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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Umberto Fracchia, Il perduto amore, 1921

concordanze di «io»

nautoretestoannoconcordanza
1
1921
fotografia di lei che io conoscevo. Mi stupì molto
2
1921
Me lo hanno detto. Io... io giunsi tardi... Ah
3
1921
lo hanno detto. Io... io giunsi tardi... Ah! Ah
4
1921
fossi fatto tanto aspettare, io sarei stato qui in
5
1921
mia sorella, abitano qui. Io ho un'altra casa
6
1921
conto mio. Ma sono io che pago anche questa
7
1921
scomparsa! Quando sono arrivato io, lo sposo se ne
8
1921
erano andati... Allora anch'io mi sono messo a
9
1921
di corsa, prima che io avessi il tempo di
10
1921
ci conducono le disillusioni? Io non dovevo credere più
11
1921
attigua alla mia... Ed io non ne sapevo nulla
12
1921
non ne sapevo nulla, io che stavo tutto il
13
1921
mi sono uguali, ed io non vi voglio in
14
1921
nè male nè bene. Io solo esisto. Padrone di
15
1921
vi accompagno... Vi conduco io... Se incontriamo Esposito, io
16
1921
io... Se incontriamo Esposito, io vi nascondo, io vi
17
1921
Esposito, io vi nascondo, io vi difenderò... Ormai il
18
1921
Che so, che so, io? — e allora vidi improvvisamente
19
1921
Che cosa c'entro io con i vostri drammi
20
1921
qui, eri! Ora penso io a tutti e due
21
1921
per afferrarmi le mani. Io lo respinsi violento. Mi
22
1921
non mia... Mia fidanzata! Io l'ho nascosta, io
23
1921
Io l'ho nascosta, io l'ho salvata da
24
1921
sappilo, Luisa, tua sorella, io l'amo... Noi, noi
25
1921
suo povero corpo, che io soverchiavo col mio. Mi
26
1921
Presi per moglie Luisa. Io che volevo lasciarmi morire
27
1921
bagnarmele delle sue lacrime. Io stavo seduto sul letto
28
1921
non lo vidi più. Io venni ad abitare qui
29
1921
vecchia. Non aveva età. Io non potei fare a
30
1921
cosa potevo godere anch'io nella vita! Una donna
31
1921
propriamente neppure una donna. Io non l'amavo, non
32
1921
pietoso? Non sono mica io quello che tu vorresti
33
1921
nostra vita in comune. Io non ebbi il coraggio
34
1921
anche oggi? E siccome io scrollavo il capo sconfortato
35
1921
della minestra a bollire. Io mi lasciavo cadere di
36
1921
per indovinare chi fossi io, quell'intruso dai capelli
37
1921
a quel tavolo. Ed io, esasperato dalla fatica della
38
1921
Per sfamare voi due, io vivo e fatico e
39
1921
pietà di voi due io mi sono rassegnato ad
40
1921
Ti farà bene. ¶ Ed io, distratto improvvisamente dai miei
41
1921
con una smorfia beffarda. Io, qui, vecchio e sfiancato
42
1921
sporco come un cesso, io qui un rifiuto d
43
1921
stanchezza scritta sulla fronte, io, io, mi si chiama
44
1921
scritta sulla fronte, io, io, mi si chiama così
45
1921
delle labbra. Bastava ch'io levassi gli occhi dal
46
1921
me lo scartocciava dinnanzi. Io non volevo il sale
47
1921
lettuccio stretto senza che io la sentissi, e per
48
1921
Paris... Paris, ti svegli?... Io, la mattina, avevo il
49
1921
Proprio in quel momento io avevo bussato all'uscio
50
1921
se in quell'attimo io rivivessi tutte le pene
51
1921
spazio di tempo. Ma io non coltivavo più nessuna
52
1921
mi guardava senza fiatare, io le parlai calmamente così
53
1921
aprì del tutto, e io vidi quella misera stanza
54
1921
me ne stavo anch'io muto, cercando di non
55
1921
quella ultima consolazione che io le portavo. Subito dopo
56
1921
a cercare Silvina... Che io possa darle ancora almeno
57
1921
veduto e patito. Ma io solo, fra tutti gli
58
1921
loro parole ed azioni, io non potevo in alcun
59
1921
egli salito in cassetta, io rannicchiato sotto il mantice
60
1921
il mezzodì e anch'io avevo fame. Silvina, digiuna
61
1921
e se ne andò. ¶ Io uscii poco dopo nel
62
1921
amorosamente di confortarla. Quando io entrai, mia madre tentò
63
1921
i quali la minacciavo, io sempre così mite, così
64
1921
piangeva in un angolo. Io triste, in disparte, contemplavo
65
1921
forse capì, allora, perchè io l'avessi trattata tanto
66
1921
accanto a lei, ed io leggevo nei suoi occhi
67
1921
ma non osava parlare. ¶ Io pensavo quanto quella scena
68
1921
poco è mancato che io scrivessi: per sempre. No
69
1921
non si creda che io abbia la pretesa di
70
1921
non sarò certo più io quello che il destino
71
1921
Sbattilo al muro e io lo frugo. ¶ Perdifiato si
72
1921
