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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Leon Battista Alberti, I libri della famiglia, 1440

concordanze di «io»

nautoretestoannoconcordanza
1
1440
stato, o vero che io volessi, come quasi fanno
2
1440
riputarlo mia bottega, ch'io pregiassi lo stato tra
3
1440
alle mie fanciulle, ch'io in modo alcuno facessi
4
1440
si starà mentre che io non l'abandonerò. Abbiansi
5
1440
Sono alcuni e' quali io con voi insieme posso
6
1440
buoni, anzi pessimi cittadini. Io pur sono in questo
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1440
vuole fare come fo io il debito mio. A
8
1440
E sai quello che io fo per meglio fare
9
1440
fare il debito mio? Io penso prima molto a
10
1440
sarebbe meglio; dipoi apresso io di tutto cerco, duro
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1440
fate voi? ¶ GIANNOZZO ¶ Dissiti io testé in queste nostre
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1440
sì; ma pur quanto io veggio voi avete gran
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1440
O figliuolo mio, se io fussi di questa età
14
1440
casa in luogo ove io potessi starmivi a mia
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1440
conveniente e atto come io diceva. ¶ LIONARDO ¶ Oimè, Giannozzo
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1440
mi fosse atta, donde io non avessi a tramutarmi
17
1440
a tramutarmi, e dove io potessi molto vivere sano
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1440
mio, e vedi come. Io in prima conoscerei quanto
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1440
e vigorosi, stimarei anche io invecchiarvi. Poi, dicoti, porrei
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1440
se accadendo il bisogno io potessi tôrmi indi senza
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1440
difficile trovarla. ¶ GIANNOZZO ¶ E io pur ne cercherei. Non
22
1440
mia. E quella ove io trovassi le più e
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1440
poco giudicarne, e quanto io, testé non bene scorgo
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1440
vi fermeresti? ¶ GIANNOZZO ¶ Dove io bene mi riposassi e
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1440
onestissimi cittadini, co' quali io potessi senza mio danno
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1440
fanale in mezzo, tu, io e questi insieme vederebbono
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1440
tu assettassi te colà, io suso, questi altrove, volendo
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1440
atti all'ingegno mio. Io comprendo questo, che a
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1440
bastava solo uno. Ma io non ti so bene
30
1440
bene dire quello che io sento; pur stima che
31
1440
sento; pur stima che io ti dico il vero
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1440
LIONARDO ¶ Cenare bene, posso io intendere pascersi di buone
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1440
serbare. E quello che io non potessi bene serbare
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1440
troppo ingombro della casa, io quello venderei, e poi
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1440
ne nascesse danno. Ma io possendo non vorrei avere
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1440
GIANNOZZO ¶ Mòstrotelo. Così. Darei io modo d'avere la
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1440
In ogni cosa, Giannozzo, io appruovo la vostra sentenza
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1440
per altre cagioni assai io mi comperrei la possessione
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1440
nipoti miei, acciò che io con più amore la
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1440
e delle opere quali io vi ponessi. ¶ LIONARDO ¶ Vorresti
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1440
Ma pure, Lionardo mio, io mi ricordo a Firenze
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1440
famiglia. Così adunque farei io, provederei che la possessione
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1440
miei, così farei. Ma io cercherei questa possessione in
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1440
aria ben pura. Imperoch'io odo si truovano ville
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1440
mi piacerebbe, però che io più spesso v'anderei
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1440
fichi; e andere'mivi io stessi spassando per essercizio
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1440
pane e vino, credo io se ne troverebbe assai
48
1440
tempo me la fare' io fertilissima, imperoché mai resterei
49
1440
dell'animo, del quale io così fo masserizia, Lionardo
50
1440
fo masserizia, Lionardo mio. Io l'adopero in cose
51
1440
detti alle lettere quando io era giovane, e questo
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1440
potei facilmente lasciarli. Ma io per me sempre mi
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1440
fare come testé fo io, insegnare quello che l
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1440
operazioni dell'animo quali io di sopra dissi, amare
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1440
basti assai, secondo che io mi ricordo avere inteso
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1440
doppo al quarantotto, dico io bene? Anzi fu l
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1440
