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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Guido Da Verona, Colei che non si deve amare, 1910

concordanze di «io»

nautoretestoannoconcordanza
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1910
tumido, un fare tra Io scienziato ed il buontempone
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avanti, non so neanch’io perchè... » ¶ La Lilina, a
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nel quale, che so io, un’ostrica ben pepata
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mettono addosso, che so io, quasi la voglia di
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me... — rispose Stefano mansuetamente. — Io tanto me ne resto
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parte, perchè ci tengo — io! — a non dover nulla
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di sussulti notturni, che Io facevano trasalire. Facilmente si
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quattrini!... Per tua norma io non chiedo mai nulla
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Se te lo dico io... ¶ — Già, loro credono di
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vi ridurmi a pagar io la lavatrice e rischiar
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posso dirti è che io, in persona — e vedi
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quanto poi alla Mercedes... ¶ — Io, niente! Neanche uno! ¶ — Come
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Senti, Guglielmo... — incominciò Stefano. — Io non sono responsabile di
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prego di non supporre… ¶ — Io suppongo, se mi permetti
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viene ai ferri corti: io ti metto fuori di
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lasciò l’assegno, se Io tenne in casa, e
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bisogna ripararlo piuttosto, ed io sono pronto a farlo
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una domanda: Come posso io prender moglie? In che
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guadagnarne, per ora. Soggiungerò io stesso, per non lasciarlo
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Tanto più che, se io m’impegno a sposar
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signor Riotti, — concluse Arrigo, — io son uomo di poche
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gesto vivo di malessere. ¶ — Io? chi sono? ¶ Egli parve
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po’ confuso d’avere io mano un oggetto simile
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come per dire: — Aprite! Io passo! Io, divina, la
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dire: — Aprite! Io passo! Io, divina, la primavera!... ¶ Ma
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immodesto. Anzi ardiva spingere Io sguardo più lontano, parendogli
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una sua propria famiglia io costringesse a mancare d
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familiarmente all’uscio. ¶ — Sono io, — disse dal di fuori
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spaventosa che mai. Invece io, da un mese in
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ti vuol bene. Ed io, naturalmente, ho accettato. Firmerò
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finire? Se quelli entrano, io me ne vado. E
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È passata or ora. ¶ — Io delle vergini ho paura
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ciò mi rattrista, perchè io provo sempre una grande
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perdi il tuo tempo. Io sono invece liberissimo, se
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libero, cosa m’importa? Io non gli domando niente
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Signor Arrigo, meno chiacchiere! Io vengo, lo sapete bene
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un pezzo che non Io vado a trovare. Come
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e che diavolo so io; ma per me non
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1910
meno d’essere... insomma io v’ho visto bambino
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Bene, sentite, — gli rispose. — Io mi sonò avveduto di
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ci vuole la vocazione. Io non l’ho. E
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per la sua pipa. ¶ — Io? Tutt’altro! Come volete
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è una vita insopportabile! Io sono un po’ come
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Bene, ti ci condurrò io. ¶ — Ma è impossibile, caro
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1910
per il teatro! ¶ — No, io ti vengo a trovare
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egli ammise ridendo. ¶ — Allora io gli ho detto: « Sono
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coi piedini a toccare Io scendiletto. ¶ — Che lotto grande
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Allora te lo mostrerò io, — diss’ella. ¶ — Bene. ¶ Se
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me lo son comperato io. ¶ — Chi ti ha dato
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1910
i denari allora? ¶ — Toh!... Io. ¶ — Tu? Impossibile! ¶ — Non credi
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te l’ha dato? ¶ — Io... io... — ribadì Loretta, cantilenando
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l’ha dato? ¶ — Io... io... — ribadì Loretta, cantilenando, con
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1910
con un certo impaccio, — io non mi metterei certo
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Sai, non sono stupida, io! — E mise nelle parole
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1910
fratello, tanto più ch’io non sono servo e
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ha parlato. ¶ — E tu? ¶ — Io?... Niente. Ho tirato innanzi
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potermi scrivere una lettera. Io, per curiosità, e per
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protezione, perchè, vedi, anch’io, come te, mi sento
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tutti i modi, ma io l’ho tenuto a
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sopportare il tormento ch’io gli faccio patire, perchè
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la darebbe. ¶ — E tu? ¶ — Io gli ho detto di
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allora sì. Ma so io cos’accadrebbe dopo? Il
