parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paola Capriolo, Mi ricordo, 2015

concordanze di «l»

nautoretestoannoconcordanza
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fuori, l’uno dopo l’altro, una gonna, una
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affacciata alla finestra e l’aveva visto uscire di
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sui capelli ancora umidi. L’orlo della gonna, leggermente
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le finestre per cogliere l’eco sommessa della sua
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di richiamare sulla neve l’attenzione del vecchio, offrendosi
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potesse guardarla; ma lui l’aveva fissata con uno
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sue remote allusioni), nonostante l’agiatezza di cui senza
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cui era stata risparmiata l’immane fatica del «dopo
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vecchio la guardò con l’aria di chi non
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al vecchio veniva somministrato l’ossigeno: due litri al
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cui accogliere da padrona l’andirivieni di medico e
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la china. Ciò che l’attendeva era probabilmente un
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accorse che il vecchio l’aveva seguita con lo
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giornali e che cullava l’umanità verso l’apocalisse
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cullava l’umanità verso l’apocalisse avvolgendola in un
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diritto di accertarne definitivamente l’impostura. Come aveva scritto
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rabbia sorda, antica, che l’aveva dominata sin dal
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condanna rifiutandosi di accogliere l’uno dopo l’altro
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accogliere l’uno dopo l’altro nel suo abbraccio
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i suoi progetti per l’albero, gli addobbi e
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persino di regalargli per l’occasione una scatola di
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reperibili o comunque noti (l’unica di cui fosse
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verso la porta. Fuori, l’accolse il mondo dei
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problema era semplicemente stabilire l’equilibrio, le giuste proporzioni
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Salì sull’autobus che l’avrebbe riportata nei quartieri
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Era tentata di cogliere l’occasione per rileggerle finalmente
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tra un programma e l’altro e tra questi
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chiassose ninnenanne sortirono infine l’effetto sperato. Sonja si
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fango. ¶ VIII ¶ Così cominciò l’andirivieni di Sonja da
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modo di fare conversazione, l’unico, l’ultimo possibile
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fare conversazione, l’unico, l’ultimo possibile, registrare per
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figlia!» ¶ «Mia…?» ¶ Per poco l’album non le scivolava
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mano, tanto la sbigottì l’assurdità di quella parola
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temporali. Eppure… Sonja rammentò l’ultima volta in cui
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in cui aveva aperto l’album per cercare proprio
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una volta nel segno. L’aggrovigliarsi della vita, del
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insensata presentare quei due l’uno all’altra. Che
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da quella sedia, lei, l’unica persona viva tra
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e i non nati, l’argine tra il prima
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prima e il dopo, l’arbitro dubbioso del tempo
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attraversava come al solito l’atrio dell’ospedale, dove
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vuoi arricchendo loro stessi l’offerta con qualche ninnolo
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di ricordi. ¶ Poi prendeva l’ascensore e saliva all
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quella posizione scomoda; ma l’infermiera, con qualche professionale
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i tubi, e puntò l’indice in su. «Che
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cosa meravigliosa.» ¶ X ¶ Era l’ultimo giorno dell’anno
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tra gli uffici comunali, l’agenzia di pompe funebri
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di pompe funebri e l’umida, desolata camera ardente
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aveva perduto e provò l’una dopo l’altra
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provò l’una dopo l’altra, sulla mia testa
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bello» cui ero destinata, l’hai certo capito da
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di sua madre) che l’incantesimo della fatina funzionò
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di un corpo cui l’anima fosse stata strappata
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tornata a casa, ebbi l’imperdonabile vanità di voler
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lo ricambi ti rubano l’anima. Uno di loro
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è così difficile distinguere l’imperfetto dal passato remoto
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attendere con sguardo vacuo l’arrivo dei principi. ¶ E
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messaggio remoto e incomprensibile. ¶ L’unico segno a indicare
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non potrei affermarlo. Che l’alternativa a quella vita
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via dal mio corpo l’odore dei corpi estranei
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cosa ovvia, potesse scorrere l’acqua calda e fredda
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presente e passato, tra l’orrore e le antiche
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era appunto la normalità: l’armadio, il letto, la
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toglievano gli stivali e l’uniforme grigia con la
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pallore spettrale che precede l’alba. Questa, però, non
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sera come tante: è l’ultima dell’anno (non
