Federico De Roberto, I Viceré, 1894

si mise a tesser l'elogio di suo nonno

passarci quando non era l'ora della passeggiata del

apporsi e festeggiato invano l'avvenimento, che adesso non

sei accorta?...» ¶ Matilde non l'udiva. Adesso che don

altra, Raimondo aveva ricominciato l'armeggio dello zio monaco

Isabella Fersa col marito. L'entrata di quest'ultima

anticamera; Raimondo anche lui l'ossequiò tra i primi

Blasco rispondeva: ¶ «Questa è l'impresa di Crimea! Il

quasi non comprendesse che l'allusione era diretta a

tavola, diceva che Cavour l'aveva sbagliata. La via

rappresentano?» domandò la principessa. ¶ «L'Elvira di Holbein e

deficit...» ¶ «A Messina aspettano l'arciduca Massimiliano.» ¶ «Verrà anche

a fare? Per vedere l'elefante di piazza del

dite voi: quando mai l'avete udito nominare, fuori

secreta antipatia. Forse perché l'udiva approvare il sentimento

circondarono: ¶ «Come! Chi ve l'ha detto?» ¶ «Mezz'ora

fulminante!...» ¶ Subito, come se l'annunziatore lo portasse addosso

primo caso in città. L'anno innanzi, come nel

smessa a un tratto l'acredine, riparlava d'accordo

rifugiarsi a Leonforte come l'altr'anno. ¶ «Voi dove

Parliamo d'altro!» ¶ Nonostante l'allarme cagionato dalla pestilenza

allarme cagionato dalla pestilenza, l'intrinsichezza delle due famiglie

volte che donna Isabella l'abbracciava e la baciava

spiegarla a se stessa, l'attribuiva più che ad

scorgere in lei. Non l'aveva anch'ella udita

a Palermo e vista l'Isabella Pinto, orfana di

padre e di madre, l'aveva chiesta su due

che pareva volesse ispirare l'altrui compianto, ma che

si era ancora deciso. L'anno innanzi, in Toscana

ascoltato, a quest'ora l'avrebbe portata qui, e

non c'è neppure l'ombra del pericolo... Insomma

morta la sua bambina, l'altra creatura che s

padre e Raimondo avventarsi l'uno contro l'altro

avventarsi l'uno contro l'altro... E un giorno

la distribuzione interna pareva l'opera d'un pazzo

un pozzo per trovare l'acqua, a traverso le

tre anni. Trovata finalmente l'acqua, che un bindolo

principe ricominciava anche qui l'opera innovatrice iniziata al

la vista del padre l'infrenava, perché il principe

d'una volta espresso l'intenzione di mandar via

non gli portasse via l'idea; perciò, solo o

Napoli e soprattutto per l'assoluta mancanza di quattrini

invece di scemare accresceva l'abituale distrazione della ragazza

la sola testa forte, l'approvava. Al Belvedere, nonostante

costruiva pazientemente e lentamente l'edifizio della propria fortuna

Maria del Sacro Lume l'avevano persuaso che la

sposarla. «Sì!...» aveva risposto l'Uzeda; poi la stessa

la prova a cui l'avevano messa. Con l

la campana che annunziava l'arrivo del duca. Egli

sotto il letto, sotto l'armadio, nella specchiera. Questa

mi tratta così!... Perché l'ha con me? Pel

tutta la famiglia, con l'assistenza di don Mariano

la sua grande colpa: l'amore che portava a

gli aveva dato tutta l'anima, per sempre; lo

ogni tratto a guardar l'uscio della sala con

uscio della sala con l'ansiosa aspettativa dell'arrivo

ancora freddi e sospettosi l'uno verso l'altra

sospettosi l'uno verso l'altra; il principe ostentante

lui e ad essi: l'astio non s'era

della sorda gelosia materna, l'aveva resa implacabile. Il

stati senza pietà per l'intrusa, o in odio

odio alla principessa che l'aveva voluta in quella

modi un po' bruschi, l'insofferenza della contraddizione, tutti

ne rideva, egli se l'aveva a male. Le

