Pietro Giannone, Vita scritta da lui medesimo, 1741

ERECTORI IUSTITIAE, della quale io parlo nel quarto tomo

Il quale, scorgendo che io non vi sarei più

il figliuol maschio ch'io lasciai sotto la sua

barbaramente scacciato, bisognò che io da Vienna provvedessi di

homo homini lupus. Quantunque io riputassi non esser ciò

Infra gli altri anch'io gli rimirava, come se

di quel figliuolo che io lasciai alla sua cura

fu d'uopo che io, facendolo allevare in altra

che rovinarlo, senza che io ne ricavassi alcun profitto

studi accoppiando quelli che io avea fatti de' tempi

ordine della repubblica. Né io, così ne' miei discorsi

contrario, e fece che io gli sperimentassi sdegnati ed

sospetto. ¶ E tornato ch'io fui a Vienna, dopo

non perduta la Sicilia io sperimentava difficile l'esazione

a scrivermi, e che io per non rovinarlo stessi

di tutto ciò, partito io da Vienna, in passando

città si maravigliavano come io fossi stato da dura

forti colonne, ov'era io appoggiato e dalle quali

Napoli alle lor case. Io, ancorché niente più esiggessi

trovarci rimedio, sapendo che io sarei stato assorbito dall

era persona colla quale, io, per undici anni continui

più gravi che soprastavano? Io gli risposi che mi

più forti colonne, ond'io era sostenuto. ¶ Intanto tirava

da me soccorse, né io dalla lor povertà potea

fin alla ventura primavera, io mi avrei consumato il

di “Due Porte”, dove io pensava, fuor d'ogni

Bernardo Lama, di cui io ammirava non meno la

altrettanto avaro, non dovess'io, ne' miei bisogni, incomodarlo

le vere cagioni. ¶ Intanto, io ricuperai dal banco i

memoria. Né fin che io viva, o lontananza di

fosse l'affezione che io le porto, non m

e conforto. ¶ Or come io, commemorando queste insigni virtù

antiche miserie, senza che io, da sì lontani paesi

farlo, tanto maggiormente che io le promisi che, in

che, in qualunque luogo io fossi, non avrei mancato

Fuenclara. Gli dissi chi io era, e narrandogli i

col marchese Visconti, che io avea conosciuto a Vienna

affettuose e gentili, che io, pieno di confusione, appena

cominciarono a pregarmi che io rimanessi presso di loro

cessavano l'insistere che io non partissi. ¶ Ed erami

era gentiluomo col quale io m'incontrava, che non

curiosità; e sempre che io era nella piazza di

accresciuto il soldo, affinché io non partissi da Venezia

ed infacondo. Ma che io, costretto da tanta beneficenza

ad un tanto favore, io offeriva ogni mia opera

sontuose lor feste. ¶ Mentre io mi tratteneva a Venezia

manda ad avvisare che io differissi la partenza, per

Vienna, non voleva che io tornassi in Napoli, temendo

della proscrizione. Sicché, essendo io passato nel mese di

avea indrizzate, e che io, vinto da' suoi forti

dottrina, così procurai far io, dall'opera del Sanfelice

e' inculcava, e che io ne' precedenti articoli avea

avvertiva e protestava, che io questa mia Professione e

stata la cagione che io non potessi leggerle se

e altrove. ¶ Terminata che io ebbi questa scrittura nella

che si fosse impressa, io vi ripugnai sempre. E

innumerabili copie. Ciò che io sentiva con infinito dispiacere

aggiungessero. A questa fine io feci trascrivere un correttissimo

le maniere stamparla, ma io l'impedii sempre, e

ministri che gli componevano. Io, nella villeggiatura di quest

con altri fece che io ne fossi richiesto a

edizione napolitana. Ed ancorché io non intendessi la lingua

interpretassero alcuni passi, che io, come non conformi alla

richiesto di conferir anch'io, in parte, a' buoni

di spedizione, sempre che io mandava per riscuoter le

non per questo era io soddisfatto, replicandomi che il

quelli di Sicilia, avessi io donde ricompensargli; tanto maggiormente

acque. ¶ Ma informato che io fui dell'animosa ed

se prima non era io pagato, e così, se

spedizioni di Sicilia fossi io prima pagato, né il

