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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matilde Serao, Il romanzo della fanciulla, 1886

concordanze di «l»

nautoretestoannoconcordanza
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1886
di parlarne al direttore. L’alunna sedette soddisfatta, perchè
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1886
il suo zero se l’era guadagnato. Il prete
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il professore di pedagogia l’aveva interrotta a metà
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sue alunne spiegando loro l’inutilità della pedagogia: e
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lettere infuocate, che aveva l’audacia di compiegare nel
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orrenda ragazza, gli pareva l’incarnazione della pedagogia. ¶ Ma
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uccello affascinato; Teresa Ponzio, l’innamorata del sole, beveva
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grandi caratteri sulla lavagna: ¶ — L’amore è una grande
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ad alta voce? — domandò l’altra, un po’ sfacciatella
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ed increduli: egli sentiva l’ironia di quegli sguardi
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di quello che accade. ¶ L’effetto fu grandissimo, molte
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Santaniello scoppiò a singhiozzare. L’onore della terza classe
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e mezza alle tre, l’ultima lezione. Le spregiudicate
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naturalmente; e un altro l’ha il direttore. ¶ — Se
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senza anello da cucire? ¶ — L’ho perso signora ispettrice
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a tossire. ¶ — Che ce l’ha sempre, questa tosse
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con la frase, con l’intonazione, col lusso sempre
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lezione la sapeva, interrompeva l’alunna, e la rimandava
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per nascondere la paura, l’inquietudine, la tristezza, la
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e cucito in casa, l’altra per una mantellina
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trina, fatta ad applicazione, l’altra pel cappellino nuovo
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Sì, cercavano di avere l’aria disinvolta: ma sotto
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trapelava il pensiero angoscioso, l’altro, quello per cui
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del diploma superiore. E l’esame, l’esame era
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superiore. E l’esame, l’esame era il pensiero
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Non hai studiato tutto l’anno? Di che ti
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riproveranno anche me. Faremo l’esame di riparazione insieme
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a se stessa. — Non l’ho mai capita, ci
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complicato, per imparare bene l’ottica si dimentica l
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l’ottica si dimentica l’acustica; l’elettricità, poi
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si dimentica l’acustica; l’elettricità, poi, vi confonde
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nove, quindici, trentaquattro? ¶ — E l’aritmetica, l’aritmetica, vi
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trentaquattro? ¶ — E l’aritmetica, l’aritmetica, vi pare una
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sorridendo amaramente. ¶ — Oh, Dio, l’aritmetica! — ripeterono in coro
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pochi quattrini! ¶ — Potrebbe far l’esame di telegrafista, — suggerì
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pioggia, col freddo, con l’umido, senza ombrello, senza
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ritornavano quelle già esaminate, l’interesse era intorno a
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spalla, e lei con l’aria beata, rossa tutta
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di uno schiaffo; Borrelli, l’aria gloriosa, una treccia
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Bellezza, rossa rossa, con l’aria indecisa. E attorno
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le sue poesie: invece l’esaminatore è severissimo, vi
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mai precipitosamente, è male, l’esaminatore vi guarda con
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preoccupate più di nulla, l’esame è meno difficile
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andarmene, ma voglio aspettare l’esito di Casale e
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sul petto la Mercanti. L’avevano approvata, la Barracco
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mi domanda: qual’è l’istrumento con cui si
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ne ha fatto lui l’applicazione ai metodi di
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che mi spaventava tanto! L’esame è una sciocchezza
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per cadere sul cuscino, l’astuzia della dama era
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asciugavano sulle sedie. Era l’appartamento di don Giuseppe
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a una sua nipote l’agenzia pubblica, ma continuava