non voler più soffrire l'ingerenza di lui negli

propri. Allora, per vincere l'opposizione del padre, ella

tutti si volsero verso l'uscio d'entrata. La

ella metteva innanzi tutto l'affetto di suo marito

pure in altri luoghi, l'ineffabile felicità domestica provata

alla suocera; per ottenere l'accordo fra il marito

né desideri, né opinioni: l'odio aveva trovato sempre

Esso riversavasi ancora contro l'innocente bambina che aveva

non accorgersi di nulla, l'abbandonava più a lungo

accaduto, temendo sempre, con l'inferma immaginazione, pericoli e

interesse, restare a Firenze, l'angoscia di lei s

d'una morte; ma l'implacata avversione dei parenti

implacata avversione dei parenti l'affliggeva ancora una volta

trattato. Chiuso a chiave l'uscio della stanza precedente

pausa, quasi a preparar l'animo dello zio alla

zio alla dolorosa notizia: «L'eredità di nostra madre

allo zio di compiere l'obiezione, «ne sapeva meno

sorde sorde?... Pare che l'abbiano tutti con me

del contrario, che tu l'abbia con lei, che

famiglie, è la pace, l'unione, l'accordo!... È

la pace, l'unione, l'accordo!... È colpa mia

principe, quasi non udendo l'osservazione, «che ho sempre

cosa credono che sia l'eredità di nostra madre

all'istante!...» ¶ «E dunque l'accordo è immancabile. Farete

indietro, «che cosa è l'affare della badìa?» ¶ «Qual

è nullo, perché importa l'istituzione d'un beneficio

non reggono quando manca l'approvazione sovrana?...» ¶ Nella Sala

sentimenti degli Uzeda verso l'intrusa. Aveva creduto di

del principe Giacomo, ma l'opposizione della zia Teresa

potevano intepidire in lei l'affezione verso tutti i

rispose: ¶ «Bisogna studiare, invece!... L'uomo tanto più vale

a vicenda, che se l'antenato non aveva scritto

esiguità della sua rendita l'obbligava a contrattare con

degli Uzeda, quella aveva l'ambizione di crearne una

sarcasmi coi quali punzecchiava l'avarizia della cognata; giacché

il sangue gli ribolliva, l'umore gli s'inaspriva

umore gli s'inaspriva, l'invidia lo avvelenava. Donna

pegno perde i denari, l'amico e l'ingegno

denari, l'amico e l'ingegno»; in realtà ella

che avevano come lei l'intelligenza e la passione

preferito. Nel '49, quando meno l'aspettava, le si presentò

aspettava, le si presentò l'occasione di comprar la

testa, perché gli evitasse l'ultima rovina, e le

carta bollata, e poiché l'altro insisteva, e le

spinse avanti la procedura. L'altro, con l'acqua

procedura. L'altro, con l'acqua alla gola, spremuto

la sua lettura prediletta, l'unico pascolo della sua

eccelsa origine e per l'istituzione della nobiltà in

di sceglier per lui l'umile figliuola di qualche

Casa reale... Da Napoli, l'ex Guardia del Corpo

con una nuova vocazione: l'archeologia, la numismatica e

archeologia, la numismatica e l'arti belle. Portò con

anni, ed aveva già l'aspettato primogenito; Raimondo stava

benché da lontano, fu l'unico che approvasse l

l'unico che approvasse l'opera della cognata, attirandosi

nuovi tempi pareva pregiudizio, l'invidia li rodeva. Per

mille uomini e sfogavano l'ira sulla inerme città

alla Pietra dell'Ovo. L'affare della firma era

lettere anonime. Un giorno l'amico don Lorenzo gli

corpo, rinatagli in cuore l'ambizione inappagata e mortificata

colpevoli, rivolgevano contro costoro l'odio col quale avevano

come mediatore, facendo valere l'amicizia che lo legava

che gli avevano valso l'odio dei suoi concittadini

anche con lui per l'appoggio prestato alla cognata

