Matilde Serao, Addio, amore!, 1890

mezzo adoperare per ricondurlo in casa Acquaviva. Fu ella

risposta che Dias era in Napoli e che stava

di uscire, di andare in qualche posto, dove potesse

di veder gente. Giusto, in un pomeriggio di febbraio

soggiunse, voltando la testa in là, come se volesse

incontrarono di nuovo, ma in carrozza; era salito sopra

chieder troppo alla Provvidenza, in un sol giorno. Anna

per via Caracciolo, giusto in quell'ora che Anna

era così tutto lui in quella condotta, che Anna

quel pomeriggio di febbraio, in cui lo aveva riveduto

colui che si porta in sè una felicità segreta

discendeva, nell'amor suo, in quello stato crescente di

stato crescente di adorazione, in cui basta la sola

anima: stato di adorazione in cui la persona amata

esitazione. ¶ - Egli è buono... in fondo... malgrado quelle cose

piano Luigi Caracciolo rientrò in campo, riprese terreno e

sorriso che aveva ricevuto in via Caracciolo, fantasticando di

sue maniere avevano acquistato, in quel periodo di assenza

dalla tristezza al pianto in un minuto e che

lei, ella si concentrava in un pensiero profondo, tetro

che bisognava prendere Anna in questo momento d'immensa

Anna e glielo diceva in ogni sguardo, in ogni

diceva in ogni sguardo, in ogni parola: Luigi Caracciolo

un altro uomo. ¶ Fu in un giorno di primavera

una sonnambula, vegliando, addormentandosi in brevi sonni agitati, in

in brevi sonni agitati, in cui mormorava le monche

più della sera innanzi, in quella lieta mattinata di

ella avrebbe voluto andare in chiesa, quella mattina, nella

che Cesare Dias aspettava, in silenzio, diventato un po

indietro, mise la mano in tasca e cavò la

fugace espressione di meraviglia in viso: poi le domandò

seduti accanto, senza guardarsi in faccia. Ogni volta che

riprese, volendo andare sino in fondo - sicchè voi non

un momento serio, state in voi; rammentatevi che quanto

onore. ¶ E lo guardò in volto. ¶ - Ma disgraziata, non

tono di minaccia, insolito in lui. Ma era insolita

lui. Ma era insolita in lui anche la collera

circostanze della sua vita, in cui egli era giunto

con le mani prosciolte in grembo e gli occhi

Luigi Caracciolo, dovete avere in cuore un altro uomo

mi calpestate! - gridò lei, in preda a una convulsione

e Anna Acquaviva, restavano in causa, ella pregandolo e

spiegare... ve ne andate in collera con me... o

piano, voltando la testa in là. ¶ - E mi perdonate

vicino, ogni mia fiducia in me stessa, ecco, si

avete forse saputo soffrire in silenzio, superiore alla gioia

bussola, senza stella, ora in cima a un maroso

a un maroso, ora in un abisso profondo. Io

esclamazione, in una frase, in un singhiozzo subito represso

elevare il suo spirito in una regione alta e

novella vita dal giorno in cui era fuggita a

vergogna, di infermità fisica in cui aveva ricominciata l

dalle ragazze. Qualche volta, in teatro: qualche volta, quando

combinazione; insieme qualche volta, in un concerto o in

in un concerto o in qualche rara festa, dove

accostava alle fanciulle Acquaviva, in pubblico, si poteva esser

dirgli la sua opinione in proposito. Ma le conversazioni

così brevi! Al teatro in un intervallo: alla Villa

un intervallo: alla Villa, in una passeggiatina su e

giù, di dieci minuti; in un ballo, la durata

una reciproca inconscia illusione, in buona fede, sul proprio

principio, vale a dire in una forma così mite

ingegnava di entrare più in intimità con Anna: se

donna che amano: e in fondo a tutto, poi

malattia l'aveva messa in pericolo di morte. ¶ E

sua maniera, ma innamorato. In quanto ad Anna, qualunque

passato, massime se fatto in presenza di Cesare Dias

che da lui solo, in qualunque ora della vita

trovavano insieme, sempre, veniva in mente a Luigi di

che Anna avrebbe obbedito in questione di amore, di

le anime che portano in sè una gran parola

la persona che riassumeva in sè questa contraddizione, colui

