Pietro Giannone, Vita scritta da lui medesimo, 1741

vigilanza, di quanti aveano l'onore d'essere ascritti

fedeli servitori e vassalli. L'Imperadore benignamente intese queste

Ma non potei sfuggire l'invidia e scontentezza d

parole di rallegrarsene meco, l'animo loro turbato e

Ed in ciò passossene l'anno 1724. ¶ Capitolo sesto ¶ Anni

al quale più arcivescovadi, l'illustri suoi natali e

non poterono farli dimenticare l'essere di frate; anzi

martirio vero; e che l'autore fosse un eretico

e buon pontefice, che l'indussero a farne doglianza

visse, che si fosse l'esser papa; e per

mia opera; né con l'Imperadore o con altri

bastandogli d'aver proibita l'Istoria ecclesiastica di Natal

dall'eccettuazione delle licenze l'opera di Natale; e

Innocenzio XIII fu, per l'animo suo torbido ed

ben si conosceva che l'avea data fuori non

un pretesto per malmenare l'autore della Istoria civile

pecorella al suo ovile. L'Apologia essendosi data alle

a scrivere, per confutare l'Istoria civile e che

facilità io non ce l'invidiava; attendessero pure a

che millantavano, che io l'avrei reso pane per

di monsignor Anastasio e l'altra del padre franciscano

n'accertasse, e per l'avvenire non desse orecchio

lui, e gli mostrai l'Apologia dell'Anastasio ed

il mondo, — ma che l'armi ed il campo

bene stanno. Ma se l'opera che prometteva, o

che prometteva, o pure l'altra che apparecchiava il

fattagli d'avere espilata l'eredità d'una sua

in nome della medesima, l'avea mossa lite nel

alcuni amici, che uscendo l'opera che prometteva l

l'opera che prometteva l'Anastasio non tardassero di

a minuto e provata l'espilazione con documenti chiari

si vide, nell'anno 1729, l'esito infelice dell'opera

dovesse lasciar da parte l'opera, ed a torto

ed a diritto perseguitar l'autore, per ogni strada

via, non si tralasciasse l'altra de' libri e

dalla notizia avuta, che l'Imperadore pensasse ad impiegarmi

la pace conchiusa tra l'Imperadore e Filippo, re

lasciar il nome e l'idioma di Spagna; poiché

padrone. Riputavano come se l'Imperadore fosse il vero

questa alleanza, e che l'Imperadore, avendo con sé

Questa pace tirò seco l'alienazione dell'Inghilterra e

Olanda dall'Imperadore, e l'alleanza che poi l

l'alleanza che poi l'Inghilterra strinse colla Francia

Francia ed Inghilterra, escludendone l'Imperadore, e tanti altri

sol capo, qual era l'Imperadore; e da ciò

fedeli sudditi, anzi che l'Italia non potesse reggersi

Spagnoli; e, dolendosi sovente l'Imperadore, quando accadeva la

concetto, che senza Spagnoli l'Imperadore non potesse ben

le quali si stipulò l'istromento, che leggesi ora

in floridezza, altrettanto sotto l'imperadore Carlo rimase depresso

alimenti, di duemila fiorini l'anno, e l'abitazione

fiorini l'anno, e l'abitazione del quartiere ov

sue ampie facoltà non l'era rimaso che un

Quivi egli soleva condursi l'està, e dimorarvi sino

in Vienna, che ne l'avesse tosto mandato un

adorno, che avrei avuto l'onore di presentarcelo in

stata più grata, se l'opera fosse sciolta, affinché

passare alquante settimane dopo l'arrivo, quando mi parve

tre soliti inchini, avanti l'imperial persona, ch'era

Maestà Sua, alla quale l'opera era consecrata, e

ciò maggiormente si manifestasse, l'avea esposta a gli

ogni oltraggio ed oppressione. ¶ L'Imperadore rispose a queste

cura: ma non già l'ultime, che pronunciò con

prese, ed io ebbi l'onore di baciarla. E

opera, dicendomi averle piaciuta l'idea e la disposizione

Roma, io certamente non l'avea scritta perché le

che o da Roma l'avean scritto, o in

di quanto io umilmente l'esponeva, e, con ciò

caro, se io sopra l'articolo controverso scrivessi un

prestare; ed avendo esposta l'allegazione nel miglior modo

e le raccomandazioni che l'Argento ed altri amici

di San Vincenzo Ferreri l'Imperadrice dovea partorire un