firma del Libro nero, l'amicizia di Satriano; mentre

debito: bisognava fingere con l'autorità per non destarne

per uno che per l'altro. Vedeva l'armeggio

per l'altro. Vedeva l'armeggio di don Blasco

fame. Da un pezzo l'ora del desinare non

il figliuolo avevano meritato l'avversione della madre, erano

favore di Baldassarre e l'altra del signor Marco

Pertanto madre e figlio l'avevano ben visto entrambi

principessa era caduta inferma, l'amministratore aveva mutato tattica

principino continuò egli stesso l'operazione. ¶ «Vostra Eccellenza, che

spesa giornaliera, non contando l'aumento per gli ospiti

di pensieri. Non come l'amico...» ¶ «L'amico è

Non come l'amico...» ¶ «L'amico è volpe vecchia

volpe vecchia... com'era l'amica...» ¶ «Che dite?» domandò

discorsi dei servi, che l'avevano con suo padre

il monello, quando carpiva l'occasione, faceva man bassa

giorno che, cominciato finalmente l'inventario, risultò che in

porco» del signor Marco, l'«anima dannata» della defunta

di Ferdinando che faceva l'ingenuo, che non voleva

giù la terra e l'opera propria, ammutolì e

si ridusse a porre l'assedio intorno a Lucrezia

assedio intorno a Lucrezia. L'aveva serbata per l

L'aveva serbata per l'ultima, poiché, se nutriva

casa — e le additava l'esempio di donna Ferdinanda

un partito conveniente — e l'eccezione del marchese Federico

così brutta, è vero?» L'argomento più persuasivo era

metà della propria sostanza: l'altra metà andava egualmente

chiama legittima...» E Lucrezia l'ascoltava a bocca aperta

donna Vanna favorì meglio l'amore della signorina; parlò

altri dovevano restar scapoli. L'abolizione del fedecommesso li

Benedetto, un po' per l'esempio dello zio, un

laurea d'avvocato. Quindi l'ira di don Blasco

con lei poiché, per l'amore di Giulente, ella

meno fingere d'ignorare l'amoretto della nipote; ma

sì, che sua madre l'aveva messa in mezzo

a Giacomo, la paura l'arretrava. Era cresciuta con

arretrava. Era cresciuta con l'idea che egli fosse

e il principe che l'aveva sempre tenuta a

studiare di non accrescere l'animosità degli Uzeda. Consultato

bruciante d'amore per l'Italia: scrivendo alla ragazza

a tempo, quand'ella l'aspettava e lo voleva

avevano dato a Giacomo l'idea che egli fosse

cadevano a brandelli quando l'altro pareva un figurino

aveva lavorato a mutar l'architettura dell'edificio, il

maggiori, avevano uno dopo l'altro fatto e disfatto

personaggi. Fra le donne l'alterazione era più manifesta

qualcosa di mezzo tra l'usuraio e il sagrestano

trovava nella sua persona: l'Orso che balla, per

la corta statura. ¶ Così l'astio di Giacomo contro

con la sorella, anzi l'aveva sempre tenuta lontana

pel gusto di contrariare l'inclinazione del figliuolo, lo

diceva, freddamente, facendo scattar l'unghia del pollice contro

facevano sospettare che ella l'avrebbe compiuta. Il principe

neppure opinioni; il principe l'addestrò ad obbedirgli a

manìa della nettezza e l'incubo dei contagi. Era

donne, e avea fra l'altre la passione del

Grazzeri! Ma a coronare l'opera mancava proprio il

medesime: pur di fare l'opposizione, pur di sfogarsi

quel che più specialmente l'offendeva, nel matrimonio di

cacciata di Ferdinando II. L'anno dopo, don Blasco

fece più tardi mangiar l'aglio quando, in previsione

di cui voleva assicurare l'avvenire, e perfino con

spilorci, capaci di vender l'anima per un baiocco

bancarie da ghetto, poiché l'esiguità della sua rendita

