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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Egisto Roggero, Komokokis, 1902

concordanze di «io»

nautoretestoannoconcordanza
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1902
a fondo la Natura io ho preso ferma convinzione
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Toh! sei tu? ¶ — Sono io. E tu?... ¶ — E anch
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E tu?... ¶ — E anch’io.... sono proprio io! ¶ Queste
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anch’io.... sono proprio io! ¶ Queste furon le prime
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vestito giovanotto che – come io aveva fatto davanti a
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studente, a Ginevra. ¶ Giacchè io l’aveva conosciuto appunto
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e dal lago scintillante.... Io mi trovava allora nell
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giorni che sono qua, io sto coscienziosamente facendo! ¶ — Ti
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tale paese? ¶ — Mai. ¶ — Neppur io. ¶ — Ciò, ripeto, è molto
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mi sto chiedendo anch’io. ¶ — Partenza per le Alpi
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padrona dell’avvenire nostro, io con istupore cercava di
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miei racconti nei quali io aveva cercato di mostrare
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aveva gridato: ¶ — Vengo anch’io, o signori. ¶ — Dove? ¶ — A
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lui, – debbo confessarvi ch’io aveva preso questo treno
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così bene conosco tutta. Io aveva pensato che durante
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orecchio suona perfettamente nuovo!... Io la prendo con entusiasmo
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sulle carte geografiche, – incalzai io. ¶ — Ma se questo è
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qualche sua breve osservazione. ¶ Io, vinto, mio malgrado, dal
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sopra la nostra testa, io sentiva scendermi pesante sul
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la mia testa, ed io ne beveva la fragranza
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filosoficamente silenzioso ed ammirato, io preso sinceramente e commosso
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tre del mattino quando io ed Edoardo salivamo il
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preso dai suoi pensieri; io lo seguiva allegramente; ultime
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delle guide. ¶ Ci fermammo. ¶ Io ed Edoardo ci scambiammo
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molto conosciuto dunque? – feci io per troncare, se proprio
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morto da poco.... ¶ — Ed io ne sono l’erede
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questo Saint-Malin, – dissi io, – ora che sapete per
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con l’Inferno, – dissi io, ridendo. ¶ — Senza dubbio. – appoggiò
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ciò avrà fine, poichè io.... ¶ E il buon Edoardo
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un’aria tragica. ¶ — Perchè io, – finì egli con aria
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soddisfatto. ¶ Da parte mia, io, in quell’istante non
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ne posso più.... aiuto! ¶ Io lo guardava stupefatto: e
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un nerissimo pozzo. ¶ Provammo io ed Edoardo a gittar
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nostro maniero ci acconciammo io ed Edoardo in una
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nuove sensazioni mai provate. ¶ — Io spero, – ci confessò egli
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le cui annerite cartacce io sperava di trovare qualcosa
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di curioso. ¶ Nel frattempo io ed Edoardo ci facevamo
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Qui in questo volume io, frate Francesco di Andrea
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Dio ha voluto ch’io sapessi, cerchi il predestinato
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conoscerà meglio ciò ch’io per troppa umana prudenza
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del bizzarro mistero. ¶ Stavo io dunque un giorno tenendo
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Probabilmente sul tomo, ch’io aveva trovato sull’alto
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qua e là, ed io osservando fra gli strappi
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osi anch’egli come io ho osato: discenda anch
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discenda anch’egli com’io son disceso. Sia lunga
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dici tu, dunque? ¶ — Mah! io penso che qua sotto
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paesello.... ¶ — Ci pensava anch’io. ¶ — Ma dove? noi conosciamo
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1902
Dio ha voluto ch’io sapessi, cerchi il predestinato
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conoscerà meglio ciò ch’io per troppa umana prudenza
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discenda anch’egli com’io son disceso!” È chiaro
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diametro del condotto, – diss’io. ¶ E spiegai ad Edoardo
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canestra di vimini ch’io avrei pensato a far
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vimini, e ne sorvegliai io stesso la costruzione. ¶ Essa
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1902
aveva incontrato a Parigi – io, fornitomi, per prudenza, d
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a sei colpi, ed io aveva una torcia a
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colgo dunque!... lo diceva io!... Lo sospettava bene!... ¶ — Che
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Edoardo, visibilmente seccato. ¶ — Ah! io sapeva, io sentiva che
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seccato. ¶ — Ah! io sapeva, io sentiva che qualcosa di
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È una settimana che io vi spiava.... Voi eravate
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con tutta flemma Edoardo. ¶ Io incominciava a sentirmi vincere
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lo sapete, voi, che io non anelo altro, che
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da una settimana che io vi studio, vi osservo
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brutta parola! È vero, io vi ho spiato! E
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caro Jean Bonnin, – feci io, – siate buono, e sopra
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i piedi mancarmi.... ed io caddi confusamente sul mio
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proprio tu? – mormorai. ¶ — Sono io, – rispose la voce di
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e mi guardai intorno. ¶ Io vedeva chiaramente. ¶ Intorno a
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sottile, luce diffusa, quale io non aveva mai veduta