Sono un poveraccio anch'io! ¶ In quel mentre s
73
1921
giorno vuoto, ho riveduto io, per caso, la collana
74
1921
suo verde lume. Ed io pensai, riconoscendola dalle sue
75
1921
per sempre di ragionare. Io mi rivolto, con un
76
1921
e per Silvina, che io abbia potuto per lunghi
77
1921
lo sapevo benissimo anch'io quanto lei. Quella stanza
78
1921
appunto questa stanza, quando io abitavo quella. Non l
79
1921
è che una sedia. Io sorrido se penso al
80
1921
mio padre morì, ed io, venduta la casa, la
81
1921
tutte deserte e bianche! Io volevo volevo morire. Ma
82
1921
ora sogna e sospira, io lo palpai come un
83
1921
me nel silenzio, come io cercavo lui, e lo
84
1921
che per farti tacere io ti strangoli? ¶ Queste parole
85
1921
non piange più... ¶ — Ma io non posso, te lo
86
1921
mio, meno buio. Ma io la contemplai senza provarne
87
1921
colpi. La voce tacque. ¶ Io domandai sommessamente: ¶ — Chi siete
88
1921
neppure allora rispose, ed io mi lasciai ricadere sul
89
1921
eccolo: era proprio lui. Io avevo un impegno d
90
1921
di aspettare la morte. Io dunque aprii il cassetto
91
1921
orologio (lo guardai anch'io istintivamente) segnava le 11. Senza
92
1921
sola del sacrificio che io stavo appunto compiendo, seduto
93
1921
fra poco. Eccomi qua: io ne so qualche cosa
94
1921
sua ripugnante realtà». Ed io pensavo alla delusione di
95
1921
conoscere, in modo che io stesso non avrei mai
96
1921
intimità di due amanti! Io domandavo ad ogni passo
97
1921
principe, disse Silvio arrossendo. Io non ho nessuna viola
98
1921
all'occhiello. ¶ — E se io stesso vi avessi veduto
99
1921
confessò Silvio sorridendo, ero io. Ma la signora che
100
1921
vero, è vero! Ed io sciocco che non ci
101
1921
una piccola viola nascosta: io l'ho colta. Ora
102
1921
bene, bisogna farli sudare! Io immaginavo che una grossa
103
1921
altrettanto per me? Ma io la chiamo sempre: signora
104
1921
nella grazia di Dio, io mi ridussi a vivere
105
1921
me? chiese timidamente. Anch'io a dormir sola ho
106
1921
amata con tanta indulgenza. Io penso che la gente
107
1921
tutti. Per ciò anch'io la notte ho un
108
1921
sai come mi chiamo io? Mi chiamo Soave. E
109
1921
ti invidio! sospirò Soave. Io non ho avuto mai
110
1921
esclamò, sono passata anch'io per la tua strada
111
1921
tu, come sono stata io. Non aspettare che lui
112
1921
nessuno... Ora ti insegno io... ¶ E Soave corse a
113
1921
le disse: — Lascia ch'io ti spogli! — lasciò che
114
1921
Il principe Stroztki sono io... ¶ Pronunciate queste parole, egli
115
1921
dubitare mai mai che io possa fingere o mentire
116
1921
fanciullo. Sì, ho anch'io vissuto intensamente, ho amato
117
1921
estesa del mondo. Ma io vengo da un paese
118
1921
carattere. In ogni caso io sono incapace di mentire
119
1921
più bassa, ciò che io sto per dirvi è
120
1921
malinconia. ¶ — No, Silvina, soggiunse, io non debbo darvi nessuna
121
1921
prudente per me che io rinunciassi senz'altro a
122
1921
me, per modo che io non potessi mai più
123
1921
debbo confessarlo, Silvina?), che io avevo disperato del destino
124
1921
lo zio Stanislao, perchè io le tratto con confidenza
125
1921
non giudicatemi male, Silvina. Io sono un uomo debole
126
1921
Vergognati, Stanislao! E allora io riconobbi in questa seconda
127
1921
a quella voce, Silvina, io mi trovo ora qui
128
1921
Morto! Morto! Credevi ch'io fossi morto! Speravi ch
129
1921
fossi morto! Speravi ch'io fossi morto! Credevi di
130
1921
a convincertene prima, che io non ero morto? Oh
131
1921
Tu sei bene Silvina. Io sono pure Silvio. Per
132
1921
con me stesso. Dunque io sarò forse impazzito, ma
133
1921
che è, come se io fossi perfettamente lucido e
134
1921
di dolcezza, le domandò: ¶ — Io? Io te l'avevo
135
1921
dolcezza, le domandò: ¶ — Io? Io te l'avevo ordinato
136
1921
mattina del secondo giorno io venni a vederti. Si
137
1921
se eri tu, che io cercavo. Finalmente ti trovammo
138
1921
accorgessi della mia presenza. Io ti chiamavo, e tu
139
1921
ricominciasti a vaneggiare. Allora io me ne sono andata
140
1921
mai pensato, tu, che io potevo morire di fame
141
1921
inquisizioni. Nuove o vecchie, io sono libera di scegliere
142
1921
queste scene? Volete che io chiami Silvio, perchè veda
143
1921
una vostra parola, perchè io ritorni quello stesso di
