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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Oriana Fallaci, Penelope alla guerra, 1962

concordanze di «io»

nautoretestoannoconcordanza
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se ne curi. Sono io che comando e che
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libri e al cinematografo.» ¶ «Io, no. Io credo che
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al cinematografo.» ¶ «Io, no. Io credo che l’America
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cinematografo. Chissà perché, ma io penso all’America con
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espressione di un’epoca, io non ne sento il
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e in cui vivo. Io sono un europeo che
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tutto il contrario ed io non avverto il bisogno
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sono gli americani. Ed io ne ho conosciuti troppi
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una minaccia che nemmeno io so definire. Sei cinica
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ammazzano i vivi.» ¶ «Francesco! Io vado solo in America
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meno minacciosamente?» ¶ «Oh, sì. Io ti aspetto, Giovanna. Ciò
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rispose lui senza esitare. ¶ «Io, invece, sono contenta di
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Se avessi potuto scegliere, io sarei nata in America
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arrivata, Martine.» ¶ «Bugiarda. Ed io che non sapevo dove
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ci sarebbe di straordinario? Io non riesco a star
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Bill scrive commedie. Ma io mi avvicino, dico che
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ha perfino spiegato perché io sto bene in America
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bene in America. Sia io che l’America, dice
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flirt, peggio che mai. Io mi chiedo che faccia
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certe sconfitte. Pensi che io abbia torto?» ¶ «Penso che
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diplomazie. Sai benissimo che io annuso il talento come
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sarà. Però ho anch’io qualcosa da chiedere.» ¶ «Avanti
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Quell’ufficio, quella segretaria… Io non sono abituata a
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il napoletano risponde: “Ecco, io ci sto già”.» ¶ «Ah
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lo ritrovi, lo ritroverai. Io ho sangue spagnolo: credo
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credo ai fantasmi.» ¶ «Ma io non ho perso nessuno
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Ho ventisei anni.» ¶ «E io trentaquattro.» ¶ Le prese una
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ritrovamento è delizioso ma io sono stufa di stare
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di partigiani, e morì. Io non volevo scappare, nemmeno
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Non… ti sei sposato?» ¶ «Io?!» Rise di nuovo, ancor
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erano bugie. New York io l’ho vista così
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dieci e mezzo ed io non mi addormento mai
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Ti chiamerò sempre Giò.» ¶ «Io invece ti chiamerò sempre
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tipo da diminutivo.» ¶ «Anch’io, no?» ¶ C’era un
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abita qui». ¶ Lui : «Anch’io abito qui. A tre
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A monosillabi, a volte. Io invece parlo troppo. Non
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Sei felice, Giò?» ¶ «Sì.» ¶ «Io sono tanto felice, in
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prego, Richard. Dovrei essere io a piangere, no? Guardami
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me: strega!». «Ah, sì? Io ho rovinato te? Io
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Io ho rovinato te? Io che ti proteggo, ti
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dentro il cestino ed io parta senza averti spiegato
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è stato perlomeno imprevedibile: io mi chiedo perché sia
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di più. Ed ora io parto: questo incontro non
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né lo avrebbe se io restassi. Giò cara, per
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non mi fanno onore, io non sono preparato ad
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ci fossimo ritrovati: perché io sono sceso come Peer
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avrebbe significato discutere ed io non voglio discutere. Voglio
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da una donna medico. Io sarò al Plaza Hotel
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ciò che è successo. Io so poco di te
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in tale fiducia che io aspetterò il tuo ritorno
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pas? E poi, chérie, io non posso sopportare la
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da quattordici anni ed io lo credevo morto. Incredibile
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la fantasia. Quando scrivo io seguo sempre questa regola
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Non lo conosco abbastanza.» ¶ «Io lo conobbi dopo la
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più nervoso sei tu? Io amo l’America. Amo
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si alzò, infastidita. ¶ «Bill, io devo lavorare.» ¶ «Non essere
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capire la legge.» ¶ «Bill, io devo lavorare.» ¶ «E va
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scostò, come punta. ¶ «Bill, io devo lavorare.» ¶ «Ma sì
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altro o, che so io?, facendo l’amore…» ¶ Si
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Che originalità. Vado anch’io a teatro, stasera. Bill
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cos’ha, lei, che io non ho?» ¶ «È bella
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che noia ci danno? Io li trovo soltanto buffi
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molto pensato. Vedi, Giò: io sono tornato ma non
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altro paese: che so io?, da Roma a Parigi
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questo» disse deciso Richard. «Io…» ¶ Non poté finire la
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scrive, tu la discuti, io la vivo. A cosa