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i contorni delle cose. Io non distingueva nulla di
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dove? ¶ — Mah! è quanto io chiedo a te! Alla
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scelta. ¶ — Tanto più che io sento vagamente.... ¶ — Che cosa
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Veramente, lo direi anch’io. ¶ — Ma sì! L’eredità
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cose.... ¶ — È quanto penso io. ¶ — Intanto vediamo di comprendere
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questo te ne sono io garante. ¶ — Giacchè tu, durante
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cambiata in comoda zattera, io mi sono reso lucidamente
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occhi non percepivano nulla. Io era sempre al buio
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un vago chiarore, ch’io paragonai sulle prime alla
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pacificamente. ¶ — Ed è quando io ho ripreso i sensi
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Per parte mia, – dissi io, – i vestiti, un berretto
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fondo alla cesta. ¶ — Benissimo. Io su per giù sono
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appetito. ¶ — È vero. Anch’io.... non sento nessuno stimolo
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male, – esclamò. ¶ —Sì, – ripetei io, – quest’acqua non è
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qualche sua astrusa speculazione. Io mi guardava intorno. ¶ Nessun
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dunque camminiamo. ¶ — Sì, – feci io. ¶ — Sta bene.... E il
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è così. ¶ — E anch’io.... non nego di dividere
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Lo direi.... del resto io ho il sonno abitualmente
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un solco di luce. ¶ Io stupefatto, rapito, mormorava: ¶ — Ma
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a me. ¶ — Edoardo, – ripresi, – io tremo.... Un’idea.... una
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ripresi, anelante mio malgrado, – io penso.... una fantastica cosa
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non è di spettro. Io sento che vivo! Ah
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dalle cui spire invano io cercava di svincolarmi – o
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malgrado, tremava. ¶ — No.... – mormorai io, vinto senza volerlo da
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dove siamo? – mi chiedevo io smarrito. ¶ — In uno strano
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bene, – mormorai, – tentiamo. ¶ Ormai io agiva come in sogno
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ci assicurammo sul dorso, io con le cinghie dei
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voi? che volete? ¶ Risposi io nel mio povero latino
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accennava a dire altro, io ripresi: ¶ — Sì, dirò anche
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T’inganni, o straniero, io conosco, io so che
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o straniero, io conosco, io so che esiste altrove
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come voi e noi.... Io so questo perchè i
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E voi chi siete? ¶ — Io sono un vecchio padre
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d’imitare il vecchio. ¶ — Io vi guiderò dunque a
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al Sapiente. Credo anch’io che sia bene ciò
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nostri corpi stessi, e io vedeva partir dalle mie
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ore!... ¶ — È vero, ed io stava appunto pensando da
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lago, sul quale invano io cercava con gli occhi
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osservai. ¶ — Lo temo anch’io, – rispose Edoardo. ¶ E filosoficamente
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sino a voi. ¶ Ed io in poche parole narrai
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vostre, nelle mie.... Giacchè io fui un tempo, padrone
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guide. ¶ — Ma, aspettate.... – diss’io ad un tratto, – c
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voi! – esclamammo insieme. ¶ — Ed io non ho nessuna difficoltà
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superficie terrestre.... credetelo pure, io dovrò fare per voi
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imbarazzati, ve lo accerto io, in parecchie situazioni, senza
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a voi, – esclamammo. ¶ — Ed io vi accetto.... come voi
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altre manifestazioni vitali rinserrano. Io che tutta la mia
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stregone.... e di mago.... io, vi diceva, io intuiva
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mago.... io, vi diceva, io intuiva come? perchè? dove
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di andarla a cercare io stesso, gettandomi nel nero
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e m’iniziò (com’io ora sto facendo con
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il vecchio sorrise. – Sentite: io vi ho accennato qual
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Se voi mi disubbidiste.... io vi punirei con un
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disse il vecchio, – ed io vi credo, figliuoli miei
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voi, ve ne rispondo io, – disse. ¶ — Meglio così, – risposi
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In ogni modo.... ¶ — Ebbene?... ¶ — Io ve lo impedirei. ¶ — In
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vostri nuovi fratelli. Poi io vi condurrò alla presenza
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un Komokokis perfetto anch’io, perchè, a dir la
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tenebrosi recessi del globo io e il mio amico
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e bizzarre. ¶ E analizzando io e il mio amico
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era quella di cui io aveva masticate alcune foglie
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de’ nostri!.... ¶ E qui io debbo far nota una
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sopra di noi. ¶ Era io sveglio allora? Dormiva? era
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sogno od un incubo? Io non percepiva più, dentro
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natura d’uomo animale. ¶ Io sentiva Dio. ¶ E con
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o figliuoli della terra, io aprirò le vostre sorde
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dal basso, che prima io non poteva udire, vennero
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non lo dimenticate, anch’io, come voi, sono stato
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vigore, la potenza necessaria. Io, tenendo nelle mie le
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nostro venerato Maestro, – conclusi io, – venite a darci, in
