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esplorazioni verbali


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Pantaleo Carabellese, Il problema della filosofia in Kant, 1938

concordanze di «in»

nautoretestoannoconcordanza
1
1938
se stesso queste leggi, in modo che possa spogliarsene
2
1938
siano difficoltà e durezze in questa concezione kantiana dell
3
1938
kantiano può interpretarsi, proprio in una maniera opposta a
4
1938
mondo noumenico dell'essere in sè, anche se kantianamente
5
1938
è possibile la metafisica in generale? Kant parte ora
6
1938
è il mondo intelligibile in sè. Ciò già con
7
1938
parte la necessità che in ogni fede in qualche
8
1938
che in ogni fede in qualche modo ci sia
9
1938
tentata di esso, almeno in parte, una giustificazione razionale
10
1938
Egli tratta della realtà in sè (pag. 220) e cioè
11
1938
è il vero, sia in senso platonico, sia in
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1938
in senso platonico, sia in senso cristiano, sia come
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1938
cristiano, sia come cosa in sè kantiana. L'essere
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1938
può finire; l'essere in sè. La metafisica deve
15
1938
voler cogliere questa realtà in sè; se no, non
16
1938
possibile, non può attuarsi in nessuna esperienza di fatto
17
1938
concetto di mondo vissuto in esperienza. Ciò invece è
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1938
eleviamo a sostanziale cosa in sè. ¶ Così per l
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1938
la coesistenza di esseri in modo che uno non
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1938
forse questa comunanza nostra in quell'essere unico che
21
1938
foste riusciti ad individuare in un singolo questo comune
22
1938
qualche cosa che esiste in questa parola). Kant dice
23
1938
questa parola). Kant dice: in questo con - essere, essere
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1938
del fenomeno, non dell'in sè. Elevare a totalità
25
1938
che quello. ¶ La ragione, in questa sua dialettica naturale
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1938
distinguere il fenomeno dall'in sè; senza ragione saremmo
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1938
quale sia l'essere in sè, di cui sento
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1938
conosciamo; lanterne, l'essere in sè di cui la
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1938
scienza Kant ha messo in dubbio. ¶ Esigenza che già
30
1938
essere o no attuata in una scienza, ha il
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1938
troviamo di fatto costituita in modo innegabile (e cioè
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1938
del fenomeno; 2) affermare l'in sè in modo anche
33
1938
affermare l'in sè in modo anche più innegabile
34
1938
Kant soltanto a mettere in evidenza la debolezza, l
35
1938
ben altro: a mettere in evidenza la natura e
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1938
di affermare l'essere in sè, anche se si
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1938
naturali non sono essere in sè, e che l
38
1938
e che l'essere in sè c'è, ma
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1938
di conoscere, questi enti in sè: la condotta morale
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1938
metafisico del costume, inteso in senso morale e cioè
41
1938
se tale esigenza sia in qualche modo traducibile, organizzabile
42
1938
qualche modo traducibile, organizzabile in una scienza, e cioè
43
1938
una scienza, e cioè in una conoscenza sintetica apriori
44
1938
della filosofia, nel modo in cui egli l'ha
45
1938
sia una scienza? Kant in definitiva non risponde; e
46
1938
qual punto e specialmente in qual modo l'uso
47
1938
naturale con la realtà in sè. ¶ Dopo la critica
48
1938
ad ammettere l'essere in sè. E allora, dice
49
1938
voi dimostrate che è in circolo vizioso con la
50
1938
naturale. L'errore è in questo dualizzare. ¶ Kant invece
51
1938
di conoscere le cose in sè; ma esso ha
52
1938
cose quali si presentano; in base alla costituzione di
53
1938
sulla distinzione tra cose in sè e fenomeno. La
54
1938
l'aveva presentata Hume, in quanto elevava a necessità
55
1938
inquadramento della percezione empirica in questa possibilità dell'esperienza
56
1938
determiniamo l'anno solare in base ai movimenti della
57
1938
ragione noi non intendiamo in alcun modo la possibilità
58
1938
dell'argomentare di Kant in questo punto sono i
59
1938
devono tutti essere messi in dubbio se si dubita
