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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Marone, La tristezza ha il sonno leggero, 2016

concordanze di «io»

nautoretestoannoconcordanza
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era successo nulla, ma io sapevo che non poteva
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mi si piazzò davanti. Io ero al computer e
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a proteggermi. Solo che io ero troppo veloce e
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a un certo punto io sono diventato adulto e
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scopo un altro.» ¶ Ma io non avevo la forza
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telefonava in ufficio e io correvo a casa, mi
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e mi sorride, ma io non ricambio, faccio solo
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sostenendo che sarei stato io, un giorno, a decidere
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che lui ne parlava, io annuivo come si fa
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dovevo almeno avere anche io un battesimo come i
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blaterasse che dovevo essere io a dirglielo, che ero
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avrei dovuto chiedere anche io, invece rimasi in silenzio
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e ribatté: «Be’, anche io voglio essere uguale a
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esempio da seguire. E io l’esempio lo avevo
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diverso, e avrei anche io un padre affettuoso e
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stupido e mi imbarazzo io per loro, così va
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Mario il figlio, e io perché me ne rimarrei
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e mi infilo anch’io in cucina, proprio nel
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qualche parte Valerio e io dovremmo conservare una classifica
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d’origine. Valerio e io tentammo anche di farla
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succede il pandemonio e io sono salvo. Altrimenti avrei
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soldatini pronti alla guerra. ¶ Io ho da poco aperto
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breve periodo di depressione. ¶ Io allora ero poco più
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me ne lamento, anche io ho fatto altrettanto con
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però, sai... è che io volevo un figlio prima
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fatto che dovessi essere io a prendermene cura, ho
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Lo sarà di certo, io voglio una femmina.» ¶ Flor
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potrei darti una mano io, anche se non mi
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lei è felice e io no. ¶ Prima o poi
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quando entra in negozio io mi devo stendere per
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azienda. ¶ Lei si zittì, io tornai a guardarla. Nel
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due domande rimaste inascoltate, io che guardavo la strada
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stesso tempo, ha risposto: «Io non avrò figli, e
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le chiappe sul lavandino, io con i pantaloni calati
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È urgente.» ¶ «Ti richiamo io.» ¶ «Non lo farai.» ¶ «Lo
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hai visto Matilde?» domando io. ¶ Clara si alza e
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Anche perché sono stato io l’artefice del loro
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O meglio, non proprio io, piuttosto Matilde. ¶ Appena laureata
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stava per diventare padre, io, invece, avrei continuato a
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è pure Arianna?» ripeto io. ¶ Arianna. Le dedicherò più
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suo sangue. Così, siamo io, Mario e la domestica
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quali conviveva mia madre, io me la spassavo. ¶ Quella
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Possiamo andare a giocare io ed Erri?» ¶ «Certo, però
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il perché. Solo che io un perché non ce
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per farsi odiare, ma io non riuscivo ad andare
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se permetti, Clara e io vorremmo dire una cosa
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tento di dire infine io, ma mamma mi zittisce
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fronte voleva sentirsi dire. ¶ Io, per fare lo stesso
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che quel punto sono io. Grazie a me hanno
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ruolo di genitori, sono io ad aver dato loro
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da espiare: solo coincidenze. Io, come milioni di altre
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Sorrise sornione e aggiunse: «Io, per esempio, se non
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fosse andata al rodeo, io non avrei goduto di
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mani sui fianchi. «E io l’ho pure chiamato
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incoraggiare a studiare davvero.» ¶ «Io non so studiare, mamma
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la sicurezza economica, che io non ero abituato a
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un dio da ringraziare. Io non ho un buon
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non avete colpe, sono io che sono irrecuperabile.» ¶ Mamma
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sperare che sia femmina. Io, invece, mi auguro che
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più vecchio, che ero io, ne aveva diciannove e
