parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli esordi, 1998

concordanze di «l»

nautoretestoannoconcordanza
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1998
uno aveva trascinato dentro l’altro di colpo, per
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1998
Nervo aveva ubriacato con l’acquavite tutti gli animali
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1998
braccio alla sposa, mentre l’intero gruppo di invitati
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1998
tavola una portata dopo l’altra. Mi passavano sotto
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1998
cristallo, il fagiano dorato, l’airone cinerino e il
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ora, i volti incollati l’uno all’altro, impugnavano
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invitati cominciarono uno dopo l’altro ad alzarsi, sciamando
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e sollevava una dopo l’altra le lische dei
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1998
già messo gli occhialoni, l’aspettava vicino alla macchina
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assiepati tutt’intorno. Poi l’auto cominciò all’improvviso
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1998
Turchina. Qualcuno, accucciato dietro l’auto, stava attaccando barattoli
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1998
già spalancando una dopo l’altra le loro porticine
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rimestando nelle cassette con l’attizzatoio. Colpiva i colombi
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diverse direzioni. Si impigliavano l’uno nell’altro con
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ala ciascuno. Si tagliavano l’un l’altro la
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Si tagliavano l’un l’altro la strada, piombavano
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il parco anche con l’altra testa. ¶ Dalla villa
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1998
che accennasse a grattarsi l’orecchio, ma che si
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il padre priore stavano l’uno di fronte all
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salite ancora di più, l’intero edificio delle scuderie
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più le braccia verso l’alto, la sua capigliatura
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spalle tutte girate verso l’alto, coglievo mille piccoli
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1998
che sfuggiva angolata verso l’alto. Sopra la pelle
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stesso in modo che l’intera capigliatura ci rimanesse
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tirato in su per l’attaccatura dei capelli, si
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e ingigantiva sempre più. L’Albino attraversava i viali
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rosa. Sparava ora con l’uno ora con l
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l’uno ora con l’altro. Introduceva le grandi
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alto sulla ghiaia, mentre l’Albino scartava con la
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cercava di prosciugarla con l’aiuto di una pompa
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più. La pompa risucchiava l’acqua piovana con un
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tutto il parco, mentre l’acqua appena drenata colava
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ogni lato della montagnola. ¶ L’Albino chiedeva di tanto
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girava la testa verso l’alto per tutta la
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forza ancora, pareva che l’intera muraglia stesse deragliando
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aver rasentato la ghiacciaia. L’aveva appena rimosso l
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L’aveva appena rimosso l’Albino passando fragorosamente col
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eppure la sua capigliatura l’oltrepassava di un bel
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bicicletta per il parco. L’Albino balzava a volte
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ricoprirlo e ne smussava l’angolo d’incastro col
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d’incastro col terreno, l’oltrepassavo tutto inclinato e
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buie e più profonde. L’inseguivo per un po
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a terra all’improvviso. L’albero borchiato irradiava una
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a capofitto, perché Lenìn l’aveva smossa e staccata
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vasca. Acchiappava una dopo l’altra le rane, le
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spalle. Lenìn ne serrava l’imboccatura col pugno, sorrideva
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ritirata su piano piano. L’Albino investiva il fondo
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acuminati, e a tratti l’acqua smetteva per un
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fulmineamente della zampa. ¶ Non l’avevo visto accostarsi, perché
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vantaggio incolmabile nel caso l’avessi inseguito per riprendermi
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via. ¶ Attraversò correndo tutto l’orto, si lanciò a
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dove la Pesca, vista l’impossibilità matematica di discendere
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pentolino sopra la sedia. L’acqua fumava ancora leggermente
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1998
srotolando, un giro dopo l’altro. Guardandola mentre cadeva
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e più ostinato. ¶ Quando l’intera striscia di garza
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giornata, un giro dopo l’altro. Sovrapponevo gli strati
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un tratto molto lungo, l’arrotolai e l’annodai
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lungo, l’arrotolai e l’annodai più volte attorno
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perché tenesse ben fermo l’intero cilindro della fasciatura
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uno dei cassetti e l’indossai. Ci infilai sopra
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numero di ospiti quando l’avevo attraversata, immobili nel