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Maraschino nel Giroflè Giroflà; l’altra sorella aveva voluto
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per uno studente, che l’aveva abbandonata, Annina Manetta
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incaponita a voler far l’amore col figliuolo di
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De Pasquale a far l’amoroso e la Casale
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la Casale a far l’innamorato sciocco? Chi metteva
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vecchie zie, cresceva, cresceva, l’impazienza era grandissima, non
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erano eccitate: Mimì Falabella, l’altro padron di casa
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stringendosi nelle spalle. E l’allegro furore del pubblico
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trarne buon augurio. Fra l’isolamento della società, la
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occhio, come se fosse l’urna della loro fortuna
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dicevano le Sanges, Mimì l’aveva bendata con tanta
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ma deboli, delle donne, l’ansietà cresceva: la lite
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aveva ammaccato un occhio, l’altra diceva che le
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il fazzoletto, ella aveva l’abitudine di respirare dal
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la sua aria ingenua, l’ultima, la parola fu
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carta da mezzo franco l’uno, portamonete di falso
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una immagine del Redentore; l’ultima, infine, un pacchetto
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ricevimento, quel mercoledì; essendo l’onomastico della nonna, vi
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dell’ospedale dei Pellegrini, l’ospedale dei feriti, non
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dalla prima sera che l’aveva conosciuta? La grassona
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riva del Chiatamone, presso l’albergo Washington, insieme con
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insieme con Maria Jovine: l’avevano strappata di casa
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pericolo cresceva, sarebbero partite l’indomani per Roma, per
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belli, ricchi, buoni, guardavano l’eruzione, abbracciati, non avendo
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1886
di anni 18 — come sopra. (L’uno dovette voler morire
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morire per non lasciare l’altro). ¶ Elvira Brown Castelforte
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già esclamato tre volte l’alunna De Donato, una
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1886
colazione, portandosi addosso tutto l’umidiccio di quella mattina
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1886
adoperava di nascosto, e l’acconciatura dei capelli, per
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1886
tutte le interne avevano l’aria infermiccia, pallida, di
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1886
fissava su Caterina Borrelli, l’esterna del terzo corso
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ragazze che debbono dare l’esame su dodici materie
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di corruzione che divorava l’ingenuità dei suoi sedici
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1886
bruscamente. ¶ — Il direttore — mormorò l’altra, con voce fievole
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Costanza Scalera. ¶ E cavò l’orologio. Costanza Scalera, una
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convittrice per questo orologio, l’unico della classe, era
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gran signora: e aveva l’aria realmente signorile, una
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secchietto, poi bevve. Ma l’acqua era calda, come
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occhio flussionato e con l’altro leggeva un Jacopo
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Judicone, la decuriona, chiamava l’appello, leggendo in un
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quello che impressionava era l’assenza totale delle ciglia
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arrossì, nè impallidì. ¶ — Diciamo l’orazione — intervenne caritatevolmente Judicone
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ma quegli occhi bianchi l’affascinavano, essa sentiva l
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l’affascinavano, essa sentiva l’antipatia del professore, si
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dite la lezione. ¶ — Non l’ho imparata, professore — rispose
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ora pareva divampasse, come l’olezzare alternato di un
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costui per non aver l’aria di niente, si
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1886
tre le catene e l’orologio, gli orecchini di
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1886
audace e Teresina Cafaro l’accettava, non si sa
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1886
dove si potesse respirare l’aria lieve e fine
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occupata della sua conversazione, l’uomo chinato con amore