144
1921
supplicò il principe. Che io possa almeno vedervi, parlarvi
145
1921
diritto nel mio racconto. Io sono stato senza dubbio
146
1921
dubbio del numero: anch'io un romantico. Zotico, campagnolo
147
1921
modesti e senza eleganza, io non ho mai somigliato
148
1921
imitava la moda antica. Io non ho mai capito
149
1921
e cadevano molte stelle. Io trascorrevo lunghe ore alla
150
1921
finestra a guardare. Ma io non pensavo che ella
151
1921
raccolta sull'erba, dove io l'avevo lasciata, Silvina
152
1921
a tarda notte. ¶ III. ¶ Io ritornai a sedermi dinnanzi
153
1921
il teschio di Yorik. Io ragionavo fra me della
154
1921
di sè medesima che io non le avevo mai
155
1921
immagine nuova di Silvina io l'accarezzavo struggendomi di
156
1921
Ma nello stesso tempo io pensavo con tristezza che
157
1921
seguente lettera: ¶ «Piccola prigioniera, ¶ «io non sono che uno
158
1921
potere estremamente incerto; ed io stesso non so come
159
1921
alla vostra casa ed io guardo su, dove siete
160
1921
il caso vorrà che io possa lasciar cadere ai
161
1921
non portava data alcuna. Io m'era chiuso in
162
1921
grande in me che io non sapevo dare un
163
1921
ridicole! Maledetta! Dovevo proprio io raccoglierti! Dovevi cadere nelle
164
1921
e molte altre cose io dovetti fantasticare e a
165
1921
bianchi o verdi, ed io me ne stavo ancora
166
1921
era completamente buio. Ma io sentivo su di me
167
1921
cattivi! Che cosa sono io per te? Nulla? Assolutamente
168
1921
andare via di qui. Io non debbo a te
169
1921
verso l'uscio. Ma io mi posi fra lei
170
1921
che ho da fare io con quel giovane? ¶ — E
171
1921
sapere il bene che io ti voglio. Ma credimi
172
1921
più fedele di me. Io ti amo teneramente, perchè
173
1921
tu fossi in pericolo, io mi ucciderei per salvarti
174
1921
questo Silvio? ¶ Silvina, mentre io parlavo, era tutta intenta
175
1921
schiena, e specchiandosi disse: ¶ — Io vi trovo semplicemente ridicoli
176
1921
ho bisogno di nessuno, io; nè di protettori, nè
177
1921
due giri di chiave. Io rimasi un momento perplesso
178
1921
rosa rossa alla cintura. Io ne ebbi il cuore
179
1921
vuota, il letto intatto. Io ritornavo allora dalla mia
180
1921
la tua nuca che io la divori di baci
181
1921
sono liberi come me. Io non ho falsi orgogli
182
1921
ti amiamo tanto! — e io sono felice. Non è
183
1921
le sue braccia. ¶ VI. ¶ Io ho spesso orrore di
184
1921
care della mia vita. Io credo d'essere malato
185
1921
si plachi un momento? Io non ho nessuna colpa
186
1921
un trono, tu regina, io tuo schiavo. E le
187
1921
sono miei, soltanto miei! Io solo li tocco, io
188
1921
Io solo li tocco, io solo vi affondo le
189
1921
Tu mi guiderai ed io ti seguirò, sarò la
190
1921
di vista: ¶ — Eccomi qua: io non chiedo di meglio
191
1921
di meglio che lavorare. Io non ho falsi pudori
192
1921
accento di dolce rimprovero, io sono molto in collera
193
1921
rientrata in casa, ed io mi stavo spogliando. Era
194
1921
ruffiane! Fuori! Fuori, ch'io vi scanni! Tutta la
195
1921
che grida: mamma mia! Io non mi muovo: ero
196
1921
per la strada, ed io con il cuore in
197
1921
quando vede che sono io: — Brutta bastarda, — dice, — ti
198
1921
Maria Vergine, perdonatemi voi... Io penso a Daria e
199
1921
e mi butto anch'io per le scale, e
200
1921
parte, e torna indietro. Io mi nascondo il viso
201
1921
a singhiozzare. ¶ — Bene! — dissi io. — E dopo tutta questa
202
1921
me? Che cosa sono io? Che cosa è Daria
203
1921
saperlo? — risposi. — Vuoi che io vada a cercarla nel
204
1921
Vuoi che ti porti io per mano dietro la
205
1921
il resto? Vuoi che io faccia, io, quello che
206
1921
Vuoi che io faccia, io, quello che Sterpoli non
207
1921
lui è ubriaco e io sono sveglio? — Ah! sono
208
1921
che sguardi caritatevoli voglio io! E io stesso ti
209
1921
caritatevoli voglio io! E io stesso ti porterei per
210
1921
Che fare? Come potevo io resistere o fuggire? Mi
211
1921
Tu sarai felice! — ed io ero come un prigioniero
212
1921
tuo. Promettere la felicità? Io ero già pazzo di
213
1921
sulla mia bocca. Ah! io non sentivo quel bacio
214
1921
mia bocca era insensibile. Io non potevo muovermi, alzarmi
215
1921
la spingeva via. Ed io avrei voluto saltare dalla
216
1921
quei folletti svanirono, ed io mi ritrovai solo, sotto
217
1921
