Alessandro Verri, La vita di Erostrato, 1815

e da tale sembra in vero quella disperata risoluzione

ne intesi il romore in Atene, ove allora io

e prima di ridurmi in patria negli anni maturi

illustre malvagio. Ragionai specialmente in Efeso con taluni, i

ed udito quando aspettava in carcere il giudizio. In

in carcere il giudizio. In quella città non solo

proponimento. Ed egli, siccome in tutto ansioso di fama

una eccellente o cadere in pessima. Io per fine

Disposero i Fati che in quella medesima notte in

in quella medesima notte in cui Erostrato arse il

si procurò la fama. In ambi fu la stessa

fu la stessa passione: in uno col sangue e

Ecuba, quando avea Paride in grembo, avvenne ad Ippodamia

suo nome, anziché sfogare in lamenti infruttuosi, interrogava gl

risposte di quelli minacciavano in sensi ambigui che il

benché oscure sentenze, prevalendo in lui il terrore agli

servo fidato, e postolo in mare nel porto di

isole dell'Egeo, ma in fine approdò a Lemno

sua spiaggia si incurvava in ampio golfo, nel mezzo

dell'isola cacciare, adunati in bande, per quelle foreste

aere, i fulmini squarciavano in serpeggiante fuoco le nubi

succhiava. Si trasse cautamente in disparte onde non turbare

serbata. ¶ Intanto ad Ippodamia in Corinto, veggendo la culla

chiamava fatale quel giorno in cui gli si era

sfogasse il suo cruccio in lamenti. Ma quando fu

al tempio di Giove in Dodone e consegnato a

ed animosamente lo conficcò in un occhio dell'orsa

stanze. Ivi nell'avvolgerlo in nuovi e candidi lini

le braccia il fanciullo in atto di consegnarne la

quali con rapida vicenda in quell'età rendon lieti

quando incominciava a reggersi in piè, non come gli

imbecille postura, chiedeva asilo in grembo della nodrice, ma

dolente per quelle. Incontrandosi in veltri o destrieri o

al decimo anno, spaziandosi in un campo ove si

de' suoi, si abbatté in un serpe, il quale

di poi fattosegli incontro in aperto campo un toro

e dell'animo, dimostrava in tutti una violenta brama

tutta la Grecia acclamato. In questa guisa incominciava egli

quel tempo. Scopriva pure in lui una mente nuova

palme de' giuochi Olimpici. In queste gare assiduo il

che non s'intiepidiva in lui la brama di

aperto nelle notti estive in luoghi solitarj; e quel

rapitore. La quale eccellenza in questa arte animandolo a

arte animandolo a conseguirla in altre, affaticava assiduamente e

ad Agarista di tentare in quelle il suo destino

affliggere quel seno materno in cui avea trovato così

l'Egeo per condurmi in Olimpia, e farvi, se

voce imperiosa mi suona in petto, e quasi tiranna

ozj delicati e risplendere in qualche virtù. Che se

offerirlo. Quindi spedì messaggero in Olimpia a quanti ella

figliuolo. ¶ CAPITOLO III ¶ PROVE IN OLIMPIA ¶ Intanto il giovane

contigua Elide e perfine in Olimpia. Era la città

sottraevano umiliati, pochi rimanendo in presenza degli uditori per

Fu pur notato che in lui dominavan i pensieri

meritasse dar principio, perché in nulla trapassava il valor

quel giorno, potea cingerla in qualche altro in cui

cingerla in qualche altro in cui la modestia non

impedisse il suo valore. In quella gara fu coronato

quanti effetti volle, onde in tanta moltitudine sembrava vuoto

la statua non solo in Olimpia, ma in Delfo

solo in Olimpia, ma in Delfo e in Corinto

ma in Delfo e in Corinto, perché egualmente ammirato

Corinto, perché egualmente ammirato in quelle celebrità. Erostrato comprese

divenne esperto condottiere. Già in Lemno egli avea perizia

arte, e perciò divenuto in breve consapevole della indole

per l'impeto ricevuto: in esse inciampando le bighe

vasta arena; condottieri errano in quella gettati dal seggio

attese che a porre in dimenticanza la inconsiderata fuga

sofferiva intollerabile molestia, sforzandosi in vano di trasmettere alle

di audace vigore. Serpeggiava in esse alternando or una

lei. ¶ Era la stagione in cui la terra dopo

pochi stadj dalla città, in un colle sovrastante al

Egeo dirimpetto si apriva in ampio seno, la cui

di età passava Testoride in quel ricovero di estremi

ricovero di estremi anni in cure familiari. Scesa da

