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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Catena Fiorello, Picciridda, 2006

concordanze di «la»

nautoretestoannoconcordanza
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concentrato su di me la sua sciocca curiosità. ¶ «I
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quanto stupida, era comunque la mia insegnante di italiano
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dovevo delle spiegazioni. ¶ Già la gola mi si stringeva
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riuscita a far sfumare la parvenza di gioia di
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che io avevo trovato la giusta collocazione nel mondo
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mondo della scuola: Lucia, la figlia degli emigranti. ¶ E
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fosse l’unica con la quale spartire le tante
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luce di speranza. ¶ Mentre la bambina-vecchia ancora parlava
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ancora parlava, io feci la conoscenza della mia compagna
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presentò a noi anche la professoressa di musica, Rosa
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il triste esordio con la Di Mauro. Quest’altra
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quanto le note e la musica di cui lei
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che rovinarle l’aspetto, la rendeva buffa. ¶ Anche lei
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sottolineare con fare sarcastico la parola signorina quando parlavano
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frasi giuste per spiegare la vita. ¶ Con la professoressa
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spiegare la vita. ¶ Con la professoressa Rosa fu semplice
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Vivaldi, Chopin e Mozart; la loro vita, raccontata per
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con lo stesso rispetto, la Pizzitto ci invitava a
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voci delle ragazze per la strada. ¶ Dopo qualche settimana
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Dopo qualche settimana arrivò la novità del flauto. Fummo
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poco tempo di imparare la tecnica corretta per tenerlo
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s’intende), a riconoscere la chiave di violino, le
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e misure. Io con la Pizzitto sognavo. ¶ Purtroppo però
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Purtroppo però in classe la considerazione per la musica
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classe la considerazione per la musica si traduceva con
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cartella un panino con la mortadella. Do-mi-sol
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ma ascoltando con attenzione la musica in sottofondo. ¶ Con
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pericolo di deragliare durante la giornata. ¶ Per me, che
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L’autunno poi era la stagione ideale, perché al
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minuto, mi ricongiungevo con la mia parte più intima
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parte più intima, e la ritrovavo in un soffio
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e senza promesse, compresa la mia voglia di stare
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speranza. Lì, con tutta la forza che la natura
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tutta la forza che la natura sprigionava, godevo di
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spazzolavo con le mani la mia veste che intanto
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pranzare. ¶ Fatiche e passatempi ¶ La porta, come sempre aperta
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dritta in camera, poggiare la cartella sul letto – cosa
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cosa che faceva infuriare la nonna – e dirigermi nella
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miei passi svelti. ¶ Spesso la trovavo nervosa o infastidita
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disciplina. ¶ Non è che la nonna fosse una brava
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preparare le pietanze per la famiglia era di gran
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nella vita bastava farsi la reputazione, e poi arrivava
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decennio); poi aveva fatto la contadina a tempo pieno
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pochi anni prima) e la vestitrice di morti nei
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miglior rimedio per sconfiggere la paura della morte. ¶ Qualche
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ladri non rubassero durante la loro assenza, e apriva
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Mi piaceva saltare con la corda, oppure saltare al
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sopportavo proprio. Piuttosto preferivo la compagnia di un’amica
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volta quattro giorni dopo la loro partenza. Lo fecero
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detective –, teneva in ordine la contabilità e faceva le
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stanca, rientrai a casa, la zia era già seduta
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al nostro tavolo con la nonna. Subito mi raccontò
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Mi disse proprio questo la zia, facendomi salire l
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non poteva essere altrimenti. ¶ La zia Franca, nel suo
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comode. In pochi minuti la nonna si preparò, tornando
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si era portata dietro la solita borsa di stoffa
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mentre parlavamo dei miei, la nonna mi strinse la
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la nonna mi strinse la mano forte forte e
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fecero un grande effetto. ¶ La voce di mia madre
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vita: possedere un telefono. La meraviglia di poter parlare
