si trasforma appunto in nostalgia, il motivo originario
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2015
e si poteva sperare in otto ore filate di
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2015
chiamato, benché quella precauzione in realtà non servisse a
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2015
i numeri romani impressi in caratteri d’oro sulle
269
2015
perfettamente conto che pazienti, in quello studio, non ne
270
2015
rasserenò soltanto quando, allineate in un angolo, trovò in
271
2015
in un angolo, trovò in modo del tutto inatteso
272
2015
somigliavano, quei due… soprattutto in certi aspetti sgradevoli. Suo
273
2015
stato un errore ritornare in quella casa. ¶ XIV ¶ Ecco
274
2015
sentiamo sospinti senza sforzo in un mondo di trasognati
275
2015
innamorato di una sposa in lutto. A volte, Maestro
276
2015
a te vorrei librarmi in eterno; se come un
277
2015
vorrei ricondurle qui, fissarle in un’infinita ripetizione; ma
278
2015
e dolcissimo, la sposa in lutto si cala sul
279
2015
o meglio, credo che in un certo senso l
280
2015
il giardino sia ridotto in quello stato.» ¶ «Quale stato
281
2015
anche se fosse più in ordine, non credo che
282
2015
chi, allora?» ¶ Sonja tacque. In realtà, non avrebbe saputo
283
2015
vista di quel luogo in abbandono si stava facendo
284
2015
e darebbe anche frutti, in estate: certe prugne un
285
2015
evitare le buche.» ¶ Sonja, in effetti, aveva spinto avanti
286
2015
agosto inoltrato, quando giocava in giardino placava spesso la
287
2015
rinfrescanti come il tuffo in un torrente di montagna
288
2015
di assumere un giardiniere. In realtà questo giardino non
289
2015
poter guardarsi troppo intorno in quella che aveva immediatamente
290
2015
scapolo, o se solo in tempi più recenti malattia
291
2015
nel tentativo di mantenerne in vita il ricordo scarno
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aveva osservato così spesso in fotografia cercando di imprimersene
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capelli castani erano pettinati in una di quelle alte
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quelle alte, gonfie acconciature in voga negli anni cinquanta
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anni era rimasta appesa in bagno senza che nessuno
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dono me ne vado in giro fiera e raggiante
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raggiante come una regina in incognito. E dire che
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portata, proverò a chiedere in biblioteca, però, in tutta
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chiedere in biblioteca, però, in tutta onestà, dubito di
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e contraendo le labbra in una piega strana. Quando
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pagina per correre subito in cerca dei suoi elzeviri
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ciascuno di noi porta in sé, e con cui
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per questa povera anima in esilio. ¶ A proposito di
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esattamente quando partono quelli, in tutto quattro al giorno
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soprattutto, Maestro, non stia in pensiero: le prometto che
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poteva proporsi come autorità in materia di colori uno
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così dolorosamente perspicace. ¶ Ora, in quella casa affollata di
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terrore. Era come entrare in un recinto sacro: specie
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figura, appoggiata allo schienale in quella posa di estenuato
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quante? Forse una sola: in quei ricordi era così
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carezza che aveva assaporato in sogno, per quanto frugasse
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vi fosse più nessuno in grado di confermarle o
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china che porta irresistibilmente in giù, come questo verde
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no, per esempio; e in caso affermativo, se preferisce
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lei volge di tanto in tanto lo sguardo mentre
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giardino una brusca discesa, in fondo alla quale scorre
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ad affacciarmi alla finestra; in compenso non posso fare
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crea, è come trasportato in un inaccessibile altrove dove
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scipiti motivi floreali, e in me tutto diventa quieto
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principe Myškin. L’epilessia in tutte le sue forme
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che mi sentirei soffocare in questo buco di città
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un giorno, mentre era in cucina ad affettare le
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era svolta proprio lì, in quella stessa stanza, e
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ora si trovava lei, in piedi davanti al lungo
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preparando l’arrosto; entrando in cucina, la figlia l
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vista di spalle, avvolta in un morbido vestito da
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del collo, leggermente chino in avanti. Sì: ora Sonja
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di ripulsa, era scoppiata in un pianto dirotto ed
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calmarsi, riseppellire il più in fretta possibile quella scena
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ora» disse il vecchio in tono risentito quando la
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andassero blanditi e vezzeggiati, in circostanze del genere, quei
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e purtroppo non sono in grado di prepararmela da
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solo. Del resto,» aggiunse in un nuovo soprassalto di
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Sonja riprese a spolverare in silenzio, ma dopo qualche
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aver lasciato la casa in tutta fretta, perché hanno
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stesso autore, alcuni addirittura in diverse edizioni. Lo ricordava
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seria e referenziata» che in cambio di vitto, alloggio
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di sigarette. ¶ Ma ancora, in un angolo della sua
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voce, potevano essere viste in modo esattamente opposto. Non
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poi ancora a dodici, in una misura che normalmente
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era entrata da tempo in quella lunga, grigiorosea stagione
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per il momento restava in grado di guardarsi allo
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quelle felici. Le tornò in mente la leggenda della
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voltandosi indietro, fu tramutata in una statua di sale
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una diciottenne di cercare in questo titolo, se non
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egregio» che mi venivano in mente a precedere uno
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stata; e se qualcuno in passato, tra gli insegnanti
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spesso dai nove anni in poi), spero che lei
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affascinata da una poltroncina in terza fila. ¶ Quella ragazza