scogli che lo respingevano. In alto con libero furore

e pietosi, tanto che in loro traspariva quel candore

guardava lei, già tutto in lei. Non così nocchiere

lei. Non così nocchiere in tempesta è intento alla

lui. Né gli fu in questo contraria la fortuna

governavano la festa. Erostrato in que' tumulti avea sempre

piè carnosi; talora, lasciandola in arbitrio dell'aure, muovea

aure, muovea le braccia in leggiadri atteggiamenti. La florida

quegli inviti. Né erano in lui scortesi le Grazie

a lui solo note. In questa guisa continuando la

ingenuità sua: ed Erostrato in udirla prendeva la lira

di canto. Ma cresceva in cuore del giovane la

un volume. Erostrato veggendola in tale raccoglimento, si tenea

tale raccoglimento, si tenea in disparte, e vide alcune

rispose: "Mi sembri ora in nuovo modo più cortese

vivace tumulto le parole in uno strepito congiunte. ¶ CAPITOLO

quella aperta inclinazione, Testoride in tal guisa incominciò: "Tu

giudizj del volgo. Ora in tale incertezza ben conosci

mia facoltà lasciarlo erede. In tal guisa tu vedi

lingua: ma per congiungere in amore due cuori già

congiungerli, perché omai Possideo in ogni suo affetto sempre

i gigli. Lo sposo in saio succinto ornato di

soprastante al mare. Ivi in stanze amene fumavano sulle

ospitale giocondità alcuni lodavano in versi estemporanei la bellezza

Un drappello di garzoni in succinte vesti danzava intorno

presso gli sposi, avvolte in ampio manto, in modesti

avvolte in ampio manto, in modesti atti contegnose. Arrivò

gravi sacerdoti all'ara in splendide vesti: rilucevano i

e le mani accolte in grembo. Quegli volgendosi al

pregò ad alta voce in tal sentenza: "Alma consorte

bipenne, la quale scese in quel punto, e la

da caligine improvvisa. Ella in breve si condensava in

in breve si condensava in nubi tetre, e Borea

tetre, e Borea fremeva in quelle. Già gorgogliavano i

imminente procella, la quale in breve tanto crebbe che

oppressa dal terrore, svenuta in quegli amplessi, era in

in quegli amplessi, era in quel punto meno infelice

nuoto cerca salvezza, e in breve stanco si sommerge

divelta dalle braccia che in vano la stringevano, fu

per maravigliosa avventura galleggiava in parte della poppa avanzata

alghe: taluni venivano divelti in quello sforzo da nuove

questi aspri macigni, andava in traccia della naufraga compagna

pianto! ¶ Intanto i genitori in Lemno, allorché videro il

venti navigli salparono incontanente in traccia, uno de' quali

Imbro, si avvide che in quella taluni con disperati

alla tomba quando era in procinto di salire il

talamo; ivi lo sposo in lagrime vedovili appena coronato

anima sua fosse trapassata in lei; non se ne

sua l'anima mia in eterno amore congiunta? Ahi

al porto ove ella in breve approdò. Svenne Agarista

china e le mani in grembo traeva i lenti

ultimo a lasciarla. Ma in ciò miserrimo, che non

e nella solitudine quasi in pelago di lutto. I

lutto. I servi suoi in questo mentre correggevano gli

ed aromi preziosi, avvolgendola in monde e delicate vesti

città erano gli avelli in edifizio marmoreo, fra cipressi

il simulacro del Tempo in atto di muovere la

accesso allo interno. Ivi in sotterranea cavità erano le

antica semplicità, senza ornamenti, in modeste parole rammentavano i

desiderose di eterna fama. In avello nuovo fu deposta

La moltitudine concorsa invocava in preci sommesse gli Dei

quale gli aveano negata in questa vita gli abitatori

squarciava le vesti, prorompea in grida, e trascorrendo per

disgiunta. Ivi non già in sonno delizioso languiva, ma

sonno delizioso languiva, ma in funesto letargo, dal quale

di manomettere se medesimo. In quel punto Agarista gettandogli

questo è quel seno in cui ti ricoverasti dalla

dalle sue tempeste, ma in preda a più infauste

conforti. Gli astanti rispettavano in silenzio l'ambascia della

sasso fu il trono in cui Amore ci promise

spine al suo cuore, in cui già stava indelebile

così prepotenti angosce, cadeva in sopore profondo, ma in

in sopore profondo, ma in quello pure l'amata

Nume. Il vedovo infelice, in cotanta gioia dell'universo

universo, altro non ritraeva in contemplarla fuorché un odioso

