Matilde Serao, Addio, amore!, 1890

come egli diceva, trovava l'impronta di una disperazione

darle un conforto, che l'aiutava a vivere ancora

angolo, senza che avesse l'aria di vedere o

e ardente a cui l'esistenza appariva con tutte

morta, un subitaneo sgomento l'aveva fatta ricadere sul

creatura, limitata, consumandosi per l'amore che le mancava

scritto... - disse. ¶ - Quando? - disse l'altra, trasalendo. ¶ - Ieri... scrive

ne andarono da Napoli, l'ultimo giorno di maggio

in cui aveva sciupato l'ultimo suo impulso di

suo impulso di energia, l'abbattimento l'aveva vinta

di energia, l'abbattimento l'aveva vinta e non

tranquillità. La stanchezza infinita l'aveva colta: ella aveva

dolore come Giacobbe con l'angelo, e si era

ne andò, chiudendo pianamente l'uscio con la sola

minuto mille pensieri tumultuanti l'avevano sconvolta, subito la

acceso. Quella luce e l'assenza d'ogni rumore

assenza d'ogni rumore l'agitavano anche più: due

giorno, domandato ad Anna. ¶ - L'ombra mi fa paura

glauco che dava loro l'aspetto di una visione

poco lume verdino, aveva l'aspetto di una naufraga

di una naufraga, dormiente l'ultimo sonno nel fondo

cui sguardo vagava, con l'attrazione sempiterna alla delicata

alla delicata stanza, dove l'azzurro si faceva bianco

occhi, dove tutto era l'emblema di una giovinezza

fiori per Margherita - mormorava l'altra, andando a una

chissà, lo avremo per l'apertura della stagione balneare

come se navigassero per l'ampio mare cerulo: alla

ella intese nuovamente tutta l'amarezza della sua vita

che ne sentiva quasi l'acre sapore sulle labbra

ironica della sua voce. ¶ - L'aria di Sorrento non

prese una sigaretta e l'accese. ¶ Ella guardò vacillare

con un lamento, guardando l'alto cielo stellato, quasi

non la conoscono, non l'hanno mai trovata, facendo

hanno mai trovata, facendo l'autopsia del cadavere. Ma

che si dilata sotto l'onda dell'emozione passionale

fibra per fibra, gelandone l'epidermide, spezzandone ogni energia

calma. Non ho più l'ombra di una speranza

più che cosa sia l'amore, se mi domandate

i vostri sentimenti, con l'assorbimento, con la concentrazione

gran mare scintillante, sotto l'argenteo riflesso della luna

voi, o che non l'avreste mai più provata

provata, o che non l'avreste mai provata per

pazientemente. Ve lo dissi, l'altro mio sogno... ¶ - Ditemelo

più profondamente, più intimamente, l'opera di protezione, che

recriminazioni? ¶ - Io aspetterò, pazientemente, l'ora felice del vostro

quali confini possano arrivare l'anima e il corpo

serenamente il presente e l'avvenire. Anna, io sono

alla verità, e che l'avvenire, certo, correggerà con

con la fedeltà e l'abbandono di chi ha

e nulla vede oltre l'orizzonte del sentimento: amarlo

nè la vanità, nè l'ambizione: amarlo, infine, così

egli stesso dominato. Se l'amore fa ancora di

lo conosco. E non l'ho mai chiesto a

una seconda volta: non l'ho chiesto a me

delle mie parole, dove l'anima mia si genufletteva

che mi rivelò tutta l'inanità delle mie speranze

abbastanza, colui che era l'indifferenza, era accorso a

la forza. Dopo... tutta l'anima mia, trasformata, non

la propria fragilità, cercando l'ombra della vostra figura

e che importa, poi? L'unica cosa che m

cosa che m'importa, l'unica che io voglio

a non turbare neppure l'apparenza della vostra vita