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1886
il capo, amorosamente, verso l’uomo, bevendo le sue
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la tormentata fisionomia che l’occhialino sul naso rendeva
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1886
studente di legge che l’aveva tradita: ma dietro
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amando di filare, preferendo l’ammirazione di tutti quelli
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1886
mentre la musica suonava l’ultimo pezzo, il famoso
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rientrare a piedi. E l’andare delle famiglie era
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1886
le due sorelle e l’amica parlavano dei loro
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del Teatro Nuovo; per l’autunno si sarebbe allestito
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1886
autunno si sarebbe allestito l’Orfeo all’inferno, una
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parte della Pubblica Opinione, l’altra sperava che le
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1886
chirurgia cui avrebbe sposato l’anno seguente: Riccarda più
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dote militare. ¶ — Chi te l’ha detto? — strillò allora
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1886
di nulla, Arturo Aiello, l’impiegato che era là
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1886
cose che Peppino Sarnelli, l’avvocato eloquente e pieno
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1886
erano andate a passare l’autunno in Isvizzera, quando
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1886
Villa era vuota: e l’accenditore del gas venne
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1886
grezzi, sempre polverosi, malgrado l’acqua che vi buttava
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1886
madre e della figliuola; l’anticamera era illuminata da
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la serva non ce l’avevano. Temevano che fosse
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petrolio nei lumi, ce l’hai messo, mamma? ¶ — Ce
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hai messo, mamma? ¶ — Ce l’ho messo, ma ce
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De Marco, il gobbo, l’ho invitato apposta: gli
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facendosi vento, tessendo ognuna l’elogio delle proprie figliuole
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figliuole. Le ragazze sedevano l’una accanto all’altra
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grassa, meno brutta: e l’avvenimento era la finezza
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1886
un giovanotto innamorato, seguendo l’innamorata nella chiesa, nella
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1886
di Arturo Aiello e l’aria ineffabile con cui
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e i più severi l’accusavano d’ingordigia, la
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fosse: astutamente, senza averne l’aria, Enrichetta Caputo era
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Marco, e sorridendogli, lanciandogli l’occhiata assassina, cercava di
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il primo ballo con l’innamorato o col fidanzato
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tremare il pavimento, con l’allegrezza della gioventù spensierata
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delle ragazze. Gaetanino Ceraso, l’ingegnere che cantava le
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far sbuffare di risa l’assemblea, cantando la mano
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per elemosina; sentì tutto l’isolamento, l’abbandono della
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sentì tutto l’isolamento, l’abbandono della miseria quotidiana
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molta enfasi, ed ella l’ascoltava, molto preoccupata. Enrichetta
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la cena di Enrichetta: l’acqua era stata presa
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notturno, come aveva fatto l’altro sabato, che era
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che portava questo nome, l’altro che aveva la
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di ridere, per aver l’aria di persona spiritosa
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ai piedi, sogguardandolo, e l’astuzia del cavaliere era
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scarpette di raso, tutto l’apparato mondano. La bruna
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i capelli, si arrovesciavano, l’operazione pareva non dovesse
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che le fosse risparmiato l’anno del noviziato, la
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questa idea, a far l’anno di noviziato forse
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parole latine, gravi, sgomentavano l’anima di tutte quelle
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Sannicandro, spaventate, piangevano strette l’una all’altra, pensando
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fu incensata, benedetta con l’acqua santa; le monache
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la monaca, Felicetta Filomarino, l’anima mistica, che era
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grasse, piccole, tozze, avevano l’andatura vacillante e ridicola
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di seta cruda che l’affogava e la ingrossava
