Matilde Serao, Addio, amore!, 1890

Ma tu capisci, che io non posso sopportare questa

che debbo amare Cesare io sola, che Cesare è

a nessuna? Capisci che io non ho scampo, non

e non te, ma io amo Cesare, ma Caracciolo

La notte è alta, io me ne vado. ¶ - Non

tu mi hai offesa, io ho sofferto in queste

più terribile, non sorridere, io non esagero, ascoltami bene

Laura, quanto hai fatto io lo dimentico, io ti

fatto io lo dimentico, io ti perdono, senti, ti

buona e grande, poichè io ti ho perdonato... ¶ - E

tenera fra le sorelle; io non farò che esaudire

quanto ti voglio bene; io sarò accanto a te

alla disperazione. ¶ - Meriteresti che io ti uccidessi, è vero

punire, nè bene perdonare. ¶ - Io non l'ho uccisa

umanamente, darle torto. ¶ - Eppure io non l'ho uccisa

resto a casa mia. ¶ - Io te ne prego, andiamo

la mia virtù: e io fuggo un amore infelice

gli occhi. ¶ - Cielo! E io vorrei mettermi in queste

complicazioni? No, Anna, no: io non mi muovo. ¶ - Per

muovo. ¶ - Per qualunque preghiera io ti facessi, tu diresti

di no. ¶ - Neanche se io te lo chiedessi sul

Nientemeno! Avete litigato? Farò io da paciere. ¶ - Non credo

la ragione della lite, io vi metto d'accordo

domande e tante offerte? Io voglio separarmi da mia

sorella, ecco tutto. ¶ - E io, no - ribattè lui, guardando

allora me ne andrò io! - gridò ella, col cervello

avverto, in ultimo, che io non mi renderò ridicolo

su quella idea. ¶ - Non io, soltanto: anche tu. Di

sarebbe uno scandalo e io non ti permetterò di

E poi - egli soggiunse - io non conosco la ragione

Anna. ¶ - Ti pare che io abbia la figura di

me, eravamo sole, e io aveva su lei diritto

mi adorate in due, io non ne ho colpa

poche, a questo mondo. Io m'interrogo, da qualche

passionale signora Dias, come io vi tradisca, amando vostra

Non dovrei curarmene neppure io, e farei benissimo. Ma

della sua condotta. Ecco, io piego le braccia, seduto

Tu vorresti esser lontano, io ti annoio, la mia

deviare dalla mia strada: io non ti lascerò partire

chissà mi fossi impazzita! Io ho visto tutto, le

dei baci, lungamente, perchè io non potessi dubitarne neppure

leverebbe dalla mente! Oh io morirò, morirò, per non

che ti voleva bene, io l'ho udito. ¶ - Naturalmente

ti ha baciato, Cesare: io l'ho visto. ¶ - E

di volerle bene e io l'ho udito! ¶ - Si

scortesia. Conosco il galateo, io, Anna. Almeno ve ne

nè l'ho inventata io, questa consuetudine. È assai

volontà. Tu no. Potrei io qui piangere tutte le

non è questo, Cesare: io sono gelosa di te

mano di donna, Cesare, io mi sento dilaniare. ¶ - Di

ami un'altra, amore, io mi uccido! ¶ - Non credo

lui, ridendo. ¶ - Pensaci, amore, io mi uccido. ¶ - Morirai a

per l'addio? ¶ - No, io non ho che da

fatta per il mondo, io sono una spostata, sono

per un altro: eppure io sarei così contento di

Anna, ma lo credo. ¶ - Io ne son certa - e

un fratello. ¶ - Sentite, Anna. Io abito ufficialmente con mia

sino alle quattro pomeridiane, io aspetterò un vostro messaggio

non vi sarò che io, io solo, Anna, aspettando

vi sarò che io, io solo, Anna, aspettando che

vuole, la donna che io più rispetto sulla terra

le ore, ricordatevi che io aspetto: quando avrete bisogno

Essi sono lieti: e io li secco - pensava fra

sentimentali lo seccavano immensamente. ¶ - Io ti secco dunque? Ti

erano adesso velati, morenti. ¶ - Io, forse, sono pazza - disse

questi sono spettri: e io sono pazza. ¶ Ma mentre

Altezza non è visibile? Io ossequierei volentieri l'Altezza

ma senza sgomento. ¶ - Sono io, Laura - disse Anna, posando

palpebre: poi, superbamente, soggiunse: ¶ - Io non voglio obbedirti. ¶ - Oh

suo letto, poco distante. ¶ - Io aspetto - disse Laura. ¶ - Tu

cara... ¶ - Ebbene, Anna? ¶ - ... Ma io ho visto, io - disse