estrema mendicità; sicome anch'io conobbi per proprio esperimento

meritevole preferito. ¶ Or vedendo io ridotte le cose in

Napoli. Poiché, se bene io più volte avessi ricordato

in Napoli che, trovandomi io nella corte, né sapendosi

Sua Maestà volesse che io tornassi a Napoli, per

l'avea risposto che io tenessi pazienza per altro

mostrò poco gusto che io volessi imbarazzargli le provviste

Qual speranza, adunque, potea io avere d'essere promosso

suoi amici, e spezialmente io da cui era cotanto

mese di agosto; poiché io, stufo della corte e

condizione umana, della quale io era vestito, e ripigliare

di Diodoro Siciliano, che io avea colla traduzione di

ebbe a caro che io avessi preso la difesa

concedutigli. Onde, essendo stato io coll'agente della Città

del Consiglio; e che io, dopo avergli informati, avessi

regno. Nel dispaccio era io nominato, facendosi menzione dell

veduti gli effetti. Ma io, che sapeva l'arcano

da lui ambita. ¶ Ed io non pur ne venni

Questi era lucchese, che io conobbi a Vienna, coll

Ed in effetto, avendole io lette, sicome avendole fatte

lasciassero in pace: poiché io a tutt'altro intendeva

e magnificenza, volessi anch'io contribuir, dal mio canto

più adorna dell'inglese. Io, che coll'occasione delle

dell'Istoria; le quali io avea fatto delineare dalle

illustravano e confermavano quanto io de' medesimi mi trovava

Carlo Magno, sicome avea io scritto nel primo tomo

me fatto monsignor Anastasio, io non rispondeva, poiché non

mi rispose che stessi io saldo e quieto, perché

Onde da Napoli, dove io avea scritto ad alcuni

e farmi perdere quanto io, con tanti stenti e

conseguito. ¶ Per queste notizie io non era ad altro

del reggente Almarz, dove io non mancava, non essendovi

persona. Poiché sapendosi che io frequentava la casa del

altri a doverla ancor io pretendere; e tanto più

e favore. Sicome, avendolene io fatto motto, non me

la corte, a' quali io era ben noto, parimente

quanto essi potevano; ma io, con tutto ciò, non

loro province. E poiché io, in più luoghi dell

dono un essemplare, perché io avessi di lui qualche

di que' essemplari che io feci venire a Vienna

Roma, “giannonisti”. Come se io insegnassi cose nuove, e

e gran scrittori, che io, fuor del costume degli

sola mia narrazione! Sicché io soleva dire a coloro

questa nuova dottrina che io insegnava, giacché mi riputavano

già nell'anno 1726. Ed io, a mio danno, avea

di quest'anno, somministrando io il pigione per le

e riconoscenti di quanto io le giovava, non è

la cordialità, colla quale io era trattato. ¶ Fra le

massimamente in paese forastiere, io era inetto ed impaziente

decreto stavami promesso. ¶ Essendo io sì ben aggiato ed

Tedeschi, ciascuno crederà che io avessi dovuto perfettamente apprendere

quali s'ingegnavano che io dovessi impararla, che così

poiché, invece d'apprender io la lingua tedesca, impararono

Da ciò avvenne che io non ci avessi più

in Vienna, co' quali io conversava, e che nelle

Vienna, mi richiese che io prendessi la sua difesa

mese di maggio ancor io vi fui, e non

Roma. ¶ In questo, essendo io dalla villeggiatura di Pettersdorf

Conferenza il principe Eugenio, io l'avrei al medesimo

Sicilia, avea voluto anch'io, come Diogene, muovere la

altri travagliando, non fossi io solo riputato ozioso ed

queste cose. Ed avendogli io risposto, che non vi

alcuni de' quali avea io, con molta cautela e

loro nazione. ¶ Ed avendo io, dopo aver ben considerata

da' pochi a' quali io l'avea confidata, dimostrava

a' princìpi di maggio, io con le mie ospiti

prossimo a Pettersdorf; sicché io, la mattina o la

Intanto, sempre più andando io perdendo la speranza d

di lui degnissimi figliuoli io avea contratta qualche servitù

con molta efficacia. Ed io non mancai, prima di

eresie, mostravano desiderare che io mi emendassi, e tornassi