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qualcuno lontano, avendo comunque la sensazione che si trovasse
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dietro l’angolo. ¶ Già la nonna si asciugava le
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buon fine. ¶ Difficile immaginare la Generala sedata dai suoi
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che era partito per la Germania e l’aveva
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me. E piano piano, la roccia dove si era
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sgretolarsi. ¶ Il papà prese la cornetta mentre la mamma
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prese la cornetta mentre la mamma ancora mi salutava
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domande del questionario per la scuola. Gli risposi di
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arrivato in un attimo. ¶ La nonna invece con suo
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poi si fece passare la nuora. Le ripeté sino
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facendo per voi. Ve la porterà la madre di
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voi. Ve la porterà la madre di Melo, che
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quando serviva. ¶ «’O ma’», la supplicò papà con il
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pocu tristi…» ¶ Lei mosse la testa per rassicurarlo e
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così. Almeno avevo assaporato la loro voce. Un soffio
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Un soffio, una piuma. ¶ La mia bilancia era sempre
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opposte. In quel caso, la nostalgia dolorosa del loro
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del loro ricordo, e la felicità di averli sentiti
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facce della stessa medaglia. ¶ La scuola ¶ Settembre ormai era
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Arrivavano ancora, però, per la felicità di qualche albergatore
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parte i soldi per la casa. Insomma, sentirli parlare
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malumore, e immaginavo addolorata la mamma e il papà
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testa quando doveva fare la spesa. Lo so, i
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gelato ¶ E intanto che la pausa estiva se ne
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scuola media. Avrei frequentato la Ia C dell’Istituto
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influenza che aveva colpito la nonna il giorno prima
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potuto accompagnarmi per fare la conoscenza dei miei insegnanti
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conoscenza dei miei insegnanti. ¶ La tosse le spaccava il
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delle informazioni. Intanto, con la mano mi spazzolava il
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raccomandazioni che aveva elencato la nonna. Ricordando in particolare
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uno ogni due ore… ¶ La salutai anche io sorridendo
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rovinarlo con pensieri tristi. ¶ La prima domanda per mezzo
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entrando in classe, fu la seguente: «E tu, piccola
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spiegare alla Di Mauro la mia situazione, che c
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iniziai a trafficare con la cartella. Mi accorsi proprio
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quell’attimo che per la paura di arrivare in
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qualche parte nascosta, aveva la sua dose di tenerezza
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umani. Solo che lei la teneva chiusa a chiave
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proprio che mi dici la verità, altrimenti quelle due
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sembrava una cattiveria gratuita. ¶ La guardai un’ultima volta
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Ricordavo ancora con amarezza la delusione provata il giorno
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e nel frattempo, per la tranquillità dei miei genitori
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belle crosticine marroni. ¶ Malgrado la vera festa del Santo
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poi gli avrebbero macchiato la faccia come neve caduta
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già insinuata in me la paura di veder partire
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i miei genitori per la Germania. ¶ Non avevo molti
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un allarme interno. Dopo la litigata a cena con
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litigata a cena con la nonna, li avevo sentiti
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pesce e pane per la comunità, al fine di
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già pronti per goderci la serata anche se la
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la serata anche se la mamma ogni tanto guardava
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il dorso della mano. La mamma, distraendomi dai miei
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calmati, altrimenti ti viene la febbre. Lo sai che
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ero spostata più in . Il perché non avevo
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i loro piani per la Germania lo percepivo come
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aveva sorriso, e anche la zia Franca, che come
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come sempre aveva colto la nostra tensione e ora
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seguiva fiducioso, saltellando per la strada, e invitando i
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come se fossi stata la sua seconda mamma, ma
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lui sarebbe partito per la Germania? O, visto come
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erano decisi ad accettare la volontà del Signore. ¶ Quel
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cui stava per morire, la mamma aveva ricevuto in
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sentiva una fatina con la valigetta dai ferri miracolosi
