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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovan Battista Marino, La sampogna, 1620

concordanze di «io»

nautoretestoannoconcordanza
1
1620
casa. ¶ Percioché, essendo stato io il ritrovatore e l
2
1620
lunga dimora non abbia io ragionevolmente onde pentirmi; poiché
3
1620
occupazioni, quanto perché, conoscendo io le malagevolezze che s
4
1620
e formidabile. ¶ Che dico io? Non solo la somiglianza
5
1620
ancora il nome. ¶ Ond'io che mi sono alla
6
1620
più che questa ch'io ora le presento non
7
1620
fragilissima cera la congiunse; io, consacrandola al nome d
8
1620
Apollo con arroganza; ma io, diffidatomi del proprio merito
9
1620
Marino. ¶ Dopo tanti anni io vi saluto cordialissimamente, et
10
1620
dell'antico amor mio. ¶ Io sono al solito parzialissimo
11
1620
Preti al cavalier Marino. ¶ Io vorrei che dal Signor
12
1620
lei, così vivamente, come io la sento nel cuore
13
1620
et di sincerità, ch'io diffido ch'egli possa
14
1620
quel cordialissimo sentimento ch'io ho di lei. ¶ Intanto
15
1620
la publica professione ch'io fo, dovunque mi sia
16
1620
et trionfato della malignità. ¶ Io per aprire ingenuamente il
17
1620
scritti del signor Marino, io mi fo a credere
18
1620
loro secoli. ¶ Conosco ch'io parlo arditamente così ora
19
1620
tosto dir ciò ch'io sento, che tacer quello
20
1620
tempi. ¶ So bene ch'io per la mia parte
21
1620
sgomentano sì fattamente, ch'io soglio dire esser temerità
22
1620
Signor Cardinale Ubaldini, et io ho seminato per tutto
23
1620
più cari amici ch'io mi abbia al mondo
24
1620
lodandomi in guisa ch'io conosca la loda trappassar
25
1620
diffonde negli eccessi. ¶ Certo io debbo prenderle senza alcun
26
1620
libertà la mia opinione) io per me timo migliori
27
1620
lodevoli. ¶ Comunque sia, s'io dicessi che l'esser
28
1620
scritto. ¶ Più mi glorio io, che l'Achillini, intelletto
29
1620
non male. ¶ Poco ho io a temere sotto lo
30
1620
Che m'importa, avendo io meco (oltre l'universale
31
1620
più tosto onorato. Ch'io mi sia figliolo della
32
1620
possa ben convenire, poich'io non mi son giamai
33
1620
babbuino della terra: o io che (la Dio mercé
34
1620
ch'ell'è fora». ¶ Io per me ne rimango
35
1620
che costoro de' quali io parlo, se ben mancano
36
1620
par loro strano ch'io abbia tanta varietà di
37
1620
che ho tolte anch'io delle poesie dal latino
38
1620
Permettetemi, vi priego, ch'io con una breve digressionetta
39
1620
tradotto senza dubbio anch'io talora per proprio passatempo
40
1620
Ovidio alcun altro greco. ¶ Io l'ho poi (se
41
1620
l'addietro non avevano, io possa dire d'aver
42
1620
diranno questi tali s'io farò loro toccar chiaramente
43
1620
che vero fusse ch'io per trastullo avessi due
44
1620
mi sono ingegnato anch'io d'osservar l'imitazione
45
1620
tocca agli universali, s'io abbia bene o male
46
1620
cose nuove. ¶ Et s'io questa sorte d'imitazione
47
1620
con animo spassionato quant'io ho scritto. ¶ Ora discendo
48
1620
posso, o che debbo io dire? ¶ Dirò con ogni
49
1620
punto da dubitare ch'io similmente rubato non abbia
50
1620
dal primo dì ch'io incominciai a studiar lettere
51
1620
mio proposito ciò ch'io ritrovava di buono, notandolo
52
1620
che nel mare dove io pesco et dove io
53
1620
io pesco et dove io trafico essi non vengono
54
1620
addosso la preda s'io stesso non la rivelo
55
1620
mi potranno querelare ch'io abbia loro involato nulla
56
1620
opinione del mondo. ¶ Ma io debbo di tutto ciò
57
1620
ragioni: se non ch'io mi ritrovo già da
58
1620
zuffolamenti di queste serpi? ¶ Io non dico già di
59
1620
inciampi senza avvedersene; massime io, che mi stimo più