tutto, fecero stampare fino l'ufficio particolare del santo

ne pigliassero divozione e l'avessero per ispeziale loro

tutelare della Boemia, poiché l'Imperadrice avea concepito in

e numerosa, e maggiormente l'avvaloravano il principe di

profezia, seguire il parto. L'Imperadrice, né la mattina

e ci dissero che l'Imperadrice era già co

senz'esitazione alcuna aspettavano l'arciduca, ch'essi chiamavano

non si ritenne, mentre l'Imperadrice era nel colmo

Imperadrice, perché il santo l'avrebbe subito facilitato il

vicino, pregarlo che agevolasse l'uscita nel mondo al

e, poco dopo, sgravossi l'Imperadrice, ed, invece d

altra volta il santo l'avrebbe esauditi. E la

vantaggio. Tanto è vero l'arte d'indovinare esser

mai dannosa per chi l'esercita, se non sono

prole maschile, e portatosi l'Imperadore, nel fin d

darmi modo da sostentarmi. L'arcivescovo di Valenza, presidente

Rialp si era ridotto l'arbitrio di tutte le

me stesso e per l'interposizione del marchese Clemente

se ne passò tutta l'està; né frattanto ebbi

la fine d'ottobre, l'Imperadore dalla Favorita nel

mille fiorini di Germania l'anno. La quantità fu

del pagamento, poiché me l'assignò sopra i reali

Milano, ch'erano sotto l'amministrazione e libera disposizione

Consiglio di Spagna; ma l'arcivescovo di Valenza avea

a chi io avea l'opera consecrata. ¶ Il Garelli

mia casa a prendersi l'essemplare destinato per l

l'essemplare destinato per l'Imperadore, e seco lo

frequentavano. ¶ E mostrò poi l'Imperadore essergli l'opera

poi l'Imperadore essergli l'opera stata grata, ché

ed a pregarlo che l'esaminasse e rendesse testimonianza

quale mi disse che l'aspettava con impazienza, come

fare coll'Imperadore (poiché l'arcivescovo partì dopo), non

effetto, pochi giorni dapoi, l'Imperadore, tornato da Laxemburg

e principi, vidi tutta l'augustissima famiglia, poiché coll

poiché coll'Imperadore e l'Imperadrice regnante vi cenarono

regnante vi cenarono anche l'arciduchesse. E finché durò

e fra gli altri l'abate Zinzendorf, figliuolo del

fingendosi a lor capriccio l'eresie e bestemmie che

di Napoli, maravigliandosi come l'invida maladicenza de' compatriotti

feci, pregandolo a prendersi l'incomodo di osservarlo, che

riflettere, finirono a dileguarsi l'imposture. ¶ Ma non potei

Sede Apostolica, biasimando eziandio l'amicizia che io avea

questo mondo! ¶ Partito adunque l'Imperadore per Praga, seguitato

o castigo, secondo che l'imperial clemenza o giustizia

gran contento di vedere l'Almarz, col quale io

romori, avea però lasciato l'Argento ancora in aggitazione

si rispose, che tosto l'Argento avrebbe mutato stile

le cose, com'io l'avea scritte! Ma non

della medesima, si diede l'opera ad esaminare a

e gli stimoli che l'eran dati da gli

ignoranza, così si scovrì l'arcano, perché queste censure

sarebbero certamente avute, per l'impegno che ne avea

teologi e canonisti, che l'adulano, si chiama erroneo

farne risentimento, e mostrare l'ingiustizia ed invalidità del

anzi che peggiore me l'aspettava, riguardando a ciò

che si fosse corretto l'ingiusto passo del vicario

la giurisdizione ecclesiastica, secondo l'alto concetto che ne

stamparla da chi me l'avrebbe certamente negata; ma

Consiglio Collaterale, che me l'avea data. Lo stampatore

stato già assoluto, onde l'autore, che non era

me pienamente informati, conobbero l'insussistenza della censura; ed

quel Consiglio far proporre l'affare, il quale, se

real giurisdizione, ne procurasse l'ammenda. ¶ Il presidente Argento

mano alla censura, — sentendo l'apparecchio che facevano, di

avea a sé riserbata l'assoluzione, mostrossi propenso a

anno 1723, tolse la scomunica, l'abolì e rimosse; e

alcune chiese, ed essersi l'affare già finito e

quiete. ¶ Ricevuto che io l'ebbi, lo mostrai a

caso che, non abolendola l'arcivescovo, si avesse dovuto

essere quivi lunga, licenziai l'uomo di compagnia che