la passione mia preferirà l'ombra. Io debbo amarvi

morte, sino a che l'anima vive, in questo

poi dell'amore: è l'amore istesso: per sempre

sempre, niente altro che l'amore. Che debbo dirvi

e non potete calcolare l'effetto di una vostra

con cui era scritta, l'umile riserbo che vi

soddisfatto e lusingato, se l'orgoglio maschile che alberga

vi era una preoccupazione. L'amore di Anna lo

la sua idea. ¶ Certo l'amore di una bella

è certamente grazioso, quando l'uomo ha quarant'anni

se stessa? Non viene l'istante della ribellione, il

stato di ascetismo: ma l'ora sarebbe giunta in

amata da Cesare Dias. L'amore non corrisposto è

chimera di breve durata: l'amore ha bisogno d

scrivere? Nulla. Egli non l'amava. Essa lo aveva

il suo segreto, dopo l'ora di spossatezza che

Dio! ¶ - Che avete? - disse l'altra trasalendo. ¶ - Nulla, nulla

volto, quasi a dissiparne l'emozione. - Andate pure di

dimenticatelo: un giorno o l'altro me lo direte

isvenire, tanto quello scherno l'aveva straziata. Egli se

modesta nelle vostre speranze? ¶ - L'avvenire è nelle mani

contentereste, anzi non vivreste. L'avvenire, bel fatto! Cioè

vita, mentre ancora non l'avevano goduta, mentre lasciavano

cercando di recarvisi appena l'estate cominciava, cercando di

cosa umana, invocante soltanto l'estrema risoluzione della morte

ore di contemplazione, con l'occhio vago, trasalendo quando

un sorriso, celare tutto l'interno strazio. Era diventata

di malinconia, che solo l'anima arida e dura

a Cesare Dias. Era l'unica, solitaria manifestazione di

sole, o, nella serata, l'ombra addensarsi negli angoli

non osando di rileggere l'ultima parola che l

l'ultima parola che l'aveva fatta scoppiare in

doloroso, che ella malediceva l'ora e il momento

stessa gli aveva tolto l'obbligo di rispondere: ed

incontro avesse loro ridata l'allegria. Ella andava vivamente

un'altra volta: era l'ora della passeggiata. Difatti

carrozza; era salito sopra l'alto carrozzino di fabbrica

nella sua voce anche l'odio, non importa, non

casa, Laura osservò subito l'aria raggiante e umile

più di nulla. Pure, l'indomani, mentre Anna, subitamente

tranquilla. ¶ - Oh savia Minerva! - l'interpellò Dias, stringendole la

dimenticata; la persona che l'aveva provocata era sparita

erano vigliacche e che l'avrebbero condotta a un

impallidiva di spavento. Adesso l'umore di Anna era

scuoteva, come se tutta l'anima sua fosse presa

che avrebbe dovuto dire l'indomani a Cesare Dias

fiato per convincerlo, soffrendo l'incubo di quella discussione

fibre, nè a dissipare l'inquietudine del suo spirito

millesima volta, ella ebbe l'impressione di quella indifferenza

ama, poi. ¶ - Io non l'amo e non voglio

voglio sposarlo. ¶ - Non serve l'amore, pel matrimonio - osservò

che gelosa cura io l'ho tenuto nascosto, questo

figliuola; e voi disprezzate l'occasione, la lasciate sfuggire

scappate di casa, arrischiate l'onor vostro, vi salvate

potete chiedermi questo - mormorò. ¶ - L'amore è una chimera

di non amarlo! ¶ - Cercate l'altra ragione - ella disse

più di tutto, insolita l'asprezza della forma, con

Luigi Caracciolo che era l'avvenire, erano sparite dalla

oneste, che han caro l'onore, gelose della reputazione

giustamente e crudelmente, me l'avete rimproverata - e ci

testa e più inchino l'anima e vi do