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ghiaia, per non svegliare l’eventuale proprietario del ginocchio
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doveva avere sottratto per l’occasione da un cassetto
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inaspettata, era tutta ondulata, l’intera casa sembrava modellata
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1998
tra una stanza e l’altra. La Pesca fece
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contro il lettone, dove l’Albino e Maciste dormivano
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scambiandosi di posto. Passavano l’uno sotto l’altro
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Passavano l’uno sotto l’altro scivolando sul materasso
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niente fosse, sorridendo. ¶ Poi l’intero lettone si assestò
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di cuscino libera. ¶ Se l’era portata anche sotto
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gli altri, uno dopo l’altro, mentre li slacciavo
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salire tutti insieme verso l’alto. Bagliori improvvisi, provocati
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sulle labbra, e che l’altro si fosse assestato
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mi aveva dolorosamente sfiorato l’intera fasciatura, alcuni istanti
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dei fratelli. La Pesca l’illuminava di colpo con
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dei lati del lettone. L’Albino si era rimesso
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per impedirle di gridare. L’intero materasso aveva ripreso
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vederla, mentre Maciste e l’Albino la stringevano nel
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nuovo la testa verso l’altra stanza. Lenìn si
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mentre leggeva da vicino l’ora sulla sveglia. La
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tornavo a guardare verso l’altra stanza vedevo sempre
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era scomparsa, Lenìn occupava l’intero vano della porta
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vano della porta. Indossava l’abito scuro della festa
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1998
i rivolgimenti della notte. L’infilai molto in fretta
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mentre deglutivo. In cortile l’animazione stava crescendo sempre
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Nervo aveva indossato per l’occasione una divisa nuova
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una divisa nuova fiammante. L’avevo intravisto prima di
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per un braccio, mentre l’assembramento si scioglieva. Anche
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assembramento si scioglieva. Anche l’Albino e Maciste erano
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1998
tanto in tanto anche l’Albino. Si era bagnato
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1998
di colpo Bortolana. Tutto l’assembramento stava già sciamando
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1998
ancora una volta direzione. L’Albino si era messo
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1998
allineati, attraversavano zigzagando tutto l’orto. Sbattevano uno dopo
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1998
orto. Sbattevano uno dopo l’altro contro il muretto
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1998
erano saliti uno dopo l’altro sulla muraglia diroccata
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di labbra, mentre sfiorava l’impugnatura del martello d
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già tutto buio, ma l’aria era ancora così
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che determinavano a volte l’intermittente pulsare di una
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il fogliame. Poi anche l’ultima brace, volando a
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1998
occhietti dalle teste con l’aiuto di uno stuzzicadenti
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1998
nuovo dalla sarta, che l’attendeva nella sua stanza
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infilare, dopo essersi tolta l’unto dalle mani con
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sarta le faceva indossare l’abito nuziale calandoglielo piano
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vedere chiudersi una dopo l’altra le finestre della
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1998
luci cominciavano una dopo l’altra a spegnersi. Turchina
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luce senza dover accendere l’accecante lampadina. Si riusciva
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gemevano e si chiamavano l’un l’altro da
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si chiamavano l’un l’altro da lontano, da
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inturgidito, ancora tumefatto per l’operazione. Dovevo tenerlo il
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mancava per un soffio l’albero borchiato. Passava fischiando
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osservarsi i piedi con l’aiuto di una lente
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a terra, salire con l’altro piede di due
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venivano sconvolte una dopo l’altra, le sedie rovesciate
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provava per molte ore, l’abito veniva ritoccato un
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1998
su se stessa e l’acqua cominciò a schizzare
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zone iridate e irreali l’attraversavano a ondate per
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per cercare di nascondersi l’uno dietro l’altro
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nascondersi l’uno dietro l’altro. La Pesca si
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Colpiva la Pesca concentrando l’insistenza del getto proprio
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1998
e mi aspettavo che l’acqua, dopo averle attraversato
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1998
già a distrarsi, perché l’ora di pranzo era
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1998