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sempre, di averli covati in me, da quando esisto
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punto, che la ragazza in terza fila si alzava
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contrario. Mai stata meglio in vita mia». «Allora vuoi
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mia». «Allora vuoi rientrare in sala?» «Più tardi, forse
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studente al fianco; ma in realtà, Maestro, ero sola
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che continuavano a martellarmi in testa, imprecisi, pieni di
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pieni di lacune, ma in modo assolutamente perentorio, addirittura
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pensavo che d’ora in avanti, per me, il
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che viene a lei in punta di piedi e
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avanzata. Eppure ci arrivarono, in salotto: la grande, luminosa
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il bovindo si slanciava in avanti con i suoi
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ha lontane origini orientali, in uno di quei paesi
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di offrire di più. In compenso lei avrebbe, per
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star comodo.» ¶ «Sì, naturalmente: in ogni caso non sono
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di parlare? Una principessa in incognito? La figlia zitella
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simile è piuttosto sconcertante, in una trattativa d’affari
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sua stanza. Non è in soffitta, si rassicuri: è
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non voglio metterla ancora in imbarazzo descrivendole le mie
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fin dal primo istante in cui l’ho udita
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tentativi di una dilettante. In realtà, prima di incontrarla
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letteratura che non mancano in nessuna casa borghese e
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passi; ma la bellezza, in cui lei è abituato
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ma anch’io, almeno in sogno, abito lì. ¶ Nel
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intime e cullanti, pronunciate in una lingua che non
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trascorrere la prima notte in una camera estranea. Il
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aver posato la valigia in camera sua; e ogni
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la libreria di ciliegio in quello che era stato
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dove rimase ad aspettare in compagnia di un libro
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il vecchio si alzasse, in modo da poter servirgli
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di fronte a chiunque in quella situazione), ma perché
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mantenerlo il più possibile in buona salute. ¶ Quando la
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il vecchio dallo studio in sala da pranzo e
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cenò con lui, quasi in silenzio, a un angolo
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consumato i suoi pasti in cucina, cuocendoseli da sé
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serale, che ormai suscitavano in lei solo una vaga
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eravamo tutti e quattro in salotto a scambiarci con
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solite frasi di cortesia. In circostanze diverse, non c
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loro non hanno niente in contrario, sarei felice di
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di noi mette piede in un ristorante.» ¶ «Ragion di
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cosa; ma ceneremmo presto, in modo da essere di
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coprifuoco, e porterei Adela in un locale tranquillo e
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cui gestore sono quasi in rapporti di amicizia. Insomma
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infastidirmi.» ¶ «Ma un camerata in licenza potrebbe farle rapporto
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fronte, posso assicurarle che in queste poche ore di
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un’immensa consolazione.» ¶ «Be’, in questo caso… come rifiutare
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cinque del pomeriggio, salire in camera mia a farmi
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assurdamente a confidare come in un’estrema protezione; indosso
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baldanzosa sicurezza. L’idea, in fondo, era stata sua
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al margine della città, in una natura quasi intatta
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lei, che si presentano in simile compagnia, questo locale
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tuo braccio, per me, in un certo senso, è
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Papà ti aveva messo in guardia: ora l’avrai
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casa e poi lasciami in pace.» ¶ «In pace, Adela
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poi lasciami in pace.» ¶ «In pace, Adela?» ¶ «Non puoi
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realtà e immaginazione, sbiadivano in una nebulosità indistinta che
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mescolanze? Anche da sveglio, in effetti non faceva altro
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leggeva anche, di tanto in tanto, le opere del
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avorio, su cui risaltavano in caratteri neri il titolo
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fondo, ma senza commenti: in assoluto silenzio, per così
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profondamente inquietante. Che cosa, in quei versi armoniosi e
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armoniosi e ben levigati, in quelle tornite evocazioni di
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indice, si imbatté finalmente in un segno, una crocetta
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proprio quella poesia scritta in ricordo di una persona
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tenue sospiro d’inchiostro, ¶ in quale gorgo oggi si
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era andato senza suonare, in punta di piedi, e
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giorno ho dovuto recarmi in città per procurare a
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teatro comunale, e trovarvi in grassetto il suo nome
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sarà qui, a leggere in pubblico i suoi versi
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forse che la metterei in imbarazzo presentandomi a teatro
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poco, Maestro, glielo chiedo in ginocchio, come se ne
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vorticose. Ieri sono scesa in giardino, ho percorso il
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su se stesso come in un valzer. ¶ XIII ¶ «Andiamo
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freddo, potrei spingerla fino in giardino.» ¶ «Sì, usciamo,» rispose
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abbiamo viste almeno tre, in punti diversi. Erano alte
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giovane da poter scambiare in piena innocenza quel torvo