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lavoro il marito o la madre della paziente le
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il Paradiso. ¶ Per fortuna la mamma si era salvata
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extremis. Certo era che la bacinella, messa a portata
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del mio amato Pietro. ¶ La merenda e le serate
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avanti e indietro, e la mia principale occupazione consisteva
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si distinguevano certo per la loro eleganza, semmai erano
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moda. Queste spiccavano tra la folla, e si vedeva
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volte si saltava proprio la stagione, e si passava
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fino a fare arrossare la pelle. ¶ Il più delle
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che però non amava la confusione e spesso, con
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abitudini cambiarono. Avevo perso la mia voglia di stare
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ogni volta. ¶ Preferivo godermi la frescura in terrazza e
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mai dimenticati. ¶ Qualcuno commentava la costruzione del Muro in
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convinta che costui conoscesse la mia condizione di semi
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che avevo mantenuto era la piacevole pausa per il
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quattro, dopo aver consumato la merenda che la nonna
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consumato la merenda che la nonna mi preparava con
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lo stesso Carmelo, che la mattina vendeva i meloni
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un’Ape multicolore. ¶ Posteggiava la sua gelateria ambulante vicino
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dimenticarmi dei tanti guai. ¶ La prima telefonata ¶ I miei
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genitori – alleluia! – telefonarono per la prima volta quattro giorni
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Criminale, forse non era la parola giusta per definire
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della propria madre, ma la vita gliel’aveva rovinata
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criminale uno che uccide la propria famiglia? I nostri
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molto affollato. Per fortuna la spiaggia di Leto non
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sua capienza. Faceva eccezione la settimana di Ferragosto, quando
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facendo schiamazzi terribili. Erano la specie di ospiti più
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bambini. Sotto al sole, la tribù più anziana rischiava
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tu per tu con la mia solitudine forzata. Seppure
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non mi dava pace. La metafora più sincera per
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era risalita di nuovo la rabbia, perché pensavo che
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Ma per farla contenta (la Generala non era mai
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e persiane sgangherate ¶ Dopo la curva, l’ultima di
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dalle spiagge portava verso la campagna, c’era la
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la campagna, c’era la nostra casa. Per arrivarci
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blocco dello stesso colore. ¶ La casa della nonna era
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tutta bianca, qua e costellata di pietre che
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delle donne di casa: la mamma e la nonna
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casa: la mamma e la nonna. Di rado toccava
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piante hanno un’anima. ¶ La casa era lì dal
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ne avesse cura e la trattasse con riguardo in
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loro assenza. In cambio, la nonna avrebbe potuto farne
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rimaste io e lei. ¶ La casa era divisa in
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nella quale ora dormiva la nonna), una seconda stanza
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era destinata a me, la nonna e Pietro, una
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a ripostiglio-cantina, dove la nonna teneva un cesto
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che il papà e la nonna raccoglievano in giro
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dicevano, «sono sempre utili». ¶ La parte più bella, però
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da lì mi sentivo la padrona del mondo, e
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e fichi d’india. ¶ La sera poi si potevano
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chiacchiere con noi. Con la scusa di un saluto
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delle volte per prolungare la visita raccontandoci le ultime
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sui fili slabbrati dietro la cucina, sciacquai il costume
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sala da pranzo con la speranza che la pietanza
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con la speranza che la pietanza fosse già servita
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Toccava a me apparecchiare la tavola, da quando eravamo
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quando eravamo rimaste sole. ¶ La tovaglia, le forchette, i
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i bicchieri, il pane, la bottiglia dell’acqua e
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e c’era persino la novena del cucchiaio e
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era usuale chiamare così la magrezza evidente. Piuttosto si
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passerà!». ¶ Succedeva pure che la nonna mettesse nel piatto
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di quei delitti. ¶ Però la nonna non sempre accettava
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i vestiti. ¶ Solo che la disponibilità dei meloni più