Ma io ho visto, io - disse Anna, in preda

chiudere, per essere sicuri... ¶ - Io non ti capisco - mormorò

nella stanza di Cesare... io sono rientrata improvvisamente... non

E che chiedi ancora? Io amo Cesare. ¶ - Taci, taci

Tanto, l'hai visto: io amo Cesare ed egli

hai offese? Non sono io, tua sorella, che tu

sorella, che tu tradisci? ¶ - Io amavo Cesare, da prima

Laura. ¶ - Scuse dell'infamia! Io amavo e amo Cesare

male e lo secchi: io so amarlo bene. ¶ - Egli

era tutta una ferita. ¶ - Io sono una ragazza istruita

da così atroce peccato? ¶ - Io non sono l'amante

della stessa madre, e io t'ingiurio, ecco! ¶ - Tu

in una stanza chiusa... ¶ - Io non sono stata l

follia. ¶ - Già: e neppure io di Cesare Dias - ribattè

ribattè ridendo malvagiamente Laura. ¶ - Io non sono stata l

le ultime facoltà spirituali. ¶ - Io non ero dietro la

senza ingiuriarti, senza rimproverarti, io ti ho tese le

mio amore, Laura! Ma io adoro Cesare, ma io

io adoro Cesare, ma io sono orribilmente gelosa di

gelosa di lui, ma io non resisto all'idea

di questo amor tuo, io non posso ricordare quei

Cesare non ti sposava? Io ti ho imitata, ecco

Come tu lo ami, io lo amo, Anna. Siamo

Madonna mia, Madonna mia, io debbo uccidermi, dunque? Debbo

con moto di sprezzo. ¶ - Io mi ucciderò, Laura. ¶ - Chi

No, non mi lagnerò: io vi riterrò come il

senza pianti, senza recriminazioni? ¶ - Io aspetterò, pazientemente, l'ora

minuto, parliamo, ascoltatemi! Che io non sia gelosa? Non

gelosia, mai. Volete ch'io vegga la donna che

che amate? Volete che io le accolga bene tutte

una prova terribile e io la supererò: domandate sino

e il corpo, e io vi giungerò, per voi

e l'avvenire. Anna, io sono vecchio e voi

fra dieci anni, perchè io non posso che declinare

questo dissidio; infine, se io, lo confesso, compio un

voi, voi sola, se io debbo acconsentire a quello

quello che voi desiderate. Io vi ho detto, crudelmente

cambio del mio sacrificio; io vi ho ripetuto, due

che debbo salvarvi, perchè io stesso sento che debbo

ancora? - diss'ella, semplicemente. - Io vi amo e senza

chiese: ¶ - Chi è? ¶ - Sono io, Cesare - disse ella, piegandosi

posto - disse Anna. ¶ - Ah... io vi lascio, lassù - ripetè

agli spasimanti di Laura. Io dò soggezione, perchè sono

con una enigmatica ironia. ¶ - Io detesto i bei giovani

vi occorre nulla? ¶ - Nulla. ¶ - Io tornerò per la terza

sguardo di riconoscenza. ¶ - Sì. Io preferisco questi abiti inglesi

carezzevoli. ¶ - Che volete che io abbia? Mi annoio; e

Dias: deve essere divertentissimo. Io ho sempre voluto annoiarmi

e anche indegna: salire io, al vostro, è semplicemente

voce della propria coscienza - io non sono un essere

un essere superiore affatto; io sono una donna, umana

mi fate questo? Ah io non so che amarvi

ischerzo, alle due donne. ¶ - Io non fumo, lo sai

tu, allora, Anna... ¶ - Neanche io, fumo - diss'ella, con

il vostro spirito, mentre io vi parlo, se potessi

come vi seguirei!... Invece, io vi parlo e voi

voi non mi ascoltate... io vi dico delle cose

vi annoiate di aspettare? ¶ - Io? No, mai qui. Capirete

si dice nei romanzi... Io dovrei passare la vita

sono moltissimi anni... ¶ - Ma io sono maritata... - diss'ella

idea del mio spirito. ¶ - Io detesto gli uomini di

Meno male. Credete che io abbia cuore? ¶ - Lo credo

buono - ella mormorava distratta. ¶ - Io sono pessimo, signora - egli

mesi di matrimonio? ¶ - Ma io non sono sola - soggiungeva

con più grazia, che io sono uno sciocco. Ma

Non mi dice niente. Io ho fede in lui

che m'infliggerete, che io mi guadagnerò la mia

fattosi un poco pensieroso. ¶ - Io non la capisco. ¶ - Eh

sorriso di persona estatica. - Io sono una scema. ¶ Ma

Cesare. ¶ - Ti piacerebbe, che io avessi pietà? - avea chiesto