implorano, voi siete sordi. In che vi offese la

regno, meglio arderne taluno in vendetta de' vostri oracoli

a inopinata potenza. Suonano in ogni parte della nostra

nostra Grecia, non che in Sicilia e presso i

a più strepitosa vendetta. In così violenta fortuna ardì

Tebe pose contr'essi in campo seimila fanti e

che suonasse la tromba in campo, ma appena fu

campo, ma appena fu in moto la Grecia per

più smaniava di notte in veglia sulle vedove piume

già deliberato a darsi in preda a bellica fortuna

ombra invitavano a sedervi in placidi ragionamenti. Avvenne che

placidi ragionamenti. Avvenne che in tale diporto si offerisse

quella che si fonda in consenso volontario si conferma

si conferma di generazione in generazione. Quindi la eccellenza

vi sia di reale in questo pensiero." "Per Giove

nome, le gesta impresse in quel marmo non temono

non sieno che larve in sogno." "Sieno pur tali

da loro di morire in patria, dare a lei

giorno? Proporremo noi forse, in premio, oro, gemme, conviti

gli encomj da esse. In tal guisa per una

li dispregia. Siede costui in trono d'ossa, e

illustri devastazioni. Deplorabile ammirazione in vero quella con la

uomini, per breve tempo, in angusto spazio della terra

pensieri. Pur non così in quegli orti asilo di

Testoride gli sdegni marziali. In quella commozione riaccesi, impugnava

ed animo anelava Erostrato in quella palestra, vie più

Lemno a drappelli navigava in Grecia, schierandosi molti nella

presentandosi ad Epaminonda, allora in procinto di muovere i

ma quasi gli sonasse in petto una sacra voce

turba de' combattenti, ma in quella banda allora denominata

vasta pianura di Leuctre in Beozia, fra Platea e

mare tempestoso. Giove tenne in bilancia la sorte fino

da Fato si volsero in fuga superati dall'impeto

Spartani da sei secoli in poi non avevano veduto

di bellica fortuna. Erostrato in quel conflitto con la

e il luogo, siccome in tutto conformi all'animo

declinare del giorno sedere in adunanza nel prossimo lido

gravi colloquj a notte. In una delle quali, dopo

sacerdote ascritto poc'anzi in quel consorzio, contemplava con

gloria, sono pregi che in te ammiro ed amo

inesplicabile opposizione sendo tu in ogni tema di favellare

palpitare di terrore che in questo argomento maggiore di

dell'impenetrabile vero, stanchi in fine più che persuasi

la quale mi conturba in tali investigazioni. Imperocché ora

delle fertili spiagge empie in vero l'animo di

che vi fosse mai in ogni tempo compreso nella

storia alcuna città mantenuta in ordine e giustizia senza

miti i rigori suoi in paragone de' suoi benefizj

eccelse rupi vapori condensati in nubi, in nevi, in

vapori condensati in nubi, in nevi, in nembi, e

in nubi, in nevi, in nembi, e scendere in

in nembi, e scendere in fiumi fecondatori. Germogliano le

di queste contemplazioni, cerca in vano alcun modo atto

negata la divina. Pertanto in così eccelse meditazioni concedetemi

di noi presume ergersi in maestro, anzi tutti ci

la seconda; e però in pari valore da evitarsi

eloquenza ch'or suona in Atene nelle labbra di

dal suo grembo usciti, in quello speriamo di tornare

torrente sanz'argini trascorrere in violente operazioni. Mentre questi

stanze, giacea nel sonno in cui avea sommersi quei

selva era una grotta in cui sgorgava una fonte

talvolta trapassarne alcuna Cleante. In lui qual spina confitta

E sfogandola alcuna fiata in querele, ivi alla fonte

candide Ninfe sgorghi perenne. In te si refrigerò l

erbe sopito. Avea Cleante in officio di magistratura per

Vide l'agguato e in procinto la offesa: sguainò

così improvviso benefizio, tacque in un subito, come impedito

vita. Né si contenne in quella violenta commozione di

la richiesta di Cleante in solenne giudizio. Questi pur

l'oratore di Cleante in tale sentenza: ¶ "Quando gli

miei contrarj, le esalto in vero più che non

monile e il motto in lui inciso, e allora

farlo erede? Niuna utilità in vero può indurre un

ad altrui. Vi sarà in Cleante solo questa semplicità

famiglia, vi sperano vivere in pace fino agli estremi

nella età virile, abbandonato in vecchiezza. Né già or

che la divina, manifestata in tanti modi e così