60
1620
altro, almeno per aver io portate le muse toscane
61
1620
poiché ben sapete ch'io non mi diletto punto
62
1620
Marino al Ciotti stampatore. ¶ Io avea pensato di mandar
63
1620
fanciulli innocenti. ¶ Ma quando io era in procinto già
64
1620
di farlo; e s'io vedrò che la vostra
65
1620
autori citati. ¶ Quelle che io penso d'aggiugnervi son
66
1620
gravi et piacevoli, ch'io ho disegnato ancora di
67
1620
anno di vita, ch'io spero di far conoscere
68
1620
curvo mio canoro legno ¶ io già non vegno, o
69
1620
langue, ¶ rimase essangue; et io (com'altri vede) ¶ di
70
1620
non fia vietata ¶ ch'io del'amata e cara
71
1620
meco, ¶ concedi almen ch'io qui rimanga seco, ¶ che
72
1620
là mi riconduce, ¶ dond'io venni? ¶ Destin forte, dura
73
1620
tuo mondo ¶ rivedermi, ¶ ch'io men vo nel cupo
74
1620
spietati Numi, ¶ ecco ch'io parto pur versando fiumi
75
1620
Dei, ¶ son pur quell'io, che 'n chiare eccelse
76
1620
vostr'eterne glorie. ¶ Son'io, che dapoi ch'ebbi
77
1620
terra a vostro onore io feci ¶ è questo dunque
78
1620
pur vero, ¶ ch'avend'io de' begli occhi il
79
1620
permise il Ciel ch'io solo uscissi ¶ degli alberghi
80
1620
Sì sì, fu perch'io forse ¶ mentre tu passi
81
1620
i cupid'occhi miei ¶ io, che col canto svellerti
82
1620
abiterai le tenebre. ¶ Et io sola cagione ¶ del tuo
83
1620
doppio rigor, peròche vidi io stesso ¶ del privilegio a
84
1620
et al dolore; ¶ et io senza il mio ben
85
1620
libero? ¶ Possibil fia ch'io tragga ¶ tra gli uomini
86
1620
oggetto agli occhi nostri ¶ io luce e tu caligine
87
1620
fu solita. ¶ Fuggan (ch'io più non curo ¶ se
88
1620
parea dir ciascuno: ¶ ecco, io t'offro me stesso
89
1620
lasciarmi anco smembrar, solch'io potessi ¶ a quella dotta
90
1620
bellezza acceso Amore! ¶ Ma io troppo superbo e troppo
91
1620
genero di Latona anch'io pensai. ¶ Quindi la Dea
92
1620
per pietà tel chegg'io) l'ultimo dono. ¶ Non
93
1620
empia ventura. ¶ Paradiso, s'io miro ¶ al ben, che
94
1620
vi trovai. ¶ Inferno, s'io mi giro ¶ al mal
95
1620
per gran sorte giuns'io, che poco dianzi ¶ dale
96
1620
madre, il Cielo) ¶ ch'io non pensai, né volli
97
1620
a specolar svelatamente er'io. ¶ I tronchi istessi, i
98
1620
a vagheggiarla ebber (cred'io) ¶ senso di meraviglia, e
99
1620
mio viso aventolla, ¶ dicendo, "Io vo' che sia ¶ egual
100
1620
circondarmi un turbo, ¶ ond'io (come non so) ratto
101
1620
altro da quel ch'io m'era, ¶ stupii quivi
102
1620
che riposano al rezo, io son sentito, ¶ i quai
103
1620
libertà del collo. ¶ Et io di sudor molle, e
104
1620
le voci ¶ ben allor io mi sforzo, ¶ e di
105
1620
tanto furor convien ch'io ceda, ¶ e caggio al
106
1620
Atteone". ¶ Al mio nome io sollevo ¶ la sanguinosa testa
107
1620
lor dir voglia: ¶ "Son io, chi mi difende? eccomi
108
1620
lor si dole ¶ ch'io sia quindi lontano, ¶ misero
109
1620
quindi lontano, ¶ misero, et io mi lagno ¶ che son
110
1620
troppo presente. ¶ Aspettano ch'io giunga, ¶ perch'io sia
111
1620
ch'io giunga, ¶ perch'io sia l'uccisore, ¶ forsennati
112
1620
e non sanno ¶ ch'io son quivi l'ucciso
113
1620
oimè) s'adira. ¶ Avess'io pur la luce ¶ perduta
114
1620
tolto ¶ l'umana intelligenza. ¶ Io solo, io son quell
115
1620
umana intelligenza. ¶ Io solo, io son quell'io, ¶ che
116
1620
solo, io son quell'io, ¶ che sol misero ottegno
117
1620
gola, a cui solea ¶ io di mia propria mano
118
1620
chi creduto l'avrebbe? ¶ Io stesso m'ho nutriti
119
1620
cruda, ¶ misero, pria ch'io fossi ¶ sotto il perfido
120
1620
al Ciel piacque, ¶ ecco io vi lascio e lascio
121
1620
deh conta loro ¶ com'io mi moro". ¶ Palpitante, malvivo
122
1620
