parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Catena Fiorello, Picciridda, 2006

concordanze di «io»

nautoretestoannoconcordanza
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mi diceva così. E io ci credevo. ¶ Un forte
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troppo male. Non fui io a decidere, per esempio
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nello stesso giorno. Ma io pensavo, forse commettendo un
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quel primo marito. Comunque, io la vedevo sicura dei
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fu deciso che fossi io il capro espiatorio da
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Alla stazione c’eravamo io, la nonna, la zia
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cui i miei partirono, io non mangiavo ossa di
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Sarei stata beneficiata anche io da quel miracolo desiderabile
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era troppo doloroso. Ma io avevo necessità di sentirla
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un distacco così struggente. Io mi serrai la bocca
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venne a mancare, e io non volli perdonarglielo. Mi
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treno si allontanò, e io voltai lo sguardo prima
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avevano offerto – o meglio, io non avevo deciso niente
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parte della loro importanza. Io, quella sera, riuscii nel
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parlare, parlare e parlare, io mi attorcigliai intorno a
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allora, cosa dovrei dire io? Ho perso una figlia
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minori, quei segreti che io non dovevo sapere, ma
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saluti alla stazione, sia io che la nonna ci
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di noi aveva fame. Io per i miei pensieri
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per farsi sentire meglio. ¶ Io le prestavo attenzione a
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a difendersi da sola. Io invece, un padre ce
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finito di cenare, ed io di mettere a posto
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fare-e-dire-tutto, io giuravo a me stessa
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forze, non ci pensi. Io ero così bella e
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mi sparlavano dietro. Ma io proseguivo dritta e non
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giovane». «E secondo te io quando mi fidanzerò, nonna
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aveva commentato la nonna. «Io mi sono spezzata la
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di latte da quando io e Pietro eravamo venuti
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divenuta un’abitudine consolidata. Io e la nonna ci
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quest’aria da funerale. Io lo so perché ti
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a fare la stupida, io gli telefono subito e
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Camminando a passo svelto io pensavo solo a loro
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vissuta da spettatrice forzata, io non avevo potuto fare
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Non vi preoccupate. Adesso io e Cettina ne parliamo
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confronti della nonna, che io non mi allontanassi troppo
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mollo nell’acqua gelata io ero veramente felice. Non
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e mentre le annaffiavo io ci parlavo, perché mia
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non cruenta, eravamo rimaste io e lei. ¶ La casa
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che ora usavo solo io, ma che in realtà
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assaggiarlo. Messa alle strette, io fingevo di masticare, ma
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impregnati di naftalina. ¶ Anche io avrei voluto godere di
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biglietti del treno. E io e Pietro? Anche noi
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carezza. Almeno così pensavo io, convinta che costui conoscesse
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drin-drin giunse mentre io ero fuori casa. Proprio
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sorrise. Poi, senza che io me lo aspettassi, mi
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asciugava le lacrime, e io stentavo a crederci. Quella
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della nostra sfortuna, ma io con qualcuno dovevo pur
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ne andava in letargo, io mi preparavo per il
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ore… ¶ La salutai anche io sorridendo. Nonostante tutto, ero
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e le penne. ¶ «Ma io vorrei conoscere i tuoi
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dopo.» ¶ Ed ecco che io avevo trovato la giusta
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bambina-vecchia ancora parlava, io feci la conoscenza della
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note, pause e misure. Io con la Pizzitto sognavo
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azzannavo il panino anch’io, ma ascoltando con attenzione
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il riposino del pomeriggio. ¶ Io, proprio a quell’ora
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da una notizia, ma io, per tutta risposta, fingevo
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gesso sulla strada, e io che avevo le gambe
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per la lontananza. E io in quelle tragedie mi
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colluso con gente ignobile. ¶ Io avevo le mie idee
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solo dirle: “Zia Pina, io non so quale sia
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sacco di arie, ma io cercavo di evitarle come
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bollito, topo di fogna. Io usavo la fantasia senza
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verso la meta. E io la aspettavo a casa
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che mi aveva offesa. Io risposi che non potevo
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del suo compleanno, e io volevo illudermi che lo
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è solo nostro. Tanto io la doccia me la
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una fabbrica di porcellane. ¶ Io invece lavoro in un
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per l’inverno, invece io volevo costruire una cuccia
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anima semplice» le dicevo io. «Basta mettersi al loro
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convincerla della mia tesi. «Io si putissi le ammezzerei
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il fuoco delle passioni, io e la nonna, qualche