Saturno i loro bambini in alcune gravi calamità, affine

genitore, se non porre in tutela de' Numi quella

così nefandi sospetti, sarebbe in vero uno stolto quel

Cleante, rimaneva il giovane in Lemno come per lui

Ben vi è noto in qual modo avvenne il

la causa della natura in quella della perfidia? ¶ "Il

rimanga esule ed orfano in terra straniera? Se la

tanta ostinazione, con quanta in altra causa non cavillò

tue. Oh gravi testimonianze in gravissima causa! E chi

natura ch'egli oggi in mal punto implora, non

l'abbandonarla, il gettarla in guisa che sia manifesto

avventurandolo al tempestoso Egeo, in preda a' venti che

bonariamente. Quel tristo petto in cui non entrava allora

mallevadore che sia salvo in quelle braccia un figliuolo

adozione? Perché invece gareggiando in cortesia con sì eccelsa

Potrebbe il giovane rimanere in Lemno a consolare gli

Agarista; potrebbe Cleante accumulare in lui, benché assente, i

lasciate il mio cliente in grembo così generoso, nel

voce pubblicò il decreto in questa forma concetto. ¶ DECRETO

Che non debbono prodursi in tale argomento leggi straniere

Dei. ¶ CAPITOLO XIII ¶ SEDIZIONI IN GRECIA ED ULTIMA DISPERATA

mitigasse gli affanni, paga in allora che Possideo gustasse

si proponea di ricuperarlo in calma virile. Mentre però

però ella si confortava in così grati pensieri, già

Tutta la Grecia ondeggiava in questa gara di oppressi

tale spettacolo, ma desta in lui la sopita audacia

dell'eremo per ingolfarsi in quelle perturbazioni. Ov'egli

di tumulto popolare, tentava in prima gli animi cautamente

altre che temendola sospiravano in vile servitù più trista

triste seduzioni, ch'elle in aspetto di sapiente riforma

la fuga. ¶ Cresceva però in lui con gli anni

fatale alle nozze. Entrato in Efeso, vi rimase cautamente

d'oro, di gemme in offerte inestimabili, pure gran

ira si compiaceva distruggere in breve così antica opera

o stolti; dovrete ripetere in perpetuo il mio nome

sempre con una trista". In questa guisa trapassava i

mai furono tenebrosa notte in cui prevalsero gli Dei

e nel sonno, ma in breve fu desta e

breve fu desta e in romore. Fremea il mare

cupo bisbiglio, poscia crescere in lamento, quindi scoppiare in

in lamento, quindi scoppiare in grida per le vie

fu la intera Efeso in iscompiglio, riconosciuta la vampa

affrettava di recarvi acqua in conche, in orci, in

recarvi acqua in conche, in orci, in brocche, in

in conche, in orci, in brocche, in quanti vasi

in orci, in brocche, in quanti vasi gli offeriva

la sua masserizia. Ondeggiava in questi movimenti la calca

arse così gran mole in un subito irreparabilmente. I

simulacro della Dea solo in tanta distruzione fu illeso

a' Pritani, e stretto in catene. Udite poi le

lo contrario, alteramente declamò in presenza de' giudici e

uomini? Distrussi, è vero, in una notte l'opera

risurgono già più floride in breve, ma rimangono lungamente

ad ogni misericordia, ma in breve aprirà gli scrigni

compiace della nostra venerazione in ergerle alcuna stanza in

in ergerle alcuna stanza in terra, molte ne ha

terra, molte ne ha in diversi popoli offertele del

di Serse, il quale in alcune opere manifestò una

gli scrisse una lettera in cui lo minacciava di

lo minacciava di rovesciarlo in mare se ardiva ripugnare

esempi d'incredibile follia in così celebre monarca assai

vi sfido a ritrovare in esse altro esempio simile

ne temete un secondo. In fine vi aspettate forse

e per l'intrepidezza in sostenerlo. Balenavano gli occhi

simulacro di Diana eretto in quell'aula: sdegnata parve

Tremò insieme la terra in guisa che traballarono i

la calca spettatrice. Cadde in quel punto stesso a

e ricomposti gli animi, in quella morte repentina riconosceano

il terrore della quale in sacra nebbia avvolgendo l

ora tardi compianto. Parve in ogni tempo, siccome a

sacra a Vulcano, e in quel tempio apparvero al

dell'incenditore fosse abolito in guisa che niuno lo

niuno lo rammentasse né in favella, né in scrittura

né in favella, né in scrittura. Il qual divieto

nome, fu tal fine in sé lodevole, benché ne

dell'Asia invece ebbero in comune un insensato proponimento