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paesi, illuminati dal sole.... ¶ — Io non so quel che
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attratto a convenirne anch’io. È vero che qualcosa
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dei giorni solenni, mormorò: ¶ — Io vado al Tempio. ¶ E
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al Tempio. ¶ E siccome io lo guardava con aria
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fratelli. ¶ Risposi: ¶ — Verrò anch’io.... ma non subito. ¶ Egli
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vuoi, – mormorò egli, – ma io ti leggo in cuore
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dei fratelli di Komokokis! ¶ Io non lo riconosceva più
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veramente della loro vita. ¶ Io no.... ¶ Qualcosa ch’io
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Io no.... ¶ Qualcosa ch’io aveva portato con me
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e si ribellava. ¶ Ah! io non sarei mai divenuto
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nel mio cuore, perch’io potessi adattarmi all’austera
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sue piccole mani, – era io che le aveva insegnato
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cuoricino.... ¶ — Oh! – mormorò ella, – io ho paura.... ¶ — Paura? ¶ — Sì
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Ebbene, – mormorai, – non temere, io ti dirò tutto. Sento
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le misteriose parole che io andava mormorando. Poi come
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fianco presi posto anch’io. ¶ Ad un tratto dalla
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era al mio lato io riconobbi subito Edoardo. ¶ — Usciamo
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nascondi qualcosa.... qualcosa che io, pur tuttavia, credo aver
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pericolosa. Del resto, calmati. Io so la cagione della
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concesso!... ¶ — Ma quello ch’io riprovo, e che mi
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febbre malsana di lassù.... ¶ — Io non ho potuto convertirmi
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hai tatto così facilmente.... io non ho potuto mutarmi
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qualche modo, per rassicurarla, io le ho promesso di
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lo so bene, neppur io. Ma una voce secreta
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Forse hai ragione. ¶ — Sì, io ne sono convinto. ¶ — Parlagli
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davanti al gran Maestro io avrei giurato il patto
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Tu, Edoardo! – esclamai. ¶ — Sono io, – rispose egli, – e ti
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come ti aveva detto, io mi sono recato dal
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fatale, sarebbero ben dolorose! ¶ — Io non le temo. ¶ — Per
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l’ha detto: ma io credo d’averlo intuito
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È la Natura istessa.... ¶ — Io non lo credo. ¶ — Kalika
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mi ha detto: “Vedi? io che son della stessa
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della stessa tua creta.... io ho tenuto lontano da
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vuoi tu che pensi? io ormai più non sento
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una sola cosa: ch’io amo Kamelia con tutta
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parte di me! ch’io ormai impazzirei al solo
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indissolubilmente! ¶ — Ma sai ch’io stento ormai a riconoscerti
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vuoi, deridimi pure, ma io sono un altro ormai
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sono un altro ormai! Io l’amo! io l
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ormai! Io l’amo! io l’amo! e non
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e lei sarà salva. ¶ — Io tremo per te.... e
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le tre ore ch’io avea trascorso abbandonato sul
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Sì, fuggire; ma come? ¶ Io non lo sapeva. ¶ Risalire
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era ormai inutile ch’io cercassi di negarlo a
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della natura nella quale io era nato, faceva da
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bruciava nel cuore.... ¶ Ah! io anelava ormai ardentemente di
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carezze inebrianti del sole, io avrei condotto il mio
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uscio della mia capanna io balzai in piedi e
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mio partito è preso. Io e Kamelia cercheremo di
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su queste caverne maledette. Io intendo riguadagnare con lei
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mi sussurrò all’orecchio: ¶ — Io tenterò.... con voi. ¶ Lo
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a me, amico mio. Io parlerò alla mia diletta
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le mie parole. ¶ Quando io ebbi finito, un lungo
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mormorò ella, – no.... poichè, io, senza saperlo, indovinava, sentiva
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sua intieramente e completamente: io, che ti amo e
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pure, partiremo da soli.... ¶ — Io non t’ho detto
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strada vietata e maledetta. ¶ Io al racconto di Kamelia
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fine ¶ Noi salivamo ansanti; io precedeva, animato da una
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e in quell’abbraccio io le diceva che perdeva
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convinto. ¶ — Speriamolo. ¶ — Intanto coraggio, io salgo pel primo: tu
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al mio petto, e io sentiva il suo cuore
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eran fatti di acciaio; io mi teneva, direi quasi
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per seguirci, dopo ch’io gli gridai: ¶ — Suvvia, bisogna
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più vaghi barlumi naturali.... Io discerno come una vaga
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una vaga penombra.... ¶ — Anch’io, – esclamò Kamelia. ¶ — Benissimo, – gridai
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farla calare in acqua. Io fui l’ultimo a
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quel foro laggiù, – gridai io, – sia veramente per noi
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volto della mia adorata. ¶ Io seguiva tutti i suoi
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verso lei. ¶ — Lasciate – gridai, – io, io solo devo.... ¶ Presi
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lei. ¶ — Lasciate – gridai, – io, io solo devo.... ¶ Presi la
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piccola morta. ¶ E più io teneva lo sguardo affiso