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Gian Giorgio Trissino, Sofonisba, 1524

concordanze di «in»

nautoretestoannoconcordanza
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la favola si pone in Cirta, città di Numidia
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indegna morte del marito, ¶ in Africa passò con certe
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quella regina) ¶ visse continuamente in libertade; ¶ e di tal
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qual venne da Troia in queste parti, ¶ e ingannando
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passando l'alpe ¶ giunse in Italia, e con favor
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son, ch'ivi dimora. ¶ In questo tempo Asdrubale mio
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tempo Asdrubale mio padre ¶ in Ispagna n'andò contra
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da poi si volse in modo ¶ che convenne per
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qui, re de' Numìdi. ¶ In quel medesmo giorno ancor
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qual volea ¶ tirar Siface in lega coi Romani; ¶ e
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mi diero ¶ per moglie, in sul fiorir degli anni
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qual salì per questo in tanto sdegno, ¶ che sempre
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amara vita; ¶ che Scipione in Africa ne venne; ¶ contra
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l'alba. ¶ Esser pareami in una selva oscura, ¶ circondata
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apprezza, ¶ si truova pur in quell'altera vita. ¶ SOFONISBA
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materno usciste fuore; ¶ che in stato buono o reo
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la terra è tutta in gran terrore, ¶ perché molte
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si farebbe dimora. ¶ Sprezzando in tutto la regale altezza
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divina, ¶ quanta modestia è in lei, quanta bellezza! ¶ E
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al tempio, di chiamarmi; ¶ in questo mezzo vederò, se
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rivoltor tutta la gente in fuga. ¶ Il che vedendo
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a questa cosa, ¶ trovossi in mezzo dei nimici armati
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fu il campo totalmente in rotta. ¶ Onde molti di
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e pria non fummo in su le porte, ¶ che
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non piang'io? ¶ Che in così brieve tempo, ¶ ogni
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mia s'è volta in doglia. ¶ Turbato è il
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Deh foss'io morta in fasce! ¶ che ben morendo
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e mi convenga stare ¶ in servitù, sotto il superbo
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spender non si deve in cosa vile, ¶ né risparmiar
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e sconsolate donne; ¶ fuggite in qualche più sicura parte
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le porte, e date in man di Massinissa. ¶ SOFONISBA
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prigion, ch'è posto in forza altrui, ¶ lice parlare
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Se nessun'altra cosa in me si fosse, ¶ che
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d'un nostro, nato in Africa, com'io, ¶ che
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d'un esterno, nato in altra parte. ¶ Pensate poi
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dolore, ¶ né far minore in voi qualche speranza. ¶ Ma
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richiesto, ¶ di non lasciarvi in forza de' Romani; ¶ perch
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pregarli assai ¶ per porvi in libertà; benché son tali
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quando ancor non foste in libertate, ¶ non devete temer
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dimando; ¶ la qual è in vostra libertà di certo
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prometto; ¶ e non andrete in forza de' Romani, ¶ mentre
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mentre che sarà vita in queste membra. ¶ CORO ¶ O
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di memoria eterna. ¶ SOFONISBA ¶ In che voce poss'io
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nome e dell'altezza, in che voi siete. ¶ Però
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per non mi porre in tal periglio, ¶ lascerò di
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ancora ¶ scema ogni laude in bocca d'una donna
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l'opere mortali, ¶ che in vece mia, per questa
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non spiace) ¶ d'andare in casa, u' penseren del
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io prometto, ¶ e ho in odio colui che dentr
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mai. ¶ Lassa, da indi in qua, quante rapine, ¶ quant
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morti ¶ si son vedute in quest'almo paese! ¶ I
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qualcuna speme. ¶ Che se in buon stato fia ¶ l
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vi state insieme sconsolate in vista? ¶ CORO ¶ Cittadine siam
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gran gentilezza ho scorta in voi. ¶ CORO ¶ Ecco un
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Sì, di non gire in forza de' Romani. ¶ LELIO
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n'andammo a compagnarli in casa. ¶ LELIO ¶ E ivi
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secretamente. ¶ MESSO ¶ Anzi pur in presenza di ciascuno. ¶ LELIO
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e far le nozze in quel medesmo giorno, ¶ quando
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ch'insieme ¶ possan godersi in glorioso stato ¶ fin a
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disse: ¶ "Sofonisba regina, evvi in piacere ¶ di prender Massinissa
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ella già tutta vermiglia in faccia ¶ disse con bassa
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più vicino, ¶ le pose in dito un prezioso anello
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prudente, ¶ or è caduto in periglioso errore, ¶ per la
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l'avete sposata? e in che luogo? ¶ MASSINISSA ¶ Qui
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E questa voi sposaste in mezzo a l'arme
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alquanto, e muterassi; ¶ che in questa vita il dolce
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Non vedete la terra, in che voi siete? ¶ E
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laude ¶ por l'offese in oblio, non che placarsi
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che mi fa stare in lacrime e sospiri; ¶ or
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aiuto ¶ si va fiaccando, in me nasce un timore
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ogni mortal consiglio; ¶ onde in sì gran periglio ¶ sommergerem
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intorno lei di mano in mano ¶ apparecchiarsi una sì
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s'allunghi ogni ruina. ¶ In ogni parte, ov'io
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prigioni; e quel che in più onorato ¶ luogo vien
