Cesare Balbo, Vita di Dante, 1839

data dodici anni prima in isposa a Giovanni figliuol

donne; ardito ed attivo in quelle parti, e quelle

Ed insieme poscia, restituiti in Rimini i Malatesta, furono

di Francesca, pur saputo in cuore da tutti. Nè

Ed ecco, dice questi, in sei soli mesi la

a cor gentil ch'in donna sia. ¶ Vita Nova

e questa donna fosse in altissimo grado di bontade

vero è) fosse buono in alto grado, manifesto è

segue un vaneggiar vario, in mezzo a cui guardando

Angeli, i quali tornassero in su, e avessero innanzi

diceano, fossero queste: Osanna in excelsis.154 » Chi voglia vedere

gli spiriti innamorati muoversi in giro, e venire a

contra quei commentatori eruditissimi in altre cose, ma che

Dante una canzone fatta in questa occasione; la quale

più lieto sonetto fatto in altra occasione, che egli

di personificare l'Amore in tutti questi versi, e

questi versi, e conchiude in prosa schietta, quasi prevedesse

parole da cotal vesta in guisa che avessero verace

nelle precedenti parole, venne, in tanta grazia delle genti

un fatto così consueto in così bella poesia come

cosa venuta ¶ Di cielo in terra a miracol mostrare

questa mia donna venne in tanta grazia, che non

mente, ¶ Che non sospiri in dolcezza d'amore.162 ¶ Povero

lo cui nome fue in grandissima reverenza nelle parole

soggiugnere, barbari coloro, che in questo interrompimento, in questa

che in questo interrompimento, in questa reminiscenza della Sacra

reminiscenza della Sacra Scrittura, in quel rassegnato ma venuto

stento «Signore della giustizia,» in quella gentile e che

di Maria stato frequente in bocca alla sua donna

cui, nati e vivuti in prosa, par falsità tutto

ciò che è detto in poesia, la quale non

intendono un dolore espresso in modo diverso dal loro

tutte le impressioni sofferte in quest'epoca fatale di

se n'è Beatrice in l'alto cielo ¶ Nel

questo che s'esprime in tal modo. ¶ Ma il

dubbio ciò che segue in essa. Scorsi due anni

sua donna,169 * e così in sull'ultimo del 1292, o

vista di questa donna in sì nuova condizione, che

che il core consentiva in lui, cioè nel mio

ragione mosso, e dicea in me: «Deh che pensiero

pensiero è questo, che in così vile modo mi

che tu se' fatto in tanto tribulamento d'Amore

solito, questi suoi combattimenti in varie poesie, delle quali

non la potea immaginare in atto alcuno se non

disputazioni dei filosofanti: sicchè in piccol tempo, forse di

fu cacciata, giace ¶ Giuso in Cieldauro,177 ed essa da

de' conforti di Dante in mezzo alla afflizione ed

Buti, lettore o professore in Pisa, e poi commentatore

Ghibellino or Guelfo, ma in cuore, probabilmente nè l

signore di Pisa. Ma in breve, come succede a

altro figliuol suo prigione in Genova dopo la Meloria

ed allora a confino in Asti. Giunto appena con

di sotto, e gittata in Arno la chiave dell

lui e di Dante in fare piccoli garzoni e

era certo potentissimo tuttavia in Pisa, e fu poi

e fu poi chiamato in Curia Romana a renderne

impressione si manifestasse poi in quella narrazione immortale, la

a memoria da tutti in Italia, noi qui la

giovane, quantunque brevissimamente fermatosi in Firenze, pare che fin

Colloca Dante l'amico in Paradiso tra gli spiriti

onde Tronto e Verde in mare sgorga. ¶ Fulgeami già

mare sgorga. ¶ Fulgeami già in fronte la corona ¶ Di

partitine appena, venne nuova in città, apparecchiarsi i Ghibellini

troncar loro la via in sulle terre di Siena

fino al 1287, s'era in quell'anno rivolta a

capo di parte Ghibellina in quel lato di Toscana

di Toscana, e fino in Romagna; e, secondo il

i Fiorentini, per andare in terra di nimici; e

franco ed esperto cavaliere in fatti d'arme, raunati

moriano, chè non era in uso di ucciderli. Ora