il lauto trattamento e l'allegra vita e la

un servo la livrea. L'acrimonia del Benedettino, il

si sfogarono quindi con l'esercizio quotidiano d'una

che il monaco criticasse l'occasione della spesa, la

don Blasco si dannava l'anima, vedendo le sue

umane e divine, invertì l'ordine naturale, e avendo

che rivoleva il suo, l'eterno ritornello della madre

monaco, del quale conosceva l'implacabile critica, quella stessa

ribellione, lo sdegno e l'odio scatenatisi nell'animo

nel convento, vociando contro l'Abate e il Priore

un regno da conquistare: l'Abate era una potenza

si guadagnava simpatie con l'umiltà del contegno, con

umiltà del contegno, con l'obbedienza prestata ai maggiori

monaci, egli si attirò l'odio più acre e

scandalosa, il carattere violento, l'ignoranza supina gli rendevano

per lo meno difficilissimo l'appagamento di quell'ambizione

lo lasciò dire, edificando l'intero monastero con l

l'intero monastero con l'umiltà opposta alla violenta

sicuro del fatto suo: l'elezione di don Blasco

bene a Chiara nonostante l'avversione dimostratagli dalla ragazza

e idolatrato Raimondo; ma l'odiato era l'erede

ma l'odiato era l'erede del titolo, il

aver tutto, e favorendo l'altro che non avrebbe

Francalanza: ella non solo l'aspettava, ma non ammetteva

materno; né la principessa l'aveva lasciata al secolo

a quando la madre l'aveva tenuta in un

di quel promesso, per l'unica e sola ragione

Uzeda molto più che l'impressionabilità, era stata la

tolto la parola, poi l'aveva strapazzata come una

come una serva, poi l'aveva chiusa a chiave

con poco cibo; poi l'aveva cominciata a picchiare

quando uno meno se l'aspettava, senza perché, cangiavano

la seconda a marito, l'ultima in casa. Ora

onze annue: così diceva l'atto registrato dal notaio

far recere i cani!...», l'affetto della madre; i

fu per don Blasco l'ultimo dei minchioni non

donna Teresa per garantire l'assegno, a condizione che

aveva pensato di chiederne l'esecuzione. Don Blasco, adesso

con arte infernale» anche l'altra gherminella delle quattromila

reclamare: 1. la divisione legale; 2. l'assegno matrimoniale con tutti

desiderio di non dar l'esempio di una lite

accrescevano la devozione e l'ammirazione di Chiara, la

dal quale facevasi insegnar l'arte. Un giorno, per

di pagarle cinquecent'onze l'anno sui frutti del

per coltivare da sé l'isola che aveva acquistata

e segnava una dopo l'altra nel libro dell

nel testamento, fu dunque l'assegnazione delle Ghiande a

a scambiarla per tutta l'eredità dei fratelli maggiori

il generale confermava: «Sicuramente, l'erede del nome!» ma

opinione, secondo la quale l'erede sarebbe stato Raimondo

non volle mai chiedere l'istituzione del maiorasco appunto

il testamento materno fosse l'ultimo dei suoi pensieri

il Priore avesse dato l'esempio, restò ancora un

Blasco, che rientrava sempre l'ultimo al convento. ¶ Adesso

personaggi, fra i quali l'Italia, la Spagna, la

Spagna, la Germania e l'India...» ¶ «Per lo appunto

via, finché cadeva spirando l'ultimo fia...» ¶ A un

dava udienza agli amici, l'Intendente Ramondino venne a

una terribile sfuriata contro l'agitazione dei quarantottisti; ma

influenza morale dei benpensanti... L'elogio era diretto al

della felice memoria?» disse l'Intendente, curioso anche lui

alla zia, domandò: ¶ «Perché l'uva?» ¶ «Perché?... Perché pretendevano

e cantilenando: «Potrà domandarsene l'istituzione (del maiorasco) da