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contenta lei ora piangevo io. ¶ Quella maledetta casa, da
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novene sulla proprietà. ¶ Ma io di quella casa non
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il miracolo si compisse, io mi guardavo intorno per
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gola e aveva proseguito: «Io e tua madre siamo
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studiare (ma studiavo solo io) o guardare la gente
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il ricamo. ¶ E poi, io conoscevo bene la sua
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alla porta di casa. ¶ Io ero nel pieno dei
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momento, mi alzai anch’io, come se il morto
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qualche modo era così. Io non sarei rimasta a
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essere riconosciuto, le dicevo io per stuzzicarla. ¶ Quando le
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piano mi convincevo anche io che attraverso le poesie
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ti veni ’a frevi!». ¶ Io un po’ ci credevo
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arrabbia senza motivo, ma io faccio il possibile per
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mia, ma dei pidocchi. Io non li ho presi
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Non so perché, ma io non voglio più tanto
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mi cerca più, nemmeno io la cerco. Peggio per
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è fatta il bagno, io la volevo aiutare ma
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allora non ho insistito. ¶ Io e la nonna abbiamo
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senza impazzire. Ora sono io che gli porto il
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Giochi della Gioventù. ¶ Mamma, io a proposito di Natale
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non so cosa pensare. Io credevo che venivate verso
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una risposta certa. ¶ Ma io non posso aspettare fino
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e che sono carina. Io non ci credo, però
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e anche quella volta io non c’ero perché
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come va a scuola. Io gli ho risposto che
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ci vogliono bene. E io ti faccio pure un
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perché di quelle lacrime, io rispondevo che avevo mal
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sola anche a Natale. ¶ Io non te l’ho
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di andare in Germania, io non ero nei vostri
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Pensi che solo perché io sono più grande, sopporto
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Non lo so, mamma, io questa storia della vostra
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niente fosse. ¶ E allora io mi chiedo: perché devo
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le braccia e stiracchiarmi. ¶ Io e Rita: la nostra
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me, mentre ti divertivi? Io ti faccio diventare viola
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quando non ti chiamo io!» ¶ All’improvviso tutti i
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Ci eravamo salvati solo io e due gatti, riuscendo
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una casa sulla collina. Io piangevo, perché non vedevo
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del giorno prima. ¶ E io, una volta appresa quella
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famiglia aveva dei parenti. ¶ Io mi ero ripromessa di
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cominciai a pregare anche io. Non avevo offeso nessuno
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uniche due presenze lì, io e lei. E lei
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per essere sincero (e io sapevo riconoscere d’istinto
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dicendo il minimo: «Anch’io ho poche informazioni, mi
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il mio repertorio. Anch’io ero pronta. Sembrava di
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televisione era dei democristiani. Io non capivo cosa volesse
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Romita, Nostro Ministro, Nostro. ¶ Io invece conoscevo solo la
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al riguardo, e anche io), e nonostante la sua
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svolto sin lì. E io, che anche nel tumulto
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delle nuove informazioni e io ritornavo a sperare. ¶ Le
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Di quel suo ricovero io avevo saputo poco e
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dei suoi lunghi patimenti, io rimanevo zitta. ¶ Ci eravamo
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Tuttavia il suo malessere io l’avevo assorbito dentro
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ti ho chiamata mocciosa, io ti voglio bene. Non
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giudicarmi, te ne prego. Io quell’uomo lo amo
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quante volte ho pianto io in silenzio? Tante! Ma
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la sorte dicendo tanto-io-lo-so-che-non
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nervoso. Se fosse così, io già sarei al camposanto
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scrittu». ¶ Il destino. Già, io ci credevo. ¶ Adesso si
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loro ci siamo pure io e mia madre, che
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la voce spezzata, aggiunse: «Io proprio di niente mi
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richieste. ¶ In quelle occasioni io cercavo la compagnia di
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più divertenti. Per esempio, io adoravo pettinarmi i capelli
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fotografie all’interno, e io le stavo accanto per
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prego, non fare così. Io, tuo padre e Pietro
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il mio consenso, ma io le risposi oramai disinteressata
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la sentenza definitiva. Ma io una condanna tanto dura
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per volermi giustificare, ma io in quei cassetti m
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sua presunta cattiveria. Ma io sapevo benissimo chi era
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il suo turno, e io, che mi annoiavo a
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entrava me matri… Picchì io di ’sti cosi non
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notte. Nonna, state tranquilla, io so che presto lo
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sempre del voi, mentre io mi ero conquistato quel
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tia, chi so’ trappuli, io la storpio! Ora, tu
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tranquilla, che ci vado io a ritiràri ’u paccu
