parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovan Battista Marino, La sampogna, 1620

concordanze di «la»

nautoretestoannoconcordanza
1
1620
il falso pelo o la mentita faccia. ¶ Sovente oggi
2
1620
faccia. ¶ Sovente oggi di dove per l'erba
3
1620
io del loco, ove la forma, e donde ¶ non
4
1620
molto lunge poi lasciai la vita, ¶ darotti un certo
5
1620
l'infausta pianta ¶ con la faretra e le saette
6
1620
ancora ¶ trasformati non ha la Dea selvaggia ¶ in frondosi
7
1620
di Diana" –. ¶ Ciò detto la dolente e pallid'ombra
8
1620
e pallid'ombra ¶ con la notturna vision disparve. ¶ Destossi
9
1620
vision disparve. ¶ Destossi allor la sbigottita, e quanto ¶ la
10
1620
la sbigottita, e quanto ¶ la fuggitiva imagine l'impose
11
1620
e 'l canape disciolto, ¶ la misera Arianna, ¶ rotta dal
12
1620
stellato balcone aprir volea. ¶ La rugiadosa Dea, ¶ minor luce
13
1620
del lido ¶ piantata era la tenda, ¶ dove giacea l
14
1620
l tergo e su la guancia; ¶ et era quel
15
1620
su 'l guanciale ¶ riversava la testa, ¶ e l'eburneo
16
1620
alcun lascivo oltraggio, ¶ su la vesta dormendo ¶ tenea la
17
1620
la vesta dormendo ¶ tenea la destra e le 'mpediva
18
1620
e senza coturno, ¶ toccando la vicina umida sponda ¶ si
19
1620
il bel piè stendea la lingua; ¶ e fatto nel
20
1620
asta del verde tirso, ¶ la cima armata di pungente
21
1620
pungente ferro, ¶ ha ne la destra, e vi s
22
1620
cappello e ghirlanda, ¶ impedita la chioma, onde pendenti ¶ di
23
1620
d'indica pantera ¶ è la sua vesta et un
24
1620
foglie, ¶ che gl'implican la fronte, ¶ già baciata l
25
1620
a que' soavi aneliti la bocca, ¶ la bacia, e
26
1620
soavi aneliti la bocca, ¶ la bacia, e non la
27
1620
la bacia, e non la tocca; ¶ e 'n voce
28
1620
tutte ¶ van senza spoglie? ¶ La Luna è forse, ¶ che
29
1620
peròche in vero ¶ suol la fatica ¶ partorir sempre ¶ sonno
30
1620
ha l'arco ¶ né la faretra, ¶ e non ha
31
1620
che quel sonno, ¶ che la nutrisce, ¶ è forse quello
32
1620
rapito e fiso ¶ ne la beltà dela donzella estrana
33
1620
in atto poscia egli la vide ¶ già di destarsi
34
1620
e per Teseo abbracciar la man distende ¶ una e
35
1620
et una e due la tragge ¶ senza nulla toccar
36
1620
letto voto. ¶ Tosto allor la paura il sonno scaccia
37
1620
quanto sol ode appo la riva ¶ gemer le folichette
38
1620
e come stolta, ove la porta ¶ l'amoroso furor
39
1620
via l'impaccia. ¶ Ne la più alta e ruinosa
40
1620
spaziose et ampie ¶ allungar la veduta, in fretta sale
41
1620
d'arrivar tant'oltre ¶ la voce stanca e debile
42
1620
panni accenna e con la man da lunge; ¶ ma
43
1620
ma poco val, ché la fugace prua ¶ con sì
44
1620
del'ospizio suo rotta la fede, ¶ quel che dianzi
45
1620
quanto cortese ¶ mi fu la sera oscura, ¶ tanto l
46
1620
per te solo ¶ lasciò la patria e 'l padre
47
1620
padre? ¶ Io ti campai la vita, ¶ tu m'esponi
48
1620
et ala tua posposi ¶ la fraterna salute. ¶ Tu sì
49
1620
del'antro scorre. ¶ Quivi la Dea lentando ¶ l'arco
50
1620
e, scinta e sciolta ¶ la leggiadretta vesta, ¶ i bei
51
1620
compagne vergini seguisse. ¶ Or dove la bella ¶ sagittaria
52
1620
seguisse. ¶ Or là dove la bella ¶ sagittaria celeste ¶ con
53
1620
più curai di seguitar la caccia, ¶ perché non mi
54
1620
ingordo, ¶ del'occhio insaziabile la fame, ¶ infra le fronde
55
1620
furtivamente a contemplarla ascesi, ¶ dove tutto intento ¶ al
56
1620
altra vergine dea gravai la pianta. ¶ Ma giuro, e
57
1620
intorno, ¶ qual suol quando la luna ¶ lo suo splendor
58
1620
ch'abbarbagliando di lontan la vista ¶ mi ferivano il
59
1620
per ascoltar d'Orfeo la dolce voce, ¶ chi potrà
60
1620
lume ¶ dela lampa diurna, ¶ la vista a me concessa
61
1620
gli ultimi recessi. ¶ Tacea la selva intenta ¶ al celeste
62
1620
cristallo ¶ mormoravano solo ¶ che la Dea più pudica ¶ confessando
63
1620
casta reina ¶ accusò con la voce, ¶ additò con la
64
1620
