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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carlo Bernari, Tre operai, 1934

concordanze di «io»

nautoretestoannoconcordanza
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facciamo così, propone Anna, io preparo la colazione per
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mi dovete scusare se io esco.» S’alza da
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Di questo passo so io dove finirai tu!» ¶ Il
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senza trovare una risposta. ¶ Io vorrei essere libero, pensa
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che vorresti fare; ma io ho lavorato e tu
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a tavola con noi. Io ho lavorato e tu
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indeciso, troppo debole, ed io così non combinerò mai
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mistero, da dover vivere. Io debbo pensarla come voglio
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L’affare è che io non mi sono mai
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giro per perdere tempo. Io sciopero, si dice, mentre
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lui è di turno, io vengo qua. Che pioggia
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a Maria. Debbo soffrire io e debbo far soffrire
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e teneri. Bisogna che io la veda, che le
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insinua un altro: se io invece le dicessi le
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che è sconveniente; ma io pensavo semplicemente che lei
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fa la buona ragazza. Io no, non so far
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zucchero lentamente. ¶ «Oh, ma io mi son visto spesso
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vorrebbe dire Teodoro. “Ed io che m’illudevo!” E
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gentile di aspettare che io mi vesta. Non è
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nascondere l’egoismo! “Poi, io voglio bene a tutte
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allora» gli diceva Maria, «io sono per i soldi
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di buona stagione e io mi troverò ancora disoccupato
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male, te lo dico io, fatti vedere: tu sei
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tutto questo tempo e io non so come dirti
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ti dirà nulla e io metterò pure una buona
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scuoterlo: «ma perché, dico io?» ¶ «Che vuol dire questo
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casa, sarete voi due, io non riesco a far
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ripete lui, «lascia che io ti spieghi.» ¶ Ella si
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lei. ¶ «Questo lo so io... Ma siamo ragionevoli» Teodoro
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rimane a soffrire sono io: a te cosa importa
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limita invece a pronunziare: «Io... tornerò presto, vedrai...» e
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tra le mani. ¶ «Ma io ho un presentimento. Una
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non è meglio che io lavori e vi mandi
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tutti gli altri, che io non potevo stare più
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un po’” mi fa. Io lo saluto rispettosamente, perché
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ferro” mi risponde quello. Io rimasi come uno scemo
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E che ne so io della spalla di ferro
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te la faccio vedere io.” Mi accompagna da una
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spalla da un lato. Io, con santa pazienza, punto
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tu hai scaricato mai?” “Io no!!” “E allora vattene
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mano agli scaricanti?” “Rifiutato io? Ma sono stati loro
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aveva dovuto dire che io non l’avevo aiutato
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disposizione... Va bene.” “Ma io...” “Ma voi silenzio!” fa
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Tre mesi di guai. Io non ho nessuno: e
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contento» fa Teodoro. «Anch’io cerco qualche cosa» e
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è sempre più difficile. Io vengo ad aggravare la
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torneremo!» ¶ «È facile dirlo: io non ci posso più
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tettoia: «tu cosa prendi?» ¶ «Io niente; ho preso tanta
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niente.» ¶ «E perché? Ma io non ti so capire
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va qui t’insegno io un posto dove con
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te la posso prestare io.» ¶ «No, scherzi? e perché
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metterti a parlare!» «Gesù, io mi sono sentita delle
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collo.» «Il mio orologetto!» «Io avevo sette lire!» «Quel
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letto!» «Tu lo conoscevi!» «Io no.» «E nemmeno io
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Io no.» «E nemmeno io.» Qualcuno si avvicina alla
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Il De Martino sono io» fa Marco. «Ma qui
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l’uomo dalla barba. «Io sono sempre a vostra
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Marco, rivolto a Teodoro. «Io intanto posso andare alla
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rimanere benissimo» riprende Marco. «Io vado per i bagagli
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che è meridionale. Ma io... C’è un’altra
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avrei voluto rifiutare anch’io; ma poi ho pensato
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dispiace è solo che io non conosco un mestiere
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di questi guai e io credo che la causa
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un altro fatto che io non ti so spiegare
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da una parte ed io da un’altra come
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mi pare. Badate che io vi parlo così perché
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tolto di torno.» ¶ «Ma io credo» obietta timido Teodoro
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sarai felice e anche io sono contenta che non
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ti saluta e anch’io ti abbraccio e ti
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non è vero che io faccio il propagandista, come
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piacete» lui le dice. «Io sono solo e forse
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quell’altalena, ho anch’io diritto alla vita! E
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si dissero a vicenda: Io lo dicevo che si
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mi va lungo e io l’ho aggiustato per
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per te, e neanche io mi posso lagnare, ma
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andranno proprio per lui. Io non riesco più a
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stato?» ¶ «Al Sindacato.» ¶ «Ed io sola qua, da stamattina
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difficile, in modo che io mi decida ad abbandonare
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penserete: me ne vado io, coi miei piedi. Volevo
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via delle Pecorelle; e io mi metterò su quella
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a Barrin ci penso io.» ¶ Il chimico, felice del
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Debbo confessarti una cosa: io non so far niente
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fatto in questi anni?» ¶ «Io?» s’affretta a dire
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mano al petto ripete: «Io? Gesù! E che vi
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pensa poi, vogliono che io racconti le mie sventure
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a quell’uomo che io spero di non dover
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un piccolo circondario e io rimasi senza un soldo
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là. Forse vuole che io m’interessi del brevetto
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di aumento sul salario. Io guadagno dodici lire, dunque
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curare: per ora anticiperò io, coi miei risparmi. Appena
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di Teodoro! E faccio io le spese per Anna
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da allora in poi. Io non avrei voluto mai
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ora devi far pace. Io non ho più la
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di farlo sul serio. Io non ce la faccio
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non possiamo isolarci.» ¶ «Anch’io ho pensato lo stesso
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Che finire?» fa Marco. «Io ho già tirato la
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al momento dell’imbroglio, io!» ¶ «Non perdi niente, è
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a lavorare. Ci penso io poi a farti entrare
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il sudore alle tempie, «io entro prima; tu mi
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dovrei essere confortato anche io? Anche lui, sì, s
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compagni, è giusto; ma, io, vedi, le volevo bene
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ferma e gli dice: ¶ «Io l’ho sempre detto
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E che c’entro io?» Ma dentro di sé
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E tira tu, tiro io, i due cominciano a
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aver vergogna. Un giorno io non ne ho e
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crepare, te lo dico io che giro e ne
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ho capito, sì ma io, ecco, non so se
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donna. «Ma credi che io ho voglia di perdere
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orecchio: «Aspetta un poco, io vado avanti» e fa