parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carlo Bernari, Speranzella, 1949

concordanze di «l»

nautoretestoannoconcordanza
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1949
è monarchica, e perciò l’ho detto: sta sempre
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che quelli che ce l’hanno vuota.» ¶ «Com’è
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né veri pezzenti; sono l’imbottitura, quella che sta
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sta dentro; e per l’imbottitura qualunque cuscino è
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il cuscino ed esce l’imbottitura. Allora il vero
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viva il re!” fa l’altro. Così il re
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è odio incarnato!» ¶ «Essa l’ha voluto!» disse il
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naturale esperienza; e disse: «L’affare di questi re
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e rise, per sottolineare l’arguzia del proverbio. Ma
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leggere bene?» ¶ «La terza l’hai fatta? L’alfabeto
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terza l’hai fatta? L’alfabeto allora lo sai
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cerca di capire anche l’ultima, che è questa
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re nel portafoglio? Ve l’ho visto io, non
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dalla tua disposizione.» ¶ «Ce l’ho» disse il ragazzo
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Ma ci vuole pure l’istruzione.» ¶ «L’istruzione te
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vuole pure l’istruzione.» ¶ «L’istruzione te la fai
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che aveva messa tutta l’anima a istruirlo; benché
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stancato. Ma per capire l’indole di Michele bisognava
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Gli doveva sembrar strano l’affaccendarsi di Michele attorno
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svago. Vorrei avercela io l’età tua! Vatti a
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da quel momento cominciava l’ascesa della macchina verso
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Costruito il carroccio, con l’aiuto di Michele e
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col piede, mentre terrà l’altro piede sul freno
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una corsa folle, che l’urlo arrugginito del claxon
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a nessuno era venuta l’idea di ordinargli la
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velluto rosso. ¶ Era arrivata l’imbasciata della Pizzicatella; e
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il magliaro. Hanno trovato l’oro vicino casa, si
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dire di aver trovata l’America a quattro passi
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catenella d’oro con l’immagine della Madonna del
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bocca per non sacrificare l’oro di una bella
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ora un polso ora l’altro, perché al sinistro
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col voi: ¶ «Posso avere l’onore di una parola
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dal piedestallo su cui l’avevano fatta salire proprio
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hanno dovuto perfino coprire l’armadio. E voi domandate
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alle vicine, fosse pure l’Apocalisse, non vedeva però
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le visioni di cui l’occhio di sopra non
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soddisfazione di veder progredire l’idea; e come se
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riusciva ad individuare esattamente l’opera e l’influsso
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esattamente l’opera e l’influsso della sua allieva
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una può concentrare meglio l’idea e metterci sopra
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principale?» aveva sempre domandato l’Arcangelo biondo, dondolando con
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schermo del basso. Era l’ora in cui i
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affrettata ad uscire; sotto l’arco, nella trasparenza delle
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Ma per quanto riguarda l’idea mia, non aver
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faccenda del re. Me l’hanno presentato il mese
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gote fosse ancora visibile l’impronta delle cinque dita
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da tempo andava infiorandone l’altare di S. Rita
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non disposta a riconoscere l’errore, giacché non erra
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Ormai la gente se l’è imparata a memoria
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presto presto e metti l’acqua: al primo bollo
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il difficile, il boccafina, l’incontentabile: «Se è quella
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roba di Gragnano, che l’ho avuta proprio per
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e metti a bollire l’acqua; subito però accendi
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acqua; subito però accendi l’altro fornello, così mentre
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altro fornello, così mentre l’acqua bolle da una
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Adesso non faceva né l’una cosa né l
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l’una cosa né l’altra, se ne stava
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sedeva si voltò verso l’interno. ¶ Passò un secondo
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la curiosità di Pascalotto, l’allarme di Elvira e
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allarme di Elvira e l’imbarazzo di Ciccillo, che
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mise nella parola tutto l’inchiostro dei suoi occhi
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i tre. ¶ «Meglio, se l’avete visto, meglio; almeno