le spalle a Caracciolo, in un concerto, Cesare Dias

ho niente, niente: dormi in pace. ¶ Quando rivide Caracciolo

con una esagerata dolcezza, in cui quasi quasi si

tre o quattro incontri, in cui ella aveva caricato

crebbe e si sviluppò in poco tempo. A farlo

Voi avete un'opinione, in proposito? - egli riprese, con

dieci giorni senza riapparire in casa Acquaviva. Non aveva

tanti giorni, quando stava in Napoli. Stella Martini, non

che egli stava benissimo in salute, che ringraziava della

che ringraziava della premura. In realtà era furioso che

si asteneva dall'andare in casa Acquaviva, sapendo che

profondi nei primi giorni, in cui egli non si

non venne. E allora in Anna un sordo dolore

che finì per convertirsi in una smania segreta, che

non aveva più requie. In se stessa lo accusava

non aveva un cuore in cui sfogarsi, un petto

piangere: e nel riserbo in cui si manteneva, non

si ripresentava così cruccioso, in certi momenti, che le

Era mai possibile che in quel mondo di belle

passava queste intere giornate, in cui non si lasciava

si lasciava più vedere? In capo ad una settimana

di chi è prima in lotta con se stesso

ma dove si leggeva in qualunque altra parola: ora

tutte queste varie forme, in cui si sfogava la

e non prima, forse, in quella contemplazione della persona

la fiducia dell'amore in se stesso, tanta era

della mente, che immobilizzava in una morbida meraviglia ogni

vividi colori. Laura Acquaviva, in quel nebuloso abito bianco

del suo incantesimo, rientrava in sè, un po' smarrita

fuori di sè, poichè in se stessa era morto

che era così bizzara in lui. ¶ - Che contano, gli

della fanciulla che va in società, si sfioravano. Ella

Cesare Dias che teneva in mano il cappello piegato

essere mal vestita, goffa, in tutto quel bianco che

società, che si mostravano in teatro quella sera, pensose

non bionda forse, bionda, in una delle moltissime manifestazioni

pallore terreo sulle guance, in quel bianco vestito che

di merletto sulla sedia, in mezzo: le dita le

arte e di passione in cui trascorreva la sera

incommensurabile, era raccolto, riassunto in quella compagnia così prossima

quella compagnia così prossima, in quella vicinanza così immediata

anima estasiata segretamente, chiudente in sè il prezioso novello

di vivere ormai circonfusa in una gran luce, luce

sua volontà si concentrava in quell'estasi, nel profondo

perchè esso si arrestasse. In quel novello entrare nel

folle speranza; e mentre, in una visione, il cavaliere

che sarebbe morta, così, in un divino momento, quando

le infamie terrene: morire in pieno vigore, sì, ma

pieno vigore, sì, ma in piena illusione: morire nel

al Cielo di morire, in quel divino minuto d

sentiva dilatarsele l'anima in quelle voci d'artisti

troppo preziosi per perderli in un'analisi. Che importava

sera, dal fatal giorno in cui aveva inteso nel

che smarrimento di dolore in costui, che profonda disperazione

costui, che profonda disperazione in ambedue, e che palpito

e pure intendendo che in quel focolare di passione

tetri o lieti, avevano in cuore il medesimo sentimento

il soprabito. ¶ Le signore, in piedi nei palchi, indossavano

mantello, poi aiutò Laura; in ultimo Anna. ¶ Le fanciulle

che va piano, portando in giro delle occhiate distratte

dal paese dei sogni in quello amaro della realtà

nuovo aggravarsi sulle spalle; in carrozza, a casa, lo

vedono passare, stando fermi in doppia ala, aspettandole, anch

Le fanciulle Acquaviva, giusto, in piedi nel salone, aspettavano

della sala. ¶ Col cappello in mano, corretto sempre, egli

misura che egli adoperava in tutte le cose, senza

fantasima di qualunque matrimonio. ¶ In verità, cresceva in lui

matrimonio. ¶ In verità, cresceva in lui il desiderio di

minacciante sempre di ricadere in un dolce errore. Per

tenuta continuamente da lui in un ambiente di pace