cavalli con le coltella in mano, e sbudellavangli: e

de' nimici furono messi in caccia, uccidendoli. I soldati

dì di San Barnaba, in uno luogo, che si

Compagni. Il Villani narra in modo concorde questa battaglia

stata a quei tempi in Italia. E su messer

Corso Donati, che pur in Dino si vedono aver

cosa li fu messa in grande pregio; et per

Lucchesi, ed altri forestieri in riserva, e con «comandamento

bella allora ed utile, in breve viziosa e perniciosissima

parte poi prendesse Dante in questa battaglia, è accennato

giovanili, continua dicendo: «Intantochè, in quella battaglia memorabile che

sicchè da quindi innanzi in niun luogo interi combatterono

Questa battaglia racconta Dante in una sua epistola, e

parole stesse di Dante in questa o in altra

Dante in questa o in altra epistola, dove, parlando

primo fatto d'arme in che si trovasse.* Ad

principio, e della allegrezza in fine della giornata. Gran

di Montefeltro. Caduto trafitto in Arno, il corpo di

sopra l'Ermo nasce in Apennino. ¶ Là 've 'l

Quell'umido vapor che in acqua riede, ¶ Tosto che

che 'l pregno aere in acqua si converse: ¶ La

Lo corpo mio gelato in su la foce ¶ Trovò

della vittoria, si rivolsero in agosto del medesimo anno

e sbigottito tra' vincitori, in quel luogo dell'Inferno

Inferno dove trovandosi egli in mezzo ai demonii, e

allora, o il fu in altra lingua ed altra

cherici; ma allora, almeno in Italia, anche dai secolari

dal tempo dei Carolingi in tutte quelle città, ove

riordinarono scuole; e così in Firenze fin dall'829, sotto

a Lotario imperadore.109 Quindi in Firenze stessa Dante imparò

dice poi teneramente: ¶ Chè in la mente m'è

quant'io l'abbo in grado, mentre io vivo

nato, non si sa in qual anno,* di nobil

esule così più anni in Francia, e probabilmente in

in Francia, e probabilmente in Parigi. Fece ivi in

in Parigi. Fece ivi in lingua volgare nostra parecchie

traduzioni da Cicerone; e in lingua d'oil il

altri Guelfi nel 1266, fecevi in versi e in nostro

fecevi in versi e in nostro volgare il Tesoretto

grande filosofo, sommo maestro in rettorica, tanto in ben

maestro in rettorica, tanto in ben saper dire, quanto

ben saper dire, quanto in ben dittare... Et fu

fu cominciatore et maestro in digrossare i Fiorentini, et

Fiorentini, et farli scorti in bene parlare, et in

in bene parlare, et in sapere giudicare et reggere

secondo la politica.112 » Vedesi in tutto, che fu il

lettere della generazione sua in Firenze. Ma qual differenza

primo di tali studii in Italia fu senza dubbio

Italia fu senza dubbio in Bologna, e sorse a

delle regalie, perdute così in giurisprudenza, vinte poi colle

dello studio di Bologna in altre città, vennero, come

gli altri più antichi in Italia; quelli di Padova

di Digesto; e sono in latino così grosso, che

Et dico vobis, quod in anno sequenti intendo docere

Benvenuto da Imola, che in verde età vacò alla

vacò alla filosofia naturale in Firenze, Bologna e Padova

nella sua educazione; quelle, in Firenze sotto Brunetto Latini

della dottrina di Dante in ciascuna di esse; ma

cortesia. ¶ Purg. XIV. ¶ Adunque, in questi studi severi, proseguiti

più famose d'Italia, in quegli altri tutto geniali

lieta città, e con in cuore quel gentile amore

al vivere onoratamente... Case in Firenze ebbe assai decenti

Bello suo consorto; possessioni in Camerata, e nella Piacentina

e nella Piacentina, e in piano di Ripoli; suppellettile

gli studi si racchiuse in ozio, nè privossi del

quelli che si nascondono in solitudine ed in ozio

nascondono in solitudine ed in ozio; ed io non

Pisa era rimasta ferma in sua fedeltà ghibellina. Ma

evo, e dalla quale in poi precipitò senza rialzarsi

pisana. Passò questa allora, in mare alla vincitrice Genova