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meglio di me, giacché l’avete vista!» piagnucolò Nannina
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a fischiettare, per richiamare l’attenzione delle due donne
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disse invece Ciccillo. ¶ «Se l’ora è giusta e
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tanto a momenti è l’ora del cinematografo. Che
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nel veder apparire sotto l’arco Michele. «Ah, ecco
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bavero della giacchetta alzato, l’aria torva, il passo
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così la Cafettèra chiamava l’andirivieni degli avventori, ciascuno
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di sciacquatazze a cui l’avevano adibita. Imbronciata, ma
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danaro e saluta rumorosamente l’avventore. Così sarebbe durato
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gli inglesi rompevano invece l’assembramento a colpi di
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domandò donn’Elvira con l’affanno nella voce. ¶ «State
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tra due agenti con l’elmetto bianco, due col
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all’improvviso, non me l’aspettavo neppure io. Era
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poi la tela non l’ho capito troppo bene
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volevo arrivare io.» ¶ «E l’ho capita!» disse il
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osservò la Cafettèra con l’aria afflitta, vedendo allontanare
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pende se uno ce l’ha o non ce
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ha o non ce l’ha, il flusso magnetico
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un sonno veloce, che l’allontanasse presto dalle immagini
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tirare, e uno dietro l’altro si svolsero i
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e lanoso. ¶ XIV ¶ Dietro l’uscio socchiuso dell’O
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sentirsi battere in fronte l’aria della notte perché
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E la branda – che l’ultimo operaio prima di
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operaio prima di lasciare l’officina gli preparava sotto
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tra una spalla e l’altra. ¶ Quella sera neppure
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negli occhi. Appena sente l’odore del letto gli
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del letto e se l’appoggiò sulle spalle appena
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perché dici così? Ce l’avessero tutti un padre
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a non lasciarsi sfuggire l’occasione di penetrare i
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di cui è gremito l’arrangiarsi. Michele afferrò subito
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arrangiarsi. Michele afferrò subito l’ultimo significato in un
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storto, imbarcarsi clandestino per l’America. Ora che ci
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per proprio conto, credendo l’altro addormentato e non
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col caffè. E poi, l’avete detto voi stesso
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maestra si quietò. Perché l’occhio che ora si
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sole fra le nuvole l’occhio si chiudeva offeso
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lunghi tratti di silenzio; l’alto velo di polvere
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fu a terra. ¶ Mentre l’americano toglieva le provviste
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marcite, ma tornando presso l’auto trovò il sergente
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invece accortamente rovesciava dietro l’albero. Ma erano bastati
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ogni tanto dove fosse l’occhio della sua maestra
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arrivare sulla terra. Perciò l’americano beveva e, incurante
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s’è ficcato?) Ma l’americano non aveva badato
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dalle dita, aveva bruciata l’erba in tondo e
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idee, Nannina capì che l’uomo non la minacciava
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sguardo torbido dello straniero l’impotenza tradursi in ferocia
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stata colta la Cafettèra: ¶ «L’abbiamo trovata già curiosa
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veramente, ma rivolti verso l’interno a guardare chi
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sempre affaccendata e chiassosa l’aveva scavalcata nelle manifestazioni
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D’intesa, uno dopo l’altro, fecero tutti l
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l’altro, fecero tutti l’atto di sporgersi dalla
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di aprire uno dopo l’altro tre cassetti, al
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compromessa, se non contaminata, l’americano. «Faccio un’altra
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avere, o forse ce l’aveva davvero, un disgustoso
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lo ricordava benissimo. Eppure l’impressione che quelle mani
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dita a stringere, non l’abbandonava. Avvertiva ancora attorno
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quando incontrò di nuovo l’occhio della sua maestra
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ci teneva a fare l’uomo, a recuperare la
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un poco tranquillo…!» ¶ Parenti, l’ex pellicciaio che era
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si allontanarono uno dietro l’altro: una lunga fila
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Elvira. Verso Vico Berio l’acquaiolo, nel trionfo dei