cuore la facevano dare in un'esclamazione, in una

dare in un'esclamazione, in una frase, in un

o per averli uditi in altre opere. Così che

nascoste, le duemila persone, in quel giorno di Natale

ozii della loro giornata in modo da poter essere

essere pronti alle otto, in marsina gli uomini, in

in marsina gli uomini, in eleganti e ricche vesti

la barbetta castana tagliata in punta; altri arrivavano, bene

altri arrivavano, bene imbacuccati, in carrozza da nolo, e

bianco, sullo scalino, e in un sol movimento erano

occhio che pare immerso in un sonnambulismo, e che

si aprisse. Frettolosamente, uomini in marsina, col soprabito lungo

femminile: e dei servitori in livrea che avevano accompagnato

poltrone, dove gli eleganti, in piedi, voltavano le spalle

Stella Martini, erano giunte in teatro alle otto, ed

di lievi veli bianchi, in modo di avvolgere tutto

avvolgere tutto il busto in una candida e verginale

sul sommo del capo, in un nodo che pareva

raccolti dietro, sulla nuca, in una grossa massa che

dolore, per sempre; e in tutta la sua fisonomia

il secondo; il posto in mezzo era vuoto. Subito

fanciulle non si guardano, in teatro, nè altrove, se

vuole sposarle. ¶ Poi, apparve in un palco la bellissima

poichè Laura pareva che in privato e in pubblico

che in privato e in pubblico non volesse mai

vi fu un movimento in teatro, uno di quei

all'attenzione. Laura guardava in un punto della sala

lo sguardo di Laura. In un palco di prima

era apparso Cesare Dias, in marsina, portante sul viso

della musica. ¶ Anna guardava in quel palco; se lo

ella dava un'occhiata in giro, fissandosi qua e

palchi, le sembrava messo in gran confusione di colori

luce le pareva rivolto in quel piccolo centro: e

teatro si era trasformato in un grande vuoto oscuro

pareva di esservi entrata, in quella tenebra, smarrendovisi, in

in quella tenebra, smarrendovisi, in una notte lunga, simile

uno accanto all'altro, in modo che si vedevano

che la fanciulla andava in pubblico dopo la malattia

suo posto, Anna andò in fondo al palco, di

teatro napoletano si svolgeva, in tutta la sua leggiadra

sua leggiadra frivolezza e in tutta la sua sentimentale

quella mano ignota, rapita in una speranza e in

in una speranza e in un desiderio, parve ad

a malgrado la nebbia, in cui le appariva la

nella loro manifestazione! E in un palco dove una

sa dove diretta; ma in certi palchi, dietro le

le sedeva alle spalle, in penombra, vigile al suo

gole dei cantanti, ascendevano in fluttuanti onde al cielo

musica, quanti volti concentrati in una sola espressione, quanti

pericoli, quanti strazi nascosti, in tutti quei cuori. E

aperto ed il cappello in mano, sempre corretto: in

in mano, sempre corretto: in quell'abito, in quelle

corretto: in quell'abito, in quelle ore serotine, con

dai godimenti; egli subiva in quelle ore una breve

aveva salutato, ella ritornava in camera di Anna, lentamente

della giovanetta, bisognava cominciarla in quel primo periodo di

primo periodo di debolezza, in cui il suo animo

Giusto, Anna Acquaviva era in una prostrazione così grande

immagine della Madonna Addolorata, in un momento che Anna

che Anna si trovò in faccia i grandi occhi

dolcezza di pietà era in contrasto con la freddezza

più ella si sprofondava in un pentimento amarissimo. Si

esistenza, quieta, placida, irresponsabile, in cui ella non potesse

più decidere niente, passiva, in una passività senza sofferenza

una passività senza sofferenza, in una tenerezza timida, in

in una tenerezza timida, in una dedizione di tutta

alle due, l'ora in cui gli uomini mondani

coraggio era di prendere in buona parte il suo

levata, restavano spesso soli, in quell'ora pomeridiana. Laura

Laura li lasciava. Andava in un'altra stanza, a

è buonissima - mormorava Anna, in preda all'emozione, sempre

del passato che riappariva, in quegli indizi, ed egli