far valere, avrebbero ottenuto l'approvazione reale.» ¶ «Nobili di

non gli avrebbero negata l'iscrizione nel Libro rosso

specie di grande corridoio, l'amministratore generale fece disporre

sinistra e d'appuntar l'indice destro al suolo

Grazzeri, i Costante, poi l'ultimo testimonio, il marchese

altra volta d'avvertirlo?» L'attesa fu penosa. Nessuno

nero, egli portava ancora l'abito di colore, e

della finestra centrale, dominava l'adunanza come uno spettatore

occhi si fermarono. Accertata l'incolumità dei suggelli, riscontrate

non di corpo, raccomando l'anima mia a Nostro

casa Francalanza ed assunsi l'amministrazione del patrimonio, tali

e procuratore generale, con l'aiuto della Divina Provvidenza

ma da verificare con l'occhio la fedeltà della

questa sostanza io sono l'unica e sola donna

di rendere a Dio l'anima mia, non avendo

casa, così continuerà per l'avvenire a non avere

col lustro della famiglia, l'avvenire dei nostri figli

le braccia, aveva ripreso l'atteggiamento da sfinge; soltanto

mio figlio Raimondo avrà l'uso, vita natural durante

soddisfazione e gradimento per l'obbedienza osservata nel contentare

mia figlia, ordino che l'amministrazione resti affidata alla

di Catania, perché conosco l'affezione particolare che egli

compiacimento, «tre anni dopo l'aperta successione e con

ai miei eredi osservare l'istituzione dei seguenti legati

miei amici destino inoltre: ¶ L'orologio grande con miniature

potesse entrargli in mente l'idea di una sciocchezza

il capo della casa, l'erede del titolo!» La

a don Mariano: «Non l'avrei mai creduto! Eredi

Ma già Baldassarre, spalancato l'uscio di fondo, entrava

è interesse mondano non l'ha mai toccato! Vivo

come a lui, che l'eredità andasse spartita in

dotazione di trentasei onze l'anno indispensabile per entrare

godeva, circa settantamila onze l'anno, bastavano appena ad

sapeva a memoria, recitò l'epigrafe al barone, fermandosi

torce in mano; poi l'Ospizio Uzeda dei vecchi

apposta da Caltanissetta per l'accompagnamento della padrona: quest

una quistione: «Chi sarà l'erede?..» Nobili e plebei

concittadini. Aspettavano, al palazzo, l'arrivo del contino da

il capo della casa, l'erede del principato!...» ¶ Un

nero, le dirigeva verso l'altar maggiore, ingiungendo: ¶ «Largo

terra. ¶ BENEFICENTE ¶ COI DERELITTI ¶ L'OBOLO DELLA CARITÀ ¶ TI

FIA RESO ¶ CENTUPLICATO ¶ CON L'ESPIATORIE PRECI ¶ Don Cono

declamava, a bassa voce, l'altra iscrizione al canonico

tra la folla: ¶ «Conciliar l'invenzione del concetto con

precipua dello stile epigrafico... L'obolo... centuplicato... non so

se mi appongo...» ¶ Adesso l'altar maggiore era tutto

era terribile. I fiati, l'odor di moccolaia, il

male lingue aggiungevano: ¶ «Dopo l'allegra vita!...» ¶ Accanto alla

campagna, il principe non l'aveva più ricevuto, credendolo

la chiesa per leggere l'iscrizione posta sulla pila

PARENTE ¶ «Bellissimo! Bravo!... Bene l'intercessora...» esclamarono in coro

don Alessandro Tagliavia: nonostante l'età, reggeva ancora diritta

età, reggeva ancora diritta l'alta persona e dominava

fattosi come per incanto, l'orchestra intonava il preludio

È venuto a dirle l'ultimo addio!» ¶ Tutti avevano

spasso continuò, interrompendosi quando l'orchestra taceva: ¶ «Ed io

porta della chiesa, colpendogli l'aria fresca la fronte

casata: non c'era l'eguale per la stitichezza

prima di vedersi pagato l'appalto del palchetto: oggi

il cuoco non aveva l'ordine di scolar l