e semimorto ¶ queste cose io muggiva ¶ gittando i vani
123
1620
immansueti e crudi ¶ trangugiato io mi fossi, ¶ taccio l
124
1620
passasti a caso. ¶ Ma io del loco, ove la
125
1620
è certo ¶ costei, ch'io veggio ¶ dormir su 'l
126
1620
m'ha legato. ¶ Ben io vorrei ¶ veder aperte ¶ quelle
127
1620
sei, ¶ ch'anzi vogl'io ¶ far che ti prenda
128
1620
patria e 'l padre? ¶ Io ti campai la vita
129
1620
m'esponi ala morte. ¶ Io ti donai lo stame
130
1620
abbandonati, ¶ disleal, m'abbandoni. ¶ Io ti sottrassi al rischio
131
1620
quest'occhi. ¶ Pur ch'io goda de' tuoi ¶ il
132
1620
istesso? ¶ Ch'oltre ch'io non sarei ¶ in sì
133
1620
questa balza alpina ¶ traboccando io non pera? ¶ Ma qual
134
1620
l'ardore. ¶ Ma s'io verso da' lumi ¶ e
135
1620
esser può mai, ch'io speri? ¶ Se col focile
136
1620
serpi ¶ del'empia gelosia ¶ io vivo tuttavia? ¶ S'io
137
1620
io vivo tuttavia? ¶ S'io credessi col ferro ¶ quest
138
1620
con qual ragion poss'io ¶ togliendo a me la
139
1620
nostro Re. ¶ Beviam tutti, io beo, tu bei ¶ due
140
1620
Dolce è ben, mentr'io lo stillo, ¶ il gustarlo
141
1620
serpillo, ¶ ma di gioia io vengo meno ¶ se 'l
142
1620
tu, c'ho bevut'io. ¶ Nol sorbir, ma bevil
143
1620
resti il fondo asciutto. ¶ Io non posso bever più
144
1620
rotta ancor la tazza. ¶ Io mi tengo apena in
145
1620
giorno sì o no. ¶ Io nol so. ¶ Ma qual
146
1620
note in un sorriso, ¶ – Io cedo al tuo bel
147
1620
in cui vive (cred'io) ¶ amoroso intelletto, ¶ et a
148
1620
da bere? ¶ Certo (quant'io mi creda) ¶ certo alcun
149
1620
falsa imago ¶ Giove son io, che posso ¶ apparir ciò
150
1620
chiusi pensier convien ch'io t'apra, ¶ con quanto
151
1620
tanto ¶ prestami, ch'oggi io possa ¶ effettuar, non senza
152
1620
qualche impresa d'amore. ¶ Io so ch'assai sovente
153
1620
che del mal, ch'io porto ¶ a sì gran
154
1620
con l'empio stuolo io non alzai la fronte
155
1620
cerchio torto, ¶ laggiù, dov'io ti porto, avampa e
156
1620
pur del mal ch'io provo, ho l'esca
157
1620
che sostene, arde beato. ¶ Io non so dir qual
158
1620
crudo ¶ del pargoletto ignudo io non incolpo. ¶ Convien che
159
1620
m'appaga, e bench'io viva ¶ ne la tartarea
160
1620
sereno unqua non piove, ¶ io non invidio a Giove
161
1620
mio, ¶ perché quando vid'io cosa sì bella, ¶ subito
162
1620
esser audace. ¶ Ahi ch'io non son rapace, anzi
163
1620
poiché di tanta sposa io son consorte! ¶ Su su
164
1620
Ecco del basso regno io t'incorono. ¶ Prendi lo
165
1620
insieme. ¶ Lasso me, ch'io son fatto ¶ tra nemici
166
1620
ma sempre invano, ¶ quant'io languisco a raccontar le
167
1620
Ardo misero tanto ¶ ch'io che son degli ardori
168
1620
in acqua mi distillo. ¶ Io quel, quell'io, che
169
1620
distillo. ¶ Io quel, quell'io, che presto ¶ ale luci
170
1620
da te la prendo. ¶ Io, io, che porgo agli
171
1620
te la prendo. ¶ Io, io, che porgo agli elementi
172
1620
in me s'affisa, ¶ io ne la tua bellezza
173
1620
a me si rivolge, ¶ io solo a te mi
174
1620
da me non piova. ¶ Io da te traggo, o
175
1620
ascolta, ¶ fuggi poi, ch'io son contento. ¶ Se sapessi
176
1620
superba e men fugace. ¶ Io son quel, che 'ntorno
177
1620
te fermar plettro canoro. ¶ Io maggior lume del cielo
178
1620
tronco or ti vegg'io? ¶ Stelle inique, fati rei
179
1620
non puoi far, ch'io pur non t'ami
180
1620
nebride ¶ la spoglia, ond'io ricopromi, ¶ alo stellato circolo
181
1620
pensier ti move, ¶ ch'io disonor non veggio ¶ più
182
1620
è il mio male. ¶ Io amo, s'altri amaro
183
1620
amore ¶ dal'amate bellezze, ¶ io ne vivo disgiunto. ¶ Ma
184
1620
l male, oimè, ch'io soffro, ¶ paragon non ritrova
185
1620
di tanto ben, quant'io. ¶ La beltà, ch'io
186
1620