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tra il verde e l’azzurro, ho scoperto vicino
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tra loro per ingannare l’attesa. I principi più
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che la serata prosegue, l’afflusso dei principi va
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questo riesca a scalfire l’allegria generale. Le imposte
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presente e irraggiungibile come l’immagine di un sogno
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sera. Per e nonostante l’immagine apparsami allora, durante
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la finestra, lasciando irrompere l’aria fresca e la
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vita, tanto mi sgomentava l’idea di informarli, nel
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fosse realmente compiuta; ma l’incantesimo, questa volta, temo
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lo faccia sempre, che l’abbia sempre fatto; ma
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piatto, se la signora l’ha davvero gradito. Non
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in cui quelle lettere l’avevano scaraventata, senza poter
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Sonja non era né l’una né l’altra
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né l’una né l’altra cosa, ma un
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di quella tragedia. Non l’aveva letto: ne era
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sarebbe trattato di affrontare l’arrivo dei «principi» e
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proprio in questo consisteva l’orrore della situazione. O
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tutto alla perfezione: ricordava l’imbarazzato mutismo che regnava
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a quel corpo irraggiungibile l’ultima, forse la prima
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luce, per narrarle infine l’epilogo della fiaba. ¶ II
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prego, non mi interrompa: l’acqua è lì sul
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il tè coi biscotti l’ha già avuto e
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il fiume era davvero l’amico più costante e
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più costante e fidato, l’unico su cui potevo
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bella famiglia: suo marito l’adorava, sua figlia nutriva
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nulla… ¶ Io ricordo bene, l’ho sempre ricordato, il
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stringendo tra le mani l’esile stoffa bianca di
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da notte. Lei se l’era sfilata, aveva voluto
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tra il ricordo e l’oblio, sino al giorno
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e a tirarne fuori, l’uno dopo l’altro
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pubblico i suoi versi, l’ultimo giovedì di ottobre
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fiume un ramoscello; poi l’ho seguito finché potevo
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sconcertata, vedendosi sfuggire per l’ennesima volta il bandolo
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e la stringeva e l’accarezzava, come si farebbe
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un cane, e per l’esperienza traumatica di un
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chiama aiuto, chiunque sia, l’istinto ci comanda di
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che a qualcuno venga l’idea di denunciarci.» ¶ Bene
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per la sua conferenza (l’ho conservato con cura
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la cloche, riesumata per l’occasione dalla cappelliera e
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quarto, a lettura iniziata: l’attenzione del pubblico, allora
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già durante gli applausi. L’avviso però che nel
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le antiche ore… dove l’aveva letto, o sentito
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ancora a dodici, e l’aveva dimostrato di nuovo
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rivolgermi per sollecitare invano l’acquisto delle ultime novità
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al braccio per nascondere l’assenza della stella. Anche
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lettura. La ninfa e l’oblio… Forse allora, mentre
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timidi scrutando con circospezione l’atrio illuminato, stavi leggendo
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la conosco,» disse poi l’uomo «non creda di
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le prometto che è l’ultima volta…» ¶ Ma lui
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questa faccenda.» ¶ E così l’uomo in divisa da
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in modo minuzioso mentre l’altro mi guardava muto
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un gesto dimostrativo, turbare l’ordine pubblico con una
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te. Chissà, forse se l’avessi fatto mi sarei
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mantenni il silenzio. Quando l’uomo in divisa da
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taxi, dando all’autista l’indirizzo di casa tua
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un contadino che zappa l’orto, una donna alla
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io allora non me l’aspettavo. Quando vidi la
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ridda feroce di incarnazioni. L’uomo che amo, l
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L’uomo che amo, l’uomo che mi ama
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in quella duplice forma l’assoluta vanità dell’amore
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era riuscito a ottenerne l’assegnazione in cambio di
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prostituirsi e che, se l’avessi fatto, me ne
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averne il diritto. Credimi, l’ho acquistato a caro
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che ci trasportava; ma l’immagine non è scelta
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stremata sul pagliericcio, avevo l’impressione di non essermi
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di beato stupore, che l’ausiliaria venne a bussare
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su una sedia, trovai l’abito che avrei dovuto
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rispose una parola. Eseguì l’intera visita senza guardarmi