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ho vedute ben altre, io! ¶ Egli trasse un lungo
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Sì, appunto, Rafa. Anch’io lo chiamo così. Vedi
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per sviarlo! Capirai: neppur io ci tenevo a lasciargli
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chiaro, ti avverto che io non ti lascerò divenire
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Aiutami Rigo... — ella disse. ¶ — Io? ¶ — Sì, tu, proprio tu
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può fare un patto. Io conosco la tua vita
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raccontarlo a me. ¶ — Forse Io farei lo stesso, o
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in casa t’accusavano, io ti difendevo sempre. Quando
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tua amica... ¶ — Ma se io, senza volerlo, ti consigliassi
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con una voce lenta, — io vorrei prima tentare che
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al prezzo. Ci penserò io. Anzi verrò con te
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1910
Non importa, ci vado io. ¶ Col suo passo che
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1910
leggeri. ¶ — Posso entrare? Son io, Loretta. ¶ — Ah, sei tu
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naia di lire. Ma io, vedi, faccio miracoli! ¶ — Mi
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mi riesca facile. So io quel che debbo faticare
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se te li pagassi io questi conti, ne saresti
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1910
un pettine, le ripasserò io. ¶ — Tu vuoi farlo? ¶ — Ma
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1910
capire. ¶ — Ti sbagli, Rigo; io capisco tutto. ¶ — Anche più
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sono un brutto tipo, io! ¶ Egli disse queste parole
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1910
immagino. ¶ — Gli spiegherai che io sto fuori di casa
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1910
ragiona: che avvenire ho io davanti a me, nel
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1910
un negozio, e neanch’io. A te piace vestirti
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come hai potuto... anch’io sono pronta a riuscirvi
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1910
Arrigo,dopo avervi pensato. — Io sono del parere che
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1910
non è prevedibile ch’io mi mariti, per cosa
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essere anche immensamente noioso! Io, ti dirò, ho avuto
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un bel tipo tu! ¶ — Io?... Perchè? ¶ — Mi guardi con
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1910
per quanto ne so io, devi press’a poco
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1910
ora, ch’è tardi. Io vado di là per
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1910
teatro. ¶ — Dei resto anch’io ho mangiato pochissimo questa
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1910
a me; t’aiuterò io. ¶ Appoggiò un ginocchio a
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1910
quell’abito nuovo. ¶ — Sfido io che paion tutte belle
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1910
il tuo dolore, ch’io ne soffra, e porta
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oro de’ suoi capelli. ¶ — Io so bene cos’hai
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amore... Mio amore... Anch’io vorrei... Come te… ¶ Con
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la cosa mi divertiva, io v’ho lasciato fare
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raccontare agli estranei. Certo io vivo in un modo
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da voi senza che io ve lo dica. Potevo
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1910
Non tanto per me... Io, ve lo ripeto, sono
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quello è capace... So io di cosa è capace
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1910
dei conti, avessi anch’io paura di non ridere
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E riprese: — Naturalmente anch’io non sono di cera
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1910
che si può... ¶ — Ma io sono un galantuomo, Loretta
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ragione, vi pare? Ma io, carissimo Rafa, ho tutta
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1910
due casi, ebbene sì, io sarei forse tipo da
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può anche riparlarne. Ed io preferisco le situazioni chiare
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1910
può farvi credere ch’io sia capace anche di
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1910
persona male conosciuta. ¶ — Ma io, — disse — non ho mai
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1910
cerchi potrei appunto esser io. ¶ La ragazza si passò
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non me la scaldo, io! Pensa tu piuttosto ad
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quasi di malumore, disse: ¶ — Io, per esempio, se avessi
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con spontaneità. ¶ — E tu? ¶ — Io?... ¶ Di nuovo guardò la
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ingelosirsi, bisogna essere innamorati. Io, veramente, non lo sono
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spiegami una cosa. Perchè io, che sono tua sorella
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ella osasse dirgli che Io amava, che il suo
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1910
primo innamorato... Tutto questo Io stordiva, lo tentava, lo
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1910
tu, l’ho avuto io per la prima. Ora
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1910
sorriso. ¶ — Non importa, — rispose. — Io non ti considero per
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d’un’altra. Invece io... ¶ — No, Lora, questo non
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1910
Per salvarmi, dici? Ma io non voglio essere salvata
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un altro come Rafa? Io sono libera, capisci? Padrona
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che voglio. E son io che ti cerco, non
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hai paura del rimorso, io lo voglio portare tutto
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di te... E son io che voglio, non tu