io. ¶ La beltà, ch'io sospiro, ¶ mirar senza godere
187
1620
so, so ben, ch'io moro, ¶ se più tarda
188
1620
queste luci, ¶ che quantunque io ne pera ¶ in qual
189
1620
rapisce ¶ impeto violento, ¶ sìch'io voglio, né vaglio ¶ esprimer
190
1620
desiar desio. ¶ Oimè, s'io mi rivolgo ¶ alo stato
191
1620
la tua fede, ¶ ma io questo ti nego, ¶ perché
192
1620
però sia, ¶ o ch'io speri o desperi ¶ o
193
1620
più che me stessa io t'amo. ¶ S'udrai
194
1620
dura absenza. ¶ Ti lascio, io vado, io parto. ¶ Che
195
1620
Ti lascio, io vado, io parto. ¶ Che hai ben
196
1620
oscuri il giorno ¶ quand'io da te sparisco: ¶ rimanti
197
1620
generosa mano. ¶ Sostien ch'io goder possa ¶ quel ben
198
1620
cielo, è pur giunto, ¶ io non so se m
199
1620
ahi no, lassa, ch'io mento. ¶ Tardar però non
200
1620
o Tisbe amata, ¶ quand'io pur non t'amassi
201
1620
sol per questa, ch'io scorgo, ¶ presente affezzione ¶ d
202
1620
mio, ¶ morì, come viv'io? ¶ perché quest'alma anch
203
1620
misero, come ¶ senz'alma io parlo e piango? ¶ Mi
204
1620
che 'n tal martire ¶ io pianga e pianga tanto
205
1620
lasciò qui la traccia. ¶ Io, io fui l'omicida
206
1620
qui la traccia. ¶ Io, io fui l'omicida, ¶ ché
207
1620
del gran dolor, ch'io sento, ¶ se quel conoscimento
208
1620
So che potea ben io, ¶ là tra le due
209
1620
dagli occhi. ¶ Non ch'io dala mia sorte ¶ con
210
1620
ostaggio il core, ¶ com'io viva non so: dicalo
211
1620
e non convenne ¶ ch'io, nel commune universal concorso
212
1620
mano ¶ i caratteri veri io miri e legga. ¶ Già
213
1620
prim'arte; ¶ non ch'io però di penetrar mi
214
1620
onorata scrittura, ecco ch'io t'apro, ¶ Lidio, e
215
1620
Ma come, oh come io scorgo, e 'n quante
216
1620
frettolosa man vergate righe ¶ io per me non saprei
217
1620
prendilo e leggi, ch'io ¶ son d'intender pur
218
1620
Ciò che tu chiedi, io bramo; ¶ ma, per star
219
1620
ingegnosi concetti, ¶ amorosi concenti, ¶ io seguirò con l'occhio
220
1620
apunto questo ¶ grazioso epigramma ¶ (io ben il riconosco) ¶ fu
221
1620
richiede il tempo ¶ ch'io l'ore preziose ¶ spenda
222
1620
vive scintille, ¶ talché s'io non sapessi ¶ che 'n
223
1620
è proprio e naturale, ¶ io crederei che 'l fumo
224
1620
benigne in me piovete? ¶ Io dico a voi, del
225
1620
occhi dolci e ridenti, ¶ io non so come possa
226
1620
non mi so, mentr'io vi parlo, ¶ che non
227
1620
m'involaste, ¶ ch'anch'io da voi rapisca ¶ l
228
1620
quante mi deste piaghe, io vi dia baci. ¶ Lilla
229
1620
mia s'annida: ond'io, che sono ¶ cadavere senz
230
1620
la cui facondia muta io ben intendo. ¶ Parlan (gl
231
1620
imaginette in voi vegg'io? ¶ Imaginette belle, che splendete
232
1620
l'unica mia sembianza? ¶ Io, sospettoso amante, ¶ che ne
233
1620
accoglia e chiuda, ¶ ch'io per me più non
234
1620
bella mia fiamma ¶ ch'io tra l'ombre e
235
1620
non son, non son io di questi boschi ¶ mostro
236
1620
le membra; o (quant'io creda) ¶ s'avesse in
237
1620
È forza, alfin, ch'io sodisfaccia a questo ¶ importuno
238
1620
Vuoi saver ciò ch'io voglia? ¶ Chiedi ciò ch
239
1620
voglia? ¶ Chiedi ciò ch'io mi cheggia? io voglio
240
1620
ch'io mi cheggia? io voglio, io cheggio ¶ quel
241
1620
mi cheggia? io voglio, io cheggio ¶ quel che chiede
242
1620
mio bel sole, ¶ s'io favelli, o s'io
243
1620
io favelli, o s'io taccia. ¶ Se l'ardir
244
1620
Fileno ¶ Non cercar ch'io riveli ¶ quel che convien
245
1620
note tue, ¶ inespresse, indistinte, io non intendo. ¶ Fileno ¶ Grida
246
1620
e sublimi ¶ filosofando esprimi. ¶ Io, che semplice e roza
247
1620
intendo meno. ¶ Fileno ¶ S'io dicessi che pieno ¶ è
248
1620
Ma tutto ciò ch'io parlo ¶ tel dimostra Natura
249
1620