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dove i suoi occhi l’avevano lasciata ordinò: ¶ «Chiudi
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quel fuoco che ora l’avvampava. «Su, dai, Ciccì
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altezza del cuore con l’effigie di Umberto fra
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volto di legno bruciato. L’occhio fisso di Vincenzo
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me, che cos’è l’Idea? E una cosa
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raccolta, perché ci ha l’intenzione di aprire una
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a Nannina di nuovo l’effigie di Umberto. «Alla
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quel grigio del cortile. L’uomo entrò, girò l
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L’uomo entrò, girò l’interruttore ed una luce
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proprio la scrittura sua, l’ha fatta lui colle
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facevo? E perché non l’ho fatta? Perché la
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Perché?» ¶ «Perché ci ho l’indirizzo, mi pare, proprio
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gli indirizzi. «Ecco, è l’indirizzo di uno che
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di intenzioni burlesche eppure l’uomo doveva prestar le
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Elvira”. Anche se nessuno l’ascoltava più, anche se
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se le forze non l’assistevano come una volta
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perché presto le veniva l’affanno e sudava tutta
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Ma… non è detta l’ultima parola!…» Ogni cinghiata
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della sottoveste. Non aveva l’aspetto della vittima; e
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di pietà, e con l’altra pudicamente si regge
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Nannina risvegliò in Ciccillo l’uomo che a porte
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prende quel poveraccio che l’hanno fatto andar via
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raccolse in un respiro l’aria più soddisfatta che
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esiste… Sapeste quante volte l’ho pensato questo momento
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che io vi dichiaravo l’idea mia e voi
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che il potere ce l’ho. Vi ho fatto
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ai clienti, non toglierà l’occhio dalla strada fino
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altra forma che accolse l’anca e con una
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Faglielo sentire dove ce l’hai il pepe tu
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niente. Doveva essere proprio l’occhio di donn’Elvira
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oltre il bolerino. ¶ Ce l’aveva, sì che ce
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aveva, sì che ce l’aveva il petto. Qualcuno
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parola avrebbe prolungato inutilmente l’oscuro discorso. ¶ «Yes?» domandò
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discorso. ¶ «Yes?» domandò sgomento l’americano, appena si fu
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za, za, za, zàzazazà…» ¶ L’americano guardò nello specchietto
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gridò di nuovo fissando l’immagine dell’uomo riflessa
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retrovisivo. ¶ Appena vide che l’erbivendolo faceva un gesto
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e s’avviò verso l’italiano. ¶ Nannina atterrita si
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con passo calmo verso l’erbivendolo, che arretrava invece
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scansò con violenza, prese l’erbivendolo per la scollatura
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la scollatura del gilet l’attrasse prima verso di
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un pugno alla gola. L’uomo si afferrò i
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lembi del panciotto, che l’americano aveva mollato, e
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conosceva, e sapeva che l’avrebbe protetta, non offesa
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protetta, non offesa, se l’avesse riconosciuta sotto quei
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Zazà, ma solo attrarre l’attenzione del passante sulla
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imbocco di via Caracciolo l’americano fermò la macchina
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la macchina e fissò l’aria che ingrigiva. Come
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intenso laggiù su Posillipo. L’americano certamente fu preso
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Nannina scambiando per disprezzo l’incantamento dell’uomo si
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minuscole voragini, vaiolo pareva, l’occhio s’era fatto
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nuvolosa. ¶ «Non capito?» chiese l’americano, poggiando la sua
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la coscia e vide l’americano arrovesciare indietro la
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nel reggiseno e cavò l’elenco degli indirizzi che
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in quel gesto vide l’occhio di donn’Elvira
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all’occhio Nannina; e l’occhio fece di si
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palmo della sinistra. Ma l’americano non capiva. Allora
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capiva. Allora lei, facendo l’atto di scriversi con
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atto di scriversi con l’indice nel palmo della
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carta. Capito? Carta! Dove l’hai messo… il papiello
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papiello…?». ¶ «Papier?» cantò quasi l’americano e modulando un
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signorina come dite voialtri…» ¶ L’americano sollevò le mani