si facea vitreo, e in quel silenzio, ella intendeva

che mostrano il cuore in preda a tutte le

di rose maggesi, che in Napoli sono precoci. Anna

tenerezza, di rimpianto. ¶ Teneva in grembo le rose, le

all'occhiello, quando andate in società? - provò a scherzare

espiazione, ella non trovò in sè nessuna fibra che

tristezza nacque, come se in quel consenso Anna avesse

Cesare Dias si chiarì, in quel principio di vittoria

pare che tutto consista in un pallore, in un

consista in un pallore, in un sorriso, in una

pallore, in un sorriso, in una lacrima, in un

sorriso, in una lacrima, in un bacio? Sapete, a

ragione. ¶ - Dovete convenire che, in tal modo, s'infelicita

uomo e ogni donna, in qualunque condizione si trovi

udito. Voleva andare sino in fondo, con coraggio, senza

dica una cosa dispiacevole in apparenza, amichevole in fondo

dispiacevole in apparenza, amichevole in fondo? ¶ Anna acconsentì, con

di guardare l'esistenza in faccia, di conoscere gli

Cesare Dias, assai duramente, in una forma brutale, corrispondeva

polo, si trovava ravvolta in un gran turbine vertiginoso

vinto le burrasche, era in porto; forse, attraverso il

di ammirazione. Ella era in fondo a un precipizio

le venne alle labbra, in poche parole: ¶ - Voi siete

rappresentazione del San Carlo, in quella sera di Natale

nelle conversazioni, nei caffè, in tutti i ritrovi, prevedendo

Borsi e Roberto Stagno: in quell'opera il pubblico

superbia, cessato ogni odio, in una rassegnazione consumatrice nel

vivere. Sola, nell'ombra, in una volgare stanza d

senza soccorso. E, immersa in quel silenzio, non ne

tutto questo assai indistintamente, in una nuvola fitta. Dopo

era stata tre settimane in lotta con la morte

palpebre ne erano cosparse. In breve tutta la pelle

febbre purpurea si dichiarò in tutta la sua veemenza

mani ruppero l'epidermide, in più punti, e lasciarono

goccia, dagli occhi chiusi in quell'invincibile torpore, dalla

lo rasciugava. La purpurea, in quel temperamento sanguigno, assumeva

davano meno fastidio. Talvolta in questo sfinimento estremo, di

di forza che era in lei, parea che si

parea che si liquefacesse in quei fiumi di lacrime

la corona votiva che in segreto, a occhi bassi

e sofferto. ¶ Cesare Dias, in quel periodo, abbandonando le

al giorno al palazzo in piazza Gerolomini, a vedere

vedere come stava Anna. In realtà le due fanciulle

due fanciullette che crescevano in casa, senza madre, con

cene fosse abbastanza saggio, in fondo alle sue follie

familiarità, facendosi vedere scarsamente in pubblico con le fanciulle

tenendogliela nascosta anzi, seccato in fondo di questa tutela

sentimentali, tutti i legami in cui l'egoismo patisce

bene la sua vita, in modo che non vi

bislacca non poteva venire in mente che a quel

e anelava il giorno in cui le sorelle Acquaviva

me le ha lasciate in dono Francesco Acquaviva. ¶ - Mah

cielo, conoscendole appena, avvolgendole in quel segreto disprezzo che

tenerezza paterna nè fraterna in fondo al cuore per

e si era chiuso in un contegno anche più

colui che vede delinearsi in uno specchio mistico, fra

che si prova leggendo in un libro una idea

un effetto di antipatia. ¶ In presenza di lei, per

sua famiglia, per darsi in balìa di un poveretto

crisi morale e materiale, in cui sarebbe naufragata la

lotte del sentimento, sorreggerla in quel pericoloso viaggio, che

mentre faceva il viaggio in carrozza da Napoli a

sapeva ove era Anna, in salvamento, e che andava

era una povera creatura in balìa del suo cuore

la debole anima rivivesse in un ambiente austero e

novello affetto; molto era in guardia, da anni, contro

una simpatia improvvisa sorgesse in lui. Ma era giusto

Anna non aveva trovato in casa il vincolo, che

intonazione del fatale giorno in cui egli aveva ricondotta

mattina, entrava nella stanza in punta di piedi, chiedeva

testa, se gli sbarrava in faccia i suoi occhi

