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Benvenuto Cellini, Vita di Benvenuto di Maestro Giovanni Cellini fiorentino, scritta, per lui medesimo, in Firenze, 1562

concordanze di «io»

nautoretestoannoconcordanza
1
1562
per causa sua che io non mi fussi andato
2
1562
farebbe ben cosa che io non arei mai più
3
1562
che voleva tenere perché io non mi partissi. Madama
4
1562
Madama di Tampes, disse: - Io lo impiccherei per la
5
1562
gran risa, dicendo che io lo meritavo bene. A
6
1562
ché, con tutto che io non l'avessi mai
7
1562
finita questa giornata, e io restai sano e salvo
8
1562
passato parecchi mesi che io non avevo aùto danari
9
1562
lavorare; di modo che io avevo mandato via tutti
10
1562
fuora italiani, ai quali io feci lor fare dua
11
1562
ebbono i dua vasi, io con essi me n
12
1562
a Sua Maestà come io ero arrivato in quel
13
1562
qual fu causa che io ebbi a stare di
14
1562
disagio. E veramente che io non ebbi mai il
15
1562
capo di parecchi giorni io me gli feci una
16
1562
oltramodo gli piacquono. Quando io veddi benissimo disposto il
17
1562
benissimo disposto il Re, io pregai Sua Maestà che
18
1562
tanto di grazia, che io potessi andare a spasso
19
1562
in Italia, e che io lascierei sette mesi di
20
1562
mesi di salario che io ero creditore, i quali
21
1562
Il Re, mentre che io gli dicevo queste parole
22
1562
un suo sguardo terribile; io pure, il meglio che
23
1562
pure, il meglio che io potevo e sapevo, lo
24
1562
vasi a Parigi, perché io gli voglio dorati - e
25
1562
altra risposta, si partì. Io mi accostai al Cardinal
26
1562
mi compiacessi questo, che io potessi andare insino in
27
1562
piacere, e che liberamente io ne lasciassi la cura
28
1562
lui; e anche, se io volevo, potevo andare liberamente
29
1562
benissimo con il Re. Io dissi al ditto Cardinale
30
1562
ditto Cardinale, sì come io sapevo che Sua Maestà
31
1562
quella mi dava licenzia, io volentieri mi partirei, per
32
1562
Cardinale mi disse, che io me n'andassi a
33
1562
grazia dal Re che io potrei andare: e in
34
1562
non si contentassi che io partissi, sanza manco nessuno
35
1562
altro, saria segno che io potrei liberamente andare. ¶ XLIX
36
1562
di Pavia, il quale io avevo alloggiato di nuovo
37
1562
vasetti cominciati, i quali io lasciavo, perché quei dua
38
1562
di gran valore, perché io stavo molto onoratamente: era
39
1562
cervello da uomo; però io gli volevo lasciare in
40
1562
me l'avvisassi, perché io monterei in poste e
41
1562
e volerei d'onde io mi fussi, sì per
42
1562
il grande obrigo che io avevo a quel buon
43
1562
ladronesche lacrime mi disse: - Io non cognobbi mai altro
44
1562
del suo buon padre, io sempre lo farò inverso
45
1562
ribalda subito dissono che io m'ero partito con
46
1562
la mezza notte. E io che non dormivo, da
47
1562
mondo, se non che io perda la grazia di
48
1562
mentre che meco medesimo io facevo questo contrasto, mi
49
1562
di poi disse quando io volevo che venissi a
50
1562
venissi a vederle. Allora io dissi che io stavo
51
1562
Allora io dissi che io stavo in ordine da
52
1562
allora. Subito disse che io mi avviassi a casa
53
1562
allora voleva venire. ¶ XLIV. ¶ Io mi avviai, aspettando questo
54
1562
altro giorno da poi io tornai dal Re in
55
1562
venne a casa, dove io lo guidai in certe
56
1562
stanze basse, nelle quale io avevo messo insieme tutta
57
1562
e di vostro capo. Io mi ricordo avervi comandato
58
1562
tante altre cose, che io sono molto smarrito, veduto
59
1562
fare di questa sorte, io vi darò poi a
60
1562
poi a divedere come io uso di fare, quando
61
1562
uso di fare, quando io voglio che si faccia
62
1562
paura per me, perché io m'ero risoluto di
63
1562
sua Madama di Tampes, io missi un ginocchio in
64
1562
ginocchio, dissi: - Sacra Maestà, io affermo tutto quello che
65
1562
contrario da quel che io dico, sappi Vostra Maestà
66
1562
non avendo da me, io none possetti fare più
67
1562
detta figura m'avanzò, io ne feci quel vaso
68
1562
mostratogli un modello, quale io avevo fatto già in
69
1562
ducati d'oro, perché io la facessi, dicendo che
70
1562
molto mi ringraziassi quando io ve la detti finita
71
1562
commessione, da per me io non arei mai potuto
72
1562
d'altro, le teste io le feci veramente da
73
1562
di Francia, le quali io, come forestiero, punto non
74
1562
esperienza delle ditte terre io non mi sarei messo
75
1562
opere. Quanto alle base, io le feci, parendomi che
76
1562
però tutto quello che io ho fatto, ho pensato
77
1562
che quel gran colosso io l'ho fatto tutto
78
1562
sì gran Re e io quel poco artista che
79
1562
quel poco artista che io sono, dovessi fare per
80
1562
quell'ore felice che io sono stato al suo
81
1562
poi mi disse che io dovessi contentarmi di servirlo