la verità, e che l'anima mia vuole venire

se non lasciate che l'anima mia cammini accanto

alla vostra, sentendo tutto l'effluvio magnetico, potente, della

è forse Giustino Morelli, l'uomo che mi ha

senza curiosità. Io non l'odio: io non sono

si ama impunemente, poichè l'abbandono del cuore non

spirituale. Ah, io non l'odio, Giustino Morelli, che

coscienza, d'aver messo l'ideale e l'amore

messo l'ideale e l'amore in così mediocre

e non posso guardare l'avvenire, senza sentirmi invadere

di se stessa, poichè l'amore, per essa, è

ma io ho messo l'ideale mio, dove esso

sanguinando, si ritrova finalmente l'Eletto. Anche io vengo

anche io ho trovato l'Eletto. Poveretta anima martoriata

si è mutato tranne l'ignoranza giovanile, che è

ho capito chi è l'uomo che amate. Saluti

sentendosi perdere, avente tutta l'umiltà, tutta la purità

il suo fluido magnetico, l'amore ha un effluvio

alla tenerezza: e forse l'amore tardivo è destinato

delineava e s'ingrandiva l'ideale di una missione

in là, fin dove l'anima vive: amarlo senza

tutto quel bianco che l'anneriva; brutta brutta infine

contrasto di fisonomia fra l'ingenuità infantile e la

lo sguardo o puntava l'occhialino? Non più bella

E Cesare Dias non l'aveva graziosamente chiamata Minerva

del volto, per tutto l'incanto, che viene dalla

poche parole, quel sorriso l'avevano così colpita, che

palchi anche si applaudiva, l'orchestra ricominciava, tutti si

prezioso novello tesoro, nasceva l'illusione divina che, mirabilmente

al suono della voce: l'attimo era così bello

ricominciano ad amare, con l'abbandono magnanimo dei cuori

nuca, dicendole dolcissimamente quanto l'amava, con una languida

non veder finire, morire, l'amore. ¶ Anche Raul, anche

partire, Anna sentiva dilatarsele l'anima in quelle voci

la propria emozione, ma l'applauso era soffocato sul

sarà amato, se divamperà l'anima sorella, o se

i ghiacci del polo l'avvolgeranno? Pensare, giudicare, riflettere

di Valentina per fermare l'audace amante, che smarrimento

sulla scena cadeva esanime; l'amante si precipitava nella

e si avviò lentamente. ¶ L'uscita da San Carlo

che già sentono morire l'amore, amanti gelosi a

e che quello è l'addio. ¶ Sì, l'addio

è l'addio. ¶ Sì, l'addio: la moglie va

Talune donne, pietose, intendendo l'amarezza di questo addio

le cose, senza aver l'aria del padre che

di maritarla, di togliersi l'increscioso pensiero di quella

spesso, quando egli faceva l'esperimento di sentirla vibrare

che si potesse cangiare l'intima essenza di uno

suo carattere, a vincere l'entusiasmo, a velare il

in cui aveva ricominciata l'educazione di Anna Acquaviva

le poteva accompagnare. Coglieva l'occasione sempre: appena Cesare

sua pupilla? ¶ Anna aveva l'aria di non accorgersene

che egli ebbe proprio l'aspetto dell'uomo innamorato

che, dopo, una malattia l'aveva messa in pericolo

immensa scossa aveva subìto l'anima, avean subìto i

irritava, quando si nominava l'amore: e il suo

vi succedeva, o se l'allusione era troppo trasparente

gliel'avrebbe detta, chiedendola. L'aveva apprezzata leale. E

fate questo? Egli aveva l'aria di trascurare questa

vincere. Non vedeva forse l'umiltà di lei? Non

di affetto. Egli aveva l'aria di sentire il

suoi discorsi combatteva, inconscio, l'eterna idea di Anna

Cesare Dias, che aveva l'occhio acuto, e che