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richiamando con la mano l’attenzione del guidatore verso
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rendesse più piacente. Ma l’americano non si volse
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porti, amico?» disse Nannina. ¶ L’americano fece un sorriso
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neppure antipatico. Un fascino l’aveva. Ma quella puzza
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dice a che serve l’istruzione! ¶ «Sentite…» cominciò Nannina
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sola parola d’inglese l’affrancava però dal dovere
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chiese Nannina, e avuta l’approvazione dall’occhio della
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e l’avviò verso l’ingresso. ¶ IX ¶ Ciò che
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insenatura dei due cuscini, l’anca presso la sponda
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dibattono per quante mani l’hanno toccata e accarezzata
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un nottambulo esce e l’altro s’affaccia nel
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ultima tazza di caffè. ¶ «L’ultima e poi chiudo
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gara all’insonnia con l’acquaiuolo che faceva una
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Be’ – così Elvira chiamava l’acquaiuolo non conoscendo il
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s’affrettava a dire: «L’ultima; proprio l’ultima
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dire: «L’ultima; proprio l’ultima, e poi chiudo
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Ma non era mai l’ultima, né mai chiudeva
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porta. E rassicuratosi che l’odioso ragazzo dormiva, era
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presta?» ¶ «E non ve l’ho mandato a dire
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pare. E quest’è l’abbiccì per uno di
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certa gente, e io l’ho sperimentato, che è
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mi miniera. E ve l’auguro di tutto cuo
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cui presto si fece l’alba. E fu come
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del lino ora sotto l’ascella destra ora sotto
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per raggomitolarsi; poi, quasi l’avessero morsicato, ridistese le
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1949
io.» ¶ «E quando mai l’abbiamo vista la croce
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mai, mai, mai» gridò l’Elvira, sconvolta; sconvolta perché
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ritrovarseli per il cervello l’indomani. ¶ Si sarebbe voluto
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che fuggiva si sostituì l’immagine di donna Filomena
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così.» ¶ A quel richiamo l’intera notte si rattrappì
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ragazza, avviandosi assonnata verso l’acquaio per stringere i
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pensiero che don Luigi, l’amante, aspettava lei per
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di quelle settimanali vincite, l’ambo, il primo estratto
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la vecchia, e come l’amante non aveva perduto
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sospirava: ¶ «Il signore non l’ha voluto per questa
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Ancora disoccupato?» mugugnò tra l’acqua donn’Elvira. «E
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morto una tessera ce l’hanno tutti.» ¶ «Ma quella
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del re non ce l’hanno» disse Elvira raccogliendo
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volta Michele lo tradiva. L’aveva voluto sempre con
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ne ha bisogno.» ¶ X ¶ L’acqua calda rimase negli
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Vennero in fila Mastrovincenzo l’elettricista; poi vennero insieme
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fare a meno… Ma l’offesa non mi piace
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vestito. Dov’è andata?» ¶ «L’ho mandata per servizi
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è cosi? Ora sentite l’idea mia; che è
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mia; che è pure l’idea di tanta gente
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che voi neppure ve l’immaginate. Vi pare a
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Ma come, prima fanno l’armistizio, e lo costringono
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chi?» ¶ «E come, non l’avete ancora capita? Noi
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che muore. Questa è l’idea che mi sono
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tu poi mi domandi l’idea mia allora per
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milioni. Chi non ce l’ha se lo vorrebbe
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egoisti che ci mangeremmo l’uno con l’altro
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mangeremmo l’uno con l’altro, repubblicani!» scoppiò in
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1949
del purgatorio… E come l’avete detta bene, signor
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1949
Nannina, come dal confessore, l’ho mandata da Rafilina
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1949
e l’acquaio, fra l’acquaio e la credenza
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1949
oltre la soglia che l’inverno aveva tinto di
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1949
so, non lo guardo l’orologio.» ¶ Elvira ritrasse il
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1949
pensa?» la interruppe Elvira «l’importante è che si
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1949
Nannina. «Però: volete mettere l’altezza, la salute di
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male, conoscevo la strada. L’occasione non mi è
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1949
si muove. La creatura l’ha inchiodata. I figli
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a momenti ci ha l’età tua.» ¶ «A me
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1949