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con meticolosa attenzione, e l’unica volta che mi
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per così dire, dove l’odore di bruciato quasi
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villetta, rallentai il passo, l’ausiliaria mi trascinò bruscamente
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aspetta qui» mi disse l’ausiliaria e sparì oltre
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sforzandomi di conciliarli con l’odiosa definizione di «ebreuccia
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vidi rientrare nell’anticamera l’ausiliaria accompagnata da un
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Coraggio, avvicinati» mi ingiunse l’ausiliaria; quando mi fui
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rammentai la casa come l’avevo vista da fuori
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persiane?» ¶ «Zitta, non fare l’impertinente» disse la donna
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sulle sue labbra avvizzite l’ombra di un sorriso
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di una filastrocca, come l’eterna, immutabile litania delle
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della radio (non ce l’hanno ancora confiscata) che
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un simile viaggio. Se l’immagina, la sua ninfa
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il pranzo pasquale proclamando: «L’anno prossimo a Gerusalemme
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e il vino e l’amore e la malinconia
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stessa emozione di allora, l’impressione di aprire un
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lunghissima, una biondo platino, l’altra corvina, la terza
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guance, ma allora, sotto l’albero, le erano parse
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e la notte, vinta l’iniziale timidezza, le aveva
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era ragazza. Chissà dove l’aveva sfoggiato quell’orlo
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chiusi nel silenzio, come l’abito di seta nel
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e lo posò dove l’aveva trovato, lasciandolo di
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so, eppure rende perfettamente l’idea. La stessa cosa
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e quasi soffocante felicità l’avevo provata una volta
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titolo, La ninfa e l’oblio… e che titolo
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pugno (no, non «almeno»: l’avrei avuta ancora più
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gesto frettoloso; ma inghiottendo l’amaro, mi sforzai di
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raccolta, La ninfa e l’oblio, pagina 35. ¶ Ci sono
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titolo di una raccolta. L’ebreuccia e l’oblio
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raccolta. L’ebreuccia e l’oblio… Se l’immagina
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e l’oblio… Se l’immagina? Eppure sarebbe stato
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sogno era di visitare l’Egitto: vedere il deserto
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Egitto: vedere il deserto, l’infinità della sabbia, e
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la scacchiera. All’inizio l’aveva fissata con aria
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prova invece a muovere l’alfiere?» ¶ Ma l’alfiere
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muovere l’alfiere?» ¶ Ma l’alfiere, per il vecchio
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sua mente come sotto l’urto della rivoluzione più
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uno spettacolare balzo verso l’angolo opposto della scacchiera
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Hans non doveva rubarmelo, l’astuccio.» ¶ «No, signore, certo
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gradita. I mesi trascorsi l’autorizzavano a credere di
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di sopravvivenza. Scriverle è l’unico mezzo di cui
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per evadere, almeno con l’immaginazione, da questa cittadella
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ho avuto la prova l’altro giorno, quando, dopo
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viaggio e negli occhi l’orrore dell’ospedale militare
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proprio con lui, con l’amico più devoto, che
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accordo con lui, sebbene l’idea di quell’avventurosa
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taglio elegante: peccato che l’effetto sia un po
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portano il cane per l’ultimo giro serale prima
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ostentare una baldanzosa sicurezza. L’idea, in fondo, era
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sulla riva del fiume l’avrei baciato, Maestro, e
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mentre io impallidivo per l’umiliazione, e fece mezzo
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messo in guardia: ora l’avrai capito, che tra
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richiusi la porta ebbi l’impressione che fosse per
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da costringerla ad accendere l’abat-jour. Leggeva tutto
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capirlo nemmeno quando, consultando l’indice, si imbatté finalmente
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poesia: La ninfa e l’oblio, pagina 35. Sonja si
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a non esserci più. ¶ L’altro giorno ho dovuto
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stato questo, e neppure l’atteggiamento aggressivo dei commessi
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fogge degli abiti, richiamavano l’attenzione più dei tratti
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il colore, persino quando l’attenzione era quella strenua
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gruppo famigliare che fissava l’obiettivo con un’espressione
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portava nel suo nome l’umile e devoto omaggio
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attendere insieme, ma verso l’alba, quando le fiamme
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tappeto, e anche se l’avessi notata, non avrei
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la sua espressione indignata. L’aria poi era ancora
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un bastone, credo. Potendo, l’avrebbero usato su di
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usato su di noi.» ¶ L’avrebbero usato su di
