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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matteo Bandello, Canti XI de le lodi de la signora G. di Gazuolo, e del vero amore, col tempio di pudicizia, e con altre cose entro poeticamente descritte, 1545

concordanze di «io»

nautoretestoannoconcordanza
1
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sempre onoranda, che avendo io piú e piú volte
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a se stesso. E io pure per infiniti esperimenti
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scemare il desiderio che io avea di vedere questo
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a questo mi sarei io da me stesso mosso
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perché queste Parche ho io sentito da giudiciosi ingegni
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che il piacere che io leggendo sí belle rime
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loro lezione. Cosí avessi io le sue Rime, le
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senza dubbio convenirsi che io le divolgassi sotto il
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E primieramente perciò che io so che quella ha
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in fronte di Quella, io mi rendo certo che
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a queste sue composizioni, io non so ciò che
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mio fatto in grado, io averò pure partecipato queste
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fòra di periglio, e io spero non ne devere
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nostro Bandello, le quali io prendendo sicurezza de le
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caro amico, e cui io ho sempre in luoco
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ricevuti. Ora non dirò io del candore e de
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germoglia, ¶ e vuol ch'io dica quant'i' vidi
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poi tant'ardire, ¶ ch'io scopra quanto 'l Veglio
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benigna fidanza, ecco ch'io sento, ¶ vostra mercé, inanimarsi
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cespo dov'assiso er'io, ¶ ed u' d'erbette
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le fattezze belle s'io rimiro, ¶ piú le bramo
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la bell'imago, ¶ - diss'io, - non miri, e resti
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d'ognintorno. ¶ 23. ¶ Eridania son io, ch'al basso fondo
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te nemica. - ¶ 24. ¶ - Or ben io posso, santa dèa, chiamarmi
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sovvr'ogn'altro, - diss'io, - lieto e felice, ¶ se
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fôra. ¶ Ma sèdi, ch'io dirò quanto ho da
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tu brami udire; ¶ 33. ¶ ed io del fiume uscita in
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fermarsi tutti li vid'io, ¶ come talor si vede
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sí che gradisca quant'io canto in rima, ¶ da
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l'atro inferno, ¶ ond'io vosco mi mossi con
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me n'increbbe. ¶ 78. ¶ Ond'io, per far che l
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qual pestifero angue? ¶ 104. ¶ Ond'io m'accorgo ben che
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giganti a Flegra. ¶ 113. ¶ Ond'io vi giuro per la
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allora disse. ¶ 114. ¶ Or perch'io sento distemprar la lira
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dir farò ritorno, ¶ ch'io penso ben ch'aspetti
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Gonzaga il padre ch'io ¶ or dir ti vuo
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piú di questo, ch'io ti vuo' seguire ¶ tutto
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arena annoverar potrebbe: ¶ ed io di lui cantar non
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si converrebbe. ¶ Ché s'io sapessi dir quanto devrei
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di bellezza, ¶ questa ch'io canto che si può
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e aperto? ¶ Ché s'io volessi e' fatti suoi
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in altra cosa passava io, ¶ che tutte eran per
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assai, ¶ (perdonami, Isabella, ch'io lo dica): ¶ i' so
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anzi sen vive, ¶ ed io son morto privo d
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immenso. ¶ Aspettami, Camilla, ch'io t'arrive, ¶ ch'altro
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sfortunata spoglia. ¶ 111. ¶ Ma s'io son morto, a che
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di mano. ¶ 133. ¶ Ma s'io vuo' dir di quest
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di costei sentire, ¶ perch'io non vuo' che tu
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effetti, ¶ se fin ch'io poso a ragionar m
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m' aspetti. ¶ 159. ¶ Mentre ch'io taccio adunque e piglio
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altrui scoprendo ciò ch'io ti dimostro ¶ con le
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imposto m'è ch'io scopra ¶ quanto la vaga