60
1938
sulla distinzione fra cosa in sè e fenomeno e
61
1938
legge dell'essere, perchè in essa convergono molteplicità ed
62
1938
sperimento. La mia esperienza in genere è l'insieme
63
1938
e perciò appunto non in sè. La ragione vera
64
1938
lo sviluppo del kantismo in umanismo. Tale sviluppo è
65
1938
questi ad organizzare cose in sè, faremmo cosa arbitraria
66
1938
e non delle cose in sè. Sarebbe come voler
67
1938
al limite tra cose in sè e fenomeno: «Se
68
1938
causano», egli ha detto in base al principio di
69
1938
valgono per la realtà, in quanto costituiscono la possibilità
70
1938
essere riferiti a cose in sè, ma soltanto a
71
1938
supporre quasi una natura in sè accanto o sotto
72
1938
bisogna confondere la cosa in sè kantiana con una
73
1938
con una pretesa natura in sè, espressione che per
74
1938
la singolarità dei fatti in cui la legge si
75
1938
permettono appunto l'esperienza in atto. Donde e perchè
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1938
attuate le leggi naturali in fatti che compongono la
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1938
sarà poi ripreso, mettendosi in evidenza la contingenza delle
78
1938
schive di esperienza ed in questa loro purezza, in
79
1938
in questa loro purezza, in questa indipendenza dalla esperienza
80
1938
esse siano delle cose in sè, o almeno loro
81
1938
stessa necessità delle cose in sè. Quando invece possiamo
82
1938
sventare questa insidia, possiamo, in questa loro purezza, appunto
83
1938
ente intelligibile, la cosa in sè. Queste categorie, per
84
1938
ragione. Ha ragione specialmente in questo implicito annunziare così
85
1938
chiamare noumeni queste cose in sè, inattinte e inattingibili
86
1938
ci dà l'intelletto in contrapposto di quelle del
87
1938
idee. Così le cose in sè come noumeni sono
88
1938
noumeni sono l'essere in sè, secondo la scoperta
89
1938
come tale. L'essere in sè deve dirsi dunque
90
1938
mondo noumenico di cose in sè intelligibili deve dirsi
91
1938
non attinge l'essere in sè. Questo per l
92
1938
umano è soltanto fenomenico: in questo mondo del fenomeno
93
1938
esse (cioè delle cose in sè) non sia chiaramente
94
1938
perchè sono invece nessi in cui i fenomeni della
95
1938
perciò non è eterogenea, in quanto naturale, all'intelletto
96
1938
soggettivistico, che necessariamente finisce in un umanismo tutt'altro
97
1938
fa altro che determinare in generale, in una intuizione
98
1938
che determinare in generale, in una intuizione, il modo
99
1938
una intuizione, il modo in cui essa possa servire
100
1938
la subordinazione dell'intuizione, in cui consiste questo giudizio
101
1938
oggettività siamo alla coscienza in generale, che «così» (v
102
1938
cosa è questa coscienza in generale? Fino ad oggi
103
1938
concluso: con questa coscienza in generale Kant passa dall
104
1938
che falsifica la coscienza in generale di Kant e
105
1938
ammissione di un esse in re è cosciente; l
106
1938
è cosciente; l'esse in re e l'esse
107
1938
re e l'esse in mente (Obiekt e Gegenstand
108
1938
anche se li ammettiamo in modo diverso, e cerchiamo
109
1938
E allora la coscienza in generale di Kant sarà
110
1938
l'oggetto. La coscienza in generale di Kant non
111
1938
quale si riconosce che in questa coscienza, che pur
112
1938
fa altro che determinare in generale, in una intuizione
113
1938
che determinare in generale, in una intuizione, il modo
114
1938
una intuizione, il modo, in cui essa possa servire
115
1938
che concetti di intuizioni in generale». Essa significa che
116
1938
v. pag. 88), sono certo in un giudizio percettivo, e
117
1938
e solo così collegati in un giudizio oggettivamente valido
118
1938
sono «concetti di intuizione in generale», ovvero «si aggiungono
119
1938
e universale, cioè oggettiva, in cui sta l'intelletto
120
1938
e necessaria, li troveremo in essa; ma il trovarli
121
1938
essa; ma il trovarli in essa non solo non
122
1938
ma anzi ci mette in contatto con questa. Potremo
123
1938
Secondo Kant la coscienza in generale non ci indica
124
1938
nesso intimo della intuizione in generale, cioè il giudizio
125
1938
quanti sono i modi in cui la coscienza giudica
126
1938
sono tratte dalla coscienza in generale; ma, nella loro
127
1938
detta tavola dei giudizi in corrispondenza della tavola trascendentale
128
1938
realtà, riguardavano la cosa in sè (direbbe Kant); laddove
129
1938
sè (direbbe Kant); laddove in Kant le categorie sono
130
1938
dell'esserci la necessità, in quanto c'è oggettività
131
1938
l'umanità fosse concorde in una determinata esperienza, non
132