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Tocca a me accompagnarti.» ¶ «Io accompagno te e poi
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per ieri sera. Martine, io devo chiederti…» ¶ «Ho litigato
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quant’è caro, Martine. Io non ho mai conosciuto
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svegliata male, Martine. Ciao. Io scendo in cucina a
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d’avena ed orgoglio. Io ti mostrerò la vera
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tu non vuoi diventarlo?» ¶ «Io me ne frego: faccio
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il tempo in bottiglia io mi sento un mago
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alba.» ¶ «Vengo a prenderti io, domani?» ¶ «No, tocca a
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a quell’ora. Passerò io da te. Ciao, scusami
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ti si addice.» ¶ «Remissiva io?» ¶ «No, grazie a Dio
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e beviamo qualcosa.» ¶ «Giò! Io sto cadendo, mi sto
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non siamo bambini. Richard io ti de…» ¶ Lo squillo
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Quando vedo un aereo io penso a un angelo
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lo dico, Richard. Ma io vengo da un paese
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imparato ad essere pratica, io, ed ho visto troppi
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suo tentativo di dirgli: «Io ti desidero»? Perché lei
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modo degno di te: io lo so. Però, e
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di frivolezza quale son io, l’annuncio lascia stupiti
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stupiti. Non so nulla, io, della classe sociale detta
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lunedì mattina alle nove io faccio parte di “Harper
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non posso. Da lunedì io lavoro. No, non scherzo
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bene: in certe cose io la so più lunga
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proposto di accompagnarci ed io preferisco che venga con
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la prima volta che io e Richard usciamo di
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la prima volta che io e Giovanna usciamo di
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ha ragione». ¶ «Ma perché? Io mi diverto.» ¶ «Via, ho
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si staccò dal muro. ¶ «Io, uomo. Perché?» ¶ «Non ti
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quando mi pare, uomo.» ¶ «Io ti dico che non
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Giovanna, aggressiva. ¶ «Oh, no! Io ho la stessa teoria
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ciò ti dispiace. Ma io lavoro a modo mio
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dei danni: li liquido io. Chi si occupa, piuttosto
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bestia.» ¶ «Me ne occuperò io. Ha un debole, per
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sempre d’accordo.» ¶ «Ma io sono felice, Gomez. Non
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era scontato in partenza, io lo sapevo prima di
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qualcosa cambiasse, ricordati che io esisto e ti aspetto
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ad essere felice.» «Ma io sono felice, Gomez.» Lo
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Sì, non ti piacciono? Io adoro le bambole. Da
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è un attaccabrighe e io sono maleducata. Richard, non
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per terra, ti dirò io quando è il momento
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Bè, mi hai seccato. Io me ne vado. Raggiungimi
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è un uomo e io no.» ¶ «Richard, devi liberarti
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mariti? Con il visone?» ¶ «Io non ho marito.» ¶ «Lo
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vi riuscì. ¶ «Senti, Bill. Io ho fretta. E tu
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le compravo il visone. Io la licenziai e mi
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cappotto. Come vedi, anch’io adoro il visone.» ¶ «Lasciami
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ignoranza? Peccato, peccato. E io che credevo… Quando parti
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commessi contro il conformismo, io gli dirò: “Signore, merito
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è straordinario?» ¶ «Lo è.» ¶ «Io credevo che l’America
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e vorrebbe curarmi. Ma io non sono affatto disposto
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morì e morirei anch’io. Viene a trovarmi solo
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rivolga mia moglie. Vede, io psicanalizzo gli altri e
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e bello, la sposo io che son vecchio e
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sui cateti? Ho fame, io! Non voglio teoremi né
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lontano, molto lontano: ma io sento già l’ululare
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Così…» ¶ «Che significa “così”? Io voglio vedere il Connecticut
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meglio la prossima volta.» ¶ «Io me ne frego della
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a New York.» ¶ «Bè, io ci vado lo stesso
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lasciare sanguinosa traccia. Guerra io odio». Scriveva: «Un giorno
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fosse un equivoco? Allora io che faccio, dove vado
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Giò.» ¶ «Richard, è impossibile. Io ho i pantaloni, tu
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ricordate Hiroshima? Sì, Madam: io e il signor Hultz
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la vodka anche voi? Io lo dico sempre che
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tenere un fucile!» ¶ «Giovanotto, io sono cattolica. Non potrei
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Dick. Non sai che io sono dappertutto? Lo dice
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Giò?» ¶ «No, Richard.» ¶ «Nemmeno io ma non m’importa
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Igor abbia ragione.» ¶ «Anch’io.» ¶ «Se ci resta poco
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per la camera. «Malissimo. Io non credevo che la
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meglio di me. Comunque io non conosco quelli meglio