mare alla vincitrice Genova, in Toscana alle vicine Lucca

capi di parte Guelfa in Toscana. Ma corsi così

e giudice di Gallura in Sardegna (si sa che

giudicati erano provincie pisane in quell'isola), si rivolse

stile volgare usato, anche in prosa, da Dante. Più

fu «rettorico perfetto, tanto in dittare e versificare, che

dittare e versificare, che in ringhiera parlare;» poichè questo

senza dubbio, il faceva in volgare.93 E così vedesi

volgare.93 E così vedesi in Dante quella differenza tra

che si ritrova poi in Petrarca, in Boccaccio, e

ritrova poi in Petrarca, in Boccaccio, e in tutti

Petrarca, in Boccaccio, e in tutti gli altri uomini

cioè persuaditori con ragioni in qualunque modo opportune e

de' Comuni, che raccolsero in leghe tante popolazioni fin

del Buondelmonte ed origine in Firenze delle parti Guelfa

da Vicenza, che nel 1233, in riva all'Adige presso

voce.94 L'eloquenza politica in lingua popolare nacque e

nacque e fiorì certamente in questi secoli; i quali

e Dante famoso allora in ambe, fu mediocrissimo nella

e ritraduzioni dal greco in arabo, e dall'arabo

arabo, e dall'arabo in latino barbaro; e che

tracce ne rimangono e in certe logiche le quali

appena imparate; e principalmente in certe forme di solenni

quali usate per esami, in quasi tutta Europa, non

que' maestri di logica in una di quelle arguzie

tali esercitazioni; chè addestratovi in gioventù, vedremo a luogo

come vi si dilettasse, in Napoli forse e in

in Napoli forse e in Verona, certo poi alla

studi di Dante, ma in che pure ei si

della dogana dei Pisani in Bugia di Barberia, dal

scienze sorte giù, dicesi, in Egitto ad uso dell

dell'agricoltura, risorgevano ora in Italia ad uso del

non mirava al cielo in poesia o in ispirito

cielo in poesia o in ispirito solamente; ma materialmente

moto universale d'oriente in occidente. Tutto ciò è

ma i periti ammirano in molti luoghi delle opere

travolto alle spalle; e in tutto un canto li

principali del suo tempo in Italia: ¶ Quell'altro, che

si meraviglierà fosse compresa in quegli studi, che a

paiono così diversi. Ma in questa, come in altre

Ma in questa, come in altre istituzioni del medio

È noto l'affaticarsi in ciò di Carlomagno, che

trasse cantori di Roma in Francia; e, a dir

salvano questo almeno; chè in qualunque arte, e massime

qualunque arte, e massime in questa così accostantesi a

quella virtù, la quale in tanti altri modi ci

Boccaccio. «Sommamente si dilettò in suoni e in canti

dilettò in suoni e in canti nella sua giovinezza

compagno al giubileo del 1300 in Roma, morto in quel

del 1300 in Roma, morto in quel romeaggio. ¶ E come

così essere stata messa in musica e cantata, com

accennato che la mettesse in musica Casella* stesso; e

Dante, e Dante stesso in quelle citazioni sembra cortesemente

trai miscredenti.74 Non trovo in che anno nascesse; ma

la parte Guelfa, misero in sospetto le famiglie così

coi loro contrari.75 E in tale sospetto, e forse

tale sospetto, e forse in tal realtà di Guelfo

dell'età ci mostrano in Guido uno di quegli

i quali risplendono naturalmente in gioventù nel cerchio degli

altrove,77 dice di lui in una novella, che: «oltre

contra «colui che forse in Firenze suo pari non

della sua città, e in quelle novelle antiche che

avrebbe fatto a starsene in sua casa.»80 Ma noi

casa.»80 Ma noi lasceremo in pace e lui e

nemico ed emulo suo in Firenze, ne parleremo poi

perciò gli parve primo in poesia; chè anche i

mi spira, noto, ed in quel modo ¶ Ch'ei

tenesse sè stesso. ¶ Imperciocchè, in un altro luogo del

Ch'alluminare è chiamata in Parisi? ¶ Frate, diss'egli

or suo, e mio in parte.83 ¶ Ben non sare

Com' poco il verde in su la cima dura

Fiorentino fino al 1286.86 Seguirono in breve Dino Compagni e