Ma non posso. — Sono io! dico come in un
218
1921
ripete quella voce. — Sono io, Clauss, sono io! — rispondo
219
1921
Sono io, Clauss, sono io! — rispondo. Poi alzo il
220
1921
ai miei piedi. — Sono io, — ripeto ancora. E poi
221
1921
curvò per baciarmi; ma io liberai le mie mani
222
1921
di donna. Immobilità. Ed io non riuscivo a comprendere
223
1921
quella bella ferita? Ecco: io non riuscivo a comprendere
224
1921
devi esser felice. Ed io, con la stessa voce
225
1921
Tu volevi morire. Ed io: — Sì, è vero, volevo
226
1921
finì la collana ¶ Se io non avessi scritto soltanto
227
1921
se ne sarebbe impadronito. Io non lo raccolsi, perchè
228
1921
Daria. Poi Clauss ed io ce ne eravamo andati
229
1921
quindici, te lo ricompravo io. ¶ Egle abbassò il capo
230
1921
incominciò il grigio inverno. Io allora mi aggiravo per
231
1921
tutti mi dissero che io, più d'una volta
232
1921
era triste, grigia, piovosa. Io non potevo arrischiarmi nè
233
1921
una dolorosa cecità. Allora io mi rifugiavo accanto al
234
1921
mute ed immobili finchè io con uno sforzo non
235
1921
A quell'improvvisa apparizione io mi sentii tutto gelare
236
1921
che è veramente Silvina, io stesso non la riconoscerei
237
1921
bizzarra vita, perchè anch'io, come mio padre, come
238
1921
che non era: Silvina. Io la vedevo poi in
239
1921
noi apparteniamo alla strada. Io capisco benissimo che è
240
1921
arrivare al paese. Anch'io forse farei come tutti
241
1921
piccolo fiore di campo? ¶ Io volevo rispondere: — No, no
242
1921
muovermi, nè parlare. ¶ — Che io vada? — mormorò ed era
243
1921
parola d'amore), — che io vada? Perchè egli dica
244
1921
venuta ad offrirsi ma io non l'ho voluta
245
1921
Clauss non dirà questo. Io sarò presente. Noi ceneremo
246
1921
carezza sui miei capelli, (io tenevo strette le sue
247
1921
essersi divertita moltissimo... Ma io... ¶ — Ma tu? Ma tu
248
1921
per me è diverso. Io sono un uomo. ¶ — Un
249
1921
come il ferro. ¶ — Ah! io capisco tutto! — esclamò dopo
250
1921
le volete capire. Ebbene io so tutto, come te
251
1921
Daria... Tutto, tutto... ¶ — Ma io, veramente, — dissi impacciato, — io
252
1921
io, veramente, — dissi impacciato, — io non so niente... ¶ — Povero
253
1921
signorina Soave. — E allora io ti posso insegnare... È
254
1921
cappello? ¶ — Ah! — sospirò. — Se io dovrò aspettare Daria non
255
1921
somma esagerata pensi tu... ¶ Io scossi il capo ed
256
1921
Vent'anni, — risposi. ¶ — E io ne ho quindici, quasi
257
1921
quando sarai sveglio! ¶ Ed io non capii allora che
258
1921
cento e più cravatte, io vidi quella, in fondo
259
1921
Entrò in casa ed io me ne andai. ¶ Poco
260
1921
gioia di vivere! — pensavo io, esaltandomi. Quella cravatta nuova
261
1921
sfioravano sotto la tavola. Io guardavo Clauss, pensavo: — T
262
1921
pelata. Ebbene: fece malissimo. Io dico che non si
263
1921
Siete una bimba maliziosa! ¶ — Io? — domandò Daria, curvandosi verso
264
1921
sempre di me! ¶ Ora io mangiavo in silenzio, a
265
1921
sembrano scimmie bianche. Infatti io guardavo Daria e pensavo
266
1921
portano molte maschere. ¶ Ed io pensavo: — Che bestia! Non
267
1921
badava a me, ed io volevo chiedere a Daria
268
1921
fossero stati mossi, ed io stentassi, ora, a ritrovarli
269
1921
tovaglia e caddi anch'io con tutto il resto
270
1921
ombra fosse fitta ed io avessi un velo opaco
271
1921
e non si mosse. Io mi sedetti a un
272
1921
al collo. ¶ — Queste disperazioni io le conosco! — disse mentre
273
1921
dietro le spalle ed io ricominciai a camminare a
274
1921
Che lisca! — esclamai. — Sono io! ¶ Sterpoli schiuse finalmente gli
275
1921
mio: questo ci consola... ¶ Io l'ascoltavo. M'ero
276
1921
stringendola fra le sue, — io ti volevo domandare qualche
277
1921
ci lascia indifferenti. Ed io ti rispondo che è
278
1921
un'altra cosa. Ora, io non posso sopportare... Questo
279
1921
non lo sai, ma io ti ho sempre amato
280
1921
ha detto così ed io l'ho aspettata un
281
1921
Fra poco, prima che io abbia contato fino a
282
1921
andata da Clauss! — Basta! Io son cieco d'ira
283
1921
Sterpoli. — Anche tu? ¶ — Anch'io... ¶ X. ¶ L'uscio si
284
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mano intrusa scomparve. Ma io trassi bruscamente a me
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di me. Prima che io avessi il tempo di