1938
intuire le cose esterne in quanto tali è lo
133
1938
le cose, è vederle in una data forma spaziale
134
1938
per il loro riviverle in questa intuizione interiore che
135
1938
delle mie intuizioni esterne). ¶ In questa intuizione interiore che
136
1938
intellettivi puri, i quali in tale vita acquistano quel
137
1938
categorie, i concetti puri in atto, sono anche principi
138
1938
distingue i principi fisiologici in principi matematici e in
139
1938
in principi matematici e in principi dinamici; questi ultimi
140
1938
di tale nesso. Siamo in un circolo: la causalità
141
1938
Questo circolo Hume mette in evidenza e contesta quindi
142
1938
no, e noi trasformiamo in causalità il prima e
143
1938
sostanziale e non soltanto in quello causale c'è
144
1938
che ci sia circolo in ogni nesso necessario che
145
1938
è un esistente. Ma in quanto in questo esistente
146
1938
esistente. Ma in quanto in questo esistente conviene tal
147
1938
tal universale giudizio, anzi in quanto tal universale giudizio
148
1938
Ci sono tanti motivi in cui si sente questa
149
1938
l'inconoscibilità della cosa in sè come tale; inconoscibilità
150
1938
l'inconoscibilità della cosa in sè si risolverebbe (e
151
1938
così è stata intesa) in una pura negazione che
152
1938
kantiano, e che è in se stessa un assurdo
153
1938
necessario; e la cosa in sè come noumeno non
154
1938
far andare la cosa in sè kantiana, ed avremo
155
1938
problema. ¶ XI ¶ LA COSCIENZA IN GENERALE ¶ COME OGGETTI VITÀ
156
1938
L'oggettività della coscienza in generale. Il concetto puro
157
1938
non conosciamo l'oggetto in sè, pure, quando consideriamo
158
1938
Obiekt) rimane sempre sconosciuto in sè, ma quando il
159
1938
e cioè dall'Obiekt = in sè) son date alla
160
1938
questo al suo limite, in cui il conoscere nasce
161
1938
nasce dall'esistere; ma in tal primo grado del
162
1938
c'è, secondo Kant, in nessun conoscere) divenuto fenomeno
163
1938
col concetto di cosa in sè. Ma in questa
164
1938
cosa in sè. Ma in questa abbiamo quasi riguardo
165
1938
è lo scolastico esse in re. Ma abbiamo visto
166
1938
questo Obiekt reale ha in qualche modo (col fenomeno
167
1938
trasformare il fenomeno intuito in Gegenstand. Perciò questo è
168
1938
Obiekt (è la cosa in sè realistica). Gegenstand è
169
1938
Per quanto l'oggetto in sè non sia conosciuto
170
1938
conosciuto, proprio perchè sia in sè, pure io, con
171
1938
questo scindersi della coscienza in due aspetti e trovare
172
1938
propria unità concreta proprio in questa duplicità di aspetti
173
1938
concetto che si risolve in note, in questa unità
174
1938
si risolve in note, in questa unità solida del
175
1938
giudizio; quelle ci sono in quanto attribuiamo questi predicati
176
1938
a quella cosa, cioè in quanto formuliamo il giudizio
177
1938
questo concetto non abbia in sè, non sia anche
178
1938
perciò l'intelletto proprio in quanto facoltà del concepire
179
1938
appartiene soltanto ai sensi. In secondo luogo poi vi
180
1938
giudicare può essere duplice: in primo luogo confronto le
181
1938
soltanto e le collego in una coscienza del mio
182
1938
del mio stato, oppure, in secondo luogo, le collego
183
1938
secondo luogo, le collego in una coscienza in generale
184
1938
collego in una coscienza in generale» (p. 86-87). ¶ Osserviamo il
185
1938
secondo Kant, si risolve in rappresentazioni. Opinione tradizionale rinverdita
186
1938
un assurdo; saremmo sempre in un mondo rappresentativo, quello
187
1938
soltanto di rappresentare. Svanirebbe, in quanto assolutamente assente, il
188
1938
percezione consiste nella coscienza in quanto puramente soggettiva, puramente
189
1938
delle percezioni e collegarle in una coscienza per mezzo
190
1938
una necessità del giudizio, in forza delle quali soltanto
191
1938
bastano. Fin che sto in questo stato soggettivo, ho
192
1938
rappresentazioni sensibili, non sono in quella ordinata connessione, che
193
1938
anche per questa natura in cui viviamo. Tale natura
194
1938
saranno leggi delle cose in sè? Kant dice: in
195
1938
in sè? Kant dice: in tale caso noi non
196
1938
leggi costitutive delle cose in sè non potremmo avere
197
1938
potremmo chiuderci nel pensante in quanto pensante come pur
198
1938
essa concernesse le cose in sè; ma la legalità
199
1938
non è delle cose in sè. ¶ Queste cose che
200
1938
possono essere le cose in sè. ¶ Nel paragr. 15 (pag
201
1938
non possano essere cose in sè, pure sono collegate
202
1938
sè, pure sono collegate in leggi (questo loro collegamento
203
1938
problema. ¶ La fisica sperimentale, in quanto dipendente dall'esperienza