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per i nostri diritti». ¶ Io studente di liceo non
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incontrasse il fidanzato e io mi rifugiassi tra gli
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un po’ perché Giulia, io, la amavo. ¶ La amavo
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a chiedermi scusa. Insomma, io di Giulia ero cotto
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che sarei diventato anch’io pelato, come papà. Mia
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alla calma. ¶ «Duecentomila?» ripeto io per ultimo, e il
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Duecentomila?» fa eco Arianna. «Io con tutti quei soldi
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mai avrebbe permesso che io crescessi sottovetro, insieme ai
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di due genitori presenti, io, però, ho imparato a
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un’altra battaglia. ¶ Che io ricordi, con Valerio e
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stranezza di vivere soli. Io, lei e nessun altro
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il volto. Ridevo pure io, nonostante le labbra appiccicate
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per nascondermi le lacrime. Io mi pulivo la bocca
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vignette ancora da completare. Io la lasciavo fare, sperando
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riprende, «che tu e io siamo legati da un
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renda migliori le persone. ¶ Io sono una persona sensibile
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figlio». ¶ «Che vuoi dire?» ¶ «Io e te siamo mezzi
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un mezzo bambino stupido!» ¶ Io tirai il braccio e
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bene a me. Che io sarò la tua unica
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battuta e rispose placidamente: «Io penso che lei abbia
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lasciarsi andare. «Stavolta sarò io a decidere il nome
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getto. ¶ Clara sorride e io penso che, nonostante la
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quale motivo debba essere io a cercare Arianna, ma
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piena di colori, profumi...» Io a stento lo ascoltavo
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di essere stato anche io lì con te.» ¶ Dilatai
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scintillavano goccioline di sudore. Io tentavo di distogliere lo
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avrei desiderato esserci anch’io nella cornice, e che
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Quei dieci giorni volarono. Io e Clarinda passavamo il
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manda un grosso bacio.» ¶ Io quasi non biascicai parola
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miei genitori. Solo che io non potevo saperlo. ¶ La
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attenzione dei propri familiari. Io, quella forza, semplicemente non
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che partiamo?» ¶ Annuii. ¶ «Anch’io.» ¶ La fissai, e lei
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per l’altro; anch’io ho pensato di intervenire
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poi aggiunge: «Ah, dimenticavo. Io e vostra madre manterremo
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percorro il corridoio. «Allora io voglio la casa al
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chiude la conversazione e io resto a guardare il
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giorni, perciò, Matilde e io ce ne stavamo per
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il catalogo sulle cosce, io col volante fra le
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perso fra la mobilia, io, invece, a studiare le
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lui, me ne vado io». ¶ Perciò a Flor e
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rimasti che Matilde e io. Mia sorella e il
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indirizzandoci occhiate malinconiche. Fui io a cedere. «E se
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sera dopo cena ero io a portarlo a passeggio
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ammoniaca presenti nelle urine, io a guardare le stelle
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Ernesto svuotava la vescica, io mi perdevo nella contemplazione
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posti a tavola e io riempii i piatti. Per
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E dove?» ¶ «Samuele e io» e posò la mano
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trovarlo quando vorremo» ribadii io nel tentativo di rendere
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ancora seduta al tavolo, io appoggiato al piano della
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minuti dopo Matilde e io eravamo già in auto
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Berlusconi? ¶ Tornati in salotto, io sprofondo sul divano e
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rovina.» ¶ «Quale uomo?» chiesi io. ¶ Lui si fece rosso
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nostro padre, Flor e io dovremo solo dividerci i
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il Cavaliere sorridente poi, io me ne uscii con
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tavola eravamo rimasti solo io e Flor, che all
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di ascoltare dal mio Io. Invece, il mio Io
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Io. Invece, il mio Io non aspettava che un
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sia proprio tuo figlio?» ¶ Io sorrido e ribatto fra
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viso. Gliela avevo regalata io un Natale di qualche
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prima di conoscerci. Anche io e Erri lo siamo
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non esporti troppo. No, io ti dirò di avere