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acuto di gelsomino che io penavo a respirare. Il
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Dov'è? Dov'è? ¶ Io mi sentivo morire. Nuovamente
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avesse voluto fuggire. Ma io soffocai le sue grida
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pietra, verde, oscillando, splendeva. — Io non posso più sopportare
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più sopportare!... — aveva esclamato. — Io ti odio! E la
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singhiozzi brevi, disperati. Ed io non cercavo di spiegare
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piedi, abbracciandomi i fianchi (io sentivo contro le mie
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serve! Non serve! ¶ Ed io la sollevavo, la tenevo
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feriva l'orecchio ed io avevo vergogna. In quello
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da me? Sì, certo, io ero ridicolo. Facevo pietà
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occhiello. — Che cosa sono io? — pensavo. — Tutti si befferanno
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Appena ella è fuggita, io mi sono precipitato giù
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via? Come un cane? Io sono il tuo Lippi
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carrozza parte al galoppo. Io la rincorro per un
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scacciato come un cane. Io non sono di quelli
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sarà giorno. Ritorna domani. Io mi scosto dall'uscio
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nulla di me? — grido io. Non hai pietà, non
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silenzioso e buio. E io dico a me stesso
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eppure questo mi dispiace. Io preferisco la notte. Di
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Sono un altr'uomo. ¶ Io sentivo contro il mio
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cosa che volevo dirle io. Ti prometto di parlarle
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Quelle parole le avevo io sulla punta della lingua
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La sua carne.... Ah! Io non direi queste cose
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non ti pare che io sia bellissimo? ¶ Si inchinò
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e mi disse addio. ¶ Io chiusi la porta dietro
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affacciò alla veranda, mentre io bussavo al cancello. Discese
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tu, un poco. Anch'io. È strano. Cioè, non
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e di guardarmi teneramente. — Io sono nato matematico. Tutta
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unicamente dall'impulso che io le darò. Così per
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l'uccisore di Behela. Io infatti tagliai la sua
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un albero della foresta. ¶ Io tenevo gli occhi fermi
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tratto, — ti sembrerà ch'io sia capriccioso come un
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Rimanemmo un momento muti. Io aspettavo che egli continuasse
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rimproverato d'aver tentato, io, io solo, di consolarla
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d'aver tentato, io, io solo, di consolarla quando
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ora sento che debbo io fare qualche cosa per
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neppure un minuto che io possa andare da lei
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disperato. ¶ — Non è che io abbia paura, — mormorai. — Penso
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tu le dica che io non l'amo, che
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non l'amo, che io non l'odio, che
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non l'odio, che io non voglio essere per