vicina, qualcun altro guardava l’orologio, nella speranza di
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massa. E prima ancora l’avevo visto attraversare i
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inverosimile di foglie, che l’Albino faceva sobbalzare con
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sbadiglio. A volte, quando l’Albino oltrepassava una radice
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incendiare al suo contatto. ¶ L’Albino l’aveva infine
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suo contatto. ¶ L’Albino l’aveva infine afferrato per
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essersi subito pentito, perché l’avevo visto accostare il
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1998
un solo piede, spinsi l’altro al di sotto
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1998
qualche parte, da lontano. L’Albino aveva smesso di
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1998
sporgenti dei proiettili, che l’umidità aveva col tempo
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dovetti subito riprenderla perché l’Albino aveva colto l
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l’Albino aveva colto l’occasione per avvicinarsi. Girava
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1998
per qualche istante perché l’Albino si allontanasse dalla
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chiusi, dopo avere passato l’intera notte sopra la
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tutta vibrante della serra. L’attraversai in fretta, salii
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a ritagliarli uno dopo l’altro con le forbici
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dove si stava aggirando l’Albino. Il Nervo correva
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Nervo avesse ubriacato con l’acquavite il cane da
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da caccia di Lenìn. L’Albino compiva giri sempre
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di pietra, come se l’Albino l’avesse staccata
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come se l’Albino l’avesse staccata da me
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staccata da me con l’aiuto di uno stecco
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di preghiere, capii che l’Albino si era impossessato
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lucente della scarpa. ¶ Girai l’angolo. Il brusio mi
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alla grotta o addirittura l’attraversavano e sentivo sotto
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soprattutto Bortolana, che era l’uomo di fatica di
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erano premute con forza l’una contro l’altra
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forza l’una contro l’altra, come due palloncini
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aveva preso per mano l’uomo arrivato con la
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di ferro nel cunicolo, l’uno sotto l’altra
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cunicolo, l’uno sotto l’altra, e ora stavano
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colonnina della bifora attraversava l’immagine proprio nel punto
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fronte all’improvviso. ¶ Non l’avevo vista durante tutto
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d’acqua fatto sventolare. L’abito della Pesca, invece
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un ultimo bacio con l’uomo impolverato, che si
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piano con la mano. ¶ L’albero borchiato era diventato
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operazione, un giro dopo l’altro, e ogni volta
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nella serra, dove solo l’airone cinerino, il fagiano
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poltroncina di vimini con l’altra. Il Nervo era
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concentrazione, se li strappavano l’un l’altro con
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li strappavano l’un l’altro con il becco
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sola mano, perché con l’altra teneva abbracciato l
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l’altra teneva abbracciato l’orologio. Mi arrampicavo sotto
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potuto spaventarli e ritardarne l’ingresso in piccionaia. Stava
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colonnina della bifora, con l’orologio di fronte a
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le mani tremanti per l’agitazione. Cercava di attirare
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era gremito sempre più, l’aria ne era talmente
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cerca di sostegno, e l’albero borchiato inclinarsi e
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della villa vibrava per l’infinito pullulare di ali
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la mano, per staccargli l’anellino che portava alla
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1998
alla zampetta e segnare l’ora d’arrivo. Sembrava
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un po’ carbonizzato, come l’interno di uno spegnitoio
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volte con la mano l’intero padiglione per farne
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andavano spegnendo una dopo l’altra nella villa e
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e il fagiano dorato, l’airone cinerino e il
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vetro spalancati. Guardavo stupito l’interno della stanza, nel
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1998
Stridevano e si richiamavano l’un l’altro, con
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si richiamavano l’un l’altro, con gli occhietti
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socchiusi negli anfratti, solcavano l’aria tutta brulicante, si
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nell’arma uno dopo l’altro. Nel parco si
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interminabili schegge sollevate, entravano l’uno dentro l’altro
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entravano l’uno dentro l’altro esplodendo concentricamente fin
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la testa dal fucile. L’albero borchiato, colpito dai