82
1562
che tutto quello che io avevo fatto era buono
83
1562
disse queste formate parole: - Io credo certamente che, se
84
1562
non l'arebbe -. Quando io viddi fermato un poco
85
1562
nuovo con grandissima reverenza io lo ringraziai, replicando pure
86
1562
Re s'avvidde che io non aveva fatto quel
87
1562
e paventosa voce che io non parlassi più parola
88
1562
Maestà, tutto quel che io facevo in mezzo da
89
1562
che non mai più io arei diferenza seco, perché
90
1562
conosciuto; e che ancora io m'ingegnassi di cognoscere
91
1562
come voleva il dovere. Io dissi che ringraziavo Idio
92
1562
la gran figura, come io l'avevo tirata innanzi
93
1562
venne appresso di me. Io la feci scoprire: la
94
1562
danari che di mio io avevo spesi, e fussi
95
1562
la volessi, bastando che io la dessi scritta di
96
1562
tanto altamente superbe, che io avevo usato con Sua
97
1562
ringraziai, come se aùta io l'avessi, dicendo a
98
1562
a Sua Maestà che io volevo, quando questa cosa
99
1562
non possendo più lavorare, io potessi in pace riposare
100
1562
me si partì, e io restai. ¶ XL. ¶ Madama di
101
1562
dicendo da per sé: - Io governo oggi il mondo
102
1562
giuoco di palla che io avevo nel mio castello
103
1562
quale lui diceva che io non me ne servivo
104
1562
vidde il bello, disse: - Io metto in tenuta da
105
1562
giuoco appartengono -. A questo io dissi: - Del sacro Re
106
1562
protesto che prima che io mi vadia a dolere
107
1562
a dolere al Re, io mi difenderò in quel
108
1562
ieri mi commisse che io facessi; e vi sbalzerò
109
1562
se altra spressa commessione io non veggo per la
110
1562
minacciando e borbottando, e io faccendo il simile mi
111
1562
molto; e che se io gli avessi fatto qualche
112
1562
arme; e se bene io ebbi qualche difficultà, me
113
1562
e li dissi che io avevo fatto tutto tutto
114
1562
lettere, per le quale io non avessi più da
115
1562
Intanto con gran sollecitudine io fini' il bel Giove
116
1562
basa dorata, la quale io avevo posta sopra uno
117
1562
fatte gittare di bronzo. Io che non sapevo nulla
118
1562
Re dove voleva che io ponessi il Giove, essendo
119
1562
In questa ditta istanza io condussi il mio Giove
120
1562
tutto fatto a arte, io da per me dissi
121
1562
suo luogo e, quanto io potetti, benissimo acconcio, aspettai
122
1562
perché veduto fattosi notte, io accesi la ditta torcia
123
1562
Re: e perché ancora io fatto con un poco
124
1562
si sia veduta, e io, che pur me ne
125
1562
era da considerare, che io avevo messo un velo
126
1562
un velo sottilissimo, che io avevo messo con bella
127
1562
quale a quelle parole io lo presi, alzandolo per
128
1562
stracciai. Lei pensò che io gli avessi scoperto quella
129
1562
di quello isdegno e io vinto dalla passione, volsi
130
1562
in sua lingua: - Benvenuto, io ti taglio la parola
131
1562
un mille -. Non possendo io parlare, con gran passione
132
1562
parte di conti, che io mostravo avere speso di
133
1562
di panni sottilissimi. Questi io feci a tutti quei
134
1562
degna di riso: perché io avevo comandato a tutti
135
1562
tutti quelli a chi io davo le spese che
136
1562
meretrice; e a questo io ne facevo molta diligenza
137
1562
spirito, della qual cosa io ne vidi alcuno contra
138
1562
XLIII. ¶ In quel mentre io m'attendevo a mettere
139
1562
infrascritte cose. E perché io non mi voglio curare
140
1562
con che buona ragione io prestamente gli affortificavo Parigi
141
1562
ispressa commessione, che quanto io avevo detto subitamente facessi
142
1562
lunga via da forzificare, io mi ritirai da tale
143
1562
mi vidde entrare, fattogli io quella debita reverenza che
144
1562
Maestà mi domandò se io avevo da mostrargli a
145
1562
desiderare? - In mentre che io facevo questo mio conto
146
1562
tante pugna insino che io ero stracco. E quivi
147
1562
quindici giorni, innanzi che io me ne potessi servire
148
1562
quelle male percosse che io le avevo date, e
149
1562
cornetta. A queste parole io mi movevo a risa
150
1562
la Caterina istava, perché io arei aùto a piacere
151
1562
mi riprendeva, dicendomi che io non sapevo vivere; perché
152
1562
modo che, per essere io abbasso, corsi a vedere
153
1562
e mi dimandò se io era più crucciato con
154
1562
più crucciato con essa. Io dissi che no. Lei
155
1562
ben d'asciolvere addunche -. Io le detti ben d
156
1562
lei mi stuzzicò, che io l'ebbi a dare
157
1562
più al manco. Intanto io, che m'avevo fatto
158
1562
di bronzo; innella quale io ebbi qualche difficultà, che
159
1562
tal cosa; ma perché io me ne andrei troppo
160
1562
opera si tirava innanzi, io compartivo certe ore del
161
1562
molte più persone che io non avevo tanto di
162
1562
già a questo tempo io l'avevo finita di
163
1562
Re a Parigi, e io l'andai a trovare
164
1562