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aspettando l’indomani. ¶ Dopo la partenza dei miei genitori
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paese avevamo il dottore, la chiesa, i negozi che
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lutto, ed emigrazione, appunto, la croce che era toccata
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sedetti, aspettando che anche la nonna facesse la stessa
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anche la nonna facesse la stessa cosa. ¶ La guardai
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facesse la stessa cosa. ¶ La guardai con un po
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ore della mattina. ¶ Dopo la curva dietro alla quale
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dietro alla quale scompariva la nostra casa, e dove
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avevo colorato alle elementari, la nonna mi lasciava la
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la nonna mi lasciava la mano, facendomi respirare un
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luce. ¶ Tra me e la nonna c’era una
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mattine buie, fresche, con la mia mano intrecciata alla
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una gioia immacolata, pura. La natura che si offriva
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ai nostri sguardi, e la magnificenza dell’universo con
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regole ancestrali: il sole, la luna, i fulmini, i
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così tragica per me, la nonna mi svegliò alle
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fosse il sole o la pioggia, sarebbe cambiato qualcosa
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passo svogliato andai verso la stanza da pranzo. Lei
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Se continui a fare la stupida, io gli telefono
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poi per colpa tua la casa ve la scordate
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tua la casa ve la scordate! Forza, camìna!» ¶ Camminando
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erano dovuti scusare per la vergogna di avere un
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figlio maleducato. ¶ Mi mancava la mamma. Ma perché era
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Pietro, e comodità per la casa. Per se stessa
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ancora piccola e già la sentivo discutere di corredo
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trattava della Brillantina Linetti, la ricordo ancora. Il naso
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tanto per spiegare, apriva la porta e gridava: «Venite
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queste ultime facevano venire la carie ai denti e
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raccogliere gelso per tutta la famiglia, ma il papà
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ci era riuscito. ¶ Quando la giornata si presentava fortunata
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una brutta bestia» diceva la nonna, bacchettando suo figlio
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precisa, mettendo in ridicolo la sua famiglia. ¶ Tanti erano
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sogni impossibili!» gli ripeteva la nonna ogni giorno, senza
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così ci avrebbe dato la prova di un impegno
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come fate a campare?». ¶ La nonna diceva la verità
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campare?». ¶ La nonna diceva la verità: mio padre, per
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poteva proprio nascondere. ¶ Infine la nonna tirava fuori certi
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ragazza. E giù con la novena della campagna! ¶ Insomma
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suo amore. Questa era la sua sentenza. Letta, confermata
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torrido pomeriggio di luglio, la nonna, più arrabbiata che
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all’estero per lavorare. La donna, mossa a pietà
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a mio padre. ¶ E la nonna, rientrando a casa
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E poi era intervenuta la nonna: parole dure pronte
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solo pensiero di lasciare la Sicilia. Ma lei elencava
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una dote che portava la dignità nelle case. La
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la dignità nelle case. La sua lingua sembrava indemoniata
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fare altro che constatare la debolezza dei miei genitori
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poi vediamo cosa fare». ¶ La mamma l’aveva guardato
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sua amica, Emilia. ¶ Per la stessa maledizione che aveva
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incontro sentimentale pareva impossibile. ¶ La differenza tra loro era
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si erano dovuti lasciare. La goccia che aveva fatto
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scelta dei mobili per la futura casa. Apriti cielo
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a quella enorme delusione, la ragazza aveva fatto di
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vicino casa, a pregare la Madonna del Carmine. A
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il passato aveva fatto la sua parte. Lei era
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Lei era cresciuta con la madre e la sorella
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con la madre e la sorella Carmelina senza un
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per una combattente come la nonna, che per principio
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suo vanto da anni. La sera, prima di andare
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ai suoi pensieri. Con la gente che incontrava per
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arricchimento reciproco senza eguali. ¶ La setta dei colti ¶ Avevamo
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di mettere a posto la stanza da pranzo, asciugandomi