la voce, ¶ additò con la mano ¶ del forsennato errante
65
1620
si mostra ¶ in oriente la vermiglia Aurora, ¶ o come
66
1620
accende ¶ di rubiconda fiamma ¶ la guancia semplicetta. ¶ Frettolosa e
67
1620
e furo ¶ arco eburneo la mano e l'onda
68
1620
vo' che sia ¶ egual la pena agli ardimenti tuoi
69
1620
e si spiana ¶ e la bocca viril s'aguzza
70
1620
Veggiomi pullulando ¶ spuntar su la cervice ¶ i germogli del
71
1620
che turbine o procella, ¶ la foresta trascorro, e fuggitivo
72
1620
co' gridi, ¶ ma, movendo la lingua, il mio concetto
73
1620
l'aperto. ¶ Così lascio la selva e volgo il
74
1620
insieme, e gli umbri ¶ la mia traccia spiando. ¶ D
75
1620
istesso, ¶ principe dele fere, ¶ la real maestà temer non
76
1620
che tutta risentir facean la selva, ¶ m'uscì sovra
77
1620
chiede ¶ al suo rettor la libertà del collo. ¶ Et
78
1620
mancano le parole, ¶ e la lingua impedita ¶ non sa
79
1620
ne l'orecchio. ¶ Sotto la strozza m'afferrò Lionzo
80
1620
mio nome io sollevo ¶ la sanguinosa testa, ¶ pur come
81
1620
in cui smarrita ¶ ha la notizia antica, ¶ la novella
82
1620
ha la notizia antica, ¶ la novella sembianza, ¶ non cessan
83
1620
se non per entro la scannata gola ¶ gorgogliar fievolmente
84
1620
volse ¶ con teco incrudelire. ¶ La forma non ti tolse
85
1620
forma non ti tolse, ¶ la morte non ti diede
86
1620
dela vista ¶ perduto ne la fronte, ¶ ti fu poi
87
1620
poi doppiamente ¶ traslato ne la mente. ¶ Meco assai più
88
1620
adira. ¶ Avess'io pur la luce ¶ perduta di quest
89
1620
concede, a voi ¶ nega la mente e 'l senno
90
1620
più crudeli ¶ voi ne la crudeltate, ¶ e me viè
91
1620
in cui ¶ spesso dopo la preda ¶ baci soavi affissi
92
1620
suggere il mio sangue? ¶ La gola, a cui solea
93
1620
con le fauci sanguigne ¶ la famelica tigre! ¶ Dissipato m
94
1620
e lascio ¶ con voi la debil vita. ¶ Tu Citerone
95
1620
morte, ¶ madre, in me la memoria, in te la
96
1620
la memoria, in te la doglia. ¶ Ciò sol ti
97
1620
cantar dava l'orecchie. ¶ La simia, de' nostr'atti
98
1620
sapea. ¶ Lo scrignuto camelo, ¶ la cornuta giraffa e cento
99
1620
quell'aspe istesso, ¶ che la sua donna uccise, ¶ del
100
1620
suo converse in mele. ¶ La formidabil tigre, ¶ abbassato l
101
1620
obliata ¶ del caro nido la gelosa cura, ¶ era così
102
1620
quivi congiunse. ¶ Scherzò con la pantera ¶ concorde allor la
103
1620
la pantera ¶ concorde allor la damma; ¶ non fuggì paventosa
104
1620
fuggì paventosa ¶ dal leon la cervetta; ¶ s'accompagnò securo
105
1620
volpe; ¶ e conversaro insieme ¶ la tortorella e 'l falco
106
1620
dele rose ¶ gli recò la colomba. ¶ Da l'Eridano
107
1620
meste sorelle di Fetonte. ¶ La gru dopo i contrasti
108
1620
vermiglio i ricchi germi. ¶ La fenice immortale, ¶ di là
109
1620
La fenice immortale, ¶ di da l'odorifere contrade
110
1620
di quel plettro, ¶ che la Morte addolcì, nulla ti
111
1620
che lo sterpo e la pietra; ¶ e provasti nel
112
1620
spietate verghe, ¶ questa fu la mercè, che voi rendeste
113
1620
spirito e senso? ¶ Su la riviera d'Ebro ¶ le
114
1620
l'anima fuggitiva, ¶ con la lingua già fredda ¶ ala
115
1620
arena, e 'n su la voce estrema ¶ pur gorgogliando
116
1620
più leggiero, o forte ¶ la destra mova, o la
117
1620
la destra mova, o la persona adatti. ¶ Mai branca
118
1620
benché ratto volante, ¶ precipitò la rapida pantera, ¶ e cento
119
1620
damma e del daino ¶ la fuga trapassar, quasi baleno
120
1620
piede! ¶ Nulla, nulla giovotti ¶ la prestezza del corso; ¶ nulla
121
1620
e dela man feroce ¶ la destrezza e la lena
122
1620
feroce ¶ la destrezza e la lena. ¶ Non del drizzar
123
1620
sì strano accidente avea la Fama, ¶ e del bene
124
1620
figlio ¶ vestita avesse già la spoglia estrana, ¶ ma sol
125
1620
Tosto sonar s'udìo la casa tutta ¶ d'ululati
126
1620
crine e si squarciò la gonna. ¶ E più quand
127
1620
Signore ¶ con taciturne lagrime la morte, ¶ dela trista novella