la quale, sì come io ho detto di sopra
165
1562
cesello. E sì come io dissi quando io ragionai
166
1562
come io dissi quando io ragionai del modello, avevo
167
1562
di goletta, nella quale io aveva compartito quattro figure
168
1562
possa. Quando questa opera io posi agli occhi del
169
1562
poi mi disse che io la riportassi a casa
170
1562
a tempo quello che io ne dovessi fare. Porta
171
1562
tali cose causorno ch'io le posi nome Scorzone
172
1562
Con questa ditta figliuola io fini' benissimo di bronzo
173
1562
pura e vergine, e io la 'ngravidai; la quale
174
1562
anni. La detta figliuola io le posi nome Constanza
175
1562
il primo figliuolo che io avessi mai, per quanto
176
1562
avessi mai, per quanto io mi ricordo. Consegnai alla
177
1562
sua zia, a chi io la resi; e mai
178
1562
Parigi; e se bene io ho detto per la
179
1562
fatica come avevo fatto io; subito da per sé
180
1562
inconveniente, perché vedeva che io ero uomo da far
181
1562
non vedere, una volta io mi sarei ito con
182
1562
più gli replicò, dicendo: - Io vi detti Benvenuto in
183
1562
Maestà, per far meglio, io non ho fatto dare
184
1562
da Voi; sì che io ho considerato che il
185
1562
tutto che, sì come io ho detto, il Re
186
1562
così; perché, sì come io ho detto di sopra
187
1562
altro giorno, senza che io l'andassi a incitare
188
1562
della grandezza appunto che io avevo fatto il Giove
189
1562
ducati, dicendo: - A quelli io non davo salario nessuno
190
1562
nessuno: a questo, che io do mille scudi incirca
191
1562
del suo salario -. Appresso io lo menai a vedere
192
1562
gli sarà il medesimo -. Io, essendo alla presenza, senti
193
1562
dico così, che se io sento mai in modo
194
1562
di questa mia opera, io subito vi ammazzerò come
195
1562
un altro modo - se io so mai che voi
196
1562
Re o ad altri, io vi ammazzerò a ogni
197
1562
quella prima buona, che io dissi, o questa ultima
198
1562
questa ultima cattiva, che io dico -. Quest'uomo non
199
1562
che si fare, e io ero in ordine per
200
1562
il ditto Bologna: - Quando io farò le cose che
201
1562
uno uomo da bene, io non arò una paura
202
1562
venire della Italia perché io gli facessi dell'opere
203
1562
un'altra volta: subito io me ne tornai a
204
1562
paperi, e pensava che io non me la mangiassi
205
1562
bravando e crede che io abbia paura di lui
206
1562
abbia paura di lui: io mi son messo questa
207
1562
disse con tanta efficacia, io mi senti' subito balzare
208
1562
di tale bestiale passione io mi sarei morto, presi
209
1562
O mamma mia, aiutatemi -. Io che avevo voglia d
210
1562
la madre, perché se io davo allui, altretanto male
211
1562
difesa al mondo, e io non sapevo più che
212
1562
sposala, acciò che poi io possa fare le vendette
213
1562
voi non mi ammazziate, io farò ogni cosa. - Adunche
214
1562
ogni cosa. - Adunche - diss'io - mettigli l'anello -. Scostatogli
215
1562
misse l'anello. Allora io dissi: - Questo non basta
216
1562
Questo non basta, perché io voglio che si vadia
217
1562
testimoni: la prima che io sento di voi che
218
1562
a tutto quel che io proporrò, ogni minima parola
219
1562
parola che tu dica, io ti darò tante pugnalate
220
1562
darò tante pugnalate, che io ti farò votare ciò
221
1562
non mi ammazziate; e io farò ciò che voi
222
1562
fece incontro, pregandomi che io lo volessi per buon
223
1562
perché conosceva benissimo che io avevo ragione. ¶ XXXIV. ¶ Se
224
1562
avevo ragione. ¶ XXXIV. ¶ Se io non dicessi, in qualcuno
225
1562
male, quell'altri, dove io cognosco aver fatto bene
226
1562
passati per veri; però io cognosco d'aver fatto
227
1562
Pagolo Miccieri. Benché, se io avessi pensato che lui
228
1562
tanto vituperosa vendetta, qual io feci; ché non tanto
229
1562
la prima cosa che io li dessi li sua
230
1562
far colezione; la terza io per vendetta usavo seco
231
1562
le diverse corna che io gli facevo; la quarta
232
1562
quarta si era che io la facevo stare con
233
1562
non le pareva che io l'avessi quella discrezione
234
1562
quella discrezione che prima io avevo, innanzi che lei
235
1562
suo marito; e come io sentivo parlar di lui
236
1562
volentieri, il meglio che io potevo, considerando che per
237
1562
per l'arte mia io non potevo trovare cosa
238
1562
e da me dicevo: - Io fo qui dua diverse
239
1562
me puttana; però se io fo questa vendetta sì
240
1562
tanto utile, che poss'io più desiderare? - In mentre
241
1562
Eramo dieci infra tutti: io presi il cammino dispostomi
242
1562
sarai il mal venuto -. Io intesi, e replicai un
243
1562
ispacciatemi: ditemi quel che io son venuto a far
244
1562
La Caterina disse che io avevo usato seco al
245
1562
Caterina dice, Benvenuto -. Allora io dissi: - Se io avessi
246
1562
Allora io dissi: - Se io avessi usato seco al
247
1562