far partire da Vienna l'arciduca Carlo, in qualità

fu d'uopo che l'imperadore Leopoldo e Giuseppe

luce l'origine e l'uso nel regno delle

del V libro, che l'istorico, ponendosi a scrivere

Poiché questi, non leggendo l'opera, ma secondo che

io negassi ne' vescovi l'ordinazione; negassi i miracoli

del rosario, a' franciscani l'altra del cordone, a

correggia, ed a' carmelitani l'altra degli abitini e

pubbliche librarie, finché, rivocata l'opera a nuovo esame

e monaci, che non l'avean letti, si erano

gente per conoscermi, mostrandomi l'uno all'altro a

curiosi. ¶ E poiché fra l'altre imposture si era

gli replicai che volentieri l'avrei compiaciuto, se avessi

sicome in due luoghi l'ebbi, trattando dell'antiche

sue Epistole, condannandola, me l'avea proibito. Che io

aver i monaci, fra l'altre calunnie addossatemi, sparso

saperla, e fosse stato l'ultimo ad avvisarla, quando

avea dato a riveder l'opera a persone dotte

la relazione che ne l'avrebber fatta, vi avrebbe

lenta. Vedendo che per l'impressione dell'opera non

vedova sua chiesa, sicome l'evento il dimostrò: poiché

irragionevoli fulmini anche sopra l'autore dell'opera. Ed

in mano, faceva veder l'imposture. Da me non

il miracolo; ma rapportando l'assedio col quale Lautrec

augurio — [scrivevo] che poi l'evento mostrò il contrario

mostrò il contrario, poiché l'esercito di Lautrec, assalito

pericolo e, per conseguenza, l'agitazione nella qual io

io dovessi partire per l'imperial corte di Vienna

subito, — seppi [poi] che l'era passata la voglia

necessaria ed opportuna. ¶ Erasi l'Argento anche intepidito, perché

tutti gli affari avanti l'Argento pendenti, estorquendo dal

congiunta. E scoprii che l'arcivescovo Pignatelli, istigato dal

la sua licenza per l'impressione dell'Istoria civile

Istoria civile; e che l'Argento, in vece di

in vece di reprimer l'attentato, mostravasi vacillante e

fatto il miracolo. E l'uomo di mia compagnia

e quella ove abitava l'Argento, per evitar qualche

quell'ufficiale che avea l'incombenza di darle, nel

da un prete che l'era accanto, chi io

copia autentica (che io l'avea lasciata) del passaporto

era in viaggio per l'imperial corte di Vienna

sua curia di stampar l'opera — assicurato dal padre

arrivo in Vienna, trovai l'Imperadore con sua corte

pregarlo che, avendo meco l'esemplare riccamente adorno da

dell'Imperadore, a chi l'opera era dedicata, mi

in mio nome ce l'avrebbe presentato a Laxemburg

a questo fine io l'esponeva a gli occhi

precorse, ma non già l'opera, della quale non

cui fu mandato non l'avea fatto veder luce

che io, certamente, non l'avea composta per piacere

maggiormente che, promosso dapoi l'Argento alla suprema carica

accesero fra me e l'avvocato contrario, fece gran

sue spese far condurre l'olive a' suoi trappeti

olive a' suoi trappeti. L'avvocato del vescovo volle

alberi. E riputando che l'esigesse anche da' nuovi

commendata, a volerci, con l'aiuto di molti, rispondere

di molti, rispondere. Ma l'avvenne, sicome per difendere

pochi fogli e metter l'autore in maggior confusione

ed i rigidi non l'approvavano. Ma altri, più

avvocati, che, o per l'una o per l

l'una o per l'altra parte, la difesero

avanzato: e questa fu l'intricata e difficil causa

si aggiunse che, oltre l'occupazione de' tribunali, tenendo

volli caricarmi, di proseguire l'intrapresa Istoria civile del

non pativa dilazione, io l'impiegava al lavoro dell

tribunale il preambolo per l'immissione di tutti i

per la metà, e l'altra metà, in vigor

prossimi del marito, che l'avea acquistati, dal quale

fu giudicato doversi dar l'immissione alla chiesa in

que' preti che avean l'amministrazione della chiesa, i

pochi strettissimi miei amici l'idea di quella, chi

immaginava che io componessi l'istoria delle leggi e

Né m'ingannai, poiché l'evento dimostrò che, se