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con tutta se stessa. Io, di contro, a stento
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risponde: così e così. ¶ Io ho paura di stare
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vuole comandare sempre lei? Io invece il regalo vostro
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potremmo correre all’infinito. Io starei sempre senza scarpe
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devono lavorare. Pazienza, aspetteremo. ¶ Io e la nonna siamo
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se so già che io aspetterò solo la telefonata
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pizzico di autoindulgenza aggiunse: «Io lavoro dalla mattina alla
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per parcheggiare l’auto, io mi offrii di accompagnarlo
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via del ritorno, mentre io e lo zio camminavamo
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dai propri genitori. Solo io ero quella sempre sola
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volontà di stare insieme. ¶ Io tra l’addome e
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e del meno. ¶ Fui io a ricevere l’onore
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emozionarmi troppo. ¶ Mangiai anche io la mia fetta di
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per andare a messa, io supplicai la nonna di
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Natale. ¶ All’ora prefissata, io e la nonna ci
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di me. ¶ Piangeva, ma io evitai di seguirla per
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ad altri lì, e io insieme ad altri qui
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più tornata a scuola. Io ti mandavo i saluti
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respiri era meglio evitarli. Io rimasi ad aspettarla seduta
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denti battevano senza che io riuscissi a fermarli. Il
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proprio. Quella felicità che io mi auguravo di potermi
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giro di fianchi, e io ti avevo persa di
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la testa. ¶ E comunque io, pur nella sua rinuncia
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come una filastrocca, e io non volevo vederti ridotta
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meno in giro, ma io lo sapevo che stavi
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Per ultima c’ero io, che aspettavo sempre allo
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a un certo punto. Io mi facevo coraggio nascondendomi
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passione sacra della Generala). Io scelsi un chinotto. Quel
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un caffè. ¶ «Lo faccio io!», urlai per prima. Volevo
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conseguite domande estenuanti. E io, che detestavo i punti
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eccome. Avevo provato anche io la stessa rabbia quando
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in sospeso tempo prima. ¶ Io, allora, mi ero illusa
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lo sai però che io parru pocu. Sono passati
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casa si svacànta, e io divento triste, come succede
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pure con te. Ancora io non so se soffro
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per rompere un matrimonio. Io dico che è follia
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dire cose diverse. E io, alla vita, gli schiaffi
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hai solo difetti. Anzi, io ti pi tia stravìdu
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t’ammucci ’na spiaggia, io non posso fare finta
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a nessuno di compatirti. Io so quanto si tristi
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ma è giusto così. Io non sono ’na picciridda
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uomo meraviglioso. E anche io ne parlavo, e ne
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giovane, sana e ricca. Io ero giovane e sana
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mondo un bastardo. Ma io sapevo la verità, ovvero
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ti sto confidando, e io gli ho sempre garantito
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siamo stati noi due, io e il debole Salvatore
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di quella brutta parola, io te le ho suonate
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che mi rispettano tutte. Io per le colleghe tedesche
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l’ho imparata anche io. È difficile, ma non
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lungomare, c’eravamo anche io e la zia Franca
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Sull’intervento di Dio, io avevo la mia idea
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Vienimi in sogno, magari. Io ti aspetto. ¶ Nora ¶ Non
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potuto, l’avrei cercato io un uomo per lei
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clienti!», «Sbrigati, ca macari io vogghiu diri quacchi cosa
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ogni telefonata, e che io detestavo, avendo il desiderio
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parole si susseguono, e io le voglio rivivere con
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dicendo parole affettuose, e io avevo ancora tanto da
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mio brodo. Non che io fossi una veggente, ma
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abito appariva grigio, ma io sapevo, per averlo visto
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a tua madre che io sentivo la tua presenza
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poca voglia di studiare. Io mi impegnavo al massimo
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scorticava l’anima, ma io proprio quel giorno mi
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più piccolo di me, io con lui mi divertivo
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n’era accorto spiandola. ¶ Io non avevo voluto tradire
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farsi troppe domande, pensavo io. ¶ Quindi Salvatore era passato
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vaglia dei miei genitori, io non ero andata a
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le parole, e nemmeno io, ma la luna piena
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un’altra parte. ¶ Mamma, io penso che forse è
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che regalo è, dico io? ¶ I capelli mi sono
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cura, e così ieri io e la nonna abbiamo
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il pesce in spiaggia. Io l’accompagnavo ogni volta
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Rosina. Mormorò qualcosa, ma io evitai di domandarle se
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per rientrare a casa. Io, inutile dirlo, sarei rimasta