fa figliuoli -. A questo io dissi che quello non
248
1562
lei lo sapeva e io no; e che io
249
1562
io no; e che io volevo che lei dicessi
250
1562
punto innel modo che io avevo aùto a far
251
1562
che la voleva dire. Io gnene feci raffermare tre
252
1562
ditto che l'ebbe, io dissi ad alta voce
253
1562
luogotenente del Re Cristianissimo, io vi domando giustizia; perché
254
1562
vi domando giustizia; perché io so che le legge
255
1562
costei confessa il peccato: io non la cognosco in
256
1562
altro merita il fuoco; io vi domando iustizia -. E
257
1562
alla presenza mia, che io correrei al Re, e
258
1562
bassar le voci; allora io l'alzavo più: la
259
1562
con la madre, e io al giudice gridavo: - Fuoco
260
1562
sesso femminile. A questo, io considerai che mi pareva
261
1562
si fu che, andando io a Fontana Beliò a
262
1562
quale lui voleva che io facessi le stampe delle
263
1562
mi dava licenzia che io facessi tutto quel che
264
1562
che a me piaceva: io avevo fatto nuovi disegni
265
1562
dia ordine a nulla -. Io, maravigliato, dissi: - Come è
266
1562
è egli possibile che io non abbia mai saputo
267
1562
gnene avevan fatto avere. Io sentitomi a questo modo
268
1562
un'opera la quale io m'avevo guadagnata con
269
1562
aveva condotto quivi. Allora io dissi: - Una faccenda bonissima
270
1562
costume di Francia -. Allora io dissi: - Misser Francesco, sappiate
271
1562
di uomo da bene. Io so che voi sapevi
272
1562
le mie gran fatiche io m'ero mostro al
273
1562
me; la quale opera io me la guadagnai con
274
1562
via il tempo, perché io l'ho aùta ispedita
275
1562
che voi volete, e io v'ascolterò -. Dissi così
276
1562
Sappiate, messer Francesco, che io v'arei da dire
277
1562
ragion mirabile e vera io vi farei confessare che
278
1562
viso e grandemente cambiato: io dissi che non era
279
1562
che m'ascoltassi. Allora io cominciai, dicendo così: - Messer
280
1562
doveva più parlare: ora io vi dico, che io
281
1562
io vi dico, che io mi contento che voi
282
1562
facciate un modello, e io, oltra a quello che
283
1562
oltra a quello che io ho fatto, ne farò
284
1562
voi toccherà a farlo, io diporrò tutta questa grande
285
1562
sempre la ragione, e io che le fo la
286
1562
m'è stata data, io non voglio mettere il
287
1562
in compromesso -. A cotesto io rispondo: - Messer Francesco, che
288
1562
è giusto e ragionevole, io vi mostrerrò quest'altro
289
1562
a un tratto; dove io stetti maravigliato che quel
290
1562
questa tanto mirabile, che io non arei voluto per
291
1562
alla ditta guardia. E io più volte mi abbatte
292
1562
le formate parole, quale io senti', furno queste, che
293
1562
phe Satan alè phe". Io che benissimo avevo imparata
294
1562
tale; di modo che io dico e credo che
295
1562
ai fatti mia, quando io mi viddi dar certe
296
1562
una gran daga che io avevo, perché sempre mi
297
1562
e il primo che io cominciai a intaccare si
298
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a due le gambe io lo privai. Di poi
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qualche tempo, tanto che io potessi finire quell'opere
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capitar male, per avere io fatto per mia difesa
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dua erano quelli che io avevo menato di Roma
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a certi libri, dove io tenevo i conti del
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me gli seguitava, e io gli davo bonissima provvisione
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per la qual cosa io mi fido più di
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che molto mi piace. Io ti priego che tu
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tu mi aiuti, perché io non mi fido tanto
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della Caterina, la quale io tengo principalmente per servizio
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potrei fare: ancora, perché io sono uomo, me ne
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un figliuolo; e perché io non vo' dar le
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far tal cosa, e io me ne avvedessi, per
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per certo credo che io ammazzerei l'una e
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nulla, subito dimmelo, perché io manderò alle forche lei
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ne guardi, che mai io pensassi a tal cosa
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non credete voi che io cognosca il gran bene
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il gran bene che io ho da voi? - A
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Per la qual cosa io mi messi in ordine