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1910
che voglio, non tu; io sola... ti basta? ¶ Egli
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1910
Arrigo. ¶ — Quello che faccio io non le può interessare
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che colpa ne ho io? ¶ — Bene; e poi? — fece
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Ci vuol poco, signorina; io sono un uomo serio
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1910
occhi. ¶ — Non so nulla io; so che mi hai
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1910
fatto? ¶ — Tu? Niente. Anch’io non ti ho fatto
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anzi pensavo di venire io stesso; ma ero così
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1910
non posso più... ¶ — Ma io non ti chiedo nulla
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A tutto si rimedia. Io... ¶ — No, tu no! Tu
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tu non devi soffrire. Io non posso vederti così
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nulla. Dormi qualche ora. Io telefonerò subito all’amministratore
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Ah, che vigliacco sono io! — esclamò. ¶ — Taci, taci... — ella
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sera. Verrò a svegliarti io, se vuoi... — Fece una
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era messo a lato. ¶ — Io non me ne intendo
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vedi, se è lecito? ¶ — Io per solito gioco un
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scegli Theremosiphon. ¶ — Sono anch’io di questo parere, — disse
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disse Loretta ridendo. ¶ — Infatti Io danno a venti: è
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azione maravigliosa! — esclamò Arrigo. ¶ — Io vedo — cantilenò Rafa — che
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altra le farò veder io quel che si vince
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un cavallo da corsa? Io, se avessi un cavallo
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caso t’ho chiamato io così? — soggiunse, rivolto al
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una squisita impertinenza. ¶ — Ma io non me ne offendo
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presto a dirlo! Ma io non ho l’abitudine
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avvedesse! ¶ — Che ho fatto io? ¶ — Mi siete stato sempre
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per te, Loretta! ¶ — Ma io nulla per voi: ecco
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santo Dio! Mi trovo io stessa in una condizione
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a certe cose, che io non devo nè ascoltare
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Insomma, ragionate un poco: io sono una signorina, dopo
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le case. ¶ — Bene, sentite: io verrò con voi, ma
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imbecille! Al suo posto io t’avrei già presa
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Allora non credi ch’io ti voglia bene? ¶ Ella
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di un incenso irreligioso. ¶ — Io ti voglio avere... — le
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cos’è necessario ch’io faccia per averti? ¶ Ella
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sapere tu. ¶ — No, dillo. ¶ — Io non dico nulla. ¶ E
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finalmente, continuando la celia. — ¶ — Io prego... — ella mormorò senza
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il peccatore sarei dunque io, non è vero? ¶ — Prego
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una mano crudele. ¶ — Anch’io non posso più... — balbettò
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che ne divenga malata? Io ti starò vicina come
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te... non ho paura, io, dell’amore... ¶ Moriva il
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ella; — voglio remare anch’io. ¶ E fece atto di
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cadrai. ¶ — Voglio remare anch’io; lascia che provi. ¶ — Sì
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remare? ¶ — Sì. ¶ — Bene, proviamo: io mi siedo su l
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che so remare anch’io? ¶ — Piano, fa piano, senza
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ricca ad ogni costo? ¶ — Io sì! — rispose con fermezza
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cenato insieme, ti ricordi? ¶ — Io mi ricordo ogni cosa
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qualche volta, Rigo, son io che ho paura di
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1910
mi guardi. ¶ — No, Lora; io non ti farò mai
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mi odii un poco… ¶ — Io?... ¶ Là presso, dentr’una
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prete per esempio. Ma io non oso confessarmi di
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Ma pensi che allora io potrei cederti ad un
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un cuore spensierato. Ma io? Dimmi, che farei allora
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sono tuo fratello... Invece io ti amo appunto, e
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fumare un’altra sigaretta. ¶ — Io pure non ho sonno
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a rifugiarmi chissà dove, io che ti amo, io
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io che ti amo, io che non vivo un
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senza pensare a te, io, che dovunque vada, porterò
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ella fece. ¶ — Le donne, io credo, non lo sono
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che verrai ogni giorno... Io ti voglio vedere ogni
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pensando a quel giorno, io pure ho fatto un
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Dunque, un sogno. Ch’io ti prendessi una villetta
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tavola udendo quo’ discorsi. ¶ — Io so con chi, — fece
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voce, — pare... Ma sanno, io lo ripeto perchè l
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chi? ¶ — Ah, Dio buono, io non lo posso dire
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quello che si racconta; io credevo che loro lo
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da me; le parlerò io. ¶ Ella pareva contare immensamente