amministrazione della republica. E io spesso fra me stessi
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1440
se quelli precetti quali io recitava erano da me
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1440
essercitarsi. Onde per questo io e gli altri nostri
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1440
e ben grate. Ma io non saprei racontare queste
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1440
de' mortali, e se io bene mi ricordo, fece
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1440
tanto quello vecchio che io l'udi' fermo e
63
1440
a quella dell'animo. Io l'adopero in cose
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1440
utile? A voi crederrò io, perché mai mi ramenta
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1440
ma manco gagliardo che io non solea. Benché a
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1440
vorrei almanco potere, come io solea, camminare. Né dubitare
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1440
degli amici miei, ove io non posso essere per
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1440
mia età essere come io sono più che molti
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1440
volte m'accade che io non possa darmi a
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1440
per altre occupazioni che io manco m'esserciti che
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1440
a digestire, vecchio come io sono, soglio dall'uno
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1440
puossi conservare. ¶ GIANNOZZO ¶ Dissi io la masserizia sta in
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1440
in conservalle, vero? Adunque io quanto al tempo cerco
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1440
cosa sì preziosa punto, io pongo in me questa
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1440
figliuoli miei, quello che io fo? La mattina, prima
76
1440
La mattina, prima, quando io mi levo, così fra
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1440
così fra me stessi io penso; oggi in che
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1440
oggi in che arò io da fare? Tante cose
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1440
contrario, ma certo, quanto io pruovo in me, e
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1440
Così facciate come fo io. La mattina ordino me
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1440
la sera inanzi che io mi riposi ricolgo in
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1440
queste altre simili posso io recuperare domane e satisfarle
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1440
me rarissimo aviene, - se io arò bene distribuito le
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1440
mai m'acade che io abbia ivi a perdere
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1440
se egli acade che io per allora nulla possa
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1440
stabile ordine. E se io avessi potuto il primo
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1440
tanto tempo sofferta, se io giovane avessi creduto quel
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1440
avessi creduto quel che io pruovo vecchio, diventare fuori
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1440
in che modo arei io così potuto stimare in
90
1440
me stessi? Come potevo io, figliuoli miei, stimare che
91
1440
le ingiurie loro? E io pur sono uno di
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1440
buono per me, se io già più anni in
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1440
fummi, sì anche perché io sono di quelli che
94
1440
tuoi cittadini. Ma che io volessi fare come molti
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1440
signoreggiare, o vero che io mi dessi a diservire
96
1440
col favore del quale io aspettassi salire in stato
97
1440
d'uno mio amico io salì'in Palagio. Non
98
1440
ivi a quello ch'io volea; vennine qua ratto
99
1440
di povertà, e se io non traprendessi parte de
100
1440
a gran parte quanto io soleva. ¶ LIONARDO ¶ E quante
101
1440
E' mi ricorda quando io era giovane, se si
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1440
questa una, però che io insieme con gli altri
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1440
molta lode e pregio. Io di questo godea tra
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1440
altri che noi Alberti. Io, pensa, come dall'uno
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1440
Così a me intervenia. Io aodiava chiunque me ne
106
1440
avermi più caro che io non pensava né forse
107
1440
né forse meritava. E io queto, accigliato. Poi appresso
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1440
Fare'ti ridere se io ti contassi con quante
109
1440
Pertanto fu volta che io volea loro, non quanto
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1440
volea loro, non quanto io solea, bene. Ben conosceva
111
1440
solea, bene. Ben conosceva io tutto farsi perché io
112
1440
io tutto farsi perché io era loro pur troppo
113
1440
più mi dispiacevano quando io stimava lo facessino per
114
1440
pur buoni massaiotti, quale io testé sono diventato. E
115
1440
Testé, Lionardo mio, sono io prudente, e cognosco chi
116
1440
molto necessaria non veggo io possa venire se non
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1440
come tu vuoi. S'io avessi di nuovo a
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1440