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dì come di notte: io mi attenderò a dire
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orazioni, in mentre che io guarderò la casa; andate
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al mio castello; dove io trovai Pagolo e quella
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peccato; perché giunto che io fui, la franciosa ruffiana
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le misericordie del cielo. Io, che arei prima voluto
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fattesi vicine a questa, io con difficultà arei campato
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ribaldo, mi fai credere, io ti passerei dieci volte
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che lei dicessi che io avessi usato seco al
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posono l'accusa, e io fui richiesto. ¶ XXX. ¶ Quanto
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qual cosa delle dua io dovevo fare; o andarmi
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rompere il collo, quando io fui disposto in tutto
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a quelle robe che io non potevo portar meco
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sottile, il meglio che io potevo, accomodarle a dosso
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m'avevano confortato che io mi dovessi andar con
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gli era bene che io mi consigliassi un poco
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con tutto ciò che io conoscevo bene che loro
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perché da poi che io fussi fuor di prigione
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e ubbidite a quanto io vi dico, e non
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pensate ad altro, perché io voglio comparire. Se io
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io voglio comparire. Se io mi partissi, voi andresti
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mia mala fortuna che io non fui avvertito di
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e nulla s'appiccò. Io che tal cosa intesi
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quel bel vasetto che io avevo fatto a riquisizione
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il bel vaso che io avevo fatto per la
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sua Signora, e come io gliene volevo donare, la
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isdegnosamente: - Ditegli che aspetti -. Io inteso questo, mi vesti
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ditto tesauriere aspettò che io mi partissi dalla presenza
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Benvenuto, venite meco, che io vi darò da bere
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buon vino - al quale io dissi, non sapendo quel
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di pane, perché veramente io mi vengo manco, perché
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ha fatto dire che io aspettassi. Ora m'era
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terra isvenuto -. Tanto quanto io penai a dire queste
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far colezione, tanto che io mi recreai molto bene
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d'oro; ai quali io feci resistenza, di non
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Cardinale; e volendomegli dare, io che feci un poco
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farebbe pigliar per forza. Io presi li dinari. Volendo
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farebbe di buon cuore: io me ne tornai a
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a di me, dove io portai gran pericolo della
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Se bene molto prima io mi dovevo ricordare della
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uomo dabbene che mai io conoscessi al mondo: questo
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questo non importi molto, io mi pensavo, per averlo
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San Sicondo. Questo Signore io levai d'in su
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dette grazia Idio che io potetti far qualche piacere
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far qualche piacere, ancora io, agli uomini e grandi
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amicizia tanti anni, quanto io là soprastetti, gloriandoci spesso
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noi innella sua professione. Io posso dire veramente che