l'ordine di scolar l'olio rimasto nella padella

imperioso troncò le chiacchiere: l'orchestra intonava il Che

rispose Benedetto sorridendo. Allora l'altro si rivolse allo

cognata, i suoi nipoti l'aspettano, e non parte

onze di cera! E l'apparato! La messa cantata

don Cono da verificar l'ultima; don Casimiro gli

d'argento che frangiavano l'addobbo funebre. «Piangono anche

che sfilavano una dopo l'altra andandosene. ¶ Il principe

rimessa» disse, quando passò l'ultima. E fece il

conto: «A dodici tarì l'una, tolte quelle di

sono trentaquattr'onze!...» ¶ Allora l'onda degli spettatori cominciò

maestro di casa prese l'aspetto grave e triste

far altro che chiederlo!...» ¶ L'incontro del Priore con

morti di fame!» ¶ Egli l'aveva principalmente col fratello

rivoluzionari, con o senza l'aiuto dei signori, sarebbero

egli, a bassa voce, l'iniquità dei tempi per

di prammatica, per impedire l'eccedente sfarzo delle cerimonie

Anche noi ci fummo l'anno scorso; ma voialtri

dalla principessa al notaio l'anno innanzi, non sapeva

forse il notaio impartiva l'assoluzione!» ¶ Alcuni sorridevano a

dicesse in contrario, che l'erede sarebbe stato il

di sognare!... Chi se l'aspettava, così?...» ¶ E specialmente

chiudere?...» ¶ Ma egli aveva l'aria grave delle circostanze

col portinaio dell'accaduto; l'ebanista, il fornaio, il

fornaio, il bettoliere e l'orologiaio che tenevano in

restarci un pezzo!» ¶ E l'altro, di rimando: ¶ «Tu

don Baldassarre non dava l'ordine? Senza l'ordine

dava l'ordine? Senza l'ordine di don Baldassarre

tempo passava senza che l'ordine venisse, qualcuno cominciava

Il cocchiere!... Ma non l'ha veduta!... Può aver

voleva nessuno vicino, fuorché l'amministratore... Non li poteva

il fornaio, il bettoliere, l'ebanista e l'orologiaio

bettoliere, l'ebanista e l'orologiaio accostavano anch'essi

alla folla; passavano con l'aria affrettata di altrettanti

grado della parentela. E l'ebanista la spiegava: ¶ «Sette

ora chiuse quasi aspettando l'apparizione della stampiglia coi

partito da un'ora.» L'ebanista frattanto, in mezzo

don Mariano, intanto che l'altro leggeva il biglietto

una cosa che strazia l'anima!» ¶ Il Priore, chinatosi

al cielo: ¶ «Il Signore l'ha chiamata a sé

salute, adesso, che è l'importante...» ¶ «Coraggio, poveretti!...» confermò

Priore manifestava anch'egli l'intenzione di partire per

certo a dire qualcosa...» ¶ L'arrivo di un'altra

senza salutar nessuno, esclamando: ¶ «L'avevo detto, eh?... Doveva

di quell'imbroglione!... Io l'avevo profetato, ah?... Dov

piccato. «È morta, Dio l'abbia in gloria!... Ma

delle stanze, pareva fiutasse l'aria, borbottava: «Che fretta

la moglie dalla badìa, l'andò ad afferrare per

da tutte le parti: l'Intendente mandava a esprimere

tratto il selciato con l'unghia. Ad uno ad

alla zia che non l'aveva voluta per nuora

Per tanto, molti lodavano l'opera della morta: ella

paragone. Non per nulla l'han fatto Priore a

specialmente che nessun sacerdote l'avesse assistita negli ultimi

in tempo a darle l'assoluzione; mentre il principe

Noi aspetteremo, se credete, l'arrivo di Raimondo e

principessa di Francalanza, raccomando l'anima a Dio e

signor Roscitano dovesse lasciare l'amministrazione della mia casa

non aspettò neppure che l'adunanza si sciogliesse. Afferrato

Brusa, il pittore, sollecitava l'appalto della decorazione pel

nuovi postulanti sopravvenivano. Nessuno l'aveva ancor detto, ma

caratteri d'oro: ¶ PER L'ANIMA ¶ DI ¶ DONNA TERESA