128
1620
trovò del suo ben la bella imago. ¶ Più d
129
1620
certo di scusa ¶ fu la madre infelice. ¶ Vide del
130
1620
già del dilicato mento ¶ la lanugine molle. ¶ Pensò di
131
1620
certo di scusa ¶ fu la madre infelice. ¶ Quindi scalza
132
1620
pungenti, apena chiuse ¶ su la punta del'alba ¶ le
133
1620
sogni, ¶ tra cui versò la mente, ¶ torbidi, orrendi, imaginosi
134
1620
sveglia omai. Va, riconosci ¶ la mia mal nota e
135
1620
Piagni del caro pegno ¶ la cangiata figura. ¶ Felice me
136
1620
d'immortali imenei vaga la mente. ¶ Vana speme allettommi
137
1620
anch'io pensai. ¶ Quindi la Dea crucciosa ¶ mi fe
138
1620
di pietosi latrati empie la selva, ¶ e ricerca anelante
139
1620
disse Tigrino, a cui la rupe ¶ con tacito parlar
140
1620
carni". ¶ Qui si tacque la rupe, e non pertanto
141
1620
ventre il porti. ¶ Eccoti nel suolo ¶ (se vedergli
142
1620
antri et orrori; ¶ quando la casta e cacciatrice Dea
143
1620
fugaci, alfin fermossi. ¶ Ne la valle Gargafia, ale radici
144
1620
entrata. ¶ È dubbio se la rupe ¶ dal continuo picchiar
145
1620
fin ala coda estrema ¶ la cui punta s'abbassa
146
1620
e rota. ¶ Talor prende la fuga e poi nel
147
1620
mezo ¶ si ripente e la spezza, ¶ e la rapida
148
1620
e la spezza, ¶ e la rapida piena ¶ dele varie
149
1620
i sensi occupa. ¶ E la canzon fu questa, ¶ e
150
1620
le note, ¶ che con la lingua innamorata espresse. ¶ – O
151
1620
mostri ¶ gli ombrosi chiostri. ¶ La sospirata mia dolce consorte
152
1620
angue ¶ quella, di cui la Tracia or priva langue
153
1620
per pietà mi sia ¶ la donna mia. ¶ Non voglio
154
1620
mortali il passo arresta ¶ la meta è questa, e
155
1620
che 'l mio ben torni meco, ¶ concedi almen
156
1620
ond'elle ¶ chiomata hanno la fronte, ¶ acquetaro gli strilli
157
1620
pace. ¶ Il Latrator trifauce ¶ la tripartita bocca ¶ chiuse ascoltando
158
1620
infelici. ¶ Del perfido Issione ¶ la non mai stabil rota
159
1620
Provò Sisifo assiso ¶ su la volubil pietra ¶ gl'interdetti
160
1620
falli ¶ conoscitori orrendi ¶ obliaro la cura ¶ d'essaminare i
161
1620
fuor del'ombre ¶ seco la trasse a rivedere il
162
1620
con occhio frettoloso, ¶ rotta la legge et obliato il
163
1620
esser capace ¶ potesse mai la regione iniqua. ¶ A pena
164
1620
son rapita. ¶ Chi pur mi riconduce, ¶ dond'io
165
1620
piede ¶ più veloce, ¶ goderesti la mercede ¶ de' tuoi carmi
166
1620
begli occhi spento, ¶ e la diletta sposa, ¶ nel breve
167
1620
Cane. ¶ Né più su la riviera di Cocito ¶ trova
168
1620
ove si volga ¶ già la seconda volta ¶ d'ogni
169
1620
volte tronco ad innaspar la Parca? ¶ Fermossi egli lungh
170
1620
ira ¶ fu per romper la lira, e come stolto
171
1620
rendersi dunque a me la sposa mia? ¶ dunque del
172
1620
mia? ¶ dunque del donator la cortesia ¶ mi torna in
173
1620
senza me lasso, ¶ dannata ne le profonde grotte
174
1620
te fors'anco ¶ scote la fiera e furial facella
175
1620
fu del bel camin la via precisa, ¶ e tu
176
1620
tragga ¶ tra gli uomini la vita e tu tra
177
1620
più di soave ¶ canterà la mia Musa afflitta et
178
1620
di ritornar mai lieta ¶ la sconsolata Tracia. ¶ Spoglia negra
179
1620
dal duro giogo sollevò la fronte; ¶ scossesi dala chioma
180
1620
agli assalti del mar, la cui durezza ¶ fu dal
181
1620
le faci. ¶ Seco condusse la compagna quercia, ¶ arbore a
182
1620
fiumi et ama ¶ pascer la sete sua vicino al
183
1620
leggiadre vene. ¶ E con la chioma aperta ¶ lasciò le
184
1620
a questa volta ¶ con la sembianza ancor l'aspra
185
1620
rubin tutte gli aperse. ¶ La pampinosa vite ¶ del suo
186
1620
giardini d'Atlante ¶ guardati dal'incantata serpe, ¶ quasi
187
1620
lor parti, et indolcita ¶ la naturale asprezza, ¶ sudaro dale
188
1620
far del proprio cadavere la lira. ¶ Tutti gli arbori
189
1620
al'ombra ¶ meglio seguir la musica potesse, ¶ et acciò
190
1620
a vagheggiare Orfeo. ¶ Ammutì la cicala ¶ striduletta e loquace