quarto, e così lasciar l'opera monca ed imperfetta

Aulisio, il quale, approvando l'idea e piacendogli la

tocirc(ô)rre o l'una o l'altro

o l'una o l'altro. De' studi era

colli, pianure e valli. L'altro mio sollievo e

la lor povertà, e l'avvenenza della giovane, forse

avvenenza della giovane, forse l'avrebbe condotta a peggior

donne oneste e sovente l'avea per compagna nelle

partir da Napoli per l'imperial corte di Vienna

de' quaranta libri, onde l'Istoria civile era divisa

di contese giurisdizionali niuno l'avea cercata, si rimase

lui casa dentro Napoli l'avea trasferita ivi, lontana

al travaglio di dar l'ultima mano all'opera

grande e continuo sollievo l'industria ed esattezza d

colla quale rendeva testimonianza l'opera esser degna delle

eseguito. Venne a pubblicarsi l'opera in Napoli nel

dell'Imperadore, a chi l'opera era stata dedicata

Cesare, fu disposto per l'imperial corte di Vienna

indice de' capitoli scoverta l'idea dell'opera, sembrò

sempre stato, com'essi l'avean trovato: e sentendo

lodarla, ciò maggiormente aguzzò l'invida loro maladicenza. Que

poteva essere stato solo l'autore di una sì

la materia, chi nominando l'Argento, chi l'Aulisio

nominando l'Argento, chi l'Aulisio, e chi altri

posto in chiara luce l'origine e l'uso

occhi, ne' dì feriati, l'avea per mio sollievo

duro e forte, sicché l'acque della neve liquefatta

i progressi che sotto l'Argento io faceva ne

si erano avviati per l'avvocazione, venne a tutti

secondo che ciascuno se l'avesse eletto, per mostrare

lezioni, intendendo di proseguire l'istoria legale de' tempi

fino a' dì nostri. L'impresa, sicome parve dura

i precedenti miei studi l'avea sempre indrizzati a

a ciò maggiormente spinto l'esempio di Arturo Duck

province di Europa, nulladimanco l'opera sua stessa dimostrava

non poteva esattamente capirsi l'istoria delle leggi, se

medesima non si accoppiava l'istoria civile, per sapere

le occasioni, il fine, l'uso e l'intelligenza

fine, l'uso e l'intelligenza che si era

noi inviluppati ed oscuri. L'Istoria di Procopio, che

quelle città che sotto l'imperio greco lungamente dimorarono

monaci benedittini, e sopra l'altre da quella di

conti di Sicilia. ¶ Ma l'inviluppo maggiore era che

di Escalona viceré, intorno l'anno 1702. ¶ Questo viceré, non

Ed il nostro Aulisio l'era entrato in tanta

che poi si vide, l'avrebbe sicuramente innalzato a

per que' studi, proseguiva l'intrapreso lavoro, conducendo meco

gravi e pesanti. Finché l'Argento esercitò l'avvocazione

Finché l'Argento esercitò l'avvocazione, io dietro di

conte Daun, viceré. ¶ I ¶ L'anno 1707 portò in Napoli

dominio. Entrate che furon l'arme alemanne ne' confini

militare il supremo comando l'avea il conte Daun

ricorrer da me, perché l'Argento, in alcune proprie

mia persona; e, infra l'altre, in una causa

potestà di fargli. Poiché l'imperadore Giuseppe — allora re

plenipotenza. E se bene l'avesse creati interini, finché

secondi, fra' quali era l'Argento, pretendevan che per

medesime cariche. Ebbi io l'incombenza di scrivere a

bastava per la precedenza l'esercizio, nel quale erano

ciò a dimostrare che l'editto fosse conforme non

e costume di tutte l'altre nazioni d'Europa

all'ecclesiastica disciplina. ¶ Entrò l'Argento in questi studi

cagioni fu mosso, poi, l'Argento a studiare di

de' principi, e per l'avvenire a star cauto

che, conosciuta in Barcellona l'eminente sua dottrina, in

in Napoli, e dopo l'interino viceregnato del conte

delle quali cose, poiché l'Argento per alleviar tanta

stati i precedenti sopra l'istoria ecclesiastica, sopra l

l'istoria ecclesiastica, sopra l'origine e progressi dell

derivati; poiché, non ignorando l'antico stato delle cose

mi invogliai a proseguire l'intrapreso mio lavoro dell

era procurato confondergli, tra l'imperio ed il sacerdozio