imporli nome, che potre' io chiamarli se non molto
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1440
essempli, o racontarti quanti io n'abbia con questi
120
1440
Tu sai, Lionardo, che io non so lettere. Io
121
1440
io non so lettere. Io mi sono in vita
122
1440
altrui, e quello che io intendo più tosto lo
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1440
me dicesse "così sta", io non gli credo però
124
1440
gli credo però se io già non veggo aperta
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1440
medesima ragione, così crederrò io a lui senza allegarvi
126
1440
scrisse pur fu come io uomo. Sì che forse
127
1440
uomo. Sì che forse io testé non saprò così
128
1440
quelli spenditori, de' quali io ti dissi testé, dispiaciono
129
1440
serbano; e questi chiamo io massai. ¶ LIONARDO ¶ Ben v
130
1440
Così può essere, ma io non mi ricordo altrove
131
1440
Dici tu il vero? Io godo se io vi
132
1440
vero? Io godo se io vi sono utile in
133
1440
qualche buono documento, e io insieme con loro bramava
134
1440
testo cose elettissime. ¶ GIANNOZZO ¶ Io non saprei dirvi di
135
1440
desiderio d'udirmi che io di farvi massai. E
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1440
giova la masserizia: se io mi truovo in fortuna
137
1440
Iddio, mezzanamente ben posto, io vi posso dire avermivi
138
1440
Ch'ella era utile. Io non so quelli vostri
139
1440
quello se ne vogliano; io vi dirò di me
140
1440
tutto o ingiustizia. Dico io bene? ¶ LIONARDO ¶ Molto. ¶ GIANNOZZO
141
1440
quali saranno elleno? ¶ LIONARDO ¶ Io odo dire la moglie
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1440
sono nostre. Quello che io ti posso tôrre a
143
1440
possedere cosa alcuna, quale io non potessi transferire in
144
1440
abbino a usare. Ma io dispongo essere brevissimo. Uditemi
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1440
documento. E così dove io avea statuito narrarti gl
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1440
gl'instituti della famiglia, io arò a descriverti precetti
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1440
non volgare". E certo io non dubito ne' buoni
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1440
ben durassi assai, credo io più si debba avere
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1440
non tacere quello ch'io dirò testé, cose più
150
1440
ad altri non veggo io quanto si venga da
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1440
da fuggirla! Non so io se qui merito essere
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1440
venisse a mente. ¶ BATTISTA ¶ Io non so in che
153
1440
Così disse Lorenzo, e io così feci, rende'mi
154
1440
non so come, qualunque io sento passare mi pare
155
1440
aspetta. ¶ Allora gli rispuosi io: - Lionardo, facciamo come testé
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1440
odio l'ozio, quali io veggio studiosi e operosi
157
1440
volendo, far nulla; ma io credo ogni altra cosa
158
1440
cose a provare quanto io stimo avervi persuaso. Ma
159
1440
in quello in quale io manco, ivi tu supplisca
160
1440
altro. Perché questo? Perch'io abbia di te bisogno
161
1440
atto essercizio. E se io volessi seguire lettere sendo
162
1440
fatiche e pericoli? Credo io che pur no. Anzi
163
1440
felicità. E non stimo io essere altro felicità se
164
1440
vuol parere. E stimo io niuno vorrebbe parere cattivo
165
1440
e arte tue, sono io un di quegli che
166
1440
di non ridere? Quanto io, credo tra la brigata
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1440
prestare e riscuotere. E io stimo che a voi
168
1440
essercizii pecuniarii essere vili. Io veggo la casa nostra
169
1440
alle faccende. E stimo io sia non tanto per
170
1440
goderne. ¶ Perché mi sono io steso in questo ragionamento
171
1440
aricchirti. Consiste adunque, se io non erro, quanto ci
172
1440
consentirli. Né so se io qui mi stimo bene
173
1440
bene, non però vorrei io errare, ma quasi così
174
1440
gran guadagni, ne' quali io dubito la fortuna non
175
1440
BATTISTA ¶ Sta bene. Và. Io ti seguo. ¶ [LIBER TERTIUS
176
1440
mi perseguiti biasimando s'io non scrivo in modo
177
1440
prudenti mi loderanno s'io, scrivendo in modo che
178
1440
presso dire quel ch'io voglio, e in modo
179
1440
e in modo ch'io sono pur inteso, ove
180
1440
non tace. E sento io questo: chi fusse più
181
1440
altri desiderano. Né posso io patire che a molti
182
1440
e polita. E se io non fuggo essere come
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1440
non marcisce in ozio. Io non aspetto d'essere
184
1440
tu possa comprendere ch'io volli provare quanto i
185
1440
conservi. E stimerai ch'io desidero non satisfare a
186
1440
te rendermi obligato ove io dimanderò da te che
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1440
delle quali Carlo e io circa i ditti di
188
1440
la quale Carlo e io avàmo tenuta la notte
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1440
bene di quello ch'io veggia. ¶ GIANNOZZO ¶ Io venia
190
1440
ch'io veggia. ¶ GIANNOZZO ¶ Io venia per vederlo. ¶ LIONARDO
191
1440
per vederlo. ¶ LIONARDO ¶ Credo io lui testé si posa
192
1440
travaglio nuoce. Questo pruovo io testé in me. Stamani
193
1440
d'ogni male. ¶ BATTISTA ¶ Io e per età e
194
1440
ragioni tue. E se io non stimassi me piacerti
195
1440
non meno che tacendo, io temerei non solo ostarti
196
1440
essere assai certo che io e dell'amicizia e
197
1440
ogni amicizia essere perfetta. Io mai ardirei negarti la
198
1440