che nominava Caracciolo, vantandone l'eleganza, non solo, ma

gran difetto trovo imperdonabile: l'ingratitudine. Avete inteso? Io

aveva capito qual'era l'intenzione del discorso di

di Cesare Dias istesso l'elogio di Luigi Caracciolo

doveva decidersi subito. ¶ Pure, l'assenza sprezzante di Cesare

di trina che imitava l'antica, od occupandosi del

gli altri e che l'obbligo nostro è di

affettuose, lo guardava con l'occhio vivido, udendo le

affannando. ¶ Cesare Dias ebbe l'aria di non aver

per non restare sotto l'accusa di aver sedotto

ogni riguardo, e arrischiate l'onore, la pace, la

la forza di guardare l'esistenza in faccia, di

sterile orgoglio, così trapelante l'egoismo e la crudeltà

E colui che ve l'aveva immersa, le ispirava

era sulla montagna, fra l'aria e la luce

che già avevano spezzato l'involucro; ma non vedeva

si dia: ma quando l'opera è di quelle

di quelle che appassionano, l'interesse diventa grandissimo. Le

o le visite, o l'ora del pranzo, o

ne andavano, scialbi sotto l'alto cappello incerato, dalla

foderate di rosso, con l'occhio ovale di cristallo

sete e garze, aveva l'aria di emergere da

accennare, un ricercare con l'occhialino, ansiosamente, un girar

un zittìo, come se l'opera fosse incominciata; e

nel sorriso: sembrava che l'anima non si fermasse

subito. Stella Martini che l'accompagnava dovunque, e più

si rivolsero a lei. L'opera cominciava, diretta da

suo compagno, che prese l'occhialino e lo puntò

sulle guance, gli dava l'aria di un ritratto

fatalmente, Anna ritornava con l'occhio al palco numero

con Dias. ¶ - Ah! - fece l'altra chinando gli occhi

la propria vita e l'azione della propria vita

nell'ombra, rivolto verso l'occidente dove Apollo tramontò

magicamente alla mattina, verso l'oriente dove Apollo deve

signore, e quando prendeva l'occhialino di madreperla iridiscente

si volse subito, prendendo l'occhialino. Essi erano colà

uomini sorridevano, si vedeva l'angolo del loro sorriso

mentre Anna aveva lasciato l'occhialino, deponendolo sulla sedia

nuovo. Anna restò, respirando l'aria fresca che veniva

chiasso delle porte continuava: l'intervallo mondano del gran

Laura, adesso. ¶ - No, no, l'intervallo è finito - disse

signora era serena, raggiunto l'equilibrio nella tranquillità del

un sorriso che aveva l'espansione di un fiore

candide fronti dando loro l'esaltazione di una celestiale

vampa più alta per l'arte, per la bellezza

della giovinezza, quando e l'arte e la debolezza

rinforzano il sentimento e l'istinto dell'amore. Ella

dei cuori consci, con l'abnegazione altamente umana dei

se stesso, tanta era l'allettante stupefazione che arrestava

De Giuli Borsi, prendeva l'occhialino per osservare un

Giustino Morelli. ¶ - Ah! - fece l'altra, non sapendo reprimere

più le faceva perdere l'equilibrio che la conversazione

non è meglio aver l'esperienza autunnale, che il

pronunziò Cesare Dias. ¶ - E l'intervallo è finito: tutto

il passato, a tutto l'avvenire, il mormorio di

coi suoi occhi folli. ¶ - L'ultimo treno per Napoli

della grande stanza. Colà l'ombra, le dette senso

lei finiva, dunque, per l'amore, poichè per l

l'amore, poichè per l'amore non aveva potuto

che la rodeva distruggendone l'organismo medesimo della volontà

Anna, Anna! ¶ Nessuna risposta. L'uomo si avanzò verso

dunque? ¶ Ancora silenzio. Allora l'uomo, che aveva posato