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1998
serra. ¶ Il tempo passava, l’albero borchiato indicava che
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1998
intorno al proprio asse. L’autista, che era rimasto
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1998
venivano tirate su per l’occasione. Gli ospiti, intanto
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1998
che le stava provando l’abito nuziale. La chiamavano
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li metteva uno dopo l’altro tra le labbra
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1998
sopra il piatto, guardavo l’indefinibile fiera rampante che
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grande piatto di portata, l’ala del tavolo si
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1998
nessuno più si aspettava, l’ala del tavolo si
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Credevo di avere dimenticato l’inginocchiatoio aperto...» bisbigliò sollevato
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spogliai sotto le coperte. L’uomo con gli occhiali
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che arrivasse a destinazione l’esigenza espressiva che li
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quale poteva sempre rispondere l’intercalare eloquente di un
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informazioni talmente sconfinato, per l’azione autonoma e irradiante
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versavo il vino o l’acqua dentro il calice
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poter leggere una dopo l’altra le righe sopra
200
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dal piccolo breviario, mentre l’intero edificio si scuoteva
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1998
parole si sovrapponevano perfettamente l’una all’altra, si
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Bisognava poi rovesciarle con l’aiuto delle dita, e
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in punta di coltello. L’ultima delle tre zone
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perdere i collegamenti con l’altra parte, com’era
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che le tenevano legate l’una all’altra si
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1998
in un sottile spiraglio l’immagine di una lunghissima
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1998
attraversava dal basso verso l’alto tutto lo spiraglio
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1998
finiva e si vedeva l’aria entrare nei mattoni
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1998
pedane d’assi, vedevo l’estremità di qualcuno dei
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1998
disceso dalla moto e l’aveva issata sul cavalletto
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1998
Dovevo scavalcarmi i piedi l’uno con l’altro
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1998
piedi l’uno con l’altro, come in certi
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1998
partenza. Il padre priore l’aveva invitato a fermarsi
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1998
un po’ di luce. L’uomo con gli occhiali
215
1998
attorno alla motocicletta. Soltanto l’uomo con gli occhiali
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1998
spalle. Il fanale aumentava l’intensità della sua luce
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con le foglioline e l’intrico dei rami abbagliati
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le mie ginocchia toccavano l’asfalto. Cercavo di non
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1998
inseguimento finiva all’improvviso, l’altra motocicletta veniva superata
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1998
impedito di cadere durante l’ultimo forsennato inseguimento. ¶ Spalancai
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1998
bifora al piano superiore, l’espressione del muso della
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1998
rombava più. Il Nervo l’aveva spenta con la
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1998
aria trasparente che precede l’alba, la ghiaia scricchiolava
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1998
culmine di una montagnola. L’acqua sul suo fondo
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1998
si svegliavano uno dopo l’altro all’interno delle
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1998
dorate delle loro code. L’intero parco si stava
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1998
po’ fradicia di rugiada, l’umidità attraversava la mia
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1998
un po’, invisibili sotto l’orlo della vestaglia. ¶ «Questa
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1998
quasi tutto il parco, l’albero borchiato che lanciava
230
1998
sorriso di saluto dentro l’ovale dello specchio. ¶ Nel
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1998
che doveva correre sopra l’intero muro di cinta
232
1998
Girai la testa verso l’alto, posando il piede
233
1998
loro fessure potevo misurare l’altezza di quell’improvvisato
234
1998
schiena, per non misurare l’altezza alla quale mi
235
1998
mia valigia dalla moto, l’aveva appoggiata su un
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1998
ippocastani. ¶ «Devo entrare!» esclamò l’uomo d’un tratto
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1998
poca distanza dalle scuderie. L’uomo era già dall
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1998
accelerava un po’ per l’impazienza, mentre armeggiavo con
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1998
portone finalmente s’aprì, l’uomo manovrò con decisione
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1998
cortile, sobbalzando una dopo l’altra sopra il leggero
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1998
piano piano una dopo l’altra, lasciavano il campo
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1998
si alzavano di nuovo. L’uomo con gli occhiali
243
1998
agli abbeveratoi, per cancellare l’odore della sigaretta. Le
244
1998
nitide, sbalzanti, come se l’umidore si fosse infine
245
1998
superiore del corpo, mentre l’altra metà continuava a
246
1998
veniva a creare tra l’una e l’altra
247
1998
tra l’una e l’altra un callo igneo
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1998
stava esercitandosi a suonare l’armonio nella chiesa, mi
249
1998
doveva serrarsi in difesa l’istante successivo. O viceversa
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1998