pregio e fai ch'io muti ¶ color, pensiero e
250
1620
Deh, perché non ho io ¶ la bellezza primera? ¶ o
251
1620
o perché non ebb'io ¶ un sì saggio pensier
252
1620
detti ¶ son pur (s'io non m'inganno) ¶ sì
253
1620
esser devriano intesi. ¶ Filaura ¶ Io t'intendo pur troppo
254
1620
te già non diss'io. ¶ Io dissi, o pur
255
1620
già non diss'io. ¶ Io dissi, o pur dir
256
1620
Udir concetti e carmi ¶ io mi credea più grati
257
1620
brami. ¶ Orsù facciam ch'io t'ami: ¶ qual guiderdon
258
1620
pur il tuo core, io cor non curo. ¶ Non
259
1620
A chi favole spende, io ciance vendo, ¶ e, se
260
1620
canti a sua posta: ¶ io, per me, mi diletto
261
1620
saggia e più casta. ¶ Io, che diva non son
262
1620
piacque al Ciel ch'io fossi ¶ d'armenti e
263
1620
fatte communi; ¶ e pretend'io d'avervi ¶ altrettanta ragion
264
1620
Fileno ¶ Se cangiar potess'io ¶ in oro il proprio
265
1620
d'or le corna, ¶ io per me non torrei
266
1620
e s'Alcide fuss'io, sìche potessi ¶ dale famose
267
1620
se fossi Mida, ond'io ¶ tutto in lucide verghe
268
1620
tu la bocca ripiena, io la man vota. ¶ Ma
269
1620
stuol dele compagne erranti. ¶ Io mi parto, rimanti. ¶ Fileno
270
1620
mio? ¶ Selvaggia m'appell'io. ¶ Laurino ¶ O Selvaggia, selvaggia
271
1620
questo mortal pallore, ond'io son tinto, ¶ ti può
272
1620
ti può mostrar, ch'io sono ¶ ombra tra' vivi
273
1620
in cui felice or io ¶ mi contemplo e vagheggio
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Gustan, ma tal qual io. ¶ D'invisibil vivanda, ¶ che
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se con ragion gagliarde io ti provassi ¶ che quantunque
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che tu l'omicida, io son l'ucciso? ¶ Selvaggia
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dolcemente passaggio. ¶ Selvaggia ¶ Ma io, che far poss'io
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io, che far poss'io per far contento ¶ un
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in tue conclusioni. ¶ Laurino ¶ Io propongo e sostegno ¶ ch
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propongo e sostegno ¶ ch'io t'amo, e per
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sen venne, ¶ sìche repente io arsi, indi l'ardore
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muori a tuo senno, ¶ io son ferma e disposta
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per prova il sent'io), ch'affanni e doglie
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come consigli tu, ch'io m'innamori? ¶ Laurino ¶ Ad
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sei pietra in durezza, io ferro in fede. ¶ Selvaggia
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non ti fai legge? ¶ Io vo', che tu non
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Non mi dir, ch'io non t'ami, ¶ ciò
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presumi. ¶ Non mi cur'io, né voglio ¶ a grandi
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dunque t'adiri ¶ ch'io t'ami, e ch
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t'ami, e ch'io ti miri? ¶ S'al
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procaccio esca et aita, ¶ io te, Ninfa, non amo
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perché vuoi tu, ch'io sia ¶ obligata ad amarti
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bellezza, alma amorosa. ¶ Quindi io, me stesso amando ¶ et
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fusse l'amore, et io ¶ d'esser amata amassi
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mie? ¶ Altra colpa, ch'io sappia, ¶ contro te non