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alla Aladino. Gambino e io non c’eravamo mai
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infruttuosi tentativi, Matilde e io avevamo optato per l
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bagno a rimettere e io un po’ ridevo e
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a concepire, Matilde e io non saremmo mai diventati
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volta tanto ero stato io a prendere una decisione
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consapevolezza che avevo ragione io. Credevo che saremmo tornati
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Nell’anno che seguì io feci di tutto per
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molto dolorosi. E poi io non ti ho insegnato
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Perciò, mentre lei parlava, io riflettevo su quante possibilità
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fatto fino adesso», oppure «io credo in te, dimostrami
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non mi sono sbagliata» –, io giungevo alla conclusione che
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Lo guardai senza capire. ¶ «Io credo che, sotto sotto
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restare sotto i calcinacci. Io una scossa alla mia
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ad abbracciarmi. Ma avendo io ereditato, come unica caratteristica
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piace pensare che anche io abbia contribuito in parte
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so di cosa parlo, io per primo mi sono
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I sogni costano, e io non ho tutti quei
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ho delle colpe anch’io, di certo tuo padre
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No, mi dispiace» risposi, «io sono il fratello, Erri
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Per adesso ci sono io. Resterò qui per un
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adesso non c’è. Io sono Erri. Piacere.» ¶ «Che
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dei vetri (della quale io e i miei amici
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per uscire di senno, io fuori di testa lo
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mi sa tanto che io ho pescato la carta
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a comprarmi i libri. Io, invece, mi occupavo di
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mi presenti Tomoko. ¶ «Piacere, io sono Erri» pronuncio con
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lui aveva undici anni, io venti, normale che provasse
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adesso a provarle sia io. O forse è normale
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normale anche questo, perché io nemmeno a trent’anni
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rendersi conto che ero io. ¶ «Ciao, sorellina!» esclamai per
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e Arianna.» ¶ «Solo che io non mi scopo Arianna
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ti dispiace.» ¶ «Figurati, tanto io vado e vengo. Stasera
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intendi?» ¶ «Diciamo.» ¶ Flor rise, io, invece, non mi capacitavo
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in bagno, le spiegherò io.» ¶ «Davvero?» fece lui visibilmente
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colpirmi. È che fui io a colpire lei, e
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un però. È che io non stavo con una
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che fai?» le chiesi. «Io dovrei andare...» ¶ «Vengo con
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cambiare scuola anziché Paese?» ¶ «Io amo Valdemar.» ¶ «Sembra il
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lui.» ¶ «E perché?» ¶ «Perché io non ho nessuno.» ¶ «Ma
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sia Arianna.» ¶ «Flò, senti...» ¶ «Io sono tua sorella, non
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tua sorella, non lei! Io ho lo stesso sangue
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famiglia, i tuoi fratelli, io non ho nessuno, se
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da solo?» ¶ «Vorrei.» ¶ «E io potrò venire a trovarti
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capito nulla dei figli.» ¶ «Io non sono suo figlio
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geniale, ma sentivo anch’io la necessità di condividere
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vorrebbero tornare indietro. Anche io, e non sai quanto
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tornano a casa sorridenti. Io non l’ho mai
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Sì, lo credo anch’io» ribatté lui e aggiunse
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quando diceva queste cose; io la guardavo a bocca
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per essere più felice», io le avrei risposto seccato
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il nuovo arrivato e io giocavo con Arianna, che
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né lui, né tantomeno io, ci ricordammo di recuperare
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sapere tu?» domanda. ¶ Ma io sono ancora immerso nei
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nostri fratelli, non me. Io non credo alle famiglie
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poi non è vero, io credo che, nonostante tutto
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disse. «Che tu e io non abbiamo bisogno proprio
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proprio di nessuno. Vero?» ¶ Io non sapevo come rispondere
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dormire con me, ma io non voglio.» Io chinai
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ma io non voglio.» Io chinai il capo, ma
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il manuale di istruzioni. Io, a bocca aperta, guardavo
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andare per negozi mentre io assemblavo vele e incollavo
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masticava fissando lo schermo io mi chiedevo quando sarei