191
1620
lor grave letargo. ¶ Su la bocca del'antro, ¶ dove
192
1620
tutto ¶ col fier rival la combattuta amica, ¶ e quasi
193
1620
le Tre saette, sopra la tentazione; la Tragedia, sopra
194
1620
saette, sopra la tentazione; la Tragedia, sopra il giudicio
195
1620
sopra il giudicio universale; la Cagnolina, sopra il vangelo
196
1620
l'Acqua viva, sopra la samaritana; il Monile, sopra
197
1620
samaritana; il Monile, sopra la Madalena; l'Inferno, sopra
198
1620
l'istoria dell'Epulone; la Morte, sopra quella del
199
1620
del figlio della vedova; la Tomba, sopra la sepoltura
200
1620
vedova; la Tomba, sopra la sepoltura; la Stella, sopra
201
1620
Tomba, sopra la sepoltura; la Stella, sopra l'Epifania
202
1620
Epifania; il Fuoco, sopra la Pentecoste; il Giardino, sopra
203
1620
Pentecoste; il Giardino, sopra la beata Vergine; la Battaglia
204
1620
sopra la beata Vergine; la Battaglia, sopra san Michele
205
1620
sopra san Michele arcangiolo; la Spada, sopra il sacramento
206
1620
Ambasciata, sopra l'orazione; la Notomia del Crocifisso et
207
1620
due miei poemi maggiori, la Gerusalemme distrutta et le
208
1620
FAVOLOSI ¶ Orfeo ¶ Idillio 1 ¶ Lungo la riva d'Ebro ¶ con
209
1620
con le ninfe compagne ¶ la vezzosa Euridice, amata moglie
210
1620
marito appresa avea; ¶ quando la vide e n'arse
211
1620
allor rapirla. ¶ Sen'avide la bella e in un
212
1620
suol de' catenati fiori ¶ la testura interrotta ¶ e spezzando
213
1620
testura interrotta ¶ e spezzando la voce a mezo il
214
1620
tal dal seguace amante ¶ la giovinetta smorta ¶ s'involava
215
1620
disciolto al'aura ¶ e la gonna ondeggiante ¶ l'arrestavan
216
1620
d'annella d'or la povertà del bosco. ¶ Facean
217
1620
flessuoso corpo ¶ e con la coda aguzza ¶ sferzando l
218
1620
nebbia e mortal fumar la via. ¶ Et ecco, poiché
219
1620
poiché in arco ¶ ricontorse la schiena, ecco che quasi
220
1620
impresse, ¶ e vomitò su la ferita il fiele. ¶ Sentì
221
1620
ferita il fiele. ¶ Sentì la sventurata ¶ dela calcata serpe
222
1620
sventurata ¶ dela calcata serpe ¶ la rabbiosa percossa e 'l
223
1620
torpe. ¶ Picciola è ben la piaga, ¶ ma non così
224
1620
Di gelido sudor sparge la fronte, ¶ di torbido squallor
225
1620
di torbido squallor tinge la guancia ¶ la sbigottita donna
226
1620
squallor tinge la guancia ¶ la sbigottita donna. ¶ Pallida come
227
1620
da indi in poi la notte e 'l giorno
228
1620
e per spelonche inospite la vita. ¶ Qual dela dolce
229
1620
tentar l'Inferno. ¶ Prese la nobil cetra, ¶ quella, ch
230
1620
il numero pareggia ¶ ne la serie de' tuoni; ¶ indi
231
1620
placar del'implacabil Dite ¶ la superbia crudele, ¶ non aborrì
232
1620
vivo tra' morti; ¶ e la negra palude, ¶ dove il
233
1620
spietate; ¶ né gli vietò la barca ¶ il pallido nocchiero
234
1620
e riposti. ¶ Giunse alfin , dove il Tiranno oscuro
235
1620
giuppa purpurea era vestito, ¶ la qual d'oro brunito
236
1620
il piè sinistro ¶ su la coscia la lira, ¶ ch
237
1620
sinistro ¶ su la coscia la lira, ¶ ch'a la
238
1620
la lira, ¶ ch'a la manca mammella il corno
239
1620
altra con lieve moto ¶ la misura pian pian batte
240
1620
batte nel suolo. ¶ Tien la destra l'archetto, ¶ che
241
1620
lor madre questo torto, la quale di simili frutti
242
1620
parlo di quella imitazione la qual dice Aristotele esser
243
1620
che si confà con la natura et da cui
244
1620
invenzione et nelle cose, la particolare nella sentenza et
245
1620
non si sia discoverta la ragia. ¶ Onde all'incontro
246
1620
Claudiano et nel Trissino; la battaglia tra i Diavoli
247
1620
nella distruzzione di Troia; la sete del campo, della
248
1620
Cefalo che saetta Procri; la Furia che stimula Solimano
249
1620
di scrittura eccellente, perché la nostra memoria è debole
250
1620
ne scuso insieme, poiché la mia povertà è tanta
251
1620
mi sapranno ritrovar addosso la preda s'io stesso