qualche minuto di più. In piedi, nel salottino innanzi

sera, Cesare Dias veniva in marsina: arrivava dal circolo

prima rappresentazione. Egli restava in piedi, col soprabito aperto

si sente lentamente cadere in un precipizio, ella si

interiore delle persone assorbite in una passione. Solo, quando

mosche ronzanti, ella restò in un angolo, presso una

idea della passione, cercando in essa il coraggio contro

di essere restata sola, in piedi: e un cameriere

fiori di bambagia serica, in francese. Ella andava automaticamente

si reggeva a stento, in un grande abbandono delle

pietre i carri, entrando in tutte le case, uscendone

chiesa, nel viaggio, prima in carrozza e poi in

in carrozza e poi in treno, tutto quello che

quello che vi era in lei d'impetuoso, di

Giustino: con l'orologetto in mano, mentre la guardia

aspettando: aveva le mani in grembo, la testa china

una immensa discesa, interminabile, in una grande ombra, dove

sottovoce: poi tacque. E in un minuto di chiaroveggenza

si trovarono di nuovo in quella sala terrena, bassa

indifferente li lasciò soli in quelle stanze, dove talvolta

treno. Ambedue, rimasti soli in quel salotto, erano adesso

vasta, con due letti in fondo, divisi da un

Ma levando gli occhi in viso a Giustino, vide

potendo resistervi, la espresse, in parole, aspettando d'essere

abbastanza, per obliar tutto in questo amore: te l

lei, monotonamente, quasi parlando in sogno; - non sai amare

Potrai forse domani, o in avvenire? ¶ - Non potrò mai

suo cuore erano decuplate: in quel momento viveva così

stesso... egli stesso, che in quel momento amava follemente

altre volte, così, macchinalmente in quella giornata che ormai

finito tutto. E provò in se stessa tale lacerazione

grande, che non dimentica in un giorno o in

in un giorno o in un anno, per cui

io son sola, qui, in una stanza d'albergo

cercai io, subito. ¶ - E in che vi accordaste? ¶ - Che

Tu... - e lo guardò in faccia, saettandolo con un

Addio. ¶ Ella era ritta in mezzo alla stanza, già

mezzo alla stanza, già in penombra pel tramonto, pallida

scendeva, come se entrasse in una perenne solitudine, in

in una perenne solitudine, in una tenebra perenne dominata

gridare, sentendosi la testa in fiamme senza poter piangere

sola. Ardeva tutta, adesso, in preda a una febbre

di rovente sangue. E in mezzo a quella confusione

come una donna offesa in tutta la sua superbia

dato a uno sconoscente, in mezzo a tutto ciò

delle mistiche visioni; ed in essa si raccoglie, si

una frase la abbatteva, in una disperazione incommensurabile: tutto

andare a Torre Annunziata, in carrozza - spiegò lui. ¶ Ella

mormorò, voltando la testa in là. ¶ Il cameriere la

solitudine, quasi nulla esistesse in lei medesima e intorno

finito: tutto finiva anche in lei, superstite dell'amore

sorella Laura, che dormiva in un secondo candido lettino

letto. Quel biancore confuso in cui dormiva sua sorella

timori, e quasi conoscesse in quelle tenebre perfettamente il

salottino era facile inciampare in qualche mobile; era pieno

il capo e scoppiò in singhiozzi. ¶ - Che hai? che

aveva amata, lo struggeva in tutto il suo disperato

di dover andare sino in fondo: vedeva il suo

nostre persone si trovano in condizioni così diverse, divise

noi vincere noi stessi in questa lotta. Anna, Anna

sospirò lei. ¶ - Ma dove? ¶ - In qualunque paese. Tu sei

mano sottile sui capelli, in una carezza materna; ed

loro amore era passato in seconda linea, rincantucciato in

in seconda linea, rincantucciato in un angolo del cuore

rimbalzo che ella aveva in sè, uno dei tesori

cose, come se fossi in punto di morte, come

trovò sempre lì, inchiodata in mezzo al salotto, affascinata

si sarebbe alzata, andando in cerca di lei, o

e di pentimento, cadde in ginocchio in mezzo alla

pentimento, cadde in ginocchio in mezzo alla stanza, stendendo