gli occhi. E sotto l'arco della porta di

quelle delle mani ruppero l'epidermide, in più punti

schiusa ad aspirare invano l'aria che mancava al

venendo dalle intime latebre: l'assistente si angustiava invano

sul letto, di aggiustarle l'origliere, di adattarle meglio

donne quei gridi parvero l'ultima voce della fanciulla

le macchie di tutta l'epidermide s'impallidirono, s

tacito ed intimo, come l'ultimo e profondo tributo

sua stravaganza pensò che l'amico de' suoi piaceri

i legami in cui l'egoismo patisce, che detestava

stravagantissimo padre! Cesare Dias l'aveva presa sospirando, questa

la sua correttezza. Ma l'analisi chimica ignora l

l'analisi chimica ignora l'irrompere spontaneo della vita

sulla coscienza, egli provò l'acuto rimprovero interiore, che

è la gioventù con l'amore. ¶ Una pietà lo

dava il corpo e l'anima all'abisso, senza

forte le era parso l'amore di Giustino Morelli

di Giustino Morelli che l'amore di tutti loro

di pietà. ¶ E seguendo l'intonazione del fatale giorno

neri, che avevano sempre l'espressione di un indicibile

gli fosse rimasta, completavano l'illusivo aspetto del bell

Poi, dopo, ella ebbe l'aria di voler restare

segreto: lo seguiva con l'occhio: parea tendesse l

l'occhio: parea tendesse l'orecchio, ai passi altrui

stata tanto colpevole... - singhiozzò l'inferma, facendosi sempre più

mormorò Cesare Dias, con l'ombra di un sorriso

e vergognose aberrazioni, con l'abbandono di ogni decoro

un uomo che non l'amava, per una creatura

coi nervi depressi, con l'anima inondata di lacrime

impallidiva, sempre più, con l'ombra nera sotto gli

la buona suora che l'assisteva, Marta del Crocifisso

dopo colazione, alle due, l'ora in cui gli

tutto perchè egli aveva l'aria così sicura, così

se stesso che subiva l'ambiente... ¶ - Oh voi! - esclamava

quando sentiva che tutta l'anima debole e fragile

più austero che mai: l'occhio suo si facea

e di tutti - era l'assioma di Cesare Dias

uomo; egli riconobbe, malgrado l'infermità, malgrado l'espiazione

malgrado l'infermità, malgrado l'espiazione, sempre la stessa

adorate? Vi pare che l'esistenza debba avere questa

ho bisogno di amore; l'ho trovato, mi attacco

sole vivificante che è l'amore. Tu sei il

il sole, tu sei l'amore. Non mi giudicare

fanciulla pompeiana dolcissima, dice l'iscrizione. Ivi staremo sino

dove c'imbarcheremo per l'Oriente. Io ho del

lasciato nelle mie mani l'uso delle mie rendite

amor mio, è questa l'ultima lettera mia che

non sento più che l'imperioso, il feroce desiderio

la speranza dell'amore! L'ultima lettera è questa

leggerissimo si allontanò verso l'alto della chiesa, sparendo

egli si fece severo, l'ammonì che era un

vederne il viso e l'andatura: un dolore mistico

tutto era finito, non l'avrebbero più ripresa, era

pareva che una forza l'avesse respinta. Qual mano

anche perchè ne sentiva l'impressione, senza distinguerne l

l'impressione, senza distinguerne l'aspetto. E da quel

Pompei, ella ne ebbe l'incubo, e la disperazione

e un cameriere, sotto l'arco di una porta

sua vita, solo lui, l'amore, niente più, niente

piccolo orologio di fanciulla, l'unico gioiello che aveva

il suo mestiere, malgrado l'età e la stanchezza

taciturna delle sue terme, l'amore e il piacere

la città morta, tutta l'oppressione della solitudine, della

