Carlo Bernari, Speranzella, 1949

ve l’ho sistemata io… Vi ho fatto un

aveva parlato troppo. ¶ «E io sto qua per questo

e buonanotte.» ¶ «Don Lui, io la gamba non me

dice Mastrovincenzo. ¶ «E così io me ne vado a

forse?» ¶ «No, ho parlato io.» ¶ «Ma voi dite seriamente

dice il chiromante. ¶ «Allora io vado» dice Nannina, raccogliendosi

e troppo affamato. ¶ «Faccio io» ed esce, col suo

Fascista?» domandavano ad ognuno. ¶ «Io» Ma quando mai» diceva

non ci fossi stata io sareste morti di fame

se non c’ero io?» ¶ Così dicendo si tolse

sempre guardando la strada. ¶ «Io, niente» fece la ragazza

che ti posso fare io, picceré. Su, pigliati il

un americano appresso, ed io sto come una vrenzolosa

degli ammali.» ¶ «Dite voi?» ¶ «Io sola? Lo dicono tutti

la voglio disonorare forse? Io mangio pane e onore

chiodo al petto.» ¶ «Ma io ci ho due chiodi

della Sanità!… Vorrei avercela io l’età tua e

a me. Ero femmina io di finire come son

ci sta mai, dormirò io in mezzo e tu

di caffè come dico io?» Si sedette e battendo

Un caffè come dico io, mi sapete dire che

liberata dall’incubo. ¶ «Ma io scherzavo» fece don Giosuè

ve ne accorgete… Ma io si perché segno. Qui

che te lo dico io? Perché è un signore

terrebbe un affronto. E io invece dico che se

della cantinèra, che sarei io, e così per nominata

a chi aspetti; Ma io non ne ho voluto

ne fa? Ormai! Capisco io, ma lei? È un

sperimentato… Ho ventinove anni io e lui ne ha

Anche in epurazione?… Perché io ci avevo il cognato

donna. ¶ «Molti… E anch’io non ci ho mai

detto di domandarvi se io sono adatta per quell

proprio niente, come se io e te andassimo a

non lo sai ma io te lo leggo nella

la più moderna che io adotto. E vi dico

lui chiude chiudo anch’io, doveva pensare Elvira impaurita

stai attento ti romperò io le ossa a te

è certa gente, e io l’ho sperimentato, che

è il fatto.» ¶ «Chi? Io? Ma se non faccio

nuovo sul suo strapuntino. ¶ «Io? Niente… Ma se vi

avanti me lo tengo io.» ¶ «E quando mai l

a venire gente e io sto ancora così.» ¶ A

ne ha bisogno, penso io. Ma, dice, che so

la posizione che avevo io?» ¶ «E come non me

sapere… Ma è inutile, io non so parlare con

quello che dico pure io, è luogotenente? E allora

che mi sono fatta io.» ¶ «Non è molto chiara

pensato questo momento; che io vi dichiaravo l’idea

in modo… Uh, Gesù, io non ci posso neppure

significa… Ve lo dico io che cosa significa. Significa

E bada bene che io ti seguo coll’occhio

corpo che potessi avercelo io e ti farei vedere

un certo punto, che io ti vedo. Dovunque c

rimase sulla lingua «lo io italiano; well?» ¶ «Uelle» disse

paura.» ¶ «No, no paura io, no, non mi metto

nel vento Nannina: «Ma io tengo che fare. Dammi

cosi? ¶ «Amico» disse Nannina «io no signorina… Hai capito

Ora mi addormento anch’io e buonanotte; speriamo che

tante» fa donn’Elvira. «Io vi ringrazio…» E si

Faccio un’altra strada, io.» ¶ «Okei» disse il sergente

a quest’ora? dico io. E se tornano i

capire, ma ti assicuro io che è brutto, brutto

Ciccì, ti ricordi quando io dicevo, e nessuno, nessuno

se avvenivano alla Torretta, io le vedevo, qui, ti

lo conosceva neppure! Ed io, fa conto, di qua