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Lo sai, tu e io siamo una cosa sola
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sera, mentre accarezzavo anch’io la testolina piena di
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ha implorato Mario, «parlerò io con loro, un poco
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della tua felicità. E io di felicità mi intendo
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metà ¶ Lo sapevi che io e tuo padre giurammo
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scusami». ¶ Lei sorride ancora, io esco dalla stanza e
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fotografie mozzafiato. Arianna e io ci stiamo amando nell
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mangiavo troppe pizze fritte, io sapevo che, tra le
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colore, scelte da Renata. Io, invece, me ne restavo
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ennesimo cono al cioccolato. Io, invece, succhiavo una Coca
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la sottile differenza che io una madre già l
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una famiglia.» ¶ «Tu, forse, io non ho fatto niente
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per la verità anch’io ho dimostrato di non
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piccoli.» ¶ «Sì, invece.» ¶ «No, io piccola non lo ero
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e mi sollevo anche io a sedere sul letto
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chiarisce subito, «ero stata io a provocarlo. Mi piaceva
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lingua sul mio corpo, io mi guardavo allo specchio
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niente a nessuno. E io ubbidii. Mi sentivo fuori
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troppo piccola?» ribattei. ¶ «Erri, io non sono piccola, non
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verso i miei genitali. Io chinai la testa per
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Che regalo?» ¶ «Ti tocco io.» ¶ La sera, nel letto
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tu?» chiesi d’istinto. ¶ «Io ci scopo con un
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davanti alla tv. E io rimasi sul letto con
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vita e atteso che io diventassi maggiorenne. Era un
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tutto a mia madre. Io lo sfidai, che lo
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più lui piangeva, più io mi infuriavo. Gli tirai
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cominciato a farlo anch’io. Tanto tutti, chi più
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la nostra.» ¶ «Matilde e io ci siamo incaponiti per
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farlo, solo il tuo Io profondo.» ¶ «Non ho un
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grande rapporto con l’Io. In famiglia tendiamo a
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Arianna ride e anch’io mi sento bene. ¶ «E
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si fa da soli...» ¶ «Io credo che saresti una
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dovremmo farlo tu e io un figlio. Sarebbe la
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il teatrino. «Ho fumato io, ma fuori dalla finestra
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male l’aveva dentro. ¶ Io, il buio e i
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non lo avessi voluto. Io la morte l’ho
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volume. C’eravamo solo io, il buio e i
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Se vuoi, ti aiuto io a risalire in superficie
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hai i tuoi e io i miei. Si tratta
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tu ora stia meglio.» ¶ «Io non voglio stare meglio
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non voglio stare meglio. Io voglio stare bene.» ¶ Ci
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tua ’unica’ sorella sono io.» ¶ «Ho avuto una serata
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andato di mezzo anche io.» ¶ «Scusami.» ¶ «Dice che non
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nel gabinetto come se io non esistessi. Quindi mi
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chiacchierare con Flor mentre io cerco di dimenticare che
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per colpa mia.» ¶ «Ah, io, invece, posso litigare con
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fa e Matilde e io ci presentammo puntuali per
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Voglio dirti che anche io tante volte avrei voluto
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e sorrise, aspettandosi che io ricambiassi. Solo che non
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istante la delusione e io ero quasi pronto a
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Marocco. ¶ «In Marocco?» chiesi io. «E che ci fa
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è fuori di zucca!» ¶ Io feci un mezzo sorriso
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fumare e uscii anche io. ¶ Lui discuteva animatamente mentre
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parlare di Berlinguer mentre io li guardavo a bocca
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deve svegliarsi presto, e io stanotte ho un torneo
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risponde subito Arianna. ¶ «Neanche io» aggiungo. ¶ «Devi tornare da
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ma’...» ¶ «Sì, certo, certo...» ¶ «Io vado a letto» interviene
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stanco e domani anche io devo svegliarmi presto.» ¶ «Allora
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e vi saluto pure io» fa subito dopo Clara
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moglie. In salotto restiamo io, Arianna e mia madre
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che torniamo insieme» ribatto. ¶ «Io lo spero proprio. Non
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vero rapporto tu e io» prosegue, «e forse è