Sanità!… Vorrei avercela io l’età tua e ti
250
1949
si tolse dalle spalle l’impermeabile bianco che portava
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1949
la testa sul petto. L’aveva guardato tante volte
252
1949
Elvira, appena fu uscito l’Arcangelo Gabriele. Ma Quella
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1949
cautela per non compromettere l’onorabilità. Farla odorare è
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1949
mente di Elvira, come l’estremo rimedio all’onestà
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1949
all’onestà che vuole l’uomo ingolosito fin sulla
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di musica son pronti, l’uno col registro e
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1949
uno col registro e l’aspersorio, l’altro con
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registro e l’aspersorio, l’altro con la carta
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che tradotta significa esattamente l’opposto: sarà, cioè, capace
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1949
si trattava; per attrarre l’americano che Nannina teneva
261
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e dell’onore controbilanciava l’esatto opposto, il senso
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donn’Elvira la Cafettèra l’avevano turbata. Forse dai
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fidare di me.» ¶ «Uèhè, l’aglio» passò come la
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tra una pozza e l’altra. Era spiovuto, ma
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loro zoccoli strascicati laceravano l’innocenza; e in tutte
266
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furia di frequentare Mastrovincenzo l’elettricista. Nei bassi di
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la sua mano verso l’ala di luce che
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visitatori si tenevano stretti l’uno all’altro con
269
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su cui batteva anche l’onda di un respiro
270
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vecchietto a Nannina. ¶ «No, l’ha smessa, finalmente» disse
271
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disse Nannina e sogguardando l’Arcangelo Gabriele: «E perché
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se vi dico che l’ho sperimentato… Ho ventinove
273
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bocca e accennando con l’altra mano alle scale
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bocche sempre più distanti l’una dall’altra per
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lo so, ditemi ora l’età e la condizione
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perché la comare che l’aveva a lui indirizzata
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di Apollo. Poi disse: «L’incontro di Venere con
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un’effigie a cui l’indovino volgeva le spalle
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un’ombra irriverente. Così l’occhio a fatica ravvisò
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una mano a nascondere. L’uniforme che il principe
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e di certezza per l’avvenire del paese. Invece
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leggevano il tormento e l’incertezza di tutta un
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Ottobre ottobre: Bilancia secondo l’antica strologia, Vergine, secondo
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Nannina lo fermò. ¶ «E l’esperimento che ha detto
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la mano sana rimuginava l’aria sulla testa di
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capo e facendo vibrare l’altra all’altezza degli
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segno di crollare sotto l’ipnosi: allora il mago
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mano sulla spalla e l’avviò verso l’ingresso
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arrivò un brevetto con l’onorificenza. Era ormai il
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appetiti più elementari videro l’altro volto della paura
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vuoto si ripopolava e l’ombra restituiva al selciato
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i Vincenzini che scortavano l’americano riprendevano la litania
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modo da far ritrovare l’americano nelle viscere di
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così pieno di roba? L’americano beveva, sempre più
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invariabilmente Nannina. ¶ «E magari l’avrai pure schifata, di
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La verità? Ebbene, si, l’aveva schifata. L’aveva
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si, l’aveva schifata. L’aveva schifata perché erano
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altri, i fascisti, ridevano: l’avevano sempre detto, loro
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della loro Prosperity e l’avrebbero mandata agli americani
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Alla domanda se lei l’aveva schifata tutta quella
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di Dio, signora mia, l’ho proprio schifata.» ¶ «Hai
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Hai ragione figlia mia… L’unica cosa possibile sono
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pensò Nannina. Un dubbio l’assali: che lei fosse
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sua sincerità aveva conquistato l’intero corpo di guardia
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voleva che egli portasse l’indomani l’intera uniforme
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egli portasse l’indomani l’intera uniforme. ¶ Così fece
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tutti e due… Dove l’avreste venduta voi la
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e fuggi via. Nessuno l’avrebbe inseguita, né il
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sopra le case e l’umido selciato. L’autunno
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e l’umido selciato. L’autunno aveva già dipinto
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canne e da scope. L’inverno passava da un