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Torino. Quella donna era la prima eroina del parentado
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al fine di permetterle la realizzazione di un sogno
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anche l’uomo che la stessa aveva sposato da
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o sotto un altro. La setta dei colti, giustamente
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pericoli di contaminazione. Mentre la nostra amica parlava con
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nostra amica parlava con la nonna della cugina-che
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era sempre affettuoso con la mamma. Potevo confermare che
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aveva tra le mani, la nonna le faceva notare
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pratica fosse pericolosa per la vista. Anche lei da
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sì, quelli sempre, tutta la vita, anche quando non
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e cresciuta a Melìa. La nonna, in quel caso
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verso alla nuora, con la cadenza tipica dei campagnoli
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arrabbiava di brutto quando la sentiva dire fandonie di
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Per finire il discorso, la nonna aveva aggiunto con
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cicaleccio tra Nora e la nonna, amiche da anni
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Ora parlavano di Peppina, la madre di Nora. Anzi
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o per nobile genìa, la parola «Donna». Un sigillo
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però piaceva specificare che la stima e il rispetto
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per le signore con la puzza sotto al naso
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malgrado l’età e la carente attenzione che riservava
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storia. ¶ Donna Peppina e la nonna erano il sole
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erano il sole e la luna, eppure, anche se
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in me tanta ammirazione. La prima era semplice, ingenua
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vocabolario alla mano, o la sfera delle maghe che
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Anche quando eravamo giovani la chiamavamo così, perché vuole
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stanca. Dice sempre che la campagna e le bestie
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sono dure». «Chi lavora la terra lo sa, non
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di nuovo» aveva commentato la nonna. «Io mi sono
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Io mi sono spezzata la schiena a furia di
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di buono. Se davvero la Massara avesse smesso di
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un danno. Lei era la nostra fornitrice ufficiale di
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da lei a fare la spesa per la famiglia
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fare la spesa per la famiglia, era divenuta un
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abitudine consolidata. Io e la nonna ci svegliavamo verso
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lavate e vestite, raggiungevamo la meta per farci riempire
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fare colazione. Al ritorno, la mamma aveva già apparecchiato
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papà si stava facendo la barba. ¶ D’estate, a
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e della zia Pina, la nuora tanto odiata dalla
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tra noi. Tornando con la memoria a quel tragitto
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un chilometro. Ma era la mia strada. Ci legava
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i figli, le madri, la terra, il lavoro e
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vedrai, Natale è dietro la porta. E poi i
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mio intento. E mentre la nonna continuava a parlare
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suo carattere ha rovinato la mia vita, e non
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dalle sue ire, compresa la sottoscritta. C’erano momenti
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cui dovevo industriarmi con la fantasia per darle nuovi
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andiamo che bisogna preparare la cena. Sennò a tuo
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chi lo sente?» ¶ Nora ¶ La porta di casa nostra
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chiusa a chiave, perché la nonna aveva le sue
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compromessi fin troppo offensivi. La verità invece era una
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nostro piccolo universo? Per la gente che di Nora
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poco, lei era solo la Sciancata. Un nomignolo dal
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lo voglio, per tutta la vita». ¶ E tra le
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segreti di gioventù, e la faceva scompisciare dalle risate
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quei ricordi. E quando la storia si avviava verso
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storia si avviava verso la conclusione, la nonna mi
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avviava verso la conclusione, la nonna mi ordinava di
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altra stanza: «Vai di e pigghimi ’a ferla
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a ferla!», diceva. Ma la ferla era sempre nello
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sopra a qualche altra. La cosa che mi sembrava
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comico. ¶ Le frasi novena ¶ La cucina era la stanza
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novena ¶ La cucina era la stanza nella quale mia
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da assistente, e dopo la sua partenza quel privilegio
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piccola cucina bianca con la bombola del gas posizionata
