parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovanni Crisostomo Trombelli, Fedro tradotto da Gio: Grisostomo Trobelli, 1797

concordanze di «l»

nautoretestoannoconcordanza
1
1797
I. ¶ Il Lupo e l’Agnello ¶ A un rio
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1797
da la sete spinti, ¶ L’Agnello e ’l Lupo
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spinti, ¶ L’Agnello e ’l Lupo eran venuti. Il
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da lunge assai, ¶ Bevea l’Agnello; allor che ingorda
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ricercar tal rissa. ¶ Perchè l’acqua, a lui dice
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1797
lui dice, osi turbarmi? ¶ L’Agnel tremante: intorbidar poss
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tremante: intorbidar poss’io ¶ L’onda, che dal tuo
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1797
non era allora nato, ¶ L’Agnel risponde: affè, riprende
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1797
tuo mi disse. ¶ Così l’addenta, e ne fa
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1797
strepito che fa ne l’improvviso ¶ Cader, sgomenta il
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1797
capo, il guata; e l’altre ¶ Aduna, e mostra
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1797
insegnarci, anzi ch’ambir l’altrui, ¶ De i ben
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De i ben’ che ’l ciel ci diede, ad
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1797
e sì co’ rostri ¶ L’inseguon, che mal concia
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BEn è ragion, che ’l suo perda colui, ¶ Che
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suo perda colui, ¶ Che l’altrui di rapire avido
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fallace immago, ¶ Che forman l’acque, a credere l
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l’acque, a credere l’induce, ¶ Che altro Can
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Tenta rapirla, ma riman l’ingordo ¶ Deluso; l’afferrata
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riman l’ingordo ¶ Deluso; l’afferrata a lui s
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1797
lui s’invola, ¶ Nè l’altra cui bramò, toccar
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1797
son re, la prima: l’altra ¶ È mia, perchè
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1797
suo gran periglio, ¶ Trattone l’osso, ogni dolor gli
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1797
Fra gli artigli de l’Aquila una Lepre ¶ Altamente
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1797
confin la Lepre, ¶ Quasi l’altrui rechi al suo
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1797
accortamente nieghi. ¶ FAVOLA XI. ¶ L’Asino e il Leone
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1797
fuggir poscia le arebbe, ¶ L’orecchiutello grandi strida innalza
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la tua schiatta, e ’l valor tuo, ¶ Sarei, se
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1797
tuo, ¶ Sarei, se fuggir’ l’altre, io pur fuggito
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1797
lo siegue. ¶ Ma da l’eccelse corna trattenuto, ¶ Da
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1797
la preda, e canta. ¶ L’ingannevol Volpetta avidamente ¶ Il
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Sempre al valor prevalse l’accortezza. ¶ FAVOLA XIV. ¶ Il
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piante! ¶ * Renda cauti color l’istoria mia, ¶ La cui
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1797
gl’impostori impingua. ¶ FAVOLA . ¶ L’Asino al vecchio pastore
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Nel prato un Vecchio l’Asinel pascea, ¶ Ma de
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1797
Ma de’ nemici a l’improvvise grida, ¶ Atterrito, a
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grida, ¶ Atterrito, a fuggir l’Asino esorta, ¶ Per non
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Per non restar de l’oste entrambi in preda
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1797
i pargoletti; ¶ E agevolmente l’impetrò: ma poscia ¶ Che
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se ne andasse instando l’altra, a’ nuovi ¶ Prieghi
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1797
prole maggior forza acquisti. ¶ L’ottien; ma allor ch
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1797
il luogo vuol per l’altra, ¶ Essa dice, il
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1797
Cignale, il Toro e l’Asino. ¶ CHi da l
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1797