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che cerchi un altro. Io non andrò a nessun
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parlottare di più persone. Io udivo distintamente le loro
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signor Clauss? Vuole che io cada si suoi piedi
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così mite e benevola, io mi sentivo a poco
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non so dove. Anch'io abbassai gli occhi. Ella
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certo in attesa che io parlassi. Ebbi il pensiero
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mia voce mi stupì. Io non sapevo di avere
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posava sulla mia bocca. Io sentivo che era tepida
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mento, leggiera, lenta, ed io rimasi con il profumo
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cosa volevate dire? Che io sia per lui come
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della nostra morte. Ma io che le contemplo mentre
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sono fatto per questo. Io vivo l'imperfetta vita
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la ragione è che io soffro il sole, la
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in casa nostra quando io avevo appena vent'anni
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che rievocare avvenimenti dolorosi. Io seppi allora che Carlo
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Clauss fece racconti meravigliosi. Io vedevo contro il paesaggio
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sole entrò nella stanza. Io che ero rimasto senza
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attentamente sulla mia persona. Io li sentii che mi
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abbastanza. — Ho avuto anch'io vent'anni. Non ridere
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ridere! A vent'anni io, per esempio, non desideravo
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di nuovo guardandomi. Anch'io cercai di sorridere. ¶ Clauss
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s'andava rasserenando. Ma io non avevo occhi per
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e tu stesso giudicherai. Io avevo, a Karsan, un
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per essere giudicato, perchè io ero il padrone, egli
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risposto quell'uomo se io gli avessi rivolto, una
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Tu lo hai liberato? ¶ — Io, disse, io stesso. ¶ Mi
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hai liberato? ¶ — Io, disse, io stesso. ¶ Mi guardò sorridendo
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potevo forse uccidere anch'io come lui, — mormorò, — quel
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Durante quei tre giorni io cercai di sfuggirlo, e
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o parlava con altri, io lo spiavo a lungo
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anzi mi accorsi che io non potevo più vivere
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uomo sano e soddisfatto, io cominciai a sentire il
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scoperto troppo tardi che io non gli somigliavo affatto
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distacco da mia madre. Io non le ero stato
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vi si stipava dentro. ¶ Io mi sentivo straordinariamente ilare
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I cavalli trottavano e io pensavo a Clauss. La
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che ti abbia allattato io — ripeteva ogni tanto), se
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perchè fingere? Bisogna che io me ne vada. È
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come bisce. Incendi. Ed io pensavo per quale miracolo
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Le belle incendiarie! — pensavo io stupefatto. E quelle donne
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Ahi! Ah! — sghignazzò Sterpoli. — Io sono giovane? Io sono