contemporaneamente, lacerava di continuo l’aria coi suoi fischi
251
1998
un certo senso, come l’anima del gioco, faceva
252
1998
all’improvviso nell’attraversare l’immaginario confine tra i
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1998
rincorro. Eppure, guarda... ce l’ho quasi sempre sui
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1998
nella vaschetta, non appena l’acqua gelata cominciava a
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1998
striscio sulla tempia, e l’altro qualche istante dopo
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1998
chiesa a esercitarsi con l’armonio. Venivano infatti da
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1998
costruzione, inzuppava uno dopo l’altro i suoi mattoni
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1998
po’ umido all’esterno. ¶ L’indomani, nella sala studio
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1998
se la cosa non l’interessasse più. ¶ Il tempo
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1998
con le braccia penzoloni. L’aria vibrava per gli
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1998
si poteva veramente assumere l’enorme responsabilità di leggerlo
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1998
a parte durante tutta l’ascensione. Arrivava in cima
263
1998
parlavano o si rincorrevano l’un l’altro sotto
264
1998
si rincorrevano l’un l’altro sotto i tigli
265
1998
stavano arrampicando uno dopo l’altro. Giravo la testa
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1998
risa ancora più esplosivo. L’altro prefetto si torceva
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1998
dormivano già, anche se l’uomo con gli occhiali
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1998
qualche istante, prima che l’assalisse un nuovo attacco
269
1998
di tanto in tanto l’intera camerata, pensavo a
270
1998
che avvenisse anche quando l’uomo con gli occhiali
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1998
occhiali aveva superato già l’attacco e se ne
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1998
trasparenti che potevo vedere l’acqua vibrare distintamente all
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1998
telluriche che scuotevano impercettibilmente l’intera camerata nascessero in
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1998
stesso, la bocca e l’intera testa tappata e
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1998
nello sforzo di soffocare l’erompere di una nuova
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1998
il giorno dopo, e l’altro ancora, per un
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scarpata. Mi pareva che l’erompere improvviso della sua
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ripreso a guardare severamente l’uomo con gli occhiali
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altri sotto i tigli. L’uomo con gli occhiali
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e le impastava con l’acqua si sbrindellavano in
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avere messo alle strette l’uomo con gli occhiali
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La sera stessa scorgevo l’uomo con gli occhiali
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una fetta di formaggio, l’inclinava per poterne valutare
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divaricati che potevano ferire l’interno della bocca in
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diventata così corta e l’uomo con gli occhiali
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la ringhiera, gli parlava. L’uomo con gli occhiali
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mormorava d’un tratto l’uomo con gli occhiali
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inginocchiatoio, m’incamminai verso l’uscita, senza respirare, giusto
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riuscissi a vedere che l’uomo, con la testa
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penombra. ¶ 3 ¶ Tempo d’Avvento ¶ L’indomani mattina, mentre stavo
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stava mormorando con sforzo l’uomo con gli occhiali
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come questa...» stava dicendo l’uomo con gli occhiali
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poi ci sarà solo l’orribile ripetizione!”» ¶ Il vicario
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tiro al piattello veniva l’eco di alcune fucilate
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attraverso uno dei finestroni, l’interno deserto della chiesa
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nuovi addobbi che ricoprivano l’altare. ¶ Doveva essere già
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per difendersi dal freddo. ¶ L’uomo con gli occhiali
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notte, avevo a volte l’impressione che la loro
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si era mai sospettata l’esistenza di una casa
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illuminava, come bottiglie esplose. ¶ L’uomo con gli occhiali
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la ricreazione, avanzava addirittura l’ipotesi che fosse, col
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col tempo, diventato ateo. ¶ L’antivigilia di Natale ci
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capelli appena tagliati, mentre l’altro prefetto, aiutato da
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i dentini. Una dopo l’altra, le teste affioravano
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al Gatto, al quale l’altro prefetto aveva già
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che quasi non fiatava. L’altro prefetto gli teneva
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e priva di collare. L’altro prefetto stava con
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testa da una parte. L’altro prefetto serrava le
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porta della chiesa, e l’altro prefetto aveva il
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e da vicino che l’altro prefetto, da dietro
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perché era già iniziato l’orario del silenzio. ¶ Quando
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cima, e stavamo girando l’angolo che divideva le
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voltò all’improvviso, gettò l’altro prefetto contro il
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aprire gli occhi, mentre l’altro prefetto cercava di