opera istessa, che solo io avea, e che a

Per queste potenti cagioni io non pensava di risponderci

che, con tutto che io fossi nell'imperial corte

ed altri, dicendomi che io procurassi in quel Consiglio

tali sentimenti, e che io era stato ben ricevuto

e tanti romori. ¶ Credendo io che innanzi a sì

maniera coll'Argento come io, per mezzo d'una

tranquilla quiete. ¶ Ricevuto che io l'ebbi, lo mostrai

per farla rimovere. ¶ Aspettava io intanto a Vienna il

Ernesto Plekner, col quale io, per tal occasione, presi

stata più lunga. Ma io non voleva lasciare gli

già finiti quelli che io avea meco portati. Sicché

Marulli, nostro napolitano, che io ebbi la sorte di

un essemplare, sicome, avendone io avuta notizia, procurai subito

a Sua Altezza che io al suo ritorno ne

mese di ottobre. Ed io, facendo passare alquante settimane

mi fece segno, essendo io in ginocchio, che mi

mosse tante persecuzioni, perché io, in quella sostenendo come

sommessa. Nell'atto che io feci di presentargli una

se la prese, ed io ebbi l'onore di

divulgata impostura addossatami, che io lo negassi. Lo pregai

alla corte di Roma, io certamente non l'avea

loro sovrani, alle quali io fui tratto dall'istituto

mia Istoria; e che io volentieri mi offeriva a

di ciò informato, che io era pronto a venire

sarebbe assicurato di quanto io umilmente l'esponeva, e

e quanto conveniva. Era io ben consapevole del doppio

sarebbegli sommamente caro, se io sopra l'articolo controverso

gran peso ed autorità. ¶ Io, ancorché senza libri forensi

pensava generosamente rimunerarmi. Ma io avendogli detto che non

fervorosi ed efficaci, che io potessi immaginarmi. Sicome, con

nel nuovo anno 1724, ed io avendo dovuta abbandonar la

mantenere. A questo fine io drizzava i mezzi, ora

avendomi domandato quanto tempo io avea impiegato in comporre

ministri di quel Consiglio, io certamente ne avrei potuto

tolse la vita: sicché io perdei tutti gli ossequi

cortesia e gentilezza, che io non potea desiderar maggiori

a Sua Maestà che io fossi a Vienna, di

tutte le cose; sicché io, per me stesso e

degli altri informato, che io non poteva più a

Princìpi di Cartesio, che io sentiva con molto piacere

quale si comandava che io dovessi trattenermi nella sua

mese per mese. Ed io mi ebbi pazienza che

nome dell'Imperadore. Ed io non mancai, verso la

che veniva scritto, che io in Vienna preparava un

stampe, giacché immaginavano che io, in mezzo a tanti

essi aveano questa facilità io non ce l'invidiava

loro che millantavano, che io l'avrei reso pane

pane per focaccia. Che io me ne stava co

me ne dessero occasione, io me ne starei in

al papa!, — dicendogli che io d'una sola cosa

interpretavano da ciò che io negassi il miracolo, e

l'agitazione nella qual io era; poiché questi romori

la colpa; ed esser io con ciò esposto a

amici si deliberò che io dovessi partire per l

e più conveniente che io, di persona, andassi a

per ciò, alla giornata io vedeva rendersi tepidi, anzi

prime colonne nelle quali io era appoggiato. ¶ Poiché il

Consiglio di Spagna — che io, ben ligato, glielo presentai

scomunicarmi, per non aver io cercata la sua licenza

risposta, se non che io ne avessi parlato col

fu d'uopo che io cambiassi nome, poiché, in

lunghi e fervorosi, che io sovente sentiva colle proprie

il ponte di Bovino, io proseguiva il viaggio in

città, mio amico, che io avea conosciuto in Napoli

imperiale Fiore, per cui io portava lettere commendatizie, mostrandogli

ivi pronto, ma che io facilmente lo avrei trovato

del Santo Ufficio, che io era ivi, voleva farmi

quiete. ¶ In Barletta, ancorché io procurassi poco farmi veder

l'era accanto, chi io fossi, divolgò ad altri

per parlarmi, sapendo che io viaggiava per Vienna, ma

gli fu risposto che io era già partito, sicom