l’Asino. ¶ CHi da l’antica dignità decade ¶ Allor
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decade ¶ Allor che più l’insegue avversa sorte, ¶ Scherno
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1797
d’anni carco, ¶ Su l’estremo confin del viver
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1797
e fere, e squarcia. ¶ L’Asin che scorge impuni
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1797
XXII. ¶ La Donnola e l’Uomo. ¶ LA Donnola da
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1797
cortese a me perdona. L’altro: ¶ Se per me
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1797
tu il facessi, io l’avrei caro, ¶ E a
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1797
non temer d’inganno. ¶ L’altro dice, il farei
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1797
questo pur a cena l’altro invita; ¶ E posto
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1797
a sua voglia. Indarno l’altra, ¶ Cui tormenta ria
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1797
lambe. ¶ Sì allor parlò l’augello: invan ti lagni
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1797
Cane, il Tesoro e l’Avoltojo. ¶ ADattata a gli
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di ricco avido aspira. ¶ * L’ossa d’un uom
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1797
di ricchezze. Tal desio ¶ L’ingombra sì, che cibo
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1797
Sul cui cadaver sceso l’Avoltojo, ¶ Ben giusto è
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1797
XXVIII. ¶ La Volpe e l’Aquila. ¶ NOn dispregi il
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1797
il varco ¶ * Ingegnoso pensier. L’Aquila i figli ¶ Rapì
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1797
in cibo: la prega l’altra indarno, ¶ Poichè l
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1797
l’altra indarno, ¶ Poichè l’augel, cui la sublime
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1797
vede a vuoto, ¶ Da l’altare una fiaccola rapita
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1797
rapita, ¶ Tutto di fiamme l’albero circonda; ¶ E la
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1797
figli a lei minaccia. ¶ L’augel cui de la
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1797
le rende. ¶ FAVOLA XXIX. ¶ L’Asino mottegiatore del Cignale
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1797
fratel gli chiede? ¶ Almen (l’Asin risponde, estratto il
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1797
Il Cignale; ma pur l’ira rattenne; ¶ E agevol
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1797
frode e’ ricorre; onde l’inerme ¶ Stuolo tragge in
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1797
s’allontani, ¶ E diletti l’orecchio, illustre assai ¶ Non
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1797
illustre assai ¶ Non per l’Autor, ma per se
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1797
per se stessa è l’opra. ¶ Del saggio vecchio
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1797
per costume; ¶ E sì l’ardir del temerario affrena
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1797
pur si vede ¶ Ricco l’ardir, e la modestia
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1797
a la fin. Ecco l’esempio. ¶ * Un uom di
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1797
Giovine e bella è l’altra; uguale etate ¶ Mentre
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1797
Svelti la Giovinetta, e l’altra i neri. ¶ FAVOLA
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i neri. ¶ FAVOLA III. ¶ L’Uomo, e il Cane
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1797
ne invita. ¶ FAVOLA IV. ¶ L’Aquila, la Gatta, e
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1797
e la Scrofa selvaggia. ¶ L’Aquila in cima d
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1797
e rie disciolse. ¶ De l’Aquila s’aggrappa al
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1797
A cotai detti ¶ De l’augel turba alto terrore
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1797
terrore i sensi. ¶ Allor l’astuta corre in ver
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1797
essa a la pastura, ¶ L’Aquila è pronta a
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1797
tutto osserva, e guata. ¶ L’Aquila intanto paurosa stassi
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1797
suoi Gattucci, ¶ Lauto convito l’empia Gatta appresta. ¶ * Stolta
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1797
alto-cinti servidor de l’atrio, ¶ Un, cui fascia
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1797
pur la polve ammorza. ¶ L’astuzia di costui comprende