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O come il vidi in gloriosa altezza, ¶ quando Asdrubale
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sue case ¶ ci ritrovammo in un medesmo giorno! ¶ Ben
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Pongansi tutti gli altri in quelle tende, ¶ intorno de
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serena ¶ m'ha posto in la miseria che vedete
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la sua ruina, ¶ che in vero a me sarà
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si ritrova nel stato, in che son io, ¶ sa
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Dio vi faccia felice in questa impresa, ¶ e in
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in questa impresa, ¶ e in ogni altra; poiché siete
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e di gente; or in un giorno ¶ si truova
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piaccia ¶ d'avervi satisfatto in quel ch'io feci
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mi dilungo, e quivi in questo canto ¶ Separata starò
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cosa, ¶ che il conoscere in me qualche virtute, ¶ v
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vi ricondusse, ¶ che riponeste in Africa voi stesso, ¶ e
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e le vostre speranze in la mia fede. ¶ Ma
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vi faccia divenir vermiglio in fronte. ¶ Questo vi dico
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io salii per questo in tal disdegno, ¶ che sempre
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che bisogna dir che in mille luoghi ¶ v'ho
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quel che parla bene ¶ in ogni cosa, ove la
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la nimica terra, e in mezzo l'arme? ¶ Che
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di mai non darla ¶ in potestà d'altrui mentre
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Donne dolenti, e lacrimose in vista, ¶ non state più
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tolta, ¶ e vada serva in terra peregrina; ¶ e se
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Or io ne vado in casa, ¶ a dir che
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sì bella ¶ divenga preda in sì feroci mani. ¶ O
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tener tanto sospese. ¶ SERVA ¶ In brieve perderemo la regina
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e di mirti; ¶ ed in quel mezzo le sue
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bella. ¶ E mentre rassettava in un canestro ¶ alcune oblazioni
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vaso ¶ d'argento aveva in man pien di veneno
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Poi con la tazza in man sospesa alquanto ¶ si
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conserve, ¶ ch'io lascio in mezzo d'affamati lupi
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tutto lo beveo sicuramente, ¶ in fin al fondo del
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sarò morta, ¶ piacciavi rivoltare in questi panni ¶ il corpo
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la mia vita, ¶ rimanti in pace; da quest'ora
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che piangea, ¶ nel prese in braccio, e disse: "O
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figliolino, ¶ tu non conosci in quanto mal tu resti
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e lo basciò teneramente in fronte. ¶ E mentre ciò
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abbia a vedervi; ¶ restate in pace; e chiedovi perdono
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adunque voi, se giustamente ¶ in tal calamità mi struggo
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e urla, e grida ¶ in modo che farìa piangere
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l'è rimasa ¶ speranza in tanti danni? ¶ Temp'è
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e rie ¶ sono congiunte in una! ¶ O stelle, o
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sotterra. ¶ Non vo' restare in questa vita trista ¶ senza
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io vi lascio, e in man d'altro signore
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che celatamente ¶ saprai condurre in più sicura parte. ¶ ERMINIA
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debbia senza voi restare in vita? ¶ Crudele, or non
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vita, ¶ e me lasciate in un continuo pianto. ¶ Non
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morte insieme ¶ allor saremmo in un medesmo punto, ¶ e
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medesmo punto, ¶ e gite in compagnia ne l'altra
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morte. ¶ Ond'io caduta in così basso luogo, ¶ per
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tu pur cerca mantenerti in vita; ¶ che tosto aremo
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e sarà forse eterno. ¶ In questo mezzo a l
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madre. ¶ Ed esso alleverai in tal maniera ¶ che fia
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l veneno. ¶ E stando in casa ancor darai conforto
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vivendo tu, non morrò in tutto; ¶ anzi vive di
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che venirete ¶ la notte in sogno spesso a consolarmi
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è piacere assai vedere in sogno ¶ cosa, che s
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Così passerà il tempo, in fin che giunga ¶ quel
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a voi mi meni. ¶ In questo mezzo ivi m
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eternamente insieme ¶ i corpi in terra, e l'alme
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terra, e l'alme in paradiso. ¶ SOFONISBA ¶ Molto mi
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caro dono! ¶ SOFONISBA ¶ Ora, in vece di me, li
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far altro, e sono in via. ¶ ERMINIA ¶ Alzate il
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CORO ¶ Dio vi raccolga in pace. ¶ SOFONISBA ¶ Io vado
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perché non moro, ¶ vedendovi in tal modo? ¶ CORO ¶ Ben
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sperai d'avervi ¶ regina in altra guisa. ¶ Ma il
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anima tenace? ¶ A che in sospiri e pianti ¶ la
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dolore, ¶ che ti trasporta in troppo amaro pianto. ¶ Già
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a ciascun, che vive in terra, ¶ è forza trapassar
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n'andava ¶ a visitare in casa alcuni altari; ¶ ond
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l'infelice donna? ¶ CORO ¶ In mezzo l'atrio sopra
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vedo; ¶ com'ho perso in un punto ogni diletto
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or, lasso, è disciolto in un momento ¶ senza recarmi
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la mia ruina. ¶ Rimani in pace adunque, anima santa
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cara. ¶ Voi poscia, Erminia, in luogo di cognata ¶ sempre
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questo, obligo grande; ¶ che in così amara e pessima
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a guisa d'onda in un superbo fiume, ¶ ora
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s'acqueta, ¶ e resta in tremolar l'onda marina