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Sterpoli. — Io sono giovane? Io sono pazzo. Mio buon
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brutto come si dipinge? ¶ Io m'ero seduto in
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se non ci fosse. ¶ — Io non capisco — diceva con
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tuo seguito di servitori. Io non posso più sopportare
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non posso più sopportare.... Io sono stanca.... Io ti
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sopportare.... Io sono stanca.... Io ti odio.... ¶ Come se
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un gesto d'impazienza. — Io non so di che
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una vera costernazione. Anch'io ero sconvolto e guardavo
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a sè gridando: — E io ti odio! Poi si
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vado. ¶ Ce ne andammo: io solo lo seguii. Il
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stellata ci sorrise, ed io la contemplai con gioia
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sua piaga... ¶ — Come? — mormorai. — Io l'ho umiliata? ¶ — Sì
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vero, è vero... — mormorai. — Io non sapevo... Ah! Clauss
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non sapevo... Ah! Clauss! Io non so niente! ¶ — Ora
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non crederai davvero che io sia innamorato di Daria
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sia innamorato di Daria. Io non ho mai amato
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avvampava il viso, ed io vedevo lei, Daria, seduta
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del suo primo richiamo. Io non l'avevo udito
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moglie. ¶ Tutto il giorno io lo passavo fuori. A
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rendeva quasi nulla, ed io veramente ho sempre pensato
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importava nulla di lei. Io non la consideravo neppure
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timida. ¶ — Niente, risposi anch'io confuso. Non ti guardo
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essere bella... bella... bella... ¶ Io mi misi a ridere
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chiesto di essere bella, io? L'ho forse mai
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perdonato. ¶ Luisa uscì ed io rimasi a ridere di
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bella, che cosa sono io, al suo confronto? Non
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è il loro tipo, io veramente non potevo essere
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soldi, tre soldi, brontolai io. Ci vuol poco, giusto
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suo viso di mummia io lo vidi subitamente illuminarsi
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un giorno... Così: ed io avrei dovuto farle odorare
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occupare lo sgabuzzino che io occupavo prima di sposare
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stupirebbe? ¶ — Poco importa!.. dissi io. E per conchiudere, soggiunsi
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di quei cataclismi sociali, io mi stavo riaddormentando, la
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Questi sono fucili!... ¶ Ma io, fingendo di russare, non
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di domandarmi che cosa io ne pensassi. Io non
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cosa io ne pensassi. Io non pensavo mai nulla
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bettola poco lontana, mentre io salivo quassù dove m
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domandava dolce: ¶ — Si può? ¶ Io levavo il capo dalla
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due, accanto al lume. ¶ Io lo trattavo rudemente, quasi
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certo punto, senza parlare, io mi alzavo in piedi