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1797
tu fatto, e ciò l’hai fatto indarno; ¶ Assai
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1797
io vendo. ¶ FAVOLA VI. ¶ L’Aquila, la Cornacchia, e
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1797
il tutto atterra. ¶ * Trasse l’Aquila in alto una
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1797
scorza ¶ Non lascia che l’augel le faccia offesa
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1797
a lei ne promette. L’altra allora: ¶ Ver l
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L’altra allora: ¶ Ver l’alte stelle innalza il
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1797
piombo ¶ Sopra uno scoglio l’abbandona, e infranta ¶ La
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1797
scorza, a tuo piacer l’addenta. ¶ Pronto l’augel
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piacer l’addenta. ¶ Pronto l’augel l’innalza, ed
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addenta. ¶ Pronto l’augel l’innalza, ed ottenuto ¶ Dal
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1797
ed ampie ceste ¶ Portava l’un; sacchi pien d
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sacchi pien d’orzo l’altro. ¶ Superbo il primo
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1797
cervice, ed orgogliosa; ¶ Dimesso l’altro, chetamente il segue
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Soffrir più colpi a l’infelice è forza; ¶ Il
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Il vil peso de l’altro hanno in dispregio
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1797
A gran pro (dice l’altro) io fui negletto
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1797
Nessun ferimmi, e intero l’orzo io serbo. ¶ * Sicure
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1797
evvi il fattor) nessun l’osserva. ¶ Sicchè a’ Buoi
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1797
tutto osserva, ¶ Scuopre a l’eccelse corna il Cervo
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1797
cose. ¶ E P I L O G O. ¶ A
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1797
O G O. ¶ A L’ingegno d’Esopo eresse
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1797
E a rilevar pervenga l’opra mia, ¶ Le querele
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1797
De’ buoni a roder l’opre a vita trasse
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1797
che pur nacqui su l’Aonio giogo, ¶ U’ diè
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diè a la luce l’alma Dea Memnosine ¶ Di
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1797
colui, ¶ Che purchè a l’oro altro nuovo oro
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1797
sventura. ¶ Se il testimon, l’accusator, il giudice ¶ Non
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1797
sol disvelo. È malagevol l’opra; ¶ Ma se Anacarsi
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1797
Esopo, ¶ Eterna fama con l’ingegno loro ¶ Acquistaro; io
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1797
Placò le fiere, e l’Ebro altier rattenne. ¶ Dunque
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assale; ¶ E ruine a l’intorno, e morti arreca
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1797
più d’un indovin l’intenda Uom pratico, ¶ È
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non v’ha chi ’l dica ¶ Lo insegnerà pria
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1797
Accrescon nuova pena a l’infelice. ¶ Esopo allor vecchio
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Capo della scimmia. ¶ FRa l’altre merci ad un
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1797
il tardo passo? ¶ Cui l’altra: tue parole io
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1797
la notte: ¶ Sciolto su l’imbrunir, vo dove voglio
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la mensa il padron l’ossa mi porge; ¶ La
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1797
Corre al padre e l’accusa che maneggi ¶ (Benchè
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1797
un liberto, ¶ Cui de l’eredità speme lusinga, ¶ Tratto
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1797
un drudo in braccio l’infedel si dona, ¶ Di
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1797
dona, ¶ Di casa onde l’onor deturpa, e sfregia
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1797
Purchè il dolor de l’onta, e l’ira
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1797
de l’onta, e l’ira sfoghi, ¶ Tutto al
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1797
Sua innocenza ¶ Sembra oscurar l’eredità ch’ottenne. ¶ Ma
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1797