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tue leggi ¶ colpevole s'io t'amo, ¶ e tu
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fai, ¶ giudice ingiusta, et io ¶ al tribunal d'Amor
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danno ¶ dal giorno ch'io fallai ¶ riportato n'avesse
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Ma poniam pur, ch'io sia per troppo amarti
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mentre tu sarai bella, io sarò amante. ¶ Selvaggia ¶ Tanto
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sì caduca base. ¶ Quand'io bella non fossi, ¶ so
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che m'assecuri ¶ (s'io pur prendo ad amarti
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nulla ha del divino. Io amo, io ardo ¶ di
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del divino. Io amo, io ardo ¶ di puro ardor
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inaridisce e langue? ¶ Laurino ¶ Io per me più felice
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Selvaggia ¶ E vuoi, ch'io per piacerti ¶ mi mariti
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la palma, ¶ convien ch'io pur da te vinta
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di vita uscissi anch'io? ¶ Guardimi il ciel, ch
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Guardimi il ciel, ch'io baci i morti. A
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et ridenti. ¶ Così potess'io, nuovo Giosuè, per miracolo
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sole, qual maraviglia, s'io, che come elitropio a
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come sia possibile, ch'io non sia umile insieme
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proporzionati alla vittima potrei io venerarvi, che co' sospiri
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vi dee, che quanto io vi dono sia pur
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mio ingegno, et quando io o parlo o scrivo
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contro i lamenti, ond'io mi doglio, ¶ tu sola
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que' dolci lumi, ond'io tutt'ardo, ¶ men crudo
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anco il credi? ¶ S'io ardo, s'io mi
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S'io ardo, s'io mi struggo e s
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mi struggo e s'io t'inganno, ¶ tu 'l
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colle. ¶ XVI ¶ O ch'io vegghi o ch'io
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io vegghi o ch'io dorma o vada o
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Altra fera più cruda (io dissi a Bauci) ¶ il
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quel dì che prima io mi compiacqui ¶ di far
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e timor gran tempo io vissi, ¶ acciò che 'l
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alcun ristoro: ¶ «Col pero io pero» o pur «Col
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o pur «Col moro io moro!» ¶ XXVII ¶ Deh, quante
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degli orti architettrici industri, ¶ io, rapiti e recati i
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occhi impiaghi, ¶ pur ch'io ne colga il mel
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arbori istessi insieme allaccia, ¶ io perché fuor (dicea) dele
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al Sonno sia sacro io penso invero. ¶ D'edra
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spesso Aretusa e Leucopetra io veggio. ¶ XXXIX ¶ Lungo il