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rimanevano ancora a chiacchierare. Io mi spogliavo tutto e
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notte, Luisa rientrava e io le dicevo: ¶ — Basta, basta
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qui? domandai. Ora, dissi, io ho mangiato, tutti abbiamo
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una mano sulla spalla. Io lo so per esperienza
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È vero, è vero... ¶ Io dissi: ¶ — Ma questa, Isacco
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piacere per lei. Anch'io bevevo di quel vino
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e incapace di dominarsi. Io ne avevo ancora una
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il suo letto. Ed io, guardando fra le ciglia
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il fianco per riscaldarsi, io non m'irrigidivo più
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signora Luisa, dice. Ed io so che prende il
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vanno così, insieme. Ed io lo so. Lo so
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il centro della città. Io poi esco per conto
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scarpe nuove. ¶ — Sì, dissi io, ne avevo bisogno. Ne
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lei ed Isacco. Ed io avrei dovuto fare da
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quando c'ero anch'io, la sera, e non
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poco a poco circuire. Io cercavo sempre di persuadermi
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stesso il convincimento che io non fossi un marito
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tutte le altre; ma io una finzione di marito
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il bicchiere colmo, ed io vi intingevo appena appena
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vita. Quella vita che io in fondo ignoravo. Che
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lassù. Forse, senza che io ne sapessi nulla, la
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fra le lenzuola, ed io sentivo benissimo, rimanendo immobile
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raccoglieva le sue scarpe. Io non mi muovevo, ma
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per meglio assicurarsi che io sempre dormivo tranquillo. Nulla
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Luisa? Luisa? E anch'io, cauto come un ladro
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o d'un uccellino. Io ve lo dico: guardatevi
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cadrete in loro potere. Io ero uno di questi
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ero uno di questi! Io lasciai, senza batter ciglio
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era là sfatto, come io l'avevo lasciato. Luisa
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rivolgesse la parola perchè io mi mettessi a ridere
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parve molto strano ch'io portassi il soprabito come
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cui poi avrei pensato io a piantare alcune gigantesche
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di viale. E allora io mi staccai dalla balaustra
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vuol dire morta? ¶ Ed io soggiunsi: — Va bene, va
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sue mani erano rosse! Io non ricordo che il
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strana follia. Ero nuovamente io, in tutta la mia
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Quella era Luisa, morta. Io ero Paris, vivo. Ah
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XII ¶ Ora, chi sono io? Che sarà di me
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mi tiene ancor vivo. Io la guardo e la
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vivere. Debbo vivere anch'io per lei. Sono qui
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già contate migliaia. Anch'io come Robinson ho un
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in quest'isola deserta, io solo, e lei, due