204
1938
legalità delle cose esistenti; in tale concetto l'elemento
205
1938
dovesse riguardare le cose in sè non la conosceremmo
206
1938
conoscenza originaria al punto in cui l'attività del
207
1938
qualche cosa di esistente in natura. ¶ Abbiamo così determinato
208
1938
di materialità (oggetti esistenti in natura) di fronte alla
209
1938
investa la legalità, ma in effetto questa, in quanto
210
1938
ma in effetto questa, in quanto è nesso di
211
1938
da fare con cose in sè (le proprietà di
212
1938
suo criticismo: queste cose in sè hanno una loro
213
1938
problema puro della esperienza in generale. ¶ È la grande
214
1938
sia posto più profondamente in accordo con se stesso
215
1938
se stesso e così, in genere, in tutta la
216
1938
e così, in genere, in tutta la storia del
217
1938
simpliciter che c'è in tutti i giudizi definitori
218
1938
l'esperienza anche se in questa non si può
219
1938
cosa che c'è in quelli di esperienza e
220
1938
pag. 82): «I giudizi empirici, in quanto hanno una validità
221
1938
nesso logico della percezione in un soggetto pensante» (nesso
222
1938
soggetto pensante» (nesso non in senso di giudizio intellettivo
223
1938
psichica). Per Rosmini, superiore in questo a Kant, la
224
1938
già che noi viviamo in una natura la quale
225
1938
una natura la quale in tanto è per noi
226
1938
per noi quella natura in cui viviamo, in quanto
227
1938
natura in cui viviamo, in quanto è legalità di
228
1938
risultare esistenti se non in quel sentire, che, abbiamo
229
1938
la facoltà del conoscere in quanto ci mette in
230
1938
in quanto ci mette in rapporto con l'esistenza
231
1938
nel senso e cioè in quella pseudo conoscenza che
232
1938
che come tale ha in sè l'empirico, è
233
1938
L'esperienza si ha in quanto la realtà intuita
234
1938
per altri. L'intuizione, in quanto tale, è mia
235
1938
da uno stato soggettivo, in cui è chiuso in
236
1938
in cui è chiuso in se stesso, alla determinazione
237
1938
che io sono chiuso in me davanti alla percezione
238
1938
questo tavolo si risolverebbe in ciascuno di noi e
239
1938
neppure ciascuno di noi). In tanto è possibile questo
240
1938
non arbitrario consentimento universale in quanto c'è un
241
1938
kantiana apriori del senso: in fondo il concetto kantiano
242
1938
di risolvere il problema in due parole. Ricordiamo soltanto
243
1938
di sentire e intendere in Kant è innegabile. Forma
244
1938
e materia) c'è, in ogni conoscere e quindi
245
1938
conoscere e quindi anche in quello intuitivo (senso), la
246
1938
l'intuire come intuire, in quanto non possiamo non
247
1938
che sente il mondo in cui vive. Ecco la
248
1938
che costituisce la matematica, in quanto è intuire apriori
249
1938
e tempo non fossero in nessun modo, le matematiche
250
1938
essi fossero comunque cose in sè o loro appartenenze
251
1938
sinteticità che si risolve in quella sinteticità apriori, che
252
1938
nel senso di indipendentemente), in quanto cioè proprio essa
253
1938
non può riguardare l'in sè della realtà, proprio
254
1938
matematica investa le cose in sè: in questo tentativo
255
1938
le cose in sè: in questo tentativo sarebbe perduto
256
1938
spazio fosse qualche cosa in sè o fosse delle
257
1938
o fosse delle cose in sè, ciò non potrebbe
258
1938
sentire puro, ma solo in quanto esso è anche
259
1938
pag. 64) Kant risponde mettendo in evidenza che questo identificare
260
1938
problematico (che metta cioè in dubbio l'effettiva esistenza
261
1938
effettiva esistenza delle cose in sè – Cartesio –) nè sognante
262
1938
è costituita la cosa in sè, io non la
263
1938
che il mio conoscere in esso ha origine da
264
1938
io stesso senziente, cioè in questa essenza da me
265
1938
richiede la cosa esistente in sè al di sotto
266
1938
il sentire dobbiamo considerare in quella imprescindibile unità col
267
1938
Il sentire al limite in cui si origina la
268
1938
essenza delle cose considerate in loro stesse; ma il
269
1938
io conosco, pur esista in sè, perchè altrimenti non
270
1938
parte ha l'uomo in quanto senziente, e dall
271
1938
ha la realtà stessa, in quanto deve risultare al
272
1938
il quale perciò e in ciò è fatto senziente
273
1938
stato abolito dal Leibniz. ¶ In Cartesio il sentire è
274
1938
c'è cogito. Pure in questo si constata di
275
1938
ma soltanto c'è in esso. Questo sentire, con
276
1938
che c'è anche in Cartesio, dice: il sentire
277
1938
la sola differenza che in una la rappresentazione è
278
1938
realistica del sentire persistente in Cartesio nonostante il suo
279
1938
ci porta al punto in cui il conoscere deve
280
1938