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alle dita; e sotto l’ascella aveva anche una
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un sorriso di dolcezza, l’ascoltava, cercando di consolarla
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come erano, una vedova, l’altra orfana, di un
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mossero per andare. Ora l’occhiata fra Enrichetta Caputo
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sedia, ridendo sottovoce con l’amica sua, Annina Casale
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vista, signorine mie, perchè l’appetito va bene. ¶ Ora
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sino al gomito, con l’ombrellino dal manico di
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ritornello: ¶ Ma tu, tu l’hai scordato, ¶ Dici che
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e stonato. Ora, malgrado l’apparenza sudicia, l’aria
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malgrado l’apparenza sudicia, l’aria ridicola e la
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canzoni libere e che l’aveva piantata per sposare
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era andato lontano, che l’aveva amata prima che
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e che anche lui l’aveva scordata, come quello
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una strofetta, salutano cavandosi l’elmo e si ritirano
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per poi vagolare attraverso l’operetta, come comparse; e
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signora incinta, cosa che l’affliggeva molto; Elisa Costa
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grossa voce stridente Ecco l’orrido campo del Ballo
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le sopracciglia spianate e l’aria assorbita delle persone
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finì, senza che nessuno l’applaudisse: stette un momento
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ragazze e le mamme l’adoravano: ella passava la
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Il ponente rinfrescava: era l’una: un acuto odore
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poca gente arrivava ancora, l’acqua doveva essere caldissima
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le scarpette tinte con l’inchiostro per nascondere le
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tepido, carezzevole che pareva l’alito di persona amata
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a cui deve tanto l’amore, il flutto della
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1886
lumi a gas. Per l’ultimo viale a sinistra
181
1886
giovani ed è bello l’amarsi, quando tanta è
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1886
non molto, misurando saggiamente l’amore ai puri esseri
183
1886
amorose, le quali preferiscono l’ammirazione volgare di venti
184
1886
uomini che vogliono attirar l’attenzione e i personaggi
185
1886
si credono importanti. Solo l’ultimo viale a destra
186
1886
aspettavano il fidanzato, o l’innamorato, o il corteggiatore
187
1886
amata. La destra aveva l’aria orgogliosa e fingeva
188
1886
aveva sposata una giovane, l’aveva obbligata a uscire
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1886
ella che si rifiutava, l’aveva obbligata a vestirsi
190
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sera, due per due, l’ultima col fratellino, come
191
1886
gole brune scoperte e l’aria sfacciata delle brutte
192
1886
di sua moglie: subito, l’ufficiale aveva cambiato posto
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sulla fisonomia l’ansietà, l’agitazione di chi aspetta
194
1886
di tutte le linee, l’accasciamento di chi aspetta
195
1886
senza parlarsi, ma stretti l’uno all’altro, la
196
1886
fra gli applausi, fra l’entusiasmo del pubblico. Eugenia
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1886
si trovava bene con l’anima sensibile e simpatica
198
1886
te stessa? ¶ — Oh! — fece l’altra, arrossendo. ¶ E andarono
199
1886
era furiosa, al solito, l’ho lasciata verde. Eccomi
200
1886
verde. Eccomi qua per l’accompagnamento funebre. ¶ — Sei più
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1886
un romanzo di Balzac, l’Alberto Savarus. ¶ — Sì, sì
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1886
sue amiche, una dopo l’altra, con quella effusione
203
1886
fa Willy Galeota — ebbe l’audacia di chiederle Annina
204
1886
quando vi sposate? — insistette l’altra, per vedere di
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1886
mantello a ricche pieghe l’avvolgeva per dissimulare la
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1886
vide tutti quelli che l’aspettavano per salutarla e
207
1886
ricordi, un tremore nervoso l’assalse, non poteva piangere
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1886
ti scordare, Olga, — aggiunse l’altra. ¶ Ella si chinò
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1886
la saviezza, e quelle l’ascoltavano, levandole gli occhi
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1886
hai desiderato, ecco, ora l’ottieni. Sii felice, cara
211
1886
ottenerlo o morire, — soggiunse l’altra, fermamente. ¶ — La prendi
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1886
ci pensare, — le soggiunse l’amica, toccandole la fronte
213
1886
dei malumore, s’impazientava: l’impiegato annunziava a voce
214
1886
Sì, sì, scriverò.... — diceva l’altra, parlando come in
215
1886
Mah... non saprei, — rispose l’altra, interdetta. ¶ — Oh Chiarina
216
1886