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veramente che quello che io sia, e quanto di
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di buono e bello io m'abbia operato, tutto
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alla corda, del quale io traevo assai utile mentre
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assai utile mentre che io lo facevo esercitare. Era
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a messer Guido. Volendomi io servire di quelle stanze
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di salnitri; e perché io volevo servirmi di queste
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non voleva diloggiare; e io piacevolmente più volte gli
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rispondeva: all'utimo poi io gli detti per termine
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anni comincierebbe a pensarvi. Io non sapevo che costui
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alle cose, che prima io non facevo, lo arei
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e molti manovali che io avevo; e in breve
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questo arrivò; al quale io dissi: - Io sono il
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al quale io dissi: - Io sono il minimo italiano
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di farti, e che io ti farò, se tu
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altre parole ingiuriose che io gli dissi. Quest'uomo
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vero aiuto de Dio, io passai una gran fortuna
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la disse al Re: - Io credo che questo diavolo
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de Tampes dicendole che io facevo troppo bene a
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quel sicondo abitante che io avevo cacciato del mio
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una lite, dicendo che io gli avevo rubato gran
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le mie ragione; dove io viddi un giudice, luogotenente
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che erano da canto, io gli viddi talvolta parlar
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abbiate a piangere; perché io ho considerato che in
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l suo dovere; però io non vi voglio dare
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poveri uomini quello che io avevo detto loro, e
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grande il grido, che io li sentii. Pensando che
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fortuna! - Alle qual parole io dissi: - La vostra fortuna
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vostro poco sapere. Se io avessi veduto mettervi innella
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con una sola parola io v'arei insegnato che
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voi molto utile: ma io del mio onore mi
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si raccomandavono, dicendomi che io avevo ragione, e che
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ragione, e che se io non gli aiutavo, che
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lor famiglie. A questo io dissi, che quando gli
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loro s'erano ubrigati, io prommettevo loro di pagargli
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pagargli del mio, perché io avevo veduto veramente che
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facessi tutto quello che io dicevo. ¶ XIX. ¶ Era in
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regno. A queste parole io con gran dimostrazione ringraziai
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sappia per quel che io gli ho mandato lettere
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per la qual cosa io volsi usargli cortesia: non
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dono del castello, quando io venni in Italia le
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portai meco; e dovunque io vada, e dove io
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io vada, e dove io finisca la vita mia
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gran Re, sì come io ho detto, avendo tirato
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delle tante opere che io avevo innanzi e a
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bella fonte. A questo io proposi alcune mie fantasie
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che in questo tanto io facessi un modello per