sacerdozio. ¶ Compresi eziandio che l'Argento, perché molto tardi

che i Greci, per l'esterna politia delle chiese

fosse seguìto e che l'origine più immediata di

la maschile sua prosapia, l'Imperio d'Occidente passò

pieni di travaglio, nulladimanco l'applicarvici era più utile

E reputando che senza l'istoria era impossibile venirne

regno di Napoli. ¶ Per l'istoria ecclesiastica mi furono

passo in passo, secondo l'ordine e cronologia de

illustre che antica famiglia, l'ultimo cardinale avea lasciati

e consumare in quella l'ore de' giorni che

consumati nella scolastica, secondo l'indirizzo del medesimo volli

se non confuse immagini, l'avea già quasi tutte

quasi tutte dimenticate. Sicché l'eloquenza ed erudizione del

io non voleva tralasciare l'intrapresi studi della giurisprudenza

un mio amico, che l'avea, fecemi il favore

de Angelis, che me l'avea additata, e dall

di Napoli, che me l'avea confermata, mi tennero

potessi apprendere non meno l'eloquenza, che un più

della lettura di Galeotto, l'altro del re Manfredi

legger Omero. Ma letta l'Iliade secondo la traduzione

di Lorenzo Valla, e l'Odissea (come ignaro, allora

fiorentini; e per apprender l'arte dell'eloquenza ed

ammaestramento, come dovessi per l'avvenire regolare le ore

ed esposi, secondo è l'istituto, in presenza del

e cristiane. ¶ Leggeva spesso l'Arte della perfezion cristiana

filosofiche, ma sembravami che l'esser troppo attaccato alle

splendide idee di Platone l'avesse alterato l'intelletto

Platone l'avesse alterato l'intelletto e resolo sottil

prima professione di retorico l'avesse, purtroppo, reso amante

il piacere d'ammirare l'eloquenza dell'incomparabile Francesco

chiari ed eleganti; e l'Argento, col lungo studio

Napoli avrei potuto conoscere l'Andrea; ma egli, dopo

de' magistrati occupati dopo l'avvocazione, erasi già ritirato

alcune dotte sue allegazioni, l'incomparabile trattato Sopra la

regia camera di Napoli l'intesi più volte orare

men la dottrina e l'arte del ben dire

questa parte certamente che l'Argento superò il suo

in queste mie strettezze l'aver in mente quel

scrivere, ne composi io l'allegazione, la quale essendo

preso per suo avvocato l'Argento, questi, impedito da

sue occupazioni, mi diede l'incombenza di attendere alle

tenuto ne' studi, leggendo l'ammirabile trattato Delle passioni

mondo aspettabile e tutto l'ampio universo, mi scovrirono

un particolar duce, ma l'unica sua scorta e

e guida, in investigando l'opre stupende di natura

la sola ragione e l'esperienza. ¶ E d'allora

bene dovessi ravvolgermi fra l'improba e cavillosa turba

quelli appartenenti al capo, l'era convenuto descrivere la

rubava come meglio poteva l'ora di qualche giorno

ed infedele e tra l'infinito numero degli sciocchi

di virtù, sembra che l'invida maladicenza, l'ambizione

che l'invida maladicenza, l'ambizione, l'avidità delle

invida maladicenza, l'ambizione, l'avidità delle ricchezze e

ricchezze e degli onori, l'avarizia e tutte le

sua probità e per l'esemplari ed incorrotti suoi

poco che non esalassi l'anima fra le braccia

de' loro talenti, se l'avran meritato. E poiché

meritato. E poiché, fra l'altre prerogative che seco

né distintamente capiva; ma l'empito ed il fervore

state somministrate (se bene l'averla appresa mi cagionasse

progresso e più per l'avvertimento di altri più

da altri scipitamente composti, l'avea ripieni d'inutili

maestro erasi poggiato su l'altrui fede, non ch

fede, non ch'egli l'avesse mai lette ed

e chiari, che me l'avrebbe additati un altro

sicome fece. ¶ Trovavasi già l'Aulisio, e molto più

ne' regi studi, secondo l'istituto di quella università

acquistata conoscenza tale, che l'Aulisio stesso riputò che

con trascrivergli, siccome è l'uso di quella università

scolari le difficoltà che l'occorrono, a comunicarli i

se non si sapeva l'istoria romana e le