Idea… Che ne so io.» ¶ «E perché non è

fumata di pipa. E io gliel’ho scritto, questo

dovevate dare certi soldi…» ¶ «Io? È uscita pazza la

ve li dovevo portare io, ma lei ha detto

non riesco a farla io la sezione che ho

scecchi mi sono fumato io. Non ci metto neppure

iscrizioni. «Vedi come faccio io?» disse poi «iscrivo la

un quarto come dico io, la sezione non ci

mio, perché questa soddisfazione io me la merito, e

Allora ti farò vedere io quanti di questi galeotti

E ti pare che io tengo in casa mia

non si dice, Nanninè, io ho visto tutto!» E

in casa. E che io te lo dico? Tanto

che c’entra?» ¶ «E io invece non ho visto

era molto meglio?» ¶ «Spiegatemi, io sono ignorante in queste

me l’aspettavo neppure io. Era uscita da poco

da poco Nannina e io mi ero fissata a

La macchina parte e io pure. Che so, volavo

avete detto bene. Perché io soffrivo. Soffrivo e vedevo

A questo volevo arrivare io.» ¶ «E l’ho capita

te n’hanno cacciato?» ¶ «Io? E io mi facevo

hanno cacciato?» ¶ «Io? E io mi facevo cacciare? Se

siete di testimonio che io ero venuto già prima

vede proprio. Come se io non esistessi. Io so

se io non esistessi. Io so soltanto questo: che

non c’eravate voi, io adesso dove andavo a

a sbattere?» ¶ «Ma invece io sto qua… Un buco

no erano mazzate. Perché io a sette anni dovevo

tu ci sei diventato?» ¶ «Io, delinquente, no, per grazia

di perfezione.» ¶ «Si, ma io dico, mi avete capito

avete capito o no? Io dico uno di quei

sta’.» ¶ «Ma perché, parla, io ti so’ amico.» ¶ «Arrivato

A questo punto arrivo io. Come se avessero visto

quello che dico anch’io: Qualcuno. Ma lo scemo

avrà date.» ¶ «Sì, ma io dicevo innocentemente. Che hai

lo giuro. Di’…» ¶ «Mastrovincè, io voglio addiventare una persona

voce amara Michele. «Ma io so’ giovane, io faccio

Ma io so’ giovane, io faccio parte di una

invidia, questo ti dico, io che so’ vecchio.» ¶ «Chi

ragazzo trasognato. «Ma poi io voglio un poco d

Ve l’ho visto io, non dite di no

altrove per una testimonianza. ¶ Io, ricordati, non sono donn

di svago. Vorrei avercela io l’età tua! Vatti

Vatti a divertire!» ¶ «Chi? Io?» era tutta la risposta

la sua parola e io ve la ripeto papale

allora vi farò vedere io chi è la Pizzicatella

vogliono roba fresca… E io mi son presa la

può più comperare?» ¶ «Intanto io sto facendo felice mezza

la spia proprio quand’io esco per venirmi a

A voce più bassa: «Io vi ho visto». ¶ «A

Iddio! Queste so’ fesserie… Io ci ho amici un

le affidavi a me, io te le facevo fruttare

e avresti detto; ma io, ti posso assicurare, finora

soldi gliel’ho dati io perché se li spendesse

Me li ridai; e io ti assicuro che li

te li ho dati io, bene, se no è

indegnità – Signore mio aiutatemi, io non so’ capace di

c’è di nuovo? Io voglio addiventare santo”. Sarebbe

scusate se è poco! Io non dico che dobbiamo

o Gloriosi Padri aiutatemi, io non so mai quello

assorbente, però, avevo ragione io: chi vuol bene dà

chi lo vuoi contare… Io non sono nata ieri

cane, e vedrete che io non faccio niente di

non ti vengo appresso, io? Perciò dico statti attenta

offeso, e la riacciuffò. «Io so’ anche uomo di

Abbassate quelle mani, che io non so’ sora vostra