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ravviarsi i capelli. ¶ — Allora io dico semplicemente ch’è
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Anzi!... Non ho fame io. Se c’è da
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Eh... Se dovessi parlare io! — minacciò il fratello squadrandola
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chi deve parlare sono io e non altri! ¶ La
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tu non parli, parlerò io. ¶ Si levò in piedi
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petto gli ansava per Io sdegnò col quale aveva
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con te. Questo appunto io voglio darti: l’intera
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le mie vene. Forse io stesso ho creato in
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in me questo amore; io stesso le do la
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signora, nessuna: ho guardato io. ¶ Loretta si consolò. Erano
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Per dire la verità, io non ho mai compreso
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sera probabilmente bisognerà ch’io rimanga sola, è vero
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è vero? ¶ — Non sempre; io potrò qualche volta rimanere
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di sera, navigando sotto io stelle... Pensò che su
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erano rimasti in piedi. ¶ — Io? Di lontano... ¶ — Ah? Un
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nulla? — domandò il padre. ¶ — Io? Nulla! — esclamò Arrigo, ansioso
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1910
tutto, — fece il padre. ¶ — Io? Non so nulla! Oppure
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si comprese nulla. Soltanto Io si vide oscillar sui
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partita con un amante, io sono un uomo rovinato
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1910
con un tono ambiguo. ¶ — Io?... — pronunziò Arrigo, illividendo. ¶ — Sì
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1910
vuoi che ti scacci io! ¶ Col braccio teso gli
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1910
tue braccia…Vero? Ed io t’uccido!». In sè
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1910
prendeva per la gola, Io spegneva, piano piano... ¶ Nella
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1910
vai a stabilirti via? ¶ — Io? Perchè? ¶ — Ma... Lo dicevano
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1910
Non le saprei dire; io non ascolto nemmeno. Ne
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1910
forse troppo tardi perchè io possa fare qualcosa per
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mi fai…Non altro. Io sarò per sempre la
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non ti devo giudicare, io. ¶ Egli abbassò la fronte
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1910
questo ti fa bene. Io non sono più nulla
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1910
Un giorno, senza ch’io me ne rendessi conto
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1910
odore della sua persona, io sentivo anche di lontano
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1910
come un veleno ch’ io respirassi dal suo medesimo
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1910
un pericolo; lei ridendo, io tremando; e c’era
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1910
mi si offriva, ed io non potevo saziare nè
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1910
ch’ella non vedeva. Io sì: terribili! Mio padre
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1910
con gioia forse, perchè io l’avevo tormentata, e
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1910
Invece che ho fatto io? L’ho spinta con
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1910
sai che ho fatto io?... Sono fuggito. Uno spettro
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1910
della mie pupille, finché io viva: —mio padre. Sono
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1910
sonno, Lazzara? ¶ — L’estate io non dormo che poco
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1910
conoscere la tua strada. Io pure, come te, non
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1910
uomo; e si volse. ¶ — Io ci vado, — ella rispose
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1910
tu? — fece il battelliere ¶ — Io, Lazzara. E tu? ¶ — Benozzo
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1910
Lazzara. E tu? ¶ — Benozzo; io, Benozzo. ¶ — Ah... ¶ Il battello
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1910
così quando ti conoscevo io. Forse Rafa ti fa
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1910
per la prima volta. Io dormivo. Allora eri quasi
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1910
malvagia e tetra collera. ¶ — Io non t’ho fatto
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1910
quello che ti piaceva. Io non mi sarei vendicata
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1910
suo gesto abituale. ¶ — Ed io? — mormorò il fratello, dopo
241
1910
taciuto. ¶ — Tu? ¶ — Sì, Lora, io, che t’amavo con
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1910
amavo con tanta pena, io, che fuggivo disperatamente per
243
1910
fosse costui, poco importava. Io ti avevo molto martirizzata
244
1910
ragione, — disse il fratello. — Io son giunto a quell
245
1910
con bontà, Lora, perchè io sono ancora lo stesso
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1910
casa. ¶ — La stessa cosa io pensavo di te. Ma
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1910
che non dovrà essere… Io sono morta per tutti
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1910
tu, dove tu ed io, abbiamo portata l’infamia
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1910
siamo colpevoli entrambi, sebbene io solo, per ora, ne
250
1910
ella balbettava smarrita. — Guarda: io voglio fare per te
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1910
orribile a dirsi, ma io posso dimenticare tutto questo
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1910
dici una sola parola, io posso veramente scordare tutta
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1910
enorme dei risvegli logoranti. ¶ — « Io t’ho date le
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1910
amore d’un uomo; io t’ho goduta, — le
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1910
perchè sei vestita?... Spogliati… Io ti spoglio. ¶ Anche un
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1910
morte ti avvolga nuda. Io ti spoglio per l