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sentì precipitare perché nessuno l’avrebbe fermata. Fu assalita
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un lungo ago. Era l’ago dell’inverno; e
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richiamò con quel gesto l’attenzione di un M
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le cosce; e quando l’ebbe messa sulla posizione
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a chi lo dite.» ¶ L’M.P. si avvicinava
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sostavano in fila dietro l’angolo della Questura. Ad
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cellulari si furono allontanati, l’M.P., agitando le
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home» fece di nuovo l’M.P. «Casa» aggiunse
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pronunciare il suo sì l’americano le poggiò una
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indirizzo. ¶ «Dove abitate?» chiese l’americano. ¶ «Non abito» fece
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mina copiativa le venne l’idea di dare all
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di dare all’americano l’indirizzo di Ciccillo. Ciccillo
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nuovo. ¶ «Buono indirizzo?» chiese l’americano. ¶ «Buonissimo» disse Nannina
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disse Nannina, sicura che l’americano fra tanti off
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wait for me?» chiese l’americano e allo stupore
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sempre Qualcuno o Qualchecosa, l’occhio rivolto alla strada
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dopo averne sommariamente controllata l’esattezza a confronto con
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trovare la pagina con l’arrivo della ragazza tra
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storia, ora?” si chiedeva l’Elvira, mentre con la
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che non abbiamo altro, l’unica cosa che ci
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sperare adesso? Don Tremendì, l’inferno, sapete che vi
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sapete che vi dico, l’inferno sta sulla terra
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della Madonna del Rosario. ¶ «L’ho girato or ora
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e il caffè è l’unica cosa… Dunque» ¶ Al
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tra il fornello e l’acquaio, fra l’acquaio
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sguardo del padrone. Ha l’aria seccata il mastino
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alla via dove sorgeva l’abitazione del Sergente Maggiore
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per ricordarsi di girare l’angolo, per salutare con
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mal di schiena Mastrovincenzo l’elettricista. ¶ «Ci vediamo.» ¶ «Buona
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a sciacquabarile, ora serrando l’occhio destro ora il
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tra una spalla e l’altra; e trae un
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dalla sua ronda. È l’alba fra poco, la
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sfila la borraccia e l’offre allo zoppo che
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Fido ringhia e guarda l’alba che già incorona
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un po’…» Si palpa l’aria, laddove dovrebbe esserci
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a momenti, che me l’amputarono.» ¶ Ecco un’altra
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continua a dolere dopo l’amputazione. ¶ Quando il barellista
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voi che come ve l’ho sistemata io… Vi
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spese.» ¶ «Che spese?» domandò l’elettricista ormai zoppo. ¶ «Come
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paglia torno torno?… E l’iniezione che ci ho
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cassetta su misura e l’ho pure verniciata. Ci
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coperchio e trasse fuori l’arto avvolto in un
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una diecina d’anni… L’avete come si dice
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un bel funerale» rispose l’infermiere involtando l’arto
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rispose l’infermiere involtando l’arto nel giornale come
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un cenno della mano l’inserviente che si allontanava
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gamba la tabella con l’out of bounds che
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fatto il camioncino se l’è andato a rivendere
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battere il coltello contro l’acciarino. È la sveglia
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e accorrono miagolanti verso l’uomo che avanza facendo
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che avanza facendo tinnire l’acciarino. Dopo poco son
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freni. ¶ «Pussa via!» grida l’immondezzaio saltando giù dalla
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avventori a riempirlo, che l’ultimo, il conducente, deve
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e non aggiunge altro. ¶ L’altro, rimasto fra lingua
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la gioia del Quartiere l’essere riconosciuti e salutati
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dalla luce verde è l’eloquente decorazione del suo
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trafelato. ¶ «Ora ora me l’ha consegnata.» ¶ «Principà, state
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neppure quando gli necessita l’aiuto. Solo di Michele
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Michele si fida. ¶ Michele, l’altro figlio di Ciccillo
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camioncino che non parte. L’officina è vuota: due
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non c’è più l’infuriato mercante che si
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negli altri giorni annera l’aria. Resuscita l’appetito