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più ricche invenzione che io sapevo, perché quel luogo
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qualcosa di bello: e io tanto gli promessi. Veduto
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a madama de Tampes: - Io non ho mai aùto
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da me, e quanto io son venuto qui, non
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Madama de Tampes disse: - Io ve lo ricorderò -. Partirnosi
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ve lo ricorderò -. Partirnosi: io messi con gran sollecitudine
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ritornò a Parigi; e io, che avevo lavorato giorno
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lui, di modo che io lo trovai molto confuso
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di Ferrara, dicendogli che io avevo meco certi modelli
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modegli si potessin mostrare, - io credo che il Re
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il Re venne dove io avevo i modelli. Imprima
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alterare il manco che io potevo, l'ordine della
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che figurassi Fontana Beliò. Io detti bellissima proporzione al
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certe catene. Se bene io dico satiri, questi non
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di dua ore. Vedutolo io lieto a mio modo
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dimandare il Re che io gli dicessi che bella
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fantasia era quella che io avevo fatta, dicendomi che
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che tutto quello che io avevo fatto alla porta
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e ben sapeva che io non avevo fatto come
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significato nissuno. A questo io mi messi in ordine
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gran voce, disse: - Veramente io ho trovato uno uomo
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vuol dire "amico mio"), io non so qual s
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1562
sua gran virtuosi concetti -. Io risposi, che se io
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Io risposi, che se io ero quello che diceva
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altro, se none che io non crederrei mai vederla
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queste cotale grande opere, io vorrei sapere quando io
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1562
io vorrei sapere quando io l'avessi avere -. A
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di poco animo. Allora io dissi: - Tutti e' principi
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un così maraviglioso padrone, io spero di dargli finite
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e meravigliose opere. - E io lo credo - disse il
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saliera: - Mille scudi, - dissi io. Subito il Re chiamò
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contarmi li detti dinari. Io, che non mancai di
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li detti non venivano, io domandai a quel mandato
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quelli dinari: al quale io dissi, che li dinari
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via che quella dove io andavo. Io che sollecitamente
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quella dove io andavo. Io che sollecitamente camminavo, passato
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mia a Nello. Quando io fui appunto dagli Austini
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sentito la voce, se io mi fussi messo a
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1562
in un tratto che io mi veddi scoperto a
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1562
e questa, prima che io ve la dia, spero
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qualche ragione iudicassino che io non avevo tal somma
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non ha nulla addosso -. Io parlavo italiano, e continuamente
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alla vita; e perché io ho benissimo maneggiato l
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arme, più giudicavono che io fussi soldato che altro
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lor lingua; e ancora io sempre dicevo, modestamente pure
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di modo che, quando io fui presso a cento