che gli fecce corona in patria. ¶ Bensì i nomi

se non prima, che in Grecia; non progredite poi

finalmente nel secolo XII, in tempi già vicini al

nostro assunto, elle rinascessero in Pisa, potentissima e ricchissima

non più a morire in fasce come l'antica

splendidissimo, e non cessato in Italia, e a diffondersi

e a diffondersi quindi in tutto il mondo moderno

mezzo il secolo XIII in Firenze. Dove, trascurando i

il ragionarne; ma vedesi in tutto, che ne furono

Apocalisse dipinte da Gioito in s. Chiara di Napoli

Ascesi... E sebbene Dante in questo tempo era morto

stesso, ci è ricordato in un luogo della Vita

taluni, quasi astro solitario in notte nuvolosa, o rigogliosa

nuvolosa, o rigogliosa pianta in deserto; chè queste sono

la città di Firenze in buono et pacifico stato

et pacifico stato, et in grande, tranquillo et utile

s'intendea se non in giuochi et in solazzi

non in giuochi et in solazzi, et balli di

et molti stromenti, stando in gioia et allegrezza, a

che mai si facesse in Firenze et in Toscana

facesse in Firenze et in Toscana. Alla quale corte

havea ne' detti tempi in Firenze da CCC cavalieri

come s'allevasse Dante in mezzo alla sorgente civiltà

nostra donata natura. Quindi in niuna età, niun uomo

che hanno saputo, ponendosi in mezzo, congiunger tutti gli

all'uso, e tenute in quel conto che si

Della rettorica, studiata pure in latino, vedremo esempi nelle

lettere di Dante, «tutte in latino con alto dittato

tutta la mia beatitudine in quello che non mi

rispondendo lei, dissi cotanto: In quelle parole che lodano

Poichè è tanta beatitudine in quelle parole che lodano

è la Canzone citata. In un luogo del suo

suo Poema, che avremo in breve occasione di recare

Diletti miei, or sofferite in pace ¶ Che vostra spene

la speranza dei beati.64 ¶ In questa risposta di Dio

languente salute di Beatrice. In secondo luogo, poi, è

anni della prima gioventù. In qual anno precisamente venisse

Dante, innamorato e poeta in sul compiere del suo

elemento germanico tanto più in ogni lingua, quanto più

le schiatte nuove stanziate in ogni paese, e così

e dell'XI. Ma in tutte queste lingue del

XI e XII scritte in Francia e fuori nelle

con un nome solo in due desinenze di Troveri

che fossero i troveri in lingua d'oil; fra

così quella lingua cantata in tutto il settentrione Romanzo

di Spagna, fiorenti allora in ogni sorta di lettere

di lettere e più in poesia, diede intanto maggior

canti de' trovatori, accolti in sul principio del secolo

e di Provenza. Così in questa lingua d'occa

Soverchiò tutti.67 ¶ Purg. XXVI. 118-119. ¶ In lingua provenzale poetarono non

del Purgatorio fa parlare in Provenzale quell'Arnaldo, e

quell'Arnaldo, e che in Provenzale scrisse poi una

canzone; Petrarca, che scrisse in questa non pochi versi

corte di Federico II in Puglia e Sicilia, e

Pacifico, seguace di lui in religione e poesia; ed

pur le arti, ed in somma la civiltà tutta

civiltà tutta, giunsero sì in Toscana più tardi forse

più tardi forse che in altre provincie italiane; ma

progressiva, per cui superarono in breve e l'Italia

o d'oil, e in somma tutto il mondo

di Dante, era prima in Sicilia e in Bologna

prima in Sicilia e in Bologna, e che di

e non causa, e in ogni modo non avrebbe

Toscana, e di Firenze in particolare; cioè in quella

Firenze in particolare; cioè in quella stessa tardità, che

stessa tardità, che abbiamo in lei notala, nel prender

aveano sfogata lor gioventù in quelle lotte; erano caduti

comunale quando non era in pronto la civiltà a

civiltà a trarne profitto; in Firenze compievasi quando era

fra le toscane, trovaronsi in quest'ultimo caso verso

solo, anzi nemmen primo in tempo, ei fu solamente

di Guillone, ¶ Di grido in grido pur lui dando