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i gigli dale rose io sceglio, ¶ farti del'acqua
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casta dea. ¶ XLI ¶ O io, s'averrà mai che
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tutto sa, sa s'io tranquille ¶ volsi mai luci
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m'ama; ¶ e s'io fuggo da lei, più
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umor sì ardenti, ¶ ch'io l'odo sospirar tra
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che di me stesso io dica. ¶ Pur, qualunque si
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studio appiatta? ¶ LIII ¶ Bench'io pastor non sia tanto
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Ho tante agnelle anch'io, che fan le cime
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i lumi imbruna. ¶ LVIII ¶ Io l'appello per vezzo
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oimè, lo stato nostro. ¶ Io fuggo da' pastor, tu
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fuggi; ¶ tu col nemico, io col nemico giostro; ¶ tu
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altro, ululi e muggi, ¶ io con pianti e sospir
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toro, ¶ per umil vacca, io cruda tigre adoro. ¶ LXI
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è pur degno. ¶ LXVI ¶ Io ho di minio ancor
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infin ch'avenne ¶ ch'io la vinsi cantando a
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ancor n'ha sdegno, io la negai; ¶ e tu
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casa. Poiché essendo stato io il ritrovatore e l
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e nell'onore. Ond'io, che mi sono alla
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lodandomi in guisa ch'io conosca la lode trapassar
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lodevoli. Comunque sia, s'io dicessi che l'esser
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Doppo tant'anni cordialissimamente io vi saluto, e v
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dell'antico amore, ch'io vi porto. Io sono
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ch'io vi porto. Io sono al solito parzialissimo
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resta ¶ a tentar perch'io viva, ò scampo, ò
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mai di questo, ond'io ¶ ardo, più grave, ò
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occhi ¶ mirando goda, ond'io languisco e pero, ¶ che
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che di tal guisa io mora ¶ qual vita eguale
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con dolci accenti gai? ¶ Io già nel tronco di
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foco ¶ onde tutto avamp'io, tu prenda à gioco
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vece in te vid'io ¶ humilemente il piede a
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Ahi come soffri, ch'io languisca, e pera ¶ chi
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sol di due, ch'io già mi tolsi ¶ m
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la brina; ¶ ascolta quanto io dico, e tal'hor
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ove scritto si legge – Io son di Clori, ¶ non
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se non con canto. ¶ 88 ¶ Io sò che spesso in
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de la faretra, ch'io cotanto preggio. ¶ 112 ¶ Tutta è