arrivo di Giustino: con l'orologetto in mano, mentre

sentimentale che possedeva, con l'abbandono più ingenuo a

leggeva gli Evangeli e l'altro la sua guida

volgarmente, come per dominare l'imbarazzo della loro posizione

allontanato, per parlare con l'oste. Poi, era tornato

non dirsi. Stando sotto l'arco della porta, gittò

la testa, pensò, con l'ardentissima rapidità dei minuti

uno strazio infinito, tutta l'onestà del suo bellissimo

batter palpebra, con tutta l'anima concentrata nella voce

il breve salotto, e l'albergo, e Pompei, e

in questo amore: te l'ho detto. ¶ - Ho inteso

a tempo... ¶ - Parole, parole: l'essenziale è, che non

stesso non poteva dirla, l'ultima parola, e la

Giustino, ella possedeva intero l'inapprezzabile tesoro di un

più, giammai sarebbe risorto l'amore: finito, finito tutto

mondo era scolorato senza l'amore... e le tue

le tue lettere portavano l'impronta di una tenerezza

è amore questo, è l'amore vero, grande, che

ami, partiamo subito, ecco l'ora... ¶ Già pareva che

avesse vinto, perchè egli l'amava, infine, perchè era

Ero fanciulla onesta... adesso l'ultima delle ultime val

Quando? ¶ - Stamane. ¶ - A chi l'hai detto? ¶ - A tua

divisi, sempre. Vattene. ¶ - Anna, l'ho fatto per te

scolpita nel bronzo, tutto l'amore, tutto il dolore

vi era nella frase, l'ultimo saluto a tutto

fra sorelle. Ma appena l'ombra della lunga e

sua sorella Laura dormisse. L'ora della notte che

testa che bruciava: e l'aria glaciale che le

poteva più neppure misurare l'ora, poichè non aveva

mente, che fosse trascorsa l'ora detta. Forse era

ed ella stessa che l'aspettava febbrilmente, l'aveva

che l'aspettava febbrilmente, l'aveva lasciata fuggire. Ma

porte chiuse, udì suonare l'orologio. Era l'ora

suonare l'orologio. Era l'ora detta. ¶ Allora, con

cui dormiva sua sorella l'affascinava sempre: e teneva

svegliata. Le pareva che l'avessero inchiodata sul tappeto

Laura, Laura... - chiamò, tendendo l'orecchio, acuendo lo sguardo

una mano, e con l'altra brancolava innanzi a

contro la porta, e l'orgasmo della sua febbre

anelando, salendo prestamente malgrado l'oscurità, non curandosi più

strisce di asfalto, fra l'aria gelida della notte

poveretta, - disse lei, intendendo l'intonazione di pietà, facendo

loro sul volto, attraverso l'ombra. ¶ - Hai freddo? - chiese

te, non voglio che l'amor tuo, non voglio

te, Cesare Dias. ¶ - Tu l'hai visto? ¶ - Oggi. ¶ - E

e non hai difeso l'amor nostro, la nostra

un desolato fantasma, che l'umano dolore fa vagabondare

povero giovane senza quattrini. ¶ - L'amore è più forte

un titolo da darti. ¶ - L'amore è più forte

al nostro amore, Anna. ¶ - L'amore è più forte

appena se egli avvertiva l'anelare del suo respiro

se quello fosse stato l'ultimo suo rifugio. ¶ - Che

che ti ho turbato l'esistenza... ¶ - Non importa. ¶ - Sono

E Giustino vide, malgrado l'ombra, brillare fosforicamente gli

che si portava via l'animo suo, semplice e

Fuggire come una avventuriera? ¶ - L'amore assolve. ¶ - Io ti

rispetto della gente e l'amore dei miei parenti

può dire che sono l'ultima delle ultime: e

siete uomini e avete l'onore da vigilare, la

folli che buttiamo via l'onore e la dignità

calore di passione. Adesso l'incendio che egli imprudentemente

che crollanti, fumanti mine. L'amore di Anna lo

quelli che non possiedono l'amore. Pure... parlerò a