potesse perdonare, mai. E in terra, abbandonata sulle braccia

capo sul guanciale, dormiva, in un'alta serenità glaciale

terra. Cesare Dias, seduto in una poltroncina, giuocando con

malgrado che mi trovassi in presenza di una persona

principio una scena atroce, in cui ho, volta a

per te, amore, scoppiava in clamori, l'ho visto

paese glaciale del polo, in traccia di quel sole

tre giorni da quello in cui riceverai la mia

perchè qualunque nostra riunione in Napoli ci esporrebbe a

petto ed era smorto in viso: si sentiva vinto

vinta e perduta, Anna. ¶ In quell'ora mattinale la

alto della chiesa, sparendo in un confessionale, dalla parte

avete dunque? ¶ - Padre, sono in grave pericolo - rispose una

passi indietro ed entrata in una cappella, sparve dalla

di Santa Chiara, salì in una carrozzella da nolo

calma, ma quando fu in fondo a quella nicchia

irrompevano. ¶ Andava, andava, come in un sogno, scuotendosi ogni

nella sconosciuta folla. E in quel sonnambulismo di chi

Cesare Dias la raggiungesse in quella sala, o che

E da quel minuto in cui la segreta voce

nella coscienza, ella visse in quel dormiveglia morale di

che ora la cullava in carezzose visioni di felicità

freddo invernale si mitigava in un tiepido scirocco: e

abbassata sugli occhi, raccolta in un cantuccio, dietro il

che mai non tace, in tutte le anime, pure

perduta. ¶ E questo presentimento, in un'ora di viaggio

marine: e si andava in un gran paesaggio desolato

felicità. Anna viaggiava sola, in una landa sterile, dove

prima classe: e incertamente, in preda alle dubbiezze desolanti

aveva commesso lui. ¶ Ma in verità, egli era un

compagnia, a Sorrento; che, in famiglia, egli non avrebbe

Giuseppe Prudhomme; e infine, in tanti modi le fece

cuore, l'avrebbe messa in grazia del suo signore

viso si era chiuso in una cogitazione di ignote

sua persona gli appartenevano, in un abbandono non imposto

sua scrivania da fanciulla, in certi grandi fogli di

tutto, perchè questo raffinato in amore, non era di

pungenti, assai strana manifestazione in Laura, che parlava poco

fuori una terrazza, e in quel riso cristallino passava

e più Luigi Caracciolo, in certi giorni, si ostinava

niente. Io ho fede in lui - seguitava a dire

la poveretta, fattasi terrea in volto, a vedere espressi

lunghe ore di solitudine, in quella verdezza e in

in quella verdezza e in quell'azzurro di campagna

si torturava di gelosia, in segreto, e che significava

suo, che egli leggeva in quel cuore come in

in quel cuore come in un libro aperto. Ma

che Anna si tramutava in viso, per l'angoscia

angoscia che le rinasceva in cuore: ed egli stesso

conversazione, donde usciva, tramortita in faccia, con gli occhi

egli andava anche più in là, raffinando l'antico

corruzione umana era apparsa in una sola notte, come

sogghigno amaro. ¶ - Noi siamo in tre - egli mormorava. - Buon

stringetemi pure il cuore in una morsa di ferro

si ritrovava, ogni anno, in Isvizzera: oppure che Cesare

senza darvi troppo peso, in fondo, ma da cui

e arido! E come in quei particolari gelidi, di

labbra verginali. Di quando in quando, Luigi Caracciolo, poichè

ricerca di fatti che in fondo portavano sempre una

amato nella sua assenza. In verità, egli fu assai

sciocca sublime. Erano restati in un salotto, accanto alla

via, tu capirai poco, in generale - disse il marito

coi biondi capelli rialzati in un grosso nodo sul

camelia. Ciò era accaduto in un minuta solo: ma

Laura, un po' rosea in viso, bellissima, fulgida di

e Laura erano travolti in un turbine grazioso di

Cesare aveva subito chiesto, in casa, se Luigi aveva

Malgrado questa sentenza tagliente, in cui il marito con

due minuti di solitudine, in un salone, in un

solitudine, in un salone, in un giardino, ai bagni

e il suo cuore, in tutti gli attriti nobili

dopo! E adesso, messa in giro misteriosamente, non si

Anna, quando si trovava in un salone, in un