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cura. ¶ 11. ¶ E quel ch'io parlo tutto 'l mondo
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l'impresa di ch'io parlo, ¶ e visto il
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giá non mi moss'io, ¶ e pur mi giova
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vedi venir meno; ¶ ond'io di lei come mi
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ascoltar, ché palesar anco io ¶ di Lucrezia la gloria
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passar in luoco ov' io ¶ non mirassi ivi starsi
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a lato ¶ questa ch'io canto né saprei dir
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Né troppo stetti ch'io ne venne fòra ¶ accompagnato
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di lor ciascuno ch'io ¶ quanto dicea credessi giusto
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la conoscessi fôro. ¶ 40. ¶ Quand'io la scorsi, riverente e
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ora s'appropinqua ch'io ¶ da te mi parta
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adesso vuoi, ¶ prima ch'io parta, di parlar t
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occhi miei apparve. ¶ 91. ¶ Ond'io, lasciata la fiorita riva
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in ogni luoco ov' io ¶ gli occhi rivolgo, o
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vedrò penso ben ch'io ¶ il compimento avrò d
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mi fosse, ¶ ché s'io mi ritrovassi adesso seco
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rai ¶ di quella ond'io m'avivo ogni or
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bella come suole, ¶ ed io, da miei pensier battuto
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ma giúrovi ben ch'io ¶ al ver non giungo
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Qual meraviglia adunque s'io restai ¶ dentro a' begli
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da me diviso. ¶ 139. ¶ Ond'io che giá per fama
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né sa scemarlo. ¶ 142. ¶ Ond'io vicin di que' begli
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luce al sole. ¶ 6. ¶ Ond'io m'accorgo ben che
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d'affanni, ¶ 7. ¶ Però s'io dico che 'l mio
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un guardo altiero, ¶ ch'io, ch'era cener, or
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e resta seco. ¶ Ond'io non so che far
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provato il dica, ch'io pensai ¶ morir di doglia
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partire ¶ da quella ond'io non so partir, né
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tant'ardor nascesse. ¶ 25. ¶ Ond'io veggiendo ch'ella non
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bramo, né bramar poss'io, ¶ salvo 'l viso mirar
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dura si mostrava; ¶ ond'io veggiendo gli aspri martír
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miracol è pur com'io respiri". ¶ 39. ¶ E quante volte
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viso, ¶ che fa ch'io vivo in lui da
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m'esortava: ¶ e s'io talor ov'ella era
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senza motto dire: ¶ 52. ¶ tal io dinanzi a quella diveniva
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si potrá ciò ch'io soffersi amando, ¶ e soffro
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vana e stolta, ¶ ch'io venni come il servo
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alma il velo ond'io non veggio ¶ le cose
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sí vero vanto. ¶ 111. ¶ S'io vuo' di te parlar
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mi quadra, perciò ch'io ¶ direi, ch'avendo in
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Bellezza dunque, Amor, chiamerò io ¶ il bel che 'n
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ben a parte, ed io fra questo ¶ tacendo penserò
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quei ministri adopra ch'io t'ho detto? ¶ 26. ¶ Due
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e grandi. - ¶ 52. ¶ Questo diss'io: e 'l mastro mi
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Giá t'ho detto io ch'a la cagion
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è di tornar ov'io lasciai. - ¶ 66. ¶ Ond'io mi
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ov'io lasciai. - ¶ 66. ¶ Ond'io mi mossi a dir
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degnitá preporre. ¶ 68. ¶ Questo so io che di liggier potrai
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poco avanti cominciato ho io, ¶ dal qual col dubbio
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Col numero ternario ch'io t'espono, ¶ ogni crïata
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questi estremi gradi ch'io t'ho detto, ¶ il
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pien scoprire. ¶ E s'io volessi dir quanto ne
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dentro del castello, ¶ ed io pian piano verso il
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dicea d'Amor quant'io ne scrivo, ¶ pensando a
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al vivo, ¶ "Ecco", diss'io, "ch'adesso mi risveglio
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quasi sen fuggia, ¶ quand'io al bel boschetto ritornai