soverchio.. Massima semplicità: per l'anima... esequie... Penso che

posto al colatoio per l'imbalsamazione.» E Vito Rosa

girare gli appartamenti per l'ultima volta, come usano

della ressa, a guardare l'altare scavato dove si

non potevo adoprare...» ¶ «Ah, l'avete scritta voi?» ¶ «Sissignore

cima della piramide, ingannava l'impazienza dell'attesa chiacchierando

ci avrebbe messo anche l'altra!... Maritò Chiara perché

possibile che s'intendessero? L'amore, l'accordo poteva

s'intendessero? L'amore, l'accordo poteva regnare fra

ma Giulente, benché facoltoso, l'avrebbe mantenuta con quel

unica, era che senza l'approvazione, il beneplacito, la

in bisogno, certo egli l'avrebbe raccolta in casa

raccolta in casa per l'affetto che le portava

cinque anni il fratello l'avesse mantenuta. Rifatto il

la gioia di cui l'imminenza dell'avvenimento li

approvarono, giudicando soltanto che l'affare degli interessi trattenuti

legato dello zio canonico? L'assegno matrimoniale?» rammentò ella

giorni; ma Lucrezia pareva l'avesse specialmente con lui

avesse, che non rimoveva l'ultimo ostacolo alla conclusione

sta bene; questo è l'importante...» ¶ Il principe, entrato

principe, entrato a vedere l'aborto il cui unico

impedire al cognato smaniante l'entrata nella camera della

ella s'avesse riguardo; l'importante adesso era la

la camera Ferdinando spalmò l'incastratura del tappo, perché

La marchesa seguiva attentamente l'operazione; Consalvo, con gli

il figliuolo, quantunque fosse l'ora che il ragazzo

primo deputato del collegio, l'insigne patriotta. Il portinaio

mentre la banda sonava l'inno di Garibaldi e

volendo salire a complimentare l'eletto del popolo; poiché

in tutta la persona, l'Onorevole cominciò: ¶ «Cittadini...» ¶ Ma

coro assordante degli applausi; l'atteggiamento del deputato non

il duca!...» «la splendida, l'unanime affermazione dell'intero

sue parole; gridavano: «Viva l'unità italiana! Viva Vittorio

il nostro deputato!... Viva l'Italia!...» ¶ Uno scroscio finale

Era dubbio soltanto se l'amica avesse raggiunto il

conveniva tornare col primo: l'unico errore le sarebbe

il berretto, da sotto l'arco del secondo cortile

d'Adamo, pure aveva l'educazione dei signori, dava

finivano mai, e soltanto l'arrivo del contino le

stato delle cose, attesa l'incompatibilità dei caratteri tra

articolo interesse, quasi non l'aveva lasciata dire, poiché

ostilità degli Uzeda, o l'attribuivano al liberalismo di

concordanze; certe volte, con l'aria di parlare in

subito gelo diffuso per l'aria, si veniva rannuvolando

quella volta il cavaliere; «l'ho letta anch'io

è una bella stramberia! L'impedimento può forse favorire

canonisti! Se questa è l'espressione legale! E i

allo scopo d'accomodare l'imbroglio del contino. Baldassarre

nulla dal duca, che l'aspettate?...» Ma la notizia

anche lui?... ¶ In città l'arrivo del deputato mise

che venivano a salutare l'Onorevole, a ringraziarlo delle

no; ma in sala l'uditorio non lo spaventava

condusse via tutti. ¶ Ma l'Onorevole non andò a

condotta! Allora, come mai l'hai lasciata?» ¶ «Io non

hai lasciata?» ¶ «Io non l'ho lasciata.» ¶ «Come? Sei

dallo zio per propugnare l'annessione al Piemonte; poi

al Piemonte; poi, nonostante l'opposizione del padre e

sorte di morire per l'Italia. Ella cominciò a

balcone di centro sventolasse l'aborrito tricolore, che mettessero

il padre che non l'aveva contentato. Del resto