è dunque il conoscere in questo suo essere originato
281
1938
originare la propria conoscenza in questo innesto dell'esistenza
282
1938
questa loro essenza (idealistica in quanto a me risultante
283
1938
della obbiezione che metta in dubbio il carattere realistico
284
1938
non appartenenza alle cose in sè; sua intuitività pura
285
1938
la realtà naturale siano in sè (paragr. 14). Concetto formale
286
1938
questo però il mondo in cui viviamo, un complessissimo
287
1938
è quanto diciamo natura, in questa sentiamo di vivere
288
1938
vivere e non soltanto in un acausale mondo di
289
1938
per Kant si presenta in questi termini: Non può
290
1938
Questa domanda al punto in cui Kant inserisce l
291
1938
Kant viene da Hume. ¶ In quale modo questa scienza
292
1938
nasce da Hume, e in che cosa essa consiste
293
1938
a lui soltanto proprio in quanto conoscente; è, diremmo
294
1938
col mondo dei fatti. In questo credere alla imprescindibilità
295
1938
fonda il suo scetticismo. In fondo egli dice: io
296
1938
mia conoscenza. ¶ Kant accetta in pieno la «prova irrefutabile
297
1938
di questo logo proprio in quanto riassume ed esprime
298
1938
cosa dato dall'essere in quanto tale. Non si
299
1938
inerenza del soggetto conoscente in questo essere oggettivo. Aver
300
1938
scienza che ne affronti in pieno la difficoltà, è
301
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la logica trascendentale kantiana; in ciò essa si differenzia
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la quale soltanto sarà in grado di dirci se
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osservano un prudente silenzio, in questioni di metafisica parlano
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ragione di questo salire in cattedra di tanti, di
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rimane l'unico faro in quell'«oceano senza sponda
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come esigenza spirituale umana in Kant non è mai
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della metafisica come scienza, in quanto essa non è
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scettico riguardo alla scienza in generale: concetto problematico della
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il «come» della scienza in generale e poi vedere
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pensiero, non sarebbe conoscenza, in quanto non riguarderebbe la
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questa distinzione dei giudizi in analitici e sintetici non
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corpo esteso è innato? In tal caso saremmo alla
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costitutiva delle singole cose in quanto tali. Questa unificazione
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per poterla poi ricostruire in sintesi? Così la sintesi
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è fantasticare, nè chiudersi in un mondo di relazioni
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stanno. Perciò il conoscere in generale deve essere sintetico
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e ci si porrà in condizione di intendere la
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del problema della metafisica in quanto scienza, sapremo quello
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a Kant si attuava in questa sua concretezza. Kant
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trascendentale è la conoscenza in quanto ha a suo
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della ragione» perchè solo in tal caso è universale
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analitica, perchè si risolve in relazioni tra idee. Per
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della conoscenza si divide in due sfere: relazioni tra
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cose come tali; ora in tale conoscenza reale non
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asseverano con necessità, ma, in coerenza della affermata loro
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differenza del sapere filosofico: in filosofia troveremo sempre un
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vita stessa del concetto in quanto nesso giudicativo; la
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giudicativo; la filosoficità sta in questo discorrere il concetto
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dell'inseità (l'essere in sè della cosa) dal
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dal fenomeno: la cosa in sè non è il