ne sia reso colpevole... ¶ - Io non ne so niente

te, caro, salvo questo: io non sono mai stato

Diceva a se stessa: ¶ - Io sono vigliacca e perfida

tutte le spiacevoli cose, io le so, io le

cose, io le so, io le suppongo. Voi non

vostra bontà per sopportarmi. Io... non potrei leggere una

me, di morte - ah, io non esagero in questo

carta a me diretta. Io ho baciato devotamente, come

che vi regnava, quando io era immersa nel più

avervi mandato questa lettera, io tremo di vergogna e

e di sgomento: se io penso alle prime parole

dopo di averla ricevuta, io mi metto le mani

che vi ho detto, io vi scongiuro ad aver

testa. Non mi sgridate, io soffro e non voglio

una triste sorte. ¶ - Ah, io sono più misera della

raccontate nulla, mia cara, io intendo, io non sono

mia cara, io intendo, io non sono qui che

dipende la speranza? ¶ - Sì. ¶ - Io lo conosco? ¶ Ma Anna

un'altra. Ditemela perchè io ho forse qualche virtù

Cioè fra venti anni: io sarò decrepito e avrò

con un'ironia finissima. ¶ - Io non vi ho chiesto

gli estranei. Dunque, siccome io so quello che contengono

in quel giorno, Stella, io ho scritto la mia

tanto: ha promesso, verrà. ¶ - Io non lo credo - aveva

è così facile dimenticare... ¶ - Io mantengo sempre le mie

tanta compassione di me. Io non posso guarire, Cesare

disfatta. - Tutto quello che io vi avevo scritto, era

la purità stessa. Ah, io sono una miserabile egoista

non sono stata esaudita; io sono uscita da queste

me, tutti quanti: ma io ho peccato, io debbo

ma io ho peccato, io debbo espiare. ¶ - Ma che

suo inganno, e che io sarò morta, perchè voi

mi amate. ¶ - Calmatevi, Anna. ¶ - Io sono calma. Non ho

che mi potete dire, io lo aveva già detto

anima, da quando, infine, io ho sentito che ero

vostra per la vita, io ho sperato che voi

dire come vi amavo io, voi mi amaste. Questa

vertigine degli altissimi pinnacoli, io ho invocato! ¶ - È stata

mai provata per me: io ho visto fiammeggiare la

fatalità sul mio cervello, io non mi sono ancora

mi sono ancora rassegnata: io ho detto infine, che

e il suo amore: io ho pensato che una

ancora - soggiunse Cesare. ¶ - Ebbene, io aveva sognato, che voi

nome... ¶ - Voi volevate che io vi sposassi? - chiese Dias

esistenza vicino a voi... ¶ - Io sono vecchio - egli disse

egli disse, freddamente, amaramente. ¶ - Io sono giovane, ma muoio

il sangue. ¶ - Che importa? Io non vi domando di

di amarmi: debbo amarvi io. ¶ - Voi non me lo

passione che vi porto, io lo prometto, io lo

porto, io lo prometto, io lo giuro, io non

prometto, io lo giuro, io non vi chiederò giammai

mentre egli non voleva! Io sono la colpevole in

tutto e per tutto; io porto questa macchia sulla

in così mediocre persona, io ho deturpata tutta la

una statuetta di creta: io non posso che odiare

mi si dice che io amo ancora quel povero

mistico suggello, adesso che io vedo la forza e

si trovano, adesso che io so le ragioni alte

e segrete dell'amore, io non posso far a

alla mia anima. Adesso... io non posso ingannarmi più

non posso ingannarmi più. Io sono sempre quella debole

stato dell'anima: ma io ho messo l'ideale

cuore alto e forte; io ho appoggiato il mio

finalmente l'Eletto. Anche io vengo di lontano, dunque

mio secondo amore; anche io ho trovato l'Eletto

da un peccato che io sola ho il diritto

che è sparita, poichè io ho acquistato la scienza

acquistato la forza, poichè io conosco tutto, ma sono

la grande benedizione umana. Io mi prostro e con

già sofferto la tortura, io prego il Signore, perchè

i martiri hanno meritato. Io mi prostro e prego

e prego, perchè anche io abbia la mia parte

stessa e sugli altri; io prego, inginocchiata, perchè non

dite, sta bene: ma io non ho capito chi