Tu le chiami furie. Io non so qual suo
199
1440
ti promettiamo, Carlo e io, sempre in ogni suo
200
1440
a' vostri studii quanto io a voi desidero. Pertanto
201
1440
quanto mi promettete, e io aspetto voi con ogni
202
1440
studii vostri. E quando io ben fussi altrove occupato
203
1440
me poca utilità. Né io fra 'l buio e
204
1440
presunzione la mia, quando io ben fussi a tanta
205
1440
atto e sufficiente, se io mi confidassi entrando sì
206
1440
udire? A' dotti potrei io se non dire cose
207
1440
t'ascolti. ¶ BATTISTA ¶ Se io non conoscessi la facilità
208
1440
volesti troppo essere pregato, io testé dubiterei denegassi a
209
1440
grandissima grazia solo perché io non sappia molto pregartene
210
1440
voi che domandarmi? E io risponderò. O meglio vi
211
1440
meglio vi pare che io perpetui senza interrompermi il
212
1440
adagio, rattenetemi, però che io in questa materia trascorrerò
213
1440
adoloro, frate' miei, poiché io veggo Lorenzo vostro padre
214
1440
piace che non so io come quasi divino consiglio
215
1440
noi ragionamento, nel quale io ti biasimava ogni cupidità
216
1440
pensarne e ragionarne, ché io per me non so
217
1440
e da preferire. Credo io nel parentado in prima
218
1440
a tempo. Non so io come ciascuno, quasi da
219
1440
trattarla in casa. ¶ BATTISTA ¶ Io non interromperei questo tuo
220
1440
e simile alla nostra? Io veggo negli altri matrimonii
221
1440
intendi tu quel ch'io voglio dire? ¶ LIONARDO ¶ Intendo
222
1440
possono tutti essere com'io gli desidero, né possono
223
1440
quanto a me, benché io possa credere l'una
224
1440
di che mi ramento io testé? Certo egli è
225
1440
bene fra te pensasti. Io in questo nostro ragionare
226
1440
paia maraviglia adunque se io lascio adrieto più e
227
1440
forse ancora che dire? Io più nulla stimava vi
228
1440
LIONARDO ¶ Pensa tu; quand'io lasciava adrieto così fatta
229
1440
e amore. ¶ BATTISTA ¶ Avendo io adritto l'animo a
230
1440
mie parole come se io intendessi vituperare i femminili
231
1440
precetti, e forse doveva io avere più riguardo con
232
1440
più riguardo con chi io favello. Voi siete pur
233
1440
questo luogo, a che io possa pigliare scusa così
234
1440
proposito. Ma come ch'io sie o da biasimarmi
235
1440
biasimarmi o da scusarmi, io son contento avere errato
236
1440
contento avere errato purch'io a voi n'abbia
237
1440
utile, e in questo io reputo meno errore s
238
1440
reputo meno errore s'io forse sono stato superchio
239
1440
e' fisici pruovano, come io credo sia il vero
240
1440
la quale ricerca ch'io dica testé come si
241
1440
sollazzo e piacere, se io non vedessi testé che
242
1440
prendesti poca voluttà ove io chieggo da voi padri
243
1440
difficilissima cosa? Né voglio io però e' tuoi figliuoli
244
1440
utilità. Scrive Columella, s'io ben mi ricordo, che
245
1440
piggior consiglio. ¶ LIONARDO ¶ Se io avessi figliuoli, io di
246
1440
Se io avessi figliuoli, io di loro arei, sia
247
1440
per le panche, rispose: "Io attendo a ingrassare". E
248
1440
chiamarlo non infelice? ¶ LIONARDO ¶ Io non so vedere, Adovardo
249
1440
LIONARDO ¶ Domandimi tu se io mi vergognassi essere povero
250
1440
essere povero, o se io temessi che la virtù
251
1440
stimi? Di vivere quanto io potessi lieto. E non
252
1440
cosa essere povero che io me ne vergognassi, Adovardo
253
1440
Adovardo. Credi tu che io pensi la povertà in
254
1440
non però che mai io ti confessi la povertà
255
1440
più mi piacerà se io vederò che tu dia
256
1440
tu hai condottomi ch'io ho gittato e perduto
257
1440
debito rendermi opera. S'io a te ho levato
258
1440
ben licito fuggire, s'io per contentarti seguirò el
259
1440
Carlo mio fratello e io eravamo rimasi con Lionardo
260
1440
stessi a mente, - dissi io, - quanta sia incerta e
261
1440
con Adovardo, el quale io conosco litteratissimo e nel
262
1440
amici ozioso e muto, io ora dimando, ora rispondo
263
1440
quanto sostenga quello quale io difendo. E quanto non
264
1440
E quanto non rispuosi io ad Adovardo come forse
265
1440
aspettavi, fecilo, Battista, perché io il conosceva non a
266
1440
che altri alcuno quale io conosca, e stimai non
267
1440
gl' essere grato se io non gli consentiva dello
268
1440
cari e commendati? ¶ LIONARDO ¶ Io non dubito che non
269
1440
al tutto, come fo io a me stessi, questa
270
1440
a troppa baldanza se io, per imparare da te
271
1440
discernere in me quanto io sia in questi studii
272
1440
sia grato, ché anche io in risponderti e argomentarti
273
1440
nostra sia più chiara, io così statuisco quello delle
274
1440
scoprirmiti avversario. Ma segui. Io non potrò riputare se
275
1440
continentissimo te, el quale io vegga nel ragionare moderato
276
1440
ardirò, Lionardo. E se io forse dicessi cosa da
277
1440
per essercitarmi. E se io ti paressi in quello
278
1440
da molte parti onde io potessi teco scusarmi, e
279
1440
Catone, el quale, stimo io, niuno dubita essere verissimo
280
1440
costume! ¶ Quanto, Lionardo, quando io penso alla maestà e
281
1440
vinculo di parentado. Ma io non voglio seguire più
282
1440
parere quasi come se io difendessi la causa mia
283
1440
propia. Renditi certo, Lionardo, io non amo, e benché
284
1440
e benché in me io non senta questa forza
285
1440
tu mi troverresti, s'io con queste ragioni insieme
286
1440
gloriare. Non dubitare ch'io statuirei l'amore essere
287
1440
veggo te pure, quanto io stimava, essere studioso. Lodoti
288
1440
errare chi ama; imperoché io con più diligenza confuterei
289
1440