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incenerendoci senza pietà. Oltretutto, la nostra bombola era poggiata
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che indispettire mia nonna, la quale, non perdeva occasione
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stazione, sia io che la nonna ci eravamo messe
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scorgere nel suo sguardo la stessa nostalgia che mi
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stomaco.» E si toccava la pancia roteando la mano
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toccava la pancia roteando la mano. «I tuoi genitori
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tranquillo.» ¶ «Quanto è lontana la Germania, nonna?» Desideravo parlare
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al punto in cui la mia famiglia lo stava
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lo stava attraversando. Finita la cena, la nonna come
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attraversando. Finita la cena, la nonna come sempre pretese
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che mettessi in ordine la stanza. Lo feci: sparecchiai
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tradisse una mia svista, la novena della cena sarebbe
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soddisfatta. Di solito, con la bottiglia di vino ricollocata
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Forse sono dispiaciuti per la partenza di tuo padre
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di tuo padre» disse la nonna. ¶ «E perché, secondo
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non soffrono anche per la partenza della mamma e
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in bocca. ¶ E troncò la discussione. ¶ Ecco che stavo
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di farlo in segreto. La nonna non amava assistere
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me e mio fratello. La nonna le rimproverava di
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fare i conti con la regina della severità, e
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della severità, e vista la sua propensione a non
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sarebbe stato auspicabile frenarmi la lingua prima di fare
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impeccabile. Era magra, con la pelle del viso grinzosa
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Quel verde miracoloso che la illuminava anche quando era
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nni vantu. ¶ Fimmina, comu la Madonna; ¶ fimmina comu la
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la Madonna; ¶ fimmina comu la Terra; ¶ e fimmina vulissi
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concessu di scègliri pi la secunna vota. ¶ A tia
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modo familiare per attirare la mia attenzione. ¶ Abitavo in
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mare, e mi sentivo la figlia della gallina nera
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gallina nera qualunque, ma la nera più nera che
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tanto spingeva al turbamento. La sfumatura di ogni segreto
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per mia nonna, e la sola a condividere con
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a condividere con lei la casa e tutto il
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primo marito. Comunque, io la vedevo sicura dei suoi
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principi, mentre mi elencava la lista con i nomi
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sapeva dove, dopo che la moglie lo aveva lasciato
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per un capriccio, e la nonna viveva sempre nella
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Poi c’era stata la secondogenita, Giovanna, scomparsa giovanissima
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mia madre, Cettina, per la Germania, sperando di riuscire
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lacrime, come era prevedibile. ¶ La partenza ¶ Alla stazione c
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stazione c’eravamo io, la nonna, la zia Franca
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eravamo io, la nonna, la zia Franca e lo
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Nell’aria si avvertiva la malinconia che caratterizza certi
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ogni festa dei Morti. La ricorrenza più mesta di
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sotto al letto, lasciati la notte prima dai nostri
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insieme. ¶ Il rimpianto e la nostalgia, penso adesso. La
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la nostalgia, penso adesso. La consistenza dell’amore, che
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di sopportarla. ¶ Avevo come la sensazione che la terra
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come la sensazione che la terra mi si stesse
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ai piedi. E né la nonna, né i miei
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i miei, né tantomeno la zia Franca e suo
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averlo fatto. ¶ Odiavo già la Germania, compresa quella lingua
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quella lingua incomprensibile che la rappresentava. Le poche parole
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avevo sentito qua e , pronunciate dai turisti tedeschi
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all’orecchio. E sempre la Germania era stata teatro
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impegno, avevo scoperto soprattutto la brutale realtà delle deportazioni
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realtà delle deportazioni. ¶ Dunque, la mia famiglia si stava
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per sempre. Se poi la tua famiglia sta per
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a illuderci, facendo acquietare la nostra smania di ritornare
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di piscio di gatto, la mia famiglia cominciava a
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il loro imbarazzo, più la mia disperazione, non ci
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aggiunta un abbraccio forte. ¶ La guardavo aspettando che ciò