252
1620
s'io stesso non la rivelo. ¶ Et almeno non
253
1620
monte della gloria per la stitichezza di quattro linguacciuti
254
1620
scrisse una certa meretrice, la qual si racconta avergli
255
1620
significanza che non portava la sua etimologia. ¶ Lucilio, che
256
1620
famoso, et Pilato per la sceleragine della sua ingiusta
257
1620
contro l'opere sole la rabbia, manifestando le mie
258
1620
atta infelicità, ringraziando tuttavia la divina providenza ch'almeno
259
1620
che ci abbia fatte la Natura fu, per mio
260
1620
noi ch'essi abbiano la bocca sdentata, ché altrimenti
261
1620
bocca sdentata, ché altrimenti la darebbono in barba agli
262
1620
aspidi et alle vipere; dove, essendo tali quali
263
1620
l'invidia, si conculca la calunnia, si calpesta la
264
1620
la calunnia, si calpesta la perfidia, s'abbassa la
265
1620
la perfidia, s'abbassa la superbia, si sotterra la
266
1620
la superbia, si sotterra la presunzione et si subbissa
267
1620
presunzione et si subbissa la temerità. ¶ Chiuderò questa lettera
268
1620
stampano l'Adone et la Strage de' fanciulli innocenti
269
1620
alcuna, mi è sopragiunta la Galeria da voi stampata
270
1620
di me stesso. ¶ Lascio la carta, la qual potrebbe
271
1620
stesso. ¶ Lascio la carta, la qual potrebbe pur passare
272
1620
più importa, ch'è la pessima correzzione. ¶ Com'è
273
1620
i fogli impressi con la copia originale? ¶ Ho ritrovato
274
1620
Giolito e 'l Valgrisio, la cui memoria vivrà sempre
275
1620
le stampe italiane. ¶ Oggidì la stampa si è ridotta
276
1620
che pospongono all'interesse la propria reputazione et quella
277
1620
partito di far imprimere la mia Sampogna qui in
278
1620
s'intenda così bene la nostra lingua, la mia
279
1620
bene la nostra lingua, la mia assistenza ha supplito
280
1620
i Morazzoni. ¶ Se voi la ristamperete, sarete sempre a
281
1620
s'io vedrò che la vostra impressione riesca tolerabile
282
1620
riesca tolerabile, vi manderò la seconda parte di essa
283
1620
seconda parte di essa, la qual sarà forse più
284
1620
Pasitea, Calisto, Semele, Sileno, La rete di Vulcano et
285
1620
tentato da Satana et La Vernia, dove si tratta
286
1620
l'Epistole eroiche et la Polinnia, le quali son
287
1620
queste: il Cuore, sopra la conversione dell'uomo a
288
1620
dell'uomo a Dio; la Nave, sopra il primo
289
1620
altre penne che con la vostra. ¶ L'invidia poi
290
1620
Regno, et particolarmente che la vostra speranza, a guisa
291
1620
et conservatevi tale con la vostra prudenza, perché voi
292
1620
rappresentata a Vostra Signoria la devozion mia verso lei
293
1620
così vivamente, come io la sento nel cuore. ¶ Ma
294
1620
affetto, con cui reverisco la sua persona, è giunto
295
1620
resterebbe persuasa, se sapesse la publica professione ch'io
296
1620
per fermo che, secondo la proporzione degli altri suoi
297
1620
ella fia per superar la proporzione degli altri scrittori
298
1620
bene ch'io per la mia parte m'astengo
299
1620
ora è temerario per la sublimità del paragone. ¶ Egli
300
1620
ho seminato per tutto la testimonianza ch'egli a
301
1620
tanto merito. ¶ Gli amici, la città, l'Italia, invidiano
302
1620
città, l'Italia, invidiano la persona di Vostra Signoria
303
1620
sofferendo questa lontananza con la consolazione che abbiamo degli
304
1620
meco le bacia affettuosamente la mano, et preghiamo il
305
1620
il signor Iddio che la conservi lungamente per ornamento
306
1620
guisa ch'io conosca la loda trappassar di gran
307
1620
trappassar di gran lunga la capacità de' meriti miei
308
1620
l'eminenza et cerca la sovranità, così ancora lodando
309
1620
sincero; sì perché, essendo la loda frutto della virtù
310
1620
lecito dirne con libertà la mia opinione) io per
311
1620
senza dubbio mentirei, ché la loda è una musica
312
1620
per ascoltarlo farebbe cavar la coda dell'orecchio. ¶ Che
313
1620
Che sarà poi, quando la loda esce di bocca
