Giuseppe Parini, Il mezzogiorno, 1765

occhi stranieri iva beendo ¶ L'oblivion del misero Sichèo

E tale allor che l'orba Itaca in vano

un leggier zendado ¶ È l'ara tutelar di sua

un po' rimossa, ¶ Languidetta l'accoglie. Intorno ad essa

par del vulgo ¶ Prostrò l'anima imbelle, e non

immensa ¶ Onde, alternando, Amor l'anime annoda. ¶ Ma sia

Sfugge dall'altrui man l'accorta mano ¶ De la

popolato Egèo ¶ Manda, e l'Armeno, e il Tartaro

solo, a bear entra ¶ L'ardente sposa il grave

il grave Munsulmano. ¶ Tra 'l maestoso passeggiar gli ondeggiano

late spalle, e sopra l'alta testa ¶ Le avvolte

E il piè ritrar l'effeminata, occhiuta ¶ Turba, che

breve giubbon celata; e l'altra ¶ Sul finissimo lin

al cor: sublime alzisi 'l petto, ¶ Sorgan gli omeri

e ostinata ¶ Tranquillità. Su l'oceàno ancora ¶ Perigliosa è

aere stagnante oppresso ¶ Tra l'inutile ciurma al suol

e premerà col dente ¶ L'infimo labbro: e volgeransi

di tue querele ¶ Saprà l'agrezza; e sovvenir faratti

querele ¶ I convitati; e l'un l'altro percota

convitati; e l'un l'altro percota ¶ Col gomito

antri domestici, le selve, ¶ L'onde, le rupi alto

tuo furor medesmo ¶ Oltre l'alpi, oltre 'l mar

Oltre l'alpi, oltre 'l mar destò le risa

sangui: e allor che l'uno ¶ Bene all'altro

Bel Mondo; e lieta ¶ L'indifferenza maritale affronta. ¶ Così

o Signor; di già l'udìro ¶ L'ime officine

di già l'udìro ¶ L'ime officine ove al

sostieni, ¶ E al pranzo l'accompagna. I convitati ¶ Vengan

dopo di voi; quindi 'l marito ¶ Ultimo segua. O

impeto di quello ¶ Cedan l'orso, la tigre, il

il falco, il nibbio, ¶ L'orca, il delfino, e

loro ¶ Il riposo, e l'albergo; e a le

agli uman petti ancora. ¶ L'uniforme degli uomini sembianza

Ilio sui campi, tal l'amico Genio, ¶ Lieve lieve

Genio, ¶ Lieve lieve per l'aere labendo ¶ S'avvicina

conosciuto. Ei move, ¶ E l'aura estiva del cadente

escon scintille ¶ Ond'arde l'aere che scendendo ei

e i fiori e l'erbe ¶ Ravviva riconforta allegra

fluido agilissimo inondolli! ¶ Voi l'ignoto solletico sentiste ¶ Del

il suolo impingua. ¶ Così l'Uom si divise: e

nel seno ¶ Troppo languìr l'ebeti fibre, inette ¶ A

e la viltade, ¶ E 'l travaglio, e l'inopia

E 'l travaglio, e l'inopia a viver nati

numi ¶ Concessa parte: e l'umil vulgo intanto ¶ Dell

svolazzando intorno, ¶ Reca su l'ali fuggitive ed agita

festivi Racconti intorno gira ¶ L'elegante Licenza: or nuda

Fuggevoli scorrendo, ora su l'alto ¶ De' bei nodi

siede: ¶ E nulla impression l'agita e scuote ¶ Di

stanca villanella ¶ Che tra l'erbe innocenti adagia il

ritragge ¶ Il gomito, e l'anelito sospende; ¶ E immota

questi ¶ Di fredda oblivion l'alma gli asperse; ¶ E

altrui ¶ Più brillerà così l'enorme gemma, ¶ Dolc'esca

lor testura; e quindi ¶ L'ultimo del piacer deliquio

Converte a suo piacer l'aria, la terra, ¶ E

aria, la terra, ¶ E 'l ferace di mostri ondoso

de' padri, che per l'aria lievi ¶ S'aggirano

de le sacre toghe ¶ L'armata in vano autorità

doppio spettacolo campeggi; ¶ E l'un dell'altro al

mano ¶ Armata alzar su l'innocente agnella, ¶ E sul

Villan del servo con l'eburneo dente ¶ Segnò di

aurate volte ¶ A lei l'impietosita Eco rispose: ¶ E

Dama; ¶ Ella rinvenne alfin: l'ira, il dolore ¶ L

l'ira, il dolore ¶ L'agitavano ancor; fulminei sguardi

de le grazie alunna. ¶ L'empio servo tremò; con

del misfatto atroce ¶ Odiàr l'autore. Il misero si

qual più giovi; ¶ E l'un rapisci a lei

un rapisci a lei, l'altro concedi ¶ Come d

Che la noia, o l'amor vi strinser ambo

bel crine anella ¶ Su l'orecchio ondeggianti; e ad

Allo spirto di lui l'alma Natura ¶ Fu prodiga

all'Arte disse: ¶ Compisci 'l mio lavoro; e l

l mio lavoro; e l'Arte suda ¶ Sollecita d

viste forme ¶ Tabacchiera mostrar! l'etica invidia ¶ I Grandi

balenar su gli occhi ¶ L'ultima gloria onde Parigi

garzon mostrasti a Jolco ¶ L'auree lane rapite al

adopra e stanca ¶ Chi 'l genio lor bituminoso e