fama, e non che in Firenze o Toscana, ma

ma più lungi, fino in Sicilia, culla di tutte

che con lui corrispondendo in poesia, non altrimenti voleva

veder collocata con Beatrice in Paradiso. Nè fu questa

delle lettere, subito apparve in lui ingegno grandissimo, e

maestro, tutti Guelfi ripatriati, in città guelfa ab antico

di vedere l'effetto in lui di tali prime

TERZO. ¶ AMORE E POESIA, IN PUERIZIA E ADOLESCENZA. ¶ LA

libello giovanile; e protestò in fine, aver quindi avuto

di scendere ai particolari in che egli tanto si

una storia dell'amore in Italia, farebbe forse la

impietosire il Manzoni, mostra in qual disprezzo fosse caduta

virtù virili nè femminili in Italia, quando si trasferì

VII, e lo spinse in quella carriera di restaurazione

quella carriera di restaurazione, in che aiutato dal popolo

del sestiere, o vicinato, in che vivevano. Vedremo altrove

giovanissima etade si convenia. In quel punto dico veracemente

di maggio era allora in Firenze un lieto costume

contrade della città, e in distinte compagnie. Per la

Portinari, uomo assai orrevole in quei tempi tra' cittadini

assai più bella, apparve in questa festa, non credo

vestita di colore bianchissimo in mezzo di due gentili

quali erano famosi trovatori in quel tempo: e con

viene il dir presente, ¶ «In ciò che mi riscrivan

riscrivan suo parvente42 ¶ «Salute in lor signor, cioè Amore

Amor, tenendo ¶ «Mio core in mano, e nelle braccia

braccia avea ¶ «Donna avvolta in un drappo dormendo. ¶ «Poi

non solo il sonetto in risposta di Guido Cavalcanti

poeti di grido allora in Firenze. E vedesi fin

che può osservarsi poi in tutte anche le più

perdendosi il suo spirito in tali pensieri, «ei ne

pensieri, «ei ne venisse in sì frale e debole

Un giorno poi essendo in chiesa, e guardando la

piacevole aspetto che stava in mezzo credendo essere guardata

detta cittade, e andossi in paese molto lontano: perchè

sua nobiltate, ¶ «Mi pose in vita sì dolce e

Ond'io pover dimoro, ¶ «In guisa che dire mi

e si vede che in quegli anni corsi dal

giacere senza l'anima in mezzo di molte donne

della morte di quella, in guiderdone di ciò che

parleremo poi. Aggiugne, che in questo viaggio gli venne

ripatriando, così fece.49 «E in poco tempo la feci

sentite ed efficaci espressioni, in che non fu eguagliato

è da credere, che in questo mezzo cresciuta la

fatte a mezzo gennaio 1287, in che la giovane doveva

diversità de' tempi; e in quelli non erano insuete

quelli non erano insuete in poesia e in usi

insuete in poesia e in usi di cavalleria siffatte

fedele consiglio della ragione in quelle cose là ove

Beatrice negò d'allora in poi il saluto a

altre cominciàro ad attendere in vista la mia risponsione

che voi intendete, ed in quello dimorava la mia

LIBRO PRIMO. ¶ DANTE IN PATRIA. ¶ CAPO PRIMO. ¶ I

sommo Giove, ¶ Che fosti in terra per noi crocifisso

fai per alcun bene ¶ In tutto dall'accorger nostro

divina della poesia, o in quella così ardua della

studi, che ho tentata in più guise, ma che

di niun altro raccolse in sè l'ingegno, le

conte di Provenza disceso in Italia, giugneva a Roma

Italia quasi tutta, ed in particolare Firenze, di Ghibellina

particolare Firenze, di Ghibellina in Guelfa. ¶ Questi furono presagi

e trovando il sole in Gemini, predisse, secondo l

proprio ingegno; e giunto in Paradiso a quella costellazione

un figliuolo, lo quale in brevissimo tempo nutricandosi solo

già dal suo esercito in Roma, vi fu, il

con lui; e che in breve, o io manderò

o io manderò lui in inferno, o egli me

inferno, o egli me in paradiso. Combattevasi poi a

Manfredi, spronato il cavallo in mezzo alle schiere francesi

seppellito come scomunicato non in terra santa, ma in

in terra santa, ma in capo al ponte di