314
1620
del gloriarsene è ragionevole, dove al contrario i
315
1620
chi ha in sé la dottrina uguale alla integrità
316
1620
integrità. ¶ Voglio adunque che la fede che voi avete
317
1620
l'Achillini, intelletto mirabile, la cui feconda miniera produce
318
1620
che mi vanno lacerando la fama. ¶ Più mi pregio
319
1620
a letterato, vivere registrata la mia memoria, che non
320
1620
elevati, sia stata abbracciata la mia difesa contro l
321
1620
potesse dar di grido la garrula voce di tutta
322
1620
garrula voce di tutta la turba vulgare. ¶ Non vorrei
323
1620
poco debbo curare con la guardia di tal patrocinio
324
1620
universale applauso della moltitudine) la favorevole protezzione di chi
325
1620
ch'essi nol sono. ¶ La somiglianza della simia non
326
1620
chiaro vedrassi chi sia la bertuccia del mare e
327
1620
terra: o io che (la Dio mercé) son pur
328
1620
vergognoso s'appiatta sotto la coda, ha data assai
329
1620
i suoi scartabelli et la Gerusalemme liberata, se poi
330
1620
se ne può recar la colpa all'affezzione delle
331
1620
di grammatica) vanno ombreggiando la mia persona, et tra
332
1620
ch'egli non ha la coscienza ben netta. ¶ Aggiungasi
333
1620
et di più, nascondendo la fraude, cercare ingratamente d
334
1620
cercare ingratamente d'intaccar la mia riputazione, questo mi
335
1620
dove si ritrova occupata la maggior parte delle bellezze
336
1620
gli accidenti senza guastar la sostanza del sentimento originale
337
1620
a Vostra Altezza con la penna qualche segno della
338
1620
a quest'ora. ¶ Per la qual cosa mi accorgo
339
1620
favole alla testugine avvenne; la qual, chiamata da Giove
340
1620
gli altri, ancorché fusse la prima a partire, allegando
341
1620
esser restata a guardar la casa. ¶ Percioché, essendo stato
342
1620
alla invenzione abbiano seguitata la mia maniera, del che
343
1620
con Vostra Altezza che la cagione dell'indugio sia
344
1620
dell'indugio sia stata la custodia della casa, poiché
345
1620
pensiero, quanto del continovo la volontà gli avvicinava il
346
1620
Non voglio adunque scusare la mia poca sollecitudine, ma
347
1620
ma più tosto accusare la soverchia negligenza come che
348
1620
tutte l'azzioni umane la maturità è lodevole, come
349
1620
di mestieri lunghissima considerazione. ¶ La stampa è atto irrevocabile
350
1620
possa ben altri con la diversità delle edizioni emendare
351
1620
mancando con gli anni la vena nel risarcire l
352
1620
tener l'opere sotto la lima infino al nono
353
1620
sì come fecero Cinna la sua Smirna et Isocrate
354
1620
imitata l'istessa testugine, la qual non per altro
355
1620
dagli antichi posta sotto la statua di Minerva, se
356
1620
non solo per esprimere la pigrizia del mio ingegno
357
1620
natura ritrosa e restia, la qual mi suol fare
358
1620
a Giove, non ostante la giovanezza, non senza confacevole
359
1620
dico io? Non solo la somiglianza di Giove per
360
1620
somiglianza di Giove per la maestà et per la
361
1620
la maestà et per la generosità, ma anche quella
362
1620
seguito da poca gente, la moltitudine d'un'armata
363
1620
malgrado di coloro che la circondavano, rimontare et ridursi
364
1620
che vincono non pur la sua età ma l
365
1620
discompagnato da Pallade per la matura prudenza, per l
366
1620
ne' più dubbiosi consigli la rendono pronta e risoluta
367
1620
da Venere, sì per la grazia et venustà singolare
368
1620
l'affezione di chiunque la conosce, et tira ad
369
1620
imagine, non tanto per la freschezza degli anni suoi
370
1620
suoi giovanili et per la serenità dello splendore che
371
1620
nella fronte, quanto per la luce interna dell'anima
372
1620
invero, che, se circonda la chioma della dorata corona
373
1620
itoni, nell'altra ha la lira ch'addolcisce gli
374
1620
Et se bene non la suona, basta che la
375
1620
la suona, basta che la regge in braccio, sostenendo
376
1620