tragga a morte. ¶ Ne l’ardua quistion sospesi i
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1797
è autore, ¶ La pena. L’empio e sposo e
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1797
avvertir pote, ¶ Che non l’altrui opinion li guidi
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1797
il racconto. ¶ FAVOLA XI. ¶ L’Eunuco ad un malvagio
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a lite insieme, ¶ Era l’uno malvagio, e l
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1797
l’uno malvagio, e l’altro Eunuco. ¶ Colui fra
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1797
vergognoso ¶ Alfin ciò a l’uom, ch’il suo
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1797
alla gioja. ¶ MEntre fra l’immondezze esca ricerca, ¶ Trovò
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1797
che ti apprezza, ¶ Già l’antico splendor (oh qual
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1797
un’annosa quercia avevan l’Api ¶ Fatti i lor
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1797
Vespa, che ben sa l’indol d’entrambi; ¶ Onde
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1797
corpo; ¶ Sicchè da lor l’Autore io non discerno
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1797
Quel che recaste, fia l’autor palese. ¶ Spiace a
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1797
legge, accetta è a l’Api. ¶ Pronunzia tal sentenza
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1797
È in chiaro. A l’Api il frutto lor
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1797
un Ateniese ¶ Fermossi, e l’ebbe come sciocco a
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1797
comprende. ¶ Esopo vincitor: Se l’arco teso, ¶ Terrai sempre
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1797
dovessi? ¶ Ma via, saputo l’abbia; fu gran dono
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1797
generar si lascia, ¶ Che l’altra, che ver me
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1797
i Genitor’ ravviso. ¶ * Che l’uom riman da benefizj
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1797
fuor de la tana l’altra escita, ¶ La trepida
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1797
in tutela ¶ Fur presi, l’alta Quercia a Giove
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1797
il Mirto ¶ A Venere, l’Alloro a Febo piacque
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alcun non creda, ¶ Che l’ossequio col lor frutto
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per le frutta sue l’Ulive eleggo. ¶ Il gran
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1797
facciamo, util non have, ¶ L’onor che ne ridonda
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1797
negato, ¶ Concesso fosse a l’Usignuolo il canto, ¶ Con
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1797
smeraldo, e a te l’occhiuta coda ¶ (Sì vario
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1797
pregi il fato: a l’Usignuolo ¶ Il canto, a
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1797
beltà, la forza a l’Aquila. ¶ Se a destra
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1797
Cornacchia a manca, ¶ Predicon l’avvenir; e ognun n
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1797
il motto a rilevar l’altro pervenne, ¶ Vide ch
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1797
il volea. ¶ FAVOLA XX. ¶ L’Asino e i Galli
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1797
avvolse ¶ Ne le tenebre l’arte, tu lo scopra
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1797
avea scampato. ¶ Scoprì lunge l'inganno, e fossi, dice
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1797
II. ¶ La Volpe, e l’Uva. ¶ Da fame spinta
170
1797
d’alta vite a l’Uva. ¶ Quanto mai pote
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1797
d'ira acceso, ¶ A l'Uom ricorre, e lui
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1797
altrui servo. ¶ * Impari quinci l'iracondo i torti ¶ Anzi
173
1797
e giovanetti imberbi: ¶ A l’altra campi, ville, armenti
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1797
mente! ¶ Onde pregato, sì l’arcano scioglie: ¶ La casa
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1797
provveda; ¶ Per abbigliarsi vendrà l’altra i campi. ¶ Quella
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1797
vinti i Topi da l’esercito ¶ De le Donnole
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1797
Greci aprìo ¶ Del mar l’ignoto sen: indi la
178
1797
e di Medea per l’empio ardire ¶ Soffrir’ di
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1797
Scioglie contro del ciel l’audace lingua. ¶ FAVOLA VII
180
1797
è tratto, ¶ Cerca con l’altrui danno averne scampo
181
1797
la Volpe, a cui l’uscita, ¶ Il margo un