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quella che è andata in pezzi. E la gente
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sé quando siamo scesi in soffitta.» ¶ «Vuol dire in
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in soffitta.» ¶ «Vuol dire in cantina, signore?» ¶ «Ma sì
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vecchio; poi, improvvisamente, scoppiò in lacrime. ¶ «Coraggio, signore, bisogna
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scappare, ma quelli sono in troppi, lo circondano da
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di tè.» ¶ Mentre scendeva in cucina Sonja si rese
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racconto confuso e forse in gran parte immaginario. Commuoversi
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perché cos’altro era, in fondo, quella lettera?) e
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giorno della sua venuta in città. Probabilmente lei è
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fin da ieri sera in uno dei nostri alberghi
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le vie del centro in una rassicurante penombra, e
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per le indispensabili spedizioni in cerca di viveri, durante
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Adela» è solito ripetermi in quelle occasioni. «Meno la
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sono chiusa a chiave in camera mia, in questa
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chiave in camera mia, in questa bella camera da
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conservato con cura caparbia, in tutti questi anni, rifiutando
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commettere un reato mostrandomi in pubblico senza quel marchio
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vestita, con la cloche in testa, ombrello e borsetta
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righe, infilerò la lettera in una busta per spedirgliela
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lei. Percorrerò il lungofiume in direzione del centro, a
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Mi siederò buona buona in ultima fila, per non
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E venne il giorno in cui Sonja, rovistando la
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la soffitta, si imbatté in un vecchio scrittoio di
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bambina, le rare volte in cui si era affacciata
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quando voleva essere lasciata in pace. Lo disseppellì dalla
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con la schiena curva, in una posa singolarmente raccolta
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fosse chiuso a chiave. In compenso, erano vuoti: così
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di portare lo scrittoio in soffitta: gli uomini dei
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rovente; poi però scese in cucina a cercare un
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di fogli ripiegati, avvolti in un nastro di raso
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aveva deciso di tornare in quella casa. A quale
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non ritornò, la ragazza in verde; o meglio, ritornò
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che vado scrivendo. Eppure, in qualche maniera, devi ascoltarmi
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posso ancora parlare. Vivo in un silenzio che mi
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silenzio che mi uccide, in una reticenza soffocante alla
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di mio padre, specialista in malattie polmonari, sulle cui
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della biblioteca, al quale in altri tempi usavo rivolgermi
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passeggio con il figlio in carrozzina che per un
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il cuore mi balzava in gola dallo spavento e
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potei giungere senza incidenti in vista del teatro. Tu
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mi separavano dalla sala in cui stavi tenendo la
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mi circondava: la sala in penombra, dove il pubblico
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essere esattamente così, come in quella sera remota eppure
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c’era più orgoglio in me, né senso di
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finalmente al mio posto, in quella penombra protettiva, gli
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subito e così, come in sogno, ti avrei ascoltato
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del teatro. Gli altri, in compenso, dovettero accorgersi di
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del ridotto un uomo in divisa da maschera mi
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andare?» ¶ Glielo dissi, ma in risposta non ottenni altro
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creda di poter prendermi in giro e intrufolarsi dove
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mia: ora dobbiamo andare in fondo a questa faccenda
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E così l’uomo in divisa da maschera mi
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da maschera mi condusse in un ufficio dove mi
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con un altro uomo, in divisa da poliziotto. Tu
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gridato, non saresti accorso in mio aiuto. Nessuno sarebbe
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con quei due uomini in divisa, uno dei quali
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dei quali mi interrogava in modo minuzioso mentre l
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semplicemente assistere alla conferenza in programma; ma non feci
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silenzio. Quando l’uomo in divisa da poliziotto mi
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la mia brevissima permanenza in una cella del carcere
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ovviamente: dopo la briciola. ¶ In quel tempo tenevo ancora
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stata trasferita altrove: lontano, in un campo di lavoro
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un campo di lavoro, in quelle insanguinate terre dell
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anch’io una donna in divisa; ma nessuno rise
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come puoi immaginare, ero in vena di ridere. ¶ Così
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costretta a farlo. Non in seconda classe, come allora
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mi figuravo, e neppure in una più spartana vettura
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E allora sarei stata in salvo per sempre. ¶ Ma
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penetravano fra le sbarre in un fuggevole sfolgorio, per
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mondo si fosse trasformato in una campagna infinita, in
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in una campagna infinita, in un deserto senza oasi
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nessun altro: che cioè, in realtà, io non sono
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Sono ancora laggiù, sperduta in quella piatta campagna che
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aver voglia di addentrarmi in quell’astratto labirinto di
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c’era stata settimana in cui, sulle pagine culturali
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un tuo elzeviro o in cui tu non fossi