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Invece un istante dopo l’altro prefetto ritornò con
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le zampe. ¶ Mi affacciai. ¶ L’altro prefetto e il
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sincopata e viceversa. Eppure l’altro prefetto e il
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suoi colpi avessero avuto l’effetto di accelerare i
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avanzati il giorno prima. L’uomo con gli occhiali
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tra gli altri, assente. L’altro prefetto sorrideva di
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i gradini dell’altare. L’uomo con gli occhiali
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Guardando un’ultima volta l’uomo con gli occhiali
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stavano intonando con forza l’Alleluja. Mi inginocchiai ai
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nera intenta ad addobbare l’altare per la messa
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cominciava a sentire già l’odore. ¶ Rimasi a guardarla
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terra per il dolore. L’afferrò di nuovo, ma
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chinò un’ultima volta, l’afferrò con un gesto
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suonò più volte per l’adorazione collettiva, ma la
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ciascuno dei batacchi colpiva l’interno dei campanelli in
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la particola, e mentre l’inghiottiva con tutte e
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si poteva dire se l’ostia mi si fosse
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dilanianti frammenti del torrone. L’uomo con gli occhiali
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tempo non vedevo più l’uomo con gli occhiali
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padre priore, che annunciava l’ora di ritirarsi per
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schiodarmi dal mio posto. L’uomo con gli occhiali
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costruzione, dove c’era l’apparecchio telefonico. A volte
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stendere la pasta, prolungando l’operazione all’infinito per
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all’infinito per cogliere l’istante in cui il
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allacciarla, un bottone dopo l’altro fino alle scarpe
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aveva intanto già indossato l’amitto e pregava in
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priore baciava uno dopo l’altro i paramenti, un
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cui sembrava composta, una l’avevo chiamata “paleolitica” e
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avevo chiamata “paleolitica” e l’altra “sincopata”. ¶ Andavo a
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tintinnanti ampolline, facevo scorrere l’acqua nel calice internamente
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scollando il pollice e l’indice del padre priore
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occhi mentre asciugava energicamente l’interno del calice col
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pareti imbottite, trapuntate, come l’interno di certi manicomiali
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pulsavano nel pugno, quando l’intensità della meditazione rendeva
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lunghi giri diversivi con l’intento di raggiungere da
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dal silenzio al sonno. ¶ 2 ¶ L’uomo con gli occhiali
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ogni momento, e anche l’uomo stava aggrappato con
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respirava. ¶ Girai di nuovo l’angolo, dirigendomi verso lo
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serbo nella tasca, spezzare l’assedio proprio mentre poteva
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così grandi da insospettire l’interlocutore. Bastava collocarsi nel
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la parola finisce, e l’aria si ferma. ¶ Durante
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e rendere quasi impossibile l’interruzione della mia lettura
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Al suo interno, quando l’apertura cominciava a ruotare
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spigolo della vecchia costruzione. ¶ L’uomo con gli occhiali
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che il Gatto e l’uomo con gli occhiali
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il cancello ancora chiuso. L’uomo con gli occhiali
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vecchia costruzione, vidi che l’uomo con gli occhiali
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al Gatto. Stavolta era l’uomo con gli occhiali
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per farlo ammutolire. ¶ Poi l’uomo con gli occhiali
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scomparve per un po’. L’aria si era fatta
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vidi con stupore che l’uomo con gli occhiali
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ogni tanto a guardare l’uomo con gli occhiali
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passava sopra le dita, l’inclinava un po’ da
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stretti sotto i tigli. ¶ L’uomo con gli occhiali
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un millimetro prima che l’aria delle sue parole
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volta la vecchia costruzione. L’assembramento cominciò piano piano
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venni a sapere che l’uomo con gli occhiali
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quando finalmente ci raggiunse, l’uomo con gli occhiali
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cosa con aria stralunata. L’avevano messo nel punto
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per gli abiti borghesi, l’età differente e l
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l’età differente e l’aria incredibilmente trascurata. Osservava
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carica di piatti, tendeva l’orecchio per cercare di