182
1797
dolce, e molta sia l’acqua, le chiede. ¶ La
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1797
Volpicella ¶ S’appoggia a l’alte corna, e un
184
1797
ripiena al dorso appesa; l’altra ¶ De l’altrui
185
1797
appesa; l’altra ¶ De l’altrui colpe grave al
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1797
fallisce appena, e tu ’l riprendi. ¶ FAVOLA X. ¶ Il
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1797
Il Ladro che spoglia l’Altare. ¶ UN Ladro al
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1797
Ladro al fuoco de l’Altar di Giove ¶ Il
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1797
ciò che involi, ¶ Sicchè l’odio, e’l tuo
190
1797
Sicchè l’odio, e’l tuo furto a me
191
1797
Il potrà solo disvelar l’Autore. ¶ Ella dunque ne
192
1797
e Giove. ¶ GIusto è l’odio, che ha il
193
1797
è amico, ¶ E con l’offerte ogni ragion corrompe
194
1797
loro impastò, d’onde l’uom costa, ¶ Che se
195
1797
di repente a cena ¶ L’invitò, così il nettare
196
1797
che vuol pur compiere ¶ L’intrapreso lavoro; e sonno
197
1797
sonno, e vino ¶ Sì l’ingombra, che i membri
198
1797
discerne, ¶ E quel de l’uno applica all’altro
199
1797
addietro, ¶ Rassembri ugual ne l’apparenze a noi. ¶ FAVOLA
200
1797
presi, ¶ Qual subito seren l’arreca il giorno, ¶ Di
201
1797
crusca è asperso, e l’insoffribil fame ¶ A spegner
202
1797
lentamente, in ogni mondezzajo ¶ L’esca fiutando, nè di
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1797
empiro. ¶ Vanno, udienza chieggono, l’impetrano. ¶ Siede il gran
204
1797
fia, trovarsi ¶ Pari a l’onta la pena; e
205
1797
soffrir fia forza ¶ De l’uom le ingiurie. A
206
1797
Lo fiutan dove avean l’odor riposto. ¶ FAVOLA XVIII
207
1797
odor riposto. ¶ FAVOLA XVIII. ¶ L’Uomo e il Serpe
208
1797
si riebbe appena, ¶ Che l’uccise: il perchè chiesto
209
1797
o Drago, ¶ Nulla confarsi l’oro al viver mio
210
1797
rispondi; ¶ Ma Giove me l’impose. Adunque nulla ¶ Ne
211
1797
pianto; ¶ E purchè a l’arca un qualche soldo
212
1797
le chiare citta de l’Asia in giro ¶ Cominciò
213
1797
Tempesta in mezzo a l’onde, e fiede, ed
214
1797
ermo sen gìo. ¶ Ma l’argomento lieve a la
215
1797
indi simil laude a l’Atleta ¶ Fe’ derivar. S
216
1797
Fe’ derivar. S’approvò l’opra, e un terzo
217
1797
mercede convenuta ottenne. ¶ Richiesta l’altra, la daran risponde
218
1797
invito. ¶ Benchè deluso, e l’onta alto il trafigga
219
1797
trafigga, ¶ Per non farsi l’Atleta in tutto avverso
220
1797
avverso, ¶ Promette, e a l’ora destinata riede. ¶ Siede
221
1797
a mensa: le tazze, l’apparato ¶ Il convito, la
222
1797
di por fine a l’opra mia, ¶ Ricca perchè
223
1797
lavoro, ¶ Come può dirgli l’indovina mente, ¶ Ciò ch
224
1797
stima s’accresca a l’opra, il posi. ¶ Siccome
225
1797
ne fa autore, ¶ Ne l’argento Miron. Mordace invidia
226
1797
avea lette, ed ammirate l’opre, ¶ S’unìo: sciolta
227
1797
compagni, un prode, ¶ Imbelle l’altro. Masnadier gli assale
228
1797
forza a forza opposta, ¶ L’uccide incauto. Il vede
229
1797
uccide incauto. Il vede l’altro appena, ¶ Che accorre
230
1797
dice:) mostrerogli ¶ Con chi l’ha presa. Almen cotal
231
1797
sciolsi unquanco. ¶ FAVOLA IV. ¶ L’Uomo, e l’Asino
232
1797
IV. ¶ L’Uomo, e l’Asino. ¶ AD Ercole, da
233
1797
un Porco offrìo; ¶ E l’orzo, che restovvi, a
234
1797
orzo, che restovvi, a l’Asin porse; ¶ E’ sì
235
1797
Asin porse; ¶ E’ sì ’l rigetta: il don mi
236
1797
gioco offre mercè a l’autore: ¶ Di lode a
237
1797
promise, ch’unqua ¶ Per l’addietro teatro alcun non
238
1797
mantel si grida. Ei l’apre, e nulla ¶ Vi
239
1797
affè (soggiugne) ¶ Costui non l’avrà vinta; e il
240
1797
primo grugnisce; ¶ Suona a l’intorno il plauso, e
241
1797
avea, ¶ A lui strigne l’orecchia il Villan furbo
242
1797
il verre, ¶ E che l’altro si scacci, ognuno
243
1797
E sì additando de l’error la prova, ¶ Ecco
244
1797
La brevità, se non l’ingegno, approva. ¶ Tanto di
245
1797
comparir più lieta. ¶ Viene l’atteso giorno: ecco il
246
1797
per lui: morto talun l’accerta; ¶ Ch’a momenti
247
1797
gli spettator’ fa baciamani. ¶ L’ordine Equestre il folle
248
1797
Da cui ne va l’Augusta Casa altera. ¶ FAVOLA
249
1797
Casa altera. ¶ FAVOLA VIII. ¶ L’Occasione dipinta. ¶ LIeve il
250
1797
mai sempre accetto, ¶ Con l’etade il primier valor
251
1797
un Cignal lasciato, ¶ Tosto l’azzanna; ma da’rosi
252
1797
soggiugne: ti deluse ¶ Non l’animo, il valor: ciò
253
1797
sacri luoghi, e a l’are ¶ Le vittime involasti
254
1797
sofferir le sue sciagure, ¶ L’altrui rimiri, e tolleranza
255
1797
rane, ¶ Si nascondon fra l’alghe a la rinfusa
256
1797
ei preda, ¶ Cerca a l’intorno, ne la fossa
257
1797
al bosco. ¶ FAVOLA V. ¶ L’Uomo, e gli Alberi
258
1797
richiese. ¶ Essi concordi eleggon l’Olivastro. ¶ S’accetta il