porto a Triesti. Portava io lettere commendatizie del console

me notizia. Saputo che io era ivi, venne a

portarmele, con dirmi che io era da molti con

il vicario, credendo che io stessi nascosto, non già

dicendogli mio fratello che io non vi era, gli

presentò copia autentica (che io l'avea lasciata) del

maggiormente si accertassero che io era in viaggio per

non si ristette, mentr'io era in viaggio, contro

Ed intanto, essendo stato io caldamente raccomandato dal Cirillo

che a questo fine io l'esponeva a gli

a' buoni costumi; che io, certamente, non l'avea

di Cesare, a chi io avea l'opera consecrata

ricordo, nell'anno 1729, essendo io a Pettersdorf, il conte

rallegrandosene meco: di che io ne le resi molte

Vienna, partì subito, né io ebbi opportunità di potermi

che m'imputavano avere io scritto, arrivarono a tanta

gli diceva, volle che io gli presentassi un essemplare

eziandio l'amicizia che io avea contratta col Riccardi

scusavano con dire che io, come naufrago, mi era

l'Almarz, col quale io in Napoli avea contratta

in aggitazione, temendo che io non fossi stato ben

si fosse assicurato che io e la mia opera

quelle ore allegre. Sicché io, ora in quella del

fosser le cose, com'io l'avea scritte! Ma

amici in Roma. Ma io diceva al Riccardi, che

sapessimo far noi; che io non pretendeva impedirla, ma

gli ecclesiastici, non fossi io obbligato chieder licenza per

ne' seguenti anni, quando io era già di molto

di ambedue le giurisdizioni. Io che difendeva que' del

tali ricerche, fece che io fossi di pochi contento

il grave peso ond'io volli caricarmi, di proseguire

che non pativa dilazione, io l'impiegava al lavoro

più lunghe, le quali io, lontano dagli strepiti del

lasciati dalla vedova, presi io la difesa di questi

fu d'uopo che io somministrassi il denaro e

di tutti i beni, io per più mattine, nella

estimare, si venderono; ed io, detratte le spese e

altri potevan farlo, non io, che oltre le occupazioni

bene alcuni sapessero che io travagliava per dover dare

qualche opera, nulladimanco, poiché io non comunicai se non

chi s'immaginava che io componessi l'istoria delle

di Napoli, altri che io tessessi le vite de

chi un'altra. Ed io gli lasciava in questi

evento dimostrò che, se io avessi dato fuori il

primi tre libri, che io feci di buon carattere

e la disposizione che io avea data all'opera

ne' seguenti libri, sicome io avea proposto, poiché, oltre

istigava a ripigliarlo, ma io, fermo nel proposito, non

di “Due Porte”, dove io solea portarmi. Queste mi

d'una donzella, che io, con volere di sua

me riamata, e che io avea posta in città

delle mie cose domestiche: io riposavo in lei, né

e virtù; ché, costretto io a partir da Napoli

mio fratello. ¶ III ¶ [1721–1722] ¶ Cominciava io, intanto, col progresso degli

faceva sicuro che frattanto io avrei potuto compire il

Collaterale, della quale volli io caricarmi e mandarcela. A

noi del denaro che io dovea somministrar per le

un nuovo torchio. Poteva io allora sostener queste spese

la gratitudine ricerca che io ne abbia finché viva

cominciarono a dire che io non poteva essere stato

furon subito persuasi che io negassi ne' vescovi l

di fargli credere che io deridessi le particolari divozioni

di fargli credere che io negassi il miracolo del

erano disseminate e sparse. ¶ Io, intanto, non mi sgomentai

dato a credere che io reputassi lecito il concubinato

non volendo intendere — che io parlava dell'antico concubinato

semplice fornicazione, riputarono che io non la tenessi per

uno di costoro, sedendo io a' tribunali, mi si

dicendomi che finalmente avea io discoverta questa verità. Ma

discoverta questa verità. Ma io, non intendendo ciò che

non fosse peccato, sicome io avea ben dimostrato. Allora

Allora, con riso anch'io, gli replicai che volentieri

l'avea proibito. Che io non parlava ivi della