il poi dell'amore? Io non lo conosco. E

che ha permesso che io amassi una seconda volta

e che vi amavo. Io ignoro quello che avverrà

nostri falli sono irreparabili. Io non ho imparato che

diffidenza e con disprezzo, io vi guardavo con superbia

fuga, tornando da Pompei, io ho cominciato ad amarvi

E questo cerco ancora. Io non vi chieggo di

anima vostra? Chi sa! Io intendo solo che siete

importa, l'unica che io voglio, è che voi

non sarà mai che io voglia darvi un sol

mia preferirà l'ombra. Io debbo amarvi così, col

dovete dimenticare mai che io vi amo così intensamente

ebbra di entusiasmo. Perchè io sono una indegna. Lo

e desolata dell'amore. Io sono una indegna; io

Io sono una indegna; io ho amato troppo presto

troppo presto e male; io ho strappato i fiori

e petali, al vento; io ho sprecato stupidamente il

ed unico amore, se io avessi potuto offrirvi il

fra i cuori, se io avessi potuto dedicarvi tutta

delle cose innocenti, ma io sono una rovina d

secondo amore è germogliato. Io sento che voi non

viaggio verso Napoli, mentre io ardeva di febbre, appoggiava

siete pietoso: sì, sì, io lo so: è per

vostra pietà, appunto, che io vi amo: è per

eppure piena di umiltà, io vi ho lealmente confessato

assenza. Io v'intendo. Io sono savio come voi

lui, voltandosi vivamente - anch'io. ¶ - Allora, domani - ripetette ella

che gli avete risposto? ¶ - Io? Nulla. Non mi domandava

a cui è indirizzata. ¶ - Io non risponderò - ella soggiunse

e vi ama, poi. ¶ - Io non l'amo e

cara: queste disgraziate ambasciate io non le porto - disse

le lagrime agli occhi. ¶ - Io non so se siete

a fare delle definizioni, io. So soltanto che vi

Scusate, cara Anna, ma io vorrei domandarvi: se credete

amico, sposate Luigi Caracciolo. ¶ - Io ho errato - ella disse

Con che gelosa cura io l'ho tenuto nascosto

Caracciolo, dove lo troverete? ¶ - Io ho commesso un errore

non ci sono che io che so questo! - gridò

Caracciolo, ve lo chieggo io. ¶ - Non potete chiedermi questo

da me, mai più... Io sarò così docile, così

disse. ¶ - Ah lasciatemi piangere... io sono una creatura così

così infelice: così misera... io ho giuocato così follemente

adesso tutto è finito... io sono una donna perduta

cervello... se sapeste come io perdo la testa, quando

che me lo permettete... io non posso stare senza

a quello di lui. ¶ - Io non ho nulla da

dice: non so se io debba scrivere qui la

dicono - fate bene, poichè io non capisco mai di

avete ragione di farlo: io mi piego al vento

a una debole canna: io mi arrovescio nell'aquilone

voi. Che cosa valgo io, più di una canna

siete lontano da me, io posso pensare a voi

ottenere la vostra indulgenza. Io ripenso la vita mia

della mia vera vita! - io aveva tutto un tesoro

quello che ho amato, io chino la testa e

umiltà, per convincervi che io vedo la verità, che

in un abisso profondo. Io sono già il frammento

di un primo naufragio, io vi ho lasciati anni

salute e di speranza, io vi ho veduto finire

chiamarvi? Amico? Sì, amico, io mi perdo se voi

da voi, se no, io debbo morire. Ah la

forza spirituale, come voi. Io, la poverella, batto alla

di sdegno. Credete che io sia in collera con

indimenticabile - egli era colà, io non lo vidi, non

dolore e senza curiosità. Io non l'odio: io

Io non l'odio: io non sono sdegnata contro

la disperazione, poichè veramente io ho abbruciato il primo

si può scordare: e io ho amato uno sciocco

povertà di spirito, mentre, io avevo tanto amore da

nulla, ho amato anche io come una infelice creatura

nella miseria spirituale. Ah, io non l'odio, Giustino

Perchè dovrei odiarlo, se io ho voluto amarlo, per

amarlo, per forza, se io ho voluto fuggir via

ma ti adoro, ma io non sento più che

la fanciulla si levò: ¶ - Io vado - disse, pur restando