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gesto di cupo disgusto. «L’avrebbero…» Ma chi? Come
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sbarazzino»; o il lattaio, l’idraulico, l’ortolano, o
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il lattaio, l’idraulico, l’ortolano, o la mia
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TERZA ¶ La ninfa e l’oblio ¶ I ¶ Più fortunato
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spirava dalle colline mitigando l’aria e ripulendo il
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la sua città con l’occhio benevolo e distaccato
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in cui la malattia l’aveva sospinto. A volte
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il tempo, di piegarne l’atroce dissipazione nel cerchio
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si ammansivano, e quando l’ambulanza attraversò la piazza
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aria di esperta disinvoltura l’apposita leva, scendeva prodigiosamente
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scostanti da padrone. ¶ Ora l’ambulanza stava emergendo a
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liberi di circolare dopo l’imbrunire potremmo commettere qualsiasi
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di Chopin? La sorella? L’uccellino?), che nell’ultimo
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un giorno (quante volte l’ho sognato!): «Mia cara
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i miei, dopo che l’amato programma di musica
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che avevo a disposizione: l’ultimo numero, ancora intonso
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nome del mittente e l’indirizzo scritto di suo
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per spezzare il cerchio, l’angoscia, il coprifuoco… ¶ III
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del vecchio, Sonja aveva l’impressione di vivere con
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con due persone diverse: l’una stranamente docile, immersa
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che lei gli prestava; l’altra insofferente e permalosa
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bizzarro cui la malattia l’aveva ridotto, con la
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parole e sostituendo spesso l’una con l’altra
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spesso l’una con l’altra secondo ignoti meccanismi
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vedere che sono io, l’ammalata…» ¶ «Ammalata… È in
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lasciare tutto così come l’aveva trovato e a
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avesse dimenticato del tutto l’esistenza. Il vecchio, comunque
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in una fortezza assediata. ¶ L’unica presenza che rompeva
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simile. Ma un dovere l’ho anche verso il
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fare un tempo, come l’avevo visto sorridere tante
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rischio di vedermi espropriare l’esercizio. Quanto ai miei
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amico; i nostri voti l’accompagneranno, ovunque la mandino
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2015
era sostituita da tempo l’aspra realtà del lutto
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ricordava nuove fiammanti sotto l’albero, una mattina di
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2015
in cui la mamma l’aveva pronunciata. Dopo di
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2015
il giardino, riponeva per l’inverno i vasi delle
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che i tutori legali l’informassero dell’avvenuta vendita
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Forse è proprio qui l’anima di una casa
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una casa propria non l’aveva più dall’età
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Se proprio insiste… Ma l’avverto, quando gioco a
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genere per qualcuno. ¶ «Ce l’ha ancora, la scacchiera
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idiota. Certo che ce l’ho.» ¶ «Bene: allora vado
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2015
ma noi ci accontentiamo: l’importante, capisce, è che
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2015
e adesso è esplosa l’estate, qui fuori il
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a godere senza timore l’incanto spensierato della giovinezza
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calma; intanto, per ingannare l’attesa, berrei volentieri ancora
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2015
un attimo ebbe addirittura l’impressione che il vecchio
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Ma a volte ho l’impressione che nemmeno quelle
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al piede. Più stretto l’orizzonte, più basso il
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2015
quest’angustia, ho raggiunto l’età in cui si
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2015
miele. ¶ Forse lei ha l’impressione che la sua
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2015
o Nulla aveva intonato l’inno più grandioso alla
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2015
perdere a nostra volta l’equilibrio, tendiamo il braccio
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2015
a passi rapidi verso l’uscita. Sentiva il bisogno
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ora. La ricordava benissimo, l’espressione imbarazzata e vagamente
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2015
tentò invano di mantenere l’equilibrio puntellandosi al bastone
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Si allontanarono tutti, seguendo l’esempio; e toccò proprio
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mi sembra… Se crede, l’accompagno al pronto soccorso
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2015
e, chiunque fosse, non l’avrebbe ritratta. Se avessi
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il vecchio, il padrone, l’odiato usurpatore. Visita dopo
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2015
quasi nulla. Percepisco soltanto l’accorciarsi delle giornate, che
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In realtà,» disse infine «l’argomento di cui devo
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farà lei, soprattutto… Con l’aria che tira, non
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stato ai miei occhi l’Imperatore. Ma non tema
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con rabbia. Lei non l’aveva più risentito, da
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2015
il titolo esatto né l’autore. Ma quando un