da per tutto che io riputassi lecito il concubinato

vil plebe napolitana che io negassi il miracolo del

fattomi animo, dimandatomi se io avea moglie e rispostogli

nel venticinquesimo anno, che io per me stesso, co

letta. Aggiungevasi che, seguitandolo io la mattina ne' tribunali

sciapiti, tutti forensi; ed io, che non voleva perdere

andarlo a sentire. Ond'io mi ascrissi in quella

Chiara. E se bene io ci venissi tardi — sicché

diffuse sue allegazioni legali io avessi avanzate le mie

foro; le quali avendogli io sempre innanzi gli occhi

qualche articolo legale, che io avea letto essere esaminato

una delle sue allegazioni, io, oltre di sparamiar la

sterpi o sassi; sicché io, avendole come tante ampie

qualche abilità, e che io militava sotto un sì

guadagno. Qual felice tempo io, non vidi giammai. ¶ Così

doversi scrivere, ne composi io l'allegazione, la quale

fu la prima che io dessi fuori alle stampe

da altri provinciali, che io, acquistando maggior pratica e

essendomi stato imposto che io vi dovessi scrivere, mi

loro allegazioni. ¶ II ¶ Mentre io proseguiva ed avanzava nella

co' quali, intanto, avea io presa conoscenza. Ed intesi

Gassendo, e fece ch'io leggessi le opere del

De inquirenda veritate, che io lessi per consiglio del

nostri sensi esterni; quindi io, tratto da sì nobil

è alquanto più alta, io dallo scolo che, cadute

che sotto l'Argento io faceva ne' tribunali eran

progressi della giurisprudenza romana, io volentieri cedei ad un

vieppiù stimolato ad intraprenderla. Io, intanto, mi esposi a

Brettagna, di poter far io nel regno di Napoli

che a questo fine io reputai necessari, alcuni de

e di somma fatica, io la soffriva per le

Istoria di Procopio, che io lessi seguendo la traduzione

più dal lavoro, che io lo riputava nuovo e

re di Spagna (che io, prima, in quelle settimane

presidente della regia camera. ¶ Io, ancorché col progresso del

famiglia, chiamato degli Spinelli, io, per beneficenza della medesima

tribunali, ma secondo che io, inoltrandomi, acquistava maggior conoscenza

Argento esercitò l'avvocazione, io dietro di lui, seguendo

non posso negare che io, spinto dall'esempio d

avvocati, più avanzati che io, profittarono di aver molti

acquisti; tanto maggiormente che io non era dotato di

alcune poche cause, che io sotto la sua avvocazione

ministerio, per questa parte, io poco profittassi a riguardo

per la famigliarità che io avea con lui, e

stima, ne avvenne che io facessi acquisto di altri

le medesime cariche. Ebbi io l'incombenza di scrivere

suoi allievi, fecero che io maggiormente stendessi le mie

braccia de' suoi figliuoli. Io era già in istato

Que' cittadini, de' quali io presi la difesa, pretendevano

Sicché, in brevi giorni, io potei confutarla con pochi

medesima, non già perché io presuma di proporla a

investigarle. ¶ Capitolo primo ¶ Anni 1676–1692 ¶ Io nacqui da onesti parenti

di tre anni, applicandovi io con somma attenzione, finito

di quelle cose che io stesso non intendeva, né

e confuse idee, che io avea di quelle cose

di tanto tempo, che io avrei potuto impiegare a

cosmografia, per sapere dove io, uscito alla luce di

delle quali non era io capace), nulladimanco produssero in

più solide cognizioni che io andava acquistando. ¶ Finito, adunque

e que' a' quali io fui raccomandato, non per

del di cui nome io non voglio per ciò

ed oscuravano; e se io le leggi ed i

più avanzata, de' quali io cominciava ad acquistar conoscenza

romana; al quale avendo io esposte le mie confusioni

pozzanchere, sicome fin ora io avea fatto, ma da

apprender le leggi civili. ¶ Io, se bene sotto il

a' quali volle che io ne aggiungessi un altro

a sua casa ed io aveva il vantaggio, seguitandolo

della maniera che dovea io tenere in regolare i

que' tempi, de' quali io poteva aver notizia dalle