alpi è forza ¶ Ricercar l'eleganza: e chi giammai

fanatica voce: e tra 'l fragore ¶ D'un peregrino

miglia ¶ Pregio acquistino, e l'oro; e d'ogn

e Tiro, ¶ Pericolando per l'immenso sale, ¶ Con l

l'immenso sale, ¶ Con l'oro altrui le voluttà

un Grande illustre or l'alpi, or l'oceàno

or l'alpi, or l'oceàno ¶ Varca, e scende

e nastri gloriose pompe ¶ L'ingombran tutto; e gran

rivolti ¶ Incontreranno i tuoi. L'aere a quell'urto

faville: e Amor con l'ali ¶ L'agiterà. Nel

Amor con l'ali ¶ L'agiterà. Nel fortunato incontro

che a lei vicine ¶ L'ordin dispose, o se

serbi: ¶ Nè cavalier con l'alito maschile ¶ Osi appannarne

coloro ¶ Invidiata che gustata l'hanno. ¶ Veli con l

l'hanno. ¶ Veli con l'ali sue sagace oblìo

Senza che Fama sopra l'ali immense ¶ Tolga l

l'ali immense ¶ Tolga l'alta novella, e grande

reboàto dell'aperta tromba ¶ L'ampia cittade, e dell

scene ove agitar solea ¶ L'ombre tinte di sangue

punge le menti; ¶ E l'Amor di sè sol

condottieri: ai consiglier consiglio ¶ L'altro dona, e divide

terra. ¶ Qual di Pallade l'arti e de le

qual ne scopre acuto ¶ L'alte cagioni; e i

Dordona ¶ Ai cavalier che l'assalien superbi ¶ Usar lasciava

Nè paventar quel che l'antica fama ¶ Narrò de

li guida o tra 'l clamore ¶ De' frequenti convivj

Tuo talento immortal. Voi l'innalzaste ¶ All'alta mensa

la vostra luce ¶ Beato l'avvolgeste; e de le

Apollo, al sacro coro ¶ L'ascriveste de' Vati. Egli

ascriveste de' Vati. Egli 'l suo Pindo ¶ Feo de

Salutar non potrebbe, e l'auree frecce ¶ Nomi-sempiternanti

festevoli, o sul naso ¶ L'elegante scoccar d'illustri

che la Gallia, e l'Alpe ¶ Esecrando persegue: e

maggiori ¶ Atto solo stimàr l'impeto folle ¶ A vincer

ale ancor; nè degni 'l tergo ¶ Affaticar con penne

lo sguardo, e con l'orecchio beva ¶ La Dama

e la massa, ¶ E l'inversa ragion sonino ancora

sermone Amor maestro; ¶ Ma l'accademia e i portici

onor. Così dell'api ¶ L'industrioso popolo ronzando, ¶ Gira

le pàtere dorate ¶ Sopra l'ara de' numi; e

doni o Pomona; e l'ampie colma ¶ Tazze che

t'invita, ond'empie ¶ L'aria il caffè che

va lustrando e purga ¶ L'aere profano, e fuor

o se più forse ¶ L'ami così, come sorbir

Con le dita pieghevoli 'l selvoso ¶ Mento vezzeggia, e

v'occupa, e scalda ¶ L'odorosa bevanda, altere cose

la tua Dama; o l'alte moli ¶ Che su

variate stringhe ¶ Andran su l'alto collo i crin

porterà: se quel cui l'oro copre; ¶ O quel

Servi le leggi tue l'auriga: e intanto ¶ Altre

A lui diresti, ¶ Che l'ali del suo piè

giocator felice ¶ Chi pria l'estrema casa occupa; e

estrema casa occupa; e l'altro ¶ De le proprie

tavolier s'assidono ambidue, ¶ L'amante cupidissimo, e la

una sponda, e questi l'altra. ¶ Il marito col

con gli occhi. Or l'agitar dei dadi ¶ Entro

il vibrar, lo sparpagliar, l'urtare, ¶ Il cozzar de

fu. Ma poi che l'aureo fulse ¶ Secol di

e de' patenti ¶ Bossoli 'l sen: lo schiamazzìo molesto

il nome ¶ Che ancor l'antico strepito dinòta. ¶ Già

dell'immenso Febo ¶ Sfugge l'un Mondo; e a

e il Messico, e l'altrice ¶ Di molte perle

maggiori colli, e da l'eccelse ¶ Torri il Sol

o Signore, anzi che l'Alpe, ¶ O l'Appennino

che l'Alpe, ¶ O l'Appennino, o il mar

I merletti finissimi su l'alto ¶ Petto si ricompon

due dita. ¶ Quinci vien l'altro che pur oggi

De' ferrati cavalli, e l'aura, e il vento

non lascia a dilettargli 'l core. ¶ Di momento in

Ai loro amici declamar l'istoria ¶ De' rotti amori

le belle: or su l'un fianco ¶ Or su

un fianco ¶ Or su l'altro si posano tentennano

frequente inane maraviglia, ¶ E l'aria alpestre ancor de

cantati, ¶ S'io scorgo l'avvenir, da tromba eguale

al giorno ¶ Le scegliesti 'l ventaglio: al pronto cocchio

E inerpicarti, et introdurvi 'l capo ¶ E le spalle

che accorser tosto ¶ Tra 'l dubbio giorno a custodir

Con tacit'ombra sopra l'emispero; ¶ E il rugiadoso

via gli spazza con l'immenso lembo ¶ Di cosa

e i cenci e l'oro. ¶ Nè veder mi