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santi son morti e io non vo a letto
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ogni modo l’amo io.» ¶ «Christian Dior!» E di
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banali, capiresti che anch’io ho avuto un Richard
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lo amavo: perché anch’io sentivo il bisogno di
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un mese è guarita”. Io avevo un pigiama rosso
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le campane suonavano, ed io pensavo che quello era
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Che piacere, figliolo. Sono io che vi invito.» ¶ «Mammy
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cavi da sé: ed io non ho voglia di
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lo sai.» ¶ «Oh, Bill! Io invece sto così male
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Ti preme, vero?, che io sia gentile con Richard
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di prendere aria.» ¶ «Anch’io. Me l’hai tolta
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Non più di te.» ¶ «Io non ho scelta.» ¶ «Io
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Io non ho scelta.» ¶ «Io meno di te.» ¶ Era
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l’Italia» riprese Florence. «Io adoro, semplicemente adoro la
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Così pittoresca, così soleggiata.» ¶ «Io preferisco New York» disse
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sempre alle donne. Che io sappia, solo gli italiani
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di vederla, cara Giò.» ¶ «Io invece spero di vederla
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troviamo d’accordo.» ¶ «Ma io credevo che fosse cattolica
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riscuotono le mie simpatie.» ¶ «Io, invece, lo sono realmente
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era soave, molto soave. «Io ho divorziato due volte
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marito sui cui alimenti io vivo. Né giudico immorale
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costui ti risponde: «Ma io soffro per la mia
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vuoi, ho detto.» ¶ «E io t’ho detto: fammi
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è successo senza che io lo volessi. Ero esasperata
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so! Ti vidi anch’io. Fui io a dirle
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vidi anch’io. Fui io a dirle chi eri
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Sei stato tu?!» ¶ «Sissignora. Io, io, io!» ¶ «E perché
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stato tu?!» ¶ «Sissignora. Io, io, io!» ¶ «E perché?» ¶ Giovanna
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tu?!» ¶ «Sissignora. Io, io, io!» ¶ «E perché?» ¶ Giovanna cadde
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Hai fatto male, Bill. Io non sono come Florence
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e queste donne americane. Io non voglio quello che
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quei giornali solo perché io lo impongo e il
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è famoso. Lavora perché io lo voglio: altrimenti non
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una Rolleiflex. Vive perché io lo voglio: altrimenti avrebbe
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conosce la raffinatezza perché io gliel’ho insegnata. Racconta
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le storie divertenti perché io gliele ho raccontate. Apprezza
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il buon vino perché io gli ho spiegato quali
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soldi con prodigalità perché io glieli do. Sissignora: e
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gli sollecitavi? Pazzo anch’io ad essermi illuso che
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a qualcosa. Pazzo anch’io ad averti regalato a
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Eppure tu lo ami, io lo amo, Florence lo
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più cara te.» ¶ «Nemmeno io.» ¶ «Capisco Dick quando non
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e…» ¶ «Lo capisco anch’io.» ¶ Le andò più vicino
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a me.» ¶ «Sai, Giò. Io non ti ho mai
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dovresti dirmelo, Bill: perché io sto andando da Richard
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Richard.» ¶ «Certo. Per questo io ti…» ¶ «Richard mi ha
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mi ha chiamato e io vado…» ¶ «Vai subito, allora
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Con la mia vita io fo quel che voglio
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più cara te.» Nemmeno io; nemmeno Richard, Bill. ¶ «Un
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Italia.» ¶ «Mi dispiace, Gomez. Io parto.» ¶ «Ragiona, baby! Il
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simile?» ¶ «Mi dispiace, Gomez. Io parto.» ¶ «T’è venuta
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dattorno.» ¶ «Mi dispiace, Gomez. Io parto.» ¶ «Su, baby. È
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sana.» ¶ «Non esattamente, Gomez. Io non parto per Richard
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Florida, eh?» ¶ «Scherzi, Martine. Io devo consegnare un soggetto
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passarmi quella vestaglia, Martine?» ¶ «Io non capisco. Perfino Bill
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lettera che diceva così: ¶ «Io aborro le lettere, Giò
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tornassi.» ¶ «Lo credevo anch’io. Ne parleremo, eh?» ¶ «Ma
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nobile e molto bella. Io la rilessi più volte
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con te…» ¶ «Senti, Giovanna. Io ho fame. Perché non
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sordida storia, Giovanna. Ed io non la capisco. Ma
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esiste, è irritante.» ¶ «Ma io voglio te, Francesco!» ¶ «Peccato
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te, Francesco!» ¶ «Peccato. Prima io volevo te e tu
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tu vuoi me ed io non voglio te. Non
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cosa tu abbia bisogno…» ¶ «Io non ho bisogno di
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sposare!». E va bene: io li faccio sposare. Ora
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poi me la vedo io con quegli idioti che
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perché sono una donna. Io sono più brava di
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Penelopi non usano più. Io faccio la guerra e