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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovanni Verga, Nedda, 1874

concordanze di «l»

nautoretestoannoconcordanza
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brontola fiammeggiando; non avevo l'occhio assuefatto ai bizzarri
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dalle dita allentate, vedete l'altra parte di voi
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atmosfere sconosciute; provate, sorridendo, l'effetto di mille sensazioni
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nuova dovrebbe recartela proprio l'uccello! ¶ Nedda le lanciò
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lucerna, né lavoro per l'indomani, la è una
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lei, e la fiamma l'illuminò tutta. ¶ Era una
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danno la miseria e l'isolamento. Forse sarebbe stata
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la delicata bellezza muliebre. L'immaginazione più vivace non
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creatura umana; la miseria l'avea schiacciata da bambina
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e induriscono il corpo, l'anima e l'intelligenza
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corpo, l'anima e l'intelligenza - così era stato
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molto! ¶ - Perché vieni sempre l'ultima? Non sai che
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che tempo facesse, e l'uscio che sbatteva ad
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era venuto a spalancare l'uscio, per svegliare anche
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del sabato, quando fu l'ora di fare il
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tempo in tempo, perché l'uccello non si stancasse
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si lacerò un piede, l'oscurità era sì fitta
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a un tratto udì l'orologio della Punta che
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come se un amico l'avesse chiamata per nome
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la solita canzone che l'accompagna da venti anni
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accarezzassero i piedi indolenziti. ¶ L'indomani, poiché era domenica
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e i carrettieri che l'udivano fermavano i loro
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il berretto. Quando Nedda l'udì per la sassosa
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paghi la carità! mormorò l'inferma, così non resterai
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occhio semispento, e poscia l'abbracciò senza aprir bocca
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in alto, sullo scaffale, l'ultimo bicchiere di medicina
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mamma, il giorno innanzi, l'avea udito cantare. Nell
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tal altro. Allorché suonò l'avemaria, e s'accese
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rimasero zitti ad ascoltare l'assiolo che cantava. ¶ Nedda
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forse quello stesso che l'avea accompagnata dal Pino
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delle fave. ¶ - La messa l'ho fatta dire; rispose
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suoi passi pesanti, chiuse l'uscio, e accese la
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la mi' amanti di l'arma mia". ¶ - È Janu
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fra le coltri. ¶ E l'indomani, quando aprì la
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ancora sul verde per l'ora mattutina. - Sei tornato
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mamma!... disse Nedda. ¶ - Me l'ha detto lo zio
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disse altro e guardò l'orticello al di là
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e rosei che imbalsamavano l'aria; una passera petulante
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Janu, che avea tutta l'aria, col suo viso
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stando in paradiso non l'era più a carico
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po' manesca. ¶ - O quanto l'hai pagato il tuo
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sebbene nessuno la vedesse. ¶ L'indomani, prima di giorno
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cosa di festevole, e l'erba che vi cresceva
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rade; c'era per l'aria una calma, un
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più alte de' castagni. ¶ - L'annata sarà buona pel
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un asino che sentiva l'erba fresca. - Sai perché
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alla testa, e tutto l'ardore di quel cielo
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Quando fu per svoltare l'angolo della sua casuccia
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ci sposeremo. ¶ Egli aveva l'aria triste facendole questa
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un triste sorriso. Ella l'ascoltava coi suoi grand
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e tenendolo per mano. L'indomani egli morì. ¶ Allora
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calza se ne andarono l'un dopo l'altro
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andarono l'un dopo l'altro, e dietro ai
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in cui avea chiuso l'uscio del casolare e
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e il vento scuoteva l'uscio mal chiuso, la