trovava in un salone, in un teatro, e che

di nuovo agitata, distratta in altri pensieri; e tutta

svanita. Anna si chiudeva in un silenzio profondo, pallida

la interrogò, un giorno, in una gita che avevano

dell'ideale, e che in se stessa, ancora non

pena la tormentava, buttata in ginocchio innanzi al Signore

alle due, l'ora in cui, certamente, Cesare sarebbe

sopra la scrivania, sedendosi in uno di quei grandi

pareva di essere giunta in porto. Nell'austera stanza

si sentì più tranquilla, in quell'ambiente severo, dove

sterili e frivoli piaceri, in cui egli aveva già

non vi erano balli, in quella notte, e non

si appesantiva sul capo. In una delle sue giravolte

sue giravolte di anima in pena, dai cristalli di

grandi tende rossastre, avendo in quella luce la stella

e uno grande, ambedue in cappello a cilindro. Chiacchierarono

dopo altri dieci minuti, in cui ella restò colà

che quell'uomo guardava in alto... ¶ - Buona notte, signora

cancello del giardinetto, guardando in su, e quasi quasi

sul seggiolone, esausta, morta. In quel momento suonavano, all

tre e mezzo. ¶ Ma in quell'accasciamento che aveva

tensione dei suoi nervi, in quell'esaurimento di ogni

donna? Invano ella tentava, in quel suo delirio dell

un dolore senza nome, in questa tenebra, per distinguervi

e col corpo proteso in avanti, coi due gomiti

affettava ed aveva veramente, in pubblico, una grande libertà

e guardata a vista in casa: e nessun'altra

femminilità elegante, ma che in fondo disprezzava la donna

le labbra crudelmente tinte in rosso, o fosse una

cipria e senza gioielli, in cui il contrasto è

essere una creatura vile in cui la seduzione fosse

dello spirito, del carattere, in legami senza dignità e

dignità e senz'amore, in dedizioni senza coscienza e

senza rimorsi. ¶ Ah che in quel momento, la suprema

la prima notte, certo, in cui egli non rientrava

oggi, passando di sconosciuta in sconosciuta, vilipendendo il purissimo

mozzicone di sigaretta spenta in un angolo delle labbra

alzato e le mani in tasca. Fissò la moglie

suo mozzicone di sigaretta in una ceneriera: si era

sopra un divano. ¶ Era in marsina. Ma la cravatta

Ma la cravatta bianca, in lui che era così

cura fosse finita, tornando in Italia si sarebbe trattenuto

sarebbe trattenuto un pochino in Isvizzera, nell'Engadina, in

in Isvizzera, nell'Engadina, in quel Saint-Moritz, dove

di accompagnare suo marito in questo viaggio, anelando di

riuscì. ¶ Da quella notte in cui ella lo aveva

ore di quella notte, in cui ella aveva bevuto

ne era stata attossicata. In quanto a Cesare, egli

di essere stato sorpreso in quell'alba, in quel

sorpreso in quell'alba, in quel ritorno, dove egli

di perdonare, un giorno in cui Anna si era

teneramente rassegnata nel dolore, in cui ella aveva fatto

i segni della felicità, in una bella giornata di

e sensuale che era in fondo agli occhi di

su per i balconi, in fila, un'altra folla

carrozze, correva di bocca in bocca, ammirato, commentato variamente

le due sorelle giunsero in piazza S. Ferdinando, Anna

a casa. ¶ Quando giunsero in piazza Vittoria, innanzi alla

avevano una fioca fiammella, in quel bigio soave della

la veletta, le caddero in terra l'ombrello, il

fazzoletto: ella si buttò in una poltrona, in una

buttò in una poltrona, in una crisi di singhiozzi

sussultare il suo cuore in un impeto di passione

perciò rischiarato di basso in alto e sembrava così

E insieme, piansero. ¶ II ¶ In quel giorno, rientrando, verso

Dias riceveva qualche visita, in quella serata, qualche amico

il pretesto di restare in casa, - ella ormai rifuggiva

ella, candidamente. Erano aggruppati in un cantuccio del salotto

spalle; Cesare stava sdraiato in una poltrona, col capo

chi sta digerendo tranquillamente, in un perfetto equilibrio di

la vita e più in là - Anna disse, pensando

disse, pensando. ¶ - Anche più in là? La cosa diventa