riconduceva a casa: e l’amica la consolava, dicendole
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1886
grande piazzale deserto, presso l’altro portone sbarrato che
218
1886
sugli scalini e sotto l’androne della Scuola normale
219
1886
cappella dove si venera l’Eterno Padre, il miracoloso
220
1886
sinistra si affollava tutta, l’aristocrazia napoletana, la bianca
221
1886
vive fra la Scozia, l’Inghilterra e Parigi, capitando
222
1886
inglesi. Oh non facilmente l’aristocrazia napoletana si riunisce
223
1886
per carità, quelli che l’amavano, ella si buttava
224
1886
novizia entrò nella chiesa, l’attraversò in tutta la
225
1886
velo bianco amplissimo, che l’avvolgeva tutta; grossi orecchini
226
1886
sua madre, ma non l’abbracciò, le baciò la
227
1886
stento la persona, che l’età e l’ascetismo
228
1886
che l’età e l’ascetismo avevano mal ridotta
229
1886
Gli uomini, ritti, avevano l’aria inebetita di coloro
230
1886
forte e dura volontà, l’animo oraggioso, guardava Eva
231
1886
coloro, gli ignoti, che l’avevano contristata irrimediabilmente. Anna
232
1886
mesi ella partiva per l’Inghilterra, ella sposava un
233
1886
grande desiderio di salvarsi l’anima, di farsi monache
234
1886
intelligente: ella sola conosceva l’orrendo segreto che aveva
235
1886
pregava per coloro che l’avevano uccisa, per coloro
236
1886
Il cardinale seduto, benediceva l’abito di monaca francescana
237
1886
dove le altre monache l’aspettavano: dietro venivano i
238
1886
perdere un figlio dopo l’altro a otto mesi
239
1886
fondo, i Muscettola scomparivano, l’eredità passava ai Mileto
240
1886
della sua dote per l’ospizio dei poveri fanciulletti
241
1886
il più importante, sembrava l’abbandono completo, l’isolamento
242
1886
sembrava l’abbandono completo, l’isolamento assoluto. In quel
243
1886
andavano male non per l’umidità, ma per le
244
1886
stata chiamata in direzione, l’avevano vista salire dall
245
1886
di colpi forti che l’elettricità dell’aria tagliava
246
1886
i rocchetti del filo, l’agoraio, le forbici; facendo
247
1886
era che sferrata, ieri l’altro; — rispose Tecla con
248
1886
e i suoi pensieri l’assorbivano completamente. ¶ — È poi
249
1886
suo posto e impuntiva l’orlo di certe fascie
250
1886
i capelli ricci e l’aria infantile, malgrado che
251
1886
quel grande lavorìo per l’ospizio dei fanciulletti abbandonati
252
1886
quasi correndo, Elfrida Kapnist, l’ungherese dai grandi occhi
253
1886
ha finito per appagare l’ardente amore di Olga
254
1886
dal quale non valevano l’onestà e il coraggio
255
1886
Angiolina, due anni prima l’avevano fidanzata a Giorgio
256
1886
si poteva contare per l’inaugurazione dell’ospizio: ma
257
1886
le sue amiche che l’avevano circondata avendo i
258
1886
tutte scandalizzate. ¶ — Ti viene l’accesso, Anna? — domandò Chiarina
259
1886
i titoli di nobiltà; l’altra, inesorabile sulla questione
260
1886
difetti dell’età matura, l’avarizia, la bigotteria, la
261
1886
la bigotteria, la cocciutaggine, l’intolleranza: e di fronte
262
1886
Giulia, cordialmente afflitta sotto l’incubo di quel cappellino
263
1886
raccontava alle amiche che l’ascoltavano, che essa faceva
264
1886
avevano lasciato di lavorare, l’ascoltavano avidamente, avendo innanzi
265
1886
fra un ballo e l’altro, che dormiva metà
266
1886
a Parigi. Tutti questi l’amavano Eva: madre, padre
267
1886
alberatura, tozzo e pesante, l’Italia, varata la mattina
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varata la mattina, ebbe l’aria di un grosso
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artificio, si ballava dappertutto. L’ammiraglio Gaston, grande, grosso
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allegre, avevano invitata tutta l’aristocrazia di Napoli, di
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ballo: ¶ — Si dovesse muovere l’áncora? ¶ — È forte, è
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come se quello fosse l’ultimo giorno di ballo
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e bruno, che portava l’uniforme con una grande
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malgrado il disordine e l’abbandono di una casa
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come una ballerina, — Willy l’avrebbe sposata. Ella mostrava
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che mangiavano, interessata, ammirando l’inesauribile appetito delle due
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tutte colorite e felici, l’appetito rabbioso di Anna
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cara, non cercarlo, — fece l’altra, trattenendola. ¶ — È con
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ballavano due quadriglie, fra l’albero di maestro e
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da un sospetto solo, l’infedeltà, non immaginando mai
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ella stava ritta presso l’albero inchinato di prora
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gli occhioni azzurri per l’oscurità, come se volesse
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movimento era a bordo, l’ammiraglio aveva permesso che
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cannone di prora: ivi l’ammiraglio, con la sua
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in mezzo al dramma; l’ammiraglio aveva preso un
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come una cicatrice, sollevò l’obice. ¶ — Siete molto forte
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castello di prora, dove l’alta, snella, quasi fantomatica
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più impresse sulla fisonomia l’ansietà, l’agitazione di