le dubbiezze sarebbero fuggite. ¶ - Io lo adoro, lo adoro

una miserabile... supponi che io sia una creatura perduta

Perchè tremi? Perchè piangi? Io dovrei tremare e piangere

piangere, eppure non piango, io, se non del tuo

di tua madre, intendimi. Io sono disperato per te

è una rovina che io ho fatta, io agonizzo

che io ho fatta, io agonizzo da tre giorni

più... Oh amor mio, io sono un galantuomo, un

questo amore, e che io doveva impedirtelo a tempo

tuoi dolori, di cui io sarei la causa, mi

negarlo, lo so... Quando io ti appariva, io ti

Quando io ti appariva, io ti vedeva impallidire, pallida

ti vedeva impallidire, pallida io stessa... se ti parlavo

mi cercavi dovunque, come io ti cercava, sentendo bene

a tale catastrofe... Giustino, io mi uccido se tu

tu mi lasci qui... io non posso restare un

sottovoce. ¶ - Dunque vuoi che io muoia? ¶ - Tu non morrai

hai ragione di farlo... ¶ - Io son disonorata, intendi? Io

Io son disonorata, intendi? Io son fuggita dalla mia

famiglia, da dieci ore; io son sola, qui, in

un'avventura drammatica... ma io non ho più nè

chi disse loro ciò? ¶ - Io. ¶ - Quando? ¶ - Stamane. ¶ - A chi

te? ¶ - No: li cercai io, subito. ¶ - E in che

hai rassicurati; bene, bene. Io sono una ragazza folle

è combinato a meraviglia: io torno a casa, con

ragione; tutti avete ragione. Io sola ho torto. Ah

soluzione ridicola, lo capisco. Io sono il suicida che

che non sa uccidersi, io sola ho torto. Tu

Chi la veglia, stanotte? ¶ - Io. ¶ - Voi vi stancate. ¶ - No

sorella... non mi giudicare. ¶ - Io non ti giudico, Anna

Spero che li amiate: io li adoro! ¶ E nell

crederete. Debbo rendergli giustizia, io, che sono uomo. Poteva

nervi ne dovessero soffrire... ¶ - Io non soffro - mormorò ella

no, Stella: lasciatemi stare, io sto bene, io sono

stare, io sto bene, io sono felice, non mi

altro - continuò Caracciolo. ¶ - Ah, io ho udito i grandi

non toglie che adesso io sia vecchio - terminò di

sua filosofia. - Per quanto io stia spesso con queste

due fiori di gioventù, io non mi sento meno

Chi? Caracciolo? ¶ - Già, Caracciolo. ¶ - Io prendo sul serio ogni

ne ho una anch'io. ¶ - E perchè? ¶ - Mah... così

ebbene - ella disse, sconvolta - io lo trovo sciocco di

serbando una apparenza glaciale. - Io non ci entro. Io

Io non ci entro. Io non ho bisogno e

l'ingratitudine. Avete inteso? Io detesto gl'ingrati. ¶ - Ma

giorni della mia assenza. Io v'intendo. Io sono

piena di malinconia. ¶ - Ah, io sono una poveretta... sono

intravide nella bruna notte. ¶ - Io ti voglio tanto bene

voglio tanto bene, Anna. ¶ - Io ti adoro, anima mia

parlasse a se stessa. - Io non sento nè il

tu hai danaro e io no: perchè tu sei

tu sei nobile e io no. ¶ - Ma io ti

e io no. ¶ - Ma io ti adoro, Giustino! ¶ - Questo

che uomo ho amato io, dunque? ¶ - Anna, Anna... - disse

aveva ragione, Anna mia. Io non posso sposarti, sono

lotta. Anna, Anna, sono io che perdo tutto! - e

fiorita e larga. Sono io quello che non troverò

che te nel mondo; io non so nulla di

il mio rimorso. Sono io che ti ho turbato

esistenza... ¶ - Non importa. ¶ - Sono io che ho messo il

giovinezza... ¶ - Non importa. ¶ - Sono io, che ti rendo ribelle

amici. ¶ - Non importa. ¶ - Sono io, infine, che ti strappo

avventuriera? ¶ - L'amore assolve. ¶ - Io ti assolverei; non gli

patire, fino a che io possa avere la mia

fortuna. Portami via. ¶ - E io sarei accusato di speculazione

mia? Onorata, stimata, amata, io non curo questo onore

tu pensi a te? Io avrei potuto scegliere fra

che diranno di te? Io ti vengo dietro come

di fuggire, lascia che io tenti un'ultima via

mi vuoi bene, che io ti adoro, ma egli

amore, ho affrontato anche io Cesare Dias. Quale uomo