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alcun coinvolgimento emotivo, ma io, che ci sono cresciuto
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la tua strada e io per la mia...» ¶ «Acqua
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stare?» commenta Renata, ma io sono già nel corridoio
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per un figlio. ¶ L’Io di Clara ¶ Clara interrompe
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occasione di intrufolarmi nell’Io di Clara. ¶ «Ma tu
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di fare.» ¶ «Appunto. E io mi sento di restare
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precludere un bel futuro. ¶ Io mi porto dietro la
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a rilassarmi, anche perché io e Arianna passavamo il
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stare in pineta, ma io avevo capito che evitava
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assurdo che usi tu. Io non ci capisco una
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veri e propri centometristi, io proseguivo la corsa a
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te.» ¶ Matilde rise e io soffocai una parolaccia, pensando
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spiaggia di Capo Miseno, io e Matilde ci ritrovammo
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quindi. ¶ «Che tu e io non ci lasceremo mai
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spenga». ¶ «Stupido.» ¶ Sì, stupido io, che negli ultimi anni
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cenno di aspettare e io mi appoggio allo stipite
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di quanti ne avevo io?» ¶ Abbasso la testa per
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in camera da letto. Io lo seguo. ¶ «È normale
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seguo. ¶ «È normale, anche io non mi sentivo così
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non vuole commuoversi, ma io insisto. «Ti ricordi che
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costruire il vascello. E io lo feci, solo che
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caso Valerio. In realtà io avevo già dei dubbi
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è andato.» ¶ «E tu?» ¶ «Io cosa?» ¶ «Le hai parlato
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Mario anni dopo, e io avrei annuito. Ma quella
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proprio tuo padre e io a romperti le scatole
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se ti dico che io non ne sapevo nulla
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Vuoi che le parli io? Le parlo, le spiego
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Sì, lo penso pure io. Sono uno sbaglio, quei
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verso la cassa, e io ne approfitto per tirare
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favole!» ¶ «Ridi, ridi, intanto io dico sul serio. Non
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maglietta strappata e lurida, io la conservo.» ¶ «Che c
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sussurra Arianna pensierosa, ma io non ho finito. ¶ «Ho
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maturi al loro destino, io invece tengo tutto sui
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e mi attacco anch’io alla bottiglia. ¶ «I buoni
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Prénatal (dove in realtà io mi perdevo a esaminare
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non mi riguarda, perché io fortunatamente rientro nella categoria
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nella categoria dei primogeniti. Io sono il re dei
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è di Ghezzi e io non c’entro nulla
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istante, poi sorride e io faccio altrettanto. Quindi si
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vivere in centro!» ¶ E io non ti facevo tipa
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difetti?» ¶ «Sono così tanti...» ¶ «Io, invece, i tuoi li
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che mi interrompi?» ¶ Sospiro io stavolta. ¶ «Ho lasciato Manuel
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lasciato e ripreso, e io ero un po’ il
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fratello, urlò, Valerio fuggì, io mi alzai, lo rincorsi
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ricordare nulla al riguardo. ¶ Io, invece, proprio non ce
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i miei occhi brillarono. Io l’avevo un sogno
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squadrò serio, al che io, d’istinto, estrassi dalla
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Te ne ho parlato io?» ¶ «No, mamma.» ¶ «Mamma. Immagino
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ogni sabato pomeriggio ero io a nominare i fortunati
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furtive. ¶ Presto Marta e io ci scambiammo i numeri
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o increduli, a seconda. ¶ Io ero tipo da Giulia
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il suo corpo e io mi permettevo di non
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a baciarci a lungo, io dentro di lei. ¶ Mentre
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che sono.» ¶ Giulia e io non tornammo insieme, Marta
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con il suo fidanzato, io con Matilde. Ci salutammo
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fosse quella ragazza e io risposi: «Una alla quale
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figlio è tuo perché io amo te, ho sempre
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di quello che voglio io.» ¶ Matilde si strofina il
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arrivata in azienda, e io sarei rimasta sola». ¶ «Io
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io sarei rimasta sola». ¶ «Io? Da una più giovane
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la lingua calda e io sento di non potermi
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ciò che Arianna e io non abbiamo mai avuto