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la corda che pareva l’elsa a croce di
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era punita prima con l’ammonizione, poi con la
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reggere il moccolo, che l’amore era una bellissima
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corrispondente aveva risposto che l’amore rende infelici tre
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sollevare papà che ha l’asma, dalla soverchia fatica
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italiana e non capivo l’aritmetica. ¶ — E che vuoi
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il raffreddore, ecco, — fece l’altra, con un dispetto
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sangue, conteneva voti contro l’attuale ordine di cose
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cinque o sei minuti l’ufficio si rianimò, un
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restava fino alle sette, l’ora del suo pranzo
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era mai nessuno e l’innamorato di Peppina che
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trovava suo padre che l’aspettava, per ricondurla a
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non dare all’occhio, l’innamorato passeggiava. Si scambiavano
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direttore. ¶ Quelle che facevano l’uncinetto, lo riposero, avvolgendolo
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a casa mia, — rispose l’ausiliaria,— siccome affittiamo stanze
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guardando bene negli occhi l’ausiliaria, egli faceva in
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faceva in pochissime parole l’osservazione: l’ausiliaria chinava
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pochissime parole l’osservazione: l’ausiliaria chinava gli occhi
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chiamavano il papa per l’infallibilità; lo chiamavano mammone
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maritarsi, un giorno o l’altro, era una impiegata
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contro i superiori, non l’avrebbero mai nominata. Pasqualina
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se li studiasse; leggeva l’ora di tutti i
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bianchissima allungata sulla scrivania, l’altra che le reggeva
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buona notte, e che l’aspetti da Napoli, — ribattè
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la grande stanchezza finale, l’aridità di sette ore
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respirava profondamente, per vincere l’oppressione del petto. Le
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le avesse colpite. ¶ III. ¶ L’editto del direttore, in
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avessero diritto di lagnarsi. L’avvenire? Quale avvenire? Erano
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fu il giorno e l’ora della firma, sotto
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offerta, sin a che l’ultima, Caterina Borrelli, scrisse
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letto, dove la bronchite l’aveva gettata per la
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del Ministero dell’interno, l’ultima, a tutti i
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per ogni cifra sbagliata, l’impiegato paga sei lire
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lire di multa. Ma l’accesso di febbre telegrafica
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Alle tre del pomeriggio l’accesso febbrile divenne furioso
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sistemi di orologeria, dando l’inchiostro, lesta come uno
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scoiattolo, le mani pronte, l’occhio vivo, la parola
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alla corrispondenza, registravano, mettevano l’ora ai dispacci, contavano
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Hughes che serviva per l’istruzione, era disteso un
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calzare nuovamente quelli che l’umidità aveva fatto restringere
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prestato dei quattrini, con l’interesse: poco, venti, trenta
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quella umidità che impregnava l’aria, le strade, le
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i segni scomparivano e l’ausiliaria pensava: ci siamo
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Per carità, direttrice, — mormorava l’ausiliaria, — la nostra pila
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inutile, è inutile, — soggiungeva l’ausiliaria. — Otranto non mi
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a qualunque piccolissima sensazione: l’apparato era sensibile. Allora
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due, avendo sul viso l’aria preoccupata di chi
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a poco a poco, l’ufficio di Napoli pareva
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e fisiologica di Chérie? L’ambiziosa prefazione spiega il
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disfatte della lotta per l’esistenza. Ella vive guardinga
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grassi garofani borghesi, ove l’erbuccia malaticcia è sopraffatta
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dalla pianta florida, io l’ho visto vivere, crescere