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annera l’aria. Resuscita l’appetito addomesticato a razioni
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al sabato, ecco, ce l’abbiamo fatta. Sembra di
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i friggitori per rinnovare l’olio nei padelloni e
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fatto la faccia e l’udito alla voce di
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quel signore biondo come l’Arcangelo Gabriele. ¶ Ora si
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orlo di un abisso». ¶ L’indovino lo chiama invece
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borgata, che abbia indossato l’abito nero dello sposo
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stava alle spalle come l’abitino della prima comunione
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un uomo; non più l’onesto giovane di borgata
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potere magico, egli diceva, l’aveva colto al fronte
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sulle trincee del Carso l’ora degli attacchi austriaci
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non le avesse negata l’assoluzione, ma forse appena
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appena Padre Ferdinando; ve l’immaginate voi mentre si
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conserte per andarsene verso l’altar maggiore dove don
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quelle corone che con l’aiuto di don Pasquale
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rasserenata per un verso, l’anima tornava però in
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permesso; là il Caio l’aveva fatta aspettare perché
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pensiero più di tutti l’angustiava ed era che
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quest’ultimo affronto! ¶ Svanito l’americano – (eppure che peccato
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E voi che ce l’avete a fare l
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l’avete a fare l’occhio magico?. Ce l
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l’occhio magico?. Ce l’avete o non ce
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avete o non ce l’avete questa potenza per
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E allora mandatemi appresso l’occhio come un cane
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di un uomo, come l’ex pellicciaio, che non
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e il collo ornava l’arco d’ingresso. Si
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tese una mano verso l’interno e sollevò il
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non vuoi fare carte. L’ho capita l’antifona
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carte. L’ho capita l’antifona o no? Ma
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Vedi niente, tu?». ¶ «Ve l’ho fatta!» gridò allora
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corte. ¶ E non fu l’ultima, perché di lì
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volta la mobilia e l’interno del suo cappello
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c’era vuoto per l’officina. Mastrovincenzo e il
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dirle: ¶ «Stava mangiando…» lei l’interruppe bruscamente: ¶ «Non m
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nascondere a se stessa l’emozione di cui si
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quel corso di idee, l’afferrava per il collo
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da don Giosuè Mele. L’avviso però era in
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sull’imbarcadero ripescando con l’unghia caparbia anche lei
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due giorni con tutta l’apparenza di due giorni
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È meglio se ce l’ha il giovane, o
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suolo patrio, diretti verso l’esilio. ¶ La notizia la
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la sua sola mano. L’uditorio formato di comari
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formato di comari aveva l’occhio lucido di lacrime
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so’ i comunisti che l’hanno inventato. Ma io
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vi ricordate che io l’avevo detto, tale e
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Quella, ‘sta povera Dia, l’aveva visto tale e
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benissimo quando voi ce l’avete raccontato, e vi
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Diomede, il suo compagno, l’abbandonava facendosi largo nel
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da don Tremendina. Secondo l’interpretazione che di esse
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perché essa le attribuiva l’obbligo di saper tutto
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Fitta di visite fu l’ultima vigilia, che menò
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non era ancora spuntata l’alba che i vicini
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notturna o qualche zittio; l’inferno doveva farlo Pascalotto
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dire eccola lei, sempre l’ultima! Poco dopo le
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a voi non ve l’hanno detto? Ho visto
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pensava a lei. Aspettava “l’anima del purgatorio” anche
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pensava la Pizzicatella. Ma l’illusione di trovar deserta
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illusione di trovar deserta l’adunata svanì appena fu
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coprire nera e massiccia l’intera piazza. ¶ Turbata, la
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in giù. Per quanto l’ugola metallica appesantisse le
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pochi tiepidi applausi suscitò l’oratore che osò accennare
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loggione, disse: «Mi pare l’opera quando tutti cantano
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sul palcoscenico». Giù continuava l’applauso, si voleva qualcosa