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tutti insieme, facendoci forza. La nonna si allontanò un
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un poco per lasciarci la libertà di confidarci, e
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struggente. Io mi serrai la bocca con un moto
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padre mi rivolse fu la seguente: «Ciatu miu, stai
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ed era venuta meno la fiducia tra me e
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Eravamo ancora alla stazione. La nonna mi teneva per
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All’interno c’era la spesa per quella sera
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pane fresco. ¶ Salutammo cordialmente la zia Franca e lo
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deciso niente, era solo la nonna a fare e
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piacimento. Lasciammo più in anche il piccolo nucleo
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l’identità, il nome, la storia della propria vita
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questo si era aggiunta la misteriosa malattia di Nora
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vivere segregata in casa. La mia amica oramai era
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In paese dicevano che la figlia di Donna Peppina
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importarle più nulla. ¶ Malgrado la sofferenza, aveva la pelle
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Malgrado la sofferenza, aveva la pelle del viso rosea
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di essere felice per la mia sorpresa. ¶ Tra noi
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e male. Di sicuro la nonna non aveva voluto
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finita in ospedale per la sua troppa malinconia. «Ma
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sua troppa malinconia. «Ma la malinconia poteva fare male
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ancora desiderosa di raccontare la sua disavventura, mi disse
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confidava quei segreti con la speranza di essere capita
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pillole al giorno. Due la mattina e due la
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la mattina e due la sera. Dormo meglio, e
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Mentre parlava e srotolava la matassa dei suoi lunghi
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prima o poi tornerò la Nora di sempre. E
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pure il rosario per la tua amica Rita. Speriamo
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solitudini degli altri e la loro infelicità. Non era
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ero resa conto che la sua era solo una
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metteva i piedi. Mentre la guardavo allontanarsi, sbigottita, le
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moglie e dei figli. ¶ La nonna non sbagliava un
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Rientrata a casa, trovai la nonna seduta vicino alla
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uncinetto. Non alzò nemmeno la testa per guardarmi. Tutto
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invitandomi a ritornare di per cenare. ¶ «Che moda
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mi piaci. Che sia la prima e l’ultima
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Lei continuava a sistemare la tavola, e un po
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aiuto, facendomi sentire esclusa. La tovaglia, i bicchieri, forchette
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da sola, segno che la serata aveva preso una
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nessuno, mancu sutta tortura. La gente è invidiosa e
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ripresa fissandomi negli occhi. ¶ «La vita, niputeddra mia, è
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tu ora soffri perché la tua famiglia non torna
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per cercare lavoro, ha la fortuna di trovarlo, e
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affatto. Con quelle parole la nonna stava spegnendo, una
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me sfidavo di continuo la sorte dicendo tanto-io
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smentita, e mi raccontavo la favoletta del non-mi
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Dopo una breve pausa, la nonna riprese a parlare
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a parlare: «Questa è la volta buona che cominci
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Cristu, e aspetta che la tempesta passa. Non ta
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frasi, spruzzate qua e dal dialetto per risultare
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segno. ¶ Capitava spesso che la nonna si esprimesse attraverso
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nonna si esprimesse attraverso la nostra «lingua madre», specie
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sottolineare che a lei la forma interessava poco. Non
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assicurava lei, che con la scusa di aver letto
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a qualcosa, in definitiva? La nonna se lo domandava
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esempio, al governo, per la nonna erano tutti ladri
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perché sto per dirti la cosa più importante. Le
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guardandole in faccia, perché la verità tanti la sanno
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perché la verità tanti la sanno nascondere con grande
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e scappai verso casa.. ¶ La forza di Rita ¶ E
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ago grosso le trafisse la carne, passando per le
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con il camice bianco la speranza della sua salvezza
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una panca d’acciaio, la fine di quella indispensabile
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sguardo sembrava ormai consumato. ¶ La guardarono in silenzio, piegandosi
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quando lo fecero, oramai la voce girava per il