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per la morte; — ma l’immagine loro è rimasta
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quanto più s’allontana l’oggetto? o perchè la
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della fanciulla, per farne l’eroina di un romanzo
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di pianto mi scuote l’anima: tutte queste voci
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protagonista è il popolo. L’istinto, dunque, mi ha
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tutto dalla massa, ove l’anima è nella moltitudine
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ha dolorosamente colpito, avevate l’allegrezza antica; e voi
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di questo libro. Io l’ho scritto, e ve
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qui interveniva il padre, l’ebanista, con la sua
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sette, perchè non aveva l’orologio; la direttrice aveva
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profonda del riposo. E l’amarezza era anche senso
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Poi raccomandò a Dio l’anima della nonna che
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nonna che era morta l’anno prima, la salute
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accanto a lei, guardando l’altare maggiore, dove lo
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addormentata: hai anche sbagliata l’ora, tu? ¶ — No, esco
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chiese Maria. ¶ — Niente, — disse l’altra, con la malinconia
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che cattiva cosa è l’amore! Io non ho
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morire, — scoppiò a dire l’altra, non potendone più
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Morra; ma capiva che l’amore è un grande
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tre, di quattro foglietti l’una, da ieri, ma
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ad aprire Gaetanina Galante, l’inserviente, mostrando il suo
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tetra, la burocrazia avvinghiava l’anima di tutte quelle
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la voce per istinto. L’unica finestra dava sullo
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stretto vicolo dei Carrozzieri; l’oscurità dell’anticamera era
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povere, il ricamo o l’uncinetto: le più studiose
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nero, senza cristallo, pendevano l’indice alfabetico delle ausiliarie
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giornaliere, il regolamento interno, l’ultimo editto direttoriale, una
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polverosi, insudiciati dalle mosche: l’interesse di tutte era
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dispacci, come niente! Ho l’emicrania, io: vedrai che
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di simpatia fra loro: l’una disprezzava l’altra
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loro: l’una disprezzava l’altra, e l’altra
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disprezzava l’altra, e l’altra sentiva il disprezzo
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Scarano pregava e supplicava l’inserviente, Gaetanina Galante, che
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tante sconoscenti, che lei, l’inserviente valeva molto meglio
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quello sguardo freddo e l’imbarazzo le vinceva. Ella
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garofano, gli occhioni languidi, l’andatura indolente di una
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Direttrice, Benevento vuol sapere l’ora precisa. ¶ — Direttrice, Otranto
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si moveva mai, senza l’ordine della direttrice, con
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Era un telegramma dolcissimo: l’uomo effondeva il suo
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sul suo viso monacale, l’impressione di quel telegramma
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luogo, la storditaggine e l’imprudenza giovanili. Vedo di
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De Notaris, e segnò l’ora sul dispaccio trasmesso
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il direttore predicava sempre l’economia del gas. Così
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leggere e poco fare l’uncinetto: le ombre della
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essa aveva impastato: e l’ascoltavano con un sorriso
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che ancora dovevano fare l’esame cresceva sempre più
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aveva sentito in casa l’annunzio delle nozze di
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delle due sorelle Santaniello: l’una già tisica, che
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della sua malattia e l’altra anemica, timida, intelligentissima
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Cilento, con cinquecento franchi l’anno di retribuzione. Nel
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nel quartiere Mercato, con l’annua retribuzione di lire
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male, poichè quelle creaturine l’amavano moltissimo. Quando si
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per assideramento: gli alpigiani l’hanno raccolta due giorni