per Clemente, allora ¶ Avesse in Dio ben letta questa

corpo mio sarieno ancora ¶ In co' del ponte, presso

si rivolsero di Ghibelline in Guelfe. Pisa ghibellina diè

diè 30,000 lire per rimanere in pace. A Firenze poi

vi mandò d'anno in anno un suo vicario

speranze de' Ghibellini. Sopravviveva in Germania, negletto, impoverito, quasi

poi mantener tutta, scese in Italia sul finir del

della giornata, fu vinto in ultimo dalla riserva francese

e tenutovi più mesi in carcere ed in angoscia

mesi in carcere ed in angoscia, giudicato poi da

una gran minaccia caduta in nulla, la potenza Guelfa

e la tracotanza Angioina in tutta Italia. E tanto

forse queste ragioni tennesi in Germania, e mai non

e mai non iscese in Italia, dove così mancava

sua signoria di città in città, quasi per tutta

Provenza. Ma quindi ancora in tutte queste parti della

nel Regno, e massime in Sicilia, gli eccessi, le

del 1282. Seguinne d'ora in ora, di giorno in

in ora, di giorno in giorno, secondo che veniva

secondo che veniva arrivando in ogni luogo la gran

Ma distratti d'allora in poi gli Angioini dalla

e là. ¶ Non tuttavia in Firenze; che riammise sì

maggiorità, che è tutto in ogni sorta di governo

s'erano sì ordinati in arti, e sotto i

Priori, che d'allora in poi si chiamarono e

Signori. Così si compiè in Firenze la rivoluzione popolare

solo compiuta, ma corrotta in tirannia in molte altre

ma corrotta in tirannia in molte altre città d

le lettere meglio cresciute in lei, che nelle altre

poverissimo capo di parte in città. ¶ Dino Compagni fu

uno de' Priori cacciati in quel giorno; e per

Cancellieri, consigliando si mandassero in custodia a Carlo i

Manovelli per Gonfaloniere. Entrarono in uficio addì 11 novembre in

in uficio addì 11 novembre in vece de'cacciati, e

Rinucci, un ricco popolano, in villa a cui messer

i Bostichi, che prendevano in guardaterra i beni d

e collocavano gli uomini in casa loro in Mercato

uomini in casa loro in Mercato Nuovo, nel mezzo

Patto, pietà, nè mercè in niuno mai si trovò

furono ricevuti da' Neri in compagnia loro, solo per

emigrati sogliono precedere; ma in breve confondersi co' cacciati

congettura attribuirne l'onore in parte agli scaduti ambasciadori

partendo, la Città interdetta in mano loro, come l

lasciata l'anno innanzi in mano ai Bianchi. Chiaro

Firenze, et da venire in maggiore stato et pregio

et allegra vittoria hebbe in breve tempo doloroso principio

futuro abbassamento.»313 D'allora in poi, s'inasprirono più

Carlo andò per poco in Corte a Roma, o

tornato da Corte, raunò in Firenze uno consiglio segreto

case, e' beni pubblicò in comune per l'uficio

Sicilia; e Firenze rimase in mano de' Neri, principalmente

delle dette condanne trovasi in una lista intitolata «Condennaciones

licebat per leges etc. in lib. VIII m. per

tempo devastentur, et mittantur in commune; et si solverinti

pro bono pacis stent in exilio extra fines tuscie

quand'anche si trovassero in esso, dovett'essere accusa

tal venuta si trattasse in giugno-agosto 1300, sei mesi

congiura di Santa-Trinita, in che, secondo tutte le

anche vera, non sono in buona regola tenute per

ma l'accusa fattagliene in causa politica da contrarii

se alcuno dei predetti in qualunque tempo pervenga nella

interessanti. «Uscito, dunque, Dante in cotal maniera, di quella

son rammentati da Dante in parecchi luoghi della Divina

della Divina Commedia; ma in due principalmente. Il primo

ma l'ultimo verso in bocca di Dante parmi

argomenta.328 ¶ Molti han giustizia in cuor, ma tardi scocca

popol tuo l'ha in sommo della bocca. ¶ Molti

non può trovar posa in su le piume, ¶ Ma

ULTIMI AMORI DI DANTE IN PATRIA. ¶ (1292-1301). ¶ . . . . . . . . . . . . di mia natura