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bello… È il notturno, l’unico che c’è
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sfrangiarsi esitante, la bambina l’attribuiva sempre alle dita
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armata di un libro, l’incalzare delle ombre. I
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2015
un suono lungo, tra l’atterrito e il lamentoso
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2015
avevo bisogno di riaccendere l’abat-jour per distinguere
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marcia del popolo eletto? L’ambiguo, corrusco manifestarsi del
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2015
del mio dottorino. ¶ «Scusi l’ora, signor professore, ma
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2015
a meno… Sta succedendo l’incredibile, e avevo paura
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venga dentro. Quel fuoco l’ho visto anch’io
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2015
a casa sua e l’hanno trascinato giù dal
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ninfa, costringendola a tendere l’orecchio alla notte, alle
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non bastava a dissimulare l’orrore di quanto stava
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per tutto il tempo l’andirivieni di medici e
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il tempo aveva teso l’orecchio ai brevi, allarmati
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lo scroscio del fiume, l’obliqua luce rossastra del
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di lutti, anzi, che l’edificio stesso non fosse
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gliene capitò uno intitolato L’idiota. Era un vecchio
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frasi sottolineate, come se l’autore del libro avesse
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lo riaprì per cercare l’anno di pubblicazione: era
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anni, forse diciassette… proprio l’età giusta per prestar
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Sedici, diciassette anni… Ce l’aveva, una foto di
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così non fosse, non l’avrei neppure assunta.» ¶ «Non
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diversamente dalle signore che l’hanno preceduta, non si
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spolverare scaffale per scaffale l’alta libreria di ciliegio
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è occupata di tutto l’agenzia immobiliare. Comunque c
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diverse edizioni. Lo ricordava, l’aveva già sentito, il
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nel senso in cui l’intendono qui, quando nel
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confessa di avere immaginato l’esatto contrario: una creatura
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la propria femminile bancarotta. L’aveva notata, mi scrive
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mese splendido, da noi: l’estate si congeda in
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fragranza dei croissant e l’aroma intenso della cioccolata
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questa brava gente. Qui l’unica cosa che scorre
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un cane? Ebbene, ce l’ho. È uno spaniel
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Non so. Almeno, non l’ha portato con sé
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come un’idea ce l’ho, per la verità
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di esercitarmi qualche progresso l’ho pur fatto, e
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come me conosceva già l’amaro della separazione. Esule
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preso dallo scaffale con l’intenzione di servirsene per
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della scrivania. Rincasando, lui l’aveva sorpresa lì. ¶ «Che
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ribellione e disgusto che l’assaliva sempre nel ripensare
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in un certo senso l’abbia già salvato da
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altro sarebbero la musica, l’arte, la poesia, se
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so, signore, io me l’immagino così. Da piccola
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un bel pezzo, e l’altalena, tanto varrebbe farla
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gentile mormorio. Me, purtroppo, l’età non mi ha
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Come vuole: del resto, l’idea è stata sua
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è peggio, imprevedibile. Rileggevo l’altra sera quelle vecchie
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e quei rapporti con l’università che tanto lo
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ora, Kurt era stato l’unico tra gli ex
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Che espressione grottesca, tra l’altro: “matrimoni misti”…» ¶ «Sì
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lui il più forte: l’umile corteggiatore, l’amante
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forte: l’umile corteggiatore, l’amante non corrisposto, il
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che ti ho proposto l’avevo in mente già
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aveva deposto le armi, l’aveva spinta a continuare
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un’arte rigorosamente aristocratica», l’elenco delle sue opere
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Narciso, La ninfa e l’oblio… Titoli che avevano
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scuola e dell’orfanotrofio: l’aveva seguita anche qui
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anche qui, forse ce l’aveva addirittura trascinata, e
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lei, in casa, aveva l’abitudine di segnare i
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per la nostra città l’Annessione al Reich non
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scambiano il bacio e l’intimità del «tu», tutti
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in imbarazzo, e invece l’ho afflitta di nuovo
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immutabile che qui produceva l’effetto di un’astrusa
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ritrovando il più possibile l’estrosa versatilità dell’infanzia
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niente al mondo, neanche l’odio più feroce, l
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l’odio più feroce, l’avrebbe mai indotta a
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indifferenza il thriller e l’interruzione pubblicitaria, la cronaca