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tutti cominciarono a parlare. L’uomo con gli occhiali
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soffitto. Nessuno parlava con l’uomo con gli occhiali
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aveva allontanato la sedia, l’intera sua fila appariva
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dal refettorio vidi che l’uomo con gli occhiali
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vedevo discutere con animazione, l’uomo con gli occhiali
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i dormitori, vidi che l’uomo con gli occhiali
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in cima alle scale, l’altro prefetto lo chiamò
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vuole stare qui!» bisbigliò l’altro prefetto al Gatto
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parte opposta. “Forse non l’ha incastrato bene...” mi
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scattava di colpo verso l’alto, restava appeso al
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uguali ruotano a volte l’una contro l’altra
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volte l’una contro l’altra e si può
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leggermente, per non ribaltare l’intero baldacchino dalla gamba
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anche solo di poco l’andatura, le trombe cominciavano
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loro bocche vocianti verso l’alto. ¶ Arrivavamo fino a
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coprirsi gli occhi. ¶ Poi l’intero paese piombava improvvisamente
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un po’ deformata per l’inclinazione dei raggi di
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per le vie. ¶ Lasciammo l’auto. Il cieco mi
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al mio fianco sotto l’auto. ¶ «Non ti avevo
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visto...» provai a sussurrare. ¶ L’altro mi fece segno
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disordinatamente, in silenzio, verso l’imbocco della via. ¶ «Cosa
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Cosa succede?» domandai sottovoce. ¶ L’uomo disteso al mio
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po’ lo vedrai!» sussurrò l’uomo al mio fianco
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spalle degli altri, e l’ultimo della catasta tenesse
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braccia spalancate per suscitare l’applauso. ¶ I piumanti stavano
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via con un calcio l’elmo di un piumante
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del piumante, e che l’esofago stava schizzando fuori
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i suoi capelli!» sbadigliò l’uomo al mio fianco
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i guerrieri!» sentii che l’uomo stava dicendo con
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scattò, dal basso verso l’alto. ¶ La vidi forzare
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aveva sfilato già tutto l’ago dalla narice. Ci
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uscire, adesso!» ¶ Sentii che l’uomo mi stava scuotendo
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fosforescenti delle loro bende. ¶ L’uomo camminava al mio
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Li teneva abbracciati perché l’inclinazione del sedile non
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sulla testa, infreddolito. Ma l’aria che veniva da
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un acuto, facendo ruotare l’intera cornice con le
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a saperlo?» ¶ «Be’, me l’ha detto lui... Ma
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ancora controllato con Sonnolenza l’incasso realizzato col tavolino
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tratto di capire che l’altro barbiere avesse meccanicamente
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un istante dopo, perché l’aria e tutto lo
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davanti verremo garrottati!» ¶ Vedevo l’operaio dalla faccia bianca
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faccia bianca scalpitare per l’emozione a poca distanza
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Doveva essere stempiato perché l’attaccatura dei suoi capelli
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da dove faceva entrare l’acquavite. Scattava, un istante
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anche il cieco e l’operaio dalla faccia bianca
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dall’auto, uno dopo l’altro, facendo scivolare fuori
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niente fosse di fronte, l’uno che non poteva
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non poteva vedere e l’altro che non poteva
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vibrare per qualche istante l’intero baldacchino. ¶ «Perché ti
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pennellessa che gocciolava, mentre l’operaio dalla faccia bianca
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sorridesse tra sé per l’emozione. Poi qualcosa di
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paesi, o che fosse l’operaio dalla faccia bianca
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cane perdeva all’improvviso l’orientamento, vedevo il cieco
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srotolava la lingua verso l’operaio dalla faccia bianca
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domandava il cieco. ¶ «Con l’aeroplano!» ¶ La macchinina scivolava
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giraffa spuntare dalle nubi. L’aereo continuava a volare
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secchio dopo avere terminato l’affissione. Lo vedevo galleggiare
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lago, scivolando senza spostare l’acqua. Qualche custode li
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La sollevavo per iniziare l’affissione, estraevo assieme a
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irrigidiva per il gelo. L’alito si ghiacciava attorno
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colpo, mi allontanavo con l’auto perché il calore
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modificare di colpo se l’asfalto gelato impediva alle