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non crederci. ¶ Il caschetto ¶ La prima volta che misi
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fare i compiti, e la nonna si era fissata
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Il vento fresco punzecchiava la pelle, scompigliava i capelli
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vecchietta con in braccio la nipotina incappucciata; e Salvatore
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cugino, che trascinava ansimante la sua bicicletta con una
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ci colse di sorpresa la presenza della zia Pina
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situazione! ¶ Non appena riconobbe la figura della nonna, si
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e suo marito capirono la situazione, così come le
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clienti del negozio. ¶ Pina la gazzella, e Maria il
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e Maria il leone. La zia sapeva già che
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per le uscite, quando la ditta Amoroso-Di Florio
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allenandomi ogni giorno con la mia professoressa di italiano
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sulla salute di Rita. ¶ «La famiglia di quella povera
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l’altra ancora, concludendo la frase con una smorfia
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di un’ora prima. ¶ La nonna rientrò mentre mi
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al mio spettacolo. ¶ Chiusi la porta per assicurarmi di
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di stare a Sanremo… ¶ La gara canora più famosa
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televisione grande sempre accesa. La Rai quell’anno aveva
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secondo canale. ¶ Ogni tanto la zia Franca faceva disquisizioni
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tema, e diceva che la televisione era dei democristiani
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molto ricche se tutta la televisione era di loro
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lacci per le scarpe, la zia si lasciava scappare
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ci aveva lasciati liberi. La metteva di buonumore. Eppure
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Io invece conoscevo solo la faccia di Gronchi, il
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notizie disastrose. ¶ In fondo la politica non aiutava nessuno
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aiutava nessuno, e obbligava la maggior parte dei padri
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calice di un fior ¶ la fortuna fa cin-cin
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mattina, prima di interrogare, la professoressa Aida disse che
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anche io), e nonostante la sua fosse una brutta
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pensare al peggio, perché la positività chiamava positività. ¶ «Rita
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di quei giorni – mentre la nonna mormorava il rosario
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miei doveri di studentessa, la lasciai di stucco. Non
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orgoglio che aveva spinto la mia parrucchiera Assunta ad
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compiacerci. Pregando però che la razionalità ci aiuti a
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brava picciridda!» mi disse la nonna di primo acchito
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rispecchiava le novene che la nonna mi dedicava, quando
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non spiegava al meglio la mia personalità; si trattava
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suo necessario abbandono. E la sua assenza diventava ogni
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cancellati, ma riflettendo avevo la possibilità di migliorarmi dentro
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possibilità di migliorarmi dentro. La frase che aveva letto
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obbligava a pensarci sopra. ¶ La tragedia di Rita aveva
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mie compagne di scuola, la nonna e le sue
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mia zia aprì, vidi la sua faccia impallidire. Mi
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Ti volevo solo salutare. La nonna non c’è
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pensato lui nel caso la nonna lo avesse scoperto
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invito, stavo per oltrepassare la porta. Ma la zia
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oltrepassare la porta. Ma la zia Pina fu più
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per mano riaccompagnandomi oltre la porta. ¶ «Ciao Lucia, grazie
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in pieno a tradire la nonna, e che aveva
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più bello, e anche la mia cara zia mi
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restò un unico ricordo: la visione tristissima di una
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troppo invecchiata. ¶ Rincasai con la sensazione di aver fatto
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me e a tutta la mia famiglia. Una sensazione
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e caldo insieme. ¶ Aprii la porta di casa un
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preoccupata, ma senza ragione: la nonna non c’era
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così decisi di accendere la conca. Alla nonna avrebbe
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avrebbe fatto piacere trovare la stanza riscaldata. ¶ Presi un
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sopra dell’alcol, e la vampata mi diede una
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al muro. ¶ Quando finalmente la nonna mi chiamò dalla
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scoprisse, leggendomi negli occhi la mia indecente colpa. Quante
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non andare via ¶ Verso la fine di novembre accadde
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che stravolse in peggio la mia vita. Un giorno