se io avessi fanciugli, io non mi piglierei quella
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talora sterile. Ma pure io posso credere dalla natura
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alcuno fusse diventata debole: io provederei, come tu di
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odiati! Ma che volevo io dire? A ogni età
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altro alcuno rimedio? ¶ ADOVARDO ¶ Io non voglio però contender
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riputare me pazzo, benché io in molte cose non
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domandarne ragione. Ma forse io scorgo dove tu potresti
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quelli così fatti che io stia molto tempo pe
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LIONARDO ¶ Quanto, Adovardo, se io ti dicessi ch'e
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costume. Del resto consiglierei io e' padri che ne
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gl'invii. ¶ LIONARDO ¶ Quanto io, stimo a uno padre
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per certo, Lionardo, o io non so dirlo, o
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non so dirlo, o io non posso bene esprimere
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bene esprimere quello che io sento in me. In
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credi. E che so io? E' fanciugli crescono; segue
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forse per far ch'io più ti creda quanto
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porgi nuova trama ove io pigli licenza ad estendermi
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mai nave alcuna stimo io si potrà riputare sicura
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liberali odiosissima parola, cioè: "io ti prego". Ma certo
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alle voglie. Chiamo qui io voglia sol quella che
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virtù ornatissimi. ¶ Così farei io, se io fussi padre
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Così farei io, se io fussi padre. Ogni mia
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padri fanno; ma lodo io gastigarli sanza ira, senza
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el quale disse: "Se io non fussi crucciato, io
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io non fussi crucciato, io te ne pagherei". Savio
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così dissoluti padri, arei io per iscusati se per
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come dissi, danza. E io voglio, Lionardo, essere teco
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in arme ed essercitati. Io ne' miei so bene
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me ne fare, ma io odo spesso degli altri
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brutto vezzo. Né credo io a' padri diligenti e
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da preporne qualcuna. E io son di quelli che
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utile. ¶ ADOVARDO ¶ Sono anche io in questa tua sentenza
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sono instabilissimi, e credo io sia quasi impossibile in
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ascolti. ¶ Dico adunque che io riputerei assai buono essere
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suo ingegno. Però lodava io stare desto e preveduto
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e pregiata. E stimo io gioverà molto monstrargli e
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premio domandava diecimilia denari: "Io non compero tanto il
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rustico riputato. E vorrei io vedere e' giovani nobili
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pare meglio tacere poiché io non potrei quanto e
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altri giovinetti, de' quali io spero alla famiglia nostra
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utile memoria. E sonci io ancora il quale mi
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che lettere. E arei io caro che e' miei
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credere però, Adovardo, che io voglia ch'e' padri
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mi daresti tu, se io con una sola mano
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mano avessi giucato, quando io mi sono adoperato con
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la spada. Così amerei io ne' nostri da piccoli
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prime virtù richieste. ¶ ADOVARDO ¶ Io non con poca voluttà
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qual ci disegni? ¶ LIONARDO ¶ Io potrei facile stimare, Adovardo
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Alla qual cosa ove io sanza pendere in alcuna
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conoscendogli seguitarli. E credo io, poiché voi arete meco
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me sì arrogante ch’io vi proferisca tante singularissime
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imperoché dove, secondo ch’io cerco, alla nostra Alberta
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da me quello ch’io sopratutto desidero, tutte le