in braccio, sostenendo con la protezione et col favore
377
1620
col favore chi ben la tocca e dilettandosi oltremodo
378
1620
armonia di essa. ¶ Fu la lira per industria di
379
1620
le presento non è la sampogna già ritrovata dal
380
1620
della sua trasformata ninfa, la compose di canna fragile
381
1620
et con fragilissima cera la congiunse; io, consacrandola al
382
1620
et professo continovamente con la lingua, qualor ne parlo
383
1620
qualor ne parlo, con la penna, ogni volta che
384
1620
nella vostra bocca; et la Fama poetica non sa
385
1620
funebre ¶ il doglioso mistero ¶ la donna innamorata, ¶ e dal
386
1620
testimon del'amore ¶ portar la diligenza. ¶ Umilmente il Ciel
387
1620
leccandosi il muso ¶ con la lingua tremenda ¶ mostrava aver
388
1620
che con commetter solo ¶ la sua salute al piede
389
1620
si diede ¶ e con la faccia indietro, ¶ e con
390
1620
piante; ¶ e 'n guisa la confuse ¶ la paura, e
391
1620
n guisa la confuse ¶ la paura, e la fretta
392
1620
confuse ¶ la paura, e la fretta, ¶ che lasciò 'l
393
1620
cagione. ¶ Giunta al manto la fera, ¶ sfogò sua rabbia
394
1620
macchiate ha l'onde, ¶ la dispietata belva ¶ nel folto
395
1620
quindi non lunge, lungo ¶ la riva del'Eufrate, ¶ mentre
396
1620
in salvo, ¶ vede aperta la bocca ¶ d'una spelonca
397
1620
d'una spelonca opaca, ¶ dove apena entrata, ¶ le
398
1620
mole illustre e superba, ¶ la tomba, ove son l
399
1620
sollecito il pensiero, ¶ e la mia troppo sciocca ¶ trascuragine
400
1620
è pietosa, ¶ e sempre la trovai ¶ benigna, come bella
401
1620
viene ad accertarsi. ¶ – Ahi la mia vita è morta
402
1620
disse, e più in non disse, ¶ che 'l
403
1620
trafisse ¶ chiuse al parlar la porta, ¶ e cadde tramortito
404
1620
e due ¶ a ravisar la vesta, ¶ lasso, e pur
405
1620
fiato ala voce, ¶ manca la voce al pianto, ¶ e
406
1620
pianto è così scarso, ¶ la voce è così tronca
407
1620
pieno, ¶ ch'abbia angusta la gola ¶ a poco a
408
1620
inumano, ¶ che lasciò qui la traccia. ¶ Io, io fui
409
1620
dala mia tardanza ¶ nacque la cagion vera ¶ dela sua
410
1620
neghittoso e lento, ¶ come la sua prestezza ¶ fu amore
411
1620
amore e lealtate, ¶ così la tua lentezza ¶ fu inganno
412
1620
Fui a lei traditore, ¶ la cui bellezza è spenta
413
1620
malvivo, ¶ al mondo, che la perde. ¶ O dele belle
414
1620
tua rabbia ¶ cibo, oimè, la facesti, ¶ ancor non ti
415
1620
non sepellissi insieme ¶ ancor la spoglia mia ¶ per darle
416
1620
le porgesse aita? ¶ Ahi, la luce infinita, ¶ che 'l
417
1620
fato, ¶ se stesso riprendea. ¶ La spada, che pendea ¶ dal
418
1620
e tuttavia piangea. ¶ Pose la punta al suolo, ¶ sollevò
419
1620
traditore uccida, ¶ ch'uccise la mia vita; ¶ perché non
420
1620
terra il pomo, ¶ e la punta rivolta ¶ verso il
421
1620
caldo rio ¶ ad innaffiar la valle. ¶ Tisbe, che pur
422
1620
dal fianco al tergo ¶ la spada attraversata; ¶ e come
423
1620
sen portò via veloce ¶ la parola e la voce
424
1620
veloce ¶ la parola e la voce. ¶ E 'n voler
425
1620
n voler così dire, ¶ la Parca, ch'al donzello
426
1620
bionde chiome straccia, ¶ graffia la bella faccia. ¶ – Oh, oh
427
1620
ch'è ferito, ¶ capiscami la spada ¶ del bel sen
428
1620
baci. ¶ Mira e tocca la piaga, ¶ del sangue, che
429
1620
dilaga, ¶ già spruzzata ha la gonna. ¶ Alfin dal prato
430
1620
sposo, ¶ or guarda se la morte ¶ ha dissolver potuto
431
1620
fe' il letto ¶ per la paterna cura, ¶ mercè di
432
1620
di questa mano, ¶ farà la sepoltura. ¶ E te pietosa
433
1620
perdei, ¶ tanto è maggior la pena ¶ del'averla perduta
434
1620
tua dipartita, ¶ ebbe fin la mia vita. ¶ Ma vo
435
1620
di vita in forse ¶ la coppia addolorata; ¶ quella in
436
1620
perché raddoppia il male ¶ la memoria del bene, ¶ in
437
1620
dà salute intera, ¶ così la curiosa, ¶ e cauta fanciulletta
438
1620
e cauta fanciulletta, ¶ mentre la morte attende, ¶ da un
439
1620
pon lo sguardo e la mente, ¶ e vede che