e Vittorio Emanuele e l'abolizione del pane sopraffino

lo stato monastico. E l'Abate, ritenendo provata la

la nobiltà della famiglia, l'aveva preso a proteggere

Vittorio Emanuele andava bene; l'annessione e la costituzione

scatenava addosso più violento l'odio di don Blasco

parecchi signori pubblici lettori? L'impiego era decoroso e

Le sue conoscenze archeologiche, l'opuscolo sulla Pompei Sicola

Arrivavano invece, una dopo l'altra, le notizie della

il dover nostro,» continuava l'oratore, «come voi il

dare all'Europa ammirata l'esempio d'un popolo

ultimo passo ci resta... L'entusiasmo dal quale vi

era una nazione e l'Italia un'altra; e

E le vesticciuole, non l'avete viste ancora? Guardate

Per me, mi gode l'animo quando vedo le

aria di mistero: ¶ «Giulente l'ha chiesta allo zio

nelle ceste: ¶ «Chi ve l'ha detto?» ¶ Allora la

sfilò la corona: ¶ «Me l'ha detto mio marito

Nazione Italiana gli oppongono l'avvocato Bernardelli, perché è

di donna Graziella. ¶ «Me l'ha detto lui stesso

torcendo il grifo, fiutando l'aria con le narici

meglio gli occhi e l'orecchie. ¶ «Buon giorno, zia

di là e chiuse l'uscio. La cugina, che

Voglio? Voglio?... Prima creperai!... L'avvocato?... Crepa, piuttosto!...» ¶ «Santo

per andarsene; la cugina l'accompagnò. ¶ Intanto giù nell

patriottici il Circolo Nazionale, L'Unione Civica, la Lega

le parole una dopo l'altra, con voce strozzata

troppo oltre. Ma se l'unica obiezione consiste nella

della Nazione, disse: ¶ «Duca, l'operaio vuole a Vostra

bisognava che essa riuscisse l'affermazione unanime della volontà

due Giulente. Il domani, l'Italia risorta portava un

possono ispirarsi i votanti: l'intemerato patriottismo che sia

la propria missione con l'indipendenza che dà guanto

quale s'era goduto l'attacco e l'incendio

goduto l'attacco e l'incendio, attorniato dai soldati

possiamo farci!» rispose allora l'offeso. «Sono i piccoli

toccargli qualche dispiacere. Te l'avverto, perché tu che

pensare a quella carogna! L'avevano allevata perché li

mondo soltanto bastardi, era l'idea espressa dalle turpi

d'improperi; donna Ferdinanda l'afferrava pel braccio dandole

frattanto, continuava a propugnare l'elezione del duca, con

via discorrendo. «Fin dal 1848 l'insigne gentiluomo schierossi contro

al Parlamento, modestamente declina l'offerta, volendo esser primo

matrimonio di Lucrezia, tesseva l'elogio del giovane, asseriva

imbeccata, prendeva anche lui l'aria di un trionfatore

mani in testa: ¶ «Per l'amor di Dio!... Che

semente di tabacco, e l'aveva piantata in un

tamburi, andava a prendere l'Intendente, il quale doveva

adorazione dei fedeli, mentre l'Abate, circondato da tutti

pareva tutta una fiamma: l'Abate reggeva la spera

abiti estivi che portavano l'ultima volta, segnando quella

appena si salutavano, per l'occhio del mondo; a

Padre Gerbini, sempre galante, l'accompagnò alla carrozza; e

giusto quella notte per l'assenza di don Mario

Isabella: entrata da lei, l'aveva trovata mezzo nuda

non c'era? Dove l'avrebbe mandata? E don

sbaglio! Sua madre, no: l'amicizia degli Uzeda non

per tanto tempo non l'avevano sorpreso!... L'ultima

non l'avevano sorpreso!... L'ultima notte, scappato senza

gli sbirri di ronda l'avevano incontrato e stavano

era il conte Uzeda, l'avevano lasciato andare... ¶ Gl

fino a questo punto l'opinione pubblica? O non

nuora, tutti sapevano come l'aveva maltrattata! Chi parlava

entrava il conte? Chi l'aveva visto? Era a