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non di rendermivi oveunque io possa, più grato molto
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E questo, vero, se io vedrò che voi pregiate
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con parole monstrare quanto io desideri vedere Ricciardo Alberto
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piccolissimo incarco, non perch’io dubiti però in niuno
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sanza quello incarco poich’io arò ciascuno di voi
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m’ha egli commosso! Io scorgo in te quello
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in che modo potre’ io onestamente credere le mie
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poco acerbe perderle, se io potessi di me come
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assai vivuto. Ma né io sono in età che
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suo, o se pure io sono nato a patire
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dalla quale forse e io non saperei distormi sendo
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grande. Vero è che io sempre con ogni industria
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di me fossero, ch'io mai volessi ivi essere
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mi volessino comandare. Dovunque io gli avessi veduti, sempre
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ad onorarli, e dovunque io gli trovassi, era mio
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e cosa non lodata. ¶ Io sono di quelli che
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la fortuna, la quale io vi lascio, dovete adoperarla
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e necessità, quale essendoci io, manco vi nocerebbono, ché
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quali spero sarete racomandati. Io conosco la natura di
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questo esser ditto perché io stimi tanta cosa in
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l'animo affezionatissimo, perché io non so questo avere
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gioventù di casa. Pure io non poteva alle volte
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le lacrime. Te vedevo io stare tutto astratto; parevami
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molto più oltre che io in me forse non
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nelle braccia tue. Quanto io, Lionardo mio, sono di
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animo, che inanzi che io lasci costoro qui avere
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Delle necessità de' miei io solo n'ho a
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lungi tutto commosso che io non istimava. Questo tuo
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Della fatica non dubito io, ma credo però essa
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d'ogni altra cosa? Io nella vita de' mortali
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pienissima di maninconia. ¶ LIONARDO ¶ Io posso in voi padri
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degli uomini. E quanto io, sono di quelli che
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come in parte so io, per pruova sapessi ragionarne
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questo a dire? - che io annoverava pochi dì fa
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de' padri. E perché io vorrei che tu in
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richieste. ¶ Ma che vado io pure racontando ogni minima
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tu caro, Adovardo, ch'io non potessi più come
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Ben sai tu se io vi sono di buono
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E pur vorrei anch'io testé non trovarmi senza
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che a me che io non potessi refutare l
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e anche tu quanto io vi sia d'animo
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senza femmina dispiace. Ma io temo a me non
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riso assai. Quanto se io avessi fanciugli, io non
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volentieri. E così farei io: pianterei molti e molti
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come, quando e onde io avessi quelle e quelle
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migliori piante. E quanto io, di questo arei troppo
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alla città? ¶ GIANNOZZO ¶ Quanto io, a vivere con manco
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bene, figliuoli miei, che io lodo la villa. ¶ LIONARDO
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questo, Lionardo mio, dubito io quale fusse più utile
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e fermezza di sanità, io per me così ti
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così ti dico: se io avessi villa simile quale
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avessi villa simile quale io narrava, io mi vi
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1440
simile quale io narrava, io mi vi starei buoni
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vestita, però che, se io in questo fussi negligente