la sdegnosa sua ironia, l'amor vero troverà la

suo letto vuoto, Laura l'aspettava, col lume acceso

restava acceso e tendendo l'orecchio ella udì un

d'un tratto, con l'impeto del suo generoso

alteramente, come se tutto l'umano fango dell'amore

pronunzia. Pure, ho avuto l'audacia di parlargli del

non mi ama, malgrado l'abisso che divide il

amore, scoppiava in clamori, l'ho visto guardarmi con

e dopo si applaudisce l'attore che ha così

Se ne è andato: l'ho inteso, nel salotto

profondo, non sappiamo se l'avvenire comporrà mai questo

tutte le gaggie, e l'odorosa menta, e i

dalla luna: e attraversò l'appartamento, cercando qualcuno cui

onda di affetto benedicente. L'ora della notte era

un pallor caldo come l'avorio, dalle grandi maniche

sua stanza. Aveva guardato l'ora ad un orologetto

e di domare così l'impazienza di colei che

severa alla stanza, dove l'uomo mondano, l'uomo

dove l'uomo mondano, l'uomo galante parea riprendesse

galante parea riprendesse tutta l'austerità delle ore di

quei profondi cassetti, con l'occhio fisso e ardente

di chi vuole penetrare l'intima essenza delle cose

una giornata, talvolta aveva l'aria di non accorgersene

certa ansietà. ¶ - ... sì. Avremo l'aria di un'arca

da quello che era l'elemento essenziale del suo

azione. Mentre la cameriera l'aiutava a indossare il

avesse scritti e che l'avevano resa così infelice

luminosa negli occhi, mentre l'aureola bionda dei suoi

vibrato nella sua voce l'ironia di chi molto

il matrimonio e per l'amore, una risata così

non dover mostrare troppo l'amore per Cesare. Le

udir a parlare. ¶ - Quando l'hai visto, Cesare? - domandò

di traverso, e cercando l'ombrellino. ¶ - Non l'ho

cercando l'ombrellino. ¶ - Non l'ho visto: mi ha

sua parola, ma non l'ebbe. Cesare aveva visto

ebbe. Cesare aveva visto l'abito di lana nocciuola

diavolo - disse Cesare, quando l'equipaggio imboccò Toledo, dove

di cui egli aveva l'aria di esser padre

esser padre, anzi con l'aria di un vecchio

e che ha adottato l'altra sorella: infelice, infine

lentamente, egli non aveva l'aria di accorgersene; il

la sua. Soltanto, quando l'intimo dolore di Anna

due cavalli, uno dietro l'altro, Luigi Caracciolo: egli

mi è antipatica - insistè l'ostinata fanciulla. ¶ - È simpatica

bianchi denti, sviluppando tutta l'eleganza della bella e

della conversazione. Aveva preso l'occhialino e guardava l

l'occhialino e guardava l'andirivieni dei soci sul

vestito chiaro che rasentava l'erba rada, con quell

mantello di merletto che l'avvolgeva in una nuvola

sua mano guantata carezzava l'ombrellino, sul metallo, sul

quella giornata: ma chiunque l'avesse detta, avrebbe avuto

suo marito. Intanto aveva l'aria di prendere un

lungo abbandono, in cui l'aveva lasciata. ¶ - Sì, mi

tutto di lei soffriva, l'amore, la delicatezza, l

l'amore, la delicatezza, l'amor proprio, la dignità

ad ispirare a Cesare l'odio, il disprezzo, ma

il disprezzo, ma che l'annoiava, cosa più grottesca

lusso degli equipaggi e l'eleganza delle donne, nella

vinte dall'ora, piena l'anima di luce e

un po' sentimentale, rappresentava l'anima chiusa nelle sue

delle donne e per l'effluvio della giovinezza, avean

sua voce armoniosa, dove l'interesse prendeva toni assai

non rispondergli, ella prese l'occhialino e guardò il