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in piena notte?» diceva l’uomo lasciando cadere le
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piccolo municipio, delle case. L’uomo apriva pianissimo una
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molto piano le scale. L’uomo apriva un’altra
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girava nel sonno, sbadigliava. L’uomo apriva piano la
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lenti degli occhiali. Vedevo l’uomo passarsi una mano
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Girai il volante, seguendo l’indicazione della sua mano
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ragazza, stava battendo con l’unghia contro il vetro
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due uomini spinsero fuori l’auto. La colpivano, quasi
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svuotando nel garage!» disse l’uomo calvo senza guardarmi
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cosa non ti riguarda!» l’ammonì l’uomo calvo
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ti riguarda!» l’ammonì l’uomo calvo. ¶ Qualcun altro
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lontano. ¶ «Ecco, finito!» esclamò l’uomo calvo, richiudendo uno
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calvo, richiudendo uno dopo l’altro i gancetti. ¶ Uscimmo
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una pioggia sottile, distillata. L’uomo calvo stava spingendo
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Sì, sì, certo! Te l’ho già detto! Mi
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salto enorme. Ma non l’hai ancora capito? Abbiamo
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passo, cambiato forma.» ¶ Sentivo l’uomo calvo smaniare, esasperato
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leggera vibrazione, capii che l’impianto era acceso. ¶ Mi
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sul sedile di fianco, l’altro lo tenni in
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grattugiata al microfono con l’unghia e vedere cosa
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gridando nella piazza deserta. ¶ L’intero palchetto traballava, slittava
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il volume, di staccare l’una dall’altra le
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parole. ¶ “Mi si vedrà l’ugola enormemente ingrandita...” mi
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capiva se era per l’urto della vibrazione sonora
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acceleratore a mano, staccai l’altoparlante. L’uomo intanto
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mano, staccai l’altoparlante. L’uomo intanto mi si
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a sedersi sulla pedana?» ¶ L’uomo gettò indietro la
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come! Non ha sentito?» ¶ L’uomo adesso sorrideva scuotendo
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pezzi del baldacchino. Anche l’impianto degli altoparlanti era
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porta con lei?» chiese l’uomo d’un tratto
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dire «mentre lei guida l’auto attraverso i paesi
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Allora siamo intesi!» disse l’uomo senza neanche aspettare
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cominciando a cucinare. Adesso l’uomo aveva smesso quasi
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ancora terminata del tutto, l’impastatrice ferma di fronte
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un po’ gelata. Anche l’asfalto era finito da
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inaspettato. ¶ Mi girai verso l’uomo. ¶ «Ma di che
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cieco!» ¶ Investivamo uno dopo l’altro tutti i piccoli
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mi bloccava. ¶ «Lei è l’oratore, non deve farsi
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mentre mette in funzione l’impianto!» ¶ «Ma qui non
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mentre il cieco ripeteva l’operazione per la terza
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parte...» ¶ Vedevo sorgere infine l’intero baldacchino. Abbassavo la
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sollevava di colpo verso l’alto. ¶ «A voi che
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Cosa facciamo?» ¶ «Fermati qui!» ¶ L’uomo che stava guidando
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di più sull’asfalto. L’uomo che stava guidando
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specchietto retrovisore abbacinava. Anche l’auto inseguitrice stava accostando
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Vado fuori! Li affronto!» ¶ L’uomo seduto a fianco
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un passo svogliato verso l’altra macchina, che aveva
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spalancate. Salivano rimpicciolite verso l’alto, come due ali
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due ali di metallo. L’uomo si era andato
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fari dell’auto inseguitrice. L’umidità della notte scorreva
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e si richiudevano, quando l’auto sbandava gravitando alternativamente
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di richiuderle da dentro. ¶ L’uomo calvo sorrise quasi
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che fuggiva, poi abbassò l’arma e girò su
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Ci sei ancora?» chiese l’uomo al posto di
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ora in avanti...» disse l’uomo girando di nuovo
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Seduto alla sua destra, l’uomo calvo guardava in
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macchina cominciò a rallentare. L’uomo calvo scese. Si
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in direzione opposta, dove l’asfalto nel buio scompariva
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dal ciglio della strada. L’uomo calvo cominciò a
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calvo cominciò a lacerare l’involucro di una stecca
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tutte tue!» disse rovesciandomi l’intera bracciata di stecche
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se stesso, cercava con l’accendino la fine della