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arme, fuora fuora, ché io sono assassinato -. Subito corse
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riporre, e di poi io vi farò compagnia col
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del gran pericolo che io avevo portato, modo che
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a far piagner tutti -. Io dissi di molte cose
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buona quantità, sicondo che io trovavo de' buoni; perché
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sapevano più, e quelli io gli sollecitavo di sorte
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ammazzò. In mentre che io tiravo innanzi il Giove
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quel modello grande che io avevo fatto per il
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tal nuova impresa, quale io non avevo mai più
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mai camminati, ma se io lasciavo fare sicondo i
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1562
era quello di terra. Io volsi fare mercato, dando
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tale impresa; e veduto io che loro non pigliavono
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un modello piccolo che io m'avevo portato di
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della medesima grandezza, quale io ritraevo da una bellissima
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1562
quegli el Giove e io le mia dua teste
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1562
teste, dissi a loro: - Io non credo che il
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tutti li dinari che io avevo dati loro a
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perduta ispesa; ma che io guardassi bene, che quelle
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mie belle teste, che io volevo gittare al mio
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perché quel modo che io facevo, non era possibile
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l'opera loro; e io saldo, sanza nissuna dimostrazione
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1562
loro erano lieti e io contento; perché avevo caro
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gran letizia da bere: io molto volentieri feci far
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1562
quegli di più che io avevo promessi loro. A
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1562
promessi loro. A questo io dissi: - Voi vi siate
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1562
risi di quello, che io ho ben paura che
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1562
non comporterò tal cosa -. Io vedevo la cosa andar
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1562
Come voi vedete che io sfodero la mia daga
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1562
voi potete: perché costui io lo ammazzerò al primo
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1562
un poco più modeste, io le scrissi al cardinale
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1562
bisogni. ¶ XIV. ¶ Fatto ch'io ebbi tutti gli acconci
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1562
d'argento, acciò che io cominciassi a lavorare. In
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1562
lavorare. In mentre che io davo ordine a queste
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1562
parecchi mesi. Finiti che io gli ebbi, gli feci
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1562
disse: - Però gli vo' io dar coraggio che me
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questo vergognatosi, disse: - Sire, io vi priego che voi
491
1562
fare a me; perché io gli farò una pensione
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il manco, subito che io abbia preso il possesso
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1562
il possesso della badia -. Io non gli ebbi mai
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1562
favore fattomi dal Re io era ammirato da ugniuno
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el Re a Parigi: io l'andai a visitare
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insin quivi. Al quale io contai tutto quel che
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1562
contai tutto quel che io avevo fatto. Subito gli
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1562
la nobiltà della Corte. Io m'ero avviato a
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innopera; di modo che io mi trovai sopraggiunto dal
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sopraggiunto dal Re, che io non lo aspettavo. Entrò