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il suo zelo e l’amore alle sue umili
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mette alla porta, con l’orologio in mano, e
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di corso. ¶ ... Teresina Ponzio, l’innamorata del sole, ha
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un giornale letterario, intitolato l’Alcione, e una novella
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ottenuto. Un giorno, mentre l’ispettore scolastico visitava la
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Non ha potuto aspettare l’esito del concorso, è
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forte eccitamento nervoso. Quando l’ispettore è capitato nel
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piedi, piangendo, convulsa, perchè l’aiutasse in qualche modo
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uscire da quell’inferno: l’ispettore, commosso, ha promesso
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per lei. Dopo, pare l’abbia dimenticata. L’anno
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pare l’abbia dimenticata. L’anno scorso, di marzo
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La Scapolatiello ha manifestato l’intenzione di farsi suora
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metodo di sillabazione, modificato l’insegnamento della geografia, in
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il Corso Garibaldi, verso l’Anfiteatro e verso il
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colorati, la borghesia e l’aristocrazia samaritana facevano gli
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presenti e future, era l’oggetto di molti sospiri
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cinque balconi sulla piazza, l’aveva fatta mobiliare da
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giovane ancora, aveva già l’aria disinvolta e presuntuosa
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musicali, una a destra, l’altra a sinistra, suonavano
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la marcia reale, ora l’inno di Garibaldi. Era
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che studiava a Napoli l’avvocatura, non si fosse
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laurea e forse per l’altro agosto si sarebbero
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di Grazia Orlando non l’avrebbe mai data a
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folla un grandissimo silenzio. L’ultimo pezzo cominciava. Era
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girandole, a girandolini. Come l’arco fu tutto quanto
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al cielo e dava l’addio alla terra. Le
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riposandosi, poichè fra poco l’andirivieni sarebbe ricominciato. Emma
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una ciocchetta di erba, l’erba cara alle donne
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fra voi. ¶ — Sempre. ¶ — E l’avvenire ti piace? ¶ — Non
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è guarita, ha sposato l’avvocato Santangelo. ¶ — Ha fatto
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Carmela Barbaro a cui l’aria bassa di Santa
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capo, soddisfatte, sorridenti, e l’una dopo l’altra
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e l’una dopo l’altra, rinviandosi delicatamente il
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un’amabile discussione sorgeva. ¶ L’ambiente si empiva di
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lasciavano andare a tutto l’affettuoso che sgorgava, naturale
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delicata, s’incorniciava fra l’arricciatura di una cuffietta
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di tutte le levatrici, l’aria d’indulgenza bonaria
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d’amore per tutta l’esistenza. Un silenzio profondo
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il lavoro fatto con l’occhio esperimentato, e vide
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del piede. Attentamente, con l’unghia del pollice che
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fichi; accanto vi era l’orto delle Tarcagnota, ma
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donde si poteva vedere l’armeggio dei due innamorati
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era color terra, — esclamò l’innamorato con voce trionfante
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punzecchiava una guancia. Sotto l’urto del ferro la
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che ho con te. ¶ L’idillio per un poco
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zitellona, si sia maritata l’anno corso, col vecchio
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negli occhi, tenendo sospeso l’uncinetto e giocando col
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Non è morta subito, l’anno ripescata ancora viva
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a sotterrare, uno dopo l’altro, i due mariti
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vita, non un fremito l’agitò per la crudeltà
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Il povero morto non l’avea amata, no: era
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chiese Mimì. ¶ Emma tese l’orecchio. ¶ — Donna Irene Moscarella
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Mimì la bionda, con l’occhio e col gesto