delle province che componevano l'Imperio romano, molto diversa

posta nel mezzo tra l'antica e l'infima

tra l'antica e l'infima, che comincia da

il desiderio di sapere l'infima e bassa giurisprudenza

greche e latine, e l'avere stanchi non men

le cose più ardue l'intraprendergli, così che di

che gli sgomentava, quanto l'immensa e noiosa fatica

che poi vi aggiunge l'imperadore Giustiniano nel suo

ne lasciò a noi l'incomparabile Giacopo Gotofredo, il

impedito di poterci porre l'ultima mano, né si

punto di sua perfezione. ¶ L'Aulisio, come peritissimo antiquario

questi giurisconsulti, che sdegnano l'infima e bassa giurisprudenza

di ducento anni, ressero l'Italia avendo Pavia per

mescolare a' studi legali l'istoria romana, principiando da

quali, a que' tempi, l'Italia si componeva, ed

Egitto, sopra le quali l'Imperio romano distese le

questi studi io non l'avea come fine, ma

avea come fine, ma l'indrizzava come efficaci mezzi

al padrone che me l'aveva prestati, io sarei

moderni scrittori romani canonisti l'aveano guasto ed inviluppato

studio della legge civile l'istoria romana, così per

la canonica era necessaria l'istoria ecclesiastica. Da questa

e delle Decretali, e l'uso che si ebbe

corpo a parte, ma l'univano insieme col pubblico

per ciò che riguarda l'interno, la predicazione del

la correzione de' costumi, l'amministrazione de' sacramenti e

addossarsi la collera e l'indignazione di Cesare, il

di Cesare, il quale l'avrebbe sconvolti e dissipati

più corrieri, si ebbe l'avviso che le truppe

di Vienna, da' quali l'avean ricevuti. ¶ In breve

credeasi che dovessero cessar l'armi, nulladimanco la stagione

le loro famiglie, dovesse l'Imperadore somministrargli soccorso di

le cariche. ¶ Queste lettere, l'un mostrandole all'altro

le lor case e l'imminente pericolo di mutar

bisogni. Ed in fatti l'ufficial Llamna fecemi stentar

mi si fosse resa l'esazione più difficile. ¶ Con

atroce che lunga, indrizzando l'Imperadore le più valide

e stabilita; e che l'Imperadore non dovea combattere

facevano in Barzellona, e l'imbarco da quel porto

caro pegno, qual era l'infante don Carlos, suo

lusinghe, erasene già passato l'anno 1733. ¶ Capitolo nono ¶ Anno

e che da Spagna l'infante don Carlos erasi

di Montesanto, vedendo ora l'imminente pericolo che soprastava

ad impedire agli Spagnoli l'entrata a' confini) l

l'entrata a' confini) l'Imperadore stette fermo, con

che non poteva indebolir l'esercito destinato per Lombardia

ingegnosa e valida. ¶ Fra l'infinita turba de' Catalani

Catalani che militavano sotto l'infante don Carlos, l

l'infante don Carlos, l'avrebber fatti tutti disertare

di numero, avrebbe impedita l'entrata de' Spagnoli nel

si pretendeva d'impedire l'entrata all'esercito spagnolo

la loro fedeltà, impedire l'entrata a Spagnoli, a

vedersi di tutto sprovviste; l'aver con somma istanza

tempo opportuno che per l'Adriatico potevan mandarsi, né

i quali la fortuna l'avea esaltati, non per

ed afflitta Italia. ¶ Intanto l'esercito spagnolo (il qual

a' confini ed impedirgli l'entrata e non ritirarsi

credean sperar salute, trovarono l'ultimo eccidio e ruina

a battaglia, incautamente incontrando l'esercito spagnolo nelle pianure

fu d'uopo posar l'armi e rendersi prigionier

Mignano, poté lungamente sostener l'assedio; ma essendo destituto

avendo innanzi gli occhi l'esempio di Napoli, e

vascelli bastanti per intraprenderne l'acquisto, volontariamente si offerirono

già Lipari avea inalberate l'insegne di Spagna, ed

Spagnoli. E pure chi 'l crederebbe? In tale stato

risiedeva ad Ancona, e l'altro dovea regger la

Sicilia io sperimentava difficile l'esazione del mio assegnamento

altra parte m'atterriva l'infinito numero degli Spagnoli

periti di fame, se l'Imperadore non gli soccorreva

denaro che dovea pagarmi l'ufficial Llamna, sovente, dal