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l'intuizione della cosa in sè, ma solo del
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nostro atto di conoscenza in genere, nel quale si
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è lo stesso conoscere in quanto tale. E quindi
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fenomeno e fenomenizzare. ¶ Io, in quanto intuente geometricamente, sono
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due aspetti). ¶ La intuizione, in generale, pare la negazione
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loro concretezza, deve esserci in noi un intuire; orbene
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problema interno della filosofia in Kant, riassumendo il risultato
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diligente scolara, e raccolse, in ampio sommario, le lezioni
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sottintesi, qualche volta cadente in ripetizioni, spesso accentuante punti
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studio, a casa o in iscuola, da queste lezioni
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CONTEMPORANEA NEGAZIONE ¶ DELLA FILOSOFIA IN ITALIA ¶ L'universalità della
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filosofie più note, oggi, in Italia: a) la filosofia
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e b) è che in a) è il filosofo
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conseguenza del suo filosofare; in b) è invece qualche
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e superante le epoche in cui questa si concreta
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deve occuparsi dell'essere in quanto essere). ¶ Messi di
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universalità nei filosofi, e in questi soli, i non
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inutile», dicono che essi, in un loro incomprensibile gergo
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veramente i non pensanti! In determinate contingenze storiche i
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negazione della filosofia, proprio in quanto non sanno risolvere
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quel che oggi avviene in Italia da parte dei
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sopraccennati indirizzi: ed è, in definitiva, da una parte
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Tutto, quindi, si risolve in una forma larvata di
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che vivano queste nozioni in una sintesi attiva di
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scienza speculativa (come oggi in Italia) si accorge allora
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punto di vista soggettivo. ¶ In breve, nella contemporanea contingenza
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far negare la filosofia, in quanto l'uno dei
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è stata fatta esplicitamente in Italia. Sintomo del precorrere
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negazione della filosofia fatta in sede filosofica in Italia
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fatta in sede filosofica in Italia è la febbre
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come lo squadrismo fascista, in pieno regime parlamentare, fu
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il parlamentarismo (e cioè in fondo soggettivismo) scopo a
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gran voce suggerisce, rifugiarci in una precritica filosofia realistica
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il problema dell'essere in sè; che cioè si
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filosofia come specifico sapere in aperta negazione di essa
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lo ha messo esplicitamente in evidenza, colui che ha
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verità data dalla fede. In questi atteggiamenti non ci
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conoscenza, che da Cartesio in poi caratterizza la filosofia
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è conoscenza universale (ciò in cui tutti conveniamo) e
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conveniamo) e necessaria (ciò in cui tutti dobbiamo convenire
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sono proprio come scienze, in quanto sono conoscenze universali