quello di Cesare Dias, io ho osato dirgli che

ciniche; per convincermi che io m'illudeva, che noi

non ha viscere, e io sono circondata da persone

è meglio della galera. Io non voglio più trascinare

delle sorelle. ¶ "Che posso io più sapere del giusto

adolescenza? Per chi debbo io sacrificarmi, giacchè coloro che

vivono non mi amano? Io ho bisogno di amore

via? Niente di niente. Io sono una creatura solitaria

Non mi giudicare male, io non sono simile alle

una famiglia, un nido: io sono invece una povera

una famiglia, un nido. Io sarò la tua sposa

che tu vuoi, purchè io viva teco, sotto il

perdonerà il mondo. Ma io sdegno le persone che

hanno amato mi compatiranno. Io non saprò più nulla

a Pompei alle due. Io non verrò alla stazione

imbarcheremo per l'Oriente. Io ho del danaro: sai

lavoreremo fino a che io abbia ventun anni. Hai

ti curare di come io potrò uscire di casa

Sono venti giorni ch'io rifletto su questo piano

ora detta, che farò, io sola, dentro Pompei, tormentandomi

e faccia Dio che io non debba rimpiangere questo

Tu non dirai che io ho voluto il tuo

mondo, e Dio! Ah, io bestemmio, è vero, ma

di cui, lei ed io, moriremo. Tu, no. Che

di virtù malferme, e io divento una gelosa volgare

ribrezzo e pietà, intendi? Io non lo sapevo, mio

mia definizione, permettete che io vi faccia la vostra

Non adopero parole grosse, io: dico la verità, voi

Laura, tutti i parenti, io, dalla fuga, siamo seccati

vostre immaginazioni sentimentali e io fui quello sciocco. Ma

Invece di lasciarvi morire, io ho fatto la solenne

tu hai ragione, ma io ti amavo, ma io

io ti amavo, ma io ti amavo, e tu

la legge dell'amore, io non vi ho tradita

vi è stato tolto. Io nulla ho promesso: io

Io nulla ho promesso: io nulla dovevo mantenere. ¶ - È

fedeltà; secondo il sindaco, io vi avrei tradito. Ma

ricordate i patti che io vi misi, quella sera

secondo quella del matrimonio, io vi ho tradita. E

con me, subito, che io non vi ho tradita

accettaste tutto il patto: io sono un uomo libero

e delle mie azioni, io non vi ho tradita

quel patto vergognoso che io non ho avuto onta

a proposito oggi! Ma io credeva che amare, che

raffinato dell'uomo corrotto. Io ho torto, io sola

corrotto. Io ho torto, io sola, ne convengo, mentre

sola, ne convengo, mentre io ti amo sino a

di vincere, perchè amavo. Io ho torto, confesso, sì

torto, confesso, sì, confesso, io non so nè amare

nè odiare, nè vincere: io sono null'altro che

ragione, hai ragione sempre: io ho sbagliato tutto, io

io ho sbagliato tutto, io stessa mi sono buttata

inclinazione del mio cuore: io sono fuggita di casa

sono fuggita di casa, io non ti dovevo amare

e ti ho amato, io ti ho amato e

ho seccato, e vedi, io stessa, con la mia

più freddamente vizioso che io conosca, tu sei senza

rotti alla vita - e io non posso punirti, perchè

consentito a ciò, perchè io ho umiliato la dignità

innanzi a te, perchè io sono, veramente, una creatura

verso me sei innocente; io sono infame e vigliacca

con gli occhi folli. ¶ - Io non ti odio affatto

andartene - ella mormorò, macchinalmente. - Io debbo dirti una cosa

se te ne vai, io commetto qualche infamia! - ella

se te ne vai io muoio! - La voce si

offendervi, non posso offendervi, io, che ho per voi

se ti ho offesa, io ti amo tanto, se

perdono - ella rispose, così. ¶ - Io non ti credo - egli

pietà, se volete che io ancora resti qui con

sfogare, volendo piangere, ed io sono stato così villano

No - diss'ella semplicemente. - Io ho torto, io soltanto

semplicemente. - Io ho torto, io soltanto. ¶ - È Cesare, non

veramente egli sapeva tutto. ¶ - Io sono infame - ella disse

Anna. ¶ - È necessario che io sia infame - ella disse

così triste, così sconvolta, io non vi lascio andare