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le veste. E soglio io porre mente, e parmi
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questi ancora liberale, ove io gli vedessi amorevoli e
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perché non mi dovessi io farne danari, e in
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sola possessione satisfarvi, credo io, non li basterebbe. Però
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per più mio riposo, io m'eleggerei cosa certa
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Massime faccendo come vorrei io si facesse, ché arei
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e garzoni miei, né io porrei mano più oltre
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suo proprio. ¶ GIANNOZZO ¶ E io per questo sarei diligente
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e qualche volta, benché io sapessi ogni cosa, di
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non poterebbe, però che, io spesso riconoscendo le cose
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LIONARDO ¶ Non so se io questo m'intendo. ¶ GIANNOZZO
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GIANNOZZO ¶ A me, quando io riduco a memoria quelli
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molti mercatanti, e ove io veggo che de' sei
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loro fatto. Così adunque io sarei sempre in ogni
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cagione d'essere migliori, io gli onorerei e largamente
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loro opinioni. ¶ GIANNOZZO ¶ Quanto io, Lionardo mio, mai chiamerei
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comprendo per che cagione io dagli strani dovessi più
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obedienza e servitù; né io stimo meno essere utile
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fiano buoni, mi rendo io certissimo molto saranno migliori
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minori esperienze? Così credo io, Lionardo mio, molto più
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confidarsi degli altri. Ma io dico forse troppo in
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bene. Ma lasciamo passare. Io potrei monstrarti infinite ragioni
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bene paresse il contrario, io ti consiglierei sempre più
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bisogna udirne più ragioni. Io stimo in parte di
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a' suoi, e confesserei io sempre che chi non
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siamo questi giovani e io obligatissimi, e anche ci
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E quali? ¶ GIANNOZZO ¶ Uditemi. Io soglio porte mente, e
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pènsavi ancora tu s'io tengo buona opinione; vedi
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non necessarie, e chiamo io necessarie quelle spese, senza
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pensi? Sai come fo io le necessarie spese? Quanto
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le voluntarie spese traduco io in altro modo buono
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e non m'uscendo, io pure mi truovo avere
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molte spese, alle quali io, come gli altri giovani
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cose c'insegnate quante io mai arei pensato si
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Ma non so se io mi giudico il vero
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in tutte insieme credo io, perché sono difficili, sarà
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trattabile. Ma non so io come tale ora pare
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della famiglia come feci io. Perché a me parea
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mi lodi, già che io veggo alcuni, e' quali
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cosa giova; ma pure io non posso darmi a
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domestiche. Non so se io erro qui. Tu, Lionardo
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alle donne come feci io. ¶ LIONARDO ¶ Voi potete lodarvi
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cominciava essere meno grave, io la presi per mano
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che da molti, e io per questo e per
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per riconoscere le cose io possa solo e con
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fatti miei più che io mi voglia. Né a
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propria camera mia ove io dormo, in quale, come
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dormo, in quale, come io diceva, volsi niuna delle
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o mie secrete faccende, io spesso molto gli biasimava
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dovea, così gli disse: "Io ti consiglio per tuo
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dicea messer Cipriano; così io con simili detti ammaestrai
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secrete cose più che io mi volessi; né vuolsi
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per minimo secreto che io avessi, mai farne parte