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Critica della ragion pura. (In una recensione di detta
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quell'equivoco, oggi tanto in vigore, per cui si
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sia possibile. Kant mette in dubbio la esistenza della
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sembri: l'uno, mettendo in evidenza i difetti dell
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passa alla filosofia, portando in questa l'abito dello
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quindi come a disagio in nozioni filosofiche pronte a
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positive viene alla filosofia in cerca di più profonda
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significa quindi anche mettere in dubbio la sua realtà
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realtà di scienza. Mettere in dubbio la sua realtà
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proprio per poter mettere in dubbio la sua scientificità
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filosofica. ¶ Come è nata in Kant l'esigenza di
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altri? Come è nata in lui la scoperta di
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così questa ci sfugge in modo assoluto nel campo
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una metafisica dell'essere in sè, che, non potendo
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essere scienza dell'essere in sè, perchè questo in
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in sè, perchè questo in tale scienza diverrebbe natura
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è infatti un essere in sè a cui siamo
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io raggiungo quell'essere in sè, che affermo col
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possa raggiungere l'essere in sè, il regno dei
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si limita a mettere in evidenza che solo la
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niuno avrebbe potuto più in alcun modo mettere in
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in alcun modo mettere in dubbio o variare dissentendone
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vedere se da me in poi ci possa essere
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non è solo stringere, in un atto logico, enti
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sua esigenza, afferma l'in sè e vuol coglierlo
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apriorità sintetica dell'essere in sè nella coscienza umana
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umana? Kant non è in condizione di poter risolvere
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conoscere, dell'esistere solo in quanto fenomeno; e dall
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e ricerca dell'essere in sè. ¶ Questa impossibilità fu
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il concetto di critica in qualche modo vogliamo conservare
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qualche modo vogliamo conservare. In tanto è possibile la
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il conoscere del conoscere) in quanto c'è il
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spiega quindi il dogmatismo, in cui l'idealismo, che
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possa essere la filosofia in una coscienza che investe
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investe la realtà e in una realtà che investe
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merito di aver messo in chiaro. Ridurre la filosofia
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essere puro, verso l'in sè, verso l'Assoluto
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bisogno4 essa deve risolversi in uno sforzo e cioè
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uno sforzo e cioè in una continua affermazione del
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Dio, problema perciò che, in filosofia, nel momento in
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in filosofia, nel momento in cui riceve una soluzione
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una soluzione, si riapre in un nuovo problema. ¶ Occorre
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quello oggettivo dell'essere in sè, in quanto questo
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dell'essere in sè, in quanto questo si chiarisce