riguarda la giurisprudenza, poteva io aggiungere i moderni, che

o di fatiche — sicome io in processo di tempo

Ma tutti questi studi io non l'avea come

suoi trattati si allegavano, io diligentemente osservava, onde sovente

Pandette, facea molta stima, io che non avea allor

me l'aveva prestati, io sarei rimaso senza questo

ricerca delle quali cose io con ardore cominciai ad

per rischiaramento della quale io avea incamminato tutti i

Aulisio, nell'accompagnarlo che io faceva in sua casa

maniera e metodo che io dovessi tenere, per bene

ecclesiastica. Da questa avrei io avuta bastante conoscenza donde

nuovo diritto canonico. Sicché io nel tempo istesso poteva

già furono. Ciò che io reputava dover tirare la

e comodità del pubblico, io non tralasciava spesso andarci

m'illuminarono. ¶ Sicché, conferendo io coll'Aulisio le cose

altre opportunità, andava acquistando io maggiore cognizione non men

la gratitudine ricerca che io con le debite lodi

mutaron poi in cartesiani. ¶ Io, per compensare la grave

sgomentavano tanti volumi, ed io non voleva tralasciare l

fino allora era stato io immerso. ¶ Egli è vero

avea, m'inculcava che io permanessi. Sicché, da una

Vita. ¶ Al de Angelis io pur debbo non pur

culti scrittori toscani, onde io potessi apprendere non meno

dalla dolcezza de' quali io preso, non mi stancava

che dava indizio che io non ne avea ancora

sopra Demetrio Falereo, che io lessi con somma cura

altri. E secondo che io coll'età m'avanzava

che guariva gl'itterici, io, coll'occasione che andava

Napoli, temendo forse che io, nella corte d'un

molto s'ingannava, poiché io né presso quella corte

empio e miscredente. ¶ Né io mi lusingava che le

di Madrid, e che io formassi un pieno memoriale

a Napoli. Di che io gli resi molte grazie

erano più frequenti, ed io non mancava con niuno

Moazzi, Apostolo Zeno, che io conobbi a Vienna, il

strade ingombre. ¶ Prima che io vedessi Venezia, credetti che

dovesse riuscirmi salubre, essendo io nato e cresciuto in

tutto il contrario, poiché io era in una falsa

istantemente mi richiese che io dovessi tenerli compagnia e

mi sarebbero riuscite ingrate. Io, che non desiderava altro

Roma, mal sofferendo che io in Venezia era stato

tante grate accoglienze, quando io, nella mia Istoria, avea

riguardava l'imputarmi aver io qualificato i Veneziani esser

ricredere dell'impostura, poiché io non parlava, nel passo

di Alessandro, secondo che io lo rapportava, riluceva assai

apparecchiava, fecer sì che io venni ad infermarmi con

Fra le sue opere io prepongo quella latina Della

espressioni, mi offeriva che io rimanessi in sua casa

soffrire freddi estremi, essendo io accostumato alle stufe di

me prese, le quali io avea già premunite con

darle alle stampe. Ma io non volli, bastandomi che

di que' successi, che io, sicome non offesi il

romore sparso; alla quale io rimasi sorpreso, non sapendo

padre Sanfelice, di che io già avea notizia. Poiché

data al Sanfelice; ed io, che per quattro mesi

Vienna. Di che non io, ma i gesuiti stessi

in quella corte, perché io potessi ritirarmi a Napoli

regni. ¶ Fin da che io era a Vienna, s

d'Italia. ¶ Ed essendo io già a Venezia, ove

di far sì che io potessi tornar in Napoli

avendo già saputo che io era a Venezia, di

cose mi disse che io non m'impegnassi co

fosse irretrattabile, e che io avea riposta tutta la

agevolar l'impresa, poiché io fortemente temeva che la

di farlo, e che io fossi stato in ciò

o stufe, siccom'era io avvezzo di fare a

favori. E se bene io non fossi niente inclinato

insidie, e sempre che io capitava nella piazza di

di San Lorenzo, dove io avea presa conoscenza con

incontrandoci, non permetteva che io mi partissi, anzi mostrava

anzi mostrava piacere che io gli facessi compagnia, discorrendo

ancor compita; ma che io avrei scritto a Bousquet