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delle donne, non perché io non conoscessi la mia
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lei s'apartenesse, e io poi questo seco osservava
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a custodia sua che io spesso non volessi e
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s'avesse a rassettare, io gli dissi: "Moglie mia
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disposta fare ciò che io gli comandassi. Adunque dissi
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gli comandassi. Adunque dissi io: "Moglie mia, chi sa
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sia utile alla patria, io, donna mia, molto arò
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te non spiacerà se io te desterò dove bisogni
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bisogni. In quello che io mancassi supplisci tu, e
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uno e dell'altro. Io procurerò di fuori che
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a grado. Però dissi io: "Donna mia, odimi: sopra
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e in quello che io gli comandassi quanto a
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cosa da ridere se io gli avessi voluto insegnare
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dormir sola. Non so io se quelli tuoi antichi
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Dicoti che in questo io bene non mancai. ¶ LIONARDO
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modo per, quando anche io arò la donna, sappia
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E in questo fu' io prudentissimo, né ti dispiacerà
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in quanto bello modo io gli ponessi in odio
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avermi udito, ascoltatemi. Quando io ebbi alla donna mia
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camera, e lei e io c'inginocchiammo e pregammo
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pregammo essere e asseguirle. Io, donna mia, procurerò con
470
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Lionardo mio, come bellamente io l'amaestrai. Ivi era
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E così sta", dissi io, "però che chi compera
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disse ella. "Anzi", dissi io, "la guasteresti, logorerestila, renderesti
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ella. "O perché?", dissi io, "ti pare ella così
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1440
della madre sua. E io allora li giurai il
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1440
tempo vecchia. Dipoi che io di questo la vidi
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la vidi assai maravigliarsi, io gli puosi a mente
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tu, donna mia", dissi io, "come le nostre tutte
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tu, donna mia", dissi io. "Tu non ti intonicherai
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potresti tu ingannare, perché io ti veggo ogni ora
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porgeva, a tutti motteggiava. Io me n'avidi. ¶ LIONARDO
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1440
si vuole, come feci io, l'errore della moglie
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1440
Ella me intese, lacrimò. Io gli die' luogo ch
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Di lei bene posso io credere che sendo a
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1440
da quella a chi io avessi confessato me essere
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li ramentai qualunque cosa io conosceva degna sapere alle
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GIANNOZZO ¶ Non dubitare che io m'ingegnai farla in
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che ubidito, e truovo io che a farsi riputare
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molto giova quello che io dissi alla donna mia
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richiede, faranno quanto dissi io alla donna mia, non
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simile a te, dissi io, moglie mia, onestissima e
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1440
quello. Vuolsi adunque, dissi io, moglie mia, amonire con
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1440
le cose? ¶ GIANNOZZO ¶ Apunto, io vi farò qui ridere
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1440
attenzione avea comprese, dicendoli io che a una madre
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Ben, moglie mia", dissi io, "piacemi ti proferisca a
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fiammolina di verecundia. "Farò io bene", disse ella, "tenendo
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1440
bene serrata?". "Mainò", dissi io. E vedi, Lionardo mio
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subita a rendermi risposta. Io allora non poco fui
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e tacendo sorrise. E io: "Come ti parrebbe dalle
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tu hai veduto, dissi io, donna mia, ove ciascuna
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maggiori vizii. Però dissi io alla donna mia, quanto