o no? Ma se io ti metto la casa

spera dai figli, Nannì, io figli non ne tengo

sei diventato rosso!» ¶ «Chi? Io?» ¶ «Michè, quando meno te

a me, come dico io, e poi ti faccio

di ricordarmi di voi» Io vi debbo seppellire sotto

me?» ¶ «Uh, Gesú, e io non me lo scrivo

dove vuoi che vada io!» Poi sollevando il fagiolino

nostrani… Dove debbo andare io? Solo all’ospizio, seppure

te la dico subito: io finirò in mezzo a

vuol morire? Per adesso io devo vedere come va

E questo volevo sapere io. Il resto sai quanto

l’hanno inventato. Ma io non ci credo» cominciò

non vi ricordate che io l’avevo detto, tale

qua ve ne state?» ¶ «Io non sto né qua

ma c’ero anch’io!» E si batteva il

l’ho vista pure io la scena. Quanto voglio

ho contati, sapete che io non ci vedo neppure

esatto, sapete qual è?». ¶ «Io conosco solo l’indirizzo

mi butto sempre avanti, io… Quindi, dite a me

di che si tratta. Io posso sempre fare qualche

ho in mano tutt’io i Quartieri. Parlate! Quest

Dio, ve l’assicuro io, non ce n’ha

volto sbiancato. ¶ «E che io te la dico? Che

vorresti?» fece amaro Ciccillo. ¶ «Io li ho combinati, io

Io li ho combinati, io, i pasticci?» disse la

di quegli imbrogli, Elví!» ¶ «Io?» ripetè la Cafettèra. ¶ «Tu

avanti: ¶ «Che c’entro io? Sento che vi state

però con la bandierina io faccio così, tu scappi

Fatevelo dire da lei… Io so solo che la

sai che ti dico io? È incinta!» fece Mastrovincenzo

Ma stavo pensando anch’io ad un’altra cosa

cielo.» ¶ «Che ne so io?» ¶ «Ma dice che quella

vera, che ne so io?» Il ragazzo non voleva

ha detto il dottore! … Io che ne posso sapere

Che ne posso sapere io, se non lo sapete

aveva detto Ciccillo: «Ma io, mi domando, com’è

miracoli della penicillina. Intendiamoci, io non l’ho sperimentata

ho sentito dire anch’io… E pure da noi

siete già scordati? Ma io no.» ¶ «Michè, la mano

E dategliela lo stesso! Io mi arrangio differentemente.» ¶ «Michè

Mò te lo dico io. Zi’ prete stava confessando

quanto ci si guadagnerebbe! Io per esempio mi potrei

Che vi credete, che io faccio le cose senza

mal volentieri: ¶ «E che io te ne parlo? Che

Ci dovete dire che io le voglio tanto bene

tu lo sai che io non la capisco ? Eppure

freschi noialtri medici…» ¶ «Ma io vi conosco a voi

si voleva fermare se io non gli gridavo… Ho

Ha scorno pure se io muoio.» ¶ Michele intese il

uomini alle costole!» ¶ «Ma io, professò, capitemi, non ho

le carte. Da lì io non sposto, io. Non

lì io non sposto, io. Non so o o

e e etto anche io. La buonanima, si fa

s’è fissata?» ¶ «Ed io le ho detto… Lascia

per farla finita. E io: chi minaccia non a

chiede Parenti. ¶ «Niente ancora…» ¶ «Io lo sapevo», irrompe Pascalotto

gli hai portata mentre io ti volevo raccontare la

ingiunge il padre. ¶ «Non io me la ricordo.» ¶ «Guarda

cose malamente… A Michele io lo conosco bene… Non

casa? Ah, sì, eh? Io ti mando a fare

il piacere!» ¶ «Allora anch’io vi so trovare dalla

mi dovete scusare se io me ne sono andato

ne poteva più e io non ne potevo più

noi ci resteremo qui. Io vorrei sistemarmi in un

l’ho detto, ma io e Nannina abbiamo intenzione

affari! Leggetegli questa lettera – io a lui non voglio