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stringendolo al gomito con l’altra mano, lo agitò
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soldi fanno miracoli?» domandò l’uomo affrettando il passo
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Cinque Piaghe, e raggiunse l’angolo di Toledo in
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reggeva un cartello con l’effige di Maria José
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scudi, uno sul davanti l’altro sul di dietro
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con Elvira al centro, l’artefice di quella grande
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riscossa dei monarchici. Poi l’acquaiolo di S. Pasquale
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niente lui» Perché non l’ha scomunicata? Non ha
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calma; e si ristabilì l’ordine. Ma i reparti
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richiamò con quel grido l’attenzione della Cafettèra che
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dallo sbigottimento in cui l’aveva precipitata la carica
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Qualche ora soltanto e l’apoteosi della Cafettèra era
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il petto magro. «E l’ho vista pure io
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sinistra, per raffigurare forse l’imposizione della legge –: «Anna
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E che interesse?… Ve l’ho giurato, non devo
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ma come ne mutava l’aspetto! Dalla sua nudità
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la casa della comara. L’indirizzo suo, esatto, sapete
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è?». ¶ «Io conosco solo l’indirizzo che sta scritto
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Sapeva forse dov’era l’occhio della Cafettèra, che
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affogava nel silenzio. Intanto l’ago dell’imbroglio cuciva
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ago dell’imbroglio cuciva l’abito per Nannina. Ma
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se gliel’ha fatta, l’ha dovuta combinar grossa
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E chi non ce l’ha avuta una storia
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si può dire, scusate l’espressione, porcheria di donne
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gruppo delle comari che l’aspettavano ansiose. E appena
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ad uncino, e fece l’atto di pensare. ¶ «E
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mai dove si finisce. L’avrà presa da un
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da un americano e l’avrà passata ad un
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un altro. E questo l’ha denunziata» disse donna
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qui si deve vedere l’abilità di una donna
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insinuando, ma non con l’idea di far del
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potere di fare uscire l’oro dai sassi, prosegui
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anima di Dio, ve l’assicuro io, non ce
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e annebbiata nella mente, l’aveva sentito e contemporaneamente
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ogni costo volesse attirare l’attenzione dei passanti. «Vedi
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dal tombino che se l’era inghiottita. Allora Ciccillo
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sa,» cominciò Ciccillo incuriosito: «l’hai mandata in giro
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il re, già te l’ho detto. Sta fuori
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tu a Michele non l’hai potuto mai vedere
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Nannina depose a terra l’asse su cui era
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scatto, tolse dal tabellone l’immagine del sovrano, la
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tra una spalla e l’altra. ¶ «Ho sentito» fece
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senza fumo. ¶ «E te l’immaginavi, tu, una cosa
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che quella è stata l’ultima parola del medico
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parola del medico, che l’ha visitata davanti a
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ragazzo non voleva ripeterla l’ultima parola del medico
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vergine?» Questa era stata l’ultima parola del medico
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La sua diagnosi anzi l’aveva fatta a voce
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risposto, possibilissimo. ¶ «E già. L’americano doveva avercela in
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da un’altra, e l’ha trasmessa a lei
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Ma è sana… come l’ha fatta mamma.» ¶ Nannina
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gli occhi impauriva. ¶ «Questo l’ho capito, non sono
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Dovresti saperlo, che fai l’infermiere da tanti anni
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ricordato della paziente e l’aveva richiamata presso il
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dai vetri smerigliati, tranne l’ultimo in alto, attraverso
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passava per la strada l’antica voce a cui
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a crescere. Il dottore l’aveva fatto girare intanto
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guardare lì e con l’udito inseguire la voce
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non teneva né per l’una né per l
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l’una né per l’altra parte; ma forse
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Ciccillo. «Per forza! E l’aria dottò, dove l
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l’aria dottò, dove l’andiamo a prendere noi
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donna. Peggio che per l’uomo. Perché quand’è
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Perché quand’è terziaria l’uomo non la trasmette