tutore e che costui l'aveva dovuta sposare per

candore non finto. ¶ - Perchè l'amore è assai amaro

soverchiasse. ¶ - Quale amore? ¶ - Tutto l'amore: è assai più

a casa. Egli aveva l'aria eccitata, felice, come

Cesare, ormai riconciliato con l'esistenza, non s'impazientì

tardi? - chiese Anna, guardando l'orizzonte, che si scolorava

e tutte vibranti, malgrado l'ora calante; con quel

avevano finito per subire l'ambiente. Per le vie

lo spettacolo del lusso. L'equipaggio dove erano Anna

le caddero in terra l'ombrello, il piccolo taccuino

perchè piangi? ¶ - Così - disse l'altra, con un gesto

che ne aveva rinnovellata l'espressione, da qualche tempo

sei fatta così bella! ¶ - L'avevi presa per te

di dominare un po' l'inquietudine nervosa. Cesare, adesso

riso beffardo che era l'antitesi del suo purissimo

del suo purissimo volto, l'ironia di una vergine

leggi? ¶ - Le mot de l'enigme, della signorina Paolina

dopo partita Laura. Era l'Adolphe di Beniamino Constant

e si vuol avere l'aria di essere paradossali

imperiosità. ¶ Ma per temperare l'ordine dato con tanta

dunque. Un giorno o l'altro ripenserete a quello

detto che non erano l'amore, ma che contenevano

ma che contenevano, intimamente, l'intenzionalità dell'amore, dopo

amore, dopo averle carezzata l'anima con la musicalità

cui erano state dette, l'avevano riportata al suo

la stanza. ¶ La cameriera l'aiutò a spogliarsi, credendo

bracciuoli della poltrona, tendeva l'orecchio; Cesare le aveva

un tremolìo di emozione l'agitava; e tutta la

gli occhi, sognava solo l'arrivo di Cesare, e

cui carezza le dava l'esaltazione di tutto il

suo cuore, ed era l'inno di ogni sua

vita, commozione grande quanto l'amore stesso: e la

corridoio e guardò. Ancora l'ombra, ancora il silenzio

stessa, che ha perduto l'ultimo sorriso dell'ideale

tutto. Eppure un terrore l'assalse. Forse, come quella

felicità ad alcuno era l'anima di Cesare. Ebbe

Meridionale, ella non aveva l'abitudine costante, placida e

pericoli, cercando di pacificare l'anima nelle sante orazioni

passato, sino alle due, l'ora in cui, certamente

di concentrarsi nelle orazioni: l'anima sua si distraeva

sfuggiva il senso e l'espressione. Due o tre

tutto le diceva, che l'animo di suo marito

personale di Cesare invaderle l'anima, salirle al cervello

bene, intensamente, che chiede l'amore a tutte le

non dormiva, aveva tutta l'ardente evidenza della realtà

Caracciolo era dunque stato l'ultimo frequentatore. Cesare non

finite le cene, e l'ultimo ritardatario era andato

presso una donna. E l'acuto morso della gelosia

Questa verità le abbruciava l'anima, simile a sole

poichè ella vagabondava con l'accesa fantasia, coi nervi

dita intrecciate, ella aveva l'aspetto concentrato e disperato

poteva trattenevo Cesare Dias, l'uomo fine ma corrotto

uomo fine ma corrotto, l'uomo che adorava la

fondo disprezzava la donna: l'uomo che odiava tutte

al teatro o recitino l'amore nel loro salotto

il ribrezzo le inondò l'anima. Ma che è

Ma che è dunque l'uomo, che uomo era

suo cuore, con tutto l'abbandono della sua giovinezza

Ma questo, dunque, è l'uomo, quest'uomo era

fosse un'arte e l'amore un mercato? E

dell'amore, non serve l'onestà, non serve la

del cuore umano, tutto l'abbassamento dello spirito, del

stanza solitaria dove egli l'aveva freddamente relegata, mentre