più che mille fiorini l'anno per mio sostentamento

le circostanze che accompagnarono l'infelice perdita de' regni

consiglieri, secretari, e per l'immensa turba di tanti

d'Italia, che era l'unico fonte perenne onde

Romani adorni, di concedergli l'imperio del mondo; affinché

figlio, la quale, per l'eternità di quel Consiglio

facevano per far cadere l'elezione del nuovo re

qual fine, cui bono, l'Imperadore si fosse mosso

fosse mosso ad intraprender l'elevazione di quel principe

era da temere che l'impresa non fosse riuscita

di denaro, affinché, sicome l'Imperadore somministrava il denaro

da Napoli. Poiché, fra l'altre ingratitudini usatemi, essendosi

capo la grammatica e l'ortografia e l'arte

e l'ortografia e l'arte di scrivere emendato

procura ed amministrazione, che l'avea lasciata della mia

San Luca, e spezialmente l'Epistole di San Paolo

nelle mani, compresi che l'immutazione dell'uomo dallo

quello della grazia consisteva l'avere Iddio, per infinita

mediatore, che potesse conciliar l'uomo con Dio; e

con Dio; e chi l'udiva e facea quanto

averlo mandato per redimere l'uman genere dal peccato

il peccato, e pe 'l peccato la morte, così

di grazia che rendeva l'uomo da terreno, celeste

uomo da terreno, celeste. L'uomo erasi perduto, l

L'uomo erasi perduto, l'uomo dovea salvarsi; e

eterna, non potendosi concepir l'uomo senza colpa, componendosi

carne ed ossa, come l'ebbe prima d'esser

mediatore tra Dio e l'uomo; aver questi sofferto

principal lor sforzo e l'unico scuopo, dove doveano

e metafisiche, nelle quali l'ingegno umano si sforza

voluto rivelarci, e che l'uomo sapesse. ¶ Saviamente per

divine Scritture, che contengono l'intiera e solida credenza

e solida credenza che l'uom dee avere, e

più chiara luce mirai l'aspetto delle mondane vicende

vescovi; ma più sopra l'ignoranza de' principi e

e le ricchezze facilitassero l'acquisto del regno celeste

anche paragonandola con tutte l'altre unite insieme. Sicché

ma di gran lunga l'abbiam superato; ed i

rendesse soggetti, e finalmente l'assorbisse in tutto; sicome

testamenti ed in tutte l'altre umane faccende; onde

ben poteano accorgersi che l'intento era di spogliargli

ridurre un ovile tutto l'uman gregge, e divenire

repugnasse tutto, non men l'antico che il nuovo

penetrato e corrotto fino l'antica religione de' Romani

la natura, la ragione, l'esperienza ed il comun

turbando in minima cosa l'ordine della repubblica. Né

confini che tramezzano tra l'imperio e il sacerdozio

pure, tutto ciò e l'aver sacrificato la mia

cui sovente toccava adempir l'officio di camerier maggiore

cardinal Fleury non avea l'Imperadore da temere che

onde, non se per l'aria, fra le nubi

che Savoia non ce l'avrebbe permesso, né rotta

e in pendenti. ¶ III ¶ L'altra occasione, che, in

del mio essere, fu l'avviso, ch'ebbi da

aver ucciso il gigante. L'altra, che scovrendo con

puerili e sciapite, trattando l'autore qual si meritavano

di altre armi, contro l'autore, per abbatterlo ed

interamente rovinarlo; sicome, con l'aiuto di molti, alfin

aiuto di molti, alfin l'uccise. ¶ In quest'istesso

la confermavano e maggiormente l'illustravano, volentieri m'esibii

de' passi oscuri, che l'occorrevano, in tradurla; i

somministrar le spese per l'intaglio e disegno del

certi monumenti, veniva adornata l'edizione francese, la quale

Vienna che, stretto ora l'Imperadore con nuovo vincolo

i Catalani, vantavano che l'Imperadore, col solo suo

vantando d'aver penetrati l'intimi consigli del gabinetto

sarebbe guerra. ¶ E riposando l'Imperadore sopra questi due

altre mine, per estinguer l'ingorda fame di tanti

fino a gl'infimi, l'Imperadore l'avesse da

gl'infimi, l'Imperadore l'avesse da costituire ampie

affatto, senza mandargli soccorso, l'avea abbandonato alla altrui

ed amore vicendevole, che l'un men curava sé