Massimo Carlotto, Il mondo non mi deve nulla, 2014

spavento». ¶ «Veramente dovrei essere io quella spaventata. E comunque

tono piatto. ¶ «E comunque io pensavo che la casa

pure quello che vuole, io me ne sto qui

diventa rapina, capisci? E io non sono più un

che lei stia esagerando. Io non sto opponendo nessuna

sa nemmeno di cosa io stia parlando, vero?». ¶ Il

adesso ti faccio vedere io». ¶ Corse alla finestra, strappò

gli uomini coi casinò? Io non ci sono mai

di sicuro la cassaforte. Io però non sono capace

quello che ho detto io è stato: “In questo

di ladri, rubo anch’io”. Solo che non è

vivono a casa. E io figli non ne ho

in confusione. Comunque sono io il ladro, lei non

con trasporto e convinzione. «Io ho mentito tutta la

menzogne, al cui confronto io ero solo una misera

che roba è?». ¶ «Nemmeno io lo sapevo allora, soprattutto

piedi. ¶ «Centoventimila euro? Ma io con quei soldi lì

ci campo anni». ¶ «Lei! Io solo uno». ¶ «Tedeschina bella

volto dell’uomo ritratto. «Io ero una croupier, lui

volta che apriva bocca io rimanevo impalata ad ascoltarlo

allora”. ¶ «Aveva ragione. E io ho riflettuto, pianificato, studiato

fossi un delinquente. Però io non mi sarei fatto

dipinto… Sì, cara mia, io di pittura un po

permetta» ribatté la tedesca. «Io sono una vera principessa

ed era già sottoterra». ¶ «Io sono sana come un

casa sia vuota. Invece io sono distesa su questo

ma non devo essere io a procurarmela perché non

ergastolo». ¶ «È vero, ma io la aiuterei a pianificare

che ne sai tu?». ¶ «Io? Io ho bazzicato i

ne sai tu?». ¶ «Io? Io ho bazzicato i porti

ladro chiuse la telefonata. «Io la lascio quella» biascicò

con ’sta storia. Smettila!». ¶ «Io sarò qui, pronta» continuò

una risatina. «E sai io cosa faccio invece? Me

di un quattrino». ¶ «E io ti denuncio. E ti

appena fatto l’amore». ¶ «Io però alla polizia dirò

in cui bisogna dire: “Io mi perdono” e subito

pagina, ricominciare a vivere. ¶ «Io l’ho fatto, anzi

continuamente, perché una vita io la voglio. Non mi

quello giusto. E comunque io ho una paura fottuta

pure la formula magica: “Io mi perdono”. Ti peserei

è un’altra storia. Io stessa mi sono fatta

vorrà fare in fretta. Io chiuderò gli occhi. Quando

non accadrà veramente, ma io la morte la immagino

Anche per me. Ma io non pagavo per stare

Se la Carlina e io spendiamo duemila euro al

si riferiva alla mamma. Io gli chiedevo: “Ma non

qui sta la differenza: io di anni ne ho

insegni i trucchi e io inizio a battere le

discorso di prima, se io non sono adatto a

da poveracci e poi io non ho mai giocato

quello che voglio fare io». ¶ «È il vostro rapporto

Oh, ci devo dormire io qui!» sbraitò in romagnolo

galera mi fa paura. Io non sono un duro

ripetermi: “Liberami, uccidimi”. E io non voglio che sia

Non importa, ho capito. Io problemi con i ricordi

di versarle del liquore. «Io ho sempre usato tutti

il vestito della Carlina. Io mi posso arrangiare». ¶ Si

sapeva come usarlo. ¶ «Faccio io» intervenne Lise. «Osserva e

altro per fare colazione. Io la mattina mi faccio

felici le belle tedeschine…». ¶ «Io dovevo uscire dalla mia

fiore sulla tomba. Ma io non le ho dato

avrà tirato fuori. ¶ «Invece io mi sono fatto tatuare

è questa Lise. E io non so cosa rispondere

ci sia più. Che io non possa andarla a

solo cose che penso io perché lei voleva morire