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degli alunni. E così io dovetti aspettare un bel
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destino come una novena, io manifestavo la mia antipatia
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compagna di banco, e io non avrei potuto rifiutare
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dava per scontato che io non fossi così stupida
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mi regalò dei soldi. Io li misi da parte
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inizio del primo foglio. Io non sapevo neanche dove
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descrizione della camera dove io avrei dormito. La nuova
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e pieni di lacrime, io la ucciderò… ¶ La frenata
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davvero, cara Nora, e io ero l’unica a
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meta per puro piacere. Io, comunque, stavo bene lo
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loro nemica giurata. Ma io ero più decisa che
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E insieme al fumo io avvertivo anche qualcos’altro
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spugna lercia come lui. ¶ Io non parlavo, sentivo solo
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mortale e puzzavo anche io come la fogna. ¶ Mi
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rovini la tua famiglia. Io vi ammazzo a tutti
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curarti le ferite. E io, dopo aver visto la
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schiumoso e denso, e io non riuscivo più ad
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opposta. Partire: stavolta ero io la protagonista. Arrivare: la
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raccolte nei nostri pensieri. Io combattevo con le mosche
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Spero ca parti cuntenta. Io ho fatto del mio
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che adesso odiavo anch’io. Poco dopo me ne
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ironica. Ma era triste. ¶ Io piansi. Per distrarmi, lei
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di loro era sottinteso. Io le stavo dietro, cercando
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Iniziò il nostro viaggio: io, la zia Franca e
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mai. Per quanto, anche io ero appesantita da una
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Làssila stari, ci penzu io! Non ti stancàri». La
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chiamarmi. Poco importava che io le stessi accanto, cercando
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guardava tutti con diffidenza. Io invece ero tranquilla: il
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risposta e l’altra, io cercavo di riprendere fiato
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pranzo, sfiniti dall’abbuffata, io e mio fratello ci
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quei giorni di vacanza io e la zia Franca
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fossero stati i miei, io avrei visto solo quanto
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mia nuova casa. Eravamo io, la mia famiglia e
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fitto e profumato, dove io e mio fratello, insieme
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belle.» ¶ E parlavo proprio io, che in testa avevo
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la mamma pagò, mentre io e la zia Franca
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non come avevo immaginato io, di soli siciliani. Conobbi
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fermare il tempo. Se io potessi dimenticare tutto, partendo
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un peccato che solo io conoscevo. ¶ In bagno, anche
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di quelle vite pure, io che c’entravo? ¶ Visibile
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a più non posso, io controllavo Pietro. Per me
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o in tedesco, e io e Pietro perlopiù in
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ma il paese che io tanto avevo detestato – come
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famiglia? E perché solo io non la sentivo mia
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lo avevo capito pure io – era che non potevamo
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giorni di popolarità inaspettata, io mi voltavo di continuo
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Tamburo Lercio rimanevano serrate. Io guardavo di continuo, per
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Perché debole?» mi difendevo io. ¶ «Picchì sì! Tu sii
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Tu sii troppu buona!» ¶ Io lo ritenevo un pregio
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chiedendomi della mia famiglia. Io risposi sollevata e contenta
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la tragedia più grande, io d’impeto le raccontai
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ascolti queste cose». ¶ Ma io insistetti per rimanere; ero
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lo sguardo sul piatto. ¶ Io continuavo a seguirla passo
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E felice ero anche io, sia chiaro, di allontanarmi
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dormire, vista l’ora. Io le davo un bacio
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di Pietro dalla bicicletta, io e la nonna ci
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Passavano i fotogrammi, e io c’ero dentro. ¶ L
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nonna, ma che dici? Io ti scriverò tutti i
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mia madre una mattina. Io oramai ero cresciuta, e
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mia. Ora sistemu tuttu io». Poi, mi aveva stretta
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come se niente fosse. Io mi sentivo a disagio
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era affatto come pensavo io. ¶ «Quand’è che avete
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interesse.» ¶ Lo pensavo anche io, mentre guardavo mia madre
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verso atti estremi. E io, allora, non potevo nemmeno
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Per come la vedevo io, però, la zia non
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camera da letto, mentre io fingevo di studiare nell
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imponeva di ascoltarla, e io le ubbidivo, ridendo del
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più lo stesso. ¶ Inoltre, io e Pietro avevamo intrapreso
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nostre professioni in Italia. Io mi ero trasferita a
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da un pezzo. ¶ Ma io e Pietro non la
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qualunque gioia del presente. Io osservavo i miei genitori
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Non ne sono capace». Io, determinata a onorare i
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il suo tragico gesto. Io non posso arrogarmi il