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in Medio Oriente e l’abbuiarsi dell’immagine quando
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da quell’ambizioso elenco, l’unico suggerimento praticabile. «Anche
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balenò davanti agli occhi l’immagine della casa, azzurra
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Allora tornò indietro, rilesse l’annuncio: non c’erano
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non c’erano dubbi, l’indirizzo era lo stesso
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domestiche. Le perditempo, concludeva l’annuncio, erano pregate di
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minima intenzione di accettare l’impiego costituisse addirittura il
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questo titolo, se non l’espressione adeguata, almeno uno
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prima di decidere, cancellando l’uno dopo l’altro
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cancellando l’uno dopo l’altro i vari «illustre
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ancora niente, glielo assicuro. L’esitazione più grande ho
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impertinente («Adela, non fare l’impertinente!» è una delle
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sui capelli castani, che l’ascoltava affascinata da una
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straforo, se mi concede l’espressione, come la cronaca
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sua unica qualità. Insomma, l’ho sempre alle costole
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C’era la luna, l’avrà vista anche lei
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che sembravano intagliati con l’accetta nel viso prosciugato
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che lei è stata l’unica, finora, a rispondere
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nome mi ero fatto l’idea che venisse, come
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ha letto con attenzione l’annuncio, ricorderà che vi
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posso né voglio mercanteggiare. L’ho scritta su un
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va bene.» ¶ «Senza conoscere l’ammontare del suo stipendio
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sapere con chi ho l’onore di parlare? Una
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mi aiuta a muovermi l’accompagno, c’è un
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cenno di ricevuta. Ora l’ho avuto, quel cenno
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primo istante in cui l’ho udita parlare. ¶ Si
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studiare, con esiti mediocri, l’altrettanto inevitabile pianoforte. Niente
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è la stessa. Lei l’ha percorsa tutta, sino
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me è una patria, l’unica che riconosco. Una
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traccia. Ricordo però che l’angelo a un tratto
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che bastava a restituirle l’antico senso di familiarità
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uscire a comprare qualcosa, l’indomani mattina, prima ancora
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aveva immediatamente riconosciuto come l’antica stanza matrimoniale. Il
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rammentava più; conservava soltanto l’impressione di un caldo
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cui è doverosamente conservata l’opera omnia negli scaffali
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voluto più saperne dopo l’infarinatura ricevuta al liceo
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se il principe, o l’angelo, avesse voluto annunciarmi
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coincidenza e qual è l’ora precisa dell’arrivo
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la maturità anagrafica, quanto l’improvvisa rovina che si
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era così difficile distinguere l’imperfetto dal passato remoto
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luce dell’abat-jour, l’alto bracciale d’argento
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troppo presto restava soltanto l’impressione di quel concatenarsi
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sera. Nel suo studio, l’antico studio del nonno
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mi addolora profondamente. Dopo l’esplicita assicurazione che le
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fatto da molto tempo l’abitudine. Mi culla, per
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solo la voce interiore, l’armonioso comando della Musa
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infermità del principe Myškin. L’epilessia in tutte le
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le verdure, o preparando l’arrosto; entrando in cucina
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in cucina, la figlia l’aveva vista di spalle
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madre, che forse non l’aveva neppure sentita arrivare
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ha capito, non voglio l’acqua minerale. Basta che
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eviti assolutamente di bere l’acqua del rubinetto.» ¶ «Ma
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forse aveva persino dimenticato l’esistenza, qualcuno che viveva
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legata a quella casa l’aveva sempre ignorato quando
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conseguenza. E poi, lei l’avrebbe desiderata davvero, una
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ne avesse mai sospettato l’esistenza: a chi, se
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aveva fatto sempre prevalere l’agnosticismo del medico sulle
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assurda speranza di scorgere l’insegna bruno e oro
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senza contare che ormai l’espressione «casa nostra» aveva
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quel sordo ruminare che l’impegnava da quando aveva
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che per settimane se l’era vietato, trovò il
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loro fronde sempreverdi sfidavano l’inclemenza della stagione tentando
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di conservare al cimitero l’aspetto di un giardino
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la scacchiera del vecchio, l’unica cosa che aveva
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al tassista non diede l’indirizzo della casa sul
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realizzare a modo suo l’antico sogno della madre