alla vita di lui in patria, senza che si

che senza meritar fede in ogni particolare, s'hanno

quegli richiesto e condannato in lire mille per lo

lo primo delitto, ed in altre mille per lo

un motteggio, e massime in tempi di Parti, che

alle vendette private, travisate in pubbliche. ¶ Del resto, la

fa anche meglio conoscere in una Novella, la quale

personaggi e delle brigate in mezzo a cui passò

In questo stante, furono in Firenze eletti i nuovi

vi si dà interamente in ciò che domanderete. ¶ «Partironsi

di Valois, che era in Corte, venisse in Firenze

era in Corte, venisse in Firenze; e fecesi il

disleale e cattivo, quantunque in apparenza paresse buono e

del loro Signore. ¶ «Giunti in Firenze, visitarono la Signoria

di Francia era venuto in Toscana solamente per metter

Molti dicitori si levarono in piè, affocati per dire

Valois fosse lasciato venire in Firenze come paciaro. Tutti

con più altri giudici in compagnia. Fu pregato il

che il popolo minuto in tal dì facea festa

che era e vicario in questo tempo. ¶ «La lettera

faceva. ¶ «Stando le cose in questi termini, a me

aggiugnere, che Carlo venne in Italia con parecchi conti

di Francia, di che, in mancanza di forze effettive

la situazione di lui in quest'anno, da noi

da lui altamente descritta in quella sublime poesia che

Gabrielli da Gubbio (che in breve vedremo podestà), Malatestino

non volle, e smontò in casa i Frescobaldi oltre

comune; recate i confinati in Città; e havea messer

messer Pazzino de' Pazzi in casa sua, che era

che era confinato, confidandosi in lui, che lo scampasse

scampasse, quando fosse tornato in istato.» Quindi, certo, il

che non si potea.300 ¶ In questo, ritornarono, restando Dante

questo, ritornarono, restando Dante in Roma, i due imbasciatori

credea potesse rimaner volontà in nessuno narrandogli le parole

Noffo Guidi.... e avea in uso, che le cose

che le cose faceva in segreto, biasimava, e in

in segreto, biasimava, e in palese ne biasimava i

ceppo e la mannaja in piazza per punire i

Noi habbiamo un signore in casa; il Papa è

pagati. Eglino aveano messo in ordine tutto ciò che

non ardivano mettersi gente in casa, perchè i Priori

facesse, e così teneano in paura amici e nemici

che noi gli demmo in guardia, diè l'entrata

messer Carlo alquanti dì in Firenze, si richiese il

e deliberata, et rimessa in lui la signoria et

di conservare, la città in pacifico et buono stato

a casa, che albergava in casa ai Frescobadi oltr

la Città fu tutta in gelosia et in sospetto

tutta in gelosia et in sospetto; et furono a

podere, abbarrandosi la Città in più parti. Ma a

che reggeano il Comune. In questo, messer Corso Donati

de' Cancellieri, ch'era in Firenze per lo Comune

senza contrasto fu messa in terra; et lui entrato

lui entrato dentro, schierato in su la piazza di

tornarsi a lor case.306 » In questa narrazione abbiamo incontrato

Onde scorgesi che buono in campo, come fu a

pur crebbe di giorno in giorno: per modo che

guelfa; e perchè questi in generale tenevansi per favoritori

fare si partirono. ¶ «Ritrovandomi in detto consiglio io Dino

spegnere scandalo e stare in pace. ¶ «Udito questo, m

per lo consiglio tenuto in Santa Trinita per fare

per lo consiglio tenuto in Santa Trinita; onde il

messer Simone furono condannati in grave pena.»286 Alle quali

la città del tutto in potere dei Bianchi.288 ¶ Ridussero

annunzio, ed odi ¶ Pistoja in pria di Neri si

avvenuto a Pistoja, avvenne in breve a Firenze. Era

e due uomini immaginosi in politica, intraprendenti, irrequieti; e

di poco, per fare in Toscana il paciero. Consentivano

facilmente. ¶ E corsane voce in Firenze, ne fu grande

le terre vicine, e in corte di Roma a

le parole falsamente dette in Firenze, che le punte

che la città tornava in mano de' Ghibellini, e

di Francia per andare in Cicilia contra Federigo d

lo volea fare paciaro in Toscana contro i discordanti

maliziose parole poterono più in lui che le vere

Pistoia, per farlo venire in isdegno co' Pistolesi; i