440
1620
potesse ¶ dela fiamma rinchiusa ¶ la perigliosa arsura. ¶ Quivi mentre
441
1620
di pacifica face ¶ consolato la vista, ¶ o come padre
442
1620
del conforto ¶ facea maggior la gioia. ¶ Vedelo Tisbe, e
443
1620
ognor vede ¶ lontano con la mente, ¶ or di veder
444
1620
ecco Piramo piglia ¶ pur la parola e dice: ¶ – Con
445
1620
or dela lingua ancora ¶ la libertà m'annoda? ¶ E
446
1620
quand'anco avessi ¶ spedita la favella, ¶ picciola parte e
447
1620
vero e fido, ¶ vuoi la mia fé provare, ¶ l
448
1620
concede, ¶ ceda agli occhi la lingua. ¶ Occhi miei lieti
449
1620
a perderlo sì tosto –. ¶ La vergine a quel dire
450
1620
indugiato a vedermi? ¶ O la memoria forse ¶ discortese e
451
1620
di visitarmi ¶ almen con la membranza? ¶ Ma favelliam pur
452
1620
tormento, ¶ che non fa la certezza. ¶ Quante volte temendo
453
1620
altrui bellezza ¶ tutta recai la colpa ¶ del'incostanza tua
454
1620
fu maggiore ¶ fidar ne la tua fede, ¶ ma io
455
1620
pote ¶ altra, se non la mia. ¶ Ma già partir
456
1620
singhiozzo profondo ¶ gli tagliò la parola. ¶ Ella che lo
457
1620
non si sanno ¶ su la speranza, c'hanno ¶ di
458
1620
Senza alcun altro aviso ¶ la volontà fervente, ¶ amor impaziente
459
1620
che non avendo morso ¶ la ragion da frenarlo, ¶ e
460
1620
ben presta ¶ di schernir la speranza. ¶ Miseri, a cui
461
1620
forte ¶ il naufragio, e la morte. ¶ Vivean senza riposo
462
1620
rincresceva il die, ¶ fastidiva la luce. ¶ Desiavan la notte
463
1620
fastidiva la luce. ¶ Desiavan la notte, ¶ sospiravan le stelle
464
1620
Piramo innanzi, ¶ pensa se la fanciulla ¶ sarà costante, e
465
1620
n su l'uscir la veggia. ¶ Tisbe altrettanto ondeggia
466
1620
i trascurati padri; ¶ posava la famiglia, ¶ le pigre ancelle
467
1620
o cura; ¶ quando Tisbe la prima ¶ sorse pian piano
468
1620
l'uscio. ¶ Fu Tisbe la primiera, ¶ di lui più
469
1620
n lei fusse ¶ maggior la passione, ¶ ma sol perché
470
1620
minor naturalmente ¶ suol esser la ragione. ¶ Fugge il timor
471
1620
teme pur, non teme ¶ la perigliosa uscita. ¶ È sol
472
1620
ordigno ¶ ingegniero e maestro, ¶ la guida e la consiglia
473
1620
maestro, ¶ la guida e la consiglia, ¶ e per entro
474
1620
fusse quello ¶ per contrafar la suora, ¶ d'argento travestito
475
1620
scintillavan sì pure, ¶ che la misera Tisbe, ¶ che qual
476
1620
del padiglion stellato; ¶ onde la fresca auretta ¶ spargea per
477
1620
Amor languisce ¶ soglion crescer la pena. ¶ Dela luna serena
478
1620
sotto il gelido raggio ¶ la donzella sen giva, ¶ quando
479
1620
un rauco rimbombo ¶ mormorar la fontana. ¶ Mira intorno e
480
1620
secretamente ¶ per marmoreo canale ¶ la manda, ove gran conca
481
1620
là sovra l'aria ¶ la region del'etere. ¶ Le
482
1620
e pratora ¶ con tutta la progenie ¶ de' germi vegetabili
483
1620
germi vegetabili, ¶ che 'nsu la terra pullula. ¶ Dela macchiata
484
1620
pullula. ¶ Dela macchiata nebride ¶ la spoglia, ond'io ricopromi
485
1620
d'acero, ¶ che ne la cima incurvasi, ¶ dimostra (se
486
1620
con Apolline, ¶ e ne la nostra disputa ¶ colui, che
487
1620
Bevesti il ghiaccio scitico ¶ su i monti iperborei
488
1620
margine ¶ quasi raggiunta, e la feria con l'alito
489
1620
l'alito, ¶ e già la man le distendea su
490
1620
e sbigottita e pavida ¶ la giovinetta alzò con voce
491
1620
chiamando a suo favor la diva Ortigia, ¶ al ciel
492
1620
e sfronda e lacera ¶ la ghirlanda, ch'egli ha
493
1620
vuol mai più che la sua testa adornino ¶ edre
494
1620
il proprio crine implicane. ¶ La rimira, la tocca, e
495
1620
crine implicane. ¶ La rimira, la tocca, e spesso stringela
496
1620
piacevole; ¶ e mentre con la bocca enfiata e tumida
497
1620
eccolo ¶ ch'assiso alfin dove l'onda liquida
498
1620
l'onda liquida ¶ rompe la riva e la scoscende
499
1620
rompe la riva e la scoscende in angolo, ¶ solo
500
1620
e gli amori e la morte. ¶ Ascoltino il mio