mostrandone grandissimo desiderio; onde io scrissi a Bousquet, maravigliandomi

scorsi quattro anni che io l'avea mandate le

residente a Venezia, dove io mi trovava, e dove

compagnia si rallegravano che io mi trovava in Venezia

quanto conveniva, secondo che io l'avessi prescritto. ¶ Gli

mettersi a questa impresa, io non solamente l'avrei

all'inquisitore — e che io, per quel tempo che

capo. ¶ In oltre che io, per la stampa, non

affare della licenza; poiché io, intanto, avrei cominciato a

ricordarmi della promessa, che io l'avea fatta di

casa, nell'imminente primavera. Io, fin allora, non avea

più acconcio, non men io che l'ambasciador istesso

altri invitato, senza che io soffrissi spesa alcuna di

quel mio figliuolo, che io faceva ivi istruire, del

fosse mio figliuolo; sicome io avea prevenuto col Pisani

E de' denari, che io avea esatti dal banco

per sette mesi che io, a mio costo, era

procuravano farmi sapere che io era appoggiato ad una

ciò ignoto, ma che io, considerando che poteva il

Pisani mi diceva, ed io l'avea già osservato

la stessa, scorgendo che io per cibo mi contentava

mia Istoria, procurassi farne io venir da Napoli più

mi rispose che, se io li voleva, mandassi denari

Mentre nel meglio che io poteva tirava innanzi la

ancorché fra questo tempo io avessi avuta la sorte

molta cortesia, procuravano che io le vedessi tutte, con

mancava d'assistenza; ma io gli diceva che non

qui passati, e che io n'incolpava il duro

mancava di perseguitarmi; che io già da Napoli avea

II vi fu viceré. Io m'astenni di favellar

gli ambasciadori, nulladimanco stando io esposto alla malevolenza de

pretesto di calunniarmi; che io quella sola volta, dopo

Napoli del mio ritorno. Io stesso praticai coll'ambasciador

benignissime sue offerte, che io riputava per me somme

onde mi sollecitava che io glieli dessi, per portarceli

che col guadagno che io avrei ritratto da questa

sentire al Pisani che io non ci trovava altro

campagne. Ma misero! Mentr'io così credea aver riparato

vedendo che in Venezia io era in tanta stima

e dell'inquisitore; sicché io pur da quella città

altro mio vantaggio, che io avrei potuto sperare dimorando

anime, coll'inquisitore, avea io per ispettori de' miei

Curiosi di sapere se io ascoltava o no ne

pasquale, e trovando che io non pur ne' dì

cominciarono a calunniarmi: che io ne' miei discorsi dava

diligenza del fatto, che io lo credeva una favola

in costernazione; se ben io non temessi, pur che

a' censori veneziani; né io era stato a Padova

di simili impertinenti dimande. Io, ancorché rispondessi che non

condursi in sua casa, io, proseguendo oltre col servidore

mezzo, mi dissero che io era preso; ed intanto

zaffi”. E dicendogli chi io era, e che forse

vicoli, senza sapere dov'io fossi, fin che non

infelice fine sarei stato io riserbato, considerava quanto instabili

scherni e derisione. Avendo io però preparato l'animo

vedermi, mi disse che io non mi sgomentassi, poiché

i quali volevano che io tosto uscissi da Venezia

in casa di chi io dimorava, che mi facessero

e portarlo meco; che io avea una picciola biblioteca

fin a tanto che io, fermato altrove il mio

mandar dopo. ¶ Ma mentre io così parlava al “misser

sarebbe scoverta, non avendo io né per pensiero macchinata

quella corte, e che io non era sicuro, capitando

romana. ¶ Con questa agitazione io era, aspettando il ritorno

roba, senza dirgli che io dovea partir subito, e

costernazione, credendo tutti che io per delitto di Stato

grande”, nelle cui stanze io era, d'informarsi meglio

che ho da far io de' libri — gli dissi

Come, senza denari, poteva io partire, e senz'abiti

dire al Pisani che io dovea partire, che, ciò

per terra, sbarcato che io fossi a Crespino, mi

al Pisani, perché avrei io dapoi pensato di fargli