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passo si mosse, ed io con seco. ¶ Come lá
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cieleste dèa, di ch'io ragiono, ¶ n'etá né
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i dubbii dov'er'io, ¶ quei dico che poco
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altri possan, non vegg'io. - ¶ Cosí li dissi, ed
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lucesse il raggio ch'io ti dico, ¶ non fôra
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priva d'Amor, s'io ben discerno, ¶ sarebbe nostra
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come mio resti ed io la tua divegna, ¶ 3. ¶ Attendi
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la vidi fòra, ¶ ed io nel bosco stando andava
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era, adesso non son io, ¶ e sento tutta via
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in quant'errore ¶ er' io, dicendo che seguiva Amore
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segno: ¶ ché senza ch'io ti parta o ti
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intende. ¶ 87. ¶ E ciò ch'io parlo de gli studi
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con lingue acute ch'io ragione ¶ o parli come
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vita ancora. ¶ 121. ¶ Ma s'io ti voglio dir ad
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E tu mentre ch'io taccio poserai, ¶ indi a
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scoprire, ¶ se brami ch'io ti guidi su la
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erga con ragion ov'io ti mostro. ¶ Se qui
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ché tempo è ch'io ritorni donde venni. - ¶ Indi
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strinse al petto, ¶ ed io di par legame cinto
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del fier martír ch'io sento, ¶ sí fatto il
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grav'error commun dov'io vivea? ¶ Novizio i' sono
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uom ad uom debb'io ¶ a te, e piú
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camino ¶ verso levante, ed io rimasi solo: ¶ e non
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aspri dumi; ¶ onde dov'io mi fossi non sapendo
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al sol apria; ¶ ed io guardava pur attorno attorno
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adesso lo vedea, ¶ ond'io dolente e quasi lagrimando
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sono, ¶ né so s'io veglio o dormo o
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o dormo o s'io ragiono. ¶ 85. ¶ Qui li mirti
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sol mi parve ch'io ¶ in me la forza
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liggier mi parve ch'io restassi, ¶ come la bolla
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i chiari lampi, ¶ ond'io dissi col cor: "Eterno
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gli occhi sí ch'io veggia chiaro ¶ il sentier
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questa arena. ¶ Dammi ch'io vinca in tutto l
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peccati immerso mi trov'io; ¶ ma pentito mondarmi bramo
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e fare ¶ ciò ch'io vorrò se tu vorrai
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gli occhi santi, ¶ ond'io, ch'al caminar era
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che non bisogna ch'io repliche ¶ ad una ad
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in nuovo simulacro; ¶ ond'io ringrazio ogni or la
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la strada perigliosa ¶ ov'io soffersi morsi di serpenti
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mai cantò sirena, ¶ com'io senti' allor un dolce
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prendi il cibo, e io dapoi ¶ ti darò guida
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sol volta ciò ch'io dico prova, ¶ e vederai
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bronchi strani. ¶ 55. ¶ Secondo ch'io per que' diruppi andava
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de le fatiche ch'io soffersi. ¶ Gir mi pareva
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mi faccia vaso ¶ ch'io sia capace del suo
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mai piú non vid'io: ¶ allor con le gienocchia
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terra: - O stella, - ¶ diss'io, - di questo mar ondoso
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a te che dirò io, ¶ ch'eternamente furon destinate
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ed uniche fenici. ¶ Iva io lustrando quasi in ogni
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diverse ¶ le sculture ch'io vidi, nove e antiche
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è di bisogno ch'io replíche: ¶ quelle dirò che
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può, detto n'ho io, ¶ ché chi volesse dir
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nome, ¶ che vuoi ch'io canti e al mondo
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ma prima ciò ch'io parlo un poco ascolta
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sei. ¶ Il titol ch'io ci lessi allor dicea
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pur quel poco ch'io ne trassi e scrissi
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tutti